Formato pdf - Istituto "Bandini"

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Formato pdf - Istituto "Bandini"
Novembre - Dicembre 2016
Anno N.4 www.istitutobandini.it Esente da autorizzazione C.M. n.242 02/09/1988
Un libro sotto il vischio
Care lettrici, cari lettori,
tra le consuetudini non cristiane, che ancora resistono
nelle nostre celebrazioni natalizie, vi è quella, di origine celtica, di regalare un ramo di vischio, da appendere alla porta di casa e sotto cui scambiarsi un bacio di
buon auspicio. In un brano della sua Storia Naturale,
lo scrittore latino Plinio il Vecchio ne descrive il rito
della raccolta, affidata ad un sacerdote, che, vestito di
bianco, scalzo e digiuno, saliva sull’albero a tagliarlo
con un falcetto d’oro. Plinio aggiunge che i Celti indicavano il vischio come “la pianta che guarisce tutto” e
gli attribuivano un grande potere: essendo una pianta
aerea, che non ha radici ma vive attaccata al tronco di
altri alberi, era considerata una manifestazione degli
dei che vivono in cielo e dunque un
simbolo di vigore, di rigenerazione e
di rinnovata speranza per iniziare il
nuovo ciclo dell’anno.
Ma, oltre al ramo di vischio, c’è un altro dono “che guarisce tutto”, ed è il libro, il migliore dei regali. Come ci
ricordano la foto della rubrica Bibliopolis e le variopinte vignette di una vostra compagna, sotto l’albero
- o sotto il vischio - sarà certamente gradito un libro.
Una coperta e il fuoco di un caminetto a scaldare il
corpo, oltre che l’anima, faranno il resto…
Buona lettura e buone feste!
Filomena Giannotti
Con gli occhi dei Greci
Con gli occhi dei Greci di Mauro Bonazzi, docente di Storia della Filosofia all’Università di Milano (Carocci, settembre
2016), è un libriccino utile per orientarci
nel difficile mestiere di vivere. Raccoglie
agili saggi, ben lontani dal classicismo di
maniera, che invitano a rivolgere l’attenzione a quegli antichi Greci, ormai remoti, che furono
maestri nell’indagare, con spirito libero, la profondità
dell’animo umano, i temi della felicità, dell’amicizia,
dell’amore, della giustizia, della morte.
Per l’autore, esistono tante Grecie, tanti modi diversi e
contrastanti di porsi davanti ai problemi dell’esistenza:
la Grecia dei filosofi e quella dei poeti, la Grecia geniale e la Grecia folle, quella di Platone e Aristotele e
quella di Omero. Esse aiutano a “difenderci dalla paura dell’insignificanza”, ad affrontare la complessità che
ci circonda, a percorrere il cammino della conoscenza
senza la fretta di arrivare subito da qualche parte, perché la rapidità non giova alla riflessione.
Ad esempio, il famoso panta rhei di Eraclito ha un significato più profondo del banale “tutto scorre”, tutto
fluisce inesorabilmente: quelle acque sempre diverse
che scorrono sono la vera identità dello stesso fiume;
il fiume è l’acqua che scorre. Questo può valere anche
per gli uomini: “l’identità dell’uomo è garantita dalle
sue esperienze, ciò che egli diventa, come si confronta
con le persone e le situazioni determinerà la vita che
condurrà”.
Secondo Platone, “tutto ciò che è grande è instabile” e
per questo è fragile e deve essere difeso. Può la politica
sussistere separata dalla filosofia? Dall’ideale utopico
non di un mondo perfetto, ma da quella utopia che è
“speranza del possibile, riflessione critica che ci aiuti a
comprendere e correggere il mondo in cui viviamo”?
Socrate era atopos, senza luogo, privo di radici, libero
di muoversi, libero dai luoghi comuni della sua terra,
libero di alzare lo sguardo verso altre realtà, magari
più giuste. “Esule sulla terra” - dice il poeta - ma “re
dell’azzurro”, quando dispiega le sue ali di gigante.
Alessandra Gentili
Peter Weiss, l’estetica dell’opposizione
“Kunst muss die Kraft haben, das Leben zu verändern”. “L’arte deve possedere la forza di cambiare la
vita”.
8 novembre 1916. A Nowawes (Berlino) nasce Peter Weiss. Fin da adolescente esprime la volontà di
diventare artista e scrittore. Riesce a entrare all’Accademia di Belle arti, poi deve lasciare la Germania
perché ebreo. Lungo la via di fuga, si ferma da Hermann Hesse, scrittore che ama e col quale ha avuto uno scambio epistolare. Hesse, sessantenne, già
famoso (il Siddharta è stato pubblicato nel 1922),
accoglie il giovane artista e gli propone di collaborare alla stesura di un libro. Die Kindheit des Zauberers (L’infanzia del mago): Hesse scrive il testo,
Weiss, moderno amanuense, lo trascrive e lo istoria
con disegni preziosi. La fuga continua e il giovane
“apprendista mago” arriva a Stoccolma. Qui scrive,
disegna, mette in scena i suoi lavori teatrali, e qui
incontra la compagna di vita, Gunilla Palmstierna,
scenografa e ceramista. Nel 1964, il lavoro teatrale Die Verfolgung und Ermordung Jean Paul Marats
dargestellt durch die Schauspielgruppe des Hospizes
zu Charenton unter Anleitung des Herrn de Sade
(La persecuzione e l’assassinio di Jean-Paul Marat, rappresentato dalla compagnia filodrammatica
dell’ospizio di Charenton sotto la guida del marchese de Sade) lo rende, improvvisamente, famoso. E
provoca scandalo. Weiss immagina il marchese De
Sade mettere in scena la morte di Marat all’interno
del manicomio di Charenton. Gli attori, i malati di
mente. Nasce il Dokumentartheater, teatro di opposizione, di impegno, di memoria, di riflessione. E
di emozioni estreme. Con la trilogia Die Ästhetik
des Widerstands (1975/1981), riflessione in forma
di romanzo sulla resistenza degli operai tedeschi al
fascismo, Weiss diventa l’intellettuale di riferimento di un’intera generazione.
Ho incontrato Peter Weiss per la prima volta nell’estate del 1975 nella mia antologia di terza media. Ci
frugavo dentro come in un armadio di meraviglie,
alla ricerca di me stessa. E trovai alcune pagine di
Abschied von den Eltern, Congedo dai genitori. Weiss
mi raccontava l’adolescenza come mai nessuno aveva fatto. Dava voce ai miei turbamenti, alla mia rabbia, alla voglia di fuga. Fu poi la volta di Ermittlung
(L’istruttoria), oratorio sul processo di Francoforte
(la prima in contemporanea in quindici teatri europei). Per giorni non riuscii a mangiare e a dormire
normalmente. Le immagini dei campi di sterminio
raccontate in quel suo stile duro e diretto rimanevano negli occhi, nella testa. Poi il Marat – Sade, che
presentai come tesina all’esame di maturità. Con
grande sconcerto della mia insegnante di tedesco,
che si rifiutò di leggerla. E ancora Diskurs über Vietnam, Trotski im Exil, Hölderlin. Weiss mi ha insegnato la passione per il teatro.
Peter Weiss compie cento anni. In Germania e in
Svezia lo ricordano con innumerevoli iniziative,
dalla nuova edizione critica dell’Estetica dell’opposizione, alla maratona dei lettori a Rostock, alle nuove messe in scena delle sue opere.
“Weiss non ha mai fatto concessioni alla ricerca
della sua verità” (Erwin Piscator).
Simona Fabbris
(P. Weiss, Autoritratto)
Non solo libri
1522: un numero
per il soccorso anti violenza
Venerdì 25 gennaio è stata la Giornata internazionale contro la violenza sulle donne: questa ricorrenza
è stata istituita il 17 dicembre 1999 dall’Assemblea
generale delle Nazioni Unite con la Risoluzione
n°54/134.
La violenza di genere è considerata ormai una
violazione dei diritti umani: secondo le statistiche dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, nel
mondo almeno una donna su cinque subisce abusi
fisici o sessuali da un uomo durante la sua vita. E da
una recente rilevazione della Polizia risulta che nel
nostro Paese ogni anno vengono uccise circa cento
donne dai loro compagni, coniugi o “ex”, e molte
altre sono vittime di maltrattamenti e abusi fuori e
dentro le mura domestiche. Il numero di femminicidi avvenuti quest’anno in Italia fino al 25 novembre ammonta già a 116.
Purtroppo mancano ancora serie politiche di contrasto a questo fenomeno. Si ribadisce quindi la necessità che ogni donna che subisce violenza fisica o
psicologica esponga subito denuncia e si rivolga ai
centri specializzati.
Data la grande importanza del tema, un gruppo di
studenti del nostro Istituto, un mese fa, ha partecipato ad un incontro tenutosi presso la Biblioteca degli Intronati dall’Associazione Codice Rosa e,
raccogliendone il messaggio, in occasione della ricorrenza del 25 novembre, ha realizzato una piccola
installazione esposta nell’Aula Magna della scuola:
una stele avvolta in un drappo rosso con sovraimpresso il numero 1522 del soccorso antiviolenza e,
di fronte, alcune paia di scarpe rosse, simbolo della
protesta contro i femminicidi...
Prossimamente altre attività verranno intraprese
dagli studenti nel corso di questo anno scolastico e
in particolare nel periodo di Autogestione.
Miriam Niccolini
Leggere la società
Uno sguardo
Sin da quando ero piccola, ho sempre avuto una passione per tutto
ciò che riguarda l’India. Dagli abiti tradizionali, ai riti e agli usi delle
popolazioni indiane. Amavo danzare al suono di qualche nota di musica tipica, vestita
con abiti tradizionali. Questa estate ho avuto gli esami
di terza media e, come argomento, ho scelto proprio
l’India. Di qui l’idea di scrivere qualcosa riguardo alle
donne di quel Paese. Non ho voluto inserire rime, né
seguire un determinato schema metrico per questa
poesia. Mi sono semplicemente immedesimata in una
donna indiana, provando a capire ciò che sentono e
affrontano queste guerriere ogni giorno e cercando
di descrivere in questa poesia quello che chiunque, se
guardasse attentamente nel profondo del loro sguardo, potrebbe intravedere ed ascoltare dal loro animo.
Uno strano brillio.
In pochi, riuscivano a constatare
ciò che esprimeva.
Solo un’iride profonda e attenta
poteva sentire il tacito urlo
macchiato di speranza.
E percepire
la mancanza di quella pulsazione,
diventava sempre più un’abitudine.
Non vivere più di sensazioni...
Era usuale.
Ma qualcosa
era rimasto acceso, lì dentro.
Era come bruciare
tra le fiamme ardenti,
al centro di un laghetto.
Una sensazione...
Era rimasta.
E ancora quello strano brillio...
un pezzo d’anima,
riflesso
nel profondo azzurro celestiale...
Uno sguardo.
Prossimamente in biblioteca
Un thriller per pendolari
Molti pendolari frequentano la nostra scuola e spesso
si ritrovano a guardare il paesaggio che scorre fuori
dal finestrino. Proprio come la protagonista del romanzo La Ragazza del Treno, Rachel, una trentenne
dei sobborghi di Londra, distrutta dalla vita e dall’alcolismo. Acuta osservatrice, ogni volta che si siede
sul treno, si sofferma ad ammirare la vita di una coppia apparentemente serena. Fino a che non scoprirà
uno sconvolgente segreto, che cambierà profondamente la sua vita e quella degli altri personaggi…
Pubblicato nel 2015 dall’autrice britannica Paula
Hawkins, il libro è in breve tempo – e, a mio avviso, immeritatamente – diventato un bestseller, che
ha saputo conquistare le classifiche mondiali e che,
nelle scorse settimane, è approdato anche nelle sale
cinematografiche. Mentre la storia si presenta tutt’altro che enigmatica e la caratterizzazione dei personaggi appare
piuttosto banale e senza sfumature, le descrizioni dei luoghi
risultano precise e coinvolgenti.
Consigliato a chi ama lettura di
‘evasione’, in particolare per vincere la noia delle ore di viaggio.
Marina Bastiani
V RIM
Music connecting people
Old but gold
Sara Castagna
I B AFM
Dopo una lunga assenza nel mondo della musica, i
Guns N’ Roses, una delle rock band più famose di
sempre, formatasi nel 1985 e scioltasi nel 1996, si
è finalmente riunita. Causa dello scioglimento del
gruppo erano stati vari motivi, tra cui il pessimo
rapporto che si era creato tra Slash (chitarrista) e
Axl Rose (cantante). Infatti, il primo aveva poi deciso di iniziare una carriera come solista. Grazie al
ruolo giocato dal bassista Duff McKagan, le acque
si sono calmate, e la band, dopo 20 anni, è tornata a suonare insieme. Anche se Axl Rose, l’unico
rimasto, aveva comunque continuato ad esibirsi
con una sua band sotto il nome “Guns N’ Roses”.
Il gruppo, che con la sua musica ha fatto impazzire
grandi e piccoli negli anni ’80-’90, ora di nuovo al
completo, ha già portato al termine un primo “Reunion Tour” quest’anno, con la prima data al Coachella Festival in California, provocando il sold-out
in tutte le biglietterie. Ne è previsto un altro per il
2017 negli stadi d’Europa, inclusi, probabilmente,
anche quelli di Milano o Roma.
E se è vero, come
si suol dire, che
“gallina vecchia
fa buon brodo”,
come non ricordare alcuni dei
loro intramontabili successi?
Da Welcome to
the jungle (1987) a Sweet Child O’ Mine (1988), da
November Rain (1992), a Civil War (1993), per finire con Knockin’on Heaven’s Door (1992), poi ripresa da Bob Dylan, vincitore dell’ultimo Nobel per la
Letteratura, e bella in entrambe le versioni.
Gaia Cavaciocchi
V TUR
Letti e riletti
Un classico
della letteratura fantastica
Lo strano caso del Dottor Jekyll e del Signor Hyde è
il capolavoro di Robert Louis Stevenson, che tratta
in chiave poliziesca il tema del doppio, anticipando
di alcuni anni (il romanzo è del 1886) l’analisi freudiana dell’Io.
La vicenda è ambientata nella Londra del XIX secolo, un luogo pericoloso in cui si verificano molti crimini. Da chi sono commessi? Dal
Signor Hyde. Ma chi è questo uomo
così spietato? L’avvocato Utterson e
un dottore iniziano ad indagare, ma
sono turbati dal sapere che Hyde,
noto per le sue innumerevoli cattiverie, è un conoscente del Dottor Jekyll, che è, invece, una persona gentile e responsabile, ma sembra nascondere
qualcosa. I dubbi nascono quando Hyde viene visto
visitare, in certe notti, la casa di Jekyll. Utterson si
serve delle lettere di Hyde e di Jekyll come mezzo
per indagare su due persone molto diverse e, tuttavia, misteriosamente unite, fino a quando scoprirà
qualcosa di sconvolgente…
Due le battaglie, che, parallelamente, si combattono
nel corso del racconto: quella tra il buono e il cattivo, tema che emerge nella vicenda dei protagonisti
(o meglio del protagonista), e quella della ricerca di
un equilibrio tra due parti contrastanti di una stessa
personalità, nel tentativo di nascondere ad altri la
vera identità.
Alesja Sela
IV AFM
La parola all’immagine
‘’L’artista più importante
del mondo’’
Questa è la provocatoria definizione che di Ai
Weiwei, artista contemporaneo cinese, ha dato il
celebre giornale di arte online Art Review. Icona
della lotta per la libertà di espressione, Weiwei è diventato famoso in tutto il mondo per l’arte provocatoria, simbolo del suo attivismo politico.
Fino al 22 gennaio 2017 Palazzo
Strozzi a Firenze, in occasione dei
suoi trent’anni di carriera, ospita la
mostra Libero (così intitolata in riferimento al celebre arresto del 2011),
che esalta una delle peculiarità della sua arte: il rapporto fra tradizione e modernità.
Presenta infatti oltre 60 opere storiche e nuove produzioni, tra sculture, video, foto e istallazioni accomunate dall’intento di denunciare le inefficienze
del potere politico. Tra i lavori più impressionanti, il serpente fatto di zainetti (per commemorare i
bambini morti in Cina nel 2008, per il crollo delle
scuole causato dal terremoto), e i gommoni di salvataggio, esposti sulla facciata del palazzo a simboleggiare il dramma dell’emigrazione e dei rifugiati.
Una intera sala è dedicata al Rinascimento, dato
che la mostra si tiene nel luogo simbolo di questa
epoca. Vi campeggiano i ritratti in LEGO di dissidenti politici: quattro personaggi del passato legati
a Firenze, che hanno subito privazioni della libertà: Dante, Filippo Strozzi, Girolamo Savonarola e
Galileo. Nonostante le varie polemiche che l’arte di
Weiwei ha suscitato, consiglio a tutti la visita della
mostra, in quanto l’arte non dovrebbe essere giudicata in base alla sua presunta bellezza o bruttezza,
ma chiedendosi se comunica qualcosa o meno. E le
istallazioni di Weiwei ritengo che ci siano riuscite.
Francesca Foschini
V TUR
Lo scaffale di Anna Frank
Un solo desiderio: la cioccolata
Ho sognato la cioccolata per anni è la toccante autobiografia di Trudi Birger, pubblicata nel 1992.
Il libro narra la dura storia di
una famiglia ebrea di Francoforte durante gli anni del regime nazista. Catturata dalle SS,
la protagonista viene deportata
insieme a sua madre su un treno
che le condurrà, in condizioni
precarie, al campo di concentramento di Stutthof in Polonia,
a 35 km dalla città di Danzica. In un primo momento la madre viene selezionata per la camera a
gas, ma con l’aiuto di Trudi si salva, finendo però
costretta ai lavori forzati. Durante la prigionia le
due donne si confrontano più volte con la morte, ma, grazie al sogno di poter mangiare di nuovo la cioccolata, riescono a mantenersi in vita.
Ciò che più mi ha affascinata in questo libro è la
forza di una bambina di soli 13 anni, il suo amore
per la sua vita e per quella del prossimo, e la straordinaria capacità con cui riesce a mantenere l’equilibrio tra il dolore provato e il desiderio di ritornare
alle sue abitudini.
Sofia Pettorali
I A AFM
Ciak, si legge!
Genio e sentimento
La teoria del tutto, uscito nel 2014, racconta la vera
storia di Stephen Hawking, magistralmente interpretato da Eddie Redmayne (vincitore del Premio
Oscar come miglior attore protagonista).
Stephen è un cosmologo
dell’università di Cambridge, alla ricerca un’equazione per spiegare
la nascita dell’universo.
Durante una festa conosce la studentessa di Lettere Jane Wilde, che invita in seguito al ballo di primavera: è l’occasione in
cui i due giovani si danno il loro primo bacio. La
loro storia d’amore è però ostacolata dalla malattia
di Stephen, l’atrofia muscolare progressiva. Stephen
trova difficoltà a camminare, scrivere e parlare ma,
nonostante ciò, Jane decide di rimanere sempre al
suo fianco, amandolo e prendendosi cura di lui.
Dopo il matrimonio, la vita di Jane diventa sempre
più difficile, perché Stephen peggiora di giorno in
giorno e lei deve prendersi cura dei loro tre figli.
Con l’aggravarsi della malattia finiscono così per
cambiare anche i sentimenti dei due protagonisti.
Jane trova conforto nel coro della chiesa, dove incontra Jonathan, per il quale inizia a provare qualche sentimento. Hawking perde l’uso della voce, e,
notando che i suoi sentimenti per Jane non sono
più gli stessi, decide di lasciarla e di farle continuare
la sua vita accanto a Jonathan. Quando però Stephen riceve un invito dalla regina Elisabetta, che
riconosce il valore dei suoi studi, porta con sé i suoi
figli e anche Jane, la prima donna che ha creduto
nella sua idea e lo ha aiutato a realizzarla.
Il film, com’è noto, è presentato come la biografia
di Stephen Hawking, uno dei più grandi fisici del
secolo, oggi 74 enne. Ma in realtà è tratto dal libro
Travelling to Infinity: my Life with Stephen, la biografia della prima moglie di Hawking, Jane Wilde.
Alda Ulaj
IV AFM
Mistero e sentimento
Shadowhunters è una saga di romanzi fantasy scritti da Cassandra Clare. Dal primo di questi è stato tratto il film intitolato Shadowhunters – Città di
Ossa del 2013, diretto da Harald Zwart.
Al centro vi è la storia
di una ragazza, Clarissa
Fairchaild, che il giorno del suo diciottesimo
compleanno si ritrova
catapultata in un mondo
nuovo, tutto da scoprire. Dopo l’inattesa scomparsa
di sua madre, questo mondo si popola di demoni
e cacciatori di demoni, fate e stregoni, vampiri e
lupi mannari. In compagnia del suo migliore amico
Simon e dei suoi nuovi misteriosi amici dai poteri
strani, Jace, Isabelle e Alec, Clarissa si avventurerà
alla ricerca di sua madre, si innamorerà e scoprirà
di non essere la persona che pensava. Nemmeno
le persone che le sono state sempre accanto e che
pensava di conoscere si riveleranno quelle credeva… Ma dopo tanti misteri, la vicenda si conclude con un inatteso lieto fine, che non vi svelerò.
Questa bellissima storia mi ha permesso di fantasticare come una bambina, grazie ai suoi numerosi colpi di scena, al suo intricato svolgimento e
al modo travolgente con cui presenta degli avvenimenti irreali. Per di più il film, rispetto al libro,
lascia molto più spazio molto alla storia d’amore di
Clary e ai suoi sentimenti verso Jace, abbracciando anche qualche vicenda degli altri romanzi della
saga e lasciando sperare in un sequel.
Desideria Bochicchio
I A AFM
Con un po’ di filosofia
Cultura e democrazia: quale futuro?
Tomaso Montanari è uno storico dell’arte
che attualmente scrive per “Il Fatto Quotidiano” e per l’edizione “Corriere della Sera” del
Mezzogiorno. Nel 2014 ha pubblicato Istruzioni per
l’uso del futuro, un libro sull’immagine di un’Italia
possibile, su ciò che potrà essere la Repubblica italiana quando sapremo rendere finalmente concreta la Costituzione. Per questo propone 21 idee per
cambiare con responsabilità e conoscenza il nostro
paese, toccando argomenti sensibili, quali ambiente, bene comune, diritti e doveri, ius soli, lavoro,
musei, uguaglianza, verità, humanitas e tanti altri,
che sono un vero “indice civile”.
Montanari focalizza l’attenzione in particolare sull’ambiente, inteso come un patrimonio
importante per la collettività,
tanto quanto un museo o un
monumento storico. Ci porta esempi come la Val
di Susa, un luogo quasi incantato per la sua bellezza, ma ricordato solo perché vogliono farci passare
un treno ad alta velocità. Critica le scelte politiche
di oggi, facendo vari esempi di degrado culturale e
definendo ciò che accade “terrorismo del denaro”.
Ribadisce, infatti, che l’arte appartiene a tutti, che
qualsiasi cittadino ha il diritto di decidere se vederla, capirla, amarla o esserle indifferente. Si sofferma
spesso sul fatto che l’arte viene manipolata e asservita al denaro, che di musei celebri come gli Uffizi
importa solo se hanno superato il Louvre (economicamente parlando), e non conta se gli italiani si
interessino di arte e si acculturino. Mette in evidenza la differenza tra la sua epoca e la nostra, in quanto prima il patrimonio artistico faceva parte della
Pubblica Istruzione, mentre oggi rientra nell’ambito del Turismo. Per questo ritiene importante il
ruolo degli artisti nel denunciare le leggi del mercato e nel resistere ad ogni forma di potere: Picasso, ad esempio, lo fece dipingendo il capolavoro di
Guernica contro gli orrori del nazifascismo e mise
in salvo diverse opere. Montanari parla anche della
lontananza del cittadino dalla Costituzione, dell’esclusione di molti dall’istruzione e dalla partecipazione alla vita sociale e politica a causa del persistere di profonde disuguaglianze che negano i diritti
fondamentali e la dignità della persona.
Ma quella di Montanari non è soltanto una dura
critica al sistema, bensì una proposta di civiltà a cui
tutti dovremmo essere sensibili. Un libro attualissimo che merita attenzione.
Micaela Escoval
IV RIM
The foreign file
An enganging novel
Cormoran Strike is the main character of the story,
a very intelligent and intuitive detective.
He isn’t going through a good
moment until he meets the
brother of a famous model who
was murdered. The model fell
off the balcony of her luxurious
penthouse in Mayfair on the
sidewalk. The brother doesn’t
agree with the police’s final decision to close the case and involves Strike to discover what really happened. Thanks
to his skills and his secretary Robin he finds out the
truth.
An engaging novel, detailed in the descriptions of the places and in the events but without
being boring . The writer has this incredible
skill to keep the name of the killer hidden until the end and I think this must be underlined.
Caterina Milocco
IV AFM
Et demain?
Et demain quefaisons-nous?
Où nous allons?
Et le travail?
Comment faire
pour trouver du
travail? Par où
commencer?
Voilà les questions des jeunes d’aujourd’hui, celles-ci sont leurs peurs et leurs préoccupations. Sortir du monde de l’école avec un diplôme en poche,
Licence, Master ou encore Doctorat ne garantit pas
automatiquement une profession assurée. Le monde du travail est bien plus complexe qu’il ne paraît.
Le lycée n’est pas suffisant pour un recruteur mais à
l’inverse un diplômé à l’université coûte trop cher
pour l’entreprise. Avoir un poste adéquat avec son
cursus scolaire est un défi, une recherche sans fin
pour beaucoup. Les jeunes diplômés sont finalement pessimistes, désolés, et ont peur pour leur
avenir.” Garçons Barrez-vous!” Celui-ci fut le cri de
Félix Marquardt (un consultant en relations internationales) vers les jeunes Français qui a été interprété comme une provocation puis comme un conseil pourtous les jeunes.” La France est un beau pays
mais dormant”, il confirme en donnant la faute à la
France comme une nation en déclin et incapable
d’investir sur sa propre jeunesse.
L’Italie? Les jeunes italiens? Ils sont dans les mêmes
conditions que les Français mais aussi les Espagnols
et de nombreux autres Européens.
Amal Bahaeddine
IV RIM
La magia del tango
El tango es un género musical y una danza que
nació en los arrabales de Buenos Aires en torno al
1880.
Desde el principio transformó el baile popular, introduciendo un lenguaje común entre la gente de
la capital argentina: italianos, españoles, alemanes,
rusos, familias que vivían juntos en los grandes
“conventillos” o viviendas urbanas colectivas, donde el baile unía a las personas más que la lengua.
La gente de Panamá introdujo la Payada, una
antigua forma de poesía popular característica
de las fiestas del país. En
torno al 1870 la Payada
evolucionó y originó la
“Habanera”, danza española típica de Cuba.
El tango es diversión , a diferencia de los que dicen,
sin saberlo, que “el tango es un pensamiento triste
que se baila”, pero sobretodo es un lenguaje. Para
los que bailan el valzer o la polka, los bailarines
siempre realizan los mismos movimientos, quienes bailan tango viven experiencias de gran calidad
emocional y artística.
Las melodías del tango son tan ricas en gradaciones
musicales que, pasar de una canción a otra, implica
cambiar completamente las propias emociones.
Sofia Di Maio
I A AFM
Frankfurter Buchmesse 2016
Wie jedes Jahr hat die berühmte Frankfurter Buchmesse auch dieses Jahr, vom 19. bis zum 23. Oktober, stattgefunden.
Als wichtigste Buchmesse Europas wurde sie 1948
vom Börserverein des Deutschen Buchhandels
gegründet und wird jährlich von internationalenVerlagen, Literaturagenten und Großhändlern besucht.
Die Messe verfügt über 10 Pavillons, von denen
jeder ein geographisches Gebiet vertritt.
Jedes Jahr konzentriert sich die Messe auf die Buch
produktion und Kultur eines bestimmten Landes.
Für die ersten drei Tage ist der Eintritt nur für
Profis vorbehalten; die letzten zwei Tage öffnet
sich die Messe auch für das Publikum.
Der Ehrengast des vergangenen Jahres war Indonesien. Länder wie Finnland, Brasilien, Neuseeland,
Island, China, Türkei und Indien haben von 2004
bis 2014 der Messe teilgenommen.
Dieses Jahr war der Ehrengast- Pavillon Flandern
und Niederlande gewidmet, hier konnte man sich
von der Schönheit der Nordsee inspirieren lassen.
Niederlandes Motto war “Dit is wat we delen” (“Das
ist, was wir teilen”).
Es wurden nicht nur Romane, Sachbücher und
Lyrik präsentiert, sondern auch neue Formen der
Buchkunst und der Kreativindustrie.
Man konnte zirka 99 flämische und niederländische Schriftsteller aller Genres auf der Messe finden.
7.100 Austeller, 100 Länder, 277.000 Besucher und
über 10.000 Journalisten, von denen 2000 Blogger,
haben im allgemeinen der Veranstaltung teilgenommen.
Gewinner von Literatur- und Kulturpreisen gab es
auch; unter anderem wurden der Global Illustrators Award, der Cartoonpreis und der Preis der
Frankfurter Buchmesse für die beste internationale
Literaturverfilmung verliehen.
Die Messe hat es dieses Jahr wieder geschafft, Kultur und Geschäft zu vereinen.
Man freut sich schon auf den Oktober 2017: bis zur
nächsten Frankfurter Buchmesse!
Caterina Carnasciali
V TUR
Il topo di biblioteca
Il mio Lessico famigliare
Il mio livre de chevet è Lessico famigliare. Natalia
Ginzburg, di cui quest’anno ricorre il centenario
della nascita, lo ha scritto di getto alla fine del 1962
e pubblicato nel 1963, per raccontare la storia della sua famiglia d’origine: è dunque una storia vera,
ma, come spiega l’autrice, va letto come un romanzo. Non so a quante persone l’ho regalato o consigliato: amici e studenti di diverse età e nazionalità,
donne e uomini, liberi e reclusi. Quando amiamo
un libro abbiamo voglia di condividerlo e di riprenderlo in mano noi stessi. In Lessico famigliare, ogni
volta mi sembra di scovare qualcosa di più, che non
ricordavo o che mi era sfuggito. Ma, come succede da bambini con le favole, c’è anche il gusto di
riconoscere quanto già si sa a memoria, per esempio le pagine in cui Natalia parla della madre, Lidia
Tanzi, che magari «brontolava e si lamentava» ma
«aveva una natura lieta, e dovunque trovava persone da amare e dalle quali essere amata», oppure del
burbero padre, Giuseppe Levi, grande professore di
anatomia, sempre tuonante contro i suoi cari. Natalia è l’ultima di cinque figli, dopo Gino, Paola, Mario e Alberto. Non mi stufo mai di rileggere delle liti
tra fratelli, per motivi futili, come «la precedenza ad
andare a lavarsi. Una volta che Alberto comparve a
scuola con la testa fasciata, un professore gli chiese
cosa gli era successo. Lui si alzò e disse: - Mio fratello ed io volevamo fare il bagno». Alberto è il mio
preferito: studia medicina e segue le lezioni paterne: «Una volta, era buio nell’aula, e mio padre faceva delle proiezioni; e vide, nel buio, una sigaretta
accesa. - Chi fuma? - urlò. - Chi è quel figlio d’un
cane che s’è messo a fumare? - Sono io papà, - rispose la nota voce leggera». A casa Levi sono tutti
antifascisti: Mario si rifugia all’estero, il padre, Gino
e Alberto finiscono in galera; la madre è spaventata,
ma quando Giuseppe e i figli vengono liberati dice:
«Ora si ricomincia con la vita noiosa!». In realtà,
è stata tutto fuorché noiosa la vita dei Levi e delle
persone a loro legate, da Turati, amico già del nonno Carlo Tanzi, ad Adriano Olivetti, marito di Paola, a Leone Ginzburg, che sposa Natalia nel 1938 e
muore nel 1944 a Regina Coeli, dopo le torture dei
tedeschi. E quelle parole, «quelle frasi antiche, sentite e ripetute infinite volte» dai Levi e riportate nel
libro sono diventate anche il mio lessico.
Librarsi
Per i cento anni di Roald Dahl
Proprio cento anni fa, nella città di Llandaff, in Galles, da genitori norvegesi, nasceva il grande scrittore Roald Dahl.
La sua più famosa opera è La fabbrica del cioccolato,
scritta negli anni ’80 e approdata più volte nelle sale
cinematografiche di quasi tutto il mondo. Ma accanto a questa ricordiamo anche Le streghe, Il GGG
e Matilde.
Molti sostengono che Dahl sia uno “scrittore per
bambini”, ma il soprannome che meglio lo caratterizza è quello di “maestro dell’imprevedibile”, perché cercava in tutti i modi di rendere divertente
qualsiasi situazione.
Ecco alcune frasi che rispecchiano perfettamente
l’unicità di questo autore:
-“Gli adulti sono creature piene di stranezze e segreti”.
-“La vita è più divertente se si gioca”.
-“I più grandi segreti sono sempre nascosti nei posti più improbabili”.
-“Se si pensa di arrivare da qualche parte nella vita,
si devono leggere molti libri”.
-“Non ho niente da insegnare. Voglio soltanto divertire. Ma divertendosi con le mie storie, i bimbi imparano la cosa più importante: il gusto della lettura”.
Carolina Cadelo
IV A TUR
Prof.ssa Giada Mattarucco
Università per Stranieri di Siena
Bibliopolis: libri, foto e fantasia
Oltre agli autori di tutti i contributi, si ringraziano,
per aver collaborato a questo numero:
Roberto Ciampalini e i proff. Claudia Busini,
Giovanni Casagli, Maria Vinas Garcia
e Laura Tommasi.
Impaginazione a cura di Pietro Moscatelli e Emilio Cerpi
(IV Grafica)