Formato pdf - Istituto "Bandini"
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Novembre - Dicembre 2016 Anno N.4 www.istitutobandini.it Esente da autorizzazione C.M. n.242 02/09/1988 Un libro sotto il vischio Care lettrici, cari lettori, tra le consuetudini non cristiane, che ancora resistono nelle nostre celebrazioni natalizie, vi è quella, di origine celtica, di regalare un ramo di vischio, da appendere alla porta di casa e sotto cui scambiarsi un bacio di buon auspicio. In un brano della sua Storia Naturale, lo scrittore latino Plinio il Vecchio ne descrive il rito della raccolta, affidata ad un sacerdote, che, vestito di bianco, scalzo e digiuno, saliva sull’albero a tagliarlo con un falcetto d’oro. Plinio aggiunge che i Celti indicavano il vischio come “la pianta che guarisce tutto” e gli attribuivano un grande potere: essendo una pianta aerea, che non ha radici ma vive attaccata al tronco di altri alberi, era considerata una manifestazione degli dei che vivono in cielo e dunque un simbolo di vigore, di rigenerazione e di rinnovata speranza per iniziare il nuovo ciclo dell’anno. Ma, oltre al ramo di vischio, c’è un altro dono “che guarisce tutto”, ed è il libro, il migliore dei regali. Come ci ricordano la foto della rubrica Bibliopolis e le variopinte vignette di una vostra compagna, sotto l’albero - o sotto il vischio - sarà certamente gradito un libro. Una coperta e il fuoco di un caminetto a scaldare il corpo, oltre che l’anima, faranno il resto… Buona lettura e buone feste! Filomena Giannotti Con gli occhi dei Greci Con gli occhi dei Greci di Mauro Bonazzi, docente di Storia della Filosofia all’Università di Milano (Carocci, settembre 2016), è un libriccino utile per orientarci nel difficile mestiere di vivere. Raccoglie agili saggi, ben lontani dal classicismo di maniera, che invitano a rivolgere l’attenzione a quegli antichi Greci, ormai remoti, che furono maestri nell’indagare, con spirito libero, la profondità dell’animo umano, i temi della felicità, dell’amicizia, dell’amore, della giustizia, della morte. Per l’autore, esistono tante Grecie, tanti modi diversi e contrastanti di porsi davanti ai problemi dell’esistenza: la Grecia dei filosofi e quella dei poeti, la Grecia geniale e la Grecia folle, quella di Platone e Aristotele e quella di Omero. Esse aiutano a “difenderci dalla paura dell’insignificanza”, ad affrontare la complessità che ci circonda, a percorrere il cammino della conoscenza senza la fretta di arrivare subito da qualche parte, perché la rapidità non giova alla riflessione. Ad esempio, il famoso panta rhei di Eraclito ha un significato più profondo del banale “tutto scorre”, tutto fluisce inesorabilmente: quelle acque sempre diverse che scorrono sono la vera identità dello stesso fiume; il fiume è l’acqua che scorre. Questo può valere anche per gli uomini: “l’identità dell’uomo è garantita dalle sue esperienze, ciò che egli diventa, come si confronta con le persone e le situazioni determinerà la vita che condurrà”. Secondo Platone, “tutto ciò che è grande è instabile” e per questo è fragile e deve essere difeso. Può la politica sussistere separata dalla filosofia? Dall’ideale utopico non di un mondo perfetto, ma da quella utopia che è “speranza del possibile, riflessione critica che ci aiuti a comprendere e correggere il mondo in cui viviamo”? Socrate era atopos, senza luogo, privo di radici, libero di muoversi, libero dai luoghi comuni della sua terra, libero di alzare lo sguardo verso altre realtà, magari più giuste. “Esule sulla terra” - dice il poeta - ma “re dell’azzurro”, quando dispiega le sue ali di gigante. Alessandra Gentili Peter Weiss, l’estetica dell’opposizione “Kunst muss die Kraft haben, das Leben zu verändern”. “L’arte deve possedere la forza di cambiare la vita”. 8 novembre 1916. A Nowawes (Berlino) nasce Peter Weiss. Fin da adolescente esprime la volontà di diventare artista e scrittore. Riesce a entrare all’Accademia di Belle arti, poi deve lasciare la Germania perché ebreo. Lungo la via di fuga, si ferma da Hermann Hesse, scrittore che ama e col quale ha avuto uno scambio epistolare. Hesse, sessantenne, già famoso (il Siddharta è stato pubblicato nel 1922), accoglie il giovane artista e gli propone di collaborare alla stesura di un libro. Die Kindheit des Zauberers (L’infanzia del mago): Hesse scrive il testo, Weiss, moderno amanuense, lo trascrive e lo istoria con disegni preziosi. La fuga continua e il giovane “apprendista mago” arriva a Stoccolma. Qui scrive, disegna, mette in scena i suoi lavori teatrali, e qui incontra la compagna di vita, Gunilla Palmstierna, scenografa e ceramista. Nel 1964, il lavoro teatrale Die Verfolgung und Ermordung Jean Paul Marats dargestellt durch die Schauspielgruppe des Hospizes zu Charenton unter Anleitung des Herrn de Sade (La persecuzione e l’assassinio di Jean-Paul Marat, rappresentato dalla compagnia filodrammatica dell’ospizio di Charenton sotto la guida del marchese de Sade) lo rende, improvvisamente, famoso. E provoca scandalo. Weiss immagina il marchese De Sade mettere in scena la morte di Marat all’interno del manicomio di Charenton. Gli attori, i malati di mente. Nasce il Dokumentartheater, teatro di opposizione, di impegno, di memoria, di riflessione. E di emozioni estreme. Con la trilogia Die Ästhetik des Widerstands (1975/1981), riflessione in forma di romanzo sulla resistenza degli operai tedeschi al fascismo, Weiss diventa l’intellettuale di riferimento di un’intera generazione. Ho incontrato Peter Weiss per la prima volta nell’estate del 1975 nella mia antologia di terza media. Ci frugavo dentro come in un armadio di meraviglie, alla ricerca di me stessa. E trovai alcune pagine di Abschied von den Eltern, Congedo dai genitori. Weiss mi raccontava l’adolescenza come mai nessuno aveva fatto. Dava voce ai miei turbamenti, alla mia rabbia, alla voglia di fuga. Fu poi la volta di Ermittlung (L’istruttoria), oratorio sul processo di Francoforte (la prima in contemporanea in quindici teatri europei). Per giorni non riuscii a mangiare e a dormire normalmente. Le immagini dei campi di sterminio raccontate in quel suo stile duro e diretto rimanevano negli occhi, nella testa. Poi il Marat – Sade, che presentai come tesina all’esame di maturità. Con grande sconcerto della mia insegnante di tedesco, che si rifiutò di leggerla. E ancora Diskurs über Vietnam, Trotski im Exil, Hölderlin. Weiss mi ha insegnato la passione per il teatro. Peter Weiss compie cento anni. In Germania e in Svezia lo ricordano con innumerevoli iniziative, dalla nuova edizione critica dell’Estetica dell’opposizione, alla maratona dei lettori a Rostock, alle nuove messe in scena delle sue opere. “Weiss non ha mai fatto concessioni alla ricerca della sua verità” (Erwin Piscator). Simona Fabbris (P. Weiss, Autoritratto) Non solo libri 1522: un numero per il soccorso anti violenza Venerdì 25 gennaio è stata la Giornata internazionale contro la violenza sulle donne: questa ricorrenza è stata istituita il 17 dicembre 1999 dall’Assemblea generale delle Nazioni Unite con la Risoluzione n°54/134. La violenza di genere è considerata ormai una violazione dei diritti umani: secondo le statistiche dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, nel mondo almeno una donna su cinque subisce abusi fisici o sessuali da un uomo durante la sua vita. E da una recente rilevazione della Polizia risulta che nel nostro Paese ogni anno vengono uccise circa cento donne dai loro compagni, coniugi o “ex”, e molte altre sono vittime di maltrattamenti e abusi fuori e dentro le mura domestiche. Il numero di femminicidi avvenuti quest’anno in Italia fino al 25 novembre ammonta già a 116. Purtroppo mancano ancora serie politiche di contrasto a questo fenomeno. Si ribadisce quindi la necessità che ogni donna che subisce violenza fisica o psicologica esponga subito denuncia e si rivolga ai centri specializzati. Data la grande importanza del tema, un gruppo di studenti del nostro Istituto, un mese fa, ha partecipato ad un incontro tenutosi presso la Biblioteca degli Intronati dall’Associazione Codice Rosa e, raccogliendone il messaggio, in occasione della ricorrenza del 25 novembre, ha realizzato una piccola installazione esposta nell’Aula Magna della scuola: una stele avvolta in un drappo rosso con sovraimpresso il numero 1522 del soccorso antiviolenza e, di fronte, alcune paia di scarpe rosse, simbolo della protesta contro i femminicidi... Prossimamente altre attività verranno intraprese dagli studenti nel corso di questo anno scolastico e in particolare nel periodo di Autogestione. Miriam Niccolini Leggere la società Uno sguardo Sin da quando ero piccola, ho sempre avuto una passione per tutto ciò che riguarda l’India. Dagli abiti tradizionali, ai riti e agli usi delle popolazioni indiane. Amavo danzare al suono di qualche nota di musica tipica, vestita con abiti tradizionali. Questa estate ho avuto gli esami di terza media e, come argomento, ho scelto proprio l’India. Di qui l’idea di scrivere qualcosa riguardo alle donne di quel Paese. Non ho voluto inserire rime, né seguire un determinato schema metrico per questa poesia. Mi sono semplicemente immedesimata in una donna indiana, provando a capire ciò che sentono e affrontano queste guerriere ogni giorno e cercando di descrivere in questa poesia quello che chiunque, se guardasse attentamente nel profondo del loro sguardo, potrebbe intravedere ed ascoltare dal loro animo. Uno strano brillio. In pochi, riuscivano a constatare ciò che esprimeva. Solo un’iride profonda e attenta poteva sentire il tacito urlo macchiato di speranza. E percepire la mancanza di quella pulsazione, diventava sempre più un’abitudine. Non vivere più di sensazioni... Era usuale. Ma qualcosa era rimasto acceso, lì dentro. Era come bruciare tra le fiamme ardenti, al centro di un laghetto. Una sensazione... Era rimasta. E ancora quello strano brillio... un pezzo d’anima, riflesso nel profondo azzurro celestiale... Uno sguardo. Prossimamente in biblioteca Un thriller per pendolari Molti pendolari frequentano la nostra scuola e spesso si ritrovano a guardare il paesaggio che scorre fuori dal finestrino. Proprio come la protagonista del romanzo La Ragazza del Treno, Rachel, una trentenne dei sobborghi di Londra, distrutta dalla vita e dall’alcolismo. Acuta osservatrice, ogni volta che si siede sul treno, si sofferma ad ammirare la vita di una coppia apparentemente serena. Fino a che non scoprirà uno sconvolgente segreto, che cambierà profondamente la sua vita e quella degli altri personaggi… Pubblicato nel 2015 dall’autrice britannica Paula Hawkins, il libro è in breve tempo – e, a mio avviso, immeritatamente – diventato un bestseller, che ha saputo conquistare le classifiche mondiali e che, nelle scorse settimane, è approdato anche nelle sale cinematografiche. Mentre la storia si presenta tutt’altro che enigmatica e la caratterizzazione dei personaggi appare piuttosto banale e senza sfumature, le descrizioni dei luoghi risultano precise e coinvolgenti. Consigliato a chi ama lettura di ‘evasione’, in particolare per vincere la noia delle ore di viaggio. Marina Bastiani V RIM Music connecting people Old but gold Sara Castagna I B AFM Dopo una lunga assenza nel mondo della musica, i Guns N’ Roses, una delle rock band più famose di sempre, formatasi nel 1985 e scioltasi nel 1996, si è finalmente riunita. Causa dello scioglimento del gruppo erano stati vari motivi, tra cui il pessimo rapporto che si era creato tra Slash (chitarrista) e Axl Rose (cantante). Infatti, il primo aveva poi deciso di iniziare una carriera come solista. Grazie al ruolo giocato dal bassista Duff McKagan, le acque si sono calmate, e la band, dopo 20 anni, è tornata a suonare insieme. Anche se Axl Rose, l’unico rimasto, aveva comunque continuato ad esibirsi con una sua band sotto il nome “Guns N’ Roses”. Il gruppo, che con la sua musica ha fatto impazzire grandi e piccoli negli anni ’80-’90, ora di nuovo al completo, ha già portato al termine un primo “Reunion Tour” quest’anno, con la prima data al Coachella Festival in California, provocando il sold-out in tutte le biglietterie. Ne è previsto un altro per il 2017 negli stadi d’Europa, inclusi, probabilmente, anche quelli di Milano o Roma. E se è vero, come si suol dire, che “gallina vecchia fa buon brodo”, come non ricordare alcuni dei loro intramontabili successi? Da Welcome to the jungle (1987) a Sweet Child O’ Mine (1988), da November Rain (1992), a Civil War (1993), per finire con Knockin’on Heaven’s Door (1992), poi ripresa da Bob Dylan, vincitore dell’ultimo Nobel per la Letteratura, e bella in entrambe le versioni. Gaia Cavaciocchi V TUR Letti e riletti Un classico della letteratura fantastica Lo strano caso del Dottor Jekyll e del Signor Hyde è il capolavoro di Robert Louis Stevenson, che tratta in chiave poliziesca il tema del doppio, anticipando di alcuni anni (il romanzo è del 1886) l’analisi freudiana dell’Io. La vicenda è ambientata nella Londra del XIX secolo, un luogo pericoloso in cui si verificano molti crimini. Da chi sono commessi? Dal Signor Hyde. Ma chi è questo uomo così spietato? L’avvocato Utterson e un dottore iniziano ad indagare, ma sono turbati dal sapere che Hyde, noto per le sue innumerevoli cattiverie, è un conoscente del Dottor Jekyll, che è, invece, una persona gentile e responsabile, ma sembra nascondere qualcosa. I dubbi nascono quando Hyde viene visto visitare, in certe notti, la casa di Jekyll. Utterson si serve delle lettere di Hyde e di Jekyll come mezzo per indagare su due persone molto diverse e, tuttavia, misteriosamente unite, fino a quando scoprirà qualcosa di sconvolgente… Due le battaglie, che, parallelamente, si combattono nel corso del racconto: quella tra il buono e il cattivo, tema che emerge nella vicenda dei protagonisti (o meglio del protagonista), e quella della ricerca di un equilibrio tra due parti contrastanti di una stessa personalità, nel tentativo di nascondere ad altri la vera identità. Alesja Sela IV AFM La parola all’immagine ‘’L’artista più importante del mondo’’ Questa è la provocatoria definizione che di Ai Weiwei, artista contemporaneo cinese, ha dato il celebre giornale di arte online Art Review. Icona della lotta per la libertà di espressione, Weiwei è diventato famoso in tutto il mondo per l’arte provocatoria, simbolo del suo attivismo politico. Fino al 22 gennaio 2017 Palazzo Strozzi a Firenze, in occasione dei suoi trent’anni di carriera, ospita la mostra Libero (così intitolata in riferimento al celebre arresto del 2011), che esalta una delle peculiarità della sua arte: il rapporto fra tradizione e modernità. Presenta infatti oltre 60 opere storiche e nuove produzioni, tra sculture, video, foto e istallazioni accomunate dall’intento di denunciare le inefficienze del potere politico. Tra i lavori più impressionanti, il serpente fatto di zainetti (per commemorare i bambini morti in Cina nel 2008, per il crollo delle scuole causato dal terremoto), e i gommoni di salvataggio, esposti sulla facciata del palazzo a simboleggiare il dramma dell’emigrazione e dei rifugiati. Una intera sala è dedicata al Rinascimento, dato che la mostra si tiene nel luogo simbolo di questa epoca. Vi campeggiano i ritratti in LEGO di dissidenti politici: quattro personaggi del passato legati a Firenze, che hanno subito privazioni della libertà: Dante, Filippo Strozzi, Girolamo Savonarola e Galileo. Nonostante le varie polemiche che l’arte di Weiwei ha suscitato, consiglio a tutti la visita della mostra, in quanto l’arte non dovrebbe essere giudicata in base alla sua presunta bellezza o bruttezza, ma chiedendosi se comunica qualcosa o meno. E le istallazioni di Weiwei ritengo che ci siano riuscite. Francesca Foschini V TUR Lo scaffale di Anna Frank Un solo desiderio: la cioccolata Ho sognato la cioccolata per anni è la toccante autobiografia di Trudi Birger, pubblicata nel 1992. Il libro narra la dura storia di una famiglia ebrea di Francoforte durante gli anni del regime nazista. Catturata dalle SS, la protagonista viene deportata insieme a sua madre su un treno che le condurrà, in condizioni precarie, al campo di concentramento di Stutthof in Polonia, a 35 km dalla città di Danzica. In un primo momento la madre viene selezionata per la camera a gas, ma con l’aiuto di Trudi si salva, finendo però costretta ai lavori forzati. Durante la prigionia le due donne si confrontano più volte con la morte, ma, grazie al sogno di poter mangiare di nuovo la cioccolata, riescono a mantenersi in vita. Ciò che più mi ha affascinata in questo libro è la forza di una bambina di soli 13 anni, il suo amore per la sua vita e per quella del prossimo, e la straordinaria capacità con cui riesce a mantenere l’equilibrio tra il dolore provato e il desiderio di ritornare alle sue abitudini. Sofia Pettorali I A AFM Ciak, si legge! Genio e sentimento La teoria del tutto, uscito nel 2014, racconta la vera storia di Stephen Hawking, magistralmente interpretato da Eddie Redmayne (vincitore del Premio Oscar come miglior attore protagonista). Stephen è un cosmologo dell’università di Cambridge, alla ricerca un’equazione per spiegare la nascita dell’universo. Durante una festa conosce la studentessa di Lettere Jane Wilde, che invita in seguito al ballo di primavera: è l’occasione in cui i due giovani si danno il loro primo bacio. La loro storia d’amore è però ostacolata dalla malattia di Stephen, l’atrofia muscolare progressiva. Stephen trova difficoltà a camminare, scrivere e parlare ma, nonostante ciò, Jane decide di rimanere sempre al suo fianco, amandolo e prendendosi cura di lui. Dopo il matrimonio, la vita di Jane diventa sempre più difficile, perché Stephen peggiora di giorno in giorno e lei deve prendersi cura dei loro tre figli. Con l’aggravarsi della malattia finiscono così per cambiare anche i sentimenti dei due protagonisti. Jane trova conforto nel coro della chiesa, dove incontra Jonathan, per il quale inizia a provare qualche sentimento. Hawking perde l’uso della voce, e, notando che i suoi sentimenti per Jane non sono più gli stessi, decide di lasciarla e di farle continuare la sua vita accanto a Jonathan. Quando però Stephen riceve un invito dalla regina Elisabetta, che riconosce il valore dei suoi studi, porta con sé i suoi figli e anche Jane, la prima donna che ha creduto nella sua idea e lo ha aiutato a realizzarla. Il film, com’è noto, è presentato come la biografia di Stephen Hawking, uno dei più grandi fisici del secolo, oggi 74 enne. Ma in realtà è tratto dal libro Travelling to Infinity: my Life with Stephen, la biografia della prima moglie di Hawking, Jane Wilde. Alda Ulaj IV AFM Mistero e sentimento Shadowhunters è una saga di romanzi fantasy scritti da Cassandra Clare. Dal primo di questi è stato tratto il film intitolato Shadowhunters – Città di Ossa del 2013, diretto da Harald Zwart. Al centro vi è la storia di una ragazza, Clarissa Fairchaild, che il giorno del suo diciottesimo compleanno si ritrova catapultata in un mondo nuovo, tutto da scoprire. Dopo l’inattesa scomparsa di sua madre, questo mondo si popola di demoni e cacciatori di demoni, fate e stregoni, vampiri e lupi mannari. In compagnia del suo migliore amico Simon e dei suoi nuovi misteriosi amici dai poteri strani, Jace, Isabelle e Alec, Clarissa si avventurerà alla ricerca di sua madre, si innamorerà e scoprirà di non essere la persona che pensava. Nemmeno le persone che le sono state sempre accanto e che pensava di conoscere si riveleranno quelle credeva… Ma dopo tanti misteri, la vicenda si conclude con un inatteso lieto fine, che non vi svelerò. Questa bellissima storia mi ha permesso di fantasticare come una bambina, grazie ai suoi numerosi colpi di scena, al suo intricato svolgimento e al modo travolgente con cui presenta degli avvenimenti irreali. Per di più il film, rispetto al libro, lascia molto più spazio molto alla storia d’amore di Clary e ai suoi sentimenti verso Jace, abbracciando anche qualche vicenda degli altri romanzi della saga e lasciando sperare in un sequel. Desideria Bochicchio I A AFM Con un po’ di filosofia Cultura e democrazia: quale futuro? Tomaso Montanari è uno storico dell’arte che attualmente scrive per “Il Fatto Quotidiano” e per l’edizione “Corriere della Sera” del Mezzogiorno. Nel 2014 ha pubblicato Istruzioni per l’uso del futuro, un libro sull’immagine di un’Italia possibile, su ciò che potrà essere la Repubblica italiana quando sapremo rendere finalmente concreta la Costituzione. Per questo propone 21 idee per cambiare con responsabilità e conoscenza il nostro paese, toccando argomenti sensibili, quali ambiente, bene comune, diritti e doveri, ius soli, lavoro, musei, uguaglianza, verità, humanitas e tanti altri, che sono un vero “indice civile”. Montanari focalizza l’attenzione in particolare sull’ambiente, inteso come un patrimonio importante per la collettività, tanto quanto un museo o un monumento storico. Ci porta esempi come la Val di Susa, un luogo quasi incantato per la sua bellezza, ma ricordato solo perché vogliono farci passare un treno ad alta velocità. Critica le scelte politiche di oggi, facendo vari esempi di degrado culturale e definendo ciò che accade “terrorismo del denaro”. Ribadisce, infatti, che l’arte appartiene a tutti, che qualsiasi cittadino ha il diritto di decidere se vederla, capirla, amarla o esserle indifferente. Si sofferma spesso sul fatto che l’arte viene manipolata e asservita al denaro, che di musei celebri come gli Uffizi importa solo se hanno superato il Louvre (economicamente parlando), e non conta se gli italiani si interessino di arte e si acculturino. Mette in evidenza la differenza tra la sua epoca e la nostra, in quanto prima il patrimonio artistico faceva parte della Pubblica Istruzione, mentre oggi rientra nell’ambito del Turismo. Per questo ritiene importante il ruolo degli artisti nel denunciare le leggi del mercato e nel resistere ad ogni forma di potere: Picasso, ad esempio, lo fece dipingendo il capolavoro di Guernica contro gli orrori del nazifascismo e mise in salvo diverse opere. Montanari parla anche della lontananza del cittadino dalla Costituzione, dell’esclusione di molti dall’istruzione e dalla partecipazione alla vita sociale e politica a causa del persistere di profonde disuguaglianze che negano i diritti fondamentali e la dignità della persona. Ma quella di Montanari non è soltanto una dura critica al sistema, bensì una proposta di civiltà a cui tutti dovremmo essere sensibili. Un libro attualissimo che merita attenzione. Micaela Escoval IV RIM The foreign file An enganging novel Cormoran Strike is the main character of the story, a very intelligent and intuitive detective. He isn’t going through a good moment until he meets the brother of a famous model who was murdered. The model fell off the balcony of her luxurious penthouse in Mayfair on the sidewalk. The brother doesn’t agree with the police’s final decision to close the case and involves Strike to discover what really happened. Thanks to his skills and his secretary Robin he finds out the truth. An engaging novel, detailed in the descriptions of the places and in the events but without being boring . The writer has this incredible skill to keep the name of the killer hidden until the end and I think this must be underlined. Caterina Milocco IV AFM Et demain? Et demain quefaisons-nous? Où nous allons? Et le travail? Comment faire pour trouver du travail? Par où commencer? Voilà les questions des jeunes d’aujourd’hui, celles-ci sont leurs peurs et leurs préoccupations. Sortir du monde de l’école avec un diplôme en poche, Licence, Master ou encore Doctorat ne garantit pas automatiquement une profession assurée. Le monde du travail est bien plus complexe qu’il ne paraît. Le lycée n’est pas suffisant pour un recruteur mais à l’inverse un diplômé à l’université coûte trop cher pour l’entreprise. Avoir un poste adéquat avec son cursus scolaire est un défi, une recherche sans fin pour beaucoup. Les jeunes diplômés sont finalement pessimistes, désolés, et ont peur pour leur avenir.” Garçons Barrez-vous!” Celui-ci fut le cri de Félix Marquardt (un consultant en relations internationales) vers les jeunes Français qui a été interprété comme une provocation puis comme un conseil pourtous les jeunes.” La France est un beau pays mais dormant”, il confirme en donnant la faute à la France comme une nation en déclin et incapable d’investir sur sa propre jeunesse. L’Italie? Les jeunes italiens? Ils sont dans les mêmes conditions que les Français mais aussi les Espagnols et de nombreux autres Européens. Amal Bahaeddine IV RIM La magia del tango El tango es un género musical y una danza que nació en los arrabales de Buenos Aires en torno al 1880. Desde el principio transformó el baile popular, introduciendo un lenguaje común entre la gente de la capital argentina: italianos, españoles, alemanes, rusos, familias que vivían juntos en los grandes “conventillos” o viviendas urbanas colectivas, donde el baile unía a las personas más que la lengua. La gente de Panamá introdujo la Payada, una antigua forma de poesía popular característica de las fiestas del país. En torno al 1870 la Payada evolucionó y originó la “Habanera”, danza española típica de Cuba. El tango es diversión , a diferencia de los que dicen, sin saberlo, que “el tango es un pensamiento triste que se baila”, pero sobretodo es un lenguaje. Para los que bailan el valzer o la polka, los bailarines siempre realizan los mismos movimientos, quienes bailan tango viven experiencias de gran calidad emocional y artística. Las melodías del tango son tan ricas en gradaciones musicales que, pasar de una canción a otra, implica cambiar completamente las propias emociones. Sofia Di Maio I A AFM Frankfurter Buchmesse 2016 Wie jedes Jahr hat die berühmte Frankfurter Buchmesse auch dieses Jahr, vom 19. bis zum 23. Oktober, stattgefunden. Als wichtigste Buchmesse Europas wurde sie 1948 vom Börserverein des Deutschen Buchhandels gegründet und wird jährlich von internationalenVerlagen, Literaturagenten und Großhändlern besucht. Die Messe verfügt über 10 Pavillons, von denen jeder ein geographisches Gebiet vertritt. Jedes Jahr konzentriert sich die Messe auf die Buch produktion und Kultur eines bestimmten Landes. Für die ersten drei Tage ist der Eintritt nur für Profis vorbehalten; die letzten zwei Tage öffnet sich die Messe auch für das Publikum. Der Ehrengast des vergangenen Jahres war Indonesien. Länder wie Finnland, Brasilien, Neuseeland, Island, China, Türkei und Indien haben von 2004 bis 2014 der Messe teilgenommen. Dieses Jahr war der Ehrengast- Pavillon Flandern und Niederlande gewidmet, hier konnte man sich von der Schönheit der Nordsee inspirieren lassen. Niederlandes Motto war “Dit is wat we delen” (“Das ist, was wir teilen”). Es wurden nicht nur Romane, Sachbücher und Lyrik präsentiert, sondern auch neue Formen der Buchkunst und der Kreativindustrie. Man konnte zirka 99 flämische und niederländische Schriftsteller aller Genres auf der Messe finden. 7.100 Austeller, 100 Länder, 277.000 Besucher und über 10.000 Journalisten, von denen 2000 Blogger, haben im allgemeinen der Veranstaltung teilgenommen. Gewinner von Literatur- und Kulturpreisen gab es auch; unter anderem wurden der Global Illustrators Award, der Cartoonpreis und der Preis der Frankfurter Buchmesse für die beste internationale Literaturverfilmung verliehen. Die Messe hat es dieses Jahr wieder geschafft, Kultur und Geschäft zu vereinen. Man freut sich schon auf den Oktober 2017: bis zur nächsten Frankfurter Buchmesse! Caterina Carnasciali V TUR Il topo di biblioteca Il mio Lessico famigliare Il mio livre de chevet è Lessico famigliare. Natalia Ginzburg, di cui quest’anno ricorre il centenario della nascita, lo ha scritto di getto alla fine del 1962 e pubblicato nel 1963, per raccontare la storia della sua famiglia d’origine: è dunque una storia vera, ma, come spiega l’autrice, va letto come un romanzo. Non so a quante persone l’ho regalato o consigliato: amici e studenti di diverse età e nazionalità, donne e uomini, liberi e reclusi. Quando amiamo un libro abbiamo voglia di condividerlo e di riprenderlo in mano noi stessi. In Lessico famigliare, ogni volta mi sembra di scovare qualcosa di più, che non ricordavo o che mi era sfuggito. Ma, come succede da bambini con le favole, c’è anche il gusto di riconoscere quanto già si sa a memoria, per esempio le pagine in cui Natalia parla della madre, Lidia Tanzi, che magari «brontolava e si lamentava» ma «aveva una natura lieta, e dovunque trovava persone da amare e dalle quali essere amata», oppure del burbero padre, Giuseppe Levi, grande professore di anatomia, sempre tuonante contro i suoi cari. Natalia è l’ultima di cinque figli, dopo Gino, Paola, Mario e Alberto. Non mi stufo mai di rileggere delle liti tra fratelli, per motivi futili, come «la precedenza ad andare a lavarsi. Una volta che Alberto comparve a scuola con la testa fasciata, un professore gli chiese cosa gli era successo. Lui si alzò e disse: - Mio fratello ed io volevamo fare il bagno». Alberto è il mio preferito: studia medicina e segue le lezioni paterne: «Una volta, era buio nell’aula, e mio padre faceva delle proiezioni; e vide, nel buio, una sigaretta accesa. - Chi fuma? - urlò. - Chi è quel figlio d’un cane che s’è messo a fumare? - Sono io papà, - rispose la nota voce leggera». A casa Levi sono tutti antifascisti: Mario si rifugia all’estero, il padre, Gino e Alberto finiscono in galera; la madre è spaventata, ma quando Giuseppe e i figli vengono liberati dice: «Ora si ricomincia con la vita noiosa!». In realtà, è stata tutto fuorché noiosa la vita dei Levi e delle persone a loro legate, da Turati, amico già del nonno Carlo Tanzi, ad Adriano Olivetti, marito di Paola, a Leone Ginzburg, che sposa Natalia nel 1938 e muore nel 1944 a Regina Coeli, dopo le torture dei tedeschi. E quelle parole, «quelle frasi antiche, sentite e ripetute infinite volte» dai Levi e riportate nel libro sono diventate anche il mio lessico. Librarsi Per i cento anni di Roald Dahl Proprio cento anni fa, nella città di Llandaff, in Galles, da genitori norvegesi, nasceva il grande scrittore Roald Dahl. La sua più famosa opera è La fabbrica del cioccolato, scritta negli anni ’80 e approdata più volte nelle sale cinematografiche di quasi tutto il mondo. Ma accanto a questa ricordiamo anche Le streghe, Il GGG e Matilde. Molti sostengono che Dahl sia uno “scrittore per bambini”, ma il soprannome che meglio lo caratterizza è quello di “maestro dell’imprevedibile”, perché cercava in tutti i modi di rendere divertente qualsiasi situazione. Ecco alcune frasi che rispecchiano perfettamente l’unicità di questo autore: -“Gli adulti sono creature piene di stranezze e segreti”. -“La vita è più divertente se si gioca”. -“I più grandi segreti sono sempre nascosti nei posti più improbabili”. -“Se si pensa di arrivare da qualche parte nella vita, si devono leggere molti libri”. -“Non ho niente da insegnare. Voglio soltanto divertire. Ma divertendosi con le mie storie, i bimbi imparano la cosa più importante: il gusto della lettura”. Carolina Cadelo IV A TUR Prof.ssa Giada Mattarucco Università per Stranieri di Siena Bibliopolis: libri, foto e fantasia Oltre agli autori di tutti i contributi, si ringraziano, per aver collaborato a questo numero: Roberto Ciampalini e i proff. Claudia Busini, Giovanni Casagli, Maria Vinas Garcia e Laura Tommasi. Impaginazione a cura di Pietro Moscatelli e Emilio Cerpi (IV Grafica)