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CIVILTÀ ITALIANA
Collana diretta da Peter Kuon
Terza serie
9
ASSOCIAZIONE INTERNAZIONALE PROFESSORI D’ITALIANO
Pragmatica e interculturalità.indb 3
01/03/2016 10:07:26
PRAGMATICA E INTERCULTURALITÀ
IN ITALIANO LINGUA SECONDA
A cura di
Elisabetta Santoro e Ineke Vedder
Franco Cesati Editore
Pragmatica e interculturalità.indb 5
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“Civiltà Italiana” è la collana dell’A.I.P.I. – Associazione Internazionale Professori d’Italiano. I
contributi vengono selezionati mediante revisione paritaria da parte di almeno un lettore esterno e
almeno un membro del comitato scientifico.
“Civiltà Italiana” is the peer-reviewed series of A.I.P.I. – Associazione Internazionale Professori
d’Italiano. Each paper submitted for publication is judged independently by at least one external
reviewer and at least one member of the Editorial Board of the Series.
Comitato scientifico
Michel Bastiaensen (Bruxelles)
Alberto Bianchi (Wheaton College)
Pietro De Marchi (Zurigo)
Franco Musarra (Lovanio)
Dagmar Reichardt (Groninga)
Daragh O‘ Connell (Cork)
Corinna Salvadori Lonergan (Dublino)
Roman Sosnowski (Cracovia)
Leonarda Trapassi (Siviglia)
Bart Van den Bossche (Lovanio)
Ineke Vedder (Amsterdam)
Volume pubblicato con il contributo della School of Education e del programma Arts & Humanities del Polo universitario Wissenschaft & Kunst dell’Università Paris Lodron di Salisburgo.
Il presente volume contiene una selezione (avvenuta tramite revisione paritaria) di contributi
basati sulle relazioni presentate nella sessione “Pragmatica e interculturalità in italiano lingua
seconda” del XXI Congresso A.I.P.I. “Est-Ovest / Nord-Sud. Frontiere, passaggi, incontri culturali” (Bari 27 - 30 agosto 2014).
ISBN 978-88-7667-571-3
© 2016 proprietà letteraria riservata
Franco Cesati Editore
via Guasti, 2 - 50134 Firenze
Cover design: ufficio grafico Franco Cesati Editore.
www.francocesatieditore.com – e-mail: [email protected]
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INDICE
Introduzione
pag.
9
Fonti di input per l’insegnamento della pragmatica in italiano L2:
riflessioni a partire dal confronto tra manuali didattici, serie televisive
e parlato spontaneo, di Elena Nuzzo
»
15
Modificatori e atti di supporto come strategie di mitigazione nelle
richieste di parlanti nativi: un contributo per l’insegnamento
dell’italiano L2, di Luciane do Nascimento Spadotto & Elisabetta Santoro
»
29
Illocuzione e interazione nelle richieste in italiano: un confronto tra
parlanti nativi e apprendenti brasiliani, di Elisabetta Santoro
»
41
La pragmatica e l’insegnamento del lessico in italiano L2: un confronto
tra approccio implicito e esplicito in classi di apprendenti brasiliani,
di Viviane Carvalho de Oliveira
»
53
L’insegnamento della pragmatica e la formazione degli insegnanti di
italiano a Malta, di Phyllisienne Gauci, Elisa Ghia & Sandro Caruana
»
67
Il ruolo dell’adeguatezza funzionale nelle produzioni scritte in lingua
seconda: proposta per una scala di valutazione, di Ineke Vedder
»
79
Composizione e ruolo della comunità virtuale in una piattaforma per
l’apprendimento della pragmatica dell’italiano L2, di Greta Zanoni
»
93
Il fenomeno dell’etero-ripetizione: aspetti pragmatici dell’italiano
lingua franca sul luogo di lavoro, di Giulia Grosso
» 105
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L’uso dei segnali discorsivi in apprendenti di italiano L2, di Anna
De Marco & Paola Leone
» 117
Metafora e apprendimento della seconda lingua, di Elisabetta Materassi
» 133
Indice dei nomi
» 143
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FONTI DI INPUT PER L’INSEGNAMENTO DELLA PRAGMATICA
IN ITALIANO L2: RIFLESSIONI A PARTIRE DAL CONFRONTO TRA
MANUALI DIDATTICI, SERIE TELEVISIVE E PARLATO SPONTANEO
di ELENA NUZZO
1. Introduzione
I libri di testo rivestono un ruolo di grande importanza nelle classi di lingua
straniera, dove rappresentano una delle principali fonti di input cui sono esposti gli apprendenti. Molti però dubitano della loro appropriatezza nel presentare
modelli di uso linguistico naturali e variati dal punto di vista pragmatico. Come
vedremo nel prossimo paragrafo, la letteratura sul tema, per lo più dedicata all’insegnamento dell’inglese lingua seconda (L2) e lingua straniera (LS), rivela che i
manuali offrono “an inaccurate and decontextualized presentation of the different
pragmatic aspects examined, as well as a lack of natural conversational models
representing the real use of language” (Martínez-Flor, 2008: 246). Tra le ragioni
di questa inadeguatezza vi è forse il fatto che i libri di L2 si basano spesso sulle
intuizioni dei parlanti nativi riguardo alle norme pragmatiche della loro comunità
piuttosto che sulla ricerca empirica (Boxer, 2003; LoCastro, 2003; Bettoni, 2006).
Per verificare se i manuali di italiano L2 soffrono della stessa povertà di input
pragmatico che affligge i loro corrispondenti inglesi, ho iniziato a condurre alcuni
studi esplorativi su diversi atti linguistici. Il presente contributo offre una sintesi
dei primi risultati di un confronto tra manuali, serie televisive e parlato spontaneo
in relazione a ringraziamenti e complimenti.
2. La pragmatica nei manuali di L2 e in TV
Diversi lavori hanno confrontato la lingua dei libri di testo con quella del parlato spontaneo in relazione ad alcuni elementi pragmatici. Tra i primi a proporre
questo tipo di confronto, Scotton e Bernsten (1988) osservano una scarsa corrispondenza tra i due tipi di dati nell’atto comunicativo del dare indicazioni stradali,
15
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Elena Nuzzo
mostrando come i modelli forniti nei manuali risultino privi di mosse conversazionali che invece si ritrovano comunemente negli scambi naturali. Lo studio di
Williams (1988), che si concentra sul parlato delle riunioni, sottolinea che la lingua
proposta dai materiali didattici nei quali questi eventi comunicativi sono oggetto di
insegnamento appare semplificata e ‘depurata’ dei tipici tratti del parlato. Mandala
(1999) prende in considerazione la struttura dei dialoghi di offerta di consiglio e
trova a sua volta scarsa corrispondenza tra la conversazione spontanea e i dialoghi
dei manuali, i quali risultano per lo più presentati solo dal punto di vista della persona che dà il consiglio. Si occupa invece di incontri di servizio il confronto di Gilmore (2004), dal quale emergono notevoli differenze tra i dialoghi dei manuali e il
parlato spontaneo in termini di schemi di presa dei turni, densità lessicale, numero
di false partenze e ripetizioni, pause, frequenza di sovrapposizioni, uso di strumenti di esitazione e backchanneling. Kakiuki (2005) si focalizza sull’atto linguistico del
salutare e trova che mentre i saluti che si risolvono in un unico turno conversazionale sono presentati accuratamente, almeno in alcuni dei libri analizzati, formule
di saluto più articolate non trovano spazio nella presentazione didattica.
Dai risultati appena presentati appare evidente che i manuali rappresentano
una fonte di input pragmatico piuttosto povera per gli apprendenti. Film e serie
televisive sono invece comunemente considerati risorse valide per l’insegnamento
della pragmatica: diverse ricerche testimoniano l’efficacia di questo tipo di materiale nel presentare esempi di uso contestualizzato della lingua in un’ampia varietà
di situazioni e di contesti sociali. Weyers (1999), per esempio, osserva gli effetti
positivi dell’esposizione a una telenovela spagnola sullo sviluppo della competenza
comunicativa degli studenti, mentre Washburn (2001: 22), analizzando l’uso delle
sitcom per l’insegnamento della pragmatica dell’inglese, conclude che: “sitcoms
present many models of appropriate pragmatic language use among various characters of differing status, familiarity, gender, and in varied settings, such as at
work, at home, in public places, and at formal gatherings”. Lo studio di Alcón-Soler (2005) presenta un esperimento didattico nel quale gli studenti sono sottoposti
a un periodo di insegnamento mirato sulle richieste mediante l’utilizzo di estratti
della serie televisiva Stargate: i risultati confermano l’efficacia di questo tipo di
materiale per rendere gli apprendenti consapevoli degli elementi sociopragmatici
e pragmalinguistici coinvolti nella realizzazione della richiesta. Sulla base della sua
ricognizione degli strumenti di modificazione della richiesta in un corpus di dieci
film, Martínez-Flor (2008) conclude che il materiale audiovisivo costituisce una
valida risorsa per esporre gli apprendenti a esempi autentici di input pragmatico
appropriato in una varietà di contesti.
Benché la lingua usata nei film non possa essere considerata la stessa della
conversazione naturale, diversi lavori dimostrano che è possibile trovare più somiglianze che differenze tra il parlato televisivo e quello spontaneo. Del resto, come
ricorda Quaglio (2009: 13), “television dialogue should sound natural; otherwise,
viewer identification with the show characters can be negatively impacted, thus,
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Fonti di input per l’insegnamento della pragmatica in italiano L2
potentially, affecting the success of the show”. Rose (2001), per esempio, confronta i complimenti prodotti in 46 film americani con un corpus di complimenti nel
parlato spontaneo (raccolto da Manes e Wolfson, 1981) e trova che, in linea di
massima, i due tipi di dati mostrano caratteristiche analoghe; sottolinea tuttavia
come i complimenti del parlato filmico si discostino da quelli della conversazione
spontanea per alcuni aspetti sociopragmatici, in particolare in relazione alla variabile costituita dal sesso dei parlanti. A conclusioni simili giungono anche i lavori di
Kite e Tatsuki (2005) e di Tatsuki e Nishizawa (2005), dedicati rispettivamente agli
atti linguistici delle scuse e del complimento. Nel suo confronto tra il parlato delle
serie televisive e quello spontaneo in merito all’atto della richiesta, FernándezGuerra (2008) conclude che nel complesso le due fonti hanno molto in comune,
almeno per quanto riguarda la realizzazione dell’atto principale e l’uso degli strumenti di modificazione della forza illocutiva.
3. Obiettivi dello studio
Come si è visto nella rapida rassegna presentata nel paragrafo precedente, le
ricerche condotte negli ultimi tre decenni rivelano che 1) i manuali sono, in linea
di massima, una fonte di input non sufficientemente ricca e varia dal punto di
vista pragmatico, 2) film e serie televisive rappresentano risorse valide per offrire
agli apprendenti esempi di uso appropriato della lingua in un’ampia varietà di
contesti, 3) il parlato filmico riproduce con buona approssimazione quello della
conversazione naturale, almeno in misura sufficiente a consentire l’identificazione
del pubblico con i personaggi.
Il presente lavoro intende contribuire alla ricerca in questo ambito, che finora
si è occupata prevalentemente dell’insegnamento dell’inglese come lingua seconda
o straniera, estendendo l’indagine all’italiano; in particolare, si propone di verificare se i dialoghi presentati nei manuali di italiano L2 riflettono l’uso reale (o
verosimile, come rappresentato nel parlato filmico) della lingua in relazione all’atto
linguistico del ringraziamento e a quello del complimento.
4. Procedure di raccolta e analisi dei dati1
Per quanto riguarda i dialoghi provenienti dai manuali2 (in trascrizione o sotto
Ringrazio Antonella Zefiro, Sara Guidi e Luigi Orsenigo che, in occasione del loro lavoro di
tesi presso l’Università di Roma Tre, hanno contribuito alla raccolta dei dati.
2
L’elenco dei manuali è riportato dopo i riferimenti bibliografici. Per l’analisi sono stati presi in considerazione tutti i dialoghi presenti nei manuali, indipendentemente dalla loro funzione
all’interno delle unità didattiche. Gli estratti analizzati possono quindi provenire anche da dialoghi
1
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Elena Nuzzo
forma di traccia audio), i dati relativi ai ringraziamenti appartengono a 17 manuali,
10 di livello elementare (A1 e A2) e 7 di livello intermedio/avanzato (da B1 a C1).
I manuali che hanno fornito dati per l’analisi dei complimenti sono 8, di cui 5 di
livello elementare e 3 di livello intermedio3.
Per quanto riguarda il materiale televisivo, i dati relativi ai ringraziamenti provengono da tre fra le serie televisive RAI più popolari al momento dello svolgimento della ricerca: Che Dio ci aiuti (10 episodi), Cotti e mangiati (10 episodi) e
Fuoriclasse (6 episodi). I dati sui complimenti provengono invece dalla serie di
grande successo Il Commissario Montalbano (11 episodi). Sia per i manuali sia per
le serie televisive la raccolta dei dati si è interrotta nel momento in cui sono state
raggiunte 50 occorrenze di ringraziamenti e 20 di complimenti.
Per quanto riguarda infine il parlato spontaneo, analizzato solo in relazione ai
complimenti, 11 atti provengono dal corpus LIP (De Mauro et al., 1993) e 9 da
registrazioni di conversazioni in famiglia e tra amici svoltesi a Roma nella primavera del 2014.
L’identificazione degli atti da analizzare ha seguito criteri sia pragmatico-funzionali sia formali sia sequenziali, naturalmente non senza difficoltà e dubbi sul
piano metodologico (cfr. l’accurata discussione su criteri e problemi di categorizzazione dei complimenti in Alfonzetti, 2009). Nella selezione sono state applicate
le seguenti restrizioni: per quanto riguarda i ringraziamenti, sono stati scelti soltanto quelli che è sembrato di poter classificare come atti principali, con l’esclusione
quindi di quei casi in cui i parlanti ringraziano per accompagnare un altro atto
linguistico, come per esempio un rifiuto o la risposta a una domanda di interessamento; per quel che concerne i complimenti, l’analisi ha riguardato solo quelli in
cui destinatario e interlocutore coincidono.
Ogni dialogo contenente uno o più atti target è stato trascritto nel suo contesto
conversazionale4 e sottoposto all’analisi, che ha riguardato soprattutto le strategie
di realizzazione dell’atto principale e gli strumenti di modificazione della forza illocutiva. Questo tipo di analisi viene spesso usato nella ricerca sulla pragmatica
interculturale e interlinguistica, come per esempio in Blum-Kulka et al. (1989), Trosborg (1995), Achiba (2003), Nuzzo (2007). La strategia di realizzazione dell’atto
principale è la forma semantica e grammaticale scelta dal parlante per l’enunciato
appartenenti a esercizi di completamento: in questi casi, le parole o espressioni da inserire sono
state qui poste tra parentesi, come nell’esempio (4).
3
La disomogeneità fra i dati relativi ai due atti dipende in parte dalla rispettiva frequenza
assoluta e in parte dal fatto che nel presente contributo si sintetizzano, e si integrano parzialmente,
i risultati di due ricerche condotte in momenti diversi (cfr. Nuzzo, in stampa a e in stampa b).
4
Gli esempi presentati nei prossimi paragrafi riportano nella maggior parte dei casi soltanto
le battute più rilevanti per l’identificazione degli obiettivi specifici dell’analisi; ove necessario per
favorirne la comprensione, gli estratti sono introdotti da una breve descrizione del contesto in cui
si svolge il dialogo.
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Fonti di input per l’insegnamento della pragmatica in italiano L2
(o gli enunciati) che veicolano la forza illocutiva dell’atto principale. I modificatori
interni sono elementi grammaticali o lessicali la cui presenza non è necessaria per
trasmettere il contenuto proposizionale dell’enunciato che veicola la forza illocutiva
dell’atto principale: essi contribuiscono a modificare la forza illocutiva intensificandola o attenuandola. I modificatori esterni sono enunciati che precedono o seguono
l’atto principale e contribuiscono a modularne la forza illocutiva, non essendo né
necessari né sufficienti a veicolarla. Nell’individuazione dei modificatori occorre naturalmente mettere in conto un certo margine di arbitrarietà, dal momento che non
è sempre facile riconoscere con certezza l’opzionalità semantica di un elemento.
L’analisi dei ringraziamenti ha riguardato anche alcuni aspetti sociopragmatici:
si sono osservati i contesti di realizzazione e gli attori coinvolti, analizzando in particolare l’evento che induce il parlante a esprimere la propria gratitudine e il livello
di distanza sociale tra gli interlocutori.
5. Discussione dei risultati
5.1. Ringraziamenti: strategie e modificatori
Nella tabella 1 sono riportate le strategie di realizzazione dell’atto principale di
ringraziamento individuate nei manuali e nelle serie televisive.
Strategia
Esempio
formula semplice
formula ripetuta
performativo
incapacità
condizioni preparatorie
formula semplice + performativo
grazie
grazie grazie
ti ringrazio
non so come ringraziarti
voglio ringraziarti
grazie, ti ringrazio
Manuali
(su 50 atti)
42
2
5
0
0
1
Serie TV
(su 50 atti)
32
8
2
4
4
0
Tabella 1: Ringraziamenti: strategie di realizzazione dell’atto principale
Nel complesso le differenze tra le due fonti di input analizzate non sono molte
per quanto riguarda le strategie di realizzazione dell’atto principale, anche se le
serie televisive ne offrono una varietà più ampia.
In entrambe le fonti l’atto viene realizzato nella maggior parte dei casi tramite
la formula semplice, ossia l’espressione ‘grazie’. La formula semplice in alcuni casi
viene ripetuta due o tre volte, come esemplificato in (1), con effetto di intensificazione della forza illocutiva. Ritroviamo questa strategia in entrambe le fonti,
sebbene con maggiore frequenza nel materiale televisivo.
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Elena Nuzzo
(1)
P1:
P2:
P1:
Suor Angela! Io però senza il bacio della buonanotte non riesco a
dormire.
Oh mamma… [la bacia]
Grazie, grazie, grazie.
(Che Dio ci aiuti, “Fantasmi”)
Una strategia che invece risulta più frequente nei manuali è quella del performativo. In un unico caso, appartenente al corpus dei manuali e riportato in (2), il
performativo è usato in combinazione con la formula semplice.
(2)
[il controllore si rivolge a un passeggero che non ha timbrato il biglietto del
treno]
P1:
E va bene, per questa volta lasciamo perdere, ma la prossima volta
cercate di non dimenticarlo!
P2:
Grazie, veramente lei è una persona comprensiva, la ringrazio.
P1:
Arrivederci, buon viaggio.
(Un giorno in Italia 1)
Nella tabella 2 sono riportati tutti i tipi di modificatori – interni ed esterni –
rinvenuti nel materiale analizzato, con le relative occorrenze per ogni fonte.
Modificatore
Esempio
allontanamento
realtà
appellativo
esclamazione
intensificatore
richiamo
battuta
elogio
rifiuto
rafforzatore
TOTALE
volevo ringraziarti
Manuali
Serie TV
(su 50 atti) (su 50 atti)
grazie signora
oh grazie
grazie molte
grazie eh?
grazie perché non glielo dice a mia moglie?
grazie sei un tesoro
grazie non dovevi
grazie pensavo di averlo perso
0
3
1
4
7
0
0
3
0
1
16
11
2
5
2
1
7
1
3
35
Tabella 2: Ringraziamenti: modificatori interni ed esterni
Dalle cifre emerge una differenza significativa tra manuali e serie TV: il numero
complessivo dei modificatori è più che doppio nei ringraziamenti televisivi rispetto
a quelli dei libri. Oltre alla frequenza, anche la varietà è decisamente più ampia
nel materiale televisivo (9 tipi rispetto ai 5 rinvenuti nei manuali). Nelle serie TV il
modificatore più utilizzato è l’appellativo, esemplificato in (3), mentre nei manuali
quello che occorre con frequenza maggiore è l’intensificatore (4).
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Fonti di input per l’insegnamento della pragmatica in italiano L2
(3)
P1:
P2:
Volevo dirle… ho fatto quello che mi aveva chiesto lei: ho messo suo
figlio nella classe della Mittolò. Va bene?
Grazie preside. Una buona notizia oggi ci voleva proprio. Arrivederci.
(Fuoriclasse, “La candidata”)
(4)
P1:
P2:
P1:
P2:
P1:
Quanto (costa)5 il biglietto di prima classe?
Mi dispiace, ma non (c’è) la prima classe: è un treno regionale.
Posso portare la bicicletta?
Sì, è un treno con (servizio) di (trasporto) biciclette.
Grazie mille.
(Chiaro! A2)
5.2. Ringraziamenti: contesti e protagonisti
Nella tabella 3 sono riportati i casi in cui il parlante esprime gratitudine a seguito di un beneficio offerto spontaneamente dall’interlocutore (per esempio un
complimento o un applauso, oppure un augurio, ma anche un regalo o un qualsiasi
gesto gentile) e quelli in cui invece si ringrazia per un beneficio richiesto, come per
esempio un servizio, un favore o un’informazione.
beneficio non richiesto
beneficio richiesto
Manuali
14
36
Serie TV
44
6
Tabella 3: Motivi per cui si ringrazia
I dati mostrano che nei manuali si ringrazia prevalentemente in risposta a una
richiesta soddisfatta, mentre nelle serie televisive prevalgono le situazioni in cui
l’autore del ringraziamento reagisce a un gesto spontaneo dell’altro, interpretato
come un beneficio per sé. Questa differenza riflette in larga misura la scarsa varietà
situazionale che si riscontra nei ringraziamenti proposti dai manuali, dove la maggior parte delle espressioni di gratitudine ricorre all’interno di incontri di servizio
o di altri scambi comunicativi tra persone sconosciute, come per esempio nel caso
delle richieste di informazioni o indicazioni stradali.
Tra le infinite possibili sfumature di livelli di distanza sociale tra i partecipanti
agli scambi comunicativi, ne sono state isolate tre per agevolare l’analisi quantitativa: alta, che riguarda persone sconosciute, media, riferita a persone che si conoscono ma non si considerano propriamente amiche (colleghi, negozianti e clienti
abituali, frequentatori di uno stesso locale ecc.), e bassa, che interessa amici e pa5
Cfr. nota 2.
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Elena Nuzzo
renti. Nella tabella 4 è riportata la distribuzione di questi gradi di distanza sociale
(DS) nelle fonti di input analizzate.
DS
Alta
Media
Bassa
Libri
40
0
10
Serie TV
3
14
33
Tabella 4: Ringraziamenti: distanza sociale
Le due fonti differiscono notevolmente sotto questo punto di vista. Nei manuali i protagonisti della maggior parte dei dialoghi contenenti ringraziamenti
sono persone sconosciute e non si trovano occorrenze di ringraziamenti che vedano coinvolte persone legate da quella che abbiamo definito distanza sociale media.
Nelle serie televisive, invece, i ringraziamenti coinvolgono nella maggior parte dei
casi amici o parenti, e soltanto raramente persone sconosciute. Si trova poi un
buon numero di espressioni di gratitudine rivolte a semplici conoscenti.
Anche in questo caso, la differenza emersa tra le fonti mette in luce la tendenza
dei manuali a presentare le espressioni di gratitudine quasi esclusivamente all’interno di dialoghi tra persone sconosciute che chiedono e forniscono beni materiali
(incontri di servizio) o verbali (richieste di informazioni).
5.3. Complimenti: strategie e modificatori
Nella tabella 5 sono riportate le strategie di realizzazione dei complimenti individuate nei manuali, nelle serie televisive e nel parlato spontaneo.
Strategia
Esempio
Libri
Serie TV
Parlato
(su 20 atti) (su 20 atti) spontaneo
(su 20 atti)
8
13
11
elogio delle capacità complimenti per il
programma
elogio dell’aspetto
quanto sei bella
3
elogio del carattere complimenti anche a te 0
perché sei bravissimo
elogio del
che bella collana
9
possedimento
4
1
4
1
3
4
Tabella 5: Complimenti: strategie di realizzazione dell’atto principale
Nel complesso si osservano poche differenze tra le fonti, sebbene i possedimenti risultino oggetto di complimento, come in (5), più frequentemente nei ma-
22
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Fonti di input per l’insegnamento della pragmatica in italiano L2
nuali che nel parlato filmico e in quello spontaneo. È interessante notare come la
serie TV e il parlato spontaneo presentino, dal punto di vista della distribuzione
delle strategie, un quadro molto simile.
(5)
P1:
P2:
Bella questa credenza… moderna, grande, ci starà un sacco di
roba… con i cassetti rossi come il divano.
Ti piace?
(Contatto 1)
La tabella 6 riporta tutti i tipi di modificatori rinvenuti nel materiale analizzato,
con le relative occorrenze per ogni fonte.
Modificatore
Esempio
Libri
(su 20 atti)
esclamazione che bella casa!
7
intensificatore sei veramente brava
3
interiezione
pure tu bello però
0
iperbole
lei spara come un dio
0
iterazione
carino, t’è venuta una buo- 0
na idea
preparatore
sai una cosa commissario? 0
superlativo
la festa è bellissima
3
TOTALE
13
Serie TV
(su 20 atti)
1
4
2
2
6
Parlato spontaneo
(su 20 atti)
6
2
4
0
7
3
3
21
2
4
25
Tabella 6: Complimenti: modificatori interni ed esterni
La frequenza e la varietà dei modificatori sono nettamente inferiori nei manuali rispetto alle altre due fonti analizzate. Ne consegue che i complimenti dei
dialoghi presentati nei manuali risultano generalmente molto più ‘asciutti’ e freddi
rispetto a quelli che si ritrovano nelle altre due fonti, come emerge dagli estratti
riportati in (6), in (7) e in (8).
(6)
P1:
P2:
Che begli orecchini! Dove li hai comprati?
Li ho comprati la settimana scorsa da Bulgari.
(Nuovo Progetto Italiano A1/A2)
(7)
P1:
P2:
P1:
P2:
P1:
Senti ti volevo dire due cose innanzitutto complimenti.
Grazie.
Veramente è fantastico.
Ah il ragazzo (…) io pensavo il lavoro.
No ma che me ne frega del lavoro […]
(LIP, Napoli, tipo A)
23
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Elena Nuzzo
(8)
P1:
P2:
Un fulmine sei stato, bravo!
(si inchina)
(Il Commissario Montalbano, “Il sorriso di Angelica”)
Se nelle strategie avevamo notato forti analogie tra il parlato filmico e quello
spontaneo, nei modificatori osserviamo invece qualche differenza anche tra queste
due fonti: l’esclamazione, per esempio, appare diffusa nella conversazione spontanea – oltre che nei manuali – ma non in TV. Nel complesso, tuttavia, anche per
quel che riguarda la distribuzione dei modificatori i complimenti della conversazione televisiva si avvicinano a quelli del parlato spontaneo molto più di quanto
non facciano quelli dei dialoghi riportati nei manuali.
6. Osservazioni conclusive
Dal confronto con il parlato spontaneo e con quello filmico in relazione alla
realizzazione di ringraziamenti e complimenti, risulta che i manuali di italiano L2
rappresentano una fonte di input pragmatico tendenzialmente povera, soprattutto per quanto riguarda da un lato la presentazione degli strumenti linguistici che
hanno la funzione di modulare l’intensità dell’atto (i modificatori) e dall’altro la
varietà dei contesti e delle situazioni comunicative. Possiamo quindi concludere
che i risultati delle prime indagini sulla pragmatica nei manuali di italiano per
stranieri sono in linea con quanto emerso negli studi precedenti in relazione all’insegnamento di altre lingue (cfr. i già citati Gilmore, 2004; Kakiuki, 2005; MartínezFlor, 2008): neanche i manuali di italiano L2 costituiscono strumenti sufficienti per
sostenere lo sviluppo della competenza pragmatica degli apprendenti, almeno per
quanto concerne le espressioni di gratitudine e i complimenti. Ciò non stupisce se
si considera l’attenzione ancora relativamente scarsa alla dimensione pragmatica
nell’insegnamento linguistico: decenni di approcci comunicativi e di ‘orientamento
all’azione’ (in linea con i principi del Quadro Comune Europeo: Consiglio d’Europa, 2002) pare infatti abbiano solo parzialmente intaccato il primato della grammatica tra gli obiettivi di docenti e studenti.
Benché non sia possibile affermare che il materiale televisivo riflette fedelmente quanto accade nell’uso reale (ma, come accennato al paragrafo 3, le analogie
sembrano prevalere sulle differenze), si può comunque constatare come le serie
TV offrano, rispetto ai manuali, una più ampia varietà di contesti, di situazioni
comunicative e di variabili sociali, oltre che di realizzazioni linguistiche. Questa
maggiore ricchezza rappresenta certamente un punto di forza per una possibile
risorsa di input pragmatico. Occorre inoltre considerare che la risorsa televisiva –
nella sua forma tradizionale o in quella rappresentata dalla ricchissima offerta della
Rete – è relativamente agevole da utilizzare per insegnanti e autori di materiali
didattici, che troverebbero invece difficoltà molto maggiori nel raccogliere corpora
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Fonti di input per l’insegnamento della pragmatica in italiano L2
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