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Centro Studi
Osservatorio Territorio e Aree Urbane
Politiche territoriali Newsletter n. 17/2014
a cura di Giuliana Giovannelli e Alessandra Graziani
Sommario:
News dai territori:
Regione Basilicata:
Regione Lombardia:
News nazionali:
Politiche territoriali:
Programma 6.000
Campanili:
Eventi:
Rigenerazione urbana: regione e Anci stringono un patto virtuoso
Milano, le Linee guida per diventare Smart City
Sblocca Italia: Misure urgenti in materia ambientale e per la mitigazione del dissesto
idrogeologico;
Resilienza urbana. Best practices dall’Europa;
Agenda urbana Ue, aperta la consultazione pubblica;
Misure per far ripartire le infrastrutture, Piano Aeroporti, programma '6000 Campanili' e
Regolamento edilizio standard;
2014 consultazione pubblica sulle future politiche urbane dell’Europa;
La mappa dei progetti approvati
Dissesto idrogeologico, i geologi lanciano una settimana di eventi per promuovere
conoscenza e prevenzione;
Legambiente: ‘l’Italia rilanci le politiche urbane e affronti i grandi rischi del territorio’;
Rigenerazione urbana, al via terza edizione del Premio RI.U.SO.
News dai territori:
Regione Basilicata: Rigenerazione urbana: regione e Anci stringono un patto virtuoso
01/08/2014. Valorizzare gli immobili pubblici del territorio lucano con attenzione all'efficienza energetica: ecco gli
obiettivi del Protocollo d'Intesa
Assume operatività da oggi il Protocollo d'Intesa firmato da Anci e Regione Basilicata che si pone come obiettivo
l'individuazione del patrimonio pubblico immobiliare inutilizzato o poco utilizzato e la sua valorizzazione mediante una
complessiva opera di rigenerazione urbana.
La strategia operativa
Si tratta, come è intuibile, di una operazione che punta ad una effettiva e concreta messa in sicurezza degli edifici e ad
un loro miglior sfruttamento dal punto di vista economico, ma anche sociale. L'effettività reale del Protocollo sul campo
sarà innescata da una serie di intese operative che coinvolgeranno Ifel, la Fondazione Patrimonio Comune dell'Anci, la
quale cercherà di individuare e valutare il patrimonio pubblico della regione e dei Comuni della Basilicata, attraverso
una attività di attenta ricognizione sul territorio.
Efficienza energetica ed adeguamento sismico
Gli interventi in questione innesteranno il loro centro di gravità sull'efficienza energetica e l'adeguamento sismico, per
poi essere inseriti all'interno di programmi di valorizzazione e rigenerazione urbana, utilizzando eventuali proventi per
fini di pubblica utilità.
Le parole di Fassino dell'ANCI
"L'Anci è impegnata ormai da anni sul fronte della valorizzazione del patrimonio pubblico – spiega Piero Fassino,
presidente dell'Associazione dei Comuni italiani - all'interno del quale i Comuni sono in prima fila, sia come principali
proprietari di questo patrimonio, sia in quanto depositari della leva urbanistica nei territori".
"Con il Protocollo - conclude Fassino - non solo per la prima volta viene sancito un accordo a livello regionale, ma si
stabilisce la possibilità di essere operativi già da oggi, in un'azione coordinata tra tutti i soggetti coinvolti, e finalizzata
al recupero e alla rigenerazione di intere aree urbane".
Un fondamentale punto di partenza
Un raggiungimento che si trasforma in importante punto di partenza per implementare una vera strategia di
rigenerazione urbana in un territorio, quello lucano, che necessita senza dubbio di uno sviluppo nella direzione
dell'ammodernamento degli edifici, con particolare attenzione ai temi fondamentali di efficienza energetica e tutela
antisismica.
Fonte: sito internet edilizia e urbanistica
Centro Studi
Regione Lombardia: Milano, le Linee guida per diventare Smart City
17/08/2014. Valorizzare le eccellenze della città di Milano e la propria capacità di inclusione a partire dal mondo della
ricerca, dell’economia, della creatività e del tessuto sociale dei quartieri che compongono la città.
Questo l'obiettivo delle Linee guida Milano Smart City risultato di un percorso di consultazioni avviato il 19 aprile 2013
e che ha messo in rete le istituzioni, i privati, le università e le associazioni, attraverso la creazione di sei gruppi di
lavoro tematici corrispondenti ai sei pilastri delle Smart Cities (classificazione dell’Università di Vienna): Smart
Economy, Smart Living, Smart Environment, Smart Mobility, Smart People, Smart Governance.
L’obiettivo centrale di Milano Smart City, realtà promossa dal Comune di Milano e da Camera di Commercio, è quello di
coinvolgere i principali attori dello sviluppo della città nella realizzazione della Strategia di “Milano Smart City”.
Il percorso di consultazioni, necessario per capire ed avere una visione d’insieme di tutto il processo smart che in parte
soggiaceva in alcune delle azioni già poste in essere o pianificate dall’amministrazione e dalla società milanese nel suo
complesso, ha permesso di individuare e delineare concretamente le linee di indirizzo di Milano Smart.
LE LINEE GUIDA IN 7 PUNTI
Questi i 7 punti delle Linee guida:
1. Città globale, laboratorio nazionale ed europeo
Partecipazione attiva ai maggiori network internazionali, europei e nazionali che si occupano di smart cities,
promuovendo un continuo confronto sulle sue pratiche smart. Realizzazione di progetti smart in partenariato con città,
imprese e università europee per garantire una reale replicabilità e sostenibilità delle politiche e degli interventi
attraverso l’Unione europea.
2. Laboratorio della mobilità urbana sostenibile
Diventare la città leader nella sperimentazione della sharing e peer2peer mobility, promuovendo la concorrenza e la
diffusione di piattaforme abilitanti. Conciliare la mobilità privata urbana con la mobilità dolce, attraverso iniziative di
pedonalizzazione, traffic calming e infomobilità per tutti.
3. Laboratorio delle politiche ambientali ed energetiche
Milano si candida a leader europeo nella gestione del ciclo dei rifiuti urbani, con l’obiettivo di avere il tasso di raccolta
differenziata più alto tra le città con più di 1 milione di abitanti. Milano promuove progetti di efficienza energetica e
riduzione delle emissioni di CO2 integrando edifici intelligenti, illuminazione pubblica innovativa e smart metering.
4. Laboratorio di inclusione sociale e diversity
Attivazione nei propri quartieri, anche a livello di condominio, di network relazionali supportati dalle tecnologie per il
coinvolgimento e il monitoraggio delle persone, anche delle categorie più bisognose. Promozione di nuove forme di
welfare comunitario e di territorio, attraverso il ricorso a nuovi strumenti per il supporto e alla promozione di servizi
condivisi e momenti di socialità.
5. Laboratorio del benessere in città
Milano vuole diventare capofila nella sperimentazione di iniziative che facilitino la vita nelle proprie abitazioni per
rispondere alle esigenze di una popolazione sempre più anziana e delle fasce più deboli in generale. Milano (ri)progetta
spazi urbani e parchi per garantire una fruizione ricreativa e una reale multifunzionalità per residenti, city user e
turisti.
6. Laboratorio di semplificazione per la PA
Diffondere la conoscenza dell'amministrazione, della sua organizzazione, del suo funzionamento e della sua azione,
mettendo a disposizione del cittadino la più ampia ed estesa gamma di informazioni. Utilizzare la leva tecnologica per
ampliare l'accesso ai servizi e migliorare la qualità del lavoro, attraverso la realizzazione di un sistema informativo
adeguato per lo sviluppo di servizi online rivolti al cittadino.
7. Laboratorio della generazione d’impresa
Milano consolida il suo ruolo di capitale italiana delle startup d’impresa, attivando anche iniziative di
deburocratizzazione e semplificazione dei processi autorizzativi e sanzionatori.
Fonte: sito internet casa e clima
News nazionali:
Politiche territoriali: Sblocca Italia: Misure urgenti in materia ambientale e per la mitigazione del dissesto
idrogeologico
03/09/2014 - Sembra che sia in dirittura d’arrivo il testo definitivo del Decreto-legge “Sblocca-Italia” e che lo stesso
sia passato dai 100 articoli iniziali a 51.
In definitiva si tratterebbe di 51 articoli suddivisi in 11 Capi così rubricati:
•Capo I (artt. 1 - 4) - Misure per la riapertura dei cantieri
•Capo II (artt. 5 - 6) - Misure per il potenziamento delle reti autostradali e di comunicazioni
•Capo III (artt. 7 - 7-bis) - Misure urgenti in materia ambientale e per la mitigazione del dissesto idrogeologico
•Capo IV (artt. 8 - 16) - Misure per la semplificazione burocratica
•Capo V (artt. 17 - 29) - Misure per il rilancio dell’edilizia
•Capo VI (art. 30) - Misure urgenti in materia di porti del aeroporti
•Capo VII (artt. 31 - 35) - Misure urgenti in materia di servizi pubblici locali
•Capo VIII (artt. 36 - 39) - Misure urgenti per le imprese e la promozione del turismo
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•Capo IX (artt. 40 - 42) - Misure urgenti in materia ambientale
•Capo X (artt. 43 - 49) - Misure urgenti in materia di energia
•Capo XI (artt. 50 - 51) - Varie
Fonte: Gabriele Bivona, sito internet lavori pubblici
Politiche territoriali: Resilienza urbana. Best practices dall’Europa
06/08/2014. La ‘resilienza urbana’ è la capacità di un territorio e di una comunità di prevenire e affrontare
correttamente qualsiasi problematica di tipo ambientale e sociale: dalle calamità naturali agli impatti dei cambiamenti
climatici fino alla povertà. Ma cosa significa realmente applicare un approccio resiliente alla progettazione delle città?
Se ne è discusso lo scorso 4-5 aprile a Colombes, in Francia, nel corso di un convegno, i cui principali risultati emersi
sono stati recentemente pubblicati nel report ‘Urban Resilience: LIFE+ projects and European policies’. L’incontro è
stato un’occasione per condividere le esperienze maturate nei progetti europei avviati grazie al progetto Life, ma
anche per tracciare una metodologia condivisibile per la progettazione futura.
Le aree tematiche
Tre le aree tematiche individuate nel corso delle sessioni laboratoriali del meeting: infrastrutture resilienti e
pianificazione urbana; gestione, riciclo e riutilizzo dei rifiuti; gestione delle risorse naturali e produzione di energia
rinnovabile.
Le evidenze emerse dai progetti presentati
Numerosi i progetti presentati, volti ad implementare un modello su larga scala basato su infrastrutture verdi e
gestione consapevole del territorio. Fra tutti, Urban Oasis (LIFE11 ENV/FI/000911), un progetto finlandese che ha
come obiettivo quello del considerare le acque piovane come una risorsa piuttosto che come un problema, attraverso
la creazione di aree urbane servite da acque meteoriche filtrate per il riuso. E il progetto spagnolo Tereul Balance +
Positivo (LIFE11 ENV/ES/000515), che sta portando avanti un’opera di trasformazione di cave di argilla dismesse in
spazi per il tempo libero, integrati nell’ ambiente urbano attraverso corridoi verdi dotati di piste ciclabili.
Fra i progetti incentrati sulla corretta gestione dei rifiuti, Up&Forward Coms(LIFE11 ENV/UK/000389), progetto inglese
che punta, per la contea di Greater Manchester, sulla partecipazione attiva della popolazione e quindi su un’educazione
del singolo alla conoscenza e allo sviluppo di pratiche sostenibili.
Più orientati all’impatto ambientale e allo sfruttamento energetico i progetti Mac Eau (LIFE11 ENV/FR/000745),
incentrato sulla riduzione del consumo di acqua a Gironda (Francia), Clima (LIFE09 ENV/FR/000598), promotore di un
piano d'azione per il cambiamento climatico del dipartimento francese della Essonne, e EKO-LIFE (LIFE12
INF/AT/000369), che punta sull’informazione e promozione di stili di vita sostenibili che garantiscano l’autonomia
energetica.
Particolarmente attenta al riciclo è invece la città di Colombes, che ha ospitato il convegno e che è protagonista del
progetto R-Urban (LIFE10 ENV/FR/000215), fondato sull’applicazione di un modello partecipativo basato sui principi
del riciclo e del riutilizzo. Con l’obiettivo non solo di ‘abituare’ i cittadini a un corretto smistamento dei rifiuti ma anche
e soprattutto ad educarli verso un reimpiego delle risorse in disuso.
Fonte: sito internet casa e clima
Politiche territoriali: Agenda urbana Ue, aperta la consultazione pubblica
05/08/2014. Gran parte delle politiche europee partono o dipendono dalle città. Che dovrebbero, quindi, avere un
ruolo più attivo nello sviluppo delle strategie Ue, affinché queste siano il più possibili aderenti alle reali necessità locali.
In questo contesto è stato avviato lo scorso febbraio il Forum Cities, in cui gli Stati membri hanno discusso la necessità
di sviluppare un'agenda urbana UE, riconoscendo le istanze e le aspettative del Parlamento europeo, del Comitato delle
regioni, delle associazioni di città e delle città stesse e prendendo atto della loro disponibilità a impegnarsi in tale
processo.
Sulla base dei risultati del Forum, che hanno confermano la volontà di portare avanti questa proposta, la Commissione
europea vuole ora allargare il dibattito a tutti i diretti interessati, invitando le istanze cittadine e le amministrazioni
competenti a livello locale, regionale e nazionale a partecipare a una consultazione pubblica e formulare contributi che
aiutino a definire la futura Agenda urbana.
Più di due terzi della popolazione europea- ha commentato il Commissario Johannes Hahn, responsabile per la Politica
regionale e urbana dell'UE - vive in città ed è quindi appropriato che la nostra riforma della politica di coesione dell'UE
ponga già ora lo sviluppo urbano e cittadino ai vertici dell'agenda politica. Un'Agenda urbana dell'UE va anche oltre, ed
ora desideriamo sentire la voce dei principali stakeholder e di coloro che vivono nelle città. Riteniamo che, se
innalziamo il profilo della dimensione urbana nell'ambito del nostro sistema decisionale, l'UE reagirà in modo più
efficace all'evoluzione dei bisogni non solo di coloro che vivono nelle aree urbane, ma anche di tutti coloro che vivono
fuori dalle città ma dipendono dai loro servizi.
Consultazione pubblica fino al 26 settembre
La consultazione pubblica, aperta fino al 26 settembre 2014, si rivolge alle parti interessate, chiamate ad esprimersi
sulle questioni poste nella Comunicazione “La dimensione urbana delle politiche dell'UE – elementi fondanti di
un’Agenda urbana UE”, che accompagna il processo di consultazione. Le principali questioni sollevate sono: Perché
abbiamo bisogno di un'Agenda urbana dell'UE? Quanto specifiche dovrebbero essere le sue finalità? In quali ambiti
l'intervento dell'UE può recare il massimo valore aggiunto? Le città dovrebbero essere coinvolte nel processo
decisionale? E, in caso di risposta affermativa, in che modo?
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Fonte: sito internet casa e clima
Programma 6.000 Campanili: La mappa dei progetti approvati
08/08/2014. Dopo la pubblicazione in G.U., lo scorso 3 giugno, della seconda tranche di interventi ammessi al Primo
programma 6000 Campanili e finanziati dalla legge di stabilità 2014 (n. 147 del 27 dicembre 2013), il Ministero delle
Infrastrutture e dei Trasporti ‘scatta una fotografia’ della situazione attuale. E’ stata infatti pubblicata una mappa dove
sono indicati i progetti approvati nelle varie regioni italiane, specificando il finanziamento ottenuto e la percentuale del
finanziamento totale.
OPERE INFRASTRUTTURALI DEI PICCOLI COMUNI. Ricordiamo che il Programma 6.000 Campanili punta a rimettere in
moto l’economia locale per opere infrastrutturali di piccola entità, tra i 500mila euro e il milione di euro, nei Comuni
sotto i cinquemila abitanti. Gli interventi infrastrutturali finanziati riguardano l'adeguamento, la ristrutturazione e la
nuova costruzione di edifici pubblici, compresi gli interventi relativi all’adozione di misure antisismiche, la realizzazione
e manutenzione di reti viarie e infrastrutture accessorie e funzionali alle stesse o di reti telematiche di NGN e WI-FI, la
salvaguardia e messa in sicurezza del territorio.
I progetti sono attualmente 174, 115 dei quali approvati con la prima fase del programma, a cui vanno aggiunti i 59
approvati a giugno.
Fonte: sito internet casa e clima
Centro Studi
Eventi: Dissesto idrogeologico, i geologi lanciano una settimana di eventi per promuovere conoscenza e prevenzione
08/08/2014. “Eventi naturali come "bombe d'acqua" e dissesti dimostrano ancora una volta che è necessario
aumentare la consapevolezza rispetto ai potenziali pericoli legati al nostro territorio. Bisogna perciò agire a tutti i
livelli: da quello che riguarda l'utilizzo e la pianificazione, fino ai comportamenti individuali in caso di eventi meteo
estremi”. Lo ha affermato Silvio Seno , Ordinario di Geologia presso l’Università di Pavia e Responsabile con Rodolfo
Coccioni , docente di Paleontologia presso l’Università di Urbino ,della Settimana del Pianeta Terra promossa ed
organizzata dalla Federazione Italiana Scienze della Terra ed in programma solo in Italia dal 12 al 19 Ottobre .
“La consapevolezza fa parte della prevenzione: è un aspetto ormai unanimemente riconosciuto tra i più importanti per
aumentare la sicurezza – ha concluso Seno - ridurre vittime e danni dovuti a pericoli naturali, come frane alluvioni e
terremoti. Con la Settimana del Pianeta Terra vogliamo diffondere la cultura geologica; divulgare l’inestimabile
patrimonio che l’Italia possiede, far conoscere il ruolo strategico che le Geoscienze italiane svolgono quotidianamente
per servire i bisogni della società civile; incrementare il dialogo tra scienziati e tecnici da una parte, politici e decisori
dall’altra. E’ indubbio che investendo su ambiente , energia e sulle geoscienze si possa inoltre generare occupazione,
contribuire alla ripresa e allo sviluppo economico del Paese, nonché migliorare qualità della vita e sicurezza del nostro
territorio”.
152 eventi in tutta Italia
Ben 152 eventi in tutta Italia, 113 città, 80 geoescursioni, 48 conferenze , 28 visite museali . La Settimana del Pianeta
Terra in programma dal 12 al 19 Ottobre, sarà il più grande evento, solo italiano, nel campo della promozione delle
geoscienze , promosso ed organizzato da Geoitalia Federazione Italiana di Scienze della Terra. Un vero viaggio per
conoscere il Pianeta ammirando nel contempo anche l’Italia.
Fonte: sito internet casa e clima
Eventi: Legambiente: ‘l’Italia rilanci le politiche urbane e affronti i grandi rischi del territorio’
06/08/2014 - La lotta ai cambiamenti climatici, l’efficienza energetica, la sfida della rigenerazione urbana, la
sostenibilità ambientale, un maggior sostegno alla produzione di energia rinnovabile e alla valorizzazione delle nostre
risorse naturali e culturali.
Sono questi per Legambiente alcuni degli obiettivi tematici sui quali l’Italia dovrà concentrare l’attenzione e le risorse
dei nuovi fondi strutturali 2014-2020, purché legati ad uno sviluppo e ad una economia a basso contenuto di carbonio
contribuendo così alla lotta dei cambiamenti climatici. La nuova programmazione comunitaria 2014-2020 rappresenta
per la Penisola una grande opportunità per affrontare le grandi emergenze del Paese, per tracciare politiche coerenti
definendo una regia nazionale che scelga e coordini gli interventi prioritari. Ma per far ciò è importante che il tema
ambientale rimanga fisso nell’agenda programmatica italiana. È quanto ha sottolineato Legambiente durante l’incontro
nazionale che ha organizzato a Roma dal titolo: “La programmazione comunitaria 2014-2020. Le sfide e le opportunità
della sostenibilità ambientale”. Un appuntamento pensato per discutere, insieme ai rappresentanti e gli assessori
regionali, del Dipartimento per lo sviluppo e la coesione economica e ad altri interlocutori tra cui Ance, Inea e
Federparchi, dei nuovi fondi strutturali europei alla vigilia della presentazione dell'Accordo di partenariato che il nostro
Paese deve proporre alla Commissione Europea entro il prossimo 22 luglio.
Durante l’incontro l’associazione ambientalista ha anche presentato le sue proposte relative alla programmazione
comunitaria e riguardanti: efficienza energetica, fonti rinnovabili, riqualificazione della città, aree interne, risorse
naturali, governance territoriale e azioni di comunicazione.
“L’Italia - ha dichiarato Vittorio Cogliati Dezza, presidente nazionale di Legambiente - sembra essere del tutto
impreparata a cogliere le opportunità che si aprono dentro lo scenario di innovazione proposto a livello europeo. È
dunque fondamentale che il nostro Paese adotti al più presto una chiara strategia per l'energia e il clima e che affronti,
con nuovi obiettivi e risorse, il rilancio delle politiche urbane, i grandi rischi del territorio italiano e la valorizzazione
delle risorse naturali e culturali”.
“Puntare sull’ambiente e sulla sostenibilità ambientale, all’interno della Programmazione comunitaria, può essere un
fattore di competitività rilevante per la crescita del nostro Paese, per rilanciare l’economia, creare nuova occupazione e
far crescere le regioni del Mezzogiorno, che nonostante alcuni casi di eccellenza, restano penalizzate da divari ancora
elevati nella disponibilità e qualità di servizi essenziali per cittadini e imprese, per la debolezza del rapporto fra Stato e
cittadini e dagli errori dell’azione pubblica” - ha concluso Cogliati Dezza.
Il nuovo quadro finanziario europeo 2014-2020 assegna all’Italia oltre 100 miliardi di euro, tra fondi comunitari e
risorse nazionali. Per Legambiente si tratta di risorse importanti per affrontare le emergenze e i problemi strutturali del
Paese ed avviare processi virtuosi e lungimiranti in nome della lotta al cambio climatico, a condizione che ci sia una
chiara presa di distanza da un vecchio e obsoleto modello di sviluppo basato sulle fonti fossili.
In particolare per quanto riguarda l’allocazione delle risorse finanziarie, l’associazione ambientalista torna a ribadire
come sia fondamentale che l’Accordo di Partenariato preveda almeno il 20% delle risorse a favore dell’azione per il
clima ed un ulteriore 5% per le azioni integrate di sviluppo urbano sostenibile. È inoltre importante individuare un
sistema di monitoraggio dello stato di avanzamento dell’intero programma, con chiari cronoprogrammi e con
meccanismi di verifica della spesa non solo in termini quantitativi ma qualitativi, anche in termini di risultati raggiunti.
“I temi ambientali - aggiunge Antonio Nicoletti, della segreteria nazionale di Legambiente - devono trovare, inoltre,
una adeguata considerazione nelle attività di valutazione svolte ai diversi stadi della programmazione, per verificare
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l’effettiva integrazione della dimensione ambientale nelle politiche di sviluppo, e devono creare maggiore
consapevolezza degli effetti ambientali degli interventi proposti. Inoltre è importante favorire l’affermazione di una
nuova modalità nella Programmazione comunitaria che deve essere basata su un’azione coordinata tra le diverse
istituzioni, puntando alla Programmazione unitaria regionale, sulla semplificazione burocratica di un processo che
sembra essere ispirato dal motto “complicato è bello”.
All’incontro nazionale, Legambiente ha presentato le sue proposte relative alla nuova programmazione comunitaria
2014-2020.
Efficienza energetica: per l’associazione ambientalista è importante prevedere un sostegno anche al settore privato
all’interno di un approccio che eviti conflitti con l’UE, adottando ad esempio modelli utilizzati già nel PSR per il sostegno
alle imprese. Il coinvolgimento dei privati, porterebbe ad un maggiore slancio alle politiche di riqualificazione edilizia,
aiutando il settore ad uscire dalla crisi creando nuova occupazione, così come raccomanda la Commissione nel suo
“Position Paper”, consentendo di avere anche la quota di investimento privato in sinergia con l’intervento pubblico.
Produzione di energia da rinnovabili: per Legambiente occorre un maggiore sostegno alla produzione di energia da
rinnovabili, che deve essere diffusa su tutto il territorio nazionale, anche nelle aree dove non saranno installati sistemi
di distribuzione intelligente dell’energia (smart grids). Tale scelta consentirebbe di viaggiare speditamente verso un
modello basato sulle fonti rinnovabili, e quindi distribuito e più democratico, più attento all’uso delle risorse presenti
nei territori, alla domanda di energia e all’efficienza dei sistemi di gestione di impianti e reti, e rappresenterebbe
un’assunzione di responsabilità seria rispetto agli obiettivi fissati dall’Unione Europea al 2020, assumendo la
prospettiva di fare del clima la chiave di volta dell’innovazione industriale, sociale e territoriale.
Rigenerazione urbana: è fondamentale per fermare il consumo di suolo, per riportare qualità e identità dei centri
urbani rispondendo alle sfide delle trasformazioni socio-economiche, della riduzione delle emissioni climalteranti e
l'adattamento ai cambiamenti climatici e degli inderogabili impegni in campo energetico, tramite la nascita e diffusione
di eco-innovazioni tecnologiche e negli stili di vita. Gli investimenti previsti con la programmazione comunitaria da soli,
però, non bastano a generare un rinascimento urbano, è fondamentale la collaborazione dei cittadini ed una regia
nazionale che metta al centro la riqualificazione urbana, energetica e antisismica del patrimonio edilizio esistente ed il
ripensamento del sistema della mobilità.
Nell’ambito del nuovo quadro finanziario comunitario per l’Italia, le risorse in gioco sono significative: considerando i
vincoli per la destinazione a interventi in materia di energia e clima e i cofinanziamenti, si possono mobilitare per
l’efficienza energetica almeno 7 miliardi di Euro. Risorse che per Legambiente possono diventare un volano per la
riqualificazione urbana, edilizia e territoriale. In uno scenario di questo tipo diventerebbe possibile in poco tempo
creare almeno 600mila nuovi posti di lavoro a regime, perché legati alla riqualificazione e manutenzione di un enorme
patrimonio, che possono arrivare a circa 1 milione considerando tutto l’indotto della filiera delle costruzioni.
Aree Interne: nel settembre 2012 è stata avviata la costruzione di una Strategia nazionale per lo sviluppo delle Aree
interne (SAI), con l’obiettivo di rilanciare un impegno politico che mobiliti una visione nazionale a favore di un parte
del Paese a forte disagio insediativo, stimolando un’azione coordinata con le regioni. Legambiente chiede che nella
misure della futura programmazione, specialmente per le aree interne del paese, vengano introdotti gli interventi di
manutenzione del paesaggio in aree a rischio e di mitigazione del rischio idrogeologico e che si attuino specifiche
politiche ordinarie ,da parte delle Regioni e dei Ministeri, attraverso moderne scelte di pianificazione e di controllo del
consumo di suolo, al recupero edilizio e energetico, allo sviluppo di moderne infrastrutture telematiche, alla
valorizzazione delle risorse naturali.
Gestione dei rifiuti: Il nostro Paese deve adottare un serio programma nazionale di prevenzione, obbligando il mondo
della produzione e della distribuzione, oltre a tutti gli altri soggetti (commercianti, agricoltori, artigiani, enti locali,
aziende di igiene urbana) a cambiare rotta, come avvenuto con successo in Germania negli ultimi 20 anni utilizzando
la leva economica. Chi produce più rifiuti deve pagare di più: questo deve valere per le aziende, ma anche per i nuclei
famigliari. Coerentemente con l’obiettivo “rifiuti free”, per Legambiente nell’AP deve essere chiarito che le risorse
comunitarie che verranno utilizzate per le politiche sui rifiuti, possono finanziare solo le azioni a sostegno delle filiere
gestionali e produttive innovative per ridurre la produzione dei rifiuti e di quelle del recupero di materia da raccolta
differenziata, e non devono assolutamente finanziare attività di smaltimento in discarica o di recupero energetico dei
rifiuti.
Risorse naturali: l’attuazione di misure per la valorizzazione delle risorse naturali e della biodiversità richiede un
approccio integrato che consideri in maniera unitaria la complessità delle risorse (naturali, paesaggistiche e culturali)
presenti sul territorio e che sia in grado di coniugare efficacemente tutela e sviluppo sociale ed economico. Per
Legambiente occorre finanziare la Strategia Nazionale per la biodiversità, migliorare gli interventi, la loro integrazione
territoriale e funzionale, e porre maggiore attenzione agli aspetti legati alla sostenibilità finanziaria e gestionale delle
iniziative proposte. In particolare per favorire la piena attuazione delle strategie dell’UE per conservare la biodiversità
ed il paesaggio, è importante che venga rafforzata la partecipazione di tutti i soggetti interessati alla definizione dei
piani di azione di area vasta puntando sulle politiche di sistema.
Governance dei territori: per Legambiente è fondamentale rafforzare le governance territoriali anche attraverso un
maggiore coinvolgimento del Partenariato economico e sociale (PES) che, soprattutto nelle realtà più avanzate, è
diventato componente effettiva e in molti casi sostanziale del processo decisionale. A questo riguardo, dobbiamo
segnalare che continua purtroppo a mancare, soprattutto a livello centrale, il riconoscimento pieno, attivo e
permanente del ruolo del PES sia nella fase di predisposizione che di attuazione della Programmazione comunitaria.
L’attuale coinvolgimento del PES, realizzato sulla base della rappresentatività presso il CNEL, inoltre, impedisce alle
associazioni ambientaliste di essere pienamente coinvolte e in grado di partecipare in maniera adeguata.
Azioni di comunicazione: infine per l’associazione ambientalista nella programmazione 2014/2020 è importante una
maggiore enfasi sul monitoraggio periodico e sulla valutazione dell’impatto delle azioni di comunicazione. Gli obblighi di
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comunicazione devono essere posti in capo non solo alle Autorità di Gestione ma anche ai beneficiari, quali primi
testimoni del ruolo svolto dall’Unione europea nel finanziamento di opere e servizi di pubblica utilità.
Fonte: Ufficio Stampa Legambiente
Eventi: Rigenerazione urbana, al via terza edizione del Premio RI.U.SO.
04/08/2014. La riqualificazione architettonica e funzionale degli spazi urbani; il recupero di aree industriali dismesse; il
riciclo dei materiali all'interno dei processi edilizi; la valorizzazione di tecnologie per la sostenibilità. Ed ancora, il
contenimento del consumo del suolo; la densificazione della città; le nuove forme dell'abitare; la mobilità sostenibile; il
retrofit energetico; il design for all; le smart city: sono alcuni dei temi sui quali dovranno cimentarsi i partecipanti alla
terza edizione del Premio RI.U.SO.
Bandito dal Consiglio Nazionale degli Architetti, Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori e promosso insieme a Saie
2014, RIUSO_3 intende infatti valorizzare progetti e realizzazioni che riguardino la rigenerazione sostenibile della città
intesa nella sua accezione più ampia.
"Il Premio - spiega Alessandro Marata, presidente del Dipartimento Ambiente e sostenibilità del Consiglio Nazionale
degli Architetti e coordinatore della giuria - rientra nelle azioni finalizzate alla rigenerazione e trasformazione delle aree
urbane, salvaguardando l'ambiente, i territori e limitando il consumo di suolo, che gli architetti italiani stanno
promuovendo attraverso studi, ricerche e proposte legislative".
"Non si tratta solo di un tema che riguarda la pratica urbanistica, la rigenerazione urbana sostenibile deve infatti
diventare prioritaria nelle politiche di sviluppo dei prossimi anni quale elemento strategico per riattivare il mercato
delle costruzioni e per agganciare la ripresa".
La commissione giudicatrice
La commissione giudicatrice del Premio - al quale possono partecipare fino al 26 settembre architetti e ingegneri,
Università, Enti, Fondazioni e Associazioni - sarà presieduta da Leopoldo Freyrie, presidente degli architetti italiani e
composta da Danilo Vespier, RPBW Renzo Piano Building Workshop, Tommaso Dal Bosco, ANCI, Edoardo Zanchini,
Legambiente, Nicola Leonardi, The Plan.
Premiazione a ottobre
La premiazione di RIUSO_3, che è patrocinato da ANCE, Legambiente ed ANCI, si terrà ad ottobre nel corso di Saie
2014.
Fonte: sito internet casa e clima