mondo industriale - Chambre Française de Commerce et d`Industrie

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mondo industriale - Chambre Française de Commerce et d`Industrie
dossier
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IL
DESIGN
MONDO INDUSTRIALE:
E IL
FENOMENOLOGIA DI UN RAPPORTO
Tecnologia e fantasia,
tecnica e passione,
avanguardia e tradizione,
cultura e
industrializzazione:
L’ESSENZA DEL DESIGN
N el l ’affro ntare l a
tematica affascinante
quanto complessa,
per la molteplicità
dei suoi aspetti
e legami con
la quotidianità
del vivere dell’Uomo,
il Design, ci siamo
posti una domanda:
che cosa vuol dire
Design, parola
straniera e autoctona
insieme, verbo
della koinè, simbolo
di epoche, stili,
consumi, evocazione
di snobismo, forse,
ricerca, abbattimento
di frontiere, conquista
di traguardi?
a cura di Evelina
de Cancellis
e Angela Marini
Le risposte, tante,
diverse, appassionate
e appassionanti,
ragionate e precise,
pensate e suggerite.
Un lungo percorso
cui molti testimoni
hanno partecipato,
ognuno con la sua
esperienza e per le
sue competenze, cui
va il nostro ringraziamento e l’omaggio di
questo lavoro.
“Industrial design:
design of products made by
large-scale industry
for mass distribution.
Designing such products
means, first, planning their
structure, operation, and appearance, then planning these to fit efficient production, distribution, and selling procedures. Clearly, appearance is but
one factor in such a complex process.
“Design:
Nevertheless, in consumer goods especialmode de création
ly, appearance design is widely accepted
industr ielle qui vise à
as the principal virtue of industrial design; it is that portion of the whole least
adapter la for me des objets
( a p p a r e i l s , o u t i l s , m a c h i n e s , subject to rational analysis and, like craft
etc...) à la fonction qu’ils doivent secrets of the past, most advantageous in
the competition. On the other hand, design
remplir tout en leur conférant une of equipment for production, for services, and
b e a u t é p l a s t i q u e q u i r e n d e for sports, is expected to demonstrate utility;
a g r é a b l e l e u r u t i l i s a t i o n ” . but in these products too, appearance design is
increasingly important”. Encyclopedia Britannica
Dictionnaire Hachette
de
la Langue
Française
DESIGN,
la parola
“Le design industriel est une activité
créatrice, dont le but est de déterminer les qualités formelles des objets
produits industriellement; par qualités formelles, on ne doit pas seulement entendre les caractéristiques
extérieures, mais surtout les relations
structurelles et fonctionnelles qui
font de l’objet une unité cohérente
tant du point de vue du producteur
que du consommateur; le design
industriel embrasse tous les aspects
de l’environnement humain conditionné par la production industrielle”.
International Council of
Societies of Industrial Design
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DESIGN:
Linee e segni che si inseguono
armoniosamente plasmando e domando
ferro e acciaio, plastica e legno,
argento e oro per dare vita ad oggetti
diventati, grazie alla fantasia
e all’ingegno dei loro creatori, vere
e proprie icone del vivere quotidiano.
LA
STORIA
QUANDO L’ESTETICA
È AL SERVIZIO
DELLA FUNZIONALITÀ
D E L L’ I N D U S T R I A L
DESIGN
IN
BREVE
Nei manuali si legge quanto segue: D I S E G N O I N D U S T R I A L E (Industrial Design),
espressione impiegata per definire la progettazione estetico-funzionale indirizzata alla produzione in serie, nata
con la rivoluzione industriale e la conseguente scomparsa della funzione creativa dell’artigiano.
La storia dell’Industrial Design ha radici lontane che portano in Gran Bretagna all’inizio del secolo. È nel Regno Unito, infatti,
che sorse il movimento Arts and Crafts, dapprima critico verso la produzione di massa, intesa come distruzione della tradizione
artigianale. Più nettamente orientata verso la creazione in serie di oggetti di arredamento, fu l’attività di C. R. Mackintosh e
A. Macmurdo. Si deve quindi a H.M. Uthesius l’esportazione in Germania del Design industriale che ebbe un fertile sviluppo
nel Deutscher Verkbund (fondato nel 1907), cui aderirono architetti, quali Ehrens, Eckman, Oldbrich, Poelzig. Nel 1909 a
Behrens venne affidato l’incarico di creare l’immagine coordinata di un’azienda, la AEG; tale incarico prevedeva per la prima
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IL
DESIGN
MONDO INDUSTRIALE:
E IL
FENOMENOLOGIA DI UN RAPPORTO
volta la definizione contemporanea
di Gropius alla direzione dell’istituto
di linee guida per la comunicazione
d’arte (1920), da lui trasformato
pubblicitaria, per lo stile dei prodotti
nel Bauhaus. In Germania nel 1951
(ventilatore, bollitore, teiera, ecc...) e
fu fondata da Bill a Ulm la Hochschule
addirittura per la progettazione di uno
für Gestaltung, diretta in seguito
stabilimento (Turbinefabrik, 1909).
(1964-66) da Maldonado.
Un altro pioniere fu H. Van de Velde
Particolarmente significativa, inoltre,
che diresse l’istituto d’arte di Weimar;
l’attività di Aalto e Wirkkala
la sua opera, volta all’impiego di
in Finlandia, di Olsen in Svezia
materiali costruttivi moderni, si rivelò
e di Jensen in Danimarca.
essenziale anche nell’affermazione
dell’Art Nouveau e trovò parallelismi
In Italia il Design industriale cominciò
nella produzione di mobili, vetrate,
ad affermarsi con il razionalismo negli
stoffe, oggetti di Gallè e Guimard
anni Trenta e ancor più accompagnò
in Francia, di Gaudì in Catalogna,
l’industrializzazione del dopoguerra,
di Basile, D’Aronco e Sommaruga
in particolare con le applicazioni
in Italia. In Austria nel 1903 furono
all’industria automobilistica
fondate da Hoffmann e Moser
(Pininfarina e Bertone) e ai prodotti
le Wiener Werkstatten, per la creazione
dell’Olivetti (Nizzoli).
di mobili, utensili, oggetti casalinghi
Dalla fine degli anni ‘50 il Design
e inaugurata una sezione locale
industriale italiano si è affermato in
del Werkbund (1912).
tutto il mondo, grazie alle realizzazioni
Uno sviluppo fondamentale del Design
di numerosi e valenti progettisti,
industriale coincise con l’arrivo
tra cui Aulenti, Boeri, Bellini, Castagnetti,
Giugiaro, Gregotti,
Magistretti, Mari, Munari,
Scarpa, Sottsass, Stoppino,
Zanuso e i progettisti
associati nello Studio
Memphis.
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NEL SEGNO DEL
DESIGN CONTEMPORANEO
Il fondamento della nuova estetica
impregna di emotività ed empatia
il legame tra consumatore e prodotto,
immaginando che tra persona e oggetto
industriale, dotato di propria personalità
e individualità, vi sia un quasi
rapporto emotivo tra esseri viventi.
EVITANDO
PROFEZIE?
Così accade che la Philips pubblicizzi una
culturale molto ampio, nel contesto
Sempre più prevedibilmente le nuove forme
nuova linea di televisori con lo slogan
di un mercato nazionale altamente ricettivo
nasceranno nei laboratori del sottobosco
“Belli da guardare. Anche accesi”. La funzione
alle mutazioni. Anche il Regno Unito, forte
underground delle giovani generazioni o nelle
primaria dell’oggetto è superata e trascesa.
di un ridisegno sociale negli anni ‘80
aree di nuova industrializzazione (il Veneto, per
La personalità dell’oggetto va oltre l’uso,
che ha scardinato gerarchie secolari,
l’Italia), in quei luoghi capitali dell’identità
arreda gli spazi e ne diviene il soggetto,
sta schierando sempre più leve di designer
alternativa come Berlino e Londra, ma, in ogni
al punto che nella perfezione di certi spazi
di tendenza. Non esiste oggi una forza
caso, ovunque vi sia un mercato iniziale molto
pare sia l’uomo a essere fuori posto.
culturale in grado di proporre una base
ricettivo che permetta a un autore di mantenersi
Lavorando sulla sensibilità comune della
estetica alternativa a quella emozionale,
creando, con una funzione di cassa di risonanza
prima generazione postindustriale,
che accomuni facilmente persone di tutte
per l’opinione pubblica periferica. In questa
il rifondamento “emotivo” del Disegno
le culture e di tutte le razze, caratteristica
prospettiva, lo sviluppo della comunicazione
industriale ha così disinnescato la crisi
irrinunciabile per esistere in un mercato
multimediale su Web accentuerà il carattere
di valori dell’estetica tradizionale e moderna,
globalizzato. Che cosa determina allora
globale delle culture underground destinate a
e sta ora forgiando il gusto e la sensibilità
i trend di sviluppo? I retroterra culturali
determinare i futuri trend di Design, ma la
della seconda generazione. La stessa
delle nuove generazioni, che non sono mai
natura virtuale delle comunità su Internet e la
architettura degli anni ‘90, profondamente
locali, ma figli di una cultura transnazionale
permanenza concreta di ciascuno nella propria
influenzata da innovazioni tecnologiche
come la musica Pop e Rock, o il cinema
realtà dovrebbero aumentare il grado di
e di materiali, si muove ormai verso una
statunitense, che ormai da quarant’anni
assimilazione e scambio tra culture locali e
concezione dell’edificio come “oggetto”
influenza in gran parte la sensibilità
quell’indistinto sincretismo che sta diventando la
di Design. Parte del successo italiano nel campo
cinematografica occidentale. Si tratta
cultura occidentale. Sulle lunghe distanze,
del Design rimane legato alla crisi d’identità
di retroterra di ispirazione che creano spinte
pertanto, potrebbero perdere di significato le
culturale italiana insieme a una forte
globali nella concezione dello spazio e
scuole di Design legate a un tessuto industriale
e radicata sensibilità per l’arredamento della
degli oggetti, perché sono già patrimonio
nazionale. Potrebbero, perché come tanti echi del
casa, che ha dato a piccole e medie aziende
transnazionale di una generazione.
mondo di oggi si ritrovano nei racconti di
fantascienza di Jules Verne, di Stanislaw Lem o
un margine di rinnovamento e di proposta
di Soloviev, molti altri no. E probabilmente una
“psicostoria” del Disegno industriale così come
Asimov la sviluppò per la sua Trilogia Galattica,
è di là da venire.
Jacopo Alberti
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dossier
dossier
IL
DESIGN
MONDO INDUSTRIALE:
DAL DESIGN
E IL
FENOMENOLOGIA DI UN RAPPORTO
AL DESIGN
MANAGEMENT
IPSE DIXIT ...
Un breve estratto dell’articolo “Le ruote della vita” dedicato da Virginio Briatore* al Design
e pubblicato sul web-site di IDEA, Industrial Design, Electronic Address (www.x-idea.com)
“Tutto è architettura? No, ma temo che quasi tutto sia Design. La progettazione degli
oggetti ha assunto una complessità e un’importanza assoluta. Essa abbraccia l’universo
Se una buona parte degli storici è concorde
nel porre gli albori del Design intorno alla
fine del XVIII sec., il concetto di Design
Management non si fa largo che negli anni
‘60 del XX sec., parto della mente di
Mickaël Farr cui si deve l’opera “Design
Management”, pubblicata nel 1966.
delle cose, la loro sostanza materiale, la loro estetica, la veste grafica, le tecniche di
comunicazione e la loro essenza virtuale (web-design). Ciò nonostante le riviste esistenti
Il s’agissait - sosteneva Farr - de la gestion
si limitano ad approfondire alcuni aspetti della progettazione, in genere legati ai temi
de l’interface entre des cabinets de Design d’une
dell’abitare. Divani, sedie, lampade tavoli, cucine, scrivanie, tazze, agende, vasi,
part et leurs entreprises clientes d’autre part,
lavandini, rubinetti, bicchieri ... Ogni tanto un aspirapolvere, due occhialini, qualche
avec comme objectif de faciliter la communica-
valigia, una moto e via. Ma se l’abitare è stato ed è importante luogo di progettazione,
tion entre eux et d’organiser le déroulement
così com’è un ottimo strumento per divulgare il verbo del Design, è altrettanto vero
des projets. Una funzione che, vuoi gestita
che il cuore del progetto oggi inizia a pulsare anche altrove.
nell’ambito di uno studio esterno, vuoi
La grafica urla nella Rete e nei tanti prodotti editoriali, mono e multimediali, che ogni
affidata a un manager dell’azienda deve
giorno nascono per parlare a qualcuno e di cui non si parla mai. La tecnica costruttiva
comunque avere come finalità una buona
non si accontenta di abitare il macro dei nuovi bus, aerei e i microchip, ormai ci è
comunicazione, pre-requisito indispensabile
entrata dentro e mirabilmente ci ricostruisce vene, ossa e sangue. Nuovi materiali deco-
per la realizzazione di un progetto di Design
rano e rivestono i corpi vivi e quelli apparentemente inerti. Nuovi sport si disegnano e
efficace. È altresì interessante notare che lo
nuovi modi di vivere. Il suono, la musica si materializzano nel Design. Si fa prima a dire
stesso anno in cui M. Farr dava alle stampe
che cosa non è Design. Nella sola Inghilterra 300.000 persone lavorano nel Design.....”
il suo testo, in Gran Bretagna la Royal
* esperto di Design
Society of Arts stabiliva per la prima volta
il conferimento di un “award” a un’impresa,
in ragione della buona qualità del suo
22
Design Management. È quindi dal Regno
ben esaltato e diffuso dagli insegnamenti
Il pomo della discordia che si rimpalla
Unito che giunge la consapevolezza del
impartiti in due istituzioni anglosassoni
tra gli studiosi è comprendere quali siano
ruolo che il Design può ricoprire nell’ambito
importanti: il Royal College of Arts
i reali confini della sfera d’azione del
delle strategie di guida di un’azienda, ruolo
di Londra e la London Business School.
Design Management, se cioè esso si limiti
alla parte tangibile e materiale del potenziale di soddisfazione delle attese del
IL DESIGN MANAGEMENT: CHE
COSA
E
PERCHÉ
consumatore, o piuttosto se comprenda
Nel tentativo di dare una definizione del principio di Design Management, Patrick Hetzel,
anche l’immaterialità dell’offerta. Certo
maître de conférence en Sciences de Gestion all’Institut des Entreprises de Lyon,
argomentazioni simili dovrebbero affondare
suggerisce tre orientamenti:
le loro radici in una dimensione più pro-
- il Design Management è la gestione del Design, ovvero della creazione, all’interno dell’impresa;
priamente ideologica, nella considerazione
- il Design Management è la gestione di un’impresa secondo i principi definiti dal Design;
del ruolo del creatore all’interno di
- Il Design Management è la gestione di uno studio di Design.
un’azienda, del ruolo dell’azienda nella
Pour certains, - precisa inoltre Hetzel - le Design Management est la gestion de l’espace visuel
società, del ruolo dell’oggetto nel contesto
de l’entreprise. Relève donc du Design tout ce qui est visible, par opposition à ce qui ne l’est pas.
ambientale. Da ciò non è difficile pensare
In questo senso, il Design stesso diviene una funzione imprenditoriale analoga
che non esiste un’ideologia univoca e
alla produzione o alla commercializzazione, un asse portante intorno al quale ruotano
permanente del Design, ma tante ideologie
la gestione e la pianificazione delle strategie aziendali. Più diffusamente, le attività
quanti sono gli attori e le parti in campo.
che afferiscono al concetto di Design Management possono essere considerate sotto
due aspetti: da un lato, si tratta di definire le decisioni politiche fondamentali, quali
l’elaborazione di norme e linee guida sul Design e la sua presenza o meno all’interno
dell’impresa, dall’altro di gestire ogni progetto di Design attraverso un sistema amministrativo
e di controllo. In breve, il Design rileva di entrambe le nature, operativa e strategica.
MA QUALE
LO
SCOPO
DEL DESIGN MANAGEMENT?
Di nuovo Hetzel: “on peut dire que le Design Management poursuit un but qui est de déboucher
sur la création de potentiels de satisfactions qui conviennent à certains consommateurs tout
en réalisant le projet poursuivi par l’entreprise qui en prend l’initiative”.
23
Nelle pagine precedenti,
da sinistra a destra:
Antoni Gaudì, Sagrada Familia
Victor Guimard, Entrata al metrò di Parigi
René Lalique, Collier
Sergio Bertone, Chevrolet Corvair Testudo
Ettore Sottsass, Olivetti Editor 4C
In queste pagine,
da sinistra a destra:
Thomas Rietwelt, Poltrona
Gae Aulenti, Tripolina
Gae Aulenti
Marco Zanuso, Celestina
Enzo Mari, Ambo
Gae Aulenti, Cardine
dossier
dossier
IL
DESIGN
MONDO INDUSTRIALE:
ergonomia, realizzazione di prototipi,
E IL
grafica, packaging. Anche le PMI d’oltralpe,
FENOMENOLOGIA DI UN RAPPORTO
nella misura di 1 su 3, sospinte dalla forza
motrice e dall’esempio dei grandi colossi,
in epoca recentissima si sono avvicinate
all’universo Design, dando priorità ora ai
LE PMI FRANCESI
E IL DESIGN
Il Design appare oggi come uno strumento importante
nell’accrescimento della forza competitiva delle imprese; esso
è chiaramente riconosciuto come un fattore di differenziazione
dei prodotti e di valorizzazione dei marchi.
concetti di stile e forma (on change le boitier
et la couleur), ora a un più ampio, rigoroso e
metodico approccio che comprenda il ricorso
al Design industriale in modo sistematico
e nella globalità dell’iter produttivo.
LA PRATICA DEL DESIGN
NELLE
PMI FRANCESI
Secondo uno studio condotto da ADC
Nell’evoluzione della concezione del Design
(Association Design Communication), il
da parte del mondo imprenditoriale
DESIGN RÉGULIER . . . . . . . . . 16%
volume d’affari interessato dal fenomeno
francese, si possono rintracciare tre
DESIGN OCCASIONNEL . . . . . . 20%
Design, nell’insieme dei settori economici
momenti fondamentali: gli anni ‘70,
PAS DE DESIGN . . . . . . . . . . . 64%
d’oltralpe, è nell’ordine di 2, 5 miliardi
gli anni ‘80 e il decennio ‘90.
di Franchi, con una ripartizione diseguale
Nel primo caso, la clientela industriale
Source: Ministère de l’Economie
des Finances et de l’Industrie
secondo le attività:
riteneva che il Design dovesse consentire
- packaging . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 40%
al prodotto di distinguersi con un apporto
- immagine visiva . . . . . . . . . . . . . . . 38%
di stile; nel secondo, che il Design divenisse
- design di prodotto . . . . . . . . . . . . . 25%
una variabile significativa nella concezione
- studio degli ambienti . . . . . . . . . . . 7%
e realizzazione del prodotto; nel terzo,
il Design era considerato parte integrante
Il personale impiegato è di circa 5. 000
del processo globale di sviluppo del
unità.
prodotto, in termini di ricerca, ideazione,
In queste pagine,
da sinistra a destra:
Diedre, Bebé confort Big
Diedre, Bebé confort Small
Diedre, Roue Mavic+Jante Hucth
Michel Tortel, Fauteuil
Nelle pagine seguenti,
da sinistra a destra:
Michel Tortel, Chauffage
Michel Tortel, Allura
24
Benché tutti i settori industriali siano coinvolti
e stregati dal fascino discreto del Design,
esistono alcuni ambiti in cui la forza di
penetrazione di quest’ultimo è particolarmente
sensibile, quali i beni di consumo, i beni
e i prodotti per la casa, mentre meno rilevabile
è la sua presenza nell’area delle attrezzature
e degli strumenti operativi professionali.
PENETRAZIONE DEL DESIGN PER
SETTORI
DI
ATTIVITÀ
IL DESIGN PARTECIPA
ALL’IMMAGINE E ALLA POLITICA
DI
DESIGN
NON DESIGN
BIENS INTERMÉDIAIRES
29%
71%
COMUNICAZIONE
DELL’IMPRESA:
BIENS D’ÉQUIPEMENT PROFESSIONNEL
34%
66%
- immagine esterna, diffusa presso i clienti,
AUTOMOBILE ET TRANSPORTS
38%
62%
i fornitori, i partner, senza dimenticare
PRODUITS GRAND PUBLIC
48%
52%
la concorrenza, grazie alla quale la personalità dei prodotti stessi sia immediata-
Source: Ministère de l’Economie des Finances et de l’Industrie
mente riconosciuta e riconoscibile;
Nell’analisi dell’impatto che il Design ha sulla PMI francese, sono state individuate quattro
grandi categorie, a loro volta suddivise in ulteriori elementi.
- immagine interna, visibile presso
collaboratori, équipe commerciali, tecniche,
insieme del personale.
SENSIBILE
MARGINE DI VANTAGGIO CONCORRENZIALE,
IL DESIGN ASSICURA ALL’IMPRESA UN
frutto della relazione congiunturale di tre fattori:
- l’innovazione insita nel progetto è oltremodo esaltata e valorizzata dalla componente
Design, per l’apporto di soluzioni tecniche o tecnologie di materiali d’avanguardia;
- la differenziazione del prodotto resa possibile dall’applicazione di una strategia Design,
che, al pari del Marketing, è un état d’esprit come un insieme di tecniche e di know-how;
- la competitività perseguita attraverso il miglioramento delle performance tecniche
IL DESIGN RAPPRESENTA
UNA
FORMA
DI INVESTIMENTO
REDDITIZIO ,
pur difficilmente valutabile, ma che
contribuisce direttamente al progresso
delle performance aziendali, attraverso:
- un ritorno sull’investimento stimato
inferiore a 3 anni dal 65% delle PMI;
e l’ottimizzazione dei costi di produzione.
- un accrescimento delle parti di mercato,
rilevato dai due terzi delle PMI;
- un incremento delle vendite tanto
sul mercato francese (65%) quanto
all’estero (60%);
- un aumento dei prezzi di vendita
e dei margini di guadagno.
IL DESIGN, INFINE, COSTITUISCE
UN
:
INVESTIMENTO
PLAISIR
al di là delle motivazioni obiettive sopra
esposte, il 30% delle PMI che accordano
un ruolo importante al Design nell’economia
della loro strategia d’impresa, sottolinea
l’aspetto magico, sognante e affascinante
espresso dal Design stesso.
25
IL DESIGN E LE SUE RELAZIONI CON IL
MONDO INDUSTRIALE NELL’ANALISI ACUTA
E PUNTUALE DI MICHEL TORTEL
Il termine Design evoca numerosi mestieri e costituisce un elemento che si avvale
di mezzi strutturali molto diversi. Esso può essere inteso come una professione
“di servizio”, tale da offrire all’industriale una capacità di analisi del marketing,
una competenza tecnologica e stilistica, conducenti all’espressione di una sintesi
degli obiettivi di mercato e a una speranza di crescita.
Inoltre si può parlare del Design anche
il Corporate Design, la grafica, il packaging,
le molteplici fasi e figure che intervengono
come percorso di ricerca creativa, esito
il Design di prodotto, il Design di ambienti.
in un progetto. Il Design “di servizio”
non di una domanda di marketing, ma
Particolarmente complesso ed esigente,
rivolto a un prodotto interviene spesso,
del desiderio e dell’intuizione del creatore.
nel caso della produzione industriale, tale
nell’ambito delle PMI, nelle logiche
Questo designer si farà spesso portatore
genere di Design richiede una conoscenza
di mercati altamente concorrenziali.
di uno stile proprio, di uno stile che certo
approfondita degli stili, linguaggi e codici
Esso deve risultare convincente attraverso
offrirà materia ed elementi di arricchimento
che contraddistinguono i mercati destinatari,
il successo commerciale e la conseguente
ai designer “di servizio”.
per non parlare della padronanza completa
crescita indotta, perché possa trasformarsi
L’attività di Design “di servizio” riunisce
di tutte le tecniche e tecnologie, nonché
in un investimento ricorrente dalla
molteplici discipline e applicazioni:
della metodologia utile a gestire
redditività quantificata. Il buon esito
di un progetto può essere la risultante
di uno o più assi di innovazione, quali
l’integrazione di una nuova tecnologia,
il miglioramento dei processi industriali,
l’ergonomia, il controllo dei costi
ed evidentemente l’impronta di uno stile.
Le ricerche personali che conducono a una
creazione “fuori domanda”, possono
anch’esse generare crescita, grazie
all’impatto
dell’immagine,
benché necessitino di tempi
di risposta più
lunghi e di una
dose di coraggio
maggiore.
È proprio tra
26
il puro lavoro di ricerca sulle semplici
nella prospettiva di nuove funzionalità,
maggior parte dei casi, la professione
possibilità di un materiale e l’interpretazione
del rispetto dell’Uomo e del contesto
del designer si estrinseca nella concezione
letterale di un capitolato d’onere, che
ecologico, la vera sfida degli anni a venire.
del prodotto, dalla redazione di un
mutua uno stile x perché sia leggibile su un
A questo proposito, vorrei citare il caso
capitolato d’appalto ergonomico
certo mercato, che si estende il vasto mare
della città di Milano e della partecipazione
e funzionale, allo sviluppo 2D, 3D, fino
della professione designer.
del mio atelier al concorso internazionale
Personalmente, mi trovo al crocevia dei due
indetto dalla municipalità lombarda, per
strumentali. Certo, tra queste ultime,
modi di intendere il concetto di Design,
lo studio e la realizzazione di un diverso
emergono i mezzi informatici che, come
di cui ho parlato poc’anzi, conducendo
sistema di illuminazione. Tale obiettivo
tutti sanno, consentono oggi di semplificare
una ricerca sulle nuove tecnologie, le nuove
spettacolare incarna e simboleggia il matri-
e abbreviare alcune fasi progettuali.
funzionalità, il significato delle forme
monio, a mio giudizio riuscito, tra Design
Penso, per esempio, alla trasmissione
che ne derivano, e convogliando il mio
e architettura, al servizio della creazione
virtuale di immagini e informazioni
impegno nel reperimento di soluzioni
di un luogo ove la qualità della vita
e al ruolo formidabile che essa svolge
efficaci alle richieste contenute nei capitolati
è altamente salvaguardata; un matrimonio
nella gestione dei contatti con le équipe
d’onere funzionali, tecnici e industriali
in cui la tecnologia asserve l’eleganza,
tecniche. Ma quali sono i vantaggi indotti
dei miei clienti. Ciò che mi preme sottolineare
la performance e la tutela dell’Uomo.
da una simile ottimizzazione dei mezzi
è l’importanza che il Design sbocci al
Lo stesso potrei dire pensando ai miei
di comunicazione?
di fuori dell’ambito della casa, per riempire
interventi per la rete metropolitana
Potenzialmente parlando, direi la rapidità
di sé gli spazi collettivi, le strade, i trasporti
di Parigi, per la quale sono stati studiati
di rinnovamento della produzione.
pubblici, l’intera città: veri luoghi d’incontro
e messi a punto progetti relativi a spazi
In realtà, la suddetta ottimizzazione
e parenti poveri del Design. In questo senso,
di servizio e ristoro, utili ai passeggeri
favorisce soprattutto la qualità e la
da circa tre anni ho indirizzato i miei sforzi
per sostare, incontrarsi, prendere delle
tempistica necessaria alla concezione
e impegni professionali verso il Design
informazioni. Nel ventaglio dell’attività
di prodotti intelligenti e performanti,
di quegli elementi che costituiscono gli spazi
progettuale svolta, accanto ad approcci
nell’alleggerimento di inutili oneri di lavoro.
comuni: Design dell’illuminazione, delle
molto tecnici e pragmatici per prodotti
Solo produzioni molto complesse
infrastrutture, delle macchine da strada,
di serie che necessitano di un adeguamento
e articolate, quali le automobili o gli articoli
dei mezzi e organizzazione degli spazi
dell’equazione Costo-Mercato-Produzione,
destinati alla grande consumazione,
dei trasporti pubblici, il Design urbano in
vi sono creazioni dalla forte componente
commercializzati nelle reti di grande distri-
tutta la sua scala espressiva, la scenografia.
architettonica in cui i parametri “prezzo
buzione, beneficiano realmente di questo
È così che ho creato il concetto di “Design
di costo” e “processi industriali” sono più
tasso di rinnovamento accelerato.
d’architettura”. Qualunque siano i processi
facili da controllare, in quanto gli strumenti
Mi chiedo: “È una buona cosa?” Credo di no.
o le logiche che conducono all’ideazione
necessari per costruirle non si limitano
Sono convinto dell’eternità e dell’atempora-
e progettazione di un edificio, qualunque
al parco macchine di un solo imprenditore.
lità. Un’azienda può avere ugualmente
sia la sua pertinenza funzionale, esso resta
La missione del Design può talvolta
ottimi margini di reddito anche con ritmi
comunque un “oggetto” nel contesto
limitarsi all’organizzazione e gestione
di rinnovamento del prodotto modesti.
di una strada e manterrà questa identità
del progetto, l’osservanza del planning,
In ogni caso, l’insorgere di articoli veramente
a lungo. Il Design di questi “oggetti”, così
il coordinamento dei sous traitants, oppure
innovativi o capaci di infrangere le barriere
come di quelli che costellano piazze, parchi,
rivestire la forma di attività consulenziale
del tempo è un’operazione lunga, un parto
hall, centri commerciali, rappresenta,
in seno all’azienda. È pur vero che, nella
difficile, una dimostrazione di pazienza.
27
alla messa a punto di tutte le componenti
dossier
dossier
IL
DESIGN
MONDO INDUSTRIALE:
E IL
FENOMENOLOGIA DI UN RAPPORTO
E INFINE IL MIO PENSIERO
SUGLI IMPRENDITORI.
Va da sé che il modo di approcciare
il mondo dei designer vari in funzione
delle esigenze e della cultura dei singoli
industriali. Le imprese dirette dai loro
fondatori, indipendentemente da una
qualunque dimensione, accolgono con
maggiore facilità la prospettiva di correre
il rischio “creatività”, in quanto quest’ultima
fa parte della memoria storica dell’azienda.
Per contro, le grandi società che comprendono al loro interno Direzioni Marketing,
la cui dirigenza proviene dalle Grandes
Ecoles de Commerce, manifestano sovente
un certo spirito di protezionismo, vorrei dire
reticenza, nell’affrontare il suddetto rischio
“creatività”. In questo caso, una maggiore
preferenza è accordata alle strutture Design
“di servizio”, con le quali è più praticabile
un parcours sans faute, garanzia di tranquillità e sicurezza, considerata la mobilità
delle carriere marketing. D’altro canto, mi
preme sottolineare che proprio le esigenze
di crescita che caratterizzano il mondo
imprenditoriale odierno, favoriscono anche
all’interno delle strutture Design “di servizio”
di cui ho parlato poco fa, una certa
apertura, tale da introdurre e integrare
la ricerca creativa. Le relazioni tra
l’industriale e il designer cominciano con
la scoperta e la voglia reciproca di lavorare
insieme. Nell’ambito di un Design cultivé,
come può essere quello del mobile,
Marketing e il Capo progetto, dall’altro
dell’illuminazione, le scelte avvengono
gli esperti tecnici. È in questa fase che
sulla base delle referenze e della notorietà
si pone la negoziazione su ciò che sarà
del creatore, ferme restando la qualità e
realizzato e per quale valore. In termini
l’intelligenza del progetto. Sta al designer
di costo, lo sviluppo di un prodotto
avanzare le sue prime proposte di un
la cui qualità può indurre una variazione
prodotto o suggerirne un’idea, accettando
nelle proporzioni di vendita compresa
ogni rischio, nella consapevolezza che tale
tra il 30 e il 200%, ha un’incidenza molto
modus operandi è il solo sistema di convin-
debole se paragonata agli investimenti
zione. Gli industriali cercano comunque
ammessi per la comunicazione.
di minimizzare ogni parametro di rischiosità
Si tratta di costi indicizzati, spesso,
e raccogliere il massimo della creatività,
sulla base del numero di ore necessario
i designer tendono a trovare, tra gli interlo-
al raggiungimento di una soluzione creativa
cutori, clienti o partner con i quali creare
o, ciò che è meglio, di royalty stabilite
oggetti utili, in uno scambio vicendevole
a partire dai dati di fatturato. Quest’ultima
di conoscenze. Un progetto di Design
linea di condotta, che personalmente ritengo
è un’operazione a lungo termine,
corretta, è adottata di preferenza dalle
un’operazione che significa comprendere
aziende che operano nel settore del mobile
profonda-
e dell’illuminazione, piuttosto che da quelle
mente
imprese la cui produzione si caratterizza
il vero
per forti volumi. La prima fase di studio
valore di
tra le due figure in campo, l’industriale da
un’impre-
una parte e il designer dall’altra, conduce
sa, il suo
capitale
sotto tutti
i punti
di vista,
storico,
umano, di produzione.
Indagare e mettere in luce
le potenzialità di un’azienda
è cosa lunga, richiede
tempo, perché il risultato
sia davvero di qualità.
Stabilito il feeling tra
le persone, si formano
i gruppi di lavoro, da
un lato la Direzione
28
alla reciproca valutazione delle competenze,
facilissimo, ma nell’impegno di realizzazione
responsabilizzazione nell’atto creativo, con
del know-how tecnico-tecnologico,
di un buon prodotto, impegno che sovente
tutti i rischi che esso comporta; non esistono
della capacità di dialogo umano tra le
attraversa fiere lotte, discussioni,
esitazioni nel mettere a disposizione del
persone, dei vicendevoli apporti. Si tratta
ripensamenti, correzioni di rotta.
designer i mezzi industriali necessari alla
di trovare la giusta distanza nelle relazioni,
Ciò che importa, comunque, è l’esigenza
realizzazione di un buon progetto, non
un comune senso di complicità e parteci-
di qualità, la sola a dover primeggiare,
esiste paura alcuna dell’innovazione, ma
pazione al progetto, un’intesa più vasta
la sola il cui successo sarà decretato
un’ottima conoscenza degli strumenti per
che il tempo consolida, perché, in ultima
dall’utenza e non dall’abilità politica.
conseguirla e una grande esigenza tecnica.
analisi, la missione del designer possa
Infine una parola sugli industriali italiani,
evolversi in una mission d’accompagnement,
in particolare Artemide, con cui il mio
ovvero nella progressiva assistenza attenta
atelier ha un rapporto privilegiato.
e in grado di offrire quei consigli e intui-
Tra i segni distintivi dell’imprenditoria
zioni che possano arricchire la strategia
della vicina Italia vi sono, senza dubbio,
di prodotto e l’immagine dell’azienda.
la cultura, la raffinatezza dell’istinto,
Un’ultima battuta sul ruolo educativo
la sensibilità verso una spettacolare spinta
del designer, ben evidente quando
innovatrice, commercialmente molto efficace.
il rapporto si instaura con industriali
Questa naturalità nell’eleganza ritengo
dalle scarse conoscenze in materia
sia assolutamente unica, frutto non già
di tecnologia e stile, o che possiedono
di un’analisi marketing, come in Francia
un’idea precisa e, in qualche modo,
o Germania, ma di un culto della creazione
condizionante. La responsabilità del creatore,
e di un rapporto stretto e intelligente
in questo caso, consiste non nel tentativo
tra designer e industriali. Non esistono
di “seduzione” del cliente, per altro
capitolati d’onere interminabili, ma una
Michel Tortel
CHI È MICHEL TORTEL
Formatosi come architetto DPLG, Michel
Tortel ha lavorato quale consulente in
tecnologia per diverse società. Nel 1985,
in occasione della creazione della sua
agenzia, ha ideato, in rapida successione,
una lunga serie di progetti, da una linea
di lampade per il gruppo HABITAT, a
diversi studi per aziende di riferimento
nel mondo imprenditoriale francese,
quali
LIGNE
ROSET,
BACCARAT...
Naturale è stato il passaggio dall’universo housing al Design di prodotto con
TERAILLON, ai telefoni con MATRA,
FRANCE TELECOM, DASSAULT, all’architettura e scenografia con LA VILLE DE
PARIS, LA CITE DES SCIENCES DE LA
VILLETTE. Tortel si è distinto altresì per
la realizzazione di studi di sistemi d’ufficio con ACIAL e STRAFOR, nonché per
importanti progetti europei con ELF,
ARTEMIDE,
THORN
EUROPHANE,
LEGRAND e LAFUMA. Ispirato, rigoroso e
profondamente sensibile alle controtendenze che si stanno diffondendo nella
nostra società industriale, Michel Tortel è
attualmente impegnato in numerosi progetti di comunicazione e management.
dossier
dossier
IL
DESIGN
MONDO INDUSTRIALE:
un oggetto può provocare sulla vita
E IL
dell’Uomo, le necessità ed esigenze morali
FENOMENOLOGIA DI UN RAPPORTO
e spirituali di quest’ultimo, per giungere
all’ideazione di un prodotto carico
di umanità, di una forte dose di positività,
se vogliamo di una certa percentuale
di kitch. Il punto di partenza della ricerca
ALESSANDRO MENDINI
E IL SUO ATELIER:
IL DESIGN IN CHIAVE
ANTROPOLOGICA
Nel mondo dei designer italiani, un ruolo e un messaggio carico di significato
e suggestioni è certamente espresso dal celebre atelier milanese, guidato da Alessandro
e Francesco Mendini, di cui accogliamo in queste pagine la testimonianza, nell’incontro
avuto con Michela Pagani.
dell’atelier è proprio l’emozionalità di un
oggetto e in ciò la sua decorazione, la sua
superficie, la sua “pelle” svolgono un ruolo
fortissimo e determinante. L’architetto
Mendini si applica molto allo studio della
superficie dei materiali, negli oggetti come
nelle opere di architettura, nella convinzione
che l’elemento decorativo sia il primo
istinto dell’Uomo - pensiamo, per esempio,
alle rappresentazioni parietali delle caverne
di età preistorica -, espressione della cultura
la persona, l’essere umano, a partire
e del sentimento di una popolazione;
esistono ancora, nell’ottica dell’atelier
da un approccio antropologico al progetto.
sono quindi, in ultima analisi, decorazione
Mendini, orizzonti da scoprire, terre da
Si tratta sempre di valutare l’effetto che
e colore i fattori su cui si giocano emozio-
1. Nel panorama del Design internazionale,
esplorare, o tutto è già stato pensato,
creato, ideato?
“L’architetto Mendini ama spesso paragonare
il Design alla composizione musicale, a quel
variegato e multiforme mondo dei suoni
e delle canzoni, dove sembra, ogni volta,
di essere giunti a un traguardo finale,
di aver esaurito ogni spunto innovativo,
e invece così non è, come dimostra la
continua creazione di brani nuovi che si
ispirano a modelli o stili del passato.
Ciò che accade oggi nella professione designer
è qualcosa di analogo, e l’atteggiamento
di pensiero espresso e manifestato dall’atelier
Mendini non è quello di risolvere, diversamente da quanto è stato fatto in epoche
recenti, il progetto nella sua funzione
(risoluzione del problema troppo semplicistica),
ma studiarne l’impatto e la relazione con
nalità, spiritualità e dignità di un oggetto”.
per estrinsecarsi in una cooperazione
partecipata e attiva alla concretizzazione
2. A partire dalla concezione del Design
di un progetto e alla sua ottimizzazione,
poco sopra richiamata, come si concilia,
ognuno con la sua specifica esperienza
nel caso dell’atelier Mendini, il rapporto
e professionalità. L’architetto Mendini, del
con l’imprenditore/committente?
resto, ha sempre assunto, nella realizzazione
“Nelle fasi di realizzazione di un progetto,
di un lavoro, il ruolo di direttore
la figura dell’imprenditore è sempre tenuta
d’orchestra, di colui che si impegna a far
in considerazione, relativamente agli input
coincidere, ad armonizzare tra loro sinergie
che da essa derivano. Molto spesso, tuttavia,
e personaggi che collaborano, in modo
- l’esempio principe è dato dalla collabora-
paritetico, ciascuno nel suo ruolo, al
zione tra l’architetto Mendini e Alberto
compimento di una creazione. La parola
Alessi - il rapporto travalica i limiti tradizio-
magica è quindi armonia, collaborazione
nali della relazione progettista/committente,
del gruppo come voce corale e non solista”.
L’ATELIER MENDINI
Alessandro Mendini, architetto, è nato a Milano nel 1931. Ha diretto le riviste
“Casabella”, “Modo” e “Domus”. È interessato specialmente al Design neomoderno
e contemporaneo. Collabora con varie industrie per l’impostazione dei loro problemi
di immagine e Design. Realizza oggetti, mobili, ambienti, installazioni, pitture.
È stato art director dello Swatch Lab, è membro onorario della Bezalel Academy
of Arts and Design a Gerusalemme. Tra i riconoscimenti avuti, gli è stato attribuito
il Compasso d’oro per il Design, l’onorificenza dell’Architectural League di New York
ed è Chevalier des Arts et des Lettres in Francia. Nel 1989 ha aperto con il fratello
Francesco l’atelier Mendini a Milano, progettando la casa Alessi, una torre a Hiroshima,
il museo di Groningen in Olanda, il Forum-Museo di Omegna, l’arredo urbano
e la pavimentazione del centro di Riccione, un teatro ad Arezzo con il restauro
di un monastero rinascimentale, e altri edifici in Europa.
Francesco Mendini, architetto, è nato a Milano nel 1939.
Inizia l’attività alla Nizzoli Associati con progetti di architettura, tra i quali, i nuovi
uffici e il centro sociale per l’Italsider a Taranto, nonché altri complessi in Europa
e Africa. È consulente di vari istituti di ricerca edilizia, del CNR e nell’atelier
è responsabile specialmente dei lavori di architettura e di allestimento.
L’atelier Mendini a Milano è formato da una ventina di architetti, grafici, designer
ed è responsabile del progetto dei negozi Swatch nel mondo.
31
Nelle pagine precedenti,
da sinistra a destra:
Alessandro Mendini, Varie
In queste pagine,
da sinistra a destra:
Alessandro Mendini, Fotoritratto
Alessandro Mendini, Varie
INNOVAZIONE NELL’USO, AVANGUARDIA
ESTETICA E DI CONCEZIONE DEL PRODOTTO DECLINATI
DA MICHEL MILLOT
Volendo affrontare il tema del valore e significato del Design nell’attuale realtà
imprenditoriale, dapprima una premessa. L’agenzia che dirigo ha concentrato
le sue attività d’intervento nel Design industriale, negli stand espositivi, nel packaging,
nella comunicazione visuale, con un approccio, in linea parallela, al marketing
e all’analisi del valore del prodotto, nonché a uno studio della funzionalità d’uso.
Il ruolo del designer, da questo punto
esigenze concrete di tutti i futuri
di vista, consiste nella miglior concezione,
utilizzatori dell’oggetto stesso, di coloro
valutazione delle soluzioni, argomentazioni
che, in progresso di tempo, ne vivranno
delle vendite, con un’attenzione particolare
il contatto fisico e sensoriale. Questa è,
all’immagine del prodotto, alla sua forma
in definitiva, la base più solida e, forse,
plastica, al suo colore. Il Design è pertanto
poco esplorata, a partire dalla quale ricercare
un affaire d’industrialisation e di commercia-
soluzioni e valutarne le performance
lisation, che non trascura né la riduzione
d’uso eventuali, senza peraltro confondere
dei costi né l’innovazione tecnologica,
un cahier des charges fonctionnelles d’usage
ma punta sulle qualità di funzione:
con un rigoroso capitolato d’onere tecnico
comodità di utilizzo, confort, sicurezza.
o commerciale. In nessun caso creatività
La base operativa della professione
e innovazione sono pregiudicate.
del designer è costituita da quel linguaggio
Michel Millot
comune di intenti, noto
CHI È MICHEL MILLOT
Cresciuto alla celebre scuola di Ulm,
la Hochschule für Gestaltung, dopo
un’esperienza di designer nell’ambito
dell’industria automobilistica e di
allestimenti di uffici, Michel Millot ha
creato e dato vita al servizio di Design
di prodotto presso il Centre Georges
Pompidou (Centre de Création Industrielle),
sviluppando nel corso di una carriera
trentennale, l’obiettivo di una
cooperazione sinergica tra gli uomini del
marketing, i designer, i tecnici. Professore
all’Ecole Nationale Supérieure des Arts
in Francia con il termine
Décoratifs de Paris, insegna analyse des
di cahier des charges
qualités d’usage e méthodologie du Design,
fonctionnelles d’usage,
con interventi anche in altre scuole
condiviso dai responsabili
prestigiose di ingegneria e marketing,
delle politiche di prodotto,
a Montréal,
le équipe di Design,
Pechino,
i tecnici di produzione, ecc...
Seoul, Grenoble,
Nel momento in cui viene
Toulouse... Suo è il
decisa la concezione
progetto di istituire la prima
di un nuovo oggetto,
formazione post diploma
sta al designer, nell’ottica
in marketing management
dell’agenzia Millot, prendere
e Design management.
in esame l’insieme delle
32
TESTA E CUORE,
GLI INSEPARABILI STRUMENTI
DI LAVORO DI DANIELA PUPPA
Un caleidoscopio di sentimenti suscita Daniela Puppa in chi la incontra e parla con lei
della sua professione, semplicemente e profondamente insieme, senza altisonanza di termini
o tecnicismi degli addetti ai lavori, ma con intensità di concetti e materia di ricercata riflessione.
Questo ciò che ci ha raccontato ...
1. Il Design secondo Daniela Puppa.
sere umano; e in ciò si pone il mio personale
di una piccola/grande sfida nel mio lavoro:
“Che cos’è oggi il Design? Sinceramente
punto di vista, il mio sforzo di anticipazione
centrare non un prodotto in senso
non riesco a pormi questa domanda,
delle attese e delle esigenze, nella ricerca
generale, ma qualcosa che abbia
perché ritengo che sia difficile trovare risposte
di nuovi valori, di un diverso modo di
un’identità richiamabile alla committenza,
teoriche in relazione a qualcosa che si
approcciare e vivere gli oggetti.
sia che si tratti di un oggetto di Design
svolge quotidianamente nel proprio lavoro,
Per tale ragione, ritengo che la tecnologia
sia che si tratti di un oggetto fashion.
concettuale e manuale al tempo stesso.
in senso stretto non sia elemento sufficiente
In merito poi all’utente finale, esso è certo
Il Design è la professione che svolgo,
a raggiungere l’obiettivo di progettazione
presente nel mio operato come soggetto
nella quale la mia attitudine a rapportarmi
che mi propongo, ma occorra anche
emozionabile, indipendentemente da ogni
con il mondo degli oggetti consiste nel
la partecipazione di una componente
considerazione sulle sue potenzialità o
pensare alle cose che ci circondano in due
di passione e poesia, di qualcosa, in altri
volontà di acquisto, pur ammettendo che,
modi: con la testa e con il cuore.
termini, che nasca dall’interiorità, dal cuore”.
come è logico pensare, a seconda delle
fasce di mercato coperte dal committente
Con la testa significa cercare un
vi è un’attenzione maggiore per un tipo
miglioramento continuo della qualità,
2. Nel rapporto con l’imprenditore e, in
attraverso le innovazioni che vengono
ultima analisi, l’utente finale, come si
di clientela piuttosto che per un altro.
via via introdotte nella vita di tutti noi,
conciliano per Daniela Puppa gli input
In assoluto posso dire che un
attraverso una tecnologia che consente
intimi del creatore?
atteggiamento progettuale differente
di giungere alla progettazione di oggetti
“In primo luogo, come mia attitudine, non
si instaura quando lavoro per una
il cui valore non sia racchiuso solo in una
ho mai inteso la richiesta del committente
committenza precisa, disegnando un mio
maggiore sofisticatezza di meccanismi
come un vincolo, una limitazione, dal
oggetto, e quando invece svolgo il ruolo
e materiali, ma anche, e soprattutto,
momento che mi propongo ogni volta
di consulente per la piccola e grande
nella capacità di suscitare e sviluppare un
il perseguimento della massima sintonia.
distribuzione, dove la tipologia del prodotto
nuovo e diverso senso tattile e del colore.
Al contrario, quello che io definisco “non
è allargata (si tratta di vendere,
Superato il concetto basilare di forma/fun-
vincolo” rappresenta per me una “precisa-
per esempio, un pacchetto di articoli per la
zione, va da sé che al giorno d’oggi il
zione”, nonché un aspetto di estremo
casa), dove propongo un’idea in anonimato,
Design investa la sfera del superfluo, di quel
interesse, in quanto comporta l’introduzione
non il mio nome, ma la mia esperienza.
mondo in più, costituito dai desideri dell’es-
di un metodo e sistema di ragionamento,
In altre parole, l’obiettivo non è aggiungere
33
dossier
dossier
IL
DESIGN
MONDO INDUSTRIALE:
E IL
FENOMENOLOGIA DI UN RAPPORTO
volutamente a un proprio prodotto
un marchio di identità visiva, bensì migliorare
o dare a una collezione quella sorta
di fil rouge che riunisce e globalizza le idee
progettuali, al fine di accrescere la forza
dell’immagine e, di conseguenza,
la potenzialità di vendita. Se nell’atto
di disegnare miei oggetti esprimo e manifesto,
consciamente o inconsciamente, un linguaggio
Questo è quello che io amo definire
e della concezione della moda Dior espressa
“lavoro di alto anonimato”. Articolato,
dai suoi creatori.
infine, è pur anche il modo di disegnare
Esemplificando, il mio punto di arrivo
un oggetto fashion, campo nel quale opero
è disegnare una borsa che sia rappresenta-
da diversi anni, per esempio con la Maison
zione di raffinatezza, freschezza, globalità
Dior relativamente agli accessori. In questo
di accettazione del mondo, sintonia
caso diverse sono le valenze in gioco:
con l’abbigliamento e le scelte dello stilista.
l’interpretazione dell’immagine Dior, che
Tutto ciò inventando cose nuove,
significa prestigio, lusso, grande femminilità,
sviluppando il piacere della ricerca,
la capacità di rispondere al nuovo mercato,
sollecitando il desiderio. Ancora una volta
sempre più giovane, casuale, dalle modalità
poesia e tecnologia insieme: dall’idea
di acquisto impulsive, nella suprema
di un effetto, da un impeto di passione
considerazione dell’evolversi dello stile
lo studio di tecniche e materiali”.
DANIELA PUPPA
che mi appartiene, nel momento in cui
Laureatasi in architettura al Politecnico di Milano, Daniela Puppa comincia la sua carriera
mi applico al progetto di un’organizzazione
nel 1972 come redattore della rivista specializzata “Casabella”, diretta da Alessandro
di una serie di articoli, non necessariamente
Mendini. Nel 1976 prende parte al progetto “MODO”, rivista di Design, di cui è redattore
di mia realizzazione, il quesito che mi
capo dal 1981 al 1983. Contemporaneamente, prosegue la sua attività di designer,
pongo è da un lato come far emergere
lavorando con gruppi di avanguardia nel movimento “Design radicale” e mantenendo
l’identità della committenza, di un nome
proficue collaborazioni, in relazione a diversi progetti, eventi, mostre, con Alchimia
(CROFF o HABITAT), l’origine delle matrici,
e Memphis. Nel campo del Design industriale, si è particolarmente distinta per la realizza-
dall’altro che cosa
riuscire ad aggiungere
a una radice.
zione di diverse creazioni per FONTANA ARTE, DRIADE, ROSET, CAPPELLINI INTERNATIONAL, KARTELL, BRUNATI, VALLI&VALLI, nonché per il coordinamento di un gruppo
di designer impegnati nello sviluppo di nuovi prodotti per la celebre vetreria veneziana
BAROVIER&TOSO. Nella molteplicità degli studi condotti, Daniela Puppa ha legato il suo
nome a una lunga serie di progetti prestigiosi che vanno dal settore tessile a quello della
ristrutturazione e decorazione d’interni (show-room Fontana Arte a Milano e Los Angeles,
negozio pilota Henry Cotton’s a St. Tropez, negozio Barovier&Toso a Milano, interventi
di ristrutturazioni e decorazioni d’interni per Gianfranco Ferré), all’attività consulenziale
per la Grande Distribuzione (dal 1985 al 1991 responsabile dell’immagine globale
di Croff, ivi incluso il coordinamento della ricerca di prodotto e di stile, nel 1997-98
consulente della direzione artistica globale per i negozi Habitat), all’ambito della moda,
Nelle pagine precedenti,
da sinistra a destra:
Michel Millot, Daewoo, aspirateur
Michel Millot, Facom, pied à coulisse
nel quale ha svolto, e svolge tuttora, incarichi importanti, quali la direzione artistica,
dal 1989 al 1992, per le collezioni in pelle e le linee di abbigliamento sportivo di Nazareno
Gabrielli. Attualmente, si occupa della collezione di accessori di Gianfranco Ferré (dal
1989) e, dal 1993, è consulente di Christian
In queste pagine,
da sinistra a destra:
Daniela Puppa, Varie
Serge Berry, Couverts “Blue sirene”
Serge Berry, Téléphone “Banana’s calling”
Dior per il Design degli accessori in pelle.
34
SERENITÀ, PACE E DIMENSIONE ONIRICA
NELLA VALUTAZIONE
DEL DESIGN DI SERGE
BERRY
All’alba del III Millennio è necessario interrogarsi sul divenire dell’Uomo e soprattutto
su ciò che sarà del mondo nel quale avvengono i progressi che lo riguardano.
La fine di questo secolo avrà certo segnato
di meccanismi e processi produttivi, ma ciò
l’era del tecnicismo dalla forte evoluzione
che mi chiedo è se tutto questo corrisponda
esponenziale, nonché della Scienza,
realmente alle attese degli utenti-consuma-
Nato a Maçon, in Francia, nel
ma questo meraviglioso esplodere di nuove
tori. Occorre saper riscoprire e ridonare
1963, e formatosi come designer,
tecniche e tecnologie non è stato necessa-
all’essere umano, nella concezione degli
dopo un’intensa esperienza quale
riamente accompagnato dalla considerazione
oggetti del quotidiano, una dimensione
disegnatore-progettista maturata
che un oggetto è da un lato un elemento
onirica, attraverso l’elaborazione di forme
presso numerosi studi di architettura,
carico di valenze evolutive, dall’altro uno
che ricordino quelle che i regni stessi
nel 1992 espone al Salon
strumento utilizzato dall’Uomo.
della Natura ci mostrano.
International du Luminaire di Parigi
La profonda comprensione dell’oggetto
Pertanto, i grandi gruppi industriali
e l’anno successivo prende parte
può dar luogo a uno scambio tra l’utente
dovrebbero rivolgersi a studi di Design
al Concorso di Architettura per
e lo stesso “volume-oggetto”, a un uso
esterni, pluridisciplinari, la cui visuale
la ricostruzione dei Suk di Beirut.
relazionale e quindi emozionale. L’oggetto
allargata e continuamente pronta a captare
Dopo una serie fortunata di pro-
diviene così qualcosa di permeabile
novità può condurre a nuove sollecitazioni,
getti e studi realizzati per grandi
per l’essere umano. È del resto innegabile
alla realizzazione di gamme di nuovi
gruppi internazionali nel campo
l’influenza che l’architettura dell’edilizia
prodotti per nuovi consumatori.
dell’housing, nonché per varie
e quella dell’oggettistica esercitano sul
Il designer svolge un ruolo di forte respon-
società francesi (è recentissima la
comportamento della persona, se pensiamo
sabilità nel determinare e influenzare modi
realizzazione di una linea di mobili
quale esempio di orrore e di completa
e stili di vita della collettività umana cui
e oggetti in alluminio e plexiglass,
dimenticanza della dignità dell’Uomo
appartiene, e per tale ragione egli dovrebbe
firmata Serge Berry, per SODIFALUX),
ha rappresentato, negli anni ‘60,
possedere, per così dire, una sorta di statuto
nel 1999 fonda la sua agenzia
la costruzione di grandi immobili a forma
di indipendenza, perché il suo potenziale
di Design, attirando intorno
di cubo - “barres” - capaci di generare
creativo non sia ridimensionato o limitato.
a sé e
ed esasperare un malessere esistenziale,
La Bellezza sorge da un atto creativo,
al suo
per non dire di una molteplicità di altri
per creare realmente occorre essere liberi.
modo
problemi in seno al tessuto urbano.
La professione del designer, oggi, non
di intendere
Il parallelepipedo, il rettangolo e il quadrato,
conosce confini sulla Terra. Ci apprestiamo
la professione
onnipresenti nelle forme di tutti gli oggetti
a varcare la soglia dell’era postindustriale
designer una particolare
abitualmente in uso nelle nostre società,
e nel momento in cui il mondo
attenzione da parte della
non predispongono l’Uomo alla quiete,
imprenditoriale in senso lato avrà fatto
stampa specializzata, europea
alla serenità di spirito, al sogno. È pur vero
propri i nuovi concetti emergenti, il futuro
come statunitense.
che un volume quadrato nell’industria
potrà riservargli prospettive sempre
consente una grande semplificazione
più promettenti.
Serge Berry
35
CHI È SERGE BERRY
“NON SI PUÒ CREARE NULLA DI NUOVO SE PRIMA NON SI HA
UNA PROFONDA CONOSCENZA DELLA
TRADIZIONE”
Antonio Gades
Con questa frase pronunciata nel corso di un’intervista dal celebre ballerino di flamenco
spagnolo, Antonio Gades, si è concluso il nostro incontro con Monica Rossi, creatrice
e imprenditrice insieme, anima di Anaconda, figura indipendente e fieramente interprete
di uno stile e di una ricerca assolutamente originali nel mondo della gioielleria.
1. Come nasce l’esperienza di Anaconda
e in quale modo, secondo Monica Rossi,
si inserisce nel panorama del Design
in Italia?
“L’esperienza di Anaconda credo debba essere
suddivisa in due fasi: un periodo iniziale,
legato a un’età giovanissima e a un non programma, nel senso che Anaconda è sorta per
un moto naturale ed è diventata specifica
nell’ambito della gioielleria in progresso di
tempo. Nata come espressione di una passione
per l’oggetto, il tessuto, il gioiello, essa trova
in quest’ultimo la sua dimensione d’elezione,
tra il 1983 e il 1984, quando, dopo un avvio
sperimentale e di tastazione del terreno, ho
cominciato a disegnare gioielli, dedicandomi,
da allora, soltanto a questa attività. Come la
mia esperienza si inserisca nel contesto del
Design italiano francamente mi è difficile, se
non impossibile, dirlo, perché non sono
molto amante del concetto di Design, termine
che ritengo sia stato straabusato e mal
applicato. Ciò che mi interessa, pertanto, non
è procedere in questa direzione, ma parlare
della mia ricerca, ovvero del mio istintivo
attaccamento alla tradizione del passato
universale dell’Uomo, non soltanto e necessariamente contestualizzato al Paese Italia,
di un moto naturale di rielaborazione di ciò
sensibilità di molte persone, diverse fra loro”.
che il passato stesso ci ha consegnato.
Questo perché, partendo dal presupposto
2. Come nasce una creazione Anaconda?
che comunque sia già stato fatto e scoperto
“Sinceramente parlando, non riesco a dare
tutto, sono convinta che importante sia
una risposta univoca, dal momento che io
conoscere, rivedere, rimanipolare, con uno
stessa non so quale sia l’input iniziale.
spirito differente, qualcosa che in precedenza
Nel caso di un lavoro su commissione, lo sti-
l’Uomo ha già indagato, esplorato,
molo è preciso e identificabile con la persona
riconosciuto. Per quanto mi riguarda, l’ele-
che mi richiede la realizzazione del gioiello;
mento fondamentale nel quale mi identifico
il mio approccio di partenza diviene quindi lo
è l’istintività del mio movimento creativo,
sforzo di comprendere chi ho di fronte a me,
il suo essere non ragionato né intellettuale
i suoi gusti, i suoi desideri, le sue aspettative,
né teorico né dimostrativo né di avanguardia.
il suo sentire ... È un tipo di operato molto
La validità dell’oggetto Anaconda, se una
privato, un lavoro a due. Per quanto riguarda
validità, ben inteso, la possiede, credo risieda
le collezioni che creo due volte l’anno, le
nella sua capacità di riuscire a toccare e far
sollecitazioni sono le più diverse: ultimamente,
vibrare molte corde, raggiungere l’animo e la
per esempio, a darmi il la sono stati una
36
musica e un colore, il blu, con un
della committenza. Chi disegna e progetta
conseguente percorso di ricerca di materiali
per altri, a mio modo di vedere, dovrebbe
in tutte le tonalità, dal bianco azzurrato
avere un ambito ricreativo interno neutro,
al blu profondo. Mare e cielo le dominanti
necessario per partorire idee nuove, non farsi
di una collezione per me molto importante,
condizionare troppo dalle richieste
in quanto in essa ho coniugato la mia anima
del mercato, per evitare di diventare risposta
più barocca, espressa dall’incisione
a una domanda, e non più proposta.
e dal traforo, con le mie origini primitive,
Tuttavia, operando in direzione di un
sottolineate dalla semplicità, irregolarità
mercato, è fondamentale vivere un rapporto
e primordialità delle forme. Nella collezione
reale con l’intorno che ci circonda.
dello scorso mese di giugno, ancora,
In sintesi, l’accezione pura di un designer,
ho ricercato l’allegria, il divertimento,
secondo il mio punto di vista, è quella
basandomi su materiali dalla forte valenza
non di una risposta immediata e temporale
cromatica (rubini Burma, per esempio),
a una richiesta della committenza o a
minimizzando l’elemento formale e dando
un’innovazione, ma la soluzione estetica
predominanza al colore. In poche parole, lo
a un tipo di progetto. In questo caso, credo,
slancio creativo iniziale varia di volta in volta:
il limite del Tempo è superato e vinto”.
un materiale, un colore, un’idea, un nome ...”
In queste pagine, da sinistra a destra:
3. Il tema principe intorno al quale ruota
Monica Rossi, Gioielli vari
Monica Rossi, Fotoritratto
questo nostro dossier è l’analisi della
relazione tra designer, da un lato, e
committente, dall’altro. Qual è la posizione
di Monica Rossi su questo argomento?
“Nascendo come creatrice nell’ambito
di una bottega artigiana, ho da sempre avuto
con il pubblico un rapporto molto forte
e privilegiato, pubblico dal quale sono stata,
peraltro, viziata e coccolata, pubblico che
è stato per me stimolante, bello, interessante,
gradevole e fonte di grandi input.
Compito di ogni designer credo debba essere
proprio questo primario atto di comprensione
dell’interlocutore che si ha di fronte, sia esso
una multinazionale o un singolo individuo,
attraverso una sensibilità quasi fisica, per
poter pensare a delle proposte, trasmettere
qualcosa senza coercizione o forzatura, ma
in un’armonia di scambi reciproci tra istinti
creativi del designer e orientamenti
37
ANACONDA
“Come molte cose importanti della
vita, Anaconda è nata per caso da un
negozio dall’affitto modesto, in una
zona bellissima di Milano: avevo
ventitré anni, il 24 settembre 1980,
giorno di plenilunio. Amavo scrivere,
viaggiare, ero curiosa, caparbia, indipendente e, probabilmente, alla ricerca
di un’identità più precisa... Anaconda
è nata così, per moto naturale, e così
si è sviluppata, piano piano, in questi
diciannove anni”.
Monica Rossi
Monica Rossi, nata a Milano nel 1957,
vive e lavora nel capoluogo lombardo con
il suo cane Otto, nel fascino di un’arte,
quella orafa e del gioiello, dall’antichissimo
sapore e dalle tracce lontane.
dossier
dossier
IL
DESIGN
MONDO INDUSTRIALE:
E IL
FENOMENOLOGIA DI UN RAPPORTO
Dai designer agli imprenditori,
nella continuità di un dialogo
a tutto campo, in cui la genialità
e il talento dei primi trovano
la miglior rispondenza nella
lungimiranza, sensibilità,
patrimonio tecnologico, conoscenza
del mercato e volontà di anticiparne
le tendenze dei secondi.
I nomi di Fontana Arte, Renault,
Cassina, Thomson Multimedia,
testimoniano in Europa e nel
mondo, considerato il valore
dimensionale delle aziende, quanto
l’elemento Design, sapientemente
inteso e applicato, contribuisca
al successo di un’iniziativa
di prodotto, al prestigio dell’impresa
che di essa si fa portatrice
e promotrice, non solo agli occhi
e nelle aspettative degli addetti
ai lavori, ma anche, e soprattutto,
del grande pubblico
degli acquirenti, sensibilizzato,
acculturato, affascinato.
FONTANA ARTE,
MARCHIO DEL DESIGN DAL
1881
Recensita ovunque nel mondo, presente nelle case di molti, tanti estimatori, Fontana Arte,
come scrive Massimo D’Alessandro nel testo “Fontana Arte Una storia trasparente”, evoca immagini
vivide di un rapporto stretto e fecondo fra creatività colta e originale, capacità produttiva aperta
all’innovazione, grande capacità di imporsi sul mercato grazie all’identità di una proposta
fondata su un originale tessuto produttivo. Questo è quanto emerge altresì dall’incontro piacevole
e intenso avuto con Carlo Guglielmi, attuale Amministratore Delegato della società.
1. Il Design in Italia, il Design in Francia:
industriali e di cultura dell’azienda,
due mondi così vicini eppure così
nell’ambito di un rapporto altamente
lontani. L’analisi di Carlo Guglielmi, in
costruttivo e di arricchimento da ambo
relazione all’esperienza di Fontana Arte.
le parti. In termini economici, con la Francia
“Fontana Arte è stata una delle prime se non
esiste poi una relazione di mercato,
la prima azienda italiana ad avere un rappor-
che vede Fontana Arte operatrice, in grado
to di collaborazione con un designer france-
di sviluppare un fatturato di vendita
se, quando nel 1954 Max Ingrand firmò un
significativo (2,5 miliardi di Lire).
progetto importantissimo per
Ciò nonostante, debbo rilevare che la presenza
la storia della società, che condusse alla
sul mercato d’oltralpe non è ancora molto
realizzazione di un prodotto tuttora a
soddisfacente, in quanto la Francia si è
catalogo con risultati di vendita fantastici.
sempre dimostrata nei confronti del prodotto
Forse il nome di Ingrand non risuona fra
di Design un Paese molto misurato e distante,
quelli più eclatanti nel panorama dei designer,
avvalorando e preferendo ancora oggi
ma certo ha profondamente marcato
un tipo di produzione di mobili e lampade
il percorso storico di Fontana, con una
in stile, non moderne, riproposizione
abat-jour costituita da un paralume in vetro
di un’oggettistica di prestigio del passato.
soffiato opalino bianco e una base dello
Fortunatamente si sta assistendo, in tempi
stesso tipo di vetro, illuminata dall’interno
recentissimi, a un cambiamento di rotta, par-
da lampade, divenuta un autentico best-seller.
ticolarmente evidenziabile in una città come
Attualmente, il dialogo progettuale è aperto
Parigi, complici tutta una serie di straordinari
con alcuni grandi architetti francesi,
interventi di architettura e urbanistica,
Dominique Perrault, per citarne qualcuno,
nonché la notorietà e l’operato rivoluzionario
dotati di un forte senso della concretezza,
di personaggi come Philippe Starck, che
di una notevole capacità di interpretare
hanno trasformato la loro professione anche
e comprendere le caratteristiche produttive,
in un autentico fenomeno da star system”.
38
2. Nel momento in cui viene pensato un
delle idee, quindi la verifica della corrispon-
parte della stampa specializzata,
oggetto e decisa la sua diffusione sul
denza fra queste e il tema affidato e l’analisi
nonché degli stessi architetti, progettisti
mercato, come si estrinseca il rapporto
di tutti i problemi legati alla prototipazione
e prescrittori di lampade od oggetti inseriti
tra l’azienda e il designer?
e ingenerizzazione di prodotto, nell’ambito
nell’ambito dei loro lavori”.
“Fontana Arte e, in generale, tutte le
di un’intensa attività di coordinamento,
società che operano nel campo del Design
controllo e compromesso tra le esigenze
in Italia sono aziende in cui si realizzano
progettuali, quelle produttive, tecniche
quali sono le prospettive di mercato
attività commerciali e di marketing; questo
e commerciali. Certo può accadere che
che si apriranno, in futuro, al prodotto
vuol dire che non si produce nulla, in
un’iniziativa di produzione nasca da un’idea
di Design?
quanto, lavorando su materiali così diversi
particolarmente brillante di un architetto,
“Per quanto riguarda l’Italia, il prodotto
che vanno dal vetro alla plastica, al metallo,
come nel caso di Vico Magistretti e del suo
di Design è qualcosa che viene sempre più
alle componenti elettriche, alle fusioni,
recente progetto di lampada non riferibile
apprezzato, desiderato, accettato e voluto.
non si può ipotizzare di avere all’interno
a una tipologia abituale”.
In misura un po’ diversa, una considerazione
simile si potrebbe fare per il mercato
dell’impresa un’area produttiva tanto
variegata. Per tale ragione, ci si avvale
5. In ultima analisi, Dr. Guglielmi,
3. Si può affermare, Dr. Guglielmi,
tedesco, svizzero e olandese. Vi sono poi
di un sistema industriale che affonda le sue
che Fontana Arte, nel panorama delle
nazioni come la Spagna in forte e rapida
radici nell’Italia dei mestieri, e che consente
aziende italiane che propongono Design,
crescita, con una propensione all’acquisto
di volta in volta, per i singoli progetti,
sia attenta e sensibile alle avanguardie
dell’oggetto di Design particolarmente
di affidare gli incarichi a diverse società di
creative?
marcata e Paesi, come la Francia, che,
eccezion fatta per il risveglio parigino, pro-
fornitura, in funzione delle specializzazioni.
“La risposta è indubbiamente positiva, come
Il ruolo di Fontana Arte è invece, come
dimostra il semplice fatto che tra
cedono a scarto
dicevo, quello di procedere a uno studio
gli architetti collaboratori dell’azienda
ridotto, legati
del mercato, per capire presenze e assenze
figurano designer di età compresa tra
a una cultura
di prodotti, significato e valore dei vari
venti e trent’anni. Per giunta, attraverso
maggiormente
operatori, ragioni per cui, per esempio,
la recente collezione “Candle”, Fontana
conservatrice”.
un dato articolo manca dal mercato.
Arte ha inteso rivolgersi a un pubblico
Definito tutto ciò, si dà solitamente priorità
più giovane, capace di captare i nuovi
all’elemento assente e si affida un tema
linguaggi espressivi di cui le ultime
progettuale a un architetto esterno:
generazioni di architetti sono interpreti”.
dai grandi nomi dell’architettura mondiale,
Gae Aulenti, Ettore Sottsass, Eric Miralles....,
4. Nella determinazione del valore
a personaggi che hanno consolidato un
di mercato di un oggetto, quanto incide
rapporto di collaborazione storica con
la firma del designer?
Fontana, Gae Aulenti, Pierluigi Cerri, Piero
“L’incidenza direi che è assolutamente nulla,
Castiglioni, Franco Raggi, Daniela Puppa,
sia in termini di costi sia in termini di prezzo
per venire alle giovani generazioni, portatrici
di vendita al pubblico.
di idee sempre nuove e di linguaggi
Non c’è dubbio che un oggetto realizzato
comunicativi diversi. Il passo successivo
da un grande nome dell’architettura susciti
è naturalmente la discussione e valutazione
intorno a sé una maggiore attenzionalità da
39
dossier
dossier
IL
DESIGN
MONDO INDUSTRIALE:
E IL
FENOMENOLOGIA DI UN RAPPORTO
RENAULT,
OVVERO IL DESIGN IN MOVIMENTO,
ILLUSTRATO DA CHRISTIAN BARLUET ,
DIRETTORE GENERALE DI RENAULT ITALIA
1. Come è cambiato, nel corso
le attese più emozionali dell’Uomo
3. In un’immaginaria scala di valori,
degliultimi decenni, a suo avviso,
nel tempo, ha subito un cambiamento:
quanto conta, nella determinazione
M. Barluet, il concetto di Design?
si è passati, in effetti, dall’era dell’apparire
del successo di mercato di un
“Renault, “architetto della mobilità”,
a quella del bene-essere.
prodotto, l’elemento “Design”?
che lavora da oltre un secolo per creare
La creatività e l’intuizione dei nostri
“A mio avviso il lavoro del designer
automobili e offrire servizi adatti agli
designer si sono, quindi, incentrate
è di concepire un oggetto che dia
spostamenti, non poteva non porre
più che sul solo aspetto estetico esterno
emozioni; nel caso dell’automobile
nel giusto ruolo il Design, di evidente
del veicolo, sul concetto complessivo
deve altresì far in modo che la vita
importanza per una casa automobilistica,
dell’auto. Da qui, in pochi anni, Renault
a bordo sia un piacere.
come la nostra, che fa dell’innovazione
ha proposto, dopo Espace, Twingo, Scénic,
Del resto, come ha sostenuto anche
il proprio quid di differenziazione.
Kangoo e oggi Avantime”.
Patrick Le Quément in un’intervista,
In questi anni
il concetto
nessuna casa automobilistica oggi
2. Nel variegato panorama delle defini-
potrebbe permettersi di presentare sul
di Design è andato
zioni che di questo termine sono state
mercato delle automobili esteticamente
sempre più
tentate, quale ritiene possa essere
non apprezzabili, oltreché non funzionali
evolvendosi
quella più corretta, o, in ogni caso, che
e inaffidabili in termini di sicurezza.
e modificandosi.
meglio rifletta lo spirito di Renault?
In particolare, per l’automobilista italiano
Il Design, infatti,
“Dare una definizione di Design in poche
nelle motivazioni d’acquisto di un’auto,
che da sempre
parole è molto arduo, perché questo
dalla più piccola alla più importante,
cerca di anticipare
termine racchiude in sé e implica molti
che sia la prima vettura posseduta o una
le risposte a
valori legati alla filosofia della nostra
delle tante auto del nucleo familiare,
quelle che saranno
Marca. Indubbiamente è chiaro, tuttavia,
il Design è sempre al primo posto.
che il Design non può essere e non è solo
E le tendenze in termini stilistici
Estetica, ma anche attenzione all’Uomo
del mercato italiano sono molto
e al mondo che lo circonda, con cui non
importanti per Renault poiché anticipano
deve perdere il contatto, ma creare delle
in qualche modo le condivisioni
sinergie “positive”. Avantime, per esempio,
successive sugli altri mercati europei.
è per Renault proprio la concretizzazione
Il successo immediato di Scénic in Italia,
di questo spirito di innovazione che non
arrivato poi gradualmente in Europa,
è mera originalità stilistica, fine a se stessa”.
ne è un esempio significativo”.
40
THOMSON LIFE,
INNOVAZIONE TECNOLOGICA E PUREZZA
DEL DESIGN ESALTATI IN UNA SPECIALE
LINEA DI PRODOTTO
Mettendo a punto la nuova linea Thomson Life, il gruppo leader nel campo della tecnologia di suoni
e immagini, Thomson Multimedia, ha inaugurato un particolare spirito di marchio, attento ai cambiamenti ambientali
e di comportamento dei consumatori, ed espresso da una concezione dell’oggetto come elemento di decoro,
capace di “vestire” con eleganza tutti gli interni della casa.
La purezza del Design e l’alto tenore delle applicazioni tecnologiche si sposano nei nuovi TV color Thomson Life,
offrendo un prodotto ricercato per la piacevolezza dell’estetica, la facilità e l’ampiezza delle possibilità di utilizzo.
Particolarmente interessante è lo sviluppo del tema “kitchen” che sottintende una rivalutazione e riconsiderazione
dell’ambiente cucina e delle sue caratteristiche, ambiente inteso non solo nella sua funzione primaria, ma anche
come luogo di riunione e soggiorno della famiglia. In questo senso, l’apporto offerto dal Design, in termini di aspetto
esteriore e ricerca di materiali e colori, è risultato determinante nell’ideazione e promozione di un prodotto
dalla valenza nuova e originale, dotato di un forte potere di attrazione sull’immaginario del pubblico acquirente.
41
dossier
dossier
IL
DESIGN
MONDO INDUSTRIALE:
E IL
FENOMENOLOGIA DI UN RAPPORTO
CASSINA, UNA VOCAZIONE ALL’INTERNAZIONALITÀ
NON DIMENTICA DELLE ORIGINI DEL DESIGN ITALIANO
E DELLA TRADIZIONE ARTIGIANA DI MIGLIOR QUALITÀ
Dal 1927 Cassina è simbolo, nel settore dell’arredamento, di una delle più alte e prestigiose espressioni dell’Italian Design,
frutto di una meticolosa e tenace ricerca dei valori di qualità, intesa come modo di essere dell’azienda, di un incontro fortunatissimo
con il mondo dell’architettura e i suoi principali protagonisti.
Per analizzare più da vicino quanto
provocatoria e trasgressiva di personaggi di
Un nome per tutti, Le Corbusier.
e come Cassina abbia preso parte
grande talento, quali Mario Bellini, Vico
L’occasionalità non è mai alla base dell’in-
all’evoluzione del Design in Italia e nel
Magistretti, l’eclettico Gaetano Pesce, il
contro con il designer, in quanto l’impresa
mondo, offrendone testimonianze incisive,
giapponese Toshiyuki Kita, il poliedrico e
possiede al suo interno un valido Centro
abbiamo incontrato Sandro Maggini,
sorprendente Philippe Starck, l’architetto,
“Ricerca, Sviluppo e Ingegneria di
Amministratore Delegato della società.
designer e grafico Piero Lissoni, il raziona-
Prodotto”, guidato da Umberto Cassina,
le Hannes Wettstein.Tutto ciò sta a dimo-
Vicepresidente, e costantemente
strare una cosa sola: Cassina ama la colla-
impegnato a dialogare con il gruppo
Cassina il rapporto di collaborazione
borazione all’insegna dell’internazionalità,
attuale dei creatori, nel mantenimento
che lega designer e imprenditore?
nell’ambito di collezioni aperte, ove le filo-
delle politiche industriali e di produzione,
“L’abitudine di Cassina a operare nel campo
sofie progettuali sono le più varie, le
che maggiormente identificano la società
del Design ritengo possa essere qualificata
forme di dialogo le più diverse, le conce-
agli occhi del mercato e degli opinion
storica, risalendo all’immediato dopoguerra
zioni estetiche, poetiche e culturali pro-
maker internazionali.
il progetto di avviare intense cooperazioni
vengono da mondi e scuole di pensiero
In sintesi, pertanto, la parola magica per
con creatori o architetti
eterogenei.
Cassina è complicità: le due figure, impresa
eminenti, cooperazioni
In un discorso di presenza dell’azienda
e progettista, sono complici in un’idea le
che esplodono con la
nel mondo del Design, rientra, inoltre,
cui molteplici sfumature e sfaccettature
figura di Gio Ponti e la
l’opera svolta, in progresso di tempo,
(commerciabilità o meno del prodotto,
sua sedia superleggera,
da Cassina per la riedizione e ricostruzione
distintività del prodotto, trasgressività del
vero e proprio azzardo
originale di capolavori di illustri maestri
prodotto, rischiosità e complessità del pro-
tecnico e di produzione,
dell’architettura, mai o poco apparsi in
getto) sono aspetti che coinvolgono
considerata l’epoca. È
una serie industriale di qualità. Mi riferisco
esclusivamente il colloquio privato tra
chiaro quindi che da
alla collezione “Cassina i Maestri”, per la
designer e impresa”.
lungo tempo la società
realizzazione della quale la società ha un
aveva deciso che la con-
colloquio continuo con eredi, fondazioni,
cezione del prodotto
curatori ed esperti storici di Autori che
Dr. Maggini, ha citato poc’anzi anche
derivasse dall’iniziativa
hanno segnato in modo indelebile la storia
il nome di Philippe Starck. Come è
intellettuale, ideologica,
dell’architettura e del Design.
nato il rapporto Starck/Cassina?
1. Come si pone nell’ottica dell’azienda
42
2. Menzionando i vari collaboratori,
solo imprenditoria, complicità intellettuale,
capitale di Cassina; si tratta di un impor-
missione storica, visibilità dell’azienda,
tante gruppo industriale quotato alla Borsa
ma anche, e soprattutto, ricchezza di un
di Parigi, acquisito nel 1999 da Fimalac
patrimonio tecnico, di mezzi e di uomini
e ribattezzato Facom, nostro azionista di
(modellisti, prototipisti, esperti di materiali,
maggioranza -, ma anche dalla visibilità
ingenerizzatori ...), tale da consentire
commerciale (Parigi è la sola capitale in cui
un’intelligente e avanzata collaborazione”.
l’azienda ha due show-room di cui uno in
Faubourg Saint-Honoré e l’altro in
3. Un’ultima battuta: come descriverebbe,
Boulevard Haussman), dalla stretta collabo-
in breve, Dr. Maggini, la presenza
razione con istituzioni e fondazioni culturali
dell’azienda Cassina sul mercato
di prestigio (Fondazione Le Corbusier, Centre
francese?
Georges Pompidou), nonché
“In merito alla presenza Cassina nel
dal dialogo specialissimo con Philippe
mercato francese e alla sua reattività nei
Starck, simbolo del Design più avanzato”.
confronti della produzione dell’azienda,
non posso che esprimere un parere di
soddisfazione. L’impresa ha un legame particolare con il Paese Francia testimoniato
non solo dall’assetto societario - nel 1989
“Dopo un’iniziale fase di approccio comin-
Strafor Facom faceva il suo ingresso nel
ciata già negli anni ‘80, la collaborazione
con Starck ha acquisito corposità sempre
maggiore a partire dal 1993, quando il designer francese si è cimentato nell’ideazione
e progettazione di una nuova collezione di
letti, firmandone alcuni modelli di cui uno
recentissimo.
Di qui un prosequio ininterrotto di
iniziative condotte con grande
soddisfazione da ambo le parti.
Philippe Starck, com’è noto, è un creatore
complesso, abituato a utilizzare materiali
molto avanzati sotto il profilo della ricerca
tecnologica, capace di introdurre nei suoi
progetti altissime tensioni nel trattamento
delle materie impiegate, nell’estetica
studiata. Peraltro, al celebre designer
della vicina Francia è assolutamente
evidente che il nome Cassina non porti
43
In queste pagine,da sinistra a destra:
C. R. Mackintosh, Hill House
Le Corbusier, Chaise-longue
Philippe Starck, Sedia
Philippe Starck, Poltrona
dossier
dossier
IL
DESIGN
MONDO INDUSTRIALE:
E IL
FENOMENOLOGIA DI UN RAPPORTO
QUANDO IL DESIGN DIVENTA
FAMIGLIA
UN’ EREDITÀ DI
ED ENTRA IN BORSA
GIUGIARO DESIGN:
IL NOME DELLA CREATIVITÀ, DELL’ELEGANZA
DELLE FORME E DELL’INTUIZIONE ITALIANA
NEL MONDO
Lo ripetono costantemente i suoi uomini. Tutti in Giugiaro ne hanno fatto la filosofia
nell’arredamento (Cinova, Del Tongo, Fiam).
di base della propria arte e delle proprie creazioni: “Giugiaro non firma. Giugiaro progetta”.
E ancora, negli elettrodomestici (Merloni),
Ed è racchiusa in queste cinque parole l’anima di un’azienda che ha saputo rendere
nell’informatica (Apple), nell’orologeria
vincente, entro e fuori i confini nazionali, quella creatività, quel genio e quella classe
(Seiko), nella cosmesi (L’Oréal, Shiseido)
che tutti ci invidiano. Giugiaro non firma. O meglio, non solo. Giugiaro va oltre,
per passare all’identità visiva (Telepiù) e molto
dove pochi hanno avuto la capacità, la volontà e l’intuizione di arrivare, riuscendo
altro ancora. Una produzione sempre
a coniugare sapientemente estetica e razionalità della forma; unendo alla ricerca
di altissimo livello che ha saputo raggiungere
e alla sperimentazione, sensibilità, fantasia e hi-tech. Giugiaro progetta. Successi mai casuali
traguardi importanti, in particolar modo
quelli di Giugiaro. Nati dalla costante e metodica volontà di soddisfare precise condizioni
nel settore trasporti: oltre a biciclette,
di ergonomia e funzionalità, interpretate attraverso un Design innovativo, capace di andare
motociclette e imbarcazioni, Giugiaro Design
incontro alle aspettative del mercato del 2000.
ha sviluppato numerosi progetti su rotaia in
Italia e all’estero tra cui l’ETR 460 “Pendolino”,
GIUGIARO DESIGN: LA STORIA
l’ETR 470 “Cisalpino” (per il quale è stata
Nasce come una Industrial Design Division all’interno di Italdesign, società di Car Design,
seguita anche la Corporate Identity), l’S220
fondata nel 1968 da Giorgetto Giugiaro con Aldo Mantovani, che ha progettato, negli
per le Ferrovie Finlandesi e il recentissimo
anni, alcune delle auto di maggior successo della Fiat, dalla Panda, alla Uno, alla Punto.
progetto di metropolitana leggera senza
Giugiaro Design diventa azienda indipendente nel 1981, continuando l’esperienza proget-
guidatore realizzato con Ansaldo Trasporti
tuale iniziata negli anni ‘70 in Italdesign, appunto, da dove porta con sé il prezioso
per la società danese Ørestadsselskabet.
bagaglio di un metodo di lavoro unico e rigoroso e la filosofia
di un Design funzionale al servizio dell’utente finale. Innumerevoli
LA BORSA
i progetti che Giugiaro Design ha sviluppato nei settori più diversi
Dal 1999 Giugiaro Design, a conferma
ed eterogenei in collaborazione con prestigiose aziende nazionali
della solidità della propria struttura, è entrata
ed internazionali. Nell’ottico-fotografico (Nikon), nella telefonia
a far parte del gruppo Italdesign-Giugiaro,
(Telecom, Urmet, Swatch), nell’elettrotecnica (Siemens),
recentemente quotato in borsa.
44
“IL DESIGN?
LA RICERCA DI ARMONIZZAZIONE
TRA BELLEZZA FORMALE DI
UN OGGETTO E IL SUO UTILIZZO”
Ad affermarlo è Nicola Guelfo, responsabile
del Design Center di Giugiaro Design.
In una società votata all’immagine e all’apparire,
in cui si sceglie sempre più “ciò che piace”
rispetto a “ciò che è utile”, Guelfo ci racconta
come sia possibile trovare quel sottile
e specialissimo equilibrio tra l’armonia
delle forme e la vera utilità di un oggetto.
Quella esclusivissima linea su cui scorre
e corre il successo di Giugiaro Design.
nel tentativo di plasmarla in forme armoniose,
Le regole, se così possiamo chiamarle, devono
pulite ed eleganti, in grado, comunque,
esserci, invece, in fase di studio, di progettazione,
di entrare a far parte facilmente dell’utilizzo
di reinterpretazione dello stesso oggetto. Il nostro
quotidiano. Guelfo entra in Giugiaro Design
obiettivo finale - ci spiega Guelfo, entrando
nel 1984, casualmente. “Mio padre fece vedere
così nel cuore del concetto di Design - è quello
a un amico, collaboratore di Giugiaro, i miei
di concepire un prodotto cercando di implemen-
disegni. Mi chiamarono in prova e da allora sono
tarne l’utilità, racchiudendolo in forme eleganti
qui”. In realtà lui aveva seguito un corso
e piacevoli. Un prodotto va sempre migliorato,
di studi del tutto diverso e il suo futuro
anche dal punto di vista estetico ma si deve tener
avrebbe preso un’altra direzione. La fortuna
presente che un lavoro è davvero ben riuscito
aiuta, certo, ma la fantasia, la capacità
quando si è giunti ad armonizzare la forma e
di guardare il mondo e di saperlo riprodurre
l’utilizzo”. ‘“Un equilibrio essenziale considerando
Dopo due ore di piacevole chiacchierata
secondo canoni formali ed estetici sempre
la società attuale e le esigenze di un mercato
in sua compagnia inizi a chiederti seriamente
nuovi e moderni non si imparano sui banchi
schizofrenico ed edonista. Se prima si guardava
se hai mai guardato il mondo in cui vivi nella
di scuola. Lì si possono solo migliorare
solo alla funzione, oggi si considera sempre
maniera giusta. Ti accorgi che il suo sguardo
tecnicamente. Così a 39 anni, di cui 16
di più proprio l’aspetto estetico dell’oggetto,
vaga curioso sugli oggetti che lo circondano,
trascorsi in Giugiaro, vivendone quindi tutta
l’emozione che suscita il guardarlo, la consa-
accarezzandoli, assimilandone forme, linee
la crescita e l’affermazione “ricordo che quando
pevolezza di possederlo, l’esibirlo come
e prospettive, archiviandole, quindi, in un
iniziai nell’’84 eravamo in tre oggi siamo più
un gioiello. Un fenomeno che ha portato
angolo della memoria. Ed è allora che
di quaranta”, Nicola Guelfo è responsabile
una trasformazione epocale, per esempio,
percepisci la differenza, non solo grammaticale
del Design Center dell’azienda ed è con lui
nel Design delle apparecchiature elettroniche.
e sintattica, tra “vedere” e “guardare”.
che abbiamo cercato di cogliere lo spirito
Computer e accessori, macchine fotografiche
Abituati all’ambiente che ci circonda
e la filosofia di Giugiaro Design.
e lettori CD, videocamere, videoregistratori
quotidianamente, agli spazi in cui viviamo,
“Noi ci occupiamo principalmente di Industrial
e telefonini mostrano tutti una cura raffinata
alla nostra casa, all’ufficio, all’auto che usiamo
Design, un concetto ampio e privo di reali limiti,
delle forme e la tendenza a differenziarsi
o alla fermata dell’autobus, facciamo,
entro cui rientrano lo studio e la progettazione
prima nell’”involucro”, poi nel cuore tecnologico.
per la maggior parte dei casi, vagare uno
di oggetti di vario genere, dal trasporto - barche,
Tradizionalmente, infatti, la forma rispondeva
sguardo distrattamente curioso sulle cose.
treni, camper, scooter e moto - all’arredamento,
alla funzione dell’oggetto, vedi la macchina
Le vediamo e basta. In modo scontato.
all’elettronica e, ancora, lampade, divani, sistemi
da scrivere o la macchina da cucire, ora nei
E saremo in grado raramente, matita alla
Hi-Fi, bottiglie per l’acqua minerale, ganci
mano, di riprodurle, indipendentemente
per scarpe, armi e così all’infinito.
dalle nostre capacità illustrative. Nicola Guelfo
Non ci sono, in assoluto, limiti particolari
le “guarda”, se ne impossessa, perché il mondo
per l’Industrial Design. I limiti non sono
che lo circonda è il suo vero ambiente
legati al tipo di prodotto in discussione.
di lavoro. La realtà, con i suoi oggetti, i colori,
le linee, gli spazi
e i volumi, è la
materia prima con
cui si confronta
quotidianamente,
45
dossier
dossier
IL
DESIGN
MONDO INDUSTRIALE:
dell’oggetto. Il marketing, con le ricerche
E IL
di mercato, e l’ufficio tecnico della stessa azienda
FENOMENOLOGIA DI UN RAPPORTO
“IL DESIGN-À-PORTER” E LA SUA
CREATRICE LAURA GIUGIARO
nuovi oggetti elettronici la forma non ha
sumatore rispetto al prodotto su cui noi andremo
più quasi nulla a che fare con il contenuto.
a lavorare e quali le migliorie da apportare”.
Perché il contenuto è un chip, una striscia
A questo punto la palla passa a Giugiaro
di silicio microscopica, che non corrisponde
Design. “Noi studiamo ogni prodotto a cui non
alla forma esterna. Quindi se prima bastava
imponiamo assolutamente mai un “imprinting”
la novità a rendere appetibili questi oggetti,
formale preesistente. Non esiste una “firma”
Giovane, estroversa, versatile e attenta al mondo
che la circonda, Laura Giugiaro ha saputo ereditare
con intelligenza un nome così importante
del Car e dell’Industrial Design, reinterpretandolo
e proiettandolo verso nuove ed emozionanti
dimensioni. Nasce nei bellissimi spazi milanesi
il “Design-à-porter” di Laura Giugiaro:
creazioni definite dalle linee pure e perfette
del Design Giugiaro, declinate con fantasia
e classe per il mondo della moda.
anche se banali nella forma e senza persona-
Giugiaro - sottolinea con attenzione Guelfo -
Ti accoglie con un sorriso e la forza
lità, ora è necessaria una differenziazione
ma esiste un “progetto” Giugiaro con cui si cerca
del suo carisma, travolgente e appassionato.
perché faccia scattare la molla che fa comprare
di cogliere l’essenza dell’oggetto per metterne in
Parlandole e facendoci raccontare la sua
un oggetto anziché un altro. La forza
evidenza la parte estetica e migliorarne l’impiego.
passione per la moda e per i gioielli ci si
di Giugiaro Design sta proprio qui: nell’aver
Coniugare estetica e razionalità della forma
accorge immediatamente che la forza e la
trovato, interfacciandosi costantemente con
con facilità di utilizzo è un lavoro che impegna
capacità di questa donna di 32 anni, stanno
l’evoluzione rapida che ha avuto il settore
tutti i settori di Giugiaro Design: dal Design Center
proprio nell’intelligenza con cui ha saputo
del Design e con le esigenze di un mercato
all’ingegneria di prodotto, dalla modelleria
far tesoro dei principi che stanno alla base
in continua evoluzione, un metodo di lavoro
al marketing ai servizi commerciali”.
dei progetti che hanno reso famoso il padre
unico che accompagna il prodotto in tutto
Un progetto di successo, quindi, qual è?
in tutto il mondo, adattandoli e interpretan-
il suo iter, dal concept all’oggetto finito.
“Quello che ha saputo trovare il giusto compro-
doli ex novo per altri settori creativi, a lei
Come afferma lo stesso Guelfo: “In primo luogo
messo tra ergonomia e funzionalità, delineato
senza dubbio più vicini. Ha “respirato” Design
c’è il contatto con il cliente. È lì che cerchiamo
da un Design all’avanguardia e innovativo,
fin da bambina: quando lei nasceva, nel ‘68,
di capire come si vuole posizionare il prodotto
in grado di rispondere alle esigenze del mercato
suo padre fondava, con Mantovani, la società
per aumentarne i volumi di vendita.
attuale ma già proiettato verso il futuro”,
Italdesign. È cresciuta tra progetti e prototipi
In questa fase il confronto è con le diverse realtà
afferma convinto Guelfo che continua:
in un mondo prettamente maschile, dove
dell’azienda. Si incontra il marketing,
“per comprendere questo messaggio basta
ha avuto comunque modo di conoscere
pensare alla differenza tra “alta moda”
e assimilare le regole delle prospettive, dei
e “prêt-à-porter”. Per quanto stupefacenti,
volumi, delle misure e l’utilizzo dei materiali.
in questa fase che ci
ammalianti, lussuosi, eccentrici e sperimentali,
Ma non era qui il suo futuro. Con la capacità
vengono dati i limiti entro
i capi di alta moda sono, il più delle volte, immet-
e la convinzione che la contraddistinguono,
tibili e inutilizzabili. Aiutano, però, ad aprire la
prima occupandosi della comunicazione
ci dicono quelle che sono le aspettative del con-
l’ufficio tecnico e spesso, se c’è,
il designer interno. È proprio
cui muoverci: se spingerci
mente quali nuovi spunti per il prêt-à-porter
della Giugiaro Design,
che, nelle sue diverse declinazioni e personaliz-
ha dato vita, nel 1995,
e attente
zazioni, diventa tendenza ed entra nell’uso
a un marchio che
all’estetica
quotidiano. Anche noi ci permettiamo prodotti
porta il suo nome,
o se badare
“d’alta moda”, modelli sperimentali
Laura Giugiaro, con cui
molto più
e avveniristici, ma l’anima di Giugiaro Design
firma linee esclusive
verso soluzioni
più formali
alla sostanza
e alla funzione ultima
è nel prêt-à-porter, è in tutti quei progetti
dalle forme armoniose e belle, facili da utilizzare”.
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di gioielli e le collezioni del suo “Design-à-
evocativi: “Le Vele”, “Le Ocraine”, “Le Fibbie”,
la giusta sintesi tra bellezza e funzionalità.
porter”. “Non voglio e non posso scordare che
“Le Saette” e “I Ciondoli”. “I miei gioielli
Ed è questo lo spirito con cui cerco di dare vita
il mio marchio ha origini ben precise, nel Car e
comunicano attraverso le loro forme e le loro
alle mie collezioni, siano essi gioielli o abiti”.
nell’Industrial Design, in un mondo ancora per
linee quello che è un po’ la filosofia Giugiaro.
È proprio la moda l’altra grande passione
certi versi molto maschile. E di queste radici ho
Non abbiamo mai fatto una vera e propria
di Laura Giugiaro. Dopo la prima collezione
fatto tesoro. Ma ho sentito l’esigenza - ci dice
campagna istituzionale; - ci spiega Laura
del 1996, presentata nel marzo di quell’anno
Laura Giugiaro - di ampliare l’applicazione delle
Giugiaro - lasciamo, invece, che siano i nostri
nella cornice della Stazione di Milano
regole del Design Giugiaro ad altri settori, così da
prodotti a parlare per noi. Intendiamo comuni-
Centrale, con una passerella a bordo
completare la gamma proposta, trovando la
care con gli oggetti che disegniamo, con la
del Pendolino (disegnato dalla Giugiaro
giusta dimensione per esprimere me stessa”.
pulizia, la sobrietà e l’eleganza delle loro forme,
Design), Laura ha continuato il suo cammino
Una sintesi, quindi, tra la creatività e la
siano essi auto, vagoni ferroviari, bottiglie
in questo settore, creando abiti dai tagli
puntigliosa ricerca dei materiali e delle forme,
per l’acqua minerale o gioielli preziosi.
semplici e vestibili, in cui la cura per i tessuti
che le appartengono, e i principi progettuali
Oggetti che restano nell’uso quotidiano
e i dettagli gioca un ruolo vincente.
entro cui si fondano le sue radici.
e che diventano parte della vita di ogni giorno.
“Amo andare in giro per il mondo alla ricerca
Ecco, quindi, i gioielli “Laura Giugiaro”.
La “firma” di Giugiaro, se di firma vogliamo
di tessuti e filati nuovi. Sono sempre attenta
Unici e stupefacenti come solo sanno essere
parlare, sta nel progetto e nel prodotto,
a trovare i fornitori giusti per gli accessori
quei veloci tratti di matita guidati da una
nell’attenzione alle esigenze del mercato e alle
e i dettagli che completano i miei abiti, molti dei
mente creativa, in grado di dare vita a forme,
aspettative di quest’ultimo. Nell’essere a contatto
quali, come ganci o allacciature, sono disegnati
geometrie, tagli e volumi irripetibili,
con tutti i settori e nella capacità di trovare
proprio da Giugiaro Design per altri settori”.
costantemente alla ricerca del dettaglio
e di profili nuovi e preziosi. “Per le mie
COSÌ NASCE IL
“DESIGN-À-PORTER”
LAURA GIUGIARO
creazioni uso tre tipi d’oro e pietre preziose,
Per un anno importante come il 2000, la collezione primavera/estate di questa
soprattutto brillanti e smeraldi. Amo molto
instancabile creatrice si esprime con tagli a sorpresa e colori particolari.
le chiusure e le incastonature antiche che cerco
Sono circa 20 i modelli della nuova collezione. Si tratta di abiti caratterizzati
di applicare e fondere armoniosamente con
da scolli e lunghezze irregolari, giacche sagomate e impalpabili da abbinarsi
le linee del Design moderno”. Si tratta di pezzi
a gonne con spacchi e asimmetrie “a sorpresa”. E ancora top, camice e pantaloni
unici o limitati a piccole produzioni.
dai bordi smussati, messi in evidenza dagli effetti cangianti e traslucidi.
Vere e proprie creazioni artigianali, in cui
Ma gli abiti di Laura Giugiaro trovano la loro unicità anche, se non soprattutto, nell’uso
la personalissima passione artistica di chi
di tessuti innovativi e ricercati. Per questa collezione ne sono stati usati principalmente di due
le disegna trova la sua massima espressione
tipi: uno è costituito da una mischia di filati naturali e sintetici con finitura
attraverso la cura del dettaglio.
metallizzata, applicabile sia al diritto che al rovescio; l’altro è una pellicola
Sono 5 le collezioni firmate
stretch di poliestere e poliuretano composta da una microarmatura rigata
Laura Giugiaro
verticale. Tessuti declinati nei colori del bianco, del grigio chiaro e scuro
ed hanno nomi
su cui vengono applicate cuciture e zip ocra
e blu acceso per capi bicolore, lunari
ed evanescenti. Una vera
collezione di “Design-àporter” e non si potrebbe
chiamare in altro modo.