mondo industriale - Chambre Française de Commerce et d`Industrie
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dossier dossier IL DESIGN MONDO INDUSTRIALE: E IL FENOMENOLOGIA DI UN RAPPORTO Tecnologia e fantasia, tecnica e passione, avanguardia e tradizione, cultura e industrializzazione: L’ESSENZA DEL DESIGN N el l ’affro ntare l a tematica affascinante quanto complessa, per la molteplicità dei suoi aspetti e legami con la quotidianità del vivere dell’Uomo, il Design, ci siamo posti una domanda: che cosa vuol dire Design, parola straniera e autoctona insieme, verbo della koinè, simbolo di epoche, stili, consumi, evocazione di snobismo, forse, ricerca, abbattimento di frontiere, conquista di traguardi? a cura di Evelina de Cancellis e Angela Marini Le risposte, tante, diverse, appassionate e appassionanti, ragionate e precise, pensate e suggerite. Un lungo percorso cui molti testimoni hanno partecipato, ognuno con la sua esperienza e per le sue competenze, cui va il nostro ringraziamento e l’omaggio di questo lavoro. “Industrial design: design of products made by large-scale industry for mass distribution. Designing such products means, first, planning their structure, operation, and appearance, then planning these to fit efficient production, distribution, and selling procedures. Clearly, appearance is but one factor in such a complex process. “Design: Nevertheless, in consumer goods especialmode de création ly, appearance design is widely accepted industr ielle qui vise à as the principal virtue of industrial design; it is that portion of the whole least adapter la for me des objets ( a p p a r e i l s , o u t i l s , m a c h i n e s , subject to rational analysis and, like craft etc...) à la fonction qu’ils doivent secrets of the past, most advantageous in the competition. On the other hand, design remplir tout en leur conférant une of equipment for production, for services, and b e a u t é p l a s t i q u e q u i r e n d e for sports, is expected to demonstrate utility; a g r é a b l e l e u r u t i l i s a t i o n ” . but in these products too, appearance design is increasingly important”. Encyclopedia Britannica Dictionnaire Hachette de la Langue Française DESIGN, la parola “Le design industriel est une activité créatrice, dont le but est de déterminer les qualités formelles des objets produits industriellement; par qualités formelles, on ne doit pas seulement entendre les caractéristiques extérieures, mais surtout les relations structurelles et fonctionnelles qui font de l’objet une unité cohérente tant du point de vue du producteur que du consommateur; le design industriel embrasse tous les aspects de l’environnement humain conditionné par la production industrielle”. International Council of Societies of Industrial Design 18 DESIGN: Linee e segni che si inseguono armoniosamente plasmando e domando ferro e acciaio, plastica e legno, argento e oro per dare vita ad oggetti diventati, grazie alla fantasia e all’ingegno dei loro creatori, vere e proprie icone del vivere quotidiano. LA STORIA QUANDO L’ESTETICA È AL SERVIZIO DELLA FUNZIONALITÀ D E L L’ I N D U S T R I A L DESIGN IN BREVE Nei manuali si legge quanto segue: D I S E G N O I N D U S T R I A L E (Industrial Design), espressione impiegata per definire la progettazione estetico-funzionale indirizzata alla produzione in serie, nata con la rivoluzione industriale e la conseguente scomparsa della funzione creativa dell’artigiano. La storia dell’Industrial Design ha radici lontane che portano in Gran Bretagna all’inizio del secolo. È nel Regno Unito, infatti, che sorse il movimento Arts and Crafts, dapprima critico verso la produzione di massa, intesa come distruzione della tradizione artigianale. Più nettamente orientata verso la creazione in serie di oggetti di arredamento, fu l’attività di C. R. Mackintosh e A. Macmurdo. Si deve quindi a H.M. Uthesius l’esportazione in Germania del Design industriale che ebbe un fertile sviluppo nel Deutscher Verkbund (fondato nel 1907), cui aderirono architetti, quali Ehrens, Eckman, Oldbrich, Poelzig. Nel 1909 a Behrens venne affidato l’incarico di creare l’immagine coordinata di un’azienda, la AEG; tale incarico prevedeva per la prima dossier dossier IL DESIGN MONDO INDUSTRIALE: E IL FENOMENOLOGIA DI UN RAPPORTO volta la definizione contemporanea di Gropius alla direzione dell’istituto di linee guida per la comunicazione d’arte (1920), da lui trasformato pubblicitaria, per lo stile dei prodotti nel Bauhaus. In Germania nel 1951 (ventilatore, bollitore, teiera, ecc...) e fu fondata da Bill a Ulm la Hochschule addirittura per la progettazione di uno für Gestaltung, diretta in seguito stabilimento (Turbinefabrik, 1909). (1964-66) da Maldonado. Un altro pioniere fu H. Van de Velde Particolarmente significativa, inoltre, che diresse l’istituto d’arte di Weimar; l’attività di Aalto e Wirkkala la sua opera, volta all’impiego di in Finlandia, di Olsen in Svezia materiali costruttivi moderni, si rivelò e di Jensen in Danimarca. essenziale anche nell’affermazione dell’Art Nouveau e trovò parallelismi In Italia il Design industriale cominciò nella produzione di mobili, vetrate, ad affermarsi con il razionalismo negli stoffe, oggetti di Gallè e Guimard anni Trenta e ancor più accompagnò in Francia, di Gaudì in Catalogna, l’industrializzazione del dopoguerra, di Basile, D’Aronco e Sommaruga in particolare con le applicazioni in Italia. In Austria nel 1903 furono all’industria automobilistica fondate da Hoffmann e Moser (Pininfarina e Bertone) e ai prodotti le Wiener Werkstatten, per la creazione dell’Olivetti (Nizzoli). di mobili, utensili, oggetti casalinghi Dalla fine degli anni ‘50 il Design e inaugurata una sezione locale industriale italiano si è affermato in del Werkbund (1912). tutto il mondo, grazie alle realizzazioni Uno sviluppo fondamentale del Design di numerosi e valenti progettisti, industriale coincise con l’arrivo tra cui Aulenti, Boeri, Bellini, Castagnetti, Giugiaro, Gregotti, Magistretti, Mari, Munari, Scarpa, Sottsass, Stoppino, Zanuso e i progettisti associati nello Studio Memphis. 20 NEL SEGNO DEL DESIGN CONTEMPORANEO Il fondamento della nuova estetica impregna di emotività ed empatia il legame tra consumatore e prodotto, immaginando che tra persona e oggetto industriale, dotato di propria personalità e individualità, vi sia un quasi rapporto emotivo tra esseri viventi. EVITANDO PROFEZIE? Così accade che la Philips pubblicizzi una culturale molto ampio, nel contesto Sempre più prevedibilmente le nuove forme nuova linea di televisori con lo slogan di un mercato nazionale altamente ricettivo nasceranno nei laboratori del sottobosco “Belli da guardare. Anche accesi”. La funzione alle mutazioni. Anche il Regno Unito, forte underground delle giovani generazioni o nelle primaria dell’oggetto è superata e trascesa. di un ridisegno sociale negli anni ‘80 aree di nuova industrializzazione (il Veneto, per La personalità dell’oggetto va oltre l’uso, che ha scardinato gerarchie secolari, l’Italia), in quei luoghi capitali dell’identità arreda gli spazi e ne diviene il soggetto, sta schierando sempre più leve di designer alternativa come Berlino e Londra, ma, in ogni al punto che nella perfezione di certi spazi di tendenza. Non esiste oggi una forza caso, ovunque vi sia un mercato iniziale molto pare sia l’uomo a essere fuori posto. culturale in grado di proporre una base ricettivo che permetta a un autore di mantenersi Lavorando sulla sensibilità comune della estetica alternativa a quella emozionale, creando, con una funzione di cassa di risonanza prima generazione postindustriale, che accomuni facilmente persone di tutte per l’opinione pubblica periferica. In questa il rifondamento “emotivo” del Disegno le culture e di tutte le razze, caratteristica prospettiva, lo sviluppo della comunicazione industriale ha così disinnescato la crisi irrinunciabile per esistere in un mercato multimediale su Web accentuerà il carattere di valori dell’estetica tradizionale e moderna, globalizzato. Che cosa determina allora globale delle culture underground destinate a e sta ora forgiando il gusto e la sensibilità i trend di sviluppo? I retroterra culturali determinare i futuri trend di Design, ma la della seconda generazione. La stessa delle nuove generazioni, che non sono mai natura virtuale delle comunità su Internet e la architettura degli anni ‘90, profondamente locali, ma figli di una cultura transnazionale permanenza concreta di ciascuno nella propria influenzata da innovazioni tecnologiche come la musica Pop e Rock, o il cinema realtà dovrebbero aumentare il grado di e di materiali, si muove ormai verso una statunitense, che ormai da quarant’anni assimilazione e scambio tra culture locali e concezione dell’edificio come “oggetto” influenza in gran parte la sensibilità quell’indistinto sincretismo che sta diventando la di Design. Parte del successo italiano nel campo cinematografica occidentale. Si tratta cultura occidentale. Sulle lunghe distanze, del Design rimane legato alla crisi d’identità di retroterra di ispirazione che creano spinte pertanto, potrebbero perdere di significato le culturale italiana insieme a una forte globali nella concezione dello spazio e scuole di Design legate a un tessuto industriale e radicata sensibilità per l’arredamento della degli oggetti, perché sono già patrimonio nazionale. Potrebbero, perché come tanti echi del casa, che ha dato a piccole e medie aziende transnazionale di una generazione. mondo di oggi si ritrovano nei racconti di fantascienza di Jules Verne, di Stanislaw Lem o un margine di rinnovamento e di proposta di Soloviev, molti altri no. E probabilmente una “psicostoria” del Disegno industriale così come Asimov la sviluppò per la sua Trilogia Galattica, è di là da venire. Jacopo Alberti 21 dossier dossier IL DESIGN MONDO INDUSTRIALE: DAL DESIGN E IL FENOMENOLOGIA DI UN RAPPORTO AL DESIGN MANAGEMENT IPSE DIXIT ... Un breve estratto dell’articolo “Le ruote della vita” dedicato da Virginio Briatore* al Design e pubblicato sul web-site di IDEA, Industrial Design, Electronic Address (www.x-idea.com) “Tutto è architettura? No, ma temo che quasi tutto sia Design. La progettazione degli oggetti ha assunto una complessità e un’importanza assoluta. Essa abbraccia l’universo Se una buona parte degli storici è concorde nel porre gli albori del Design intorno alla fine del XVIII sec., il concetto di Design Management non si fa largo che negli anni ‘60 del XX sec., parto della mente di Mickaël Farr cui si deve l’opera “Design Management”, pubblicata nel 1966. delle cose, la loro sostanza materiale, la loro estetica, la veste grafica, le tecniche di comunicazione e la loro essenza virtuale (web-design). Ciò nonostante le riviste esistenti Il s’agissait - sosteneva Farr - de la gestion si limitano ad approfondire alcuni aspetti della progettazione, in genere legati ai temi de l’interface entre des cabinets de Design d’une dell’abitare. Divani, sedie, lampade tavoli, cucine, scrivanie, tazze, agende, vasi, part et leurs entreprises clientes d’autre part, lavandini, rubinetti, bicchieri ... Ogni tanto un aspirapolvere, due occhialini, qualche avec comme objectif de faciliter la communica- valigia, una moto e via. Ma se l’abitare è stato ed è importante luogo di progettazione, tion entre eux et d’organiser le déroulement così com’è un ottimo strumento per divulgare il verbo del Design, è altrettanto vero des projets. Una funzione che, vuoi gestita che il cuore del progetto oggi inizia a pulsare anche altrove. nell’ambito di uno studio esterno, vuoi La grafica urla nella Rete e nei tanti prodotti editoriali, mono e multimediali, che ogni affidata a un manager dell’azienda deve giorno nascono per parlare a qualcuno e di cui non si parla mai. La tecnica costruttiva comunque avere come finalità una buona non si accontenta di abitare il macro dei nuovi bus, aerei e i microchip, ormai ci è comunicazione, pre-requisito indispensabile entrata dentro e mirabilmente ci ricostruisce vene, ossa e sangue. Nuovi materiali deco- per la realizzazione di un progetto di Design rano e rivestono i corpi vivi e quelli apparentemente inerti. Nuovi sport si disegnano e efficace. È altresì interessante notare che lo nuovi modi di vivere. Il suono, la musica si materializzano nel Design. Si fa prima a dire stesso anno in cui M. Farr dava alle stampe che cosa non è Design. Nella sola Inghilterra 300.000 persone lavorano nel Design.....” il suo testo, in Gran Bretagna la Royal * esperto di Design Society of Arts stabiliva per la prima volta il conferimento di un “award” a un’impresa, in ragione della buona qualità del suo 22 Design Management. È quindi dal Regno ben esaltato e diffuso dagli insegnamenti Il pomo della discordia che si rimpalla Unito che giunge la consapevolezza del impartiti in due istituzioni anglosassoni tra gli studiosi è comprendere quali siano ruolo che il Design può ricoprire nell’ambito importanti: il Royal College of Arts i reali confini della sfera d’azione del delle strategie di guida di un’azienda, ruolo di Londra e la London Business School. Design Management, se cioè esso si limiti alla parte tangibile e materiale del potenziale di soddisfazione delle attese del IL DESIGN MANAGEMENT: CHE COSA E PERCHÉ consumatore, o piuttosto se comprenda Nel tentativo di dare una definizione del principio di Design Management, Patrick Hetzel, anche l’immaterialità dell’offerta. Certo maître de conférence en Sciences de Gestion all’Institut des Entreprises de Lyon, argomentazioni simili dovrebbero affondare suggerisce tre orientamenti: le loro radici in una dimensione più pro- - il Design Management è la gestione del Design, ovvero della creazione, all’interno dell’impresa; priamente ideologica, nella considerazione - il Design Management è la gestione di un’impresa secondo i principi definiti dal Design; del ruolo del creatore all’interno di - Il Design Management è la gestione di uno studio di Design. un’azienda, del ruolo dell’azienda nella Pour certains, - precisa inoltre Hetzel - le Design Management est la gestion de l’espace visuel società, del ruolo dell’oggetto nel contesto de l’entreprise. Relève donc du Design tout ce qui est visible, par opposition à ce qui ne l’est pas. ambientale. Da ciò non è difficile pensare In questo senso, il Design stesso diviene una funzione imprenditoriale analoga che non esiste un’ideologia univoca e alla produzione o alla commercializzazione, un asse portante intorno al quale ruotano permanente del Design, ma tante ideologie la gestione e la pianificazione delle strategie aziendali. Più diffusamente, le attività quanti sono gli attori e le parti in campo. che afferiscono al concetto di Design Management possono essere considerate sotto due aspetti: da un lato, si tratta di definire le decisioni politiche fondamentali, quali l’elaborazione di norme e linee guida sul Design e la sua presenza o meno all’interno dell’impresa, dall’altro di gestire ogni progetto di Design attraverso un sistema amministrativo e di controllo. In breve, il Design rileva di entrambe le nature, operativa e strategica. MA QUALE LO SCOPO DEL DESIGN MANAGEMENT? Di nuovo Hetzel: “on peut dire que le Design Management poursuit un but qui est de déboucher sur la création de potentiels de satisfactions qui conviennent à certains consommateurs tout en réalisant le projet poursuivi par l’entreprise qui en prend l’initiative”. 23 Nelle pagine precedenti, da sinistra a destra: Antoni Gaudì, Sagrada Familia Victor Guimard, Entrata al metrò di Parigi René Lalique, Collier Sergio Bertone, Chevrolet Corvair Testudo Ettore Sottsass, Olivetti Editor 4C In queste pagine, da sinistra a destra: Thomas Rietwelt, Poltrona Gae Aulenti, Tripolina Gae Aulenti Marco Zanuso, Celestina Enzo Mari, Ambo Gae Aulenti, Cardine dossier dossier IL DESIGN MONDO INDUSTRIALE: ergonomia, realizzazione di prototipi, E IL grafica, packaging. Anche le PMI d’oltralpe, FENOMENOLOGIA DI UN RAPPORTO nella misura di 1 su 3, sospinte dalla forza motrice e dall’esempio dei grandi colossi, in epoca recentissima si sono avvicinate all’universo Design, dando priorità ora ai LE PMI FRANCESI E IL DESIGN Il Design appare oggi come uno strumento importante nell’accrescimento della forza competitiva delle imprese; esso è chiaramente riconosciuto come un fattore di differenziazione dei prodotti e di valorizzazione dei marchi. concetti di stile e forma (on change le boitier et la couleur), ora a un più ampio, rigoroso e metodico approccio che comprenda il ricorso al Design industriale in modo sistematico e nella globalità dell’iter produttivo. LA PRATICA DEL DESIGN NELLE PMI FRANCESI Secondo uno studio condotto da ADC Nell’evoluzione della concezione del Design (Association Design Communication), il da parte del mondo imprenditoriale DESIGN RÉGULIER . . . . . . . . . 16% volume d’affari interessato dal fenomeno francese, si possono rintracciare tre DESIGN OCCASIONNEL . . . . . . 20% Design, nell’insieme dei settori economici momenti fondamentali: gli anni ‘70, PAS DE DESIGN . . . . . . . . . . . 64% d’oltralpe, è nell’ordine di 2, 5 miliardi gli anni ‘80 e il decennio ‘90. di Franchi, con una ripartizione diseguale Nel primo caso, la clientela industriale Source: Ministère de l’Economie des Finances et de l’Industrie secondo le attività: riteneva che il Design dovesse consentire - packaging . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 40% al prodotto di distinguersi con un apporto - immagine visiva . . . . . . . . . . . . . . . 38% di stile; nel secondo, che il Design divenisse - design di prodotto . . . . . . . . . . . . . 25% una variabile significativa nella concezione - studio degli ambienti . . . . . . . . . . . 7% e realizzazione del prodotto; nel terzo, il Design era considerato parte integrante Il personale impiegato è di circa 5. 000 del processo globale di sviluppo del unità. prodotto, in termini di ricerca, ideazione, In queste pagine, da sinistra a destra: Diedre, Bebé confort Big Diedre, Bebé confort Small Diedre, Roue Mavic+Jante Hucth Michel Tortel, Fauteuil Nelle pagine seguenti, da sinistra a destra: Michel Tortel, Chauffage Michel Tortel, Allura 24 Benché tutti i settori industriali siano coinvolti e stregati dal fascino discreto del Design, esistono alcuni ambiti in cui la forza di penetrazione di quest’ultimo è particolarmente sensibile, quali i beni di consumo, i beni e i prodotti per la casa, mentre meno rilevabile è la sua presenza nell’area delle attrezzature e degli strumenti operativi professionali. PENETRAZIONE DEL DESIGN PER SETTORI DI ATTIVITÀ IL DESIGN PARTECIPA ALL’IMMAGINE E ALLA POLITICA DI DESIGN NON DESIGN BIENS INTERMÉDIAIRES 29% 71% COMUNICAZIONE DELL’IMPRESA: BIENS D’ÉQUIPEMENT PROFESSIONNEL 34% 66% - immagine esterna, diffusa presso i clienti, AUTOMOBILE ET TRANSPORTS 38% 62% i fornitori, i partner, senza dimenticare PRODUITS GRAND PUBLIC 48% 52% la concorrenza, grazie alla quale la personalità dei prodotti stessi sia immediata- Source: Ministère de l’Economie des Finances et de l’Industrie mente riconosciuta e riconoscibile; Nell’analisi dell’impatto che il Design ha sulla PMI francese, sono state individuate quattro grandi categorie, a loro volta suddivise in ulteriori elementi. - immagine interna, visibile presso collaboratori, équipe commerciali, tecniche, insieme del personale. SENSIBILE MARGINE DI VANTAGGIO CONCORRENZIALE, IL DESIGN ASSICURA ALL’IMPRESA UN frutto della relazione congiunturale di tre fattori: - l’innovazione insita nel progetto è oltremodo esaltata e valorizzata dalla componente Design, per l’apporto di soluzioni tecniche o tecnologie di materiali d’avanguardia; - la differenziazione del prodotto resa possibile dall’applicazione di una strategia Design, che, al pari del Marketing, è un état d’esprit come un insieme di tecniche e di know-how; - la competitività perseguita attraverso il miglioramento delle performance tecniche IL DESIGN RAPPRESENTA UNA FORMA DI INVESTIMENTO REDDITIZIO , pur difficilmente valutabile, ma che contribuisce direttamente al progresso delle performance aziendali, attraverso: - un ritorno sull’investimento stimato inferiore a 3 anni dal 65% delle PMI; e l’ottimizzazione dei costi di produzione. - un accrescimento delle parti di mercato, rilevato dai due terzi delle PMI; - un incremento delle vendite tanto sul mercato francese (65%) quanto all’estero (60%); - un aumento dei prezzi di vendita e dei margini di guadagno. IL DESIGN, INFINE, COSTITUISCE UN : INVESTIMENTO PLAISIR al di là delle motivazioni obiettive sopra esposte, il 30% delle PMI che accordano un ruolo importante al Design nell’economia della loro strategia d’impresa, sottolinea l’aspetto magico, sognante e affascinante espresso dal Design stesso. 25 IL DESIGN E LE SUE RELAZIONI CON IL MONDO INDUSTRIALE NELL’ANALISI ACUTA E PUNTUALE DI MICHEL TORTEL Il termine Design evoca numerosi mestieri e costituisce un elemento che si avvale di mezzi strutturali molto diversi. Esso può essere inteso come una professione “di servizio”, tale da offrire all’industriale una capacità di analisi del marketing, una competenza tecnologica e stilistica, conducenti all’espressione di una sintesi degli obiettivi di mercato e a una speranza di crescita. Inoltre si può parlare del Design anche il Corporate Design, la grafica, il packaging, le molteplici fasi e figure che intervengono come percorso di ricerca creativa, esito il Design di prodotto, il Design di ambienti. in un progetto. Il Design “di servizio” non di una domanda di marketing, ma Particolarmente complesso ed esigente, rivolto a un prodotto interviene spesso, del desiderio e dell’intuizione del creatore. nel caso della produzione industriale, tale nell’ambito delle PMI, nelle logiche Questo designer si farà spesso portatore genere di Design richiede una conoscenza di mercati altamente concorrenziali. di uno stile proprio, di uno stile che certo approfondita degli stili, linguaggi e codici Esso deve risultare convincente attraverso offrirà materia ed elementi di arricchimento che contraddistinguono i mercati destinatari, il successo commerciale e la conseguente ai designer “di servizio”. per non parlare della padronanza completa crescita indotta, perché possa trasformarsi L’attività di Design “di servizio” riunisce di tutte le tecniche e tecnologie, nonché in un investimento ricorrente dalla molteplici discipline e applicazioni: della metodologia utile a gestire redditività quantificata. Il buon esito di un progetto può essere la risultante di uno o più assi di innovazione, quali l’integrazione di una nuova tecnologia, il miglioramento dei processi industriali, l’ergonomia, il controllo dei costi ed evidentemente l’impronta di uno stile. Le ricerche personali che conducono a una creazione “fuori domanda”, possono anch’esse generare crescita, grazie all’impatto dell’immagine, benché necessitino di tempi di risposta più lunghi e di una dose di coraggio maggiore. È proprio tra 26 il puro lavoro di ricerca sulle semplici nella prospettiva di nuove funzionalità, maggior parte dei casi, la professione possibilità di un materiale e l’interpretazione del rispetto dell’Uomo e del contesto del designer si estrinseca nella concezione letterale di un capitolato d’onere, che ecologico, la vera sfida degli anni a venire. del prodotto, dalla redazione di un mutua uno stile x perché sia leggibile su un A questo proposito, vorrei citare il caso capitolato d’appalto ergonomico certo mercato, che si estende il vasto mare della città di Milano e della partecipazione e funzionale, allo sviluppo 2D, 3D, fino della professione designer. del mio atelier al concorso internazionale Personalmente, mi trovo al crocevia dei due indetto dalla municipalità lombarda, per strumentali. Certo, tra queste ultime, modi di intendere il concetto di Design, lo studio e la realizzazione di un diverso emergono i mezzi informatici che, come di cui ho parlato poc’anzi, conducendo sistema di illuminazione. Tale obiettivo tutti sanno, consentono oggi di semplificare una ricerca sulle nuove tecnologie, le nuove spettacolare incarna e simboleggia il matri- e abbreviare alcune fasi progettuali. funzionalità, il significato delle forme monio, a mio giudizio riuscito, tra Design Penso, per esempio, alla trasmissione che ne derivano, e convogliando il mio e architettura, al servizio della creazione virtuale di immagini e informazioni impegno nel reperimento di soluzioni di un luogo ove la qualità della vita e al ruolo formidabile che essa svolge efficaci alle richieste contenute nei capitolati è altamente salvaguardata; un matrimonio nella gestione dei contatti con le équipe d’onere funzionali, tecnici e industriali in cui la tecnologia asserve l’eleganza, tecniche. Ma quali sono i vantaggi indotti dei miei clienti. Ciò che mi preme sottolineare la performance e la tutela dell’Uomo. da una simile ottimizzazione dei mezzi è l’importanza che il Design sbocci al Lo stesso potrei dire pensando ai miei di comunicazione? di fuori dell’ambito della casa, per riempire interventi per la rete metropolitana Potenzialmente parlando, direi la rapidità di sé gli spazi collettivi, le strade, i trasporti di Parigi, per la quale sono stati studiati di rinnovamento della produzione. pubblici, l’intera città: veri luoghi d’incontro e messi a punto progetti relativi a spazi In realtà, la suddetta ottimizzazione e parenti poveri del Design. In questo senso, di servizio e ristoro, utili ai passeggeri favorisce soprattutto la qualità e la da circa tre anni ho indirizzato i miei sforzi per sostare, incontrarsi, prendere delle tempistica necessaria alla concezione e impegni professionali verso il Design informazioni. Nel ventaglio dell’attività di prodotti intelligenti e performanti, di quegli elementi che costituiscono gli spazi progettuale svolta, accanto ad approcci nell’alleggerimento di inutili oneri di lavoro. comuni: Design dell’illuminazione, delle molto tecnici e pragmatici per prodotti Solo produzioni molto complesse infrastrutture, delle macchine da strada, di serie che necessitano di un adeguamento e articolate, quali le automobili o gli articoli dei mezzi e organizzazione degli spazi dell’equazione Costo-Mercato-Produzione, destinati alla grande consumazione, dei trasporti pubblici, il Design urbano in vi sono creazioni dalla forte componente commercializzati nelle reti di grande distri- tutta la sua scala espressiva, la scenografia. architettonica in cui i parametri “prezzo buzione, beneficiano realmente di questo È così che ho creato il concetto di “Design di costo” e “processi industriali” sono più tasso di rinnovamento accelerato. d’architettura”. Qualunque siano i processi facili da controllare, in quanto gli strumenti Mi chiedo: “È una buona cosa?” Credo di no. o le logiche che conducono all’ideazione necessari per costruirle non si limitano Sono convinto dell’eternità e dell’atempora- e progettazione di un edificio, qualunque al parco macchine di un solo imprenditore. lità. Un’azienda può avere ugualmente sia la sua pertinenza funzionale, esso resta La missione del Design può talvolta ottimi margini di reddito anche con ritmi comunque un “oggetto” nel contesto limitarsi all’organizzazione e gestione di rinnovamento del prodotto modesti. di una strada e manterrà questa identità del progetto, l’osservanza del planning, In ogni caso, l’insorgere di articoli veramente a lungo. Il Design di questi “oggetti”, così il coordinamento dei sous traitants, oppure innovativi o capaci di infrangere le barriere come di quelli che costellano piazze, parchi, rivestire la forma di attività consulenziale del tempo è un’operazione lunga, un parto hall, centri commerciali, rappresenta, in seno all’azienda. È pur vero che, nella difficile, una dimostrazione di pazienza. 27 alla messa a punto di tutte le componenti dossier dossier IL DESIGN MONDO INDUSTRIALE: E IL FENOMENOLOGIA DI UN RAPPORTO E INFINE IL MIO PENSIERO SUGLI IMPRENDITORI. Va da sé che il modo di approcciare il mondo dei designer vari in funzione delle esigenze e della cultura dei singoli industriali. Le imprese dirette dai loro fondatori, indipendentemente da una qualunque dimensione, accolgono con maggiore facilità la prospettiva di correre il rischio “creatività”, in quanto quest’ultima fa parte della memoria storica dell’azienda. Per contro, le grandi società che comprendono al loro interno Direzioni Marketing, la cui dirigenza proviene dalle Grandes Ecoles de Commerce, manifestano sovente un certo spirito di protezionismo, vorrei dire reticenza, nell’affrontare il suddetto rischio “creatività”. In questo caso, una maggiore preferenza è accordata alle strutture Design “di servizio”, con le quali è più praticabile un parcours sans faute, garanzia di tranquillità e sicurezza, considerata la mobilità delle carriere marketing. D’altro canto, mi preme sottolineare che proprio le esigenze di crescita che caratterizzano il mondo imprenditoriale odierno, favoriscono anche all’interno delle strutture Design “di servizio” di cui ho parlato poco fa, una certa apertura, tale da introdurre e integrare la ricerca creativa. Le relazioni tra l’industriale e il designer cominciano con la scoperta e la voglia reciproca di lavorare insieme. Nell’ambito di un Design cultivé, come può essere quello del mobile, Marketing e il Capo progetto, dall’altro dell’illuminazione, le scelte avvengono gli esperti tecnici. È in questa fase che sulla base delle referenze e della notorietà si pone la negoziazione su ciò che sarà del creatore, ferme restando la qualità e realizzato e per quale valore. In termini l’intelligenza del progetto. Sta al designer di costo, lo sviluppo di un prodotto avanzare le sue prime proposte di un la cui qualità può indurre una variazione prodotto o suggerirne un’idea, accettando nelle proporzioni di vendita compresa ogni rischio, nella consapevolezza che tale tra il 30 e il 200%, ha un’incidenza molto modus operandi è il solo sistema di convin- debole se paragonata agli investimenti zione. Gli industriali cercano comunque ammessi per la comunicazione. di minimizzare ogni parametro di rischiosità Si tratta di costi indicizzati, spesso, e raccogliere il massimo della creatività, sulla base del numero di ore necessario i designer tendono a trovare, tra gli interlo- al raggiungimento di una soluzione creativa cutori, clienti o partner con i quali creare o, ciò che è meglio, di royalty stabilite oggetti utili, in uno scambio vicendevole a partire dai dati di fatturato. Quest’ultima di conoscenze. Un progetto di Design linea di condotta, che personalmente ritengo è un’operazione a lungo termine, corretta, è adottata di preferenza dalle un’operazione che significa comprendere aziende che operano nel settore del mobile profonda- e dell’illuminazione, piuttosto che da quelle mente imprese la cui produzione si caratterizza il vero per forti volumi. La prima fase di studio valore di tra le due figure in campo, l’industriale da un’impre- una parte e il designer dall’altra, conduce sa, il suo capitale sotto tutti i punti di vista, storico, umano, di produzione. Indagare e mettere in luce le potenzialità di un’azienda è cosa lunga, richiede tempo, perché il risultato sia davvero di qualità. Stabilito il feeling tra le persone, si formano i gruppi di lavoro, da un lato la Direzione 28 alla reciproca valutazione delle competenze, facilissimo, ma nell’impegno di realizzazione responsabilizzazione nell’atto creativo, con del know-how tecnico-tecnologico, di un buon prodotto, impegno che sovente tutti i rischi che esso comporta; non esistono della capacità di dialogo umano tra le attraversa fiere lotte, discussioni, esitazioni nel mettere a disposizione del persone, dei vicendevoli apporti. Si tratta ripensamenti, correzioni di rotta. designer i mezzi industriali necessari alla di trovare la giusta distanza nelle relazioni, Ciò che importa, comunque, è l’esigenza realizzazione di un buon progetto, non un comune senso di complicità e parteci- di qualità, la sola a dover primeggiare, esiste paura alcuna dell’innovazione, ma pazione al progetto, un’intesa più vasta la sola il cui successo sarà decretato un’ottima conoscenza degli strumenti per che il tempo consolida, perché, in ultima dall’utenza e non dall’abilità politica. conseguirla e una grande esigenza tecnica. analisi, la missione del designer possa Infine una parola sugli industriali italiani, evolversi in una mission d’accompagnement, in particolare Artemide, con cui il mio ovvero nella progressiva assistenza attenta atelier ha un rapporto privilegiato. e in grado di offrire quei consigli e intui- Tra i segni distintivi dell’imprenditoria zioni che possano arricchire la strategia della vicina Italia vi sono, senza dubbio, di prodotto e l’immagine dell’azienda. la cultura, la raffinatezza dell’istinto, Un’ultima battuta sul ruolo educativo la sensibilità verso una spettacolare spinta del designer, ben evidente quando innovatrice, commercialmente molto efficace. il rapporto si instaura con industriali Questa naturalità nell’eleganza ritengo dalle scarse conoscenze in materia sia assolutamente unica, frutto non già di tecnologia e stile, o che possiedono di un’analisi marketing, come in Francia un’idea precisa e, in qualche modo, o Germania, ma di un culto della creazione condizionante. La responsabilità del creatore, e di un rapporto stretto e intelligente in questo caso, consiste non nel tentativo tra designer e industriali. Non esistono di “seduzione” del cliente, per altro capitolati d’onere interminabili, ma una Michel Tortel CHI È MICHEL TORTEL Formatosi come architetto DPLG, Michel Tortel ha lavorato quale consulente in tecnologia per diverse società. Nel 1985, in occasione della creazione della sua agenzia, ha ideato, in rapida successione, una lunga serie di progetti, da una linea di lampade per il gruppo HABITAT, a diversi studi per aziende di riferimento nel mondo imprenditoriale francese, quali LIGNE ROSET, BACCARAT... Naturale è stato il passaggio dall’universo housing al Design di prodotto con TERAILLON, ai telefoni con MATRA, FRANCE TELECOM, DASSAULT, all’architettura e scenografia con LA VILLE DE PARIS, LA CITE DES SCIENCES DE LA VILLETTE. Tortel si è distinto altresì per la realizzazione di studi di sistemi d’ufficio con ACIAL e STRAFOR, nonché per importanti progetti europei con ELF, ARTEMIDE, THORN EUROPHANE, LEGRAND e LAFUMA. Ispirato, rigoroso e profondamente sensibile alle controtendenze che si stanno diffondendo nella nostra società industriale, Michel Tortel è attualmente impegnato in numerosi progetti di comunicazione e management. dossier dossier IL DESIGN MONDO INDUSTRIALE: un oggetto può provocare sulla vita E IL dell’Uomo, le necessità ed esigenze morali FENOMENOLOGIA DI UN RAPPORTO e spirituali di quest’ultimo, per giungere all’ideazione di un prodotto carico di umanità, di una forte dose di positività, se vogliamo di una certa percentuale di kitch. Il punto di partenza della ricerca ALESSANDRO MENDINI E IL SUO ATELIER: IL DESIGN IN CHIAVE ANTROPOLOGICA Nel mondo dei designer italiani, un ruolo e un messaggio carico di significato e suggestioni è certamente espresso dal celebre atelier milanese, guidato da Alessandro e Francesco Mendini, di cui accogliamo in queste pagine la testimonianza, nell’incontro avuto con Michela Pagani. dell’atelier è proprio l’emozionalità di un oggetto e in ciò la sua decorazione, la sua superficie, la sua “pelle” svolgono un ruolo fortissimo e determinante. L’architetto Mendini si applica molto allo studio della superficie dei materiali, negli oggetti come nelle opere di architettura, nella convinzione che l’elemento decorativo sia il primo istinto dell’Uomo - pensiamo, per esempio, alle rappresentazioni parietali delle caverne di età preistorica -, espressione della cultura la persona, l’essere umano, a partire e del sentimento di una popolazione; esistono ancora, nell’ottica dell’atelier da un approccio antropologico al progetto. sono quindi, in ultima analisi, decorazione Mendini, orizzonti da scoprire, terre da Si tratta sempre di valutare l’effetto che e colore i fattori su cui si giocano emozio- 1. Nel panorama del Design internazionale, esplorare, o tutto è già stato pensato, creato, ideato? “L’architetto Mendini ama spesso paragonare il Design alla composizione musicale, a quel variegato e multiforme mondo dei suoni e delle canzoni, dove sembra, ogni volta, di essere giunti a un traguardo finale, di aver esaurito ogni spunto innovativo, e invece così non è, come dimostra la continua creazione di brani nuovi che si ispirano a modelli o stili del passato. Ciò che accade oggi nella professione designer è qualcosa di analogo, e l’atteggiamento di pensiero espresso e manifestato dall’atelier Mendini non è quello di risolvere, diversamente da quanto è stato fatto in epoche recenti, il progetto nella sua funzione (risoluzione del problema troppo semplicistica), ma studiarne l’impatto e la relazione con nalità, spiritualità e dignità di un oggetto”. per estrinsecarsi in una cooperazione partecipata e attiva alla concretizzazione 2. A partire dalla concezione del Design di un progetto e alla sua ottimizzazione, poco sopra richiamata, come si concilia, ognuno con la sua specifica esperienza nel caso dell’atelier Mendini, il rapporto e professionalità. L’architetto Mendini, del con l’imprenditore/committente? resto, ha sempre assunto, nella realizzazione “Nelle fasi di realizzazione di un progetto, di un lavoro, il ruolo di direttore la figura dell’imprenditore è sempre tenuta d’orchestra, di colui che si impegna a far in considerazione, relativamente agli input coincidere, ad armonizzare tra loro sinergie che da essa derivano. Molto spesso, tuttavia, e personaggi che collaborano, in modo - l’esempio principe è dato dalla collabora- paritetico, ciascuno nel suo ruolo, al zione tra l’architetto Mendini e Alberto compimento di una creazione. La parola Alessi - il rapporto travalica i limiti tradizio- magica è quindi armonia, collaborazione nali della relazione progettista/committente, del gruppo come voce corale e non solista”. L’ATELIER MENDINI Alessandro Mendini, architetto, è nato a Milano nel 1931. Ha diretto le riviste “Casabella”, “Modo” e “Domus”. È interessato specialmente al Design neomoderno e contemporaneo. Collabora con varie industrie per l’impostazione dei loro problemi di immagine e Design. Realizza oggetti, mobili, ambienti, installazioni, pitture. È stato art director dello Swatch Lab, è membro onorario della Bezalel Academy of Arts and Design a Gerusalemme. Tra i riconoscimenti avuti, gli è stato attribuito il Compasso d’oro per il Design, l’onorificenza dell’Architectural League di New York ed è Chevalier des Arts et des Lettres in Francia. Nel 1989 ha aperto con il fratello Francesco l’atelier Mendini a Milano, progettando la casa Alessi, una torre a Hiroshima, il museo di Groningen in Olanda, il Forum-Museo di Omegna, l’arredo urbano e la pavimentazione del centro di Riccione, un teatro ad Arezzo con il restauro di un monastero rinascimentale, e altri edifici in Europa. Francesco Mendini, architetto, è nato a Milano nel 1939. Inizia l’attività alla Nizzoli Associati con progetti di architettura, tra i quali, i nuovi uffici e il centro sociale per l’Italsider a Taranto, nonché altri complessi in Europa e Africa. È consulente di vari istituti di ricerca edilizia, del CNR e nell’atelier è responsabile specialmente dei lavori di architettura e di allestimento. L’atelier Mendini a Milano è formato da una ventina di architetti, grafici, designer ed è responsabile del progetto dei negozi Swatch nel mondo. 31 Nelle pagine precedenti, da sinistra a destra: Alessandro Mendini, Varie In queste pagine, da sinistra a destra: Alessandro Mendini, Fotoritratto Alessandro Mendini, Varie INNOVAZIONE NELL’USO, AVANGUARDIA ESTETICA E DI CONCEZIONE DEL PRODOTTO DECLINATI DA MICHEL MILLOT Volendo affrontare il tema del valore e significato del Design nell’attuale realtà imprenditoriale, dapprima una premessa. L’agenzia che dirigo ha concentrato le sue attività d’intervento nel Design industriale, negli stand espositivi, nel packaging, nella comunicazione visuale, con un approccio, in linea parallela, al marketing e all’analisi del valore del prodotto, nonché a uno studio della funzionalità d’uso. Il ruolo del designer, da questo punto esigenze concrete di tutti i futuri di vista, consiste nella miglior concezione, utilizzatori dell’oggetto stesso, di coloro valutazione delle soluzioni, argomentazioni che, in progresso di tempo, ne vivranno delle vendite, con un’attenzione particolare il contatto fisico e sensoriale. Questa è, all’immagine del prodotto, alla sua forma in definitiva, la base più solida e, forse, plastica, al suo colore. Il Design è pertanto poco esplorata, a partire dalla quale ricercare un affaire d’industrialisation e di commercia- soluzioni e valutarne le performance lisation, che non trascura né la riduzione d’uso eventuali, senza peraltro confondere dei costi né l’innovazione tecnologica, un cahier des charges fonctionnelles d’usage ma punta sulle qualità di funzione: con un rigoroso capitolato d’onere tecnico comodità di utilizzo, confort, sicurezza. o commerciale. In nessun caso creatività La base operativa della professione e innovazione sono pregiudicate. del designer è costituita da quel linguaggio Michel Millot comune di intenti, noto CHI È MICHEL MILLOT Cresciuto alla celebre scuola di Ulm, la Hochschule für Gestaltung, dopo un’esperienza di designer nell’ambito dell’industria automobilistica e di allestimenti di uffici, Michel Millot ha creato e dato vita al servizio di Design di prodotto presso il Centre Georges Pompidou (Centre de Création Industrielle), sviluppando nel corso di una carriera trentennale, l’obiettivo di una cooperazione sinergica tra gli uomini del marketing, i designer, i tecnici. Professore all’Ecole Nationale Supérieure des Arts in Francia con il termine Décoratifs de Paris, insegna analyse des di cahier des charges qualités d’usage e méthodologie du Design, fonctionnelles d’usage, con interventi anche in altre scuole condiviso dai responsabili prestigiose di ingegneria e marketing, delle politiche di prodotto, a Montréal, le équipe di Design, Pechino, i tecnici di produzione, ecc... Seoul, Grenoble, Nel momento in cui viene Toulouse... Suo è il decisa la concezione progetto di istituire la prima di un nuovo oggetto, formazione post diploma sta al designer, nell’ottica in marketing management dell’agenzia Millot, prendere e Design management. in esame l’insieme delle 32 TESTA E CUORE, GLI INSEPARABILI STRUMENTI DI LAVORO DI DANIELA PUPPA Un caleidoscopio di sentimenti suscita Daniela Puppa in chi la incontra e parla con lei della sua professione, semplicemente e profondamente insieme, senza altisonanza di termini o tecnicismi degli addetti ai lavori, ma con intensità di concetti e materia di ricercata riflessione. Questo ciò che ci ha raccontato ... 1. Il Design secondo Daniela Puppa. sere umano; e in ciò si pone il mio personale di una piccola/grande sfida nel mio lavoro: “Che cos’è oggi il Design? Sinceramente punto di vista, il mio sforzo di anticipazione centrare non un prodotto in senso non riesco a pormi questa domanda, delle attese e delle esigenze, nella ricerca generale, ma qualcosa che abbia perché ritengo che sia difficile trovare risposte di nuovi valori, di un diverso modo di un’identità richiamabile alla committenza, teoriche in relazione a qualcosa che si approcciare e vivere gli oggetti. sia che si tratti di un oggetto di Design svolge quotidianamente nel proprio lavoro, Per tale ragione, ritengo che la tecnologia sia che si tratti di un oggetto fashion. concettuale e manuale al tempo stesso. in senso stretto non sia elemento sufficiente In merito poi all’utente finale, esso è certo Il Design è la professione che svolgo, a raggiungere l’obiettivo di progettazione presente nel mio operato come soggetto nella quale la mia attitudine a rapportarmi che mi propongo, ma occorra anche emozionabile, indipendentemente da ogni con il mondo degli oggetti consiste nel la partecipazione di una componente considerazione sulle sue potenzialità o pensare alle cose che ci circondano in due di passione e poesia, di qualcosa, in altri volontà di acquisto, pur ammettendo che, modi: con la testa e con il cuore. termini, che nasca dall’interiorità, dal cuore”. come è logico pensare, a seconda delle fasce di mercato coperte dal committente Con la testa significa cercare un vi è un’attenzione maggiore per un tipo miglioramento continuo della qualità, 2. Nel rapporto con l’imprenditore e, in attraverso le innovazioni che vengono ultima analisi, l’utente finale, come si di clientela piuttosto che per un altro. via via introdotte nella vita di tutti noi, conciliano per Daniela Puppa gli input In assoluto posso dire che un attraverso una tecnologia che consente intimi del creatore? atteggiamento progettuale differente di giungere alla progettazione di oggetti “In primo luogo, come mia attitudine, non si instaura quando lavoro per una il cui valore non sia racchiuso solo in una ho mai inteso la richiesta del committente committenza precisa, disegnando un mio maggiore sofisticatezza di meccanismi come un vincolo, una limitazione, dal oggetto, e quando invece svolgo il ruolo e materiali, ma anche, e soprattutto, momento che mi propongo ogni volta di consulente per la piccola e grande nella capacità di suscitare e sviluppare un il perseguimento della massima sintonia. distribuzione, dove la tipologia del prodotto nuovo e diverso senso tattile e del colore. Al contrario, quello che io definisco “non è allargata (si tratta di vendere, Superato il concetto basilare di forma/fun- vincolo” rappresenta per me una “precisa- per esempio, un pacchetto di articoli per la zione, va da sé che al giorno d’oggi il zione”, nonché un aspetto di estremo casa), dove propongo un’idea in anonimato, Design investa la sfera del superfluo, di quel interesse, in quanto comporta l’introduzione non il mio nome, ma la mia esperienza. mondo in più, costituito dai desideri dell’es- di un metodo e sistema di ragionamento, In altre parole, l’obiettivo non è aggiungere 33 dossier dossier IL DESIGN MONDO INDUSTRIALE: E IL FENOMENOLOGIA DI UN RAPPORTO volutamente a un proprio prodotto un marchio di identità visiva, bensì migliorare o dare a una collezione quella sorta di fil rouge che riunisce e globalizza le idee progettuali, al fine di accrescere la forza dell’immagine e, di conseguenza, la potenzialità di vendita. Se nell’atto di disegnare miei oggetti esprimo e manifesto, consciamente o inconsciamente, un linguaggio Questo è quello che io amo definire e della concezione della moda Dior espressa “lavoro di alto anonimato”. Articolato, dai suoi creatori. infine, è pur anche il modo di disegnare Esemplificando, il mio punto di arrivo un oggetto fashion, campo nel quale opero è disegnare una borsa che sia rappresenta- da diversi anni, per esempio con la Maison zione di raffinatezza, freschezza, globalità Dior relativamente agli accessori. In questo di accettazione del mondo, sintonia caso diverse sono le valenze in gioco: con l’abbigliamento e le scelte dello stilista. l’interpretazione dell’immagine Dior, che Tutto ciò inventando cose nuove, significa prestigio, lusso, grande femminilità, sviluppando il piacere della ricerca, la capacità di rispondere al nuovo mercato, sollecitando il desiderio. Ancora una volta sempre più giovane, casuale, dalle modalità poesia e tecnologia insieme: dall’idea di acquisto impulsive, nella suprema di un effetto, da un impeto di passione considerazione dell’evolversi dello stile lo studio di tecniche e materiali”. DANIELA PUPPA che mi appartiene, nel momento in cui Laureatasi in architettura al Politecnico di Milano, Daniela Puppa comincia la sua carriera mi applico al progetto di un’organizzazione nel 1972 come redattore della rivista specializzata “Casabella”, diretta da Alessandro di una serie di articoli, non necessariamente Mendini. Nel 1976 prende parte al progetto “MODO”, rivista di Design, di cui è redattore di mia realizzazione, il quesito che mi capo dal 1981 al 1983. Contemporaneamente, prosegue la sua attività di designer, pongo è da un lato come far emergere lavorando con gruppi di avanguardia nel movimento “Design radicale” e mantenendo l’identità della committenza, di un nome proficue collaborazioni, in relazione a diversi progetti, eventi, mostre, con Alchimia (CROFF o HABITAT), l’origine delle matrici, e Memphis. Nel campo del Design industriale, si è particolarmente distinta per la realizza- dall’altro che cosa riuscire ad aggiungere a una radice. zione di diverse creazioni per FONTANA ARTE, DRIADE, ROSET, CAPPELLINI INTERNATIONAL, KARTELL, BRUNATI, VALLI&VALLI, nonché per il coordinamento di un gruppo di designer impegnati nello sviluppo di nuovi prodotti per la celebre vetreria veneziana BAROVIER&TOSO. Nella molteplicità degli studi condotti, Daniela Puppa ha legato il suo nome a una lunga serie di progetti prestigiosi che vanno dal settore tessile a quello della ristrutturazione e decorazione d’interni (show-room Fontana Arte a Milano e Los Angeles, negozio pilota Henry Cotton’s a St. Tropez, negozio Barovier&Toso a Milano, interventi di ristrutturazioni e decorazioni d’interni per Gianfranco Ferré), all’attività consulenziale per la Grande Distribuzione (dal 1985 al 1991 responsabile dell’immagine globale di Croff, ivi incluso il coordinamento della ricerca di prodotto e di stile, nel 1997-98 consulente della direzione artistica globale per i negozi Habitat), all’ambito della moda, Nelle pagine precedenti, da sinistra a destra: Michel Millot, Daewoo, aspirateur Michel Millot, Facom, pied à coulisse nel quale ha svolto, e svolge tuttora, incarichi importanti, quali la direzione artistica, dal 1989 al 1992, per le collezioni in pelle e le linee di abbigliamento sportivo di Nazareno Gabrielli. Attualmente, si occupa della collezione di accessori di Gianfranco Ferré (dal 1989) e, dal 1993, è consulente di Christian In queste pagine, da sinistra a destra: Daniela Puppa, Varie Serge Berry, Couverts “Blue sirene” Serge Berry, Téléphone “Banana’s calling” Dior per il Design degli accessori in pelle. 34 SERENITÀ, PACE E DIMENSIONE ONIRICA NELLA VALUTAZIONE DEL DESIGN DI SERGE BERRY All’alba del III Millennio è necessario interrogarsi sul divenire dell’Uomo e soprattutto su ciò che sarà del mondo nel quale avvengono i progressi che lo riguardano. La fine di questo secolo avrà certo segnato di meccanismi e processi produttivi, ma ciò l’era del tecnicismo dalla forte evoluzione che mi chiedo è se tutto questo corrisponda esponenziale, nonché della Scienza, realmente alle attese degli utenti-consuma- Nato a Maçon, in Francia, nel ma questo meraviglioso esplodere di nuove tori. Occorre saper riscoprire e ridonare 1963, e formatosi come designer, tecniche e tecnologie non è stato necessa- all’essere umano, nella concezione degli dopo un’intensa esperienza quale riamente accompagnato dalla considerazione oggetti del quotidiano, una dimensione disegnatore-progettista maturata che un oggetto è da un lato un elemento onirica, attraverso l’elaborazione di forme presso numerosi studi di architettura, carico di valenze evolutive, dall’altro uno che ricordino quelle che i regni stessi nel 1992 espone al Salon strumento utilizzato dall’Uomo. della Natura ci mostrano. International du Luminaire di Parigi La profonda comprensione dell’oggetto Pertanto, i grandi gruppi industriali e l’anno successivo prende parte può dar luogo a uno scambio tra l’utente dovrebbero rivolgersi a studi di Design al Concorso di Architettura per e lo stesso “volume-oggetto”, a un uso esterni, pluridisciplinari, la cui visuale la ricostruzione dei Suk di Beirut. relazionale e quindi emozionale. L’oggetto allargata e continuamente pronta a captare Dopo una serie fortunata di pro- diviene così qualcosa di permeabile novità può condurre a nuove sollecitazioni, getti e studi realizzati per grandi per l’essere umano. È del resto innegabile alla realizzazione di gamme di nuovi gruppi internazionali nel campo l’influenza che l’architettura dell’edilizia prodotti per nuovi consumatori. dell’housing, nonché per varie e quella dell’oggettistica esercitano sul Il designer svolge un ruolo di forte respon- società francesi (è recentissima la comportamento della persona, se pensiamo sabilità nel determinare e influenzare modi realizzazione di una linea di mobili quale esempio di orrore e di completa e stili di vita della collettività umana cui e oggetti in alluminio e plexiglass, dimenticanza della dignità dell’Uomo appartiene, e per tale ragione egli dovrebbe firmata Serge Berry, per SODIFALUX), ha rappresentato, negli anni ‘60, possedere, per così dire, una sorta di statuto nel 1999 fonda la sua agenzia la costruzione di grandi immobili a forma di indipendenza, perché il suo potenziale di Design, attirando intorno di cubo - “barres” - capaci di generare creativo non sia ridimensionato o limitato. a sé e ed esasperare un malessere esistenziale, La Bellezza sorge da un atto creativo, al suo per non dire di una molteplicità di altri per creare realmente occorre essere liberi. modo problemi in seno al tessuto urbano. La professione del designer, oggi, non di intendere Il parallelepipedo, il rettangolo e il quadrato, conosce confini sulla Terra. Ci apprestiamo la professione onnipresenti nelle forme di tutti gli oggetti a varcare la soglia dell’era postindustriale designer una particolare abitualmente in uso nelle nostre società, e nel momento in cui il mondo attenzione da parte della non predispongono l’Uomo alla quiete, imprenditoriale in senso lato avrà fatto stampa specializzata, europea alla serenità di spirito, al sogno. È pur vero propri i nuovi concetti emergenti, il futuro come statunitense. che un volume quadrato nell’industria potrà riservargli prospettive sempre consente una grande semplificazione più promettenti. Serge Berry 35 CHI È SERGE BERRY “NON SI PUÒ CREARE NULLA DI NUOVO SE PRIMA NON SI HA UNA PROFONDA CONOSCENZA DELLA TRADIZIONE” Antonio Gades Con questa frase pronunciata nel corso di un’intervista dal celebre ballerino di flamenco spagnolo, Antonio Gades, si è concluso il nostro incontro con Monica Rossi, creatrice e imprenditrice insieme, anima di Anaconda, figura indipendente e fieramente interprete di uno stile e di una ricerca assolutamente originali nel mondo della gioielleria. 1. Come nasce l’esperienza di Anaconda e in quale modo, secondo Monica Rossi, si inserisce nel panorama del Design in Italia? “L’esperienza di Anaconda credo debba essere suddivisa in due fasi: un periodo iniziale, legato a un’età giovanissima e a un non programma, nel senso che Anaconda è sorta per un moto naturale ed è diventata specifica nell’ambito della gioielleria in progresso di tempo. Nata come espressione di una passione per l’oggetto, il tessuto, il gioiello, essa trova in quest’ultimo la sua dimensione d’elezione, tra il 1983 e il 1984, quando, dopo un avvio sperimentale e di tastazione del terreno, ho cominciato a disegnare gioielli, dedicandomi, da allora, soltanto a questa attività. Come la mia esperienza si inserisca nel contesto del Design italiano francamente mi è difficile, se non impossibile, dirlo, perché non sono molto amante del concetto di Design, termine che ritengo sia stato straabusato e mal applicato. Ciò che mi interessa, pertanto, non è procedere in questa direzione, ma parlare della mia ricerca, ovvero del mio istintivo attaccamento alla tradizione del passato universale dell’Uomo, non soltanto e necessariamente contestualizzato al Paese Italia, di un moto naturale di rielaborazione di ciò sensibilità di molte persone, diverse fra loro”. che il passato stesso ci ha consegnato. Questo perché, partendo dal presupposto 2. Come nasce una creazione Anaconda? che comunque sia già stato fatto e scoperto “Sinceramente parlando, non riesco a dare tutto, sono convinta che importante sia una risposta univoca, dal momento che io conoscere, rivedere, rimanipolare, con uno stessa non so quale sia l’input iniziale. spirito differente, qualcosa che in precedenza Nel caso di un lavoro su commissione, lo sti- l’Uomo ha già indagato, esplorato, molo è preciso e identificabile con la persona riconosciuto. Per quanto mi riguarda, l’ele- che mi richiede la realizzazione del gioiello; mento fondamentale nel quale mi identifico il mio approccio di partenza diviene quindi lo è l’istintività del mio movimento creativo, sforzo di comprendere chi ho di fronte a me, il suo essere non ragionato né intellettuale i suoi gusti, i suoi desideri, le sue aspettative, né teorico né dimostrativo né di avanguardia. il suo sentire ... È un tipo di operato molto La validità dell’oggetto Anaconda, se una privato, un lavoro a due. Per quanto riguarda validità, ben inteso, la possiede, credo risieda le collezioni che creo due volte l’anno, le nella sua capacità di riuscire a toccare e far sollecitazioni sono le più diverse: ultimamente, vibrare molte corde, raggiungere l’animo e la per esempio, a darmi il la sono stati una 36 musica e un colore, il blu, con un della committenza. Chi disegna e progetta conseguente percorso di ricerca di materiali per altri, a mio modo di vedere, dovrebbe in tutte le tonalità, dal bianco azzurrato avere un ambito ricreativo interno neutro, al blu profondo. Mare e cielo le dominanti necessario per partorire idee nuove, non farsi di una collezione per me molto importante, condizionare troppo dalle richieste in quanto in essa ho coniugato la mia anima del mercato, per evitare di diventare risposta più barocca, espressa dall’incisione a una domanda, e non più proposta. e dal traforo, con le mie origini primitive, Tuttavia, operando in direzione di un sottolineate dalla semplicità, irregolarità mercato, è fondamentale vivere un rapporto e primordialità delle forme. Nella collezione reale con l’intorno che ci circonda. dello scorso mese di giugno, ancora, In sintesi, l’accezione pura di un designer, ho ricercato l’allegria, il divertimento, secondo il mio punto di vista, è quella basandomi su materiali dalla forte valenza non di una risposta immediata e temporale cromatica (rubini Burma, per esempio), a una richiesta della committenza o a minimizzando l’elemento formale e dando un’innovazione, ma la soluzione estetica predominanza al colore. In poche parole, lo a un tipo di progetto. In questo caso, credo, slancio creativo iniziale varia di volta in volta: il limite del Tempo è superato e vinto”. un materiale, un colore, un’idea, un nome ...” In queste pagine, da sinistra a destra: 3. Il tema principe intorno al quale ruota Monica Rossi, Gioielli vari Monica Rossi, Fotoritratto questo nostro dossier è l’analisi della relazione tra designer, da un lato, e committente, dall’altro. Qual è la posizione di Monica Rossi su questo argomento? “Nascendo come creatrice nell’ambito di una bottega artigiana, ho da sempre avuto con il pubblico un rapporto molto forte e privilegiato, pubblico dal quale sono stata, peraltro, viziata e coccolata, pubblico che è stato per me stimolante, bello, interessante, gradevole e fonte di grandi input. Compito di ogni designer credo debba essere proprio questo primario atto di comprensione dell’interlocutore che si ha di fronte, sia esso una multinazionale o un singolo individuo, attraverso una sensibilità quasi fisica, per poter pensare a delle proposte, trasmettere qualcosa senza coercizione o forzatura, ma in un’armonia di scambi reciproci tra istinti creativi del designer e orientamenti 37 ANACONDA “Come molte cose importanti della vita, Anaconda è nata per caso da un negozio dall’affitto modesto, in una zona bellissima di Milano: avevo ventitré anni, il 24 settembre 1980, giorno di plenilunio. Amavo scrivere, viaggiare, ero curiosa, caparbia, indipendente e, probabilmente, alla ricerca di un’identità più precisa... Anaconda è nata così, per moto naturale, e così si è sviluppata, piano piano, in questi diciannove anni”. Monica Rossi Monica Rossi, nata a Milano nel 1957, vive e lavora nel capoluogo lombardo con il suo cane Otto, nel fascino di un’arte, quella orafa e del gioiello, dall’antichissimo sapore e dalle tracce lontane. dossier dossier IL DESIGN MONDO INDUSTRIALE: E IL FENOMENOLOGIA DI UN RAPPORTO Dai designer agli imprenditori, nella continuità di un dialogo a tutto campo, in cui la genialità e il talento dei primi trovano la miglior rispondenza nella lungimiranza, sensibilità, patrimonio tecnologico, conoscenza del mercato e volontà di anticiparne le tendenze dei secondi. I nomi di Fontana Arte, Renault, Cassina, Thomson Multimedia, testimoniano in Europa e nel mondo, considerato il valore dimensionale delle aziende, quanto l’elemento Design, sapientemente inteso e applicato, contribuisca al successo di un’iniziativa di prodotto, al prestigio dell’impresa che di essa si fa portatrice e promotrice, non solo agli occhi e nelle aspettative degli addetti ai lavori, ma anche, e soprattutto, del grande pubblico degli acquirenti, sensibilizzato, acculturato, affascinato. FONTANA ARTE, MARCHIO DEL DESIGN DAL 1881 Recensita ovunque nel mondo, presente nelle case di molti, tanti estimatori, Fontana Arte, come scrive Massimo D’Alessandro nel testo “Fontana Arte Una storia trasparente”, evoca immagini vivide di un rapporto stretto e fecondo fra creatività colta e originale, capacità produttiva aperta all’innovazione, grande capacità di imporsi sul mercato grazie all’identità di una proposta fondata su un originale tessuto produttivo. Questo è quanto emerge altresì dall’incontro piacevole e intenso avuto con Carlo Guglielmi, attuale Amministratore Delegato della società. 1. Il Design in Italia, il Design in Francia: industriali e di cultura dell’azienda, due mondi così vicini eppure così nell’ambito di un rapporto altamente lontani. L’analisi di Carlo Guglielmi, in costruttivo e di arricchimento da ambo relazione all’esperienza di Fontana Arte. le parti. In termini economici, con la Francia “Fontana Arte è stata una delle prime se non esiste poi una relazione di mercato, la prima azienda italiana ad avere un rappor- che vede Fontana Arte operatrice, in grado to di collaborazione con un designer france- di sviluppare un fatturato di vendita se, quando nel 1954 Max Ingrand firmò un significativo (2,5 miliardi di Lire). progetto importantissimo per Ciò nonostante, debbo rilevare che la presenza la storia della società, che condusse alla sul mercato d’oltralpe non è ancora molto realizzazione di un prodotto tuttora a soddisfacente, in quanto la Francia si è catalogo con risultati di vendita fantastici. sempre dimostrata nei confronti del prodotto Forse il nome di Ingrand non risuona fra di Design un Paese molto misurato e distante, quelli più eclatanti nel panorama dei designer, avvalorando e preferendo ancora oggi ma certo ha profondamente marcato un tipo di produzione di mobili e lampade il percorso storico di Fontana, con una in stile, non moderne, riproposizione abat-jour costituita da un paralume in vetro di un’oggettistica di prestigio del passato. soffiato opalino bianco e una base dello Fortunatamente si sta assistendo, in tempi stesso tipo di vetro, illuminata dall’interno recentissimi, a un cambiamento di rotta, par- da lampade, divenuta un autentico best-seller. ticolarmente evidenziabile in una città come Attualmente, il dialogo progettuale è aperto Parigi, complici tutta una serie di straordinari con alcuni grandi architetti francesi, interventi di architettura e urbanistica, Dominique Perrault, per citarne qualcuno, nonché la notorietà e l’operato rivoluzionario dotati di un forte senso della concretezza, di personaggi come Philippe Starck, che di una notevole capacità di interpretare hanno trasformato la loro professione anche e comprendere le caratteristiche produttive, in un autentico fenomeno da star system”. 38 2. Nel momento in cui viene pensato un delle idee, quindi la verifica della corrispon- parte della stampa specializzata, oggetto e decisa la sua diffusione sul denza fra queste e il tema affidato e l’analisi nonché degli stessi architetti, progettisti mercato, come si estrinseca il rapporto di tutti i problemi legati alla prototipazione e prescrittori di lampade od oggetti inseriti tra l’azienda e il designer? e ingenerizzazione di prodotto, nell’ambito nell’ambito dei loro lavori”. “Fontana Arte e, in generale, tutte le di un’intensa attività di coordinamento, società che operano nel campo del Design controllo e compromesso tra le esigenze in Italia sono aziende in cui si realizzano progettuali, quelle produttive, tecniche quali sono le prospettive di mercato attività commerciali e di marketing; questo e commerciali. Certo può accadere che che si apriranno, in futuro, al prodotto vuol dire che non si produce nulla, in un’iniziativa di produzione nasca da un’idea di Design? quanto, lavorando su materiali così diversi particolarmente brillante di un architetto, “Per quanto riguarda l’Italia, il prodotto che vanno dal vetro alla plastica, al metallo, come nel caso di Vico Magistretti e del suo di Design è qualcosa che viene sempre più alle componenti elettriche, alle fusioni, recente progetto di lampada non riferibile apprezzato, desiderato, accettato e voluto. non si può ipotizzare di avere all’interno a una tipologia abituale”. In misura un po’ diversa, una considerazione simile si potrebbe fare per il mercato dell’impresa un’area produttiva tanto variegata. Per tale ragione, ci si avvale 5. In ultima analisi, Dr. Guglielmi, 3. Si può affermare, Dr. Guglielmi, tedesco, svizzero e olandese. Vi sono poi di un sistema industriale che affonda le sue che Fontana Arte, nel panorama delle nazioni come la Spagna in forte e rapida radici nell’Italia dei mestieri, e che consente aziende italiane che propongono Design, crescita, con una propensione all’acquisto di volta in volta, per i singoli progetti, sia attenta e sensibile alle avanguardie dell’oggetto di Design particolarmente di affidare gli incarichi a diverse società di creative? marcata e Paesi, come la Francia, che, eccezion fatta per il risveglio parigino, pro- fornitura, in funzione delle specializzazioni. “La risposta è indubbiamente positiva, come Il ruolo di Fontana Arte è invece, come dimostra il semplice fatto che tra cedono a scarto dicevo, quello di procedere a uno studio gli architetti collaboratori dell’azienda ridotto, legati del mercato, per capire presenze e assenze figurano designer di età compresa tra a una cultura di prodotti, significato e valore dei vari venti e trent’anni. Per giunta, attraverso maggiormente operatori, ragioni per cui, per esempio, la recente collezione “Candle”, Fontana conservatrice”. un dato articolo manca dal mercato. Arte ha inteso rivolgersi a un pubblico Definito tutto ciò, si dà solitamente priorità più giovane, capace di captare i nuovi all’elemento assente e si affida un tema linguaggi espressivi di cui le ultime progettuale a un architetto esterno: generazioni di architetti sono interpreti”. dai grandi nomi dell’architettura mondiale, Gae Aulenti, Ettore Sottsass, Eric Miralles...., 4. Nella determinazione del valore a personaggi che hanno consolidato un di mercato di un oggetto, quanto incide rapporto di collaborazione storica con la firma del designer? Fontana, Gae Aulenti, Pierluigi Cerri, Piero “L’incidenza direi che è assolutamente nulla, Castiglioni, Franco Raggi, Daniela Puppa, sia in termini di costi sia in termini di prezzo per venire alle giovani generazioni, portatrici di vendita al pubblico. di idee sempre nuove e di linguaggi Non c’è dubbio che un oggetto realizzato comunicativi diversi. Il passo successivo da un grande nome dell’architettura susciti è naturalmente la discussione e valutazione intorno a sé una maggiore attenzionalità da 39 dossier dossier IL DESIGN MONDO INDUSTRIALE: E IL FENOMENOLOGIA DI UN RAPPORTO RENAULT, OVVERO IL DESIGN IN MOVIMENTO, ILLUSTRATO DA CHRISTIAN BARLUET , DIRETTORE GENERALE DI RENAULT ITALIA 1. Come è cambiato, nel corso le attese più emozionali dell’Uomo 3. In un’immaginaria scala di valori, degliultimi decenni, a suo avviso, nel tempo, ha subito un cambiamento: quanto conta, nella determinazione M. Barluet, il concetto di Design? si è passati, in effetti, dall’era dell’apparire del successo di mercato di un “Renault, “architetto della mobilità”, a quella del bene-essere. prodotto, l’elemento “Design”? che lavora da oltre un secolo per creare La creatività e l’intuizione dei nostri “A mio avviso il lavoro del designer automobili e offrire servizi adatti agli designer si sono, quindi, incentrate è di concepire un oggetto che dia spostamenti, non poteva non porre più che sul solo aspetto estetico esterno emozioni; nel caso dell’automobile nel giusto ruolo il Design, di evidente del veicolo, sul concetto complessivo deve altresì far in modo che la vita importanza per una casa automobilistica, dell’auto. Da qui, in pochi anni, Renault a bordo sia un piacere. come la nostra, che fa dell’innovazione ha proposto, dopo Espace, Twingo, Scénic, Del resto, come ha sostenuto anche il proprio quid di differenziazione. Kangoo e oggi Avantime”. Patrick Le Quément in un’intervista, In questi anni il concetto nessuna casa automobilistica oggi 2. Nel variegato panorama delle defini- potrebbe permettersi di presentare sul di Design è andato zioni che di questo termine sono state mercato delle automobili esteticamente sempre più tentate, quale ritiene possa essere non apprezzabili, oltreché non funzionali evolvendosi quella più corretta, o, in ogni caso, che e inaffidabili in termini di sicurezza. e modificandosi. meglio rifletta lo spirito di Renault? In particolare, per l’automobilista italiano Il Design, infatti, “Dare una definizione di Design in poche nelle motivazioni d’acquisto di un’auto, che da sempre parole è molto arduo, perché questo dalla più piccola alla più importante, cerca di anticipare termine racchiude in sé e implica molti che sia la prima vettura posseduta o una le risposte a valori legati alla filosofia della nostra delle tante auto del nucleo familiare, quelle che saranno Marca. Indubbiamente è chiaro, tuttavia, il Design è sempre al primo posto. che il Design non può essere e non è solo E le tendenze in termini stilistici Estetica, ma anche attenzione all’Uomo del mercato italiano sono molto e al mondo che lo circonda, con cui non importanti per Renault poiché anticipano deve perdere il contatto, ma creare delle in qualche modo le condivisioni sinergie “positive”. Avantime, per esempio, successive sugli altri mercati europei. è per Renault proprio la concretizzazione Il successo immediato di Scénic in Italia, di questo spirito di innovazione che non arrivato poi gradualmente in Europa, è mera originalità stilistica, fine a se stessa”. ne è un esempio significativo”. 40 THOMSON LIFE, INNOVAZIONE TECNOLOGICA E PUREZZA DEL DESIGN ESALTATI IN UNA SPECIALE LINEA DI PRODOTTO Mettendo a punto la nuova linea Thomson Life, il gruppo leader nel campo della tecnologia di suoni e immagini, Thomson Multimedia, ha inaugurato un particolare spirito di marchio, attento ai cambiamenti ambientali e di comportamento dei consumatori, ed espresso da una concezione dell’oggetto come elemento di decoro, capace di “vestire” con eleganza tutti gli interni della casa. La purezza del Design e l’alto tenore delle applicazioni tecnologiche si sposano nei nuovi TV color Thomson Life, offrendo un prodotto ricercato per la piacevolezza dell’estetica, la facilità e l’ampiezza delle possibilità di utilizzo. Particolarmente interessante è lo sviluppo del tema “kitchen” che sottintende una rivalutazione e riconsiderazione dell’ambiente cucina e delle sue caratteristiche, ambiente inteso non solo nella sua funzione primaria, ma anche come luogo di riunione e soggiorno della famiglia. In questo senso, l’apporto offerto dal Design, in termini di aspetto esteriore e ricerca di materiali e colori, è risultato determinante nell’ideazione e promozione di un prodotto dalla valenza nuova e originale, dotato di un forte potere di attrazione sull’immaginario del pubblico acquirente. 41 dossier dossier IL DESIGN MONDO INDUSTRIALE: E IL FENOMENOLOGIA DI UN RAPPORTO CASSINA, UNA VOCAZIONE ALL’INTERNAZIONALITÀ NON DIMENTICA DELLE ORIGINI DEL DESIGN ITALIANO E DELLA TRADIZIONE ARTIGIANA DI MIGLIOR QUALITÀ Dal 1927 Cassina è simbolo, nel settore dell’arredamento, di una delle più alte e prestigiose espressioni dell’Italian Design, frutto di una meticolosa e tenace ricerca dei valori di qualità, intesa come modo di essere dell’azienda, di un incontro fortunatissimo con il mondo dell’architettura e i suoi principali protagonisti. Per analizzare più da vicino quanto provocatoria e trasgressiva di personaggi di Un nome per tutti, Le Corbusier. e come Cassina abbia preso parte grande talento, quali Mario Bellini, Vico L’occasionalità non è mai alla base dell’in- all’evoluzione del Design in Italia e nel Magistretti, l’eclettico Gaetano Pesce, il contro con il designer, in quanto l’impresa mondo, offrendone testimonianze incisive, giapponese Toshiyuki Kita, il poliedrico e possiede al suo interno un valido Centro abbiamo incontrato Sandro Maggini, sorprendente Philippe Starck, l’architetto, “Ricerca, Sviluppo e Ingegneria di Amministratore Delegato della società. designer e grafico Piero Lissoni, il raziona- Prodotto”, guidato da Umberto Cassina, le Hannes Wettstein.Tutto ciò sta a dimo- Vicepresidente, e costantemente strare una cosa sola: Cassina ama la colla- impegnato a dialogare con il gruppo Cassina il rapporto di collaborazione borazione all’insegna dell’internazionalità, attuale dei creatori, nel mantenimento che lega designer e imprenditore? nell’ambito di collezioni aperte, ove le filo- delle politiche industriali e di produzione, “L’abitudine di Cassina a operare nel campo sofie progettuali sono le più varie, le che maggiormente identificano la società del Design ritengo possa essere qualificata forme di dialogo le più diverse, le conce- agli occhi del mercato e degli opinion storica, risalendo all’immediato dopoguerra zioni estetiche, poetiche e culturali pro- maker internazionali. il progetto di avviare intense cooperazioni vengono da mondi e scuole di pensiero In sintesi, pertanto, la parola magica per con creatori o architetti eterogenei. Cassina è complicità: le due figure, impresa eminenti, cooperazioni In un discorso di presenza dell’azienda e progettista, sono complici in un’idea le che esplodono con la nel mondo del Design, rientra, inoltre, cui molteplici sfumature e sfaccettature figura di Gio Ponti e la l’opera svolta, in progresso di tempo, (commerciabilità o meno del prodotto, sua sedia superleggera, da Cassina per la riedizione e ricostruzione distintività del prodotto, trasgressività del vero e proprio azzardo originale di capolavori di illustri maestri prodotto, rischiosità e complessità del pro- tecnico e di produzione, dell’architettura, mai o poco apparsi in getto) sono aspetti che coinvolgono considerata l’epoca. È una serie industriale di qualità. Mi riferisco esclusivamente il colloquio privato tra chiaro quindi che da alla collezione “Cassina i Maestri”, per la designer e impresa”. lungo tempo la società realizzazione della quale la società ha un aveva deciso che la con- colloquio continuo con eredi, fondazioni, cezione del prodotto curatori ed esperti storici di Autori che Dr. Maggini, ha citato poc’anzi anche derivasse dall’iniziativa hanno segnato in modo indelebile la storia il nome di Philippe Starck. Come è intellettuale, ideologica, dell’architettura e del Design. nato il rapporto Starck/Cassina? 1. Come si pone nell’ottica dell’azienda 42 2. Menzionando i vari collaboratori, solo imprenditoria, complicità intellettuale, capitale di Cassina; si tratta di un impor- missione storica, visibilità dell’azienda, tante gruppo industriale quotato alla Borsa ma anche, e soprattutto, ricchezza di un di Parigi, acquisito nel 1999 da Fimalac patrimonio tecnico, di mezzi e di uomini e ribattezzato Facom, nostro azionista di (modellisti, prototipisti, esperti di materiali, maggioranza -, ma anche dalla visibilità ingenerizzatori ...), tale da consentire commerciale (Parigi è la sola capitale in cui un’intelligente e avanzata collaborazione”. l’azienda ha due show-room di cui uno in Faubourg Saint-Honoré e l’altro in 3. Un’ultima battuta: come descriverebbe, Boulevard Haussman), dalla stretta collabo- in breve, Dr. Maggini, la presenza razione con istituzioni e fondazioni culturali dell’azienda Cassina sul mercato di prestigio (Fondazione Le Corbusier, Centre francese? Georges Pompidou), nonché “In merito alla presenza Cassina nel dal dialogo specialissimo con Philippe mercato francese e alla sua reattività nei Starck, simbolo del Design più avanzato”. confronti della produzione dell’azienda, non posso che esprimere un parere di soddisfazione. L’impresa ha un legame particolare con il Paese Francia testimoniato non solo dall’assetto societario - nel 1989 “Dopo un’iniziale fase di approccio comin- Strafor Facom faceva il suo ingresso nel ciata già negli anni ‘80, la collaborazione con Starck ha acquisito corposità sempre maggiore a partire dal 1993, quando il designer francese si è cimentato nell’ideazione e progettazione di una nuova collezione di letti, firmandone alcuni modelli di cui uno recentissimo. Di qui un prosequio ininterrotto di iniziative condotte con grande soddisfazione da ambo le parti. Philippe Starck, com’è noto, è un creatore complesso, abituato a utilizzare materiali molto avanzati sotto il profilo della ricerca tecnologica, capace di introdurre nei suoi progetti altissime tensioni nel trattamento delle materie impiegate, nell’estetica studiata. Peraltro, al celebre designer della vicina Francia è assolutamente evidente che il nome Cassina non porti 43 In queste pagine,da sinistra a destra: C. R. Mackintosh, Hill House Le Corbusier, Chaise-longue Philippe Starck, Sedia Philippe Starck, Poltrona dossier dossier IL DESIGN MONDO INDUSTRIALE: E IL FENOMENOLOGIA DI UN RAPPORTO QUANDO IL DESIGN DIVENTA FAMIGLIA UN’ EREDITÀ DI ED ENTRA IN BORSA GIUGIARO DESIGN: IL NOME DELLA CREATIVITÀ, DELL’ELEGANZA DELLE FORME E DELL’INTUIZIONE ITALIANA NEL MONDO Lo ripetono costantemente i suoi uomini. Tutti in Giugiaro ne hanno fatto la filosofia nell’arredamento (Cinova, Del Tongo, Fiam). di base della propria arte e delle proprie creazioni: “Giugiaro non firma. Giugiaro progetta”. E ancora, negli elettrodomestici (Merloni), Ed è racchiusa in queste cinque parole l’anima di un’azienda che ha saputo rendere nell’informatica (Apple), nell’orologeria vincente, entro e fuori i confini nazionali, quella creatività, quel genio e quella classe (Seiko), nella cosmesi (L’Oréal, Shiseido) che tutti ci invidiano. Giugiaro non firma. O meglio, non solo. Giugiaro va oltre, per passare all’identità visiva (Telepiù) e molto dove pochi hanno avuto la capacità, la volontà e l’intuizione di arrivare, riuscendo altro ancora. Una produzione sempre a coniugare sapientemente estetica e razionalità della forma; unendo alla ricerca di altissimo livello che ha saputo raggiungere e alla sperimentazione, sensibilità, fantasia e hi-tech. Giugiaro progetta. Successi mai casuali traguardi importanti, in particolar modo quelli di Giugiaro. Nati dalla costante e metodica volontà di soddisfare precise condizioni nel settore trasporti: oltre a biciclette, di ergonomia e funzionalità, interpretate attraverso un Design innovativo, capace di andare motociclette e imbarcazioni, Giugiaro Design incontro alle aspettative del mercato del 2000. ha sviluppato numerosi progetti su rotaia in Italia e all’estero tra cui l’ETR 460 “Pendolino”, GIUGIARO DESIGN: LA STORIA l’ETR 470 “Cisalpino” (per il quale è stata Nasce come una Industrial Design Division all’interno di Italdesign, società di Car Design, seguita anche la Corporate Identity), l’S220 fondata nel 1968 da Giorgetto Giugiaro con Aldo Mantovani, che ha progettato, negli per le Ferrovie Finlandesi e il recentissimo anni, alcune delle auto di maggior successo della Fiat, dalla Panda, alla Uno, alla Punto. progetto di metropolitana leggera senza Giugiaro Design diventa azienda indipendente nel 1981, continuando l’esperienza proget- guidatore realizzato con Ansaldo Trasporti tuale iniziata negli anni ‘70 in Italdesign, appunto, da dove porta con sé il prezioso per la società danese Ørestadsselskabet. bagaglio di un metodo di lavoro unico e rigoroso e la filosofia di un Design funzionale al servizio dell’utente finale. Innumerevoli LA BORSA i progetti che Giugiaro Design ha sviluppato nei settori più diversi Dal 1999 Giugiaro Design, a conferma ed eterogenei in collaborazione con prestigiose aziende nazionali della solidità della propria struttura, è entrata ed internazionali. Nell’ottico-fotografico (Nikon), nella telefonia a far parte del gruppo Italdesign-Giugiaro, (Telecom, Urmet, Swatch), nell’elettrotecnica (Siemens), recentemente quotato in borsa. 44 “IL DESIGN? LA RICERCA DI ARMONIZZAZIONE TRA BELLEZZA FORMALE DI UN OGGETTO E IL SUO UTILIZZO” Ad affermarlo è Nicola Guelfo, responsabile del Design Center di Giugiaro Design. In una società votata all’immagine e all’apparire, in cui si sceglie sempre più “ciò che piace” rispetto a “ciò che è utile”, Guelfo ci racconta come sia possibile trovare quel sottile e specialissimo equilibrio tra l’armonia delle forme e la vera utilità di un oggetto. Quella esclusivissima linea su cui scorre e corre il successo di Giugiaro Design. nel tentativo di plasmarla in forme armoniose, Le regole, se così possiamo chiamarle, devono pulite ed eleganti, in grado, comunque, esserci, invece, in fase di studio, di progettazione, di entrare a far parte facilmente dell’utilizzo di reinterpretazione dello stesso oggetto. Il nostro quotidiano. Guelfo entra in Giugiaro Design obiettivo finale - ci spiega Guelfo, entrando nel 1984, casualmente. “Mio padre fece vedere così nel cuore del concetto di Design - è quello a un amico, collaboratore di Giugiaro, i miei di concepire un prodotto cercando di implemen- disegni. Mi chiamarono in prova e da allora sono tarne l’utilità, racchiudendolo in forme eleganti qui”. In realtà lui aveva seguito un corso e piacevoli. Un prodotto va sempre migliorato, di studi del tutto diverso e il suo futuro anche dal punto di vista estetico ma si deve tener avrebbe preso un’altra direzione. La fortuna presente che un lavoro è davvero ben riuscito aiuta, certo, ma la fantasia, la capacità quando si è giunti ad armonizzare la forma e di guardare il mondo e di saperlo riprodurre l’utilizzo”. ‘“Un equilibrio essenziale considerando Dopo due ore di piacevole chiacchierata secondo canoni formali ed estetici sempre la società attuale e le esigenze di un mercato in sua compagnia inizi a chiederti seriamente nuovi e moderni non si imparano sui banchi schizofrenico ed edonista. Se prima si guardava se hai mai guardato il mondo in cui vivi nella di scuola. Lì si possono solo migliorare solo alla funzione, oggi si considera sempre maniera giusta. Ti accorgi che il suo sguardo tecnicamente. Così a 39 anni, di cui 16 di più proprio l’aspetto estetico dell’oggetto, vaga curioso sugli oggetti che lo circondano, trascorsi in Giugiaro, vivendone quindi tutta l’emozione che suscita il guardarlo, la consa- accarezzandoli, assimilandone forme, linee la crescita e l’affermazione “ricordo che quando pevolezza di possederlo, l’esibirlo come e prospettive, archiviandole, quindi, in un iniziai nell’’84 eravamo in tre oggi siamo più un gioiello. Un fenomeno che ha portato angolo della memoria. Ed è allora che di quaranta”, Nicola Guelfo è responsabile una trasformazione epocale, per esempio, percepisci la differenza, non solo grammaticale del Design Center dell’azienda ed è con lui nel Design delle apparecchiature elettroniche. e sintattica, tra “vedere” e “guardare”. che abbiamo cercato di cogliere lo spirito Computer e accessori, macchine fotografiche Abituati all’ambiente che ci circonda e la filosofia di Giugiaro Design. e lettori CD, videocamere, videoregistratori quotidianamente, agli spazi in cui viviamo, “Noi ci occupiamo principalmente di Industrial e telefonini mostrano tutti una cura raffinata alla nostra casa, all’ufficio, all’auto che usiamo Design, un concetto ampio e privo di reali limiti, delle forme e la tendenza a differenziarsi o alla fermata dell’autobus, facciamo, entro cui rientrano lo studio e la progettazione prima nell’”involucro”, poi nel cuore tecnologico. per la maggior parte dei casi, vagare uno di oggetti di vario genere, dal trasporto - barche, Tradizionalmente, infatti, la forma rispondeva sguardo distrattamente curioso sulle cose. treni, camper, scooter e moto - all’arredamento, alla funzione dell’oggetto, vedi la macchina Le vediamo e basta. In modo scontato. all’elettronica e, ancora, lampade, divani, sistemi da scrivere o la macchina da cucire, ora nei E saremo in grado raramente, matita alla Hi-Fi, bottiglie per l’acqua minerale, ganci mano, di riprodurle, indipendentemente per scarpe, armi e così all’infinito. dalle nostre capacità illustrative. Nicola Guelfo Non ci sono, in assoluto, limiti particolari le “guarda”, se ne impossessa, perché il mondo per l’Industrial Design. I limiti non sono che lo circonda è il suo vero ambiente legati al tipo di prodotto in discussione. di lavoro. La realtà, con i suoi oggetti, i colori, le linee, gli spazi e i volumi, è la materia prima con cui si confronta quotidianamente, 45 dossier dossier IL DESIGN MONDO INDUSTRIALE: dell’oggetto. Il marketing, con le ricerche E IL di mercato, e l’ufficio tecnico della stessa azienda FENOMENOLOGIA DI UN RAPPORTO “IL DESIGN-À-PORTER” E LA SUA CREATRICE LAURA GIUGIARO nuovi oggetti elettronici la forma non ha sumatore rispetto al prodotto su cui noi andremo più quasi nulla a che fare con il contenuto. a lavorare e quali le migliorie da apportare”. Perché il contenuto è un chip, una striscia A questo punto la palla passa a Giugiaro di silicio microscopica, che non corrisponde Design. “Noi studiamo ogni prodotto a cui non alla forma esterna. Quindi se prima bastava imponiamo assolutamente mai un “imprinting” la novità a rendere appetibili questi oggetti, formale preesistente. Non esiste una “firma” Giovane, estroversa, versatile e attenta al mondo che la circonda, Laura Giugiaro ha saputo ereditare con intelligenza un nome così importante del Car e dell’Industrial Design, reinterpretandolo e proiettandolo verso nuove ed emozionanti dimensioni. Nasce nei bellissimi spazi milanesi il “Design-à-porter” di Laura Giugiaro: creazioni definite dalle linee pure e perfette del Design Giugiaro, declinate con fantasia e classe per il mondo della moda. anche se banali nella forma e senza persona- Giugiaro - sottolinea con attenzione Guelfo - Ti accoglie con un sorriso e la forza lità, ora è necessaria una differenziazione ma esiste un “progetto” Giugiaro con cui si cerca del suo carisma, travolgente e appassionato. perché faccia scattare la molla che fa comprare di cogliere l’essenza dell’oggetto per metterne in Parlandole e facendoci raccontare la sua un oggetto anziché un altro. La forza evidenza la parte estetica e migliorarne l’impiego. passione per la moda e per i gioielli ci si di Giugiaro Design sta proprio qui: nell’aver Coniugare estetica e razionalità della forma accorge immediatamente che la forza e la trovato, interfacciandosi costantemente con con facilità di utilizzo è un lavoro che impegna capacità di questa donna di 32 anni, stanno l’evoluzione rapida che ha avuto il settore tutti i settori di Giugiaro Design: dal Design Center proprio nell’intelligenza con cui ha saputo del Design e con le esigenze di un mercato all’ingegneria di prodotto, dalla modelleria far tesoro dei principi che stanno alla base in continua evoluzione, un metodo di lavoro al marketing ai servizi commerciali”. dei progetti che hanno reso famoso il padre unico che accompagna il prodotto in tutto Un progetto di successo, quindi, qual è? in tutto il mondo, adattandoli e interpretan- il suo iter, dal concept all’oggetto finito. “Quello che ha saputo trovare il giusto compro- doli ex novo per altri settori creativi, a lei Come afferma lo stesso Guelfo: “In primo luogo messo tra ergonomia e funzionalità, delineato senza dubbio più vicini. Ha “respirato” Design c’è il contatto con il cliente. È lì che cerchiamo da un Design all’avanguardia e innovativo, fin da bambina: quando lei nasceva, nel ‘68, di capire come si vuole posizionare il prodotto in grado di rispondere alle esigenze del mercato suo padre fondava, con Mantovani, la società per aumentarne i volumi di vendita. attuale ma già proiettato verso il futuro”, Italdesign. È cresciuta tra progetti e prototipi In questa fase il confronto è con le diverse realtà afferma convinto Guelfo che continua: in un mondo prettamente maschile, dove dell’azienda. Si incontra il marketing, “per comprendere questo messaggio basta ha avuto comunque modo di conoscere pensare alla differenza tra “alta moda” e assimilare le regole delle prospettive, dei e “prêt-à-porter”. Per quanto stupefacenti, volumi, delle misure e l’utilizzo dei materiali. in questa fase che ci ammalianti, lussuosi, eccentrici e sperimentali, Ma non era qui il suo futuro. Con la capacità vengono dati i limiti entro i capi di alta moda sono, il più delle volte, immet- e la convinzione che la contraddistinguono, tibili e inutilizzabili. Aiutano, però, ad aprire la prima occupandosi della comunicazione ci dicono quelle che sono le aspettative del con- l’ufficio tecnico e spesso, se c’è, il designer interno. È proprio cui muoverci: se spingerci mente quali nuovi spunti per il prêt-à-porter della Giugiaro Design, che, nelle sue diverse declinazioni e personaliz- ha dato vita, nel 1995, e attente zazioni, diventa tendenza ed entra nell’uso a un marchio che all’estetica quotidiano. Anche noi ci permettiamo prodotti porta il suo nome, o se badare “d’alta moda”, modelli sperimentali Laura Giugiaro, con cui molto più e avveniristici, ma l’anima di Giugiaro Design firma linee esclusive verso soluzioni più formali alla sostanza e alla funzione ultima è nel prêt-à-porter, è in tutti quei progetti dalle forme armoniose e belle, facili da utilizzare”. 46 di gioielli e le collezioni del suo “Design-à- evocativi: “Le Vele”, “Le Ocraine”, “Le Fibbie”, la giusta sintesi tra bellezza e funzionalità. porter”. “Non voglio e non posso scordare che “Le Saette” e “I Ciondoli”. “I miei gioielli Ed è questo lo spirito con cui cerco di dare vita il mio marchio ha origini ben precise, nel Car e comunicano attraverso le loro forme e le loro alle mie collezioni, siano essi gioielli o abiti”. nell’Industrial Design, in un mondo ancora per linee quello che è un po’ la filosofia Giugiaro. È proprio la moda l’altra grande passione certi versi molto maschile. E di queste radici ho Non abbiamo mai fatto una vera e propria di Laura Giugiaro. Dopo la prima collezione fatto tesoro. Ma ho sentito l’esigenza - ci dice campagna istituzionale; - ci spiega Laura del 1996, presentata nel marzo di quell’anno Laura Giugiaro - di ampliare l’applicazione delle Giugiaro - lasciamo, invece, che siano i nostri nella cornice della Stazione di Milano regole del Design Giugiaro ad altri settori, così da prodotti a parlare per noi. Intendiamo comuni- Centrale, con una passerella a bordo completare la gamma proposta, trovando la care con gli oggetti che disegniamo, con la del Pendolino (disegnato dalla Giugiaro giusta dimensione per esprimere me stessa”. pulizia, la sobrietà e l’eleganza delle loro forme, Design), Laura ha continuato il suo cammino Una sintesi, quindi, tra la creatività e la siano essi auto, vagoni ferroviari, bottiglie in questo settore, creando abiti dai tagli puntigliosa ricerca dei materiali e delle forme, per l’acqua minerale o gioielli preziosi. semplici e vestibili, in cui la cura per i tessuti che le appartengono, e i principi progettuali Oggetti che restano nell’uso quotidiano e i dettagli gioca un ruolo vincente. entro cui si fondano le sue radici. e che diventano parte della vita di ogni giorno. “Amo andare in giro per il mondo alla ricerca Ecco, quindi, i gioielli “Laura Giugiaro”. La “firma” di Giugiaro, se di firma vogliamo di tessuti e filati nuovi. Sono sempre attenta Unici e stupefacenti come solo sanno essere parlare, sta nel progetto e nel prodotto, a trovare i fornitori giusti per gli accessori quei veloci tratti di matita guidati da una nell’attenzione alle esigenze del mercato e alle e i dettagli che completano i miei abiti, molti dei mente creativa, in grado di dare vita a forme, aspettative di quest’ultimo. Nell’essere a contatto quali, come ganci o allacciature, sono disegnati geometrie, tagli e volumi irripetibili, con tutti i settori e nella capacità di trovare proprio da Giugiaro Design per altri settori”. costantemente alla ricerca del dettaglio e di profili nuovi e preziosi. “Per le mie COSÌ NASCE IL “DESIGN-À-PORTER” LAURA GIUGIARO creazioni uso tre tipi d’oro e pietre preziose, Per un anno importante come il 2000, la collezione primavera/estate di questa soprattutto brillanti e smeraldi. Amo molto instancabile creatrice si esprime con tagli a sorpresa e colori particolari. le chiusure e le incastonature antiche che cerco Sono circa 20 i modelli della nuova collezione. Si tratta di abiti caratterizzati di applicare e fondere armoniosamente con da scolli e lunghezze irregolari, giacche sagomate e impalpabili da abbinarsi le linee del Design moderno”. Si tratta di pezzi a gonne con spacchi e asimmetrie “a sorpresa”. E ancora top, camice e pantaloni unici o limitati a piccole produzioni. dai bordi smussati, messi in evidenza dagli effetti cangianti e traslucidi. Vere e proprie creazioni artigianali, in cui Ma gli abiti di Laura Giugiaro trovano la loro unicità anche, se non soprattutto, nell’uso la personalissima passione artistica di chi di tessuti innovativi e ricercati. Per questa collezione ne sono stati usati principalmente di due le disegna trova la sua massima espressione tipi: uno è costituito da una mischia di filati naturali e sintetici con finitura attraverso la cura del dettaglio. metallizzata, applicabile sia al diritto che al rovescio; l’altro è una pellicola Sono 5 le collezioni firmate stretch di poliestere e poliuretano composta da una microarmatura rigata Laura Giugiaro verticale. Tessuti declinati nei colori del bianco, del grigio chiaro e scuro ed hanno nomi su cui vengono applicate cuciture e zip ocra e blu acceso per capi bicolore, lunari ed evanescenti. Una vera collezione di “Design-àporter” e non si potrebbe chiamare in altro modo.