Topics Schadenspiegel 2/2012 - Pillole amare

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Topics Schadenspiegel 2/2012 - Pillole amare
TOPICS
SCHADENSPIEGEL
La rivista per i gestori sinistri
Numero 2/2012
Pillole amare
I casi di responsabilità civile da prodotto
farmaceutico riguardano fatti e contenuti molto
complessi con un gran numero di soggetti
coinvolti. Il contesto si complica ulteriormente
se l’evento è di portata internazionale. PAGINA 6
Inondazioni
La Thailandia dopo
la catastrofe
Aeronautica
Costosa riparazione
di un Airbus A380
Responsabilità civile
Brutto risveglio dopo
i party su Facebook
Prefazione
Cari lettori,
sapete quante calorie avete già bruciato oggi? Le applicazioni per
smartphone che ci tengono informati 24 ore al giorno sulle nostre
­funzioni biologiche sono l’ultimo grido sul mercato della sanità e
­dimostrano quanto siano importanti i temi legati alla salute e alla
medicina nella vita di molte persone. L’interesse dell’opinione pubblica
per le tematiche relative alle scienze della vita non è mai stato così
grande come ora, così anche i casi di responsabilità civile per effetti
collaterali di farmaci finiscono nel mirino dei media di tutto il mondo.
Il numero delle azioni legali contro l’industria farmaceutica è in
aumento e la prospettiva di processi lunghi e costosi induce molte
imprese, soprattutto negli Stati Uniti, a concludere una transazione
per dirimere le controversie. Tra il 1991 e il 2010 le transazioni, civili
o penali, sono costate al settore la gigantesca somma di circa
20 mld US$. Anche gli sviluppi in campo legislativo e giurisprudenziale
influenzano regolarmente la responsabilità civile delle imprese, come
mostra una recente e assai dibattuta sentenza della Corte Suprema
degli Stati Uniti sull’obbligo di etichettatura dei farmaci. I giudici
hanno statuito che i produttori delle specialità medicinali originali
sono soggetti a obblighi diversi rispetto ai produttori di farmaci generici. Soprattutto questi ultimi, ma anche i pazienti e gli assicuratori si
trovano ora dinanzi a un dilemma perché non è ancora chiaro come
questa decisione sarà applicata nella pratica.
Per maggiori informazioni o chiarimenti sui «danni da farmaci», il tema
di copertina di questo numero, è meglio se non chiedete al vostro
medico o al vostro farmacista ma contattate gli autori della nostra
redazione. Vi auguriamo una piacevole lettura e speriamo che possiate
trarne spunti interessati e informazioni utili per il vostro lavoro.
Il vostro team Schadenspiegel
[email protected]
NOT IF, BUT HOW
Munich Re Schadenspiegel 2/2012
1
Terapia olistica
A volte è sufficiente dover adeguare un foglietto illustrativo in base alle nuove acquisizioni scientifiche per
scatenare la pronta reazione degli avvocati specializzati in
questo campo, che partono alla caccia dei possibili consumatori interessati in ogni angolo del mondo. Per evitare
danni di reputazione e perdite economiche tutti i soggetti
coinvolti dovrebbero adottare una strategia comune.
2
Munich Re Schadenspiegel 2/2012
6
Indice
La più grave inondazione in Thailandia da
oltre 50 anni ha causato pesanti danni a
Bangkok e nei distretti periferici della capitale.
20
RISCHI FARMACEUTICI
Terapia olistica I casi internazionali di responsabilità civile
richiedono una strategia integrata.
RISCHI FARMACEUTICI
Chiedete al vostro medico o al vostro farmacista! La sicurezza dei farmaci è un tema che preoccupa
sia i consumatori che gli assicuratori.
6
12
INONDAZIONI
Un Paese sommerso dall’acqua
20
La liquidazione dei danni all’industria e
all’agricoltura thailandesi dopo l’alluvione
AERONAUTICA
A un passo dalla catastrofe L’atterraggio d’emergenza di un Airbus A380
ha originato il danno a corpi di veicoli aerei
più costoso del settore aeronautico.
RESPONSABILITÀ CIVILE
Il potere delle masse 2.0 Nuovi scenari di danni causati da Facebook,
Twitter e Co.
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34
Un Airbus A380 è atterrato a Singapore
senza danno nonostante l’esplosione di un
motore. Per riparare l’aereo sono stati spesi
ca. 113 mln € e ci sono voluti 16 mesi di lavoro.
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DANNI AI BENI
Furto con scasso in un supermercato I distributori di contante mal protetti sono
un bottino facile per i ladri.
DANNI AI BENI
Fiamme romantiche ma pericolose Le stufe alimentate a etanolo sono
un’alternativa molto in voga al caminetto
ma possono provocare gravi incendi.
LETTURE
Da chi siamo influenzati? Due ricercatori americani mostrano come le
reti sociali condizionino il nostro comportamento.
38
40
43
Rubrica
Stiamo andando incontro a un aumento dei casi di
responsabilità civile in seguito a catastrofi naturali? 46
Sempre più sovente sono gli assicuratori RC
a sostenere quasi la metà dei danni causati dalle
calamità naturali.
Prefazione Notizie aziendali Elenco dei grandi sinistri Munich Re Schadenspiegel 2/2012
1
4
44
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NOTIZIE
Munich Re
SPONSORIZZAZIONI
NUOVE TECNOLOGIE
Ora Topics Schadenspiegel
è anche via e-mail
Scuole antisismiche
in India
Pubblicazione sui rischi
informatici
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sul sito di Munich Re e periodicamente, nel giorno di pubblicazione di
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alla versione pdf della rivista (in tedesco o in inglese). Naturalmente
potrete disdire l’abbonamento alla
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La rivista per i clienti Topics Schadenspiegel informa con cadenza
semestrale su eventi dannosi significativi o spettacolari in tutto il mondo
e su tematiche legate al rischio.
In futuro potrete ricevere tramite
newsletter via web anche le altre
­riviste della serie Topics: Topics
Magazin e Topics Geo.
Dall’agosto 2012 Munich Re sostiene
un progetto biennale di tutela di
­persone, edifici e infrastrutture ad
Aizawl (India), in collaborazione con
l’organizzazione no profit GeoHazards­
International che si impegna a ridurre
vittime e sofferenze nelle regioni
più povere del mondo attraverso la
prevenzione delle catastrofi. Per
migliorare le condizioni di vita degli
abitanti della città di Aizawl il progetto ha varato un programma mirato
a ridurre i rischi legati ai terremoti
nelle scuole. Ciò include, oltre a iniziative di formazione per studenti e
docenti, la costituzione di un comitato
scolastico per la sicurezza e la predisposizione di piani di emergenza in
caso di terremoto o incendio.
La connettività informatica globale
semplifica molti aspetti della quotidianità. Per l’economia, l’industria e
il commercio, ma anche per i settori
delle infrastrutture, dell’approvvigionamento energetico e della sanità
rinunciare a Internet e allo scambio
di dati in modalità elettronica oggi è
impensabile. In tutto il mondo ciò ha
portato peraltro ai massimi livelli la
dipendenza dai sistemi informatici,
dalla rete e dalla circolazione di informazioni. Nella nuova pubblicazione
per i clienti sul tema dei rischi informatici gli esperti affrontano gli ultimi
sviluppi tecnologici e i rischi connessi, analizzando problematiche di
responsabilità civile nel cyberspazio
e illustrando la portata delle soluzioni
assicurative.
>> Registrazione alla newsletter
Topics Schadenspiegel:
www.munichre.com/en/topics
>> Maggiori informazioni alla pagina
www.geohaz.org
>> La pubblicazione è disponibile
sul nostro portale clienti
connect.munichre.com
Notizie in breve
Nelle nuove pagine informative Touch Engineering
Munich Re presenta la propria competenza nell’individuare
soluzioni per l’assicurazione dei rischi tecnologici:
www.munichre.com/engineering.
La versione online del nostro servizio per la quotazione
dei rischi naturali, Nathan Single Risk Online, è stata
aggiornata. La nuova versione è disponibile sul nostro
portale clienti connect.munichre.com.
Il Nord America supera ancora l’Asia per incremento di
eventi dannosi collegati a cause meteorologiche. Nella
nostra nuova pubblicazione Severe weather in North
America: Perils – Risks – Insurance troverete informazioni
dettagliate sui diversi rischi e sulle relative esposizioni,
nonché una panoramica sulle peculiarità tecnico-assicurative statunitensi e canadesi. Severe weather in North
America: Perils – Risks – Insurance è disponibile sul nostro
portale clienti connect.munichre.com
Dopo lunghe esitazioni governi e armatori hanno deciso
di impiegare navi militari e personale di sicurezza armato
per contrastare la pirateria in mare. Nel 2011 il numero
degli attacchi culminati con una vittoria dei malviventi
è sensibilmente diminuito, in compenso la violenza è in
crescita. La nostra nuova pubblicazione Piracy – The violence at sea escalates riassume le acquisizioni più recenti
sull’attuale situazione di rischio ed espone aspetti giuridici
e tecnico-assicurativi. www.munichre.com/piracy
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Munich Re Schadenspiegel 2/2012
NOTIZIE
Siccità negli Stati Uniti
Ogni agricoltore è esposto
a un rischio enorme
La siccità negli Stati Uniti ha minacciato il raccolto di moltissimi agricoltori, ma non la loro sopravvivenza.
Karl Murr, agronomo ed esperto in
rischi agricoli presso Munich Re,
parla di SystemAgro. Il sistema di
assicurazione dei raccolti, che si
basa su una condivisione dei rischi
tra Stato e assicuratori privati, è
con­siderato esemplare da molti
assicuratori.
Schadenspiegel: Signor Murr, cosa
ci hanno insegnano la siccità e le sue
conseguenze negli Stati Uniti?
Karl Murr: A causa del periodo di
­siccità insolitamente lungo abbiamo
dovuto accantonare a riserva già
160 mln € per le perdite di raccolto
negli Stati Uniti. Si tratta del danno
di gran lunga più grave finora registrato nel ramo, sia a livello nazionale
sia su scala mondiale. In simili casi
di emergenza in molti Paesi europei
interviene lo Stato. Gli Stati Uniti,
come Canada e Spagna, si affidano
invece anche agli assicuratori privati,
che si fanno carico di molti danni di
proporzioni «normali». Questa siccità
dimostra prima di tutto che nel settore
agricolo sono richiesti assicuratori
specializzati. Ma anche lo Stato si
accolla una parte dei danni; tale
quota è tanto maggiore quanto più
ingenti sono i danni. Inoltre, negli
Stati Uniti lo Stato ha promulgato
una legge sull’assicurazione
dei raccolti, sovvenziona i premi e
stabilisce condizioni omogenee per
tutti i soggetti interessati.
Quindi SystemAgro è un’assicurazione obbligatoria?
Certamente no. Tuttavia ogni agricoltore ha il medesimo problema:
uscite per 12 mesi, ma entrate solo
una volta all’anno. Il rischio a cui è
esposto è quindi enorme; può rinunciare all’assicurazione e mettere così
in gioco la sua sopravvivenza oppure
assicurarsi. SystemAgro prevede
che lo Stato consenta a ogni agricol-
Karl Murr, agronomo e
responsabile del settore operativo
Rischi agricoli di Munich Re.
tore di dotarsi di una protezione, e
più esattamente attraverso gli assicuratori privati. Questa decisione è
stata presa proprio perché negli
Stati Uniti l’agricoltura è importante
soprattutto per le esportazioni.
Nonostante ­l’elevata esposizione per
il comparto assicurativo il sistema
funziona. La somma assicurata
ammonta a ca. 100 mld US$. Le
­sovvenzioni si a
­ ttestano in media sui
7–8 mld US$ l’anno, negli anni particolarmente colpiti da sinistri lo Stato
eroga risarcimenti aggiuntivi. Alcuni
economisti ritengono che questa
sia la migliore forma di sovvenzione,
perché sostiene non solo il singolo
coltivatore, bensì l’intero settore agricolo nazionale statunitense. Inoltre è
decisamente più equa dei risarcimenti
ad hoc dopo una catastrofe. Con
SystemAgro gli agricoltori che producono in una situazione di maggiore
rischio ricevono più sovvenzioni.
In cosa si distingue SystemAgro?
Basandosi su oltre 35 anni di esperienza con i sistemi di assicurazione
dei raccolti, Munich Re ha definito
una best practice in materia. SystemAgro è una partnership pubblicoprivata (PPP) basata su principi
­assicurativi, dove tutte le condizioni
rilevanti ai fini della copertura assicurativa delle colture agricole sono
disciplinate da leggi e regolamenti.
Quali sono gli effetti dell’attuale
­siccità negli Stati Uniti sull’industria
assicurativa e su SystemAgro?
L’esperienza raccolta in altri rami
potrebbe indurre a credere in un’impennata dei premi assicurativi. Nei
sistemi PPP di assicurazione dei raccolti come SystemAgro essi sono
invece regolamentati rigidamente
e tale pericolo non sussiste. Per la
­precisione viene assicurato il raccolto
medio degli ultimi 10 anni di ogni
agricoltore. A ciò si aggiunge il fatto
che le assicurazioni agricole hanno
un periodo di run-off estremamente
breve, la nostra esposizione inizia con
la semina e termina con il raccolto.
Gli eventi di quest’anno possono così
confluire nelle condizioni di polizza.
Negli Stati Uniti l’85% della super­
ficie coltivata, ca. 100 mln ha, è già
assicurato; su scala mondiale invece
solo il 20–25% della produzione
­agricola è finora assicurato contro le
catastrofi naturali. Questa siccità
porterà a un aumento della richiesta
di SystemAgro da parte dei Paesi
a vocazione agricola, che finora in
caso di calamità naturale hanno
­letteralmente lasciato morire di fame
i propri agricoltori.
Munich Re Schadenspiegel 2/2012
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RISCHI FARMACEUTICI
Terapia olistica
I casi di responsabilità civile da prodotto
­farmaceutico riguardano fatti e contenuti molto
complessi con un gran numero di soggetti
­coinvolti. Il contesto si complica ulteriormente
se l’evento è di portata internazionale. In tal caso
diventa essenziale una strategia integrata.
Ina Brock e Simone Schönberger
Attraverso la commercializzazione globale dei farmaci anche i possibili casi di responsabilità civile
assumono una componente internazionale. Non è
necessario che si sia verificato un ritiro del prodotto.
È sufficiente dover adeguare un foglietto illustrativo
in base alle nuove acquisizioni scientifiche. Gli
avvocati di parte attrice sono specializzati in casi di
responsabilità civile da prodotto farmaceutico e
reagiscono prontamente a tali evenienze partendo
alla caccia di consumatori presumibilmente interessati e riunendo le possibili pretese risarcitorie. Internet e la crescente connessione tra gli avvocati hanno
facilitato questo modo di procedere. Si assiste anche
a un vivace commercio di banche dati, che talora
supera i confini nazionali.
Un iter che viene spesso percorso ha come primo
obiettivo quello di esercitare nell’ambito di una class
action internazionale negli Stati Uniti anche i diritti
dei consumatori che non sono cittadini statunitensi,
né hanno assunto i medicamenti negli Stati Uniti. Se
in un secondo tempo i giudici statunitensi declinano
la competenza per simili richieste (cd. eccezione del
forum non conveniens), segue nella maggioranza dei
casi un’ondata di azioni legali nei rispettivi Paesi di
residenza dei consumatori. Nell’ambito di tali azioni
vengono spesso utilizzati documenti e informazioni
che gli avvocati degli attori hanno ottenuto durante la
complessa fase di discovery (letteralmente «scoperta
dei documenti») dinanzi ai giudici statunitensi. Anche
gli enti mutualistici e le associazioni per la tutela dei
consumatori si mostrano sempre più inclini ad adire
le vie legali per via dei possibili diritti di rivalsa.
I media vanno a nozze
La pressione sul produttore farmaceutico aumenta
ulteriormente se le autorità nazionali e internazionali
di vigilanza sui farmaci prendono provvedimenti o
avviano un’inchiesta o le procure indagano su dipendenti dell’azienda in diversi Stati. In tal caso si deve
tenere presente che anche le autorità sono sempre
più interconnesse. Non va inoltre sottovalutata l’influenza dei media. Per effetto di un generale incremento dell’interesse pubblico per i temi che riguardano le scienze della vita, i casi di responsabilità civile
da prodotto farmaceutico e i procedimenti giudiziari
correlati sono sempre più spesso oggetto di articoli
giornalistici a livello mondiale.
Munich Re Schadenspiegel 2/2012
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RISCHI FARMACEUTICI
Gli avvocati di parte attrice rilasciano talora dei
comunicati finalizzati a strumentalizzare i media per
i propri fini. Viene esercitata un’influenza perfino sul
dibattito scientifico nel momento in cui i consulenti
scientifici degli avvocati pubblicano in modo mirato il
loro punto di vista sulla questione e lo fanno basandosi su documenti messi a loro disposizione in virtù di
un diritto all’informazione come quello garantito dal
Freedom of Information Act. Con l’intensificarsi della
discussione pubblica e l’incremento del numero delle
possibili azioni legali, i casi di responsabilità civile da
prodotto farmaceutico trovano accesso anche nel
dibattito politico, ad esempio in relazione alla riforma
delle norme sui farmaci.
In presenza di tali condizioni un’azienda farmaceutica
che voglia evitare danni economici e alla propria reputazione deve reagire con corrispondenti misure e
prese di posizione in accordo con il proprio assicuratore RC. Non assumere una linea unitaria verso l’esterno può rappresentare un grave rischio dato il gran
numero di soggetti coinvolti. L’effetto sarebbe una
perdita di fiducia che influenzerebbe in modo negativo futuri procedimenti. È quindi necessaria una strategia che tenga conto in egual misura dei differenti
interessi delle parti coinvolte.
Gli obiettivi di una strategia internazionale di
­comunicazione e difesa
Una strategia globale di comunicazione e di difesa da
un lato deve avere come obiettivo quello di resistere
alle azioni di responsabilità contro l’azienda farmaceutica. Per fare questo bisogna considerare i differenti presupposti giuridici di responsabilità negli Stati
interessati. Dall’altro lato è importante riflettere sull’eventuale responsabilità personale civile e penale di
rappresentanti e dipendenti dell’azienda. Inoltre bisogna monitorare gli effetti del dibattito pubblico e politico. Tutti questi elementi richiedono una strategia
che non sia limitata solamente a considerazioni di
tipo giuridico.
La strada giusta: coordinamento e concertazione
Il primo passo consiste nella creazione di un team di
crisi, del quale facciano parte soprattutto manager
con poteri decisionali, consulenti legali interni ed
esterni, consulenti tecnici interni ed esterni, addetti
stampa dell’azienda e consulenti esterni sui mezzi di
comunicazione di massa. L’assicuratore dovrebbe
inoltre intrattenere strette relazioni con il lavoro del
team di crisi.
Fig. 1: Parti coinvolte nei procedimenti internazionali
di responsabilità civile per danno da farmaci
Assicuratori RC
Autorità di vigilanza sui farmaci
Media
Pubblico Ministero
Strategia
fondamentale
di difesa
Esperti scientifici
Politica
Procuratori di parte attrice
Mercati finanziari
La strategia di difesa deve tenere
conto dei differenti interessi di tutte
le parti coinvolte.
Fonte: Hogan Lovells
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Associazioni per la tutela
dei consumatori
Munich Re Schadenspiegel 2/2012
Enti mutualistici
RISCHI FARMACEUTICI
I compiti del team di crisi sono numerosi quanto gli
obiettivi che si vogliono raggiungere. Si tratta innanzitutto di analizzare puntualmente i fatti. Se durante
tale azione si commettono degli errori, si rischia di
dover modificare la strategia in un momento successivo. Un evento da evitare in tutti i casi perché un
cambiamento di strategia potrebbe addirittura essere
equiparato a un’ammissione di colpa.
Effettuare una revisione critica dei fatti vuol dire elencare tutte le circostanze rilevanti per il caso in questione: Qual è il contesto scientifico e normativo che
sta dietro all’evento? Sono interessati altri farmaci
(anche di concorrenti)? Quali posizioni ha sostenuto
l’azienda in passato? Quali pareri sono stati espressi
pubblicamente da singoli dipendenti (dell’area scientifica)? Quali provvedimenti sono stati adottati nei
diversi Paesi dalle autorità competenti? Come va giudicato il contesto giuridico in relazione a eventuali
diritti civilistici al risarcimento e a sanzioni penali nei
Paesi interessati?
Le posizioni comuni che devono essere elaborate su
tali basi servono per adottare regole di approccio
comunicativo unitarie nei rapporti con autorità, reclamanti e media. È importante mettere a punto dei
messaggi chiave che veicolino in modo credibile e
comprensibile le posizioni dell’azienda su singole
questioni. Al contempo il team di crisi dovrà identificare e preparare degli argomenti chiave per la difesa
in giudizio (key legal defence themes). Tutti i punti
dovrebbero essere fissati in un documento (master
brief) che funga da riferimento per future prese di
posizione nei confronti delle diverse parti interessate.
I farmaci vengono sempre più commercializzati
in modo globale. La modifica di un foglietto
­illustrativo può essere sufficiente per mobilitare
i legali di parte attrice a livello internazionale.
Strutture chiare aiutano a superare le diverse
competenze
Non appena individuati gli elementi fondamentali per
il caso, il team di crisi deve fissare gli iter e i meccanismi per mettere in pratica la strategia in modo efficace e coerente. A questo scopo sono necessarie
strutture chiare che tengano in considerazione le
diverse competenze per il coordinamento interno
delle decisioni. All’occorrenza devono essere coinvolti
i seguenti settori aziendali: sicurezza dei farmaci,
autorizzazione all’immissione in commercio, legale
e contenzioso, marketing, commerciale e pubbliche
relazioni. A questi si aggiungono gli assicuratori e i
consulenti esterni.
Lo stato di avanzamento dei singoli casi o di determinati progetti dovrebbe essere consultabile in qualunque momento da parte di tutti gli interessati. A questo
scopo si possono utilizzare rapporti sintetici aggiornati con regolarità da inviare via e-mail oppure banche dati che raggruppano e rendono disponibili tutti
i documenti di rilievo.
Per ottimizzare alcune azioni di routine è consigliabile
adottare una procedura di gestione del know-how. È
utile a tale proposito utilizzare una banca dati che
contenga risposte a modelli di argomentazione che si
ripetono con regolarità. Anche altre lettere standard,
come le repliche a richieste di risarcimento stragiudiziali, possono essere facilmente adattate ai singoli
casi senza che il coordinamento decisionale tra gli
uffici e le persone interessati debba essere ripetuto
ogni volta con inutile dispendio di risorse. Per aggiornare i decisori con regolarità e tempestività sugli sviluppi in generale e su importanti passi intermedi, si è
dimostrato efficace un sistema standardizzato e coordinato di reporting.
Una volta fissati strategie, iter e responsabilità,
dovrebbero essere informati e introdotti alla materia
i soggetti coinvolti nei singoli Paesi interessati. Per la
gestione delle filiali e succursali estere dell’azienda
farmaceutica e dei rispettivi avvocati e procuratori
locali è consigliabile una riunione di apertura in
cui venga distribuita la documentazione rilevante
in forma sintetica (cd. starter kit). Le memorie
Munich Re Schadenspiegel 2/2012
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RISCHI FARMACEUTICI
processuali vengono redatte in linea di massima dai
procuratori locali sulla base del rispettivo diritto
nazionale. Per l’esposizione dei punti di fatto e di
diritto e per le decisioni tattiche si utilizzano le informazioni contenute nello starter kit; per queste azioni
in particolare si raccomanda tuttavia di mettere in
atto un efficace processo di revisione che garantisca
la coerenza tra messaggi chiave e strategia. Ciò può
avvenire nel migliore dei modi con il supporto di uno
studio legale con funzioni di coordinamento che verifichi e, se necessario, corregga tutte le memorie che
devono essere presentate ai giudici nei rispettivi
Paesi. In tal modo si garantisce il perseguimento di
una linea unitaria in tutti processi.
Base giuridica in Europa
Malgrado la Direttiva 85/374/CEE sulla responsabilità per danno da prodotti difettosi abbia armonizzato
i diritti civilistici in Europa in settori importanti, nei
singoli Stati membri permangono differenze in parte
considerevoli, che possono avere rilevanza in campo
farmaceutico. La Germania, ad esempio, ha introdotto
con l’art. 84 comma 2 della legge sui farmaci (AMG)
una presunzione di causalità che dovrebbe semplificare la prova del nesso eziologico da parte dell’utilizzatore del farmaco. Al contempo in base all’art. 84a
AMG l’utilizzatore del farmaco ha diritto a essere
informato sugli effetti, sugli effetti collaterali e sulle
interazioni con altri farmaci di cui si ha conoscenza.
Tale diritto riguarda anche tutti i casi sospetti resi noti
di effetti collaterali o interazioni nonché tutte le informazioni acquisite che consentano di valutare la sostenibilità di effetti avversi.
Anche altri Stati membri come Spagna e Francia agevolano gli eventuali danneggiati nell’attuazione del
diritto al risarcimento per responsabilità civile da prodotto farmaceutico. Ciò avviene soprattutto sotto
forma di facilitazione (giurisprudenziale) della prova
del nesso causale tra l’utilizzo del farmaco e il danno
di cui si chiede il risarcimento. In Francia, ad esempio,
la Corte Suprema ha stabilito che non è più necessaria la prova scientifica piena della causalità. È sufficiente che la catena causale si basi su «presunzioni
gravi, precise e concordanti».
I giudici italiani continuano a richiedere la prova piena
della causalità, ma sentenze più recenti fanno anche
riferimento a una prova di probabilità. È un approccio
simile a quello che la Gran Bretagna segue già da
alcuni anni e che forse mitiga un po’ le rigide prescrizioni in termini di causalità. Indipendentemente dai
presupposti di responsabilità di diritto sostanziale e
di diritto civile, in Italia si è inoltre cercato di rendere
più semplice l’attuazione processuale dei diritti. L’azione collettiva in Italia si applica espressamente
anche al diritto al risarcimento per responsabilità
civile da prodotto difettoso e quindi in linea di massima anche a quello per danno da farmaci.
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Munich Re Schadenspiegel 2/2012
Diverso è il modello seguito dall’Olanda, dove esiste
una cosiddetta «legge sulle transazioni collettive» che
disciplina l’esercizio collettivo del diritto al risarcimento. Un’organizzazione che rappresenti i presunti
danneggiati può concludere una transazione con il
presunto danneggiante, ma l’accordo deve essere
comunque approvato da un giudice. Non appena vi è
l’approvazione, gli effetti della transazione si estendono a tutti i presunti danneggiati che per definizione
fanno parte del novero dei possibili danneggiati. Essi
hanno tuttavia la facoltà di rilasciare una dichiarazione
formale di ritiro (opt-out) se vogliono evitare l’effetto
di cosa giudicata.
Conclusioni
Dal punto di vista degli assicuratori, nella trattazione
di eventuali casi di responsabilità civile internazionale
è determinante che l’azienda farmaceutica assicurata
incarichi consulenti e legali che non si fermino a considerare solo aspetti parziali, ma siano piuttosto in
grado di sviluppare una strategia integrata che
abbracci tutti gli interessi dei soggetti coinvolti.
Inoltre dovrebbe essere creata un’unità centrale che
coordini e monitori l’attuazione di tale strategia.
LE NOSTRE AUTRICI:
Ina Brock è avvocato e partner di
Hogan Lovells International LLP nella
sede di Monaco di Baviera nonché
membro del gruppo operativo che si
occupa di iter processuali e di procedimenti arbitrali. È specializzata nella
difesa giudiziale e nel coordinamento
dei casi internazionali di responsabilità civile prodotti.
[email protected]
La Dr. Simone Schönberger LL.M.
lavora come avvocato nella sede di
Monaco di Baviera di Hogan Lovells
International LLP ed è membro del
gruppo operativo che si occupa di iter
processuali e di procedimenti arbitrali.
È consulente e procuratore di clienti
tedeschi e internazionali nel campo
della responsabilità civile prodotti.
simone.schoenberger@
hoganlovells.com
Cosa c’è di così emozionante
nella riassicurazione?
In TOPICS ONLINE troverete le risposte. La nostra rivista elettronica
per il mondo dell’assicurazione getta uno sguardo dietro le quinte di
Munich Re e mostra quali sono le passioni da cui ci facciamo coinvolgere.
Vi presentiamo personalità interessanti, trattiamo temi d’attualità del
panorama assicurativo e finanziario, illustriamo tendenze e proponiamo
le soluzioni e i servizi più attuali.
E voi partecipate attivamente: attraverso una funzione di commento
è possibile infatti stimolare interessanti discussioni con noi, mentre
sondaggi interattivi riflettono le vostre opinioni.
www.munichre.com/en/topicsonline
not if, but how
Munich Re Schadenspiegel 2/2012
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RISCHI FARMACEUTICI
Chiedete al vostro medico o al
vostro farmacista!
Ogni medicinale può provocare effetti collaterali indesiderati anche
se usato secondo le indicazioni. Quanto siano sicuri i farmaci è
un tema che non preoccupa solo i consumatori; anche assicuratori
e riassicuratori sono direttamente interessati da questi rischi.
Prima che un nuovo farmaco venga
immesso in commercio trascorrono molti
anni di ricerca e sviluppo dispendiosi.
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Munich Re Schadenspiegel 2/2012
RISCHI FARMACEUTICI
Esempi di pagamenti per danni effettuati da aziende farmaceutiche negli anni scorsi
Produttore
Medicinale
Causa
Somma pagata in via transattiva (US$)
Merck
Vioxx
sicurezza insufficiente
4,8 mld
Pfizer
Bextra
pubblicità off-label
2,3 mld
Eli Lilly
Zyprexa
uso off-label
1,4 mld
GlaxoSmithKline
Paxil
sicurezza insufficiente
1 mld
GlaxoSmithKline
Avandia
sicurezza insufficiente
460 mln
Schering-Pough
Temodar,
Intron A
uso off-label
435 mln
Eli Lilly
Zyprexa
uso off-label
1,4 mld
Fonte: GOA (Government Accountability
Office, Stati Uniti), Ministero della Giustizia
degli Stati Uniti, Ministero della Giustizia
dello Stato dell’Oregon, Pfizer Inc.
Dr. Henriette Heine, Kathrin Ittner e Helga Munger
Nell’attuale contesto di mercato riuscire a raggiungere
un adeguato equilibrio tra rischio e beneficio può
­rappresentare una sfida per le aziende farmaceutiche,
che devono garantire l’immissione in commercio di
prodotti sicuri e di alta qualità a un prezzo sostenibile e
durevolmente redditizio. Al contempo devono prestare
la dovuta attenzione alla tutela dei consumatori. Mentre
alcuni Paesi hanno introdotto la responsabilità indipendente dalla colpa per tutelare i consumatori, altri sono
dell’avviso che un tale approccio indurrebbe l’industria
farmaceutica a trasferire altrove i siti produttivi.
Ogni medicinale comporta dei rischi
Ogni medicinale può produrre effetti collaterali. Se
tali effetti siano o meno accettabili è questione da
vagliare caso per caso. Dei rischi che possono essere
considerati tollerabili per il trattamento di un piccolo
gruppo di pazienti gravemente ammalati diventano
presto inammissibili se l’uso del farmaco viene esteso
a grandi gruppi di pazienti o a altre patologie. Le
aziende farmaceutiche sono quindi regolarmente
oggetto di pretese da parte degli utilizzatori, che
spesso contestano loro i seguenti fatti:
−−mancato avvertimento sui possibili danni o effetti
collaterali, comprese le interazioni con altri farmaci;
−−test insufficienti prima dell’immissione in commercio;
−−marketing aggressivo ed esasperato;
−−avvertenze insufficienti o violazione delle norme
sull’etichettatura;
−−contaminazione durante il processo produttivo;
−−impiego di principi attivi non adatti o scaduti.
In nessun Paese i rischi sono così elevati come negli
Stati Uniti, dove la prospettiva di lunghi e costosissimi
processi dall’esito incerto nonché una possibile condanna al risarcimento punitivo induce molte aziende
a cercare un accordo transattivo per la composizione
delle controversie.
I fattori di rischio che intervengono soprattutto negli
Stati Uniti sono ad esempio:
−−la possibilità per gli avvocati di pubblicizzare i propri
servizi;
−−il fatto che sul reclamante non incomba il rischio
dei costi per la possibilità di concordare con i legali
un compenso parametrato al risultato (cd. patto di
quota lite);
−−il livello dei pagamenti transattivi (risarcimenti
­elevati e talora anche risarcimenti punitivi) nonché
−−il diritto di rimettere la questione di fatto controversa
alla decisione di una giuria (trial by jury), con la conseguenza che nessi scientifici o giuridici complessi non
vengono giudicati da giudici togati ma da cittadini.
Munich Re Schadenspiegel 2/2012
13
RISCHI FARMACEUTICI
Secondo uno studio negli Stati Uniti tra il 1991 e il
2010 sono state concluse 165 transazioni, tra civili e
penali, per un ammontare totale di 19,8 mld US$, e
quasi tre quarti dei casi risalgono al periodo 2006–2011
(Public Citizen’s Health Research Group, Rapidly
Increasing Criminal and Civil Monetary Penalties
against the Pharmaceutical Industry: 1991 to 2010).
L’evoluzione della legislazione e della giurisprudenza
ha un’influenza costante sulla responsabilità civile
delle aziende. Vi sono ad esempio accese discussioni
sulla decisione adottata nel 2011 dalla Corte Suprema
statunitense a favore della prevalenza della legge
federale su quella dei singoli Stati in materia di etichettatura dei medicinali (vedi box a p. 16 in alto). Dagli
accertamenti della Corte consegue che la violazione
degli obblighi di etichettatura relativamente ai farmaci
generici non può costituire responsabilità, benché la
medesima etichettatura faccia sorgere una tale responsabilità in capo al produttore dei farmaci originali.
Spesso l’azione legale viene intrapresa non appena
le competenti autorità di vigilanza sui farmaci lanciano un allerta sul rischio di gravi effetti collaterali o
inviano una lettera di avvertimento (warning letter) al
produttore. L’esercizio dell’azione può avvenire anche in
­relazione a un ritiro dal mercato o alla pubblicazione di
studi farmaceutici o resoconti su un ­crescente numero
di controversie legate a un determinato farmaco. I
consumatori sono facilitati nell’intentare simili cause
dalla presenza di apposite banche dati su Internet e da
studi legali specializzati in processi ­contro le aziende
farmaceutiche.
Dall’autorizzazione alla liquidazione dei danni (un caso simulato)
2003
Commercializzazione per
un gruppo target di pazienti
allargato. Per la diffusione
sul mercato di massa del
medicinale sussiste ancora
la protezione brevettuale e/o
le licenze non sono ancora
scadute.
Nell’aprile 2000 la FDA
­concede l’autorizzazione per
un particolare ambito di utilizzo. Seguono i test clinici
su un gruppo di pazienti più
ampio.
14
Munich Re Schadenspiegel 2/2012
Fine 2004
Nell’ambito delle trattative
di rinnovo gli assicuratori
ricevono un elenco dei casi
denunciati; comunque si
ritiene che non vi siano
motivi di preoccupazione,
soprattutto perché è incerto
il nesso causale.
Inizio 2004
La FDA concede l’autorizzazione per l’indicazione, tuttavia si rendono necessari
ulteriori studi. Giungono
i primi resoconti su effetti
collaterali indesiderati, ma
si tratta di un gruppo di
pazienti con precedenti di
salute negativi.
2007
Nel frattempo le denunce
sono più di 300. Alcuni studi
legali statunitensi invitano
via Internet i soggetti
interessati o i famigliari a
mettersi in contatto con loro.
2005/2006
Al momento del rinnovo
viene segnalato un moderato incremento dei casi
denunciati, ma le cifre
restano relativamente
stabili.
Fine 2007
La FDA lancia un allerta sul
rischio di effetti collaterali
anche gravi.
RISCHI FARMACEUTICI
Aspetti assicurativi
Per tutelarsi dai rischi di responsabilità civile le case
farmaceutiche stipulano delle polizze specifiche
che normalmente prevedono franchigie importanti;
alcune aziende coprono una parte dei danni attraverso la propria compagnia di assicurazione captive
(cd. autoassicurazione). Le condizioni dei layer sottostanti possono differire da quelle dei layer superiori.
Può accadere così che nei layer sottostanti la garanzia
si basi sul principio della richiesta di risarcimento
(claims-made) mentre per i layer superiori si applichi
la formula loss occurrence (vedi box a p. 16/17 in basso).
Marzo 2008
Le richieste di risarcimento
salgono a più di 100 a settimana. Viene radicata un’azione collettiva. Gli assicuratori ricevono la denuncia
ufficiale di sinistro sul primo
layer della copertura in
regime di claims-made.
Aprile 2008
Un nuovo studio collega
l’uso del medicinale a rischi
più elevati e mette in dubbio
l’efficacia dell’impiego sul
gruppo di pazienti allargato.
In tal caso la data del sinistro può differire da un layer
all’altro, con la conseguenza che un unico complesso
di danni da farmaco può interessare più di un’annualità di polizza e svariati assicuratori. Giocano un ruolo
anche le rispettive clausole sui sinistri in serie. Quando
si considerano gli alti massimali e i premi altrettanto
elevati applicati sul mercato, si dovrebbe sempre
ricordare che i risarcimenti e i pagamenti transattivi
nonché in particolare gli onorari degli avvocati e dei
periti sono talora ingentissimi. La prestazione assicurativa, rapportata a onorari e spese processuali, corrisponde spesso solo a una piccola parte della somma
complessivamente pagata dall’assicuratore.
Dicembre 2008
La documentazione per
il rinnovo della polizza
contiene informazioni su
3.500 richieste di risarcimento. Le spese di difesa
salgono in misura esponenziale.
Novembre 2009
Viene presentata una
denuncia di sinistro sul
primo e sul secondo layer in
regime di loss occurrence.
Gli assicuratori proseguono
la resistenza alle pretese
risarcitorie dei terzi danneggiati; il medicinale resta sul
mercato e viene prescritto
per il t­ rattamento del
gruppo di pazienti allargato.
Giugno 2010
Ha inizio il processo per un
primo gruppo di danneggiati.
Dicembre 2010
Agli assicuratori perviene
una denuncia su altri layer
di una polizza «Bermuda»
in regime di integrated occurence, sottoscritta successivamente ai due layer sottostanti.
Gennaio 2011
Vengono liquidati i primi
sinistri. Gli esborsi a titolo di
risarcimento e le altre spese
esauriscono i primi due layer
del programma assicurativo
e si prevede che i pagamenti
supereranno il massimale a
disposizione.
Munich Re Schadenspiegel 2/2012
15
RISCHI FARMACEUTICI
Incertezza giuridica per i produttori di farmaci generici
Per i produttori di medicinali
­originali negli Stati Uniti valgono obblighi diversi da quelli
dei produttori di farmaci
generici. Ciò significa che il
diritto al risarcimento del
consumatore danneggiato
ora dipende anche dall’aver
acquistato dal proprio farmacista un preparato originale
piuttosto che un generico.
Secondo le disposizioni impartite
dalla FDA, l’agenzia federale che
­rilascia l’autorizzazione all’immissione in commercio negli Stati Uniti,
le avvertenze sui rischi riportate sulle
confezioni e nei foglietti illustrativi
devono essere identiche per i prodotti originali come per i generici.
I produttori di farmaci generici sono
tenuti ad adottare la stessa etichettatura dei preparati originali anche se
nel frattempo è stata acquisita conoscenza di nuovi rischi.
Al contempo un’azienda farmaceutica può essere chiamata a rispondere per avvertenze insufficienti
secondo il diritto dei singoli Stati. Si
tratta dunque di una situazione di
conflitto normativo non risolvibile per
un produttore. Nella causa Pliva con-
tro Mensing la controversia è stata
decisa applicando il principio della
prevalenza per cui le leggi federali
prevalgono su quelle dei singoli Stati
quando le due normative siano in
conflitto. La Corte ha statuito che le
azioni di responsabilità secondo il
diritto dei singoli Stati non sono
ammissibili perché per i produttori di
farmaci generici è impossibile adempiere agli obblighi relativi all’etichettatura previsti sia dalle leggi federali
che da quelle dei singoli Stati. Da
questa decisione consegue che i produttori di farmaci originali hanno
obblighi diversi rispetto ai produttori
di ­farmaci generici.
Resta da vedere come questa decisione sarà applicata nella pratica.
Modelli di copertura per l’industria farmaceutica
Un tipico programma assicurativo per il settore farmaceutico può includere modelli di
copertura differenti per i vari
layer. Di conseguenza è possibile che un sinistro interessi
più annualità di polizza a
causa dei divergenti meccanismi di attivazione (cd. trigger)
della garanzia assicurativa.
16
Munich Re Schadenspiegel 2/2012
Il principio della richiesta di
risarcimento (claims-made)
La formula claims-made è molto gradita in particolare per i layer inferiori
di un programma assicurativo. La
garanzia diventa operante con la
prima richiesta di risarcimento del
terzo danneggiato nei confronti
dell’assicurato.
−−La copertura assicurativa sussiste
per i sinistri che si sono verificati
durante il periodo di efficacia della
polizza. Esiste comunque la possibilità di convenire un periodo di
retroattività (cd. garanzia pregressa) per danni non conosciuti
o una garanzia postuma. Si presuppone quindi che le richieste di risarcimento vengano presentate entro
un periodo di tempo molto limitato.
−−Tra i doveri dell’assicurato vi è in
genere l’obbligo di denunciare il sinistro «il più presto possibile» o «non
appena materialmente possibile».
Il principio dell’evento di
danno (loss occurrence)
Con la formula loss occurrence la
garanzia diventa operante nel
momento in cui si verifica l’evento
che è causa del danno. Per l’assicuratore ciò significa che tra la data di
accadimento del fatto generatore e la
richiesta di risarcimento può trascorrere anche un lungo periodo.
−−In ambito farmaceutico la data di
accadimento del fatto dannoso
viene spesso definita come il
momento in cui un utilizzatore consulta il medico per la prima volta
a causa di sintomi correlati
all’utilizzo del farmaco.
RISCHI FARMACEUTICI
L’industria farmaceutica è tenuta ad
­attivare una fitta rete di controlli per
garantire la sicurezza dei farmaci.
−−Le polizze prevedono spesso un
periodo di retroattività per delimitare i casi in cui gli effetti negativi
di un medicinale si manifestano
solo dopo molti anni.
Occurrence reported e
integrated occurrence
Queste forme, note anche come formula «Bermuda», sono un’evoluzione
del modello loss occurrence e sono
nate in risposta all’esigenza di massimali più elevati nei layer superiori.
Eventi analoghi avvenuti nel periodo
di efficacia della polizza possono
essere aggregati dall’assicurato in un
unico evento dannoso e ricadono
quindi in un unico periodo assicurativo indipendentemente dalla rispettiva data di accadimento.
−−Una caratteristica particolare della
formula integrated occurence è il
modo in cui le pretese risarcitorie
vengono raggruppate combinando
due meccanismi di attivazione
della garanzia (evento di danno e
denuncia). Ad esempio, fino a
quando i resoconti di effetti collaterali di un medicinale sono limitati a
casi isolati e quindi non è presumibile che la polizza sia (finanziariamente) vulnerabile, non è necessario
presentare denuncia all’assicuratore. La situazione cambia non
appena aumenta sensibilmente il
numero dei casi. A quel punto il
produttore farmaceutico deve
­considerare se, continuando a non
denunciare il sinistro, non si realizzi
l’esclusione in uso sul mercato
­statunitense e rubricata come
Expected or Intended Clause. Le
aziende farmaceutiche si muovono
dunque su un terreno scivoloso e
devono decidere in modo responsabile quando sia stata superata la
soglia per denunciare un sinistro.
−−Alcune polizze contengono un’esclusione per i danni a persona in
relazione a medicinali che sono
stati venduti dopo che l’assicurato
ha denunciato il sinistro all’assicuratore.
Munich Re Schadenspiegel 2/2012
17
RISCHI FARMACEUTICI
Il classico danno da farmaco viene ampiamente
descritto come danno causato dagli effetti collaterali
indesiderati di un farmaco autorizzato e/o dalle (presunte) informazioni ingannevoli o insufficienti fornite
nel foglietto illustrativo. Gli assicuratori che sottoscrivono rischi farmaceutici dovrebbero comunque
prestare attenzione alle ulteriori fonti di rischio per
le quali non sono possibili esclusioni della
responsabilità.
Uso off-label
L’uso off-label si realizza quando un medicinale viene
impiegato diversamente dall’indicazione autorizzata.
L’indicazione stabilisce le patologie per le quali il medicinale è stato autorizzato dalle autorità nazionali o
europee. Nell’uso off-label le vie e modalità di somministrazione e/o i dosaggi si scostano in genere da quelli
autorizzati. Nonostante ogni estensione dell’ambito di
utilizzo presupponga la relativa autorizzazione ovvero
una notifica di variazione soggetta ad approvazione,
oggi le eccezioni a tale regola sono divenute irrinunciabili nella pratica medica. I medici si trovano talora
ad affrontare il problema della ­mancanza di farmaci
autorizzati per indicazioni rare. Ad esempio, nei settori in cui la ricerca procede con grande celerità l’autorizzazione all’immissione in commercio non tiene il
passo con gli standard terapeutici; uno dei motivi è
che la procedura richiede molto tempo ed è economicamente onerosa. La ­prescrizione off-label è divenuta
così una prassi assolutamente comune, che viene
favorita anche dalla sostanziale libertà di scelta terapeutica da parte del medico. In particolare in branche
come la pediatria, l’oncologia, l’epidemiologia e la
neurologia una terapia senza impiego di farmaci offlabel non sarebbe più concepibile. L’uso off-label va
distinto dall’utilizzo di un farmaco non (ancora) autorizzato («uso compassionevole»).
Naturalmente l’uso di medicinali off-label può comportare l’insorgenza di effetti collaterali indesiderati
anche gravi. Si pone quindi la questione se un’azienda
farmaceutica possa essere ritenuta civilmente
responsabile anche per simili danni.
Responsabilità dell’azienda farmaceutica
In linea di massima è ipotizzabile una responsabilità
dell’azienda farmaceutica solo se il medicinale è stato
usato secondo le indicazioni. Tuttavia ciò non dipende
unicamente da quanto prescritto nel foglietto illustrativo. Ogni utilizzo scientificamente riconosciuto e
­largamente diffuso come pure ogni forma tipica di uso
18
Munich Re Schadenspiegel 2/2012
improprio purché ovvio o praticato su larga scala
costituisce un uso conforme. L’azienda farmaceutica ha
quindi l’obbligo di vigilare sul prodotto e, se necessario,
di reagire anche dopo aver ottenuto l’autorizzazione
all’immissione in commercio. Una responsabilità di
base in carico all’azienda appare giustificata se si
considera che essa trae profitto dalla crescita del fatturato associata a un uso off-label. Comunque sia, il
produttore ha la facoltà di includere l’uso off-label tra
le controindicazioni nel foglietto illustrativo. La responsabilità viene esclusa in presenza di un uso intenzionale
del medicinale non conforme alle indicazioni.
L’importanza della copertura assicurativa per
­un’azienda farmaceutica
Un produttore farmaceutico è chiamato a rispondere
per gravi effetti collaterali causati da un uso off-label
ai sensi delle disposizioni di legge sulla responsabilità
civile. Essenzialmente si possono configurare due fattispecie di responsabilità: oggettiva e per fatto illecito.
Come già illustrato, la copertura assicurativa comprende naturalmente queste figure di responsabilità.
Le azioni di responsabilità degli utilizzatori che rientrano nell’uso conforme di un medicinale ricadono
quindi sempre nella garanzia del programma assicurativo RC.
Marketing e nuovi media
Prima che un nuovo farmaco venga immesso in commercio trascorrono molti anni di ricerca e sviluppo
dispendiosi. I brevetti hanno fondamentalmente una
validità di 20 anni dalla domanda di concessione.
­Tuttavia, a causa della lunga e difficile procedura di
autorizzazione alla commercializzazione normalmente l’utilizzo economico del brevetto si riduce a
circa 10 anni. Questo spiega perché le aziende farmaceutiche cerchino di sfruttare questo periodo di
tempo nel modo più intensivo possibile per la vendita
del prodotto. Per poter investire nella ricerca e nello
sviluppo, infatti, hanno necessità di una prospettiva
per cui valga la pena effettuare tali investimenti. Il
quadro giuridico di base per la commercializzazione
dei farmaci da prescrizione varia da Paese a Paese.
Negli Stati Uniti, ad esempio, è consentita la pubblicità diretta o pubblicità diretta al consumatore (DTC
advertising), che in Europa è vietata. Questi prodotti
possono essere infatti reclamizzati solamente su riviste specializzate. Rappresenta comunque un problema il fatto che il divieto di pubblicità diretta può
essere facilmente aggirato via Internet e tramite i
social network. Questo spiega in parte gli sforzi volti
ad allentare questo rigido divieto in tutta Europa.
RISCHI FARMACEUTICI
Pubblicizzare un farmaco rivolgendosi direttamente
al consumatore ossia a un non addetto ai lavori comporta alcuni rischi:
−−I pazienti potrebbero essere indirizzati verso un
dato farmaco, con il conseguente moltiplicarsi delle
richieste di prescrizione.
−−Con la notorietà del prodotto aumentano anche le
aspettative/speranze dei consumatori nei suoi confronti e quindi la probabilità di azioni legali da parte
di pazienti danneggiati/delusi.
−−Le informazioni sul prodotto vengono ridotte e/o
presentate in modo non corretto, una circostanza
dalla quale possono derivare ulteriori rivendicazioni.
Se ad esempio una campagna pubblicitaria di contraccettivi, in televisione o su Internet, mette in risalto
certi vantaggi specifici dell’assunzione di una pillola
anticoncezionale quali avere una pelle più bella, evitare sbalzi di umore, ecc., oltre alla sua effettiva indicazione terapeutica, vi è il pericolo che soprattutto le
giovani consumatrici considerino i possibili effetti collaterali come un rischio astratto di minore importanza.
Ciò crea dei problemi in particolare se il prodotto non
è autorizzato per gli usi diversi dalla contraccezione
sopra citati. Nell’ambito delle malattie croniche può succedere che il produttore preferisca reclamizzare la
migliorata tollerabilità del farmaco, trascurando eventuali effetti collaterali a medio termine. La pubblicità
trova anche qui terreno fertile perché ai pazienti interessa migliorare la propria qualità della vita. La FDA
può obbligare le aziende farmaceutiche a rettificare
le indicazioni, questo però non comporta il ritiro delle
informazioni distorte sul prodotto che sono già in
circolazione.
La crescente popolarità dei social network come
Facebook o Twitter e la facilità con cui si ottengono le
informazioni su Internet consentono ai consumatori di
identificare i potenziali effetti collaterali di un medicinale e di collegarsi con altri soggetti coinvolti. Negli
Stati Uniti è inoltre possibile, in qualità di presunto
danneggiato, ricevere informazioni su studi legali
­specializzati e azioni collettive. In questo modo può
­formarsi una moltitudine di reclamanti in pochissimo
tempo. Questo genere di attività andranno addirittura
aumentando in futuro.
Conclusioni
Le prescrizioni di legge fanno dell’industria farma­
ceutica uno dei settori produttivi più rigidamente
regolamentati. Le aziende sono tenute ad attivare una
fitta rete di controlli per garantire la sicurezza dei
­farmaci. La questione decisiva è se i soggetti coinvolti
interpreteranno queste norme solo come un dovere o
piuttosto come autonoma opportunità per controllare
e minimizzare i rischi. È chiaro che oggi la gestione dei
rischi non può più orientarsi unicamente sugli aspetti
medicali. Anche le strategie di vendita e i messaggi
pubblicitari devono essere analizzati, oltre al design di
prodotto, nell’ottica di possibili problemi di responsabilità civile.
LE NOSTRE ESPERTE:
La Dr. Henriette Heine è giurista e si
occupa della liquidazione di sinistri
casualty nel settore Clienti globali/
Nord America. È inoltre ­membro del
Topic Network Sinistri casualty.
[email protected]
Kathrin Ittner è giurista e si occupa
della liquidazione di sinistri casualty
nel settore Clienti globali/Nord
­America. È inoltre membro del Topic
Network Assicurazione di fedeltà.
[email protected]
Helga Munger è consulente legale
senior nel settore Clienti globali/Nord
America ed è competente per i sinistri
nei rami casualty. È inoltre responsabile del Topic Network Sinistri casualty.
[email protected]
Munich Re Schadenspiegel 2/2012
19
INONDAZIONI
Un Paese sommerso
dall’acqua
Nel 2011 violente precipitazioni sommergono
vaste regioni della Thailandia. La più grave
­catastrofe nella storia del Paese costa diverse
centinaia di vite e causa gravi danni a industria
e agricoltura.
Alfons Maier e Michelle Chan
Le precipitazioni durante la stagione dei monsoni
sono state così intense da superare di 1.000 mm la
media storica bimestrale sul lungo periodo in alcune
aree. Dalla fine di luglio le inondazioni, scatenate dalla
tempesta tropicale Nock-ten, si sono estese al nord,
nordest e centro del Paese lungo il corso dei fiumi
Mekong e Chao Phraya. A metà settembre tutti i bassopiani della Thailandia centrale e anche le zone a
nord di Bangkok erano sommersi; in ottobre vaste
aree della capitale stessa erano allagate. Favorite
dalla posizione di poco superiore al livello del mare
e dalla conseguente lentezza di deflusso, le acque
hanno ristagnato in alcune zone della pianura centrale
thailandese fino al gennaio 2012. Per 65 delle 77 province è stato dichiarato lo stato di calamità; le vittime
accertate sono più di 800. Nel complesso il fenomeno
ha colpito ca. 14 milioni di persone.
La quarta catastrofe naturale più costosa del mondo
La Banca Mondiale stima il danno economico in ca.
1,425 mld Baht (ca. 43 mld US$), la gran parte dei
quali è relativa ai sette distretti industriali principali,
coperti in alcuni casi anche da oltre 2 m d’acqua. Nel
complesso la catastrofe ha interessato ca. 15.000
aziende in 20 province. I danni assicurati vengono
quantificati a livello mondiale in oltre 10 mld US$; i
danni conseguenti all’interruzione di attività di fornitori e clienti (danni da CBI) anche al di fuori del territorio thailandese possono far crescere ulteriormente
questa cifra. I danni da CBI sono complessi, richiedono tempi lunghi per la liquidazione e in casi estremi
possono raggiungere le centinaia di milioni di US$
per contraente, tanto che probabilmente il danno
assicurato finale dell’evento sarà certo soltanto dopo
la liquidazione dei danni da CBI.
Una strada sommersa a Bangkok
il 22 ottobre 2011
Munich Re Schadenspiegel 2/2012
21
INONDAZIONI
Oltre all’industria è stata colpita soprattutto l’agricoltura, con oltre il 12% delle risaie. Con una quota pari al
30% del mercato mondiale, la Thailandia è un importante esportatore di riso. Anche il turismo, una delle
principali fonti di ricchezza per l’economia del Paese,
ha subito consistenti perdite di fatturato. Si è comunque riusciti a preservare dall’inondazione gran parte
della zona commerciale nel centro di Bangkok grazie
all’apertura di dighe e barriere e all’erezione di protezioni provvisorie.
Nel peggiore dei casi la capitale, con oltre 8 milioni di
abitanti, sarebbe stata sommersa da ca. 1,5 m d’acqua, aggravando ulteriormente i danni. Bangkok è il
centro dell’economia thailandese ed è responsabile
per il 40% ca. del prodotto interno lordo. Mentre l’aeroporto per voli interni Don Muang e il Country’s
Flood Relief Headquarter, il quartier generale della
protezione civile, sono stati allagati, lo scalo internazionale è stato risparmiato. Secondo dati ufficiali ca.
535 km di autostrade sono rimaste temporaneamente
impercorribili e 67 strade di grande comunicazione
sono andate distrutte, una situazione che ha prodotto
elevati costi consequenziali.
Con danni per un ammontare di ca. 43 mld US$, le
inondazioni in Thailandia rappresentano la quarta
catastrofe naturale più costosa del mondo. Sono stati
più onerosi solo il terremoto e il successivo tsunami di
Tohoku in Giappone del 2011 (210 mld US$), l’uragano
Katrina negli Stati Uniti del 2005 (125 mld US$) e il
terremoto di Kobe in Giappone del 1995 (100 mld US$).
Si è trattato della catastrofe naturale più costosa di
sempre per la Thailandia e, a livello globale, dell’evento
alluvionale in assoluto più gravoso in termini economici.
Gli assicuratori giapponesi sono i più colpiti
L’Office of Insurance Commission (OIC) thailandese
ha stimato inizialmente i danni da alluvione per l’industria in 140 mld Baht (4,5 mld US$) e ha calcolato che
i sette parchi industriali di Bang Pa-In, Hi-Tech, Factory Land, Nava Nakorn, Rojana, Saha Rattana Nakorn
e Bang Kadi dispongono di una copertura assicurativa
combinata di 450 mld Baht (14,5 mld US$). Il Permanent Secretary of Finance del Paese presume addirittura una copertura assicurativa fino a 600 mld Baht
(19,5 mld US$).
Quasi tutti i parchi industriali del Paese
sono rimasti a lungo sommersi dall’acqua,
che ha raggiunto anche i 2 m d’altezza.
La General Insurance Association (GIA) thailandese
ha confermato l’alta densità assicurativa per i rischi
naturali nelle zone industriali; per contro meno dell’1%
delle abitazioni private disporrebbe di garanzie adeguate.
La catastrofe ha interessato in maniera particolare le
imprese giapponesi, principale investitore straniero
in Thailandia. Molte di loro hanno dovuto rivedere le
proprie previsioni finanziarie per il 2011 e in parte anche
quelle per il 2012. Si stima che i danni agli stabilimenti
ricadano per l’80% ca. sugli assicuratori del Sol Levante.
Interruzione delle catene di fornitura e
­approvvigionamento
Il fermo della produzione nei grandi parchi industriali
ha avuto notevoli ripercussioni su scala mondiale,
p. es. nel settore dei dischi rigidi per computer di cui
la Thailandia è il secondo fornitore al mondo con
ca. un quarto della produzione globale. L’improvvisa
scarsità di offerta nel quarto trimestre del 2011 ha
fatto incrementare i prezzi medi di vendita del 28%.
A questo aumento hanno contribuito anche i maggiori
costi per il trasferimento della produzione e il contemporaneo rialzo dei prezzi dei componenti da parte dei
fornitori, colpiti anch’essi dall’inondazione.
22
Munich Re Schadenspiegel 2/2012
INONDAZIONI
Spesso gli automobilisti si sono salvati solo
grazie alle strade sopraelevate, ma i veicoli
abbandonati hanno comunque bloccato le
vie di comunicazione.
Lo stabilimento di un produttore di dischi fissi è
­rimasto allagato dalla metà di ottobre 2011 ed è stato
bonificato solo a metà novembre. Le operazioni di
risanamento si sono prolungate per mesi, quindi la
produzione è ripartita pienamente solo nel primo
­trimestre del 2012. Le spese straordinarie dovute al
disastro sono state quantificate dal produttore in
quasi 300 mln US$. A ciò si sono aggiunti i consistenti cali di fatturato, di cui ha approfittato un concorrente che è divenuto leader di mercato perché il
suo stabilimento sorgeva in posizione rialzata e
quindi non è stato inondato.
Anche le grandi case automobilistiche giapponesi
hanno dovuto fermare la produzione in Thailandia per
diverse settimane, con un calo complessivo di 6.000
vetture al giorno. Difficoltà di fornitura dovute
a problemi infrastrutturali, come l’allagamento o il
danneggiamento delle strade, hanno comunque bloccato la produzione anche in quelle località che non
erano state colpite direttamente dall’inondazione.
L’interruzione delle catene di fornitura ha avuto ripercussioni anche sugli stabilimenti situati in Indonesia,
Vietnam, Filippine, Stati Uniti, Canada e Sudafrica.
Gli eventi verificatisi in Thailandia hanno portato
all’attenzione la vulnerabilità di queste catene. Le
aziende possono limitare tale rischio analizzando con
cura i propri rapporti di fornitura ed elaborando piani
che permettano di compensare l’inattività improvvisa
dei fornitori (cd. business continuity planning, in
breve BCP). Un ulteriore strumento di risk management è rappresentato dal trasferimento del rischio. La
classica assicurazione danni da interruzione di esercizio offre protezione dai danni patrimoniali dovuti
all’arresto dei propri impianti produttivi; la copertura
per danni conseguenti all’interruzione di attività di
fornitori e clienti (contingent business interruption, in
breve CBI) interviene nel caso di inattività di un fornitore o di un cliente.
In linea di principio i danni da CBI sono assicurabili se
l’assicurato è in grado di fornire la necessaria trasparenza su tipologia ed entità del rischio trasferito. I dati
devono permettere all’assicuratore di stabilire quali
clienti verranno colpiti e in quale misura dall’improvvisa inattività di un determinato fornitore. Ciò vale in
particolare per il riassicuratore in quanto è esposto al
rischio di un ulteriore cumulo di danni.
Munich Re Schadenspiegel 2/2012
23
INONDAZIONI
La liquidazione dei sinistri
L’estensione e la durata dell’alluvione hanno creato
molti problemi in relazione alla gestione e liquidazione dei danni. Sono stati pagati p. es. numerosi anticipi per consentire alle industrie assicurate di riprendere la produzione al più presto. Nel prosieguo sono
emerse alcune questioni tecniche di liquidazione, di
cui presentiamo le principali:
−−Rapporti provvisori sui sinistri
Né i liquidatori, né i periti esterni o gli stessi assicurati hanno potuto ispezionare le aree allagate per
settimane, tanto meno effettuare interventi mirati al
risanamento e alla limitazione dei danni. Per questo
motivo Munich Re ha ricevuto solo gradualmente i
rapporti dettagliati sui sinistri che sono richiesti per
i danni di queste dimensioni.
−−Data sinistro
La data di accadimento normalmente corrisponde
a quella dell’inondazione. In caso contrario, quando
l’accertamento non può aver luogo perché è impossibile accedere al sito oppure perché i motivi risiedono presso il fornitore o il cliente, il rapporto di
liquidazione deve contenere un’apposita annotazione.
−−Franchigie
Se vengono colpite diverse aziende o aree assicurate che sono raggruppate sotto una polizza
comune, è indispensabile stabilire con precisione
quante volte siano applicabili le franchigie per danni
materiali e da interruzione di esercizio.
−−Risanamento
Il risarcimento economico dell’assicurato mira in
generale a ripristinare lo stato funzionale al
momento del sinistro. Ciò può realizzarsi in alcuni
casi attraverso un risanamento, economicamente
più conveniente rispetto alla sostituzione degli
impianti. Le motivazioni per un riacquisto a nuovo
(p. es. difficoltà nella fornitura di parti sostitutive
originali, insuccesso del risanamento, questioni
legate alla garanzia, raffronto dei costi) devono
essere documentate in modo plausibile nel rapporto
sul sinistro.
Esempio di liquidazione complessa di un danno da interruzione d’esercizio
1a settimana
I siti produttivi di alcuni
fornitori e acquirenti
dell’assicurato sono
inondati.
2a settimana
L’inondazione raggiunge il
sito di produzione dell’assicurato e gli impedisce
l’accesso agli stabilimenti.
Blackout elettrico.
24
Munich Re Schadenspiegel 2/2012
3a settimana
Un fornitore non interessato
dall’inondazione (Tier 1) non
può evadere gli ordini perché il suo stesso fornitore
(Tier 2) è stato invece
colpito.
4a settimana
5a settimana
7a settimana
6a settimana
INONDAZIONI
−−Migliorie
In molti casi è impossibile ripristinare lo stato originario, perché il risanamento non è economicamente
conveniente oppure a causa della rapida evoluzione
dei macchinari e delle tecniche produttive in uso nel
settore high tech. Le migliorie di questo genere
devono essere esplicitate nel rapporto sul sinistro.
−−Spese di salvataggio
La liquidazione delle spese di salvataggio deve
essere motivata sulla base della polizza sottostante
e della giurisprudenza di merito. I rapporti di liquidazione devono prendere posizione in modo plausibile sulla fondatezza delle spese di salvataggio e sul
loro ammontare.
−−Ammortamenti
In sede di valutazione della somma assicurata i
liquidatori verificano quali quote di ammortamento
sono state applicate ai macchinari. Gli importi corrispondenti vanno confrontati con i valori elencati al
momento dell’accettazione della polizza.
A questo riguardo la GIA sostiene che tali spese non
debbano essere risarcite qualora gli interventi non
abbiano avuto un esito positivo o siano stati addirittura inutili perché l’acqua non ha nemmeno raggiunto il sito assicurato.
−−Valori residui
È opportuno che i liquidatori prendano posizione
riguardo alle spese di risanamento e ai valori residui,
in particolare nel caso dell’alienazione di macchinari
di valore elevato ma irriparabili.
−−Ricostruzione in altro sito
La Thailandia è un importante centro produttivo nei
settori automobilistico, elettronico e dei semiconduttori a livello mondiale. A causa della stretta interrelazione con fornitori e acquirenti il trasferimento della
produzione può essere preso in considerazione solo
di rado. In tal caso è consigliabile una comparazione
dei costi, in particolare quando la ricostruzione in
altro sito sia economicamente più onerosa. Inoltre,
il rapporto sul sinistro dovrebbe descrivere chiaramente eventuali miglioramenti, come vantaggi
fiscali, tecniche produttive più efficienti, ecc. In
generale il trasferimento degli stabilimenti dovrebbe
servire a ridurre il danno, p. es. abbreviando l’interruzione di esercizio.
Lo schema cronologico mostra l’importanza delle cause di sinistro concorrenti
per il risarcimento del danno quando la
garanzia è limitata a un fornitore Tier 1.
9a–14a settimana
L’assicurato pulisce e ripara
gli impianti, ma fornitori e
acquirenti hanno ancora
problemi. Ripristino
dell’alimentazione elettrica
dall’11a settimana.
8a settimana
Il livello dell’acqua scende,
l’assicurato può accedere
agli stabilimenti e iniziare le
riparazioni.
15a settimana
Tutti i fornitori interessati
dall’inondazione riprendono
le consegne.
16a settimana
La produzione riprende
normalmente.
In base all’interpretazione della polizza
secondo la formulazione del mercato
inglese nella prima settimana sarebbe
operativa l’estensione di garanzia
Suppliers and Customers che coprirebbe i danni dovuti all’inattività del
fornitore dell’assicurato, nonostante
quest’ultimo non abbia ancora subito
un danno materiale.
Nella seconda settimana interviene una
causa concorrente, il blackout elettrico,
che non è assicurata; la copertura del
danno diviene così opinabile.
Dall’8ª alla 14ª settimana non sussiste
teoricamente alcuna copertura, dal
momento che i fornitori non possono
consegnare a causa di un rischio non
assicurato (inattività del fornitore
Tier 2).
Munich Re Schadenspiegel 2/2012
25
INONDAZIONI
−−Adeguatezza della somma assicurata
Decisivo per la somma assicurata è il momento di
sottoscrizione della polizza. Nel caso di gravi danni
materiali o da interruzione d’esercizio periti e valutatori indipendenti devono chiarire se sussista una
­sottoassicurazione. Sebbene non dovrebbe essere
prassi, esistono polizze che contengono contemporaneamente la clausola proporzionale (Average Relief
Clause) e la clausola di apprezzamento (Uplift Clause).
Munich Re può offrire consulenza nell’analisi di formulazioni complesse di questo tipo. Lo stesso vale
per le questioni di copertura in caso di doppia
assicurazione (concomitanza di polizze merci e
trasporti).
Interruzione di esercizio e wide area damage
Nella liquidazione dei gravi danni da interruzione di
esercizio nell’ordine di milioni di US$ dovrebbero
essere coinvolti esperti esterni, p. es. commercialisti
o revisori contabili abilitati dal tribunale (forensic
accountants). Soprattutto i cosiddetti wide area
damages possono dare adito a ulteriori interrogativi
sulla garanzia. Con tale denominazione si designano
scenari complessi in cui un assicurato si trova a dover
affrontare una serie di gravi danni. Si tratta di situazioni che incrementano fortemente la probabilità di
Umidità e muffe hanno distrutto gli elementi
costruttivi a secco negli stabilimenti.
26
Munich Re Schadenspiegel 2/2012
un’interruzione di esercizio per concorso di cause
indipendenti non assicurate, p. es. accesso limitato,
blackout elettrico, inattività dei fornitori.
Di conseguenza il danno da interruzione di esercizio
potrebbe essere giudicato insussistente, come nella
nota sentenza Orient Express Hotels vs. Assicurazioni
Generali (2010) EWHC 1186 dopo l’uragano Katrina.
I giudici thailandesi non hanno mai affrontato questioni di interpretazione di polizze da interruzione di
esercizio e di potenziali cause di danno concorrenti. In
assenza di precedenti giurisprudenziali ogni caso deve
essere valutato sulla base degli elementi e delle circostanze di fatto rilevanti ai fini decisionali. Munich Re
parte dal presupposto che la maggior parte delle
polizze segua gli standard e le formulazioni del mercato britannico. In ogni caso in sede di accertamento
del danno vanno tenute in conto anche le cause concorrenti, come problemi con fornitori e acquirenti,
blackout elettrico e così via, che abbiano compromesso
la produzione o le vendite dell’assicurato.
−−Complessità delle catene di fornitura
Si deve ugualmente ricorrere a esperti quando sono
coinvolti molti fornitori o acquirenti e la catena di
fornitura viene interrotta in più punti. Va p. es.
chiarito se i fornitori compresi in garanzia siano
INONDAZIONI
espressamente indicati in polizza, se siano assicurati come fornitori principali (Tier 1) o subfornitori e
se l’interruzione della catena sia da imputarsi a una
causa di danno assicurata o ad altre circostanze
(vedi schema a p. 24/25). Inoltre va verificato se le
diverse cause contribuiscano al danno come cause
concorrenti o come cause concomitanti e quale
parte abbiano nel sinistro in discussione. I danni
presso l’acquirente sono di solito più facili da
stimare, poiché ci si può orientare sugli ordini
d’acquisto (p. es. liste dei pezzi). Va considerato
anche l’influsso di fattori come l’evoluzione dei
prezzi e del mercato.
Nel contesto industriale vengono offerte spesso le
garanzie di interruzione d’esercizio (Standard Gross
Profit Wording) con le estensioni Suppliers and
Customers e Prevention of Access.
−−Impossibilità di accesso (Denial of Access)
Questa clausola è normalmente compresa nella
polizza danni materiali e riguarda l’accesso al luogo
assicurato. La sua applicazione non è sempre agevole, vanno infatti chiariti alcuni punti:
··La clausola è collegata alla sezione danni materiali
della polizza?
··La chiusura di una strada p. es. richiede l’intervento
di un’autorità preposta? In caso affermativo per
quanto tempo resterà in vigore il provvedimento di
chiusura?
··Sono previsti dei limiti territoriali di applicazione?
··La polizza presuppone un danno materiale (una
strada inondata non dev’essere necessariamente
anche danneggiata)?
−−Rivalsa
In tema di rivalsa contro terzi sono ancora aperti
degli interrogativi. Già durante l’inondazione la
gestione dell’emergenza da parte dello Stato era
stata pubblicamente contestata, sollevando il dubbio che lo scarico di dighe e invasi avesse aggravato
i danni provocati dall’evento naturale. Il codice civile
e commerciale thailandese ammette in realtà la
rivalsa, tuttavia le prospettive di successo di un’azione
legale sono di difficile previsione.
−−Evento
L’attribuzione a uno o più eventi dipende da quanto
convenuto nei contratti. Gli assicuratori diretti possono p. es. scegliere una suddivisione in periodi di
72, 168, ecc. ore consecutive a seconda della configurazione della clausola «n» ore. È quindi opportuno
che l’assicuratore diretto fornisca al riassicuratore il
nome dell’assicurato nonché il luogo del sinistro per
poter ricostruire quali sinistri siano stati attribuiti a
quali periodi di tempo.
Altri problemi di liquidazione per assicuratori
e riassicuratori
L’elevatissimo numero di danni da inondazione ha
posto gli assicuratori diretti di fronte a grandi sfide. In
Thailandia è stato necessario predisporre progressivamente ingenti risorse con competenze in materia di
liquidazione dei sinistri. La lentezza del ritiro delle
acque e i ritardi nell’accertamento dei danni hanno
protratto a lungo la stima e la riservazione dei sinistri.
L’evento è da ritenersi eccezionale perché molte
cedenti hanno sottovalutato l’entità e la concentrazione dei danni industriali. Anche la valutazione dei
danni da CBI è stata inizialmente quasi impossibile,
dal momento che gli assicuratori diretti disponevano
di una visione solo parziale delle catene di fornitura e
delle relative coperture in essere.
In assenza di informazioni dettagliate Munich Re ha
dovuto affrontare una prima stima dei danni sulla
base delle esposizioni previste nei rapporti riassicurativi e ipotizzare un corrispondente onere per i trattati,
partendo dai valori assicurati aggregati e dai rapporti
sinistri/somme assicurate. Dopo i primi sopralluoghi
dei liquidatori era emerso che gli edifici industriali
avevano subito danni prevalentemente di bassa e
media entità, mentre per dotazioni, macchinari e giacenze di magazzino erano ipotizzabili elevati rapporti
sinistri/somme assicurate.
La catastrofe thailandese ha dimostrato che per il
riassicuratore è importante essere tempestivamente
informato dall’assicuratore diretto sulla prima riservazione e su eventuali variazioni significative delle
riserve. Per facilitare la denuncia dei sinistri da catastrofi naturali possiamo mettere a disposizione delle
nostre cedenti un bollettino standardizzato (NatCat
Reporting Bordereaux), che facilita la riservazione
ragionata e consente di gestire le richieste di pagamento in modo più efficace.
Anche nel caso in cui non sia stata espressamente
convenuta una clausola di verifica (Inspection Clause),
il diritto generale attribuisce implicitamente al riassicuratore la facoltà di eseguire dei controlli in presenza
di informazioni sul sinistro frammentarie o trasmesse
in ritardo. I riassicuratori possono dunque esercitare il
loro diritto di verifica e di collaborazione nella liquidazione dei sinistri; ciò garantisce che il riassicuratore
possa effettuare rapidamente i pagamenti dovuti alle
cedenti in base al trattato. Munich Re era presente
nelle aree inondate al fianco di clienti e periti allo
scopo di supportare la liquidazione dei danni e la
ricostruzione.
Munich Re Schadenspiegel 2/2012
27
INONDAZIONI
Per valutare la fattibilità della riparazione
di questo impianto fotovoltaico a nord di
Bangkok, rimasto inondato per settimane,
Munich Re ha dovuto accertare sul posto
gli effetti della corrosione e le perdite di
rendimento dell’impianto assieme all’assicuratore diretto.
Lo sgombero dei detriti ha potuto essere
avviato solo dopo che l’acqua si era ritirata.
Sono state rimosse le barriere di sacchetti
di sabbia ed è stato necessario smaltire
molte giacenze di magazzino e prodotti
sensibili all’umidità.
28
Munich Re Schadenspiegel 2/2012
INONDAZIONI
All’inizio del 2012 l’ammontare dei danni conseguenti
all’inondazione non era ancora quantificabile in
maniera definitiva. Si teme inoltre che i sinistri
occorsi ma non ancora denunciati (incurred but not
reported, in breve IBNR) possano ulteriormente incrementare il danno totale per il riassicuratore, dal
momento che singoli assicuratori dopo i sopralluoghi
hanno aumentato di oltre il 300% parte delle proprie
stime originali.
Prevenzione dei sinistri e risk management
Normalmente i tempi di preavviso in caso di inondazione permettono di mettere in atto misure di prevenzione o limitazione dei danni, ma nel caso di catastrofi
di queste proporzioni ogni sforzo può risultare vano.
A ciò si aggiunge il fatto che in Thailandia le enormi
masse d’acqua hanno in molti casi reso inefficaci
dighe, sbarramenti e opere di difesa provvisorie come
le barriere di sacchi di sabbia. Durante l’inondazione
non sempre sono state disponibili informazioni attendibili sul livello delle acque previsto, sulle contromisure adottate e sulla situazione di rischio. Molte
aziende quindi non hanno potuto mettere in sicurezza
macchinari e attrezzature in tempo utile. Sono state
avvantaggiate quelle imprese che disponevano di una
buona gestione delle catastrofi e di piani efficienti di
evacuazione e limitazione dei danni.
Conclusioni
Le inondazioni del 2011 sono state la catastrofe naturale economicamente più onerosa della storia per la
Thailandia e su scala globale l’evento alluvionale più
costoso di sempre. Sono senza precedenti non solo
l’entità dei danni causati dalle alluvioni estese e persistenti, ma anche il numero dei parchi industriali colpiti, con ripercussioni sulle catene di fornitura a livello
mondiale.
Tuttavia un evento di questa portata dimostra anche
come l’assicuratore diretto e il riassicuratore debbano
cooperare strettamente fin dal principio per acquisire
una generale trasparenza sui sinistri, sul processo di
liquidazione e sulle questioni connesse all’operatività
delle garanzie. In tutta la sua drammaticità questa
calamità ha portato all’attenzione dell’economia e del
comparto assicurativo la vulnerabilità delle catene di
fornitura e quindi il rischio di danni da CBI; nel caso
in questione è emerso che tali catene non erano
ancora perspicue oppure non lo erano più nella loro
complessità.
I mercati assicurativi nazionali devono affrontare la
sfida di identificare la pericolosità da rischi naturali
e altre esposizioni, come la CBI, e sviluppare prodotti
e prezzi adeguati a questi rischi. Munich Re esige trasparenza per i rischi di difficile valutazione e sostiene
l’adozione di standard edilizi e di provvedimenti ottimizzati per prevenire i danni da inondazione.
I NOSTRI ESPERTI:
Il Dr. Alfons Maier è gestore sinistri
senior nel settore Sinistri Germania,
Asia Pacifico e Africa a Monaco di
Baviera ed esperto nella gestione dei
danni da catastrofi naturali.
[email protected]
>> Se vi interessa la nostra guida pratica per facilitare i colloqui con i clienti sul tema Supply Chain
Risk Management, contattate il vostro gestore
clienti oppure consultate il nostro portale clienti
connect.munichre.com
Michelle Chan è avvocato ed esercita
in Gran Bretagna e a Singapore;
è membro della Singapore Academy
of Law. Dal 2006 dirige il reparto
­Sinistri di Munich Re a Singapore.
[email protected]
Munich Re Schadenspiegel 2/2012
29
AERONAUTICA
A un passo dalla catastrofe
Riuscito l’atterraggio d’emergenza di un Airbus A380 dopo l’esplosione
di un motore, l’incidente ha tuttavia originato il danno a corpi di veicoli aerei
più costoso dell’aviazione passeggeri.
L’Australian Transport Safety Bureau,
autorità competente per le indagini sugli
incidenti nel settore del trasporto civile,
vigila sulla riparazione della turbina difettosa dopo il suo smontaggio dall’A380.
Per motivi di privacy le persone riprese
sono state rese irriconoscibili.
30
Munich Re Schadenspiegel 2/2012
AERONAUTICA
Thomas Endriß e Astrid Lehmann
Il 4 novembre 2010, durante il volo dell’Airbus A380842 «Nancy-Bird Walton» della compagnia australiana Qantas si verifica un grave guasto a un motore.
Nel propulsore interno dell’ala sinistra si frantuma il
disco della turbina a media pressione e nella conseguente esplosione i frammenti vengono proiettati
ad alta velocità fuori dal motore, perforando l’ala
dell’Airbus in più punti e danneggiando serbatoi di
carburante, condutture idrauliche e cavi di alimentazione elettrica e di comando. I piloti invertono la rotta
per fare ritorno a Singapore ed effettuare un atterraggio
d’emergenza. Nessuno tra i 440 passeggeri, 5 piloti e
24 assistenti di volo rimane ferito.
Prima dell’atterraggio all’aeroporto di Changi i piloti
scaricano il carburante, ma la manovra non riusce pienamente a causa dei danni alle ali, in cui sono alloggiati i serbatoi di cherosene, e della bassa quota.
Dopo nemmeno due ore di volo l’Airbus A380 atterra
quindi con 50 t di peso in più di quanto normalmente
previsto per simili manovre e con una differenza di
10 t tra l’ala destra e quella sinistra.
A quel tempo Qantas era l’unica compagnia aerea a
impiegare sull’Airbus A380-842 il motore Rolls Royce
Trent 972, leggermente più potente rispetto agli altri
modelli della serie. Dopo l’incidente anche Lufthansa
e Singapore Airlines, gli unici operatori oltre a Qantas
a volare con A380 equipaggiati con motori Rolls Royce,
hanno eseguito controlli straordinari sui meno prestazionali Trent 970 dei loro A380-841. Durante queste
ispezioni sono state rinvenute tracce di fughe d’olio su
cinque motori, quattro dei quali sono stati sostituiti.
Tanto la riparazione quanto problemi logistici durante
la sua esecuzione hanno causato un enorme aggravio
di costi. È stato necessario eseguire tutte le riparazioni
a Singapore e quindi sborsare cifre elevate per l’affitto
dell’hangar e il trasporto in aereo degli esperti. A ciò si
sono aggiunti problemi nell’utilizzo dell’aviorimessa
dal momento che anche Singapore Airlines doveva
disporre della stessa struttura per i lavori di manutenzione ai suoi A380.
Causa dell’incendio: una fuga d’olio
Da quanto emerge dal rapporto dell’ATSB del 3 dicembre 2011 si è verificata una rottura per fatica di una
conduttura olio verso il cuscinetto tra le turbine ad
alta e media pressione del motore, conseguenza di
una foratura non correttamente centrata. Il tubo è
stato evidentemente ricavato dal pieno forandolo
dalle due estremità. Dopo l’analisi degli elementi preliminari l’EASA (Agenzia europea per la sicurezza
aerea) ha indicato quale causa del guasto la perdita di
olio da un cuscinetto difettoso. L’olio fuoruscito ha
preso fuoco causando un surriscaldamento, di conseguenza un disco della turbina a media pressione si è
frantumato e i rottami hanno trapassato la cappottatura del motore e l’ala. Questo fenomeno, noto come
incendio di olio, era già stato descritto dall’EASA
nell’agosto del 2010 in una direttiva come possibile
conseguenza di un maggiore affaticamento di specifiche parti riscontrato sui motori serie Trent 900. La
stessa direttiva segnalava anche la possibile proiezione
di elementi al di fuori del motore e quindi prescriveva
ispezioni ripetute su tutti i propulsori di questa serie.
Una perdita d’olio è al momento
considerata la causa dell’incendio
e dell’esplosione della turbina.
Munich Re Schadenspiegel 2/2012
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AERONAUTICA
4 novembre 2010: i 440 passeggeri
lasciano l’Airbus A380 dopo l’atterraggio
d’emergenza a Singapore.
La rottura per fatica della conduttura
dell’olio è probabilmente da ricondurre
a una foratura difettosa del manicotto,
­eseguita fuori centro, in seguito alla quale
in quel punto la parete del tubo risultava
più sottile del dovuto.
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Munich Re Schadenspiegel 2/2012
AERONAUTICA
Un danno di inedite dimensioni
Fortunatamente, dopo la drammatica esplosione del
motore il volo e l’atterraggio di emergenza a Singapore si sono conclusi senza conseguenze per passeggeri ed equipaggio. Dopo pochi giorni gli assicuratori
interessati hanno compreso tuttavia che il danno
all’A380 avrebbe raggiunto dimensioni inedite sotto il
profilo dei costi. Oltre all’ala sinistra e a serbatoi, condutture idrauliche, cavi di alimentazione elettrica e
comando risultavano danneggiati, in tutto o in parte,
anche i sistemi idraulici e gli ipersostentatori. E i
danni non si limitavano a singoli elementi costruttivi.
Il peso eccessivo e sbilanciato dell’aeromobile all’atterraggio ne avevano compromesso l’intera struttura,
un effetto legato alla nuova tecnologia composita
usata nella costruzione dell’A380 allo scopo di risparmiare peso.
Il CEO di Qantas Alan Joyce ha riferito alla rivista specialistica Air transport World che i lavori al wide-body
(termine inglese con cui si designano gli aerei a fusoliera larga come l’A380) sono costati 157 mln AUD
(113 mln €). Nel giugno 2011 Qantas e Rolls Royce
hanno raggiunto un accordo transattivo e la compagnia di volo ha accettato, sempre secondo il CEO Alan
Joyce, l’offerta di 95 mln AUD (70 mln €) del produttore di propulsori Rolls Royce. Quest’ultimo ha registrato per il 2010 danni nell’ordine di 56 mln GBP. Si
tratta quindi della più costosa riparazione mai eseguita su un corpo di veicolo aereo nella storia dell’aviazione passeggeri.
Conclusioni
L’Airbus A380 desta sempre l’attenzione dei media
internazionali a causa delle dimensioni e quindi
dell’eccezionale numero di passeggeri trasportati,
­circostanza che comporta per EADS, ma anche per
le linee aeree, un maggiore rischio di reputazione in
caso di incidente.
Grazie a questo apparecchio il traffico aereo passeggeri
ha raggiunto nuove proporzioni. Questo sinistro ha
evidenziato che la logistica delle riparazioni deve essere
adeguata al nuovo ordine di grandezza degli aeromobili, un fattore che gli assicuratori del ramo non possono non mettere in conto. Disporre di un hangar sufficientemente grande e garantire l’approvvigionamento
di ricambi di dimensioni eccezionali (come i 3 m di
diametro del motore) sono necessità che devono
essere tenute in considerazione in futuro, sviluppando
corrispondenti piani di intervento e strutture di ricovero d’emergenza per gli A380.
Nonostante la stretta collaborazione tra EADS,
costruttore dell’Airbus, e Qantas i lavori di ripristino
dell’A380 gravemente danneggiato si sono trascinati
a lungo. Solo il 21 aprile 2012 l’aeromobile ha potuto
essere trasferito nuovamente a Sydney, da dove il
28 aprile ha ripreso servizio sulla rotta per Hong Kong.
I NOSTRI ESPERTI:
Thomas Endriß è sottoscrittore di
rischi aeronautici facoltativi e si occupa
delle linee aeree in Nord America,
Canada e Africa nonché dei produttori
di piccoli velivoli. Inoltre segue a
livello mondiale l’assicurazione di
società di leasing.
[email protected]
Astrid Lehmann lavora come addetto
sinistri nel reparto Aeronautica ed è
competente per i rischi facoltativi nel
segmento linee aeree passeggeri e
linee cargo.
[email protected]
Munich Re Schadenspiegel 2/2012
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RESPONSABILITÀ CIVILE
Il potere delle masse 2.0
Facebook, Twitter e Co.: i social network su Internet ­vengono anche
utilizzati per organizzare raduni di massa più o meno spontanei. Non
di rado ne derivano eventi dannosi gravi e complessi che pongono il
mercato assicurativo di fronte a nuove sfide. Ecco una panoramica dei
principali problemi di responsabilità civile e di gestione dei sinistri legati
a questo tipo di eventi.
Stephan Dreyer
Quando il 7 e 8 maggio di quest’anno i gestori sinistri
dei principali assicuratori tedeschi si sono incontrati
a Monaco al «Munich Re Claims Forum» la cronaca era
dominata da una notizia: Horst Seehofer, primo mini­
stro della Baviera e presidente della CSU, aveva rivolto
un invito pubblico tramite Facebook a un party per la
sera dell’8 maggio nella discoteca «P1» di Monaco. La
risonanza in rete è stata enorme. In pochi giorni oltre
2.500 persone hanno aderito popolando la lista virtuale
degli ospiti, tra i quali secondo i media si trovavano
anche sostenitori di partiti della destra radicale.
Alla gravità delle preoccupazioni alla vigilia dell’evento
ha corrisposto un ampio spiegamento di forze di sicu­
rezza. I media, la politica e l’opinione pubblica erano
allarmati: si doveva temere un assalto di massa con
possibili disordini e atti di violenza? In tal caso su chi
sarebbe ricaduta la responsabilità per eventuali danni
a cose e persone? Fortunatamente questi interrogativi
non hanno avuto bisogno di risposta: il party via Face­
book del presidente della CSU si è svolto tranquilla­
mente con la presenza di appena 500 ospiti, osservati
da circa 150 giornalisti.
Il caso «Thessa» in Germania
Anche il caso «Thessa» conferma quali problemi di
responsabilità civile insorgano quando i party su
Facebook, i cosiddetti flashmobs e le altre forme di
assembramento organizzato per via telematica subi­
scono un’escalation incontrollata. Nella primavera
2011 l’adolescente Thessa, che vive nel quartiere di
Bramfeld ad Amburgo, aveva postato su Facebook
un invito al suo 16º compleanno, ma rendendolo per
errore visibile a tutti. L’invito quindi non era giunto
solo, come era sua intenzione, ai suoi amici più stretti,
ma all’intera comunità Facebook tedesca, che al
tempo contava già più di 20 milioni di utenti. Solo
pochi giorni più tardi già 15.000 persone avevano
annunciato online la propria presenza. Thessa ritirò
l’invito, cercò di cancellare il proprio profilo Facebook
e informò i genitori. La famiglia avvisò la polizia e
interessò preventivamente un’agenzia di sicurezza
privata.
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Munich Re Schadenspiegel 2/2012
Questi provvedimenti tuttavia non bastarono ad arre­
stare la dinamica di massa scatenatasi sul social net­
work. Il giorno del compleanno di Thessa, nonostante
la presenza in forze della polizia, intervenuta persino
con il corpo a cavallo della città di Amburgo, circa
1.500 giovani affluirono nel quartiere di Bramfeld. Ne
scaturirono disordini con 11 arresti, 8 feriti e notevoli
danni alla proprietà pubblica e privata.
Problemi di responsabilità civile
Da un punto di vista assicurativo c’è da chiedersi chi
sia responsabile dei danni e debba accollarsi i costi,
ad esempio, dell’intervento della polizia. L’interroga­
tivo a oggi non è stato definitivamente risolto, né in
termini generali, né con riferimento agli aspetti giuri­
dici. Nel caso di un party su Facebook come quello
descritto è difficile identificare i destinatari delle
richieste di risarcimento in senso tradizionale. Gli
autori materiali dell’illecito si confondono tipicamente
nella massa anonima, i partecipanti sono ignoti e nor­
malmente non si conoscono fra loro, ma soprattutto
non esiste un vero e proprio organizzatore in senso
stretto. E allora chi sono gli altri possibili soggetti
contro i quali indirizzare la pretesa risarcitoria? L’ini­
ziatore della festa su Facebook? Chi ha ulteriormente
rilanciato l’appello? Oppure i gestori della piattaforma
online utilizzata?
Nel caso di Thessa, la quindicenne può essere consi­
derata, da un punto di vista di ordine pubblico, l’inizia­
trice dell’assembramento, che in assenza dell’invito
postato su Facebook non sarebbe mai avvenuto. Tut­
tavia la ragazza ha tempestivamente ritirato l’invito,
e in ogni caso esso non conteneva nella sua formula­
zione alcuna incitazione a commettere atti di violenza.
Per ipotizzare una responsabilità civile per fatto ille­
cito vi è inoltre da verificare la cosiddetta causalità
adeguata. Bisogna quindi chiedersi se Thessa
avrebbe dovuto sapere e attendersi che il suo invito
poteva avere simili conseguenze. Nel caso in que­
stione la risposta è senz’altro negativa, ma questa
valutazione potrebbe essere diversa se riferita a
eventi simili più recenti, perché nel frattempo le
RESPONSABILITÀ CIVILE
Forme di raduni di massa organizzati telematicamente
Party via Facebook
Flashmobs
Occupy camps
−−Nascono da un invito o una con­
vocazione a manifestazioni di
intrattenimento. Si può trattare
tanto di convocazioni volutamente
pubbliche oppure di inviti involon­
tariamente estesi in rete da terzi.
−−I party possono avere luogo in spazi
pubblici, parzialmente pubblici o
privati.
−−Non vi è una gerarchia nel gruppo
e i partecipanti spesso non si cono­
scono tra loro.
−−Lo scopo del raduno è libero, ma
spesso collegato a festeggiamenti
e consumo di alcol sfrenati.
−−Sono appuntamenti a incontri di
breve durata e con una tempistica
precisa, che però agli estranei al
gruppo possono apparire spontanei.
−−Hanno luogo in spazi pubblici o
parzialmente pubblici.
−−Non vi è una gerarchia nel gruppo
e i partecipanti spesso non si cono­
scono tra loro.
−−Scopo del raduno può essere il
divertimento o l’intrattenimento,
un’azione semplicemente insolita
ma anche un interesse commer­
ciale.
−−Hanno inizio su invito o convoca­
zione a occupare specifici luoghi,
ad esempio per manifestare a
favore dell’equità sociale o contro
l’influsso dell’economia sulla legi­
slazione e sulla politica.
−−Hanno luogo in spazi pubblici o
parzialmente pubblici, spesso in
forma di accampamento all’interno
del quale i partecipanti program­
mano anche altre iniziative.
−−Nel gruppo vi sono gerarchie appiat­
tite e parte dei partecipanti sono
legati da rapporti di conoscenza.
−−Le riunioni hanno un’organizzazione
e una struttura interne; spesso sono
presenti rappresentanti che si espri­
mono quali portavoce del campo.
Smartmobs
−−Si differenziano dai flashmobs
soprattutto nello scopo poiché
hanno motivazione politica, sociale
o artistica.
Il 30 settembre 2011 ad Amburgo diverse
migliaia di partecipanti a un party orga­
nizzato via Facebook hanno festeggiato
il recente divieto del consumo di alcolici
sui mezzi pubblici della città.
Munich Re Schadenspiegel 2/2012
35
RESPONSABILITÀ CIVILE
piattaforme come Facebook fanno comparire un
avviso quando l’utente sta per inserire un messaggio
visibile a tutta la rete. I gestori delle piattaforme, che
non possono essere ritenuti responsabili per i conte­
nuti postati dai loro utenti senza l’intervento di ulte­
riori circostanze, si tutelano giuridicamente con appo­
siti avvertimenti. I resoconti dei media sui party via
Facebook che degenerano in disordini e violenze
dovrebbero inoltre aver sensibilizzato gli utenti sulle
possibili conseguenze di inviti aperti al pubblico.
La motivazione è decisiva
Benché il diritto in linea di principio offra gli strumenti
per procedere contro chi lancia l’invito, si può dedurre
a contrario che non tutti gli inviti accessibili pubblica­
mente determinano direttamente una responsabilità
per danni causati da terzi in loco. Devono infatti inter­
venire altri elementi perché un clic del mouse sia
fonte di responsabilità per danni futuri: la forma della
convocazione e il motivo del raduno sono un indica­
tore importante. Mentre la convocazione di un’azione
a sfondo politico o sociale rientra nella libertà di riu­
nione tutelata dalla costituzione, non lo sono gli inviti
a bevute per ubriacarsi o a party. Poiché i cosiddetti
smartmobs e gli occupy camps perseguono normal­
mente interessi rilevanti a livello sociale, essi sono da
ritenersi riunioni ai sensi del diritto costituzionale di
riunione. Sulla questione dell’ammissibilità e della
responsabilità dell’iniziatore i giudici devono quindi
tener conto in sua tutela del diritto alla libertà di riu­
nione costituzionalmente sancito (art. 17 della Costi­
tuzione italiana). In questi casi gli iniziatori, in quanto
tali, non possono essere generalmente considerati
responsabili senza l’intervento di altri fattori, né
secondo le norme dell’ordine pubblico, né per fatto
illecito.
Rilevante ai fine della responsabilità civile è anche la
cerchia dei destinatari dell’invito prevista dall’inizia­
tore e la portata della convocazione: un invito rivolto
a un gruppo ben circoscritto di amici che divenga
pubblico per intervento di terzi deve essere conside­
rato diversamente sotto il profilo della responsabilità
civile da un invito volontariamente postato per un
vasto pubblico. Vanno inoltre tenuti in considerazione
la forma e il contenuto dell’invito. Fa differenza infatti
se nell’invito si incita al consumo di alcol, a schia­
mazzi e danneggiamenti o se invece si chiede agli
invitati di moderarsi nel bere e contenersi nei festeg­
giamenti.
Dipende infine anche da come l’iniziatore si comporta
nei confronti della massa di persone che hanno ade­
rito. Se per effetto della dinamica della rete è prevedi­
bile il movimento di una massa di persone, la respon­
sabilità dell’iniziatore sarà definita anche dalle misure
di sicurezza che intraprenderà alla vigilia dell’evento.
L’iniziatore ha ritirato l’invito? Ha cancellato l’evento?
Ha informato le autorità? Ha incaricato un servizio
d’ordine?
36
Munich Re Schadenspiegel 2/2012
Conclusioni
Party su Facebook, flashmobs o smartmobs e occupy
camps sono fenomeni del tutto nuovi anche per i
­giuristi che si occupano della liquidazione dei danni.
Non c’è praticamente assicuratore che abbia già fatto
esperienza nella gestione di questi sinistri. È necessa­
rio che gli assicuratori assumano le necessarie cono­
scenze e sviluppino strategie di emergenza adeguate
per non giungere impreparati di fronte a casi simili,
con il rischio di pesanti conseguenze negative per lo
sviluppo dei propri affari. Questi pochi accenni agli
aspetti della valutazione giuridica lasciano già intrav­
vedere la complessità della prassi concreta.
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Stephan Dreyer è referente scientifico
all’Istituto Hans Bredow per la ricerca
mediale dell’Università di Amburgo.
Le sue ricerche si focalizzano sulle
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Munich Re Schadenspiegel 2/2012
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DANNI AI BENI
Furto con scasso in un supermercato
Una banda di 13 scassinatori si era specializzata in distributori di contante
situati all’ingresso di supermercati. Durante lo scasso di un bancomat è
scoppiato un incendio che ha ridotto in cenere un intero edificio.
Harald Ochsenkühn e Klaus Wenselowski
La banda si è portata in tarda serata sul luogo del
reato a bordo di un veicolo rubato. I ladri sono entrati
nell’edificio probabilmente da una porta tagliafuoco.
Il serramento, trovato aperto al mattino, non ha permesso di ricostruire se i criminali abbiano aggirato i
dispositivi di sicurezza o se dipendenti del supermercato non abbiano chiuso a chiave la porta lasciando
l’edificio.
Da un locale di sorveglianza del supermercato i ladri
hanno scassinato con una troncatrice e una saldatrice
autogena il lato posteriore del bancomat, e sottratto il
contante.
Quando ai vigili del fuoco è giunta la segnalazione di
incendio dal locale di sorveglianza, il furto con scasso,
che fino a quel momento aveva avuto uno svolgimento
per nulla inconsueto sotto il profilo assicurativo, ha
subito una svolta fatale. I pompieri, allertati dalla
segnalazione automatica di un rivelatore di fumo,
hanno potuto impedire che le fiamme in rapida propagazione investissero anche una vicina cabina di trasformazione elettrica, ma il supermercato e un’agenzia di viaggi ospitata nello stesso stabile sono stati
totalmente distrutti dal fuoco.
La banda si è allontanata con un veicolo rubato, che la
polizia ha più tardi ritrovato bruciato in un campo.
Non è stato possibile accertare se l’incendio sia scoppiato inavvertitamente in seguito all’uso della saldatrice a scopo di effrazione o se sia stato invece appiccato dagli scassinatori per cancellare eventuali tracce.
Obiettivi dei malviventi sono soprattutto
gli apparecchi bancomat più piccoli e mal
protetti in negozi e centri commerciali.
38
Munich Re Schadenspiegel 2/2012
DANNI AI BENI
Come mai la presenza dei malviventi non è stata
rilevata all’interno dell’edificio?
Dal momento che i sensori PIR (infrarosso passivo) non
hanno generato un allarme, si ipotizza che i segnalatori di movimento siano stati manomessi prima del
colpo. È documentalmente provato che i ladri abbiano
seguito questa procedura in occasione di altri furti.
È anche possibile che i dipendenti dell’esercizio
­fossero complici dei criminali e abbiano escluso preventivamente i sistemi di allarme. I 13 membri della
banda, rinviati a giudizio dopo la cattura effettuata da
un nucleo speciale della polizia, hanno ammesso 17
dei 40 furti loro contestati, ricevendo pene variabili tra i
3,5 e gli 8,5 anni di reclusione. Per l’effrazione con
incendio nel supermercato l’insufficienza di prove ha
impedito il pronunciamento di una sentenza di condanna e quindi ogni possibile azione di rivalsa.
Danno da interruzione di esercizio inferiore al previsto
Il supermercato devastato dall’incendio è stato abbattuto e ricostruito più velocemente di quanto inizialmente preventivato. A limitare il danno indiretto ha
contribuito inoltre il fatto che la vendita è continuata
durante i lavori di ricostruzione in un tendone provvisorio sul vicino parcheggio. Solo il riscaldamento
dell’edificio e la refrigerazione degli alimenti hanno
richiesto un rilevante impegno tecnico e finanziario.
Il supermercato ha raggiunto il fatturato che aveva
prima del sinistro poco tempo dopo la riapertura al
pubblico.
Conclusioni
I ladri professionisti sono in grado di violare un
­bancomat nell’arco di pochi minuti. Lo scasso può
però provocare conseguenze ben più pesanti del
danno originario. L’esperienza mostra che, oltre a un
danno materiale all’apparecchio che può raggiungere
i 25.000 €, normalmente vengono sottratti contanti
fino a un massimo di 50.000 €. Se le banconote vengono rese inutilizzabili grazie alla macchiatura con
inchiostro indelebile, la banca centrale le sostituisce
e il danno non grava sull’assicuratore.
Come è avvenuto nel caso descritto, un incendio
­conseguente a un atto o comportamento criminoso
può determinare però anche la perdita di un intero
edificio, con un onere notevolmente maggiore per gli
assicuratori.
Obiettivi dei malviventi sono soprattutto gli apparecchi
bancomat più piccoli e meno protetti, ad esempio in
negozi di alimentari o nei grandi magazzini di bricolage e articoli per la casa. In Germania non esistono
apposite norme di sicurezza per l’installazione di
apparecchi bancomat in supermercati, quindi le misure
necessarie dovranno essere concordate caso per caso
con gli assicurati, prendendo a modello la direttiva
sulla sicurezza per istituti di credito e altri punti di
pagamento (VdS 5052) di VdS Schadenverhütung
GmbH, un’istituzione dell’associazione delle imprese
assicuratrici tedesche che si occupa di prevenzione
danni e certificazioni per il mercato della sicurezza.
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Harald Ochsenkühn è consulente
legale aziendale e gestore sinistri
­property nel settore Clienti globali/
Nord America.
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Klaus Wenselowski dirige la sezione
Sinistri property nel settore Sinistri,
dove si occupa dei clienti globali,
­inoltre ha fondato e dirige il Topic
­Network Reati contro la proprietà.
[email protected]
Munich Re Schadenspiegel 2/2012
39
DANNI AI BENI
Fiamme romantiche ma pericolose
Le stufe alimentate a etanolo senza obbligo di canna fumaria sono
sempre più popolari. Una promessa di calore e intimità che in realtà
cela un grave pericolo.
Kempen am Niederrhein, Germania: poco
dopo essere stata rifornita di etanolo,
­questa stufa è esplosa. Il danno materiale
è stato valutato in ca. 30.000 €.
40
Munich Re Schadenspiegel 2/2012
DANNI AI BENI
Eckhard Schäper
I vantaggi di stufe e caminetti a etanolo sono evidenti:
facili da usare, occupano poco spazio e si trovano
sul mercato anche per meno di 50 €. Non richiedono
alcuna autorizzazione, pertanto possono essere
installati ovunque e perfino spostati da un locale a un
altro. La fiamma, priva di odore e di fumo, ha un
discreto potere calorifico.
L’etanolo non è facile da gestire
Negli ultimi tempi si sono però ripetuti casi di gravi
incidenti, con persone ferite o perfino decedute.
Infatti i fruitori di questi apparecchi, di per sé decorativi, si espongono inevitabilmente a diversi rischi.
Sopra un recipiente di etanolo aperto si produce una
miscela di gas altamente infiammabile già a temperatura ambiente. Quando una stufa ancora calda viene
rifornita e riaccesa possono prodursi facilmente delle
fiammate. È possibile che gli apparecchi meno stabili
si rovescino e che l’etanolo fuoriuscito scateni un
incendio nell’ambiente circostante.
Un’altra fonte di pericolo è spesso la collocazione della
stufa. Se l’apparecchio viene montato a ridosso di
un mobile o nelle vicinanze di materiale infiammabile
come legno o carta, questi ultimi possono prendere
fuoco immediatamente in caso di errori durante il rifornimento di combustibile o all’accensione. È consigliata
quindi una distanza di almeno mezzo metro. Poiché
la combustione dell’etanolo produce biossido di
carbonio e vapore acqueo, è necessario aerare sempre
l’ambiente in maniera sufficiente durante il funzionamento della stufa.
Tra le caratteristiche essenziali che un apparecchio
sicuro deve possedere troviamo il consumo massimo
di 0,5 l di bioetanolo all’ora, una stabilità strutturale
verificata, una vasca di raccolta per eventuali fuoruscite di combustibile e livelli massimi stabiliti per la
temperatura sulle superfici. È richiesto inoltre un
dispositivo integrato di chiusura per lo spegnimento
tempestivo delle fiamme e un sistema di accensione
sicuro. Gli apparecchi devono essere anche corredati
di una targhetta dati e di avvisi di pericolo sull’alloggiamento. Le marcature di conformità come la CE
europea o la GS (sicurezza testata) tedesca sono tuttavia impraticabili, dal momento che non è stata
ancora approvata alcuna direttiva in merito alle stufe
a etanolo. Per l’utilizzo di questi apparecchi in
ambienti commerciali è in preparazione la seconda
parte della predetta norma DIN 4734.
Conclusioni
Anche se le stufe certificate TÜV rappresentano un
miglioramento, questo tipo di apparecchi comporta in
ogni caso dei rischi. Non rimane che sperare che di
fronte all’incremento degli incidenti aumenti anche il
livello di attenzione nell’impiego delle stufe a etanolo.
Una lettura attenta delle istruzioni d’uso e delle avvertenze di pericolo sull’alloggiamento sono un primo
passo nella giusta direzione.
I requisiti di sicurezza aumentano
Dall’inizio della stagione invernale 2011/2012 alcuni
assicuratori hanno registrato un numero crescente
di denunce di incendi domestici riconducibili a stufe
a etanolo. Per questa ragione gli esperti hanno sottolineato più volte l’imprevedibilità di questi apparecchi
riscaldanti. Le associazioni di difesa dei consumatori,
come Stiftung Warentest, parlano addirittura di «elemento d’arredo a rischio d’incendio». La presenza
sempre più massiccia sul mercato tedesco di prodotti
d’importazione a basso prezzo e di dubbia provenienza
fa accrescere il rischio; alcuni di essi non rispettano
nemmeno gli standard di sicurezza più elementari.
Per evitare che apparecchi non sicuri invadano ulteriormente il mercato, causando incidenti o incendi,
i produttori hanno sviluppato un’apposita norma in
collaborazione con il Gruppo tedesco TÜV SÜD,
­specializzato in servizi certificativi. È stata approvata
nel gennaio 2011 come DIN 4734–1 e stabilisce i
requisiti di sicurezza per i focolari a etanolo nelle abitazioni private.
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Eckhard Schäper è ingegnere specializzato in sicurezza antincendio ed
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Munich Re Schadenspiegel 2/2012
41
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del diritto della responsabilità civile e il loro impatto per l’industria assicurativa, e si occupa degli influssi che la società esercita sulla prassi delle
assicurazioni e della responsabilità civile.
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42
Munich Re Schadenspiegel 2/2012
LETTURE
Le reti: una chiave per
comprendere la società
Zoran Andrić
Avere successo attraverso il networking? Dopo aver letto Connected:
The Surprising Power of Our Social Networks and How They Shape Our
Lives conoscerete più a fondo l’arte di coltivare le reti.
Le reti aiutano a risolvere i più svariati problemi. Ne sono assolutamente
convinti i due autori statunitensi del libro Nicholas A. Christakis,
medico della Harvard University, e James H. Fowler, politologo della
University of California di San Diego.
A essere «contagioso» non è solamente qualcosa di così poco afferrabile
eppure molto ambito come la felicità, ma anche la solitudine, le idee
politiche o il rapporto dei figli con i genitori. All’origine di questo tipo di
contagio non vi sono né virus né batteri, ma l’intrecciarsi delle molteplici
relazioni tra le persone. «Per capire noi stessi, dobbiamo capire come
siamo connessi socialmente». Gli autori la chiamano «legge dei tre
gradi di influenza». Tutto ciò che facciamo o diciamo viene trasmesso
attraverso la nostra rete sociale, dall’amico dell’amico di un amico. Al
terzo grado di separazione cessa la capacità di influire dell’individuo,
ma all’interno di questa cerchia di relazioni ci possono essere migliaia
di persone.
Ciò che attrae di questo «pensare per reti» è che offre una terza via
oltre alle teorie individualistiche e collettivistiche come quelle di Adam
Smith da un lato e Karl Marx dall’altro: l’uomo non è unico artefice della
propria felicità né ruota di un ingranaggio, bensì riceve innumerevoli
impulsi e li propaga. L’homo dictyous, l’uomo connesso, sostituisce
l’homo economicus. Nel caso ideale questo significherebbe che l’uomo
tende a orientarsi sempre di più anche verso il bene comune. La sua
storia evolutiva, i suoi geni e la struttura del suo cervello dimostrano che
l’essere umano è nato per le reti sociali.
Nicholas A. Christakis,
James H. Fowler:
Connected: The Surprising Power
of Our Social Networks and How They
Shape Our Lives.
Munich Re Schadenspiegel 2/2012
43
Elenco dei grandi sinistri 2011–2012
Erbicida Imprelis, DuPont, Stati Uniti
L’erbicida «Imprelis», prodotto dalla DuPont
e acquistabile liberamente, viene impiegato in
modo massiccio su alcuni campi da golf degli
Stati Uniti per impedire la crescita di erbe
infestanti del tipo a foglia larga, danneggiando
però anche gli alberi.
Schianto di un velivolo durante la
­manifestazione Reno Air Races, Stati Uniti
Nello Stato del Nevada il 16 settembre 2011
un velivolo North American P-51 si schianta su
una tribuna durante l’esibizione aeronautica
Reno Air Races, uccidendo il pilota e 10 spettatori e ferendo altre 68 persone, di cui alcune
in modo grave.
Avaria della nave Costa Concordia, Italia
Tornado negli Stati Uniti
Il 13 gennaio 2012 la nave da crociera Costa
Concordia si incaglia davanti all’isola del
Giglio in Toscana. Nell’incidente perdono la
vita 32 persone.
Nell’occhio del ciclone: nell’aprile 2012 un
­tornado danneggia 245 dei 250 edifici della
società Spirit Aerosystems a Wichita nello
Stato del Kansas.
44
Munich Re Schadenspiegel 2/2012
Terremoto in Emilia Romagna, Italia
Il 20 e 29 maggio 2012 due gravi terremoti
fanno tremare il Norditalia. Si registrano
24 morti e centinaia di feriti; crollano numerosi edifici storici del periodo medioevale e
rinascimentale.
Avaria della nave portacontainer Rena,
Nuova Zelanda
Nell’ottobre 2011 la nave portacontainer Rena
si incaglia nelle vicinanze di un’area naturale
protetta, causando una marea nera.
grandi sinistri
Inondazioni in Thailandia
Nell’ottobre 2011 le inondazioni più gravi negli
ultimi 50 anni della storia della Thailandia
causano danni ingentissimi. Sette parchi
industriali vengono sommersi e le catene di
fornitura e approvvigionamento rimangono
interrotte per settimane.
Incendio in una fabbrica di legno
­compensato, Cile
Il 2 gennaio 2012 un incendio boschivo
nel sud del Cile distrugge una delle maggiori
aziende di lavorazione del legno di tutta
l’America Latina. Nello stesso sito vengono
danneggiati anche l’impianto di produzione
di cellulosa e la segheria.
Il satellite Telkom 3 non entra in orbita
Siccità, Stati Uniti
Il 7 agosto 2012 il satellite per telecomunicazioni indonesiano Telkom 3 non riesce a
­raggiungere l’orbita geostazionaria prevista
a causa dello spegnimento improvviso dello
stadio superiore di propulsione Breeze-M
del razzo vettore Proton. Il satellite subisce
un danno totale.
Nel 2012 il Mid West, il granaio degli Stati
Uniti, viene colpito da una delle ondate di siccità più estreme degli ultimi 50–100 anni, con
enormi perdite di raccolto. L’evento dimostra
la necessità di un sistema di assicurazione dei
rischi agricoli sostenuto dallo Stato, nonché la
sua rilevanza dal punto di vista economico.
Munich Re Schadenspiegel 2/2012
45
RUBRICA
Come sta cambiando la prassi di rivalsa per i danni da catastrofe naturale
Probabile aumento dei casi di responsabilità civile in seguito a catastrofi naturali
Nicholas Roenneberg, responsabile del settore Gestione sinistri e consulenza di Munich Re
[email protected]
Quando si parla di danni da catastrofe naturale si pensa innanzitutto
a danni a cose e a persone, passando
invece spesso in secondo piano gli
aspetti di responsabilità civile. Da
alcuni anni si registrano tuttavia
segnali di un aumento delle azioni
di responsabilità e di rivalsa in
­conseguenza a calamità naturali.
Un valido esempio di questo andamento tendenziale sono gli incendi
boschivi in California e in Australia,
che si accompagnano a periodi di
caldo intenso sempre più frequenti
e più lunghi, una situazione che
potrebbe da un lato condurre a una
sottoassicurazione nei rami property,
infortuni e vita, dall’altro accentuare
la propensione degli assicuratori del
danno proprio a esperire azioni di
rivalsa nei confronti degli assicuratori
RC. Negli ultimi tempi le vittime di
calamità naturali sono andate con
maggiore intensità alla ricerca di
spalle forti finanziariamente, su cui
scaricare i propri danni.
È difficile prevedere quale di questi
aspetti avrà più incisivi effetti sull’assicurazione RC.
Le rivalse contro gli assicuratori RC
sono ovviamente più probabili per
le catastrofi naturali che siano state
per lo meno concausate da un comportamento umano che non per le
tempeste o i terremoti, dove è meno
evidente un contributo dell’uomo.
Ma anche in questo caso sono già
state intentate azioni di responsabilità, ad esempio dopo l’uragano
Katrina. E questo non solo per inadeguata considerazione dei rischi di
calamità naturale, ad esempio da
parte delle imprese edili, ma anche
per la causazione della catastrofe
46
Munich Re Schadenspiegel 2/2012
naturale in sé. Ciò potrebbe indicare
che l’aspetto della forza finanziaria
prevale su quello della sottoassicurazione.
Un esempio: le questioni di responsabilità civile sono sempre state un
tema di discussione all’indomani
di ogni catastrofe naturale; che si
tratti di architetti, ingegneri, squadre
di manutenzione o di soccorso,
­qualcosa va sempre storto e porta a
richieste di risarcimento. Gli incendi
boschivi sono tuttavia causati spesso
da soggetti privati, nei riguardi dei
quali sono difficilmente attuabili
­crediti di rivalsa degni di menzione.
Nel caso dell’incendio dell’ottobre
2007 in California la situazione era
diversa: esso fu probabilmente
­provocato dal cavo in fibra ottica di
un provider di energia e diede luogo
a massicci crediti di rivalsa. I danni
assicurati ammontarono a 2,2 mld US$,
di cui 1,6 mld furono in origine oggetto
di richiesta di risarcimento contro il
provider energetico. Alla ­fine ci si
accordò in via transattiva su quasi
un miliardo.
La cosa davvero sorprendente è
che a sostenere quasi la metà di un
danno apparentemente causato da
una catastrofe naturale siano stati
in ultima analisi gli assicuratori RC.
Dal mio punto di vista si tratta di una
dimensione nuova. Non avevamo
mai riscontrato fino a oggi una quota
così elevata a carico degli assicuratori
RC, nemmeno dopo una catastrofe
provocata esclusivamente dall’uomo
come l’11 settembre.
Simili scenari potrebbero diventare
usuali in futuro? Gli incendi boschivi
sono causati non di rado da condutture
elettriche, apparecchi tecnici, veicoli
oppure da macerie in fiamme. In questi casi vi potrebbero essere elementi
a sostegno di azioni di responsabilità.
Provider di energia, imprese di manutenzione, il settore dell’edilizia e i
datori di lavoro sembrano essere
finora i più probabili bersagli di tali
azioni.
Altri sviluppi potrebbero incrementare
il numero dei casi di responsabilità
civile a seguito di catastrofe naturale:
i mutamenti demografici portano
a una più elevata concentrazione di
valori patrimoniali, e i danni dopo il
terremoto in Nuova Zelanda ne sono
una valida dimostrazione. Ma anche
la mancanza di una sufficiente
copertura del danno proprio induce a
cercare altre spalle forti al verificarsi
di un sinistro.
Ulteriori aspetti da considerare sono
infrastrutture obsolete, inadeguata
manutenzione e cambiamenti del
diritto, ad esempio in relazione alle
azioni collettive o al finanziamento
delle spese processuali. Sembra
quindi che valga la pena monitorare
tali evoluzioni.
>> Troverete maggiori informazioni sul
tema nella nostra pubblicazione dedicata
al XV International Liability Forum sul
nostro portale clienti connect.munichre
all’indirizzo http://www.munichre.com/
15th-internationalliability-forum e nella
nostra serie «Invecchiamento delle
infrastrutture» in Topics Schadenspiegel
all’indirizzo http://www.munichre.com/
topics-schadenspiegel-1-2011.
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Münchener Rückversicherungs-Gesellschaft
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Numero d’ordinazione 302-07593
NOT IF, BUT HOW