GLP-1 - SAkAM
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GLP-1 - SAkAM
Il Diabete Mellito tipo 2: a ognuno il suo target e la sua terapia Dr.ssa M.Cristini Medicina Interna Ospedale Centrale di Bolzano Unità Operativa di Diabetologia Sommario Obiettivi terapeutici Farmaci Algoritmo di terapia (Position Statement ADA-EASD Aprile 2012, Standard Italiani per la cura del Diabete Mellito 2009-2010) Fisiopatologia del diabete GENETICA ESERCIZIO SOVRAPPESO INSULINORESISTENZA FEGATO PRODUZIONE DI GLP-1 GLUCONEOGENESI MUSCOLO CAPTAZIONE DEL GLUCOSIO TESSUTO ADIPOSO LIPOLISI FFALIPOTOSSICITA’ -CELLULA ALTERATA SECREZIONE (perdita 1a fase) RIDOTTA SECREZIONE Glucotossicità IPERGLICEMIA Obiettivi glicemici nella persona affetta da diabete Standard Italiani per la cura del Diabete Mellito 2009-2010 1)Il trattamento del diabete deve essere tempestivamente adattato in ogni paziente fino a ottenere valori di HbA1c stabilmente inferiori a 7% prevenzione dell’incidenza e della progressione delle complicanze microvascolari. (Livello della prova I, Forza della raccomandazione A) Obiettivi glicemici nella persona affetta da diabete Standard Italiani per la cura del Diabete Mellito 2009-2010 2)Follow-up a lungo termine degli studi DCCT e UKPDS suggeriscono che un trattamento volto a ottenere valori di HbA1c stabilmente inferiori a 7% subito dopo la diagnosi di diabete è associato con una riduzione a lungo termine del rischio di complicanze macrovascolari. Un obiettivo di HbA1c pari o inferiore a 7% è generalmente consigliabile per i soggetti adulti con diabete per prevenire l’incidenza e la progressione delle complicanze macrovascolari. (Livello della prova III, Forza della raccomandazione A) MEMORIA METABOLICA 3)Obiettivi glicemici più stringenti (HbA1c ≤ 6,5%) dovrebbero essere perseguiti in pazienti di nuova diagnosi o con diabete di durata < 10 anni, senza precedenti di CVD abitualmente in discreto compenso glicemico e senza comorbidità che li rendano particolarmente fragili. (Livello della prova III, Forza della raccomandazione A) 4)Obiettivi di compenso glicemico meno stringenti (HbA1c 7-8%) dovrebbero essere perseguiti in pazienti con diabete di lunga durata > 10 anni soprattutto con precedenti di CVD o una lunga storia di inadeguato compenso glicemico o fragili per età e/o comorbidità. L’approccio terapeutico deve essere tale da prevenire le ipoglicemie. (Livello della prova VI, Forza della raccomandazione B) 5)Nei pazienti in terapia intensiva si consiglia l’utilizzo di algoritmi di autogestione della terapia insulinica in quanto facilitano il raggiungimento degli obiettivi glicemici. (Livello della prova II, Forza della raccomandazione B) Obiettivi glicemici in diabetici adulti di tipo 1 e 2 HbA1c < 7,0%* (< 6,5% in singoli pazienti) Glicemia a digiuno e pre-prandiale 70-130 mg/dl Glicemia post-prandiale § < 180 mg/dl # * Facendo riferimento ai valori di 4,0-6,0% della popolazione non diabetica, con il metodo utilizzato dal DCCT. § La misurazione della glicemia post-prandiale deve essere effettuata 2 ore dopo l’inizio del pasto. # Valori post-prandiali < 140 mg/dl sono perseguibili nel diabete tipo 2 (IDF 2007). Negli ultimi anni diversi gli studi clinici per valutare gli effetti di un trattamento intensivo della glicemia vs standard sugli eventi cv in soggetti con DM 2 ad alto rischio. Accord Nel gruppo di trattamento intensivo Riduzione non significativa, del 10%, dell’ end point primario Riduzione IMA non fatale Aumento della mortalità globale e mortalità cardiovascolare Tutte le cause di mortalità HR 1,22 Advance Nel gruppo di terapia intensiva Riduzione significativa dell’end point primario per riduzione delle complicanze microvascolari Riduzione ns degli eventi cardiovascolari con riduzione ns della mortalità totale e cardiovascolare Vadt Nel gruppo di terapia intensiva Riduzione non significativa dell’end point primario Eccesso di mortalità Non c’ è stata riduzione degli eventi microvascolari Cardiovascular Causes Standard therapy 1.0 Intensive therapy 0.8 0.6 0.4 0.2 P=0.26 0.0 Standard therapy 1.0 Probability of Survival Probability of Survival Any Cause Intensive therapy 0.8 0.6 0.4 0.2 P=0.62 0.0 0 No. at Risk Standard therapy 899 Intensive therapy 892 2 833 828 767 786 4 Years 767 746 724 713 6 635 646 320 337 8 75 85 0 0 0 No. at Risk Standard therapy 899 Intensive therapy 892 2 836 832 801 791 4 Years 772 752 727 720 6 637 650 322 341 8 76 86 0 0 Diabete mellito tipo 2 a ognuno il suo target DMT2: a ognuno il suo target Scheda n. 1 Quali obiettivi glicemici in relazione al tipo di paziente? In base agli studi° e le evidenze fino ad ora presenti, appare ragionevole, anche se arbitrario, individuare 3 fenotipi di pazienti diabetici di tipo 2 con differenti obiettivi glicemici e di HBA1c ° studio ACCORD, VADT e UKPDS by Dr. Enzo Bertamini DMT2: a ognuno il suo target Scheda n. 1 Quali obiettivi glicemici in relazione al tipo di paziente? 1- PAZIENTE NEO-DIAGNOSTICATO (la recluta) Di età media (40-60 anni), senza precedenti cardiovascolari. In questo caso l’obiettivo di HBA1c deve essere ambizioso (<6,5%) e la terapia deve essere aggiornata tempestivamente ogni volta che il valore si discosta dall’obiettivo by Dr. Enzo Bertamini DMT2: a ognuno il suo target Scheda n. 1 Quali obiettivi glicemici in relazione al tipo di paziente? 2- PAZIENTE CON DM DI DURATA MEDIO-LUNGA (il veterano) Di età media (60-70 anni), senza precedenti cardiovascolari e con pregresso controllo glicemico discreto. In questo caso l’obiettivo di HBA1c si dovrebbe collocare tra 6,5 e 7,5% e la correzione dell’iperglicemia dovrebbe essere lenta per minimizzare il rischio di ipoglicemia. by Dr. Enzo Bertamini DMT2: a ognuno il suo target Scheda n. 1 Quali obiettivi glicemici in relazione al tipo di paziente? 3- PAZIENTE CON DM DI DURATA MEDIO-LUNGA CON PRECEDENTI CV E UNA STORIA DI COMPENSO GLICEMICO SCADENTE (il reduce con le ferite) Di età anziana-senile(>70 anni) Si tratta di un DMT2 molto fragile in cui la variazione dell’omeostasi glicemica va fatta con lentezza per evitare ipoglicemie che potrebbero avere conseguenze anche gravi e fatali. In questo caso l’obiettivo di HBA1c dovrebbe collocarsi tra il by Dr. Enzo Bertamini 7,5 e l’8,5% TERAPIA DEL DIABETE Strumenti terapeutici non farmacologici Alimentazione Attività fisica Educazione Chirurgia bariatrica Trapianti Farmaci per il diabete Biguanidi (Metformina) Terapie consolidate Sulfaniluree Tiazolidinedioni Inibitori DPP4 Terapie più recenti Analoghi GLP1 Insuline Farmaci ancora in studio Terapia farmacologica orale Farmaci consolidati FARMACI ORGANI BERSAGLIO Secretagoghi SU Secretagoghi non SU Pancreas endocrino Insulin sensitizers: Metformina Tiazolidinedioni Fegato, muscolo, tessuto adiposo Inibitori glucosidasi intestino Possibiltà di combinare i farmaci ma se possibile non in associazione fissa Opzioni farmacologiche nel diabete Pancreas Fegato Glucose Production: Biguanides Thiazolidinediones Intestino Glucose Absorption: -glucosidase inhibitors Slowed Gastric Emptying: Incretin & Amylin mimetics Grasso Muscolo Insulin Secretion: Sulfonylureas Meglitinides Insulin Peripheral Glucose Uptake: Incretin mimetics Thiazolidinediones Biguanides Glucagon inhibition: Incretin mimetics Amylin mimetics Secretagoghi dell‘insulina Sulfoniluree FARMACO DURATA ELIM. RENALE % 1a generazione Clorpropamide Tolbutamide 6-72 ore 100 2a generazione Glipizide Glibenclamide Gliclazide 6-24 ore 50-85 Glimepiride 24 ore 60 3a generazione Secretagoghi dell‘insulina Sulfoniluree Limiti terapeutici Nel 40% dei pazienti non sono efficaci Non in gravide, malati cronici (IRC, cirrosi) Non validi a lungo termine per secondary failure Effetti collaterali Peso (da 2 a 5 Kg) Ipoglicemie Secretagoghi dell‘insulina Non Sulfonilureici Classe Meglitinidi Farmaci Repaglinide Nateglinide Caratteristiche Picco precoce insulinemico postprandiale Breve emivita Ridotto rischio di ipoglicemie Minor incremento ponderale Associabili con altri farmaci Buona tollerabilità negli anziani, epatopatici, nefropatici BIGUANIDI Farmaco METFORMINA Caratteristiche La produzione epatica di glucosio Lipolisi Livelli dei lipidi circolanti Uptake intestinale di glucosio Captazione periferica del glucosio Effetti collaterali Disturbi gastrointestinali Rara l’acidosi lattica Epatopatie, insufficienza cardiaca grave, Controindicazioni nefropatie, gravidanza TIAZOLIDINEDIONI Classe GLITAZONICI Farmaci Pioglitazone Caratteristiche Legano il recettore nucleare PPAR che ha diverse funzioni: maturazione adipociti e riduzione lipolisi. Il maggior effetto è legato all‘aumentato uptake del glucosio a livello del muscolo scheletrico LDL, HDL Effetti collaterali Aumento di peso, insufficienza cardiaca, ritenzione di liquidi, fratture osteoporotiche postmenopausali Controindicazioni Epatopatie, insufficienza cardiaca (III-IV), nefropatie, gravidanza, neoplasie uroteliali INIBITORI ENZIMATICI INTESTINALI Classe Inibitori -glucosidasi Farmaci Acarbose, Miglitolo (USA) Caratteristiche Riducono l‘assorbimento di carboidrati e l‘escursione glicemica postprandiale. Non provocano ipoglicemia od incremento ponderale Effetti collaterali flatulenza e diarrea Controindicazioni Gravidanza Terapia farmacologica orale Farmaci più recenti LE INCRETINE Nuove terapie: le incretine Sono enteroormoni prodotti in seguito all’ ingestione di cibo che svolgono molteplici azioni sulle funzioni digestive e sulle proprietà endocrine del pancreas La prima incretina identificata è stata il GIP (Glucosedependent Insulinotropic Polypeptide) cellule K del duodeno, la seconda il GLP-1 (Glucagon-Like Peptide 1)cellule enteroendocrine (L) del colon e del piccolo intestino. Effetto incretinico Carico orale glucosio (50 g/400 mL) 10 180 5 0 –10 –5 90 60 120 80 270 180 0 IR-insulin (mU/L) Glicemia Glicemia (mg/dL) Glicemia (mmol/L) 15 Infusione isoglicemica di glucosio Risposta insulinica 60 Incretin effect 40 20 * 0 –10 –5 tempo (min) * *** * 60 * 120 tempo (min) • La risposta insulinica è maggiore in seguito a glucosio orale rispetto all’ infusione ev, nonostante concentrazioni glicemiche simili Nauck et al. Diabetologia 1986;29:46–52. *p≤0.05. n=8 healthy volunteers 180 GLP-1: effetti pancreatici Secrezione insulinica glucosio-dipendente Sintesi insulinica Secrezione di somatostatina Secrezione di glucagone Cellule pancreatiche: -cell -cell Rilascio epatico di glucosio -cell Ørskov et al. Endocrinology 1988;123:2009–13. Drucker et al. Proc Natl Acad Sci USA 1987;84:3434–8. GLP-1 stimola la rigenerazione della -cellula e massa pancreatica in modelli animali beta-cellulare Proliferazione Apoptosi beta cellulare -cellula Ipertrofia beta-cellulare Neogenesi beta cellulare Rigenerazione beta-cellulare e aumento della massa reviewed in: Wajchenberg et al. Endocrine Reviews 28: 187-218, 2007 GLP-1: effetti sul sistema GI, cardiaco e SNC Capacità di apprendimento e memoria (studi GLP-1 animali) Neuroprotezione (studi animali) sazietà Introito di cibo Svuotamento gastrico e secrezione acida Miglioramento funzione e protezione Kieffer, Habener. Endocr Rev 1999;20:876–913. Flint et al. J Clin Invest 1998;101:515–20. Wettergren et al. Dig Dis Sci 1993;38:665–73. During et al. Nat Med 2003;9:1173–9. Perry et al. J Pharmacol Exp Ther 2002;302:881– 8. Perry et al. J. Neurosci Res 2003;72:603–12.Bose et al. Diabetes 2005;54:146-51. Kavianipour et al. Peptides 2003;24:569-78. Thrainsdottir et al. Diab Vasc Dis Res 2004;1:40-3. Nikolaidis, et al. Circulation 2004;109:962-5. Nystrom et al. Am J Physiol Endocrinol Metab 2004;287:E1209-15. Nystrom et al. Regul Pept 2005;125:173-7. Effetti del GLP-1 sul sistema cardiovascolare RENE • Incremento della MIOCARDIO diuresi e secrezione sodica in risposta a carico di sodio ed espansione del volume • Incremento dell’ assunzione di GLP-1 glucosio non insulino-mediata -sintesi NO -Attività della p38 MAP kinasi -Traslocazione GLUT-1 • attivazione di kinasi antiapoptotiche VASI • Vasodilatazione NO dipendente • Riduzione secrezione di PAI-1 TNF alfa mediato in cellule in coltura Gutzwiller J-P, et al. Endocrinol Metab 2004;89:3055-3061;Zhao T, et al. J Pharmacol Exp Ther 2006;317:1106-1113; Furchgott RF and Zwadaki JV. Nature 1980;288:373-376; Golpon HA, et al. Regul Pept 2001;102:81-86; Liu HB et al, ADA 2006; Gutzwiller J-P, et al. Digestion 2006;73:142-150.; Bose AK, et al. Diabetes 2005;54:146-151. Diabetici tipo 2 hanno ridotta secrezione di GLP-1 CONTROLLI IGT DM2 20 Plasma GLP-1 (pM) * * * * * 15 * * 10 5 *p<0.05 DM2 vs. CONTROLLI 0 0 PASTO 60 120 TEMPO (min) Adapted from Toft-Nielsen et al. J Clin Endocrinol Metab 2001;86:3717–23. 180 240 In soggetti con DM2, l’ infusione di GLP-1 ripristina la risposta insulinica Infusione continua ev durante clamp iperglicemico (15 mmol/L) Insulina (pmol/L) 3000 2500 GLP-1 (1 pmol) GIP (16 pmol) 2000 1500 1000 500 0 –20 0 30 80 tempo (min) Adapted from Vilsbøll et al. Diabetologia 2002:45:1111–9. Data are means ± SEM. 120 GLP-1 migliora la funzione beta-cellulare in DM2 C-peptide (pmol/l) week 0 Saline 7000 week 6 week 1 GLP-1 7000 6000 5000 6000 4000 3000 4000 2000 2000 1000 0 1000 5000 3000 10 30 50 70 90 minuti Adapted from: Zander et al. Lancet 2002;359:824–830 0 10 30 50 minuti 70 90 L’ infusione di GLP-1 riduce la glicemia nel DM2 18 DM2, senza GLP-1 Glicemia (mmol/L) 16 14 DM2 con GLP-1 12 10 Controlli sani con fisiologica 8 6 4 2 0 colazione spuntino pranzo 22.00 02.00 06.00 10.00 14.00 18.00 Ora del giorno Rachman et al. Diabetologia 1997;40:205–11. La famiglia delle incretine Terapie incretiniche Inibitori di DPP-4, sitagliptin, vildagliptin, saxagliptin Agonisti del recettore del GLP-1 Terapie exendinbased, es. exenatide Analogo del GLP-1 umano, es. liraglutide Incretino-mimetici Concentrazioni plasmatiche crescenti di GLP-1 Effetti di crescenti livelli di GLP-1 Vomito Nausea Diarrea Appetito Assunzione cibo = perdita di peso Livelli di GLP-1 raggiunti con incretino-mimetici Svuotamento gastrico Secrezione insulina Secrezione glucagone Glicemia Livelli di GLP-1 raggiunti con inibitori della DPPIV Holst JJ; Trends in Molecular Medicine 2008 Gli inibitori della DPP-4 prevengono l’inattivazione del GLP-1 T1/2 GLP1 <1 min SITAGLIPTIN: Per pazienti con diabete mellito tipo 2, sitagliptin è indicato: in associazione con metformina in associazione con una sulfonilurea in associazione con una sulfonilurea e metformina In associazione con l’agonista PPAR quando NUOVE INDICAZIONI: 3 nuove indicazioni di sitagliptin, in vigore dall’Ottobre 2010. sitagliptin in monoterapia nei pazienti intolleranti a metformina, associazione con insulina con o senza metformina associazione con glitazone e metformina Januvia o Xelevia o Tesavel 100 mg, Janumet o Velmetia 50/850 mg, 50/1000 mg: Escrezione prevalentemente renale tubulare attiva T1/2 per os 12,4 ore Non è necessario alcun aggiustamento del dosaggio in caso di -insufficienza renale lieve (fino a GFR 50 ml/min) -insufficienza epatica lieve e moderata -età anziana VILDAGLIPTIN: Vildagliptin è indicato nel trattamento del diabete mellito di tipo 2 in duplice terapia orale in associazione a: • metformina • una sulfanilurea • un tiazolidinedione da poco approvato anche in triplice terapia con metformina e sulfanilurea e con insulina con o senza metformina e in prima Galvus 50 mg, 50/850 mg, 50/1000 mg: battuta perEucreas intolleranti a metformina Dose di 50 mg/die se associato a sulfanilurea, 50 mgX2 se con metformina o glitazone Eliminazione per idrolisi per il 69%-> escrezione renale del metabolita inattivo Non assumere se: • diabete di tipo 1 • moderata o grave malattia renale • dialisi • malattia epatica (AST o ALT prima del trattamento > 3 X limite superiore) • insufficienza cardiaca Sono stati riscontrati rari casi di insufficienza epatica monitoraggio indici di funzione epatica ogni 3 mesi nel I anno SAXAGLIPTIN: Onglyza è indicato in pazienti adulti con diabete mellito di tipo 2 per migliorare il controllo glicemico: in associazione con metformina in associazione con una sulfanilurea in associazione con un tiazolidinedione in associazione a insulina con o senza metformina Onglyza 5 mg può essere assunto indipendentemente dai pasti in ogni momento della giornata Il farmaco è escreto per il 75% per via urinaria Durata dell’inibizione dell’attività plasmatica di 24 ore Non è necessario aggiustamento di dose in caso di -lieve insufficienza renale -insufficienza epatica lieve e moderata -anziani Vantaggi Attraverso l’inserimento degli inibitori della DPP-4 nel nuovo algoritmo terapeutico, il NICE (organismo di consulenza del servizio sanitario inglese National Institute for Health and Clinical Excellence) ne raccomanda l’utilizzo, secondo le indicazioni della scheda tecnica, sia al secondo che al terzo step della terapia sulla base delle seguenti conclusioni: sono farmaci efficaci nel ridurre l’emoglobina glicata (HbA1c); non comportano un aumento del rischio di ipoglicemia; in particolare, danno meno ipoglicemie di una sulfonilurea in associazione con metformina; sono associati ad un effetto complessivamente neutro sul peso corporeo; sono generalmente ben tollerati; hanno un profilo di costo-efficacia favorevole già al secondo step della terapia ipoglicemizzante (in aggiunta ad una monoterapia con metformina oppure con sulfonilurea); Ultimamente approvati anche nel terzo step della terapia ipoglicemizzante ATTENZIONE: Sitagliptin Vildaliptin Saxagliptin Non utilizzare se: -grave insufficienza epatica -grave insufficienza renale (GFR < 30) -Diabete mellito tipo 1 -Indicazione a terapia insulinica per fallimento beta-cellulare Exenatide e Liraglutide non sono inattivate dalla DPP-4 Exenatide Indicazioni terapeutiche BYETTA è indicato per il trattamento del diabete mellito tipo 2 in associazione a -metformina -e/o sulfonilurea o -e/o tiazolidinedioni o - insulina basale con o senza metformina e/o pioglitazone nei pazienti che non raggiungono un adeguato controllo glicemico con le massime dosi tollerate di questi ipoglicemizzanti orali. Posologia • La terapia con BYETTA deve essere iniziata con una dose di 5 g di exenatide due volte al giorno (BID) per almeno un mese, al fine di migliorare la tollerabilità. La dose può, poi, essere aumentata a 10 g BID. Non sono raccomandate dosi superiori a 10 g BID. • Il dosaggio di BYETTA non ha bisogno di essere aggiustato giorno per giorno sulla base dell’automonitoraggio dei livelli di glicemia. • Nessuna pianificazione della dose in relazione al tipo di pasto o alla quantità di esercizio fisico. • BYETTA può essere somministrato in qualsiasi momento nei 60 minuti precedenti il pasto della mattina e della sera o i due principali pasti del giorno, distanti l’uno dall’altro circa 6 ore o più. RCP Europeo BYETTA, Marzo 2009 Precauzioni d’impiego e avvertenze speciali • BYETTA non deve essere usato nei pazienti affetti da diabete mellito di tipo 1 o per il trattamento della chetoacidosi diabetica. •BYETTA non deve essere usato nei pazienti con diabete di tipo 2 che richiedono una terapia insulinica per fallimento beta-cellulare. • BYETTA non è consigliato per un uso nei pazienti con una malattia renale in fase terminale, con grave insufficienza renale (creatinine clearance <30 ml/min) o con gravi patologie gastrointestinali. • Sono stati riportati rari casi spontanei di pancreatite acuta. I pazienti devono essere informati del sintomo che caratterizza la pancreatite acuta: forte e persistente dolore addominale. La risoluzione della pancreatite è stata osservata con un trattamento di supporto, ma sono stati riportati casi molto rari di pancreatite necrotizzante o emorragica e/o morte. Il trattamento con BYETTA non deve essere ripreso dopo una diagnosi di pancreatite. RCP Europeo BYETTA, Marzo 2009 Effetti favorevoli di exenatide nel trattamento del paziente con diabete mellito tipo 2 Effetto Beneficio Alta potenza glucoregolatoria Migliora il controllo glicemico lì dove gli ipoglicemizzanti orali* hanno fallito° Insulinotropismo glucosio dipendente Basso potere di ipoglicemie clinicamente significative° Dose fissa per la maggior parte dei pazienti Non è richiesto aggiustamento della dose o titolazione° Vari meccanismi d’azione (inibizione della secrezione di glucagone, sintesi della proinsulina) Trattamento del diabete tipo 2 più efficace e fisiologico# Calo di peso (moderato) progressivo Trattamento del diabete tipo 2 migliore e più semplice# ° Osservato in studi clinici ben disegnati o # teorico * Metfromina e/o sulfonilurea Cvetkoviic et al. Drugs 2007; 67(6) Liraglutide GLP-1 umano nativo Liraglutide Degradazione enzimatica dal DPP-4 7 Resistenza parziale al DPP-4 9 7 His Ala Glu Gly Thr Phe Thr Ser Asp Val Ser Lys Ala Ala Gln Gly Glu Leu Tyr Ser His Ala Glu Gly Thr Phe Thr Ser Asp Val C-16 fatty acid (palmitoyl) Glu Ser Glu Phe Ile 36 Ala Trp Leu Val Lys Gly Arg Gly Glu Exenatide 53% omologia Lys Ala Ala Gln Gly Glu Leu Tyr Ser 36 Phe Ile Ala Trp Leu Val Arg Gly Arg Gly T½=1.5–2.1 min Agersø et al. Diabetologia 2002;45:195–202 Knudsen et al. J Med Chem 2000;43:1664–9 Degn et al. Diabetes 2004;53:1187–94 Vilsbøll et al. J Clin Endocrinol Metab 2003;88(1):220–4 9 T½=13 ore • • • • • 97% omologia con GLP-1 umano Si lega all’albumina Lento assorbimento dal subcutaneo Resiste al DPP-4 Lunga emivita plasmatica Exenatide vs Liraglutide 140 16 Liraglutide 14 120 12 100 10 80 8 60 Exenatide 6 40 4 2 20 0 0 0 2 4 6 8 10 12 14 16 18 20 22 Exenatide cconcentration (pmol/L) Total liraglutide concentration (nmol/L) 18 24 Time since first dose of the day (h) Exenatide was injected in the morning (timepoint 0 h) and the evening (timepoint 10 h)(depicted by arrows). Rosenstock et al. Diabetes 2009;58(Suppl 1):558-P Liraglutide: effetto maggiore sulla glicemia a digiuno Exenatide Liraglutide 10.5 FPG (mmol/L) 10.0 Exenatideliraglutide 9.5 9.0 8.64 8.5 p<0.0001 8.0 7.73 7.5 7.0 0 4 8 12 16 20 24 28 32 36 40 settimane Buse et al. Lancet 2009;374(9683):39–47 (LEAD-6); Buse et al. Diabetes 2009;58(Suppl. 1):A159 (LEAD-6 Ext) Indicazioni e prescrivibilità Liraglutide Victoza è indicato per il trattamento di adulti affetti da diabete mellito tipo 2 per raggiungere il controllo glicemico: In combinazione con: Metformina o una sulfanilurea, in pazienti con controllo glicemico insufficiente nonostante la dose massima tollerata di metformina o sulfanilurea in monoterapia. In combinazione con: Metformina e una sulfanilurea o metformina e un tiazolidinedione o metformina e insulina (detemir) in pazienti con controllo glicemico insufficiente nonostante la terapia combinata con due farmaci. TERAPIE NUOVE Dapagliflozin Dapagliflozin: attualmente nell’Unione Europea (UE) è indicato come trattamento in monosomministrazione orale giornaliera per migliorare il controllo glicemico nei pazienti adulti affetti da diabete di tipo 2. Non ancora approvato in Italia. E’ il primo di una nuova classe di farmaci, che inibisce selettivamente e reversibilmente il cotrasportatore di sodio-glucosio di tipo 2 (SGLT2) a livello renale, e così agisce in modo indipendente dall’insulina per rimuovere l’eccesso di glucosio dall’organismo. Il glucosio in eccesso viene espulso a livello urinario riduzione della glicemia e inoltre del peso e della pressione arteriosa Il medicinale deve essere utilizzato in associazione ad altri farmaci compresa l’insulina per la riduzione della glicemia o come monoterapia nei pazienti intolleranti alla metformina, sempre in aggiunta a dieta e attività fisica. TERAPIE NUOVE Amilina e Amilinomimetici 1) 2) 3) 4) Amilina e amilinomimetici. L’amilina è un polipeptide di 37 aminoacidi cosecreto in quantità equimolari con l’insulina dalle cellule beta del pancreas, in seguito a stimoli nutrizionali, ma anche al glucagone, al GLP-1 e agli agonisti colinergici; è inibita dall’insulina e dalla somatostatina. I livelli plasmatici di amilina correlano con quelli dell’insulina, sono piuttosto bassi in condizioni di digiuno e aumentano di quasi 20 volte dopo l’ingestione di cibo Essa risulta marcatamente ridotta nel diabete tipo 1, mentre spesso è piuttosto elevata in situazioni di insulino-resistenza, quali l’obesità, la ridotta tolleranza ai carboidrati ed il DMT2. Le azioni più rilevanti dell’amilina, e del suo analogo pramlintide, sono: soppressione della secrezione del glucagone, in particolare nella fase postprandiale; riduzione della produzione epatica di glucosio e quindi dei livelli glicemici postprandiali; aumento del senso di sazietà indotto per via centrale (inibizione della grelina) riduzione del tempo di svuotamento gastrico. TERAPIE NUOVE Amilina e Amilinomimetici Per le caratteristiche dell’amilina si è reso necessario il ricorso ad un analogo sintetico dall’efficacia clinica simile ma dalla maggiore maneggevolezza, la pramlintide (Symlin). I dati sperimentali, nei diabetici tipo 1 e nei diabetici tipo 2 trattati con insulina, hanno documentato che la pramlintide, somministrata ai pasti, per via sottocutanea alle dosi di 30-120 mcg tre volte al dì, ha effetti positivi sia sul controllo glicemico che sul peso. Essa è in grado infatti di ridurre le escursioni glicemiche postprandiali in misura maggiore della sola insulina. Effetti collaterali e limiti: R di ipoglicemie in associazione ad insulina nei tipi 1, disturbi gastrointestinali quali nausea moderata, anoressia e più raramente vomito. Inoltre la pramlintide deve essere iniettata per via sottocutanea tre volte al dì. Negli USA è stato autorizzato dalla FDA associato all’insulina, nei diabetici tipo 1 e nei tipi 2, in precario equilibrio glicemico con prevalenti escursioni glicemiche postprandiali e sovrappeso, eventualmente in aggiunta alla metformina e alle sulfoniluree. TERAPIA INSULINICA DMT2 e funzione β-cellulare Al momento della diagnosi di diabete tipo 2 circa il 50% della funzionalità βcellulare risulta essere persa. L’obesità, una malattia acuta o semplicemente l’avanzare dell’età possono manifestare od aggravare il deficit β-cellulare portando alla comparsa di diabete franco. Funzione della -cellula (%) 100 80 60 40 IFG - IGT 20 Diabete tipo 2 0 -12 -10 -8 -6 -4 -2 0 2 4 6 8 10 12 14 Anni dalla diagnosi UKPDS Study Group, UKPDS 16 – Diabetes 1995; 44: 1249-1258 HbA1c nella pratica clinica Nonostante le evidenze indicano obiettivi glicemici vicino alla norma, studi di popolazione hanno evidenziato quanto sia elevata la percentuale di soggetti con HbA1c > 8,0%. 10.0 Dal 20% al 40% dei DMT2 hanno HbA1c > 9,5% 9.5 9.0 8.5 < 30% dei DMT2 con insulina hanno HbA1c < 8,0% Dal 40% al 50% dei DMT2 hanno HbA1c > 8,0% 8.0 7.5 < 7% ADA 7.0 < 6,5% JDF/AACE 6.5 < 6,0% 6.0 Limiti della norma 5.5 NHANES III 1988-1994 (totale della popolazione 16.705) e BRFSS 1995 (totale popolazione 103.929) Saaddine Ann. Intern. Med. 200; p 565-568 - Harmel EndocrPract 2002; p 185-189 - USA (1997-1998) Contributo della glicemia alla HbA1c Glicemia post-prandiale Glicemia a digiuno 100 30% 80 70% 50% 45% 40% 60 70% 60% 40 55% 50% 20 30% 0 < 7,3 7,3-8,4 8,5-9,2 9,3-10,2 > 10,2 Range HbA1c (%) Monnier L. et al. Diabetes Care 2003; 26: 881-885 Necessità di insulina nel DMT2 Più precoce ed intensivo è il trattamento, migliore è il ripristino della funzionalità delle β-cellule e maggiore è la riduzione delle complicanze. Il trattamento insulinico deve essere iniziato in presenza di diabete non controllato e/o segni catabolici e/o sintomi e/o particolari patologie intercorrenti (IM, CHF, sepsi, interventi chirurgici, IRC, insufficienza epatica, ecc.) e nel diabete gestazionale. 1. HbA1c > 10% 2. Ripetuti FBG > 250 mg/dl 3. Glicemie nella giornata > 300 mg/dl 4. Chetonuria 5. Poliuria, polidipsia e calo ponderale Raccomandazioni per la terapia insulinica nel diabete mellito tipo 2 Standard Italiani per la cura del diabete mellito 2009-2010 Iniziare la terapia con insulina quando la terapia ipoglicemizzante non insulinica e l’intervento sullo stile di vita non sono in grado di ottenere il controllo della glicemia. Mantenere tuttavia sempre il supporto per il mantenimento dello stile di vita. Considerare l’inizio o l’aumento dell’insulina ogni 2-6 mesi, con l’obiettivo di raggiungere e mantenere nel tempo valori di HbA1c < 7%. Spiegare al paziente affetto da diabete sin dal momento della diagnosi che l’insulina è comunque una delle possibili terapie e che può rivelarsi la migliore, oppure l’unica, per raggiungere o mantenere il controllo della glicemia. Iniziare un percorso di educazione terapeutica e prescrivere l’uso di presìdi per l’automonitoraggio. Spiegare che all’inizio le dosi prescritte possono essere basse ma che in alcuni casi si può giungere a 50-100 Unità die. Iniziare la terapia insulinica prima della comparsa dello scompenso metabolico, in particolare iniziare quando, nonostante una terapia massimale, l’HbA1c (dosaggio standardizzato con lo studio DCCT) supera 7,5%. Continuare comunque la metformina. (eventualmente anche gli inibitori GLP-1). L’uso dei secretagoghi può essere continuato, almeno temporaneamente, durante la terapia insulinica. Cave glitazonici. Quando si avvia la terapia insulinica: • • • • Utilizzare un’insulina basale come detemir, glargine, umana NPH o lispro protamina (con umana NPH il rischio di ipoglicemia è tuttavia maggiore, non vi sono evidenze che l'insulina lispro protamina sia diversa dall'umana NPH), tenendo comunque in considerazione le diverse farmacocinetiche oppure Utilizzare un analogo rapido ai pasti oppure Utilizzare direttamente uno schema basal-bolus oppure In presenza di gravi ed evidenti problemi di compliance, utilizzare una doppia somministrazione di insulina premiscelata (bifasica), tentando comunque di educare il paziente verso uno schema basal-bolus. Iniziare l’insulina prescrivendo un regime di autotitolazione (aumento di 2 unità ogni 3 giorni fino all’obiettivo) oppure attraverso contatti settimanali (usando comunque uno schema simile) in relazione alla glicemia a digiuno. Controllare la glicemia anche negli altri momenti per identificare possibili altre cause di cattivo controllo. Continuare il supporto al paziente, anche attraverso contatti telefonici, fino al raggiungimento dell’obiettivo glicemico. Incoraggiare la somministrazione dell’insulina nel tessuto sottocutaneo della regione addominale (assorbimento veloce) e coscia (lento), considerando comunque braccio e glutei come valide alternative. Ricordarsi sempre che alcuni pazienti potrebbero non prediligere la somministrazione dell’insulina nella regione addominale per motivi culturali. TERAPIA INSULINICA: insuline umane Regolari Insulina +Zn Lente Insulina+protamina Ultralente DURATA NOME COMMERCIALE 240’- 300’ Actrapid, Humulin R 12–20 ore Protaphane, Humulin I 24–36 ore Ultratard, Humulin U Premiscelate 12–20 ore Actraphane, Humulin 30/70 TERAPIA INSULINICA: ANALOGHI DURATA Aspart Lispro Glulisina 120’- 300’ Glargina 20–24 ore Detemir 18–20 ore NOME COMMERCIALE Novorapid Modifica Humalog porzione C-term Apidra catena B Lantus Levemir vd dose Miscele Lispro isofano 12–20 ore Mix 25 o 30, Mix 50, Mix 70 12-18 ore Humalog basal Plasma Insulin (pmol/L) 400 Lispro 350 300 250 200 150 100 50 0 Regular Human 0 30 Meal SC injection 60 90 120 150 180 210 240 Time (min) Plasma Insulin (pmol/L) Short-acting Insulin Analogues: Lispro and Aspart Plasma Insulin Profiles 500 450 400 350 300 250 200 150 100 50 0 Aspart Regular Human 0 50 100 150 200 Time (min) 250 300 Meal SC injection Heinemann, et al. Diabet Med. 1996;13:625-629; Mudaliar, et al. Diabetes Care. 1999;22:1501-1506. 6-28 Curva scomparsa analoghi brevi La curva di scomparsa degli analoghi brevi è molto rapida tanto che a 4 ore è presente in circolo solo il 20% della dose somministrata. % insulina rimanente 10 UI 4 UI 2 UI ore Hirsch IB et al. – NEJM 2005; 352: 174-183 Insulina Glargine ( Lantus ) Introdotta negli USA nel 2001, al pH neutro (pH 7.4) del sottocute la molecola si aggrega in esameri e forma microprecipitati di cristalli composti da più esameri. I microprecipitati sono scarsamente solubili e rallentano la liberazione dei monomeri a livello dei capillari. Insulina glargine Heinemann L et al. Diabetes Care 2000; 23: 644-649 McKeage K et al. Drugs. 2001; 61: 1599-1624. Kramer W. Exp Clin Endocrinol Diabetes. 1999; 107(suppl 2): S52-S61. Cinetica della Glargine Il tempo medio d’inizio d'azione è di circa 1,5 ore, la durata si aggira intorno alle 20 ore. Non ha un picco di concentrazione, somministrata una volta al giorno il suo effetto dovrebbe essere simile a quello dell'infusione continua di insulina. Può essere somministrata a colazione, pranzo o cena. Glargine Profilo fisiologico 0 2 4 6 8 10 12 14 16 18 20 22 24 Hirsch IB et al. – NEJM 2005; 352: 174-183 Detemir Sottocute • Rallentato passaggio nei capillari Si lega all’albumina nel sottocute, nel torrente circolatorio e nell’interstizio. Il complesso meccanismo assicura un’azione insulinica prolungata e soprattutto costante. Plasma • Ridotta quota libera • Ridotta variabilità Interstizio • Ridotta e prolungata cessione In virtù della numerosità dei siti di legame l’azione di detemir non è modificata in caso di ipoalbuminemia o in presenza di farmaci che si legano all’albumina. Hirsch IB et al. – NEJM 2005; 352: 174-183 Plane J et al. Diabetes Care 2005; 28: 1107-1112 Gabriele Perriello http://www.portalediabete.org/diabete1/terapia_cura/detemir.html Cinetica della Detemir Il tempo d’inizio d'azione 0,8-2 ore, la durata è minore rispetto all’insulina glargine, in media 16-18 ore. Il tempo d’inizio e la durata d’azione sono dose dipendenti. Anche l’insulina detemir non ha un picco di concentrazione, il legame con l’albumina rende la sua azione molto stabile. Detemir Profilo fisiologico 0 2 4 6 8 10 12 14 16 18 20 22 Hirsch IB et al. – NEJM 2005; 352: 174-183 Plane J et al. Diabetes Care 2005; 28: 1107-1112 24 Analoghi protaminati e miscele analoghi La lispro-protamina è un insulina ritardo con inizio d’azione in circa 1-2 ore, la sua durata d’azione è di 16-18 ore. Le miscele con analoghi + analoghi protaminati hanno una cinetica che dipende dai rapporti delle loro concentrazioni nella miscela e dalle dose. Lispro-protamina Profilo fisiologico Aspart 30% + aspart-protamina 70% 0 2 4 6 8 10 12 14 16 18 20 22 24 TERAPIA INSULINICA Non intensiva 1. Aggiunta di basal bed-time alla terapia orale 2. Premiscelata colazione e cena 3. Rapida a colazione e pranzo e premiscelata a cena 1. 2. 0h 0h 24 h 3. 0h 6h 12 h 24 h 12 h 24 h Titolazione dell’insulina NPH Analogo lento FBG 70-130 mg/dl 10 UI di insulina NPH bed-time o con analoghi lenti (bed-time o durante la giornata). Aumentare la dose di 2 UI ogni 3 giorni fino al target del FBG di 70-130 mg/dl. Aumentata di 4 UI se FBG > 180 mg/dl. Se FBG < 70 mg/dl ridurre dose di 4 UI o 10% se > 60 UI HbA1c > 7,0% valutare PPBG ed introdurre analoghi rapidi fino a target. Le miscele non sono indicate durante il periodo di titolazione. Nathan DM et al. – Diabetologia 2006; 49: 1711-1721 PPBG < 140-180 mg/dl Analogo rapido NPH Analogo lento TERAPIA INSULINICA Intensiva Somministrazioni: ≥ 3- 4 s.c. Schemi: basal - bolus Tipi: analoghi e lente Indicazioni: tipo 1, gravidanza, infezioni gravi scompenso cardiaco, IRC, secondary failure Vantaggi: fisiologico, mima meglio il picco postprandiale, sempre più utilizzato (DCCT, UKPDS) Svantaggi: > rischio di ipoglicemie (attenzione al paziente fragile) UKPDS Risk Reduction of Microvascular Complications % of Patients With an Event 30 Conventional Intensive 20 Intensive policy group 25% overall risk reduction P =.0099 10 0 0 3 6 9 12 Time From Randomization (y) 15 UK Prospective Diabetes Study (UKPDS) Group. Lancet. 1998;352:837-853, with permission. Diabetes-Related Deaths Proportion With Event (%) 30 Conventional (411) Intensive (951) Metformin (342) M vs C P =.017 20 10 M vs I P =.11 ns 0 0 3 6 9 12 Time From Randomization (y) Patients at Risk 404 Conventional 339 Metformin 930 Intensive 378 321 870 304 267 701 132 123 319 16 23 28 61 Adapted from UK Prospective Diabetes Study (UKPDS) Group. Lancet. 1998;352:854-865, with permission. Algoritmo di terapia Position statement ADA ed EASD, Aprile 2012 Individualizzazione del target glicemico Algoritmo di terapia Position statement ADA ed EASD, Aprile 2012 CONSIDERAZIONI Terapia medica iniziale Generalmente si utilizza la Metformina se non controindicata e ben tollerata Pazienti con HbA1c ≥9% all’ esordio hanno minore probabilità di normalizzare la glicemia in monoterapia inizio subito con duplice terapia orale o con insulina Se sintomi iperglicemici significativi e/o glicemia drammaticamente alta o HbA1c ≥10-12% terapia insulinica iniziale Raggiunta la stabilità metabolica con insulina posso gradualmente tornare a terapia orale CONSIDERAZIONI Triplice terapia medica Se paziente con malattia di lunga durata con HbA1c ≥8,5% in duplice terapia probabile esaurimento beta-cellulare aggiunta di insulina basale Se triplice terapia non insulinica sempre controlli a breve e utilizzare farmaci ad azione tra loro complementare CONSIDERAZIONI Terapia insulinica 0,1-0,2 fino a 0,4 U/Kg/die, aumento ogni 3 gg di 1-2 UI (vd glicemia del mattino) Dopo 3-6 mesi a target a digiuno ma non in fase postprandiale CONSIDERAZIONI Insufficienza renale GFR <60 mL/min 20-30% dei pazienti con DM2 Metformina: • linee guida USA: non se creatinina >1,5 mg/dL nei maschi e >1,4 mg/dL nelle donne • Linee guida NICE (UK): fino a GFR di 30 mL/min, con riduzione della dose dai 45 mL/min CONSIDERAZIONI Insufficienza renale Non aggiustamenti di dose per Repaglinide, Pioglitazone, Linagliptin, Liraglutide(?) Non utilizzare Sulfaniluree per R di ipoglicemia (sprtt Glibenclamide) Sitagliptin, Vildagliptin, Saxagliptin, Exenatide: aggiustamento dose fino a GFR di 30 mL/min, se GFR inferiore non somministrare Insulina: tutte le insuline durano di più: aggiustare la dose per evitare ipoglicemie GRAZIE PER L’ATTENZIONE RACCOMANDAZIONI DIETETICHE Apporto calorico: cercare di ridurre il sovrappeso Carboidrati: 45-60% dell’energia totale, preferire alimenti a basso indice glicemico e ricchi di fibre idrosolubili Proteine: 10-20% dell’energia totale, ridurre in insufficienza renale conclamata Grassi: grassi saturi <7%, polinsaturi <10% dell’energia totale, monoinsaturi dal 10 al 20%. Fino al 35% delle calorie totali Fibre: >35 g/die o 20 g/1000 Kcal/die, in preferenza fibre idrosolubili Colesterolo: < 300 mg/die Sodio: <6 g/die Indicazioni alla chirurgia bariatrica Il ricorso alla chirurgia bariatrica può essere preso in considerazione per pazienti adulti (età 18-65 anni) con BMI > o= 35 kg/m2 e diabete tipo 2, in particolare se il controllo glicemico risulta insoddisfacente nonostante un’appropriata terapia medica. Sebbene piccoli trial abbiano dimostrato un miglioramento del controllo glicemico dopo chirurgia bariatrica nei pazienti con diabete tipo 2 con BMI < 35 kg/m2, allo stato attuale non vi sono evidenze sufficientemente solide da raccomandare tali interventi nei pazienti diabetici con BMI < 35 kg/m2. I pazienti diabetici sottoposti a interventi di chirurgia bariatrica necessitano di sorveglianza mediconutrizionale per tutta la vita da parte del diabetologo, indipendentemente dall’eventuale risoluzione del diabete. I dati attuali non consentono di fornire specifiche indicazioni riguardo ai diversi tipi di intervento chirurgico. La scelta del tipo di intervento deve essere guidata dalla valutazione di: età, grado di obesità, grado di scompenso glicemico del paziente, presenza di altre comorbilità, rischio anestesiologico, profilo psicologico del paziente, esperienza del chirurgo e del centro che seguirà il paziente, preferenza del paziente.