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QUINDICINALE DI ATTUALITA’, CULTURA, SPORT E TRADIZIONI 8 Comuni l’Altopiano La voce degli www.giornalealtopiano.it ASIAGO CONCO ENEGO FOZA GALLIO LUSIANA ROANA ROTZO N. 285 - ANNO XI - EURO 1,50 “IL PRIMO ED UNICO GIORNALE DELL’ALTOPIANO” Gallio I SAPORI DELLA TRADIZIONE SABATO 10 GENNAIO 2009 Asiago Roana Opere pubbliche per 6,5 milioni di euro e un nuovo look per i giardini pubblici Arriva il PAT, stop alle lottizzazioni pagina 10 L’urbanistica eterno pomo della discordia pagina 4 pagine 8 e 9 Neve e freddo, ma l’orso non va in letargo e si aggira nei boschi in cerca di cibo Lascia tracce e impronte, si moltiplicano le segnalazioni di avvistamenti, veri o presunti ma nessuno è riuscito ancora a fotografarlo. Al momento di accoppiarsi se ne andrà da qui? Lusiana Tanta neve, ma a Monte Corno le piste rimangono chiuse pagina 5 Turismo invernale Risorgerà il polo sciistico di Cima Larici pag. 11 Milioni di euro per il rilancio della Piana di Marcesina pag. 13 Con un contributo regionale gli impianti verranno sostituiti e ammodernati pagina 3 AEROPORTO ROTZO Mantovani “Prematuro parlare di chiusura” Il Comune premia gli studenti meritevoli pag. 4 Grafica Altopiano Parte Parte ilil nuovo nuovo concorso concorso “I “Icolori colori dell’Altopiano” dell’Altopiano” Immagini Immaginidelle delle quattro quattrostagioni stagioni nel nelnostro nostro territorio territorio Foto Bergamaschi Enego pag. 9 pagina 2 Sport Hockey ghiaccio Emisfero, lunga striscia positiva che risolleva il morale pagina 20 pag. 3 8 Sabato 10 gennaio 2009 l’Altopiano I colori dell’Altopiano, immagini delle quattro stagioni del nostro territorio Un nuovo concorso fotografico con un premio speciale in ricordo di Patrizio Rigoni Dopo il grande successo avuto dal nostro primo concorso fotografico “L’Altopiano in bianco e nero”, su invito e sollecitazione da parte di molti affezionati lettori, abbiamo deciso di dare ai tanti appassionati di fotografia una nuova opportunità per sbizzarrirsi, partecipando, si spera numerosi, alla nostra nuova iniziativa. Il nuovo concorso s’intitola “I colori dell’Altopiano – immagini delle quattro stagioni nel nostro territorio”. Ne uscirà una mostra, forse sì. Magari anche una pubblicazione, non si sa mai. Dipende dalla quantità e dalla qualità degli scatti che ci invierete. Per noi questo concorso ha già comunque una sua finalità e un suo profondo significato, ricordare, a un Foto Lorenzo Degiampietro - Flickr anno dalla morte, il caro maestro Patrizio Rigoni, un vero maestro anche in fotografia. Della natura e dei colori dell’Altopiano, Patrizio aveva praticamente fotografato tutto e tutti, sopra e sotto la superficie terrestre, fuori e dentro l’acqua, sempre con una sensibilità rara e un occhio innamorato. Perciò all’interno del concorso abbiamo pensato di istituire il premio speciale “Patrizio Rigoni” che andrà alla fotografia più bella, di carattere Paesaggistico, tra quelle inviate da residenti in Altopiano. Nel regolamento sono specificate tutte le modalità di partecipazione. Buona fotografia a tutti! www.giornalealtopiano.it 2 REGOLAMENTO 1. Il Giornale l’Altopiano organizza in collaborazione con Grafica Altopiano e il gruppo Flickr Altopiano di Asiago il 2° concorso fotografico dal nome “I Colori dell’Altopiano” dedicato alle immagini del nostro territorio nelle quattro stagioni. 2. Il concorso è aperto a tutti, la partecipazione è gratuita, avrà durata da Sabato 10 Gennaio 2009 a Lunedì 21 dicembre 2009 3. Le fotografie partecipanti al concorso dovranno riportare: titolo, nome del fotografo, luogo e data dello scatto. 4. Le fotografie dovranno essere inviate esclusivamente via Internet all’indirizzo [email protected] 5. Le fotografie inviate dovranno essere in formato JPEG 6. Ogni partecipante potrà inviare un massimo di 3 fotografie per ogni categoria del concorso. (Inverno – Primavera – Estate – Autunno) 7. Le fotografie digitali verranno pubblicate nel giornale l’Altopiano solo dopo essere state esaminate e approvate dalla commissione. 8. Le foto dovranno essere inedite, e non aver partecipato ad altri concorsi fotografici. 9. All’interno del concorso è istituito il “Premio speciale Patrizio Rigoni” riservato agli autori residenti nei Comuni dell’Altopiano. L’assegnazione del premio sarà stabilita in base al numero di preferenze ottenute attraverso la procedura di votazione della commissione 10. La commissione si riserva il diritto di non visualizzare nel sito e nel giornale, le fotografie che riterrà non opportuno esporre per qualsivoglia motivo. 11. Ogni partecipante dichiara di essere autore delle fotografie presentate in concorso, di essere titolare dei diritti sulle stesse e responsabile del contenuto. Ogni partecipante autorizza la pubblicazione, sia in rete sia su giornali o altri mezzi in occasione di particolari eventi, sollevando il giornale l’Altopiano da ogni responsabilità, e condivide con il giornale l’Altopiano i diritti di utilizzazione commerciale delle fotografie. 12. La giuria è composta da: o Stefania Longhini, Direttore Giornale “l’Altopiano” o Davide Degiampietro, Grafica Altopiano o Lorenzo Degiampietro Gruppo Flickr Altopiano di Asiago o Andrea Bergamaschi Fotografo o Paolo Cogo Fotografo o Fabrizio Favaro Responsabile Grafico “l’Altopiano” 13. Il giudizio della giuria è insindacabile ed inappellabile. La partecipazione al concorso implica l’accettazione del presente regolamento. 14. le opere riguardanti le stagioni dovranno pervenire entro e non oltre le seguenti date INVERNO – entro il 21 marzo 2009 PRIMAVERA - entro il 21 giugno 2009 ESTATE – entro il 21 settembre 2009 AUTUNNO – entro il 21 dicembre 2009 Sapor d’acqua natìa Passi veloci, viso giovane e stregato. Oltre l’affollata piana di Vezzena – confusa, colorata e spensierata – tracce di ciàspole informano del suo passaggio. Passi brevissimi, forse per la sera di Capodanno terminata a notte fonda, che m’incoraggiano a seguirli. E ad inseguire quei lineamenti che sembrano inerpicarsi silenziosi sulla neve vergine. Quasi due ore di pensieri accaldati, di silenzi innevati e di mirabolanti tracce d’animali presi d’amore a corrersi dietro sul sentiero. Poi, ormai prossimo alla Cima Vezzena e a quella viandante giovane e spensierata, m’arresto per assaggiare la bellezza di quel gesto. Si leva lo zaino, scioglie le sue ciàspole e, allargando le braccia come i bambini quando tentano d’imitare gli aeroplani, sembra salutare a modo suo il nuovo anno da quelle altezze tempestose. A contemplare la terra prendono voce le vertigini, ad ammirare il cielo inizia a danzare il cuore. Proprio lì - Una donna, Cima Vezzena e Hamas a metà strada tra la terra e il cielo, tra il Peccato e la Redenzione, tra il Creato e il Creatore - dopo qualche minuto si siede sulla crosta della montagna, ai piedi di quella croce così ambita agli scalatori, e appoggia la testa tra le mani inguantate. Poi solo silenzio, sbirciate contro il cielo, meditazioni. Chissà che pensieri stava partorendo dietro quei biondi capelli, oltre quello sguardo gio- vane, dietro quel sorriso un po’ imbarazzato. Fors’avrà sognato, immaginato o semplicemente ascoltato l’arrivo del 2009. L’età l’annoverava tra le universitarie, ma poteva essere anche una giovanissima madre. O una semplice donna evasa dal caos degli impianti per andare in cerca della sua anima. E sintonizzarsi in vista del nuovo anno. Certamente una donna dagli occhi svegli se, raggiunta la cima, sembrava atto- nita e impaurita di fronte a quel vortice di colori, di spazi vergini, di prospettive inaspettate. Salita fin lassù per iniziare un anno che alcuni dicono tremendo. Altri inedito. Per qualcuno imprevisto, faticoso e sudato. Il 2009 faceva già parlare di sé prim’ancora d’uscire dal grembo della notte. Eppure il nuovo anno nella Legge Celeste non sarà né tremendo, né inedito, né imprevisto: sarà semplicemente quello che gli uomini lo renderanno. D’una sola avvertenza il Vangelo ammanta ogni nuovo anno: l’obbligo di occhi svegli. Gli occhi dei Magi, per l’appunto, che arrivano da laggiù, dove si pratica l’astrologia e ci s’inchina di fronte alle divinità. Capaci di sapienza: uomini del proprio tempo, della propria terra. Ma lesti nelle palpebre ad annusare il Nord della vita. In cammino, carichi di doni ma soprattutto di attese, disposti a guardare oltre il breve lineamento dell’orizzonte. Uomini che pensano, che nutrono coraggio, che all’inganno di Erode rispondono con un’intelligente ingenuità. Anche in Altopiano s’inseguono le stelle! Dell’astrologia che promette soldi se risparmieremo e pace se non si litiga (previsioni che francamente non necessitano di astrologi e indovini). Del calcio, dello spettacolo, della moda… che regalano successi facili e guadagni favolosi. Per poi lasciarti per strada. E allora forse, dopo il 6 gennaio, anche noi vorremmo poter guardare il cielo e scoprire qualcosa come la stella che ha acceso il cuore di quei tre saggi. Stanchi di cieli artificiali che hanno cacciato gli angeli e trattano da clandestini i santi, che hanno espatriato quel Bambino per ospitare tarocchi e cartomanzie… abbiamo sete di desideri grandi, voglia di vincere la pigrizia e riannodare sandali slacciati troppo in fretta, nostalgia di occhi che non s’arrestino alla superficie delle cose. Delle persone! Forse la vita è questione di occhi, come direbbe Romano Guardini: occhi capaci di guardare e vedere. Nel Natale del 1940, nel campo di concentramento di Treviri, J. P. Sartre fece dire al re Magio Baldassarre in risposta al disperato Bariona: “E’ vero che noi magi siamo molto vecchi e molto saggi e conosciamo tutto il male della terra. Tuttavia quando abbiamo visto quella stella in cielo, i nostri cuori hanno fatto un balzo di gioia come quello dei fanciulli e noi siamo stati simili a dei bambini e ci siamo messi in cammino, perché volevamo compiere il nostro dovere di uomini, che è quello di sperare”. Sulla cima della vetta innevata una donna fa la guardia alle sue speranze. Nei TG s’inanellano parole come Israele, Gaza, Hamas. Terrorismo. Forse l’anno nuovo sarà esattamente come l’anno vecchio: l’ennesimo capitolo della lotta tra Vita e Morte. Bellezza e Miseria. Amore e Odio. don Marco Pozza 8 Sabato 10 gennaio 2009 l’Altopiano www.giornalealtopiano.it 3 CON UN CONTRIBUTO DI 300 MILA EURO ATTUALITA’ Nuova vita per le piste di Cima Larici Un diverso atteggiamento regionale nei confronti dell’Altopiano ha favorito il rilancio del comprensorio ormai abbandonato - Gli impianti presenti verranno sostituiti Le piste dei Larici risorgeranno a nuova vita. Grazie ad un contributo regionale di oltre 300 mila euro alla società di gestione degli impianti, le piste “più amate dagli asiaghesi” sono al centro di un progetto di rilancio e di ammodernamento che le porterebbe, entro breve tempo, a ritornare ad essere un privilegiato luogo di svago invernale, amato proprio perché lontano dalla mischia dei centri sciistici più grandi del nostro comprensorio. Da tempo, causa il deperimento degli impianti e qualche screzio con il Comune di Lusiana ora risolto, la zona era stata abbandonata dagli sciatori locali che, durante per la pausa pranzo, si portavano in quota per qualche sciata, ma soprattutto per stare in compagnia al sole e all’aria aperta. Una zona che è poi diventata frequentatissima dagli ap- passionati di sci alpinismo proprio per quelle caratteristiche che piaceva tanto agli habitué, altitudine, panorami mozzafiato e la giusta esposi- Foto Bergamaschi zione al sole. Tutte qualità che potrebbero richiamare molti nuovi sciatori e fidelizzarli. Il progetto di rilancio concerne tutti gli impianti di risalita presenti nonché la baita “Val Formica”. La società di gestione “Cima Larici srl” ha ancora in concessione sia le piste della Val Formica, quelle sia di Asiago, sia di Lusiana, nonché la pista grande, quella di cima Larici proprio, la pista che negli anni ’70 – ’80 ha tenuto a bettismo numerosi sciatori locali dopo che questi avevano affinato la loro tecnica sulle piste poste più in basso. Era la pista “dei grandi”: se riuscivi a fare “i Larici” sapevi che avresti potuto sciare ovunque, una sorta di diploma di maturità sciistica. Una scelta che trova il pieno appoggio delle amministrazioni locali, sintetizzato nelle parole del sindaco di Asiago Andrea Gios: “Dobbiamo cercare di colmare un gap degli investimenti lungo 30 anni, investimenti che servono a riposizionare il nostro territorio nel turismo invernale che non può prescindere dagli investimenti strutturali dello sci”. Gerardo Rigoni De Bona: “I comprensori vicentini devono essere valorizzati” I fondi regionali a favore degli impianti sciistici del vicentino, ed i particolare dell’Altopiano, come già abbiamo avuto modo di rendere noto dopo l’apposita conferenza stampa tenutasi un paio di mesi fa, arrivano sia da due decreti regionali sia dall’assestamento del bilan- cio regionale che ha voluto rifinanziare il capitolo del bilancio dedicato agli impianti da sci, un rifinanziamento raggiunto grazie alla volontà espressa dall’assessore regionale agli impianti a fune Oscar De Bona, dell’assessore al Bilancio Maria Luisa Coppola e del capogruppo di AN in Consiglio Regionale e membro della commissione bilancio, Piergiorgio Cortelazzo. Oltre ai 500 mila euro al Montegrappa ski, e 97 mila al Comune di San Nazario ben 805.963 euro del nuovo finanziamento sono destinati alle strutture sciistiche Vacanze di Natale coi fiocchi Ora è tempo di settimane bianche Concluso il periodo natalizio, la Città di Asiago si appresta, con l’abbondante nevicata in corso, ad accogliere i turisti che decideranno di compiere sull’altopiano la propria settimana bianca. ”E’ stata una stagione con i fiocchi – sottolinea l’assessore al turismo, Roberto Rigoni – di quelle che non si vedevano da anni; Asiago ha saputo dimostrare di essere ancora all’altezza di soddisfare le richieste delle migliaia di turisti che l’hanno frequentata in questo periodo natalizio. Grazie alle abbondanti nevicate ed alla varietà dell’offerta turistica, i nostri ospiti hanno potuto vivere un soggiorno indimenticabile con un rapporto qualità- prezzo assolutamente incomparabile. In questi anni si è lavorato molto per il potenziamento dei servizi a favore del turista e nell’allestimento di manifestazioni di forte richiamo come lo è il festival piromusicale “Asiago…fiocchi di luce” che ripeteremo i prossimi 20, 21 e 22 febbraio con una formula assolutamente innovativa che non finirà di stupire”. Oltre all’evento piromusicale in programma a febbraio, molteplici sono le iniziative finalizzate al prolungamento della stagionalità turistica, in particolare, si sottolinea l’importanza dell’AsiagoCard, strumento ideato per rendere possibile a tutti i turisti che frequentano Asiago l’ottenimento di agevolazioni e sconti sui servizi in essa indicati. Un’iniziativa tesa ad incentivare i molti proprietari delle seconde case ed i potenziali ospiti delle nostre strutture ricettive a vivere Asiago ed il suo splendido territorio pure nei periodi di bassa stagionalità. L’AsiagoCard é in distribuzione gratuitamente presso l’Ufficio del Turismo del Comune di Asiago nonché presso lo I.A.T. di Asiago. Viene altresì rilasciata a tutti gli ospiti che frequentano gli hotel convenzionati. La validità delle card sarà dal 1 settembre al 23 dicembre 2008 e dal 7 gennaio al 30 giugno 2009 escluso il periodo pasquale dal 09/04/09 al 13/04/09 compresi. Foto Studio Stella Breganze dell’Altopiano. Nello specifico 336 mila saranno elargiti alle sciovie di Cima Larici per la completa sostituzione degli impianti esistenti, quasi 89 mila alle Melette per nuo- vi impianti di innevamento, 192 mila alla Sciovia Casa Rossa e 118 mila a Ronco Carbon per l’ammodernamento degli impianti esistenti e 69.650 al Centro Fondo Gallio per l’acquisto di mezzi battipista per la battitura di piste da fondo. Fondi che si aggiungono ai 917.364 euro già stanziati che hanno finanziato anche l’acquisto di mezzi battipista al centro fondo di Enego – Marcesina. “La nostra attenzione si è rivolta ai comprensori vicentini perché riteniamo che debbano essere sostenuti e valorizzati, dal momento che già oggi può ben competere nella capacità ricettiva e dell’accoglienza con altre eccellenze, non solo del Veneto commenta l’assessore De Bona – Ed ancora una volta la positiva sinergia con gli amministratori locali, unita alla buona amministrazione, ha consentito di effettuare un’efficace azione di sostegno all’offerta turistica della provincia di Vicenza, che non mancherà di dare frutti importanti in termini di qualità dei servizi e di presenze”. G.R. 8 Sabato 10 gennaio 2009 l’Altopiano www.giornalealtopiano.it 4 Dopo il dichiarato ritiro della Provincia si corre ai ripari per salvare la struttura ATTUALITA’ Aeroporto, parla Mantovani: «Non escludo la possibilità di altre partnership» Spiraglio di luce per l’aeroporto di Asiago. A dare un barlume di speranza sono le parole del presidente dell’”Aeroporto di Asiago Spa”, Piercarlo Mantovani, dopo l’annunciato ritiro dalla società da parte della Provincia. Inaspettatamente il presidente di palazzo Godi Nievo aveva annunciato l’abbandono immediato della Provincia delle quote societarie in “Aeroporto di Asiago Spa”, saltando a piè pari il passaggio di ricapitalizzazione che sarebbe dovuto diminuire di un terzo all’anno in tre anni. Quest’anno la Provincia avrebbe dovuto versare 44 mila euro invece di 66 mila. Fino al consiglio di fine 2008 dove, a sorpresa, la giunta Schneck aveva dichiarato il ritiro. Unanime il disapprovo degli amministratori locali. «La decisione di uscire completamente dalla società che gestisce l’Aeroporto di va contro l’impegno verbale assunto da Schneck dinnanzi ai sindaci dell’Altopiano – aveva dichiarato a caldo il sindaco di Asiago Andrea Gios - spiazza completamente i nostri comuni che in questo momento non hanno materialmente la possibilità di modificare gli impegni di spesa già stanziati nel bilancio». «Sono amareggiato e contrariato dalla repentina decisione della Provincia di Vicenza di dare forfait alla società “Aeroporto di Asiago” – erano state le parole del sindaco di Roana Mario Porto - stiamo ripe- tendo lo sbaglio di 50 anni fa, quando, basandosi sullo stesso principio di economicità, l’allora “Società Veneta” ci chiuse la ferrovia RocchetteAsiago, salvo poi, dopo qualche decennio, piangere sull’errore». Non erano mancate nemmeno alcune ipotesi di beghe politiche. «Ho l’impressione che l’uscita immediata dalla società sia la risposta allo “scorno” mal digerito quando il consiglio provinciale ha deliberato di accettare la richiesta del comune di Asiago di corrispondere 296 mila euro per il diritto di superficie del terreno su cui sta sorgendo la centrale a biomasse – aveva dichiarato il consigliere provinciale di minoranza Francesco Gattolin -. E’ stato quello un boccone amaro per la Provincia, basti solo valutare il fatto che la stessa recupererà il proprio investimento in 25 anni, mentre il comune di Asiago, prestando il terreno per 60 anni, ha introitato anticipatamente tutti i canoni annui». Uno spiraglio contro la paventata chiusura della struttura traspare dalle parole del presidente della società “Aeroporto di Asiago Spa” Piercarlo Mantovani. Presidente qual è la reazione a questa inversione di rotta? «Prendiamo atto del cambiamento di programma ma di cento non ci rassegnamo. E’ questo il momento di rimboccarci le maniche e darci da fare». Comprende le motivazioni? «Le motivazioni sono parecchio discutibili. Se si realizza un’opera per poi abbandonarla la si perde due volte: si perde ciò che è stato realizzato e ciò che potenzialmente avrebbe potuto essere. Sono stati spesi tempo, fatica e soldi. È come far studiare per anni un ragazzo, portarlo alla laurea, per poi comunicargli che quella laurea non gli serve a nulla, che può gettarla». La laurea rappresenta la Spa presumo… «Esatto. Quello è stato il nostro salto di qualità societaria». Chiude Asiago ma chiude anche Vicenza. Non è un periodo roseo per gli aeroporti vicentini non trova? «L’aeroporto di Vicenza ha una struttura totalmente diversa dalla nostra, con problemi logistici e di collegamento. Da noi il collante è il turismo, è la vocazione per cui questo aeroporto deve continuare ad esistere». Ora tutti quei progetti, compreso quello di collegare Asiago con altre località, cesseranno di esistere? «Assolutamente no». Ma senza la partnership della Provincia, e verosimilmente della Camera di Commercio che si ritirerà, come farà l’aeroporto a sopravvivere? «Innanzitutto è prematuro dichiarare una chiusura. A deciderlo dovrà essere prima di tutto l’assemblea che è stata convocata per il 20 (di gennaio ndr). Poi non escludo la possibilità che possano intervenire altri partner per dare fiato alle casse e permettere così all’aeroporto di Asiago di portare avanti tutti quei progetti per cui si sta lavorando da anni». Luigi Frigo Bettinado Asiago, opere pubbliche per 6,5 milioni di euro Palazzetto dello sport, una pista da sci al Millepini, e giardini nuovi nel piano triennale approvato dal consiglio. Rigoni: “Verrà anche realizzata la rotonda in via Verdi” Sei milioni e mezzo di euro. A tanto ammonta il bilancio delle opere pubbliche previsto per il prossimo triennio ad Asiago. Tra i progetti spiccano il nuovo Palazzetto dello Sport, la realizzazione di una pista da sci da fondo al Parco Millepini ed il rifacimento dei giardini pubblici di Piazza Carli, intervento quest’ultimo proposto dalla minoranza ed accolto dalla maggioranza del sindaco Gios. Particolare attenzione sarà inoltre dedicata al miglioramento dei marciapiedi, al potenziamento della pubblica illuminazione e all’asfaltatura di molte strade comunali, sia del centro che delle contrade. “L’aver portato a termine tre grosse opere pubbliche, la Casa di Riposo, il centro culturale polifunzionale del Millepini ed il Museo delle Acque al Kaberlaba ci ha permesso ora di affrontare altre questioni importanti per la cittadinanza – commenta l’assessore ai Lavori Pubblici Giampaolo Rigoni nell’esporre il programma triennale dei lavori pubblici – Nel piano triennale sono previste opere di sistemazione dei marciapiedi per 450 mila euro, 400 mila euro per i manti bitumati e 440 mila euro per la pubblica illuminazione. Opere che per buona parte si eseguiranno nelle contrade asiaghesi dopo che negli ultimi anni ci si è dedicati alla riqualificazione del centro che proseguirà con lavori di manutenzione del verde urbano e la sistemazione dei giardini pubblici”. “Inoltre abbiamo stanziato oltre 500 mila euro per lavori di adeguamento normativa antincendio della Scuola Elementare “Monte Ortigara” ed altri 140 mila per la sistemazione del piazzale esterno della Casa di Riposo – conclude Rigoni – Tra le tante opere quella che mi sta molto a cuore è la rotonda in via Verdi perché l’incrocio è teatro di numerosi scontri nell’arco dell’anno quindi andiamo a rendere più sicura un’intersezione che sostiene buona parte del traffico in entrata ed in uscita del paese. Una rotonda che vogliamo sia anche corredata da un elemento di pregio costituendo anche una porta d’ingresso al centro di Asiago.” Entrando nello specifico saranno stanziati oltre 3.5 milioni di euro per la costruzione del Palazzetto dello Sport da realizzare alle porte di Asiago, opera che sarà finanziata con un operazione di leasing, la realizzazione al Parco Millepini di una pista illuminata per lo sci di fondo con innevamento artificiale per una spesa di 500 mila euro e lo stanziamento di 300 mila euro per la realizzazione di una rotatoria di Via Verdi. Durante la discussione la minoranza ha presentato un emendamento per la sistemazione dei Giardini pubblici di Piazza Carli. “Gli alberi ad alto fusto esistenti, e in particolare gli abeti bianchi, cominciano a mostrare segni di ammaloramento e si presentano fuori scala rispetto al disegno originario storico dei giardini, inoltre cittadini ed esercenti del centro hanno espresso una certa preoccupazione per la sicurezza - ha spiegato il capogruppo Antonio Lobbia - Chiediamo che si preveda lo stanziamento di una somma indicativa di • 440.000,00, finanziata con l’assunzione di un mutuo, contributo regionale e fondi propri, per far fronte a questo progetto”. Richiesta poi accolta dalla maggioranza. Gerardo Rigoni 8 Sabato 10 gennaio 2009 ATTUALITA’ di Silvana Bortoli Si dice spesso”raccontare la storia dell’orso” riferendosi a un fatto che ha dell’incredibile e che suona come fasullo o perlomeno esagerato. In Altopiano ultimamente ne girano numerose di “storie dell’orso”, ma se alcune sono da intendersi come quella sopra descritta, altre invece ci parlano realmente della vita di KJ2G2, l’orso bruno che da circa un anno è ospite del nostro territorio, facendocelo conoscere un po’ meglio. Ed è proprio la migliore conoscenza di questo animale, della sua storia, del suo carattere, delle sue abitudini, a rendersi necessaria per una convivenza pacifica, per poter continuare a frequentare i nostri monti e i nostri boschi senza preoccuparsi di questa nuova presenza, ma anche rispettandola e salvaguardandola. Perché se da una parte c’è chi ammette di temere un incontro con l’animale, tanto da rinunciare ad escursioni nelle zone in cui potrebbe trovarsi, ad altri non parrebbe vero poterlo vedere e magari fotografare. Sono molte le domande che la gente si pone sull’orso, si chiede se siano vere le notizie che si susseguono di avvistamenti sia dell’animale che delle sue tracce, di predazioni di animali di vario genere, c’è chi dubita persino della sua presenza in zona, e chi si dice convinto che gli esemplari siano più di uno, e ancora chi si chiede perché non sia andato in letargo. Qualcu- l’Altopiano 5 L’orso bruno, girovago e poco propenso a dormire L’animale si muove senza problemi anche sulla neve abbondante di questo inverno. Si susseguono segnalazioni di avvistamenti veri o presunti, ma sembra che finora nessuno sia riuscito a fotografarlo. Ci sono invece le immagini delle impronte e delle tracce lasciate dopo la predazione del cervo in Val Rotta, che testimoniano la dinamica del fatto. no asserisce di non comprendere come non si pensi a catturare l’animale per mettergli un collare satellitare e quindi poterlo poi monitorare, e c’è addirittura chi crede che gli si stia dando la caccia per evitare che possa fare danni! Tanto poi si è detto dell’avvistamento dell’orso da parte di un uomo della Forestale, che transitando in auto nella zona dei Larici, se lo sarebbe trovato davanti, mentre attraversava la strada. Per fare un po’ di chiarezza e rispondere a quesiti e supposizioni, abbiamo incontrato gli uomini del Corpo Forestale di Asiago, precisamente il vice questore aggiunto Furlan del Comando Distrettuale e l’ispettore Paganin. “L’orso è un animale estremamente protetto – dicono – ed è assolutamente inopportuno cercarlo, sia per non disturbarlo e infastidirlo, che per evitare di correre dei rischi, seppur l’orso si possa considerare pericoloso solo in limitate situazioni. Quindi se si dovessero trovare tracce di impronte dell’orso è necessario non seguirle, anzi è preferibile prendere la direzione opposta. E’ un animale assai diffidente e con i sensi molto sviluppati, soprattutto l’odorato, tanto da riuscire a percepire la presenza umana anche a qualche chilometro di distan- za, cosa che lo spinge ad allontanarsi subito, senza dar modo di notare la sua presenza. In caso di un assai improbabile incontro fortuito con l’orso, è necessario stare fermi e non gridare, l’animale se ne andrà. Potrebbe essere pericoloso se sorpreso con una preda o con i cuccioli, ma non va in ogni caso comunque sottovalutato, ed è assolutamente da evitare il cercare di attirarlo con cibo ed esche per tentare di fotografarlo o filmarlo: se dovesse assimilare il cibo con l’uomo potrebbe diventare problematico, con rischi per se stesso e per le persone. Per quanto riguarda avvistamenti dell’animale e ritrovamento di sue tracce, alcuni si sono rivelati falsi, o comunque dubbi, ma altri sono certi. Sicuramente è stato visto nel novembre 2007 a Marcesina dai tecnici del progetto “Life Ursus”(che si occupa della reintroduzione dell’orso bruno sul Brenta), sono confermate la distruzione di alcune arnie e l’uccisione di alcune pecore e soprattutto la recente cattura di un cervo in Val Rotta, fatto di cui, seguendo impronte, tracce e resti, si è potuta ricostruire con buona precisione la dinamica. Già prima del ritrovamento della carcassa del cervo, gli uomini Se ne andrà presto l’orso dell’Altopiano? KJ2G2 lascerà probabilmente i nostri monti non appena raggiungerà la maturità sessuale e sentirà l’esigenza di cercarsi una femmina E’ invece convinto che in Altopiano l’orso sia uno solo e che potrebbe andarsene fra non molto tempo, lasciando il nostro territorio non appena raggiunta la maturità sessuale, Carlo Frapporti del Servizio Foreste e Fauna della Provincia di Trento, che ha tenuto una serata informativa nella sala consiliare del Municipio di Gallio, parlando del progetto di reintroduzione dell’orso bruno, e in particolare di “KJ2G2”, giunto nel nostro territorio dal Trentino, risalendo il fiume Adige e attraversando la Vallarsa e la Val d’Assa. “Meno di un secolo fa – ha detto – si sono spesi soldi per eliminare l’orso, oggi invece se ne spendono per reintrodurlo e tenerlo. La presenza dell’orso ha un valore socio culturale, ed una importanza anche dal punto di vista turistico, perché testimonia il buono stato dell’ambiente che l’animale sceglie per viverci”. Dai 10 orsi introdotti in Trentino dal 1999 al 2002, oggi se ne stimano circa 25, da 16 cucciolate in 7 anni sono nati 35 cuccioli, di questi alcuni non sono sopravvissuti per cause www.giornalealtopiano.it naturali o accidentali. I dati sulla vita degli animali vengono raccolti osservando i segni che lasciano sul territorio: le impronte, gli escrementi, i peli, i graffi. “La presenza dell’orso in una determinata zona – ha detto Frapporti – non comporta nessuna nuova limitazione o vincolo per gli abitanti del territorio. L’orso non è offensivo, non attacca se non è provocato, e l’attacco all’uomo è l’ultima soluzione che adotta, se proprio se ne sente costretto. Ci possono essere degli orsi che vengono definiti “problematici” , che si avvicinano troppo alle abitazioni, che prendono l’abitudine di cibarsi nei cassonetti dei rifiuti, perdendo gradatamente il timore nei confronti dell’uomo. Sono casi che richiedono soluzioni diverse, come già accaduto, catturando l’orso e destinandolo vivere in cattività. Certo l’orso provoca anche dei danni, è successo anche qui, dove ha predato pecore o animali selvatici, come il cervo ucciso poco tempo fa. Le analisi condotte sui resti di quest’ultimo, in particolare il midollo osseo, hanno messo in luce che si trattava di un soggetto in condizioni critiche, che non sarebbe sopravvissuto comunque a questo inverno. La situazione climatica di quest’anno certamente favorirà la predazione di altri animali. “KJ2G2” si sta rivelando un animale tranquillo, reputo sia l’unico orso presente in Altopiano perché le tracce finora trovate sono tutte riconducibili a lui, probabilmente non è andato in letargo perché questo può accadere, soprattutto in soggetti maschi giovani. Penso che lascerà l’Altopiano per tornare sui suoi passi non appena sentirà l’esigenza di cercare una femmina ed accoppiarsi. Non è ipotizzabile che qui possa arrivare un esemplare femmina, né spontaneamente, visto che le orse tendono a non spostarsi dal proprio territorio, né appositamente portato, per la complessità e le incertezze che l’operazione comporterebbe. Non è da escludere invece l’arrivo nei prossimi anni di un altro esemplare maschio”. Silvana Bortoli Le impronte lasciate dall’orso sulla neve. Sotto, a sinistra, la carcassa del cervo predato in Val Rotta del Corpo Forestale avevano avuto la certezza della presenza dell’orso in Val d’Assa, zona in cui sembra che KJ2G2 abbia trascorso parecchio del suo tempo. Ma dalle nostre conoscenze risulta che l’animale sia piuttosto errante e che abbia percorso in lungo e in largo buona parte dell’Altopiano, sapendo bene come spostarsi. Il fatto che non sia andato in letargo, o che comunque alterni periodi di sonno a periodi di attività, può essere imputabile a molti fattori: forse non aveva sufficienti scorte di cibo, o forse è proprio una sua personale caratteristica, visto che risulta essere rimasto attivo anche l’inverno scorso. I fatti recenti dimostrano come l’orso non abbia nessuna difficoltà a muoversi sulla neve, che invece è risultata molto penalizzante per il cervo di un anno e mezzo che faceva parte di un gruppo di cinque soggetti e che l’orso ha ucciso, dopo averlo individuato come il più debole e furbescamente seguito e isolato, fino a spingerlo in una zona che non gli ha lasciato via di scampo. Per quanto riguarda l’ ipotesi di munire l’animale di un collare che ne consenta il monitoraggio, si tratta di una soluzione che viene adottata solo in casi in cui si renda necessario per soggetti reputati “problematici”. Non abbiamo mai fatto appostamenti per cercare di vedere l’orso, e anche l’incontro di cui si è tanto parlato, è stato fortuito: un componente della pattuglia della Forestale che si trovava nella zona dei Larici per normali controlli non mirati a cercare l’orso, l’ha visto allontanarsi dalla strada, ma tutto si è svolto in pochi secondi, tanto che non c’è stato nemmeno il tempo di pensare a scattare una foto! Infine, per quanto riguarda l’ ipotesi che ci sia più di un orso in zona, riteniamo che sia una possibilità da non escludere, viste le recenti segnalazioni, che nell’arco di breve tempo parlano di avvistamenti in luoghi piuttosto lontani tra loro”. 8 Sabato 10 gennaio 2009 l’Altopiano www.giornalealtopiano.it 6 Il Regina Margherita rimesso a nuovo ATTUALITA’ Un nuovo tetto, nuovi spazi e tante altre migliorie per una scuola più bella, più sicura, più funzionale. Sono quasi terminati i lavori al Regina Margherita, lo storico asilo della comunità asiaghese (nato nel 1902 da un apposito lascito), oggetto di un grosso intervento di ristrutturazione, il più importante mai realizzato su questo edifico. Nella giornata di porte aperte che si terrà a fine mese, si potrà dunque prendere visione di quanto realizzato, anche degli spazi nuovi per i quali ora si sta provvedendo alla scelta dell’arredamento e che saranno usufruibili dal prossimo anno scolastico. Nel sottotetto sono stati ricavati un ampio salone polifunzionale, dotato di riscaldamento a pavimento, due nuove stanze, molto capienti, per l’asilo nido e servizi igienici, sia per gli adulti che per i piccoli. “Finalmente possiamo dire che in questa scuola si sta davvero bene sotto tutti i punti di vista” afferma con natu- Sono terminati i lavori di ristrutturazione dello storico asilo di Asiago. L’intervento, il più importante mai realizzato nella storia di questo edificio, è costato 410 mila euro zio della scuola, le insegnanti, tutto il personale e i componenti del consiglio di amministrazione. Un grazie a chi ci ha dato una mano economicamente. Va sicuramente ricordata con affetto e riconoscenza Augusta Carli che ci ha lasciato un contributo consistente. Un ringraziamento particolare alla Cariverona che ha elargito 150 mila euro, alla Regione, al Comune, a va- rie associazioni e ai privati che ci hanno dato tante piccole offerte”. Il costo totale dell’intervento ammonta a 410 mila euro (cifra comprensiva di Iva). “In vista dei lavori avevamo fatto appello a tutta la comunità perché ci aiutasse a far fronte a questo impegno oneroso. Facevamo affidamento in particolare su artigiani, commer- cianti, albergatori, liberi professionisti, immobiliaristi e banche che operano ad Asiago. Ci rammarica un po’ il fatto che, tranne qualche rara eccezione, nessuno di questi si sia fatto vivo. Pensavamo ci fosse più attenzione da parte di tutti per una scuola che è della cittadinanza, una struttura importante per tutta la comunità e per l’educazione dei nostri bambini”. Stefania Longhini “Il mio asilo, quanti ricordi e quanti significati!” rale soddisfazione il presidente Giovanni Lamonaca. In poco più di sei mesi, con il massimo impegno da parte di tutti, si è riusciti a dare un volto nuovo alla scuola. Oltre al rifacimento del tetto e del pavimento del primo piano, internamente sono stati rifatti tutti gli intonaci, dipinti muri e pareti, sostituiti gli infissi e i serramenti che ora risultano tutti a norma, con uscite di sicurezza, sostituito l’impianto di riscaldamento e rifatto l’impianto elettrico. “Un lavoraccio davvero – continua Lamonaca – per il quale vorrei ringraziare tante persone: tutti gli operai delle ditte che hanno lavorato, l’architetto Franco Sartori che ha diretto i lavori, i genitori così preziosi, impagabili, che con il loro lavoro volontario si sono prodigati perché tutto fosse a posto per l’ini- All’asilo Regina Margherita sono legati i ricordi d’infanzia di gran parte degli asiaghesi. In una lettera inviata al presidente Lamonaca, Giancarlo Bortoli, presidente della Comunità Montana, racconta vicende e sentimenti che ci fanno capire quale importanza dovrebbe rivestire per tutti i noi la nostra comunità. L’asilo è uno dei simboli della nostra comunità, dell’orgoglio e della buona volontà di noi montanari, che va custodito e amato. Riportiamo alcuni passi della lettera: “…l’asilo in cui ho passato la mia prima infanzia, come tanti compaesani. Anzi, fui accolto ancora lattante allorchè mia mamma dovette essere ricoverata in ospe- dale per (allora!) una “grande operazione”. Rifletto spesso che, partito da famiglia povera, la vita mi ha aperto le porte per migliorare il mio stato economico e culturale. Il punto focale fu quando, negli anni ’60, fummo costretti ad emigrare in Germania ove trovammo quell’ospitalità che in Italia non sappiamo dare agli immigrati. Quando la corriera dell’allora Siamic superò la Gaiga provai grande sofferenza che si accentuava mano a mano che si raggiungeva la “Val Canaglia”. Conobbi il sentimento e il dolore della nostalgia e, più tardi, frequentando scuole e università della pianura, capii che noi altopianesi eravamo veramente un popolo particolare. Ho considerato, dunque, che le cose positive che mi ha concesso finora la vita sono dovute anche al mio paese…che il merito debba derivare dalla mia gente, dalle nostre montagne, dal DNA che ci caratterizza. Se ricevi dai. In questo spirito di riconoscenza verso la comunità asiaghese e altopianese, quando posso faccio qualche donazione. Ora tocca all’asilo, al “mio asilo” che con la sua struttura rimasta integra, rinfocola i ricordi di quando eravamo più poveri, ma più felici in paesi e contrade non soffocati dai condomini…” UN TAVOLO TECNICO PER LE FAMIGLIE NUMEROSE E’ stato ufficializzato nei giorni scorsi il tavolo tecnico Provincia-Anfn (Associazione Nazionale Famiglie Numerose) che si propone di programmare interventi di sostegno alle famiglie numerose del territorio vicentino. Un tavolo aperto, ha subito precisato l’Assessore Provinciale al Bilancio Cristiano Sandonà, a cui sono invitate a sedere le associazioni di anziani, disabili, e di tutte quelle persone che soffrono in maniera ancor più pesante quando si affrontano periodi non particolarmente floridi per l’economia, come quello che stiamo vivendo. Il primo contatto tra Provincia e Anfn (associazione della quale fanno parte anche famiglie numerose dell’Altopiano) è avvenuto proprio tra l’Assessore Sandonà, che ha competenza anche in ambito di trasporto pubblico, e Franco Grotto, coordinatore provinciale dell’associazione, il quale ha chiesto, e subito ottenuto, agevolazioni per il trasporto degli studenti, così già da quest’anno a parti- re dal terzo figlio le famiglie non pagano l’abbonamento delle Ferrovie e Tramvie Vicentine. Un primo passo che ha dato il via ad un percorso ben più lungo, che vuole spaziare non solo nei settori di competenza della Provincia, ma far sì che la Provincia funga da coordinatore per promuovere iniziative specifiche di sostegno alle persone in difficoltà. “A gennaio aprirà lo sportello mutui – ha commentato l’Assessore Sandonà - a cui i vicentini si potranno rivolgere per ottenere le migliori offerte proposte da undici istituti di credito. L’obiettivo è di realizzare anche uno sportello alimentare. Per questo, lo ribadisco, il nostro tavolo è aperto, e ci auguriamo che vi partecipino le associazioni vicentine con cui vogliamo provare a creare una rete di sostegno nelle necessità quotidiane dei vicentini.” Nel dettaglio, lo sportello alimentare è ancora tutto da pensare e tutto da organizzare. La filosofia è la stessa dello sportello mutui: mettere in concorrenza tra loro varie offerte in modo da ottenere i prezzi più bassi. “Cercheremo di intervenire anche mettendo a disposizione fondi nostri – ha spiegato l’Assessore Provinciale al Sociale Maria Nives Stevan ma, viste le difficoltà di bilancio con cui anche noi ci dobbiamo confrontare, punteremo più su un ruolo di coordinamento e promozione, in risposta ad un grido di aiuto che arriva dal territorio e che non possiamo far finta di non sentire, nonostante le poche competenze dirette della Provincia in ambito sociale.” D’altra parte, come ha sottolineato l’Assessore Sandonà, la Provincia ha la dimensione territoriale giusta per intervenire in maniera più efficace su politiche di contenimento della spesa, perché come i Comuni è tanto vicina al territorio da carpirne le necessità, ma diversamente dai Comuni non è frammentata e riesce ad elaborare politiche di area vasta. 8 Sabato 10 gennaio 2009 ATTUALITA’ Nell’ambito del progetto “I giovani incontrano l’Europa”, promosso dall’Assessorato al Turismo di Asiago nella figura dell’Assessore Roberto Rigoni, dal 13 al 16 dicembre, si è tenuto un viaggio a Roma a cui hanno potuto partecipare i giovani asiaghesi interessati. L’iniziativa è stata proposta in occasione del sessantesimo anniversario dall’approvazione della nostra costituzione e ha coinvolto ben 54 ragazzi, tra studenti e lavoratori, accompagnati dall’Assessore al Turismo e alla Cultura e dal l’Altopiano www.giornalealtopiano.it 7 Viaggio a Roma: un’esperienza tra politica, cultura e aggregazione consigliere Franco Sella. Tra i partecipanti, c’è stato anche don Federico, che ha accompagnato i ragazzi alla volta di Roma, capitale del nostro Paese e culla della nostra tradizione. Il viaggio si è posto come una sorta di continuazione di quello proposto lo scorso anno a Bruxelles, quando i partecipanti avevano avuto l’opportunità di visitare il Parlamento Europeo. Lo scopo principale del viaggio, questa volta, è stato quello di dare modo ai partecipanti di visitare le principali sedi del SUCCESSO PER LA SERATA CON LO SCALATORE VICENTINO MARIO VIELMO Sabato 27 dicembre presso lo Sporting Residence Hotel si è tenuta una serata che ha proposto la testimonianza dell’alpinista e scalatore leoniceno Mario Vielmo; l’incontro ha proposto contenuti che, più di carattere alpinistico, miravano a sensibilizzare sulle problematiche di carattere sociale relative alle popolazioni del Tibet. Nutrita e sentita la partecipazione di pubblico, soprattutto giovani, che hanno gremito la sala. Vielmo ha proposto il filmato girato in occasione dell’ascesa alle montagne himalaiane con la fiaccola olimpica con cui si è realizzato un DVD, il ricavato della cui vendita, assieme a quello relativo ad un calendario fotografico, servirà per finanziare il progetto per la costruzione di una scuola per i bambini tibetani esuli e profughi in terra indiana, a Dharamsala. Il DVD del filmato ed il calendario fotografico di Mario Vielmo sono ancora disponibili rivolgendosi a Fabiola, in corso IV Novembre 76 ad Asiago (info 0424 64981). Cesare Pivotto “Himalayan Blackout è il film-testimonianza di una spedizione alpinistica, Everest Expedition ’08, singolare e anomala fin dal principio, per come si è svolta e per lo stato di controllo e di fermo militare che vigeva in Nepal in quel periodo. Ma prima di tutto, Himalayan Blackout è un mezzo per diffondere un pensiero che va oltre la vicenda sportiva: un alpinismo più consapevole, non fine a sè stesso ma portavoce di una causa più grande della semplice impresa individuale. Ecco perché i proventi di quest’opera, quasi interamente autoprodotta, andranno in parte a finanziare il progetto a favore della Sambhota Tibetan School che già da anni sta ottenendo l’attenzione e le risorse di aziende private, pubbliche e di persone singole. L’obiettivo è la costruzione di un istituto scolastico per bambini profughi tibetani a Dharamsala, India (per cui sono già stati raccolti circa 70.000 euro dei 167.000 necessari). Questo film non è un progetto nato dopo la spedizione ma insieme ad essa. Ne è parte integrante “. Il Gal cerca un addetto alla segreteria Dal 07 al 21 gennaio 2009 possono essere presentate domande per la selezione di un addetto alla segreteria del GAL “Montagna Vicentina”; l’avviso pubblico e il formulario di domanda sono disponibili presso la sede del GAL in P.zza Stazione, 1 ad Asiago dalle 9.00 alle 12.00 dal Lunedì al Venerdì, presso i Comuni indicati nel bando o sul sito www.montagnavicentina.com nella sezione “bandi”. Per informazioni telefonare allo 0424.63424 negli orari di apertura dello sportello informativo. nostro governo, anche se, soggiornando a Roma, il gruppo ha potuto prestare attenzione anche alle tante meraviglie che costituiscono le fondamenta della nostra cultura. Un viaggio a doppio senso dunque: all’intento didattico si è unito il piacere di visitare la città, entrambi aspetti utili e dilettevoli nel contempo. I giovani partecipanti sono andati a formare un gruppo che, per quanto ben assortito in età e occupazione, si è amalgamato molto bene. Ecco che, sempre tutti insieme, dopo ore e ore di viaggio in corriera, i 54 partecipanti hanno visitato le catacombe di San Callisto, la magica piazza di Spagna, la romantica Fontana di Trevi e il Quirinale. Le ragazze, a dire la verità, hanno da subito puntato a via Condotti, per un po’ di sano e... femminile shopping! Il giorno seguente, non potevano non visitare il leggendario Colosseo e gli evocativi Fori imperiali, Piazza Venezia e l’Altare della Patria, prima di recarsi in Vaticano per assistere all’Angelus. All’interno dello Stato Vaticano, un gruppo di loro ha trovato un “asiaghese romanizzato”, il fratello del professore Gloder che ha guidato alcuni ragazzi nella visita. Tutto il gruppo si è poi recato all’interno di San Giovanni Laterano, dove don Federico ha celebrato un’intima messa. Il terzo giorno i 54 ragazzi si sono dedicati alla visita dei Musei Vaticani e di San Pietro, per poi recarsi presso le tombe dei nostri papi. Il pomeriggio di lunedì 15 dicembre è stato dedicato alla preparazione per la visita del Parlamento; i ragazzi, infatti, hanno avuto la rara possibilità di assistere a una seduta della camera presieduta dall’onorevole Rocco Buttiglione, da cui hanno anche ricevuto le con- gratulazioni per il loro comportamento esemplare e per il loro interessamento alla tematica in discussione: la riforma universitaria. Così è giunta anche l’ultima serata romana prima della partenza, festeggiata con un momento di aggregazione e di intesa tra tutti i partecipanti. Nella mattinata del giorno seguente, un gruppo si è recato a visitare il Ministero dei Beni Culturali, accolto dalla segretaria del Ministro e dalla cerimoniera. Un altro gruppetto si è invece incontrato con il Senatore vicentino Paolo Franco, presso Palazzo Madama. Insomma, un viaggio davvero denso, impegnativo ma intenso, che ha lasciato il segno sia nei partecipanti che negli accompagnatori per vari motivi: l’incontro tra giovani e politica, l’indubbia bellezza di Roma e l’aggregazione spontanea tra persone di età e professioni differenti. Avvolti dall’intramontabile magia di Roma, i 54 partecipanti hanno potuto sentirsi parte di un bel gruppo e ora possono rendere quest’esperienza umana e culturale un vero e proprio bagaglio per la vita, oltre che vantare la loro presenza più unica che rara alla seduta della Camera. I partecipanti, partiti da Asiago con verduzzo e panini “alla veneta”, hanno potuto toccare con mano una realtà più grande e complessa e confrontarla con quella europea, rispetto alla quale, a loro dire, è un po’ fossilizzata e lenta. Sicuramente, per tutti loro, si è trattato di un’esperienza irripetibile, sia dal punto di vista umano che culturale. “L’iniziativa – ha dichiarato l’Assessore Roberto Rigoni – ha rappresentato una sorta di accostamento dei giovani alle istituzioni, in un periodo in cui il mondo giovanile tende ad allontanarsi dalla po- litica. Con questo viaggio – ha continuato l’Assessore alla Cultura e al Turismo di Asiago – abbiamo raggiunto lo scopo di sperimentare la politica nella concretezza dei suoi luoghi, comprendendone valore e importanza”. Un bilancio più che positivo per l’esperienza appena intrapresa, sia da parte dei partecipanti che degli accompagnatori; “Ancora una volta – ha infatti dichiarato il consigliere Franco Sella – le politiche culturali del nostro Comune hanno contribuito ad accrescere le conoscenze dei giovani che hanno potuto visitare posti magari mai visti e vivere un’esperienza di aggregazione unica. Un modello culturale vincente che sta riscuotendo successo tra i nostri ragazzi”. Martina Rossi Autobus di linea per Trento prima corsa il 16 gennaio Finalmente è stato approvato il servizio di autobus di linea per il collegamento con la Provincia di Trento! “Si tratta di un’iniziativa importante per i nostri giovani studenti che da anni richiedono l’attivazione di un servizio di trasporto pubblico verso Trento, questo darebbe a loro l’opportunità di migliorare i collegamenti con la sede universitaria con una conseguente diminuzione dei costi di trasporto a carico delle famiglie; - spiega Roberto Rigoni consigliere di amministrazione di FTV e vicesindaco di Asiago - grazie all’aiuto della Provincia, in particolare dell’assessore Sandonà, abbiamo mantenuto la promessa di attivare questo servizio che darebbe un aiuto importante anche al turismo”. L’iniziativa, del tutto gratuita per il tratto di competenza delle FTV, verrebbe poi ad unire, di fatto, il nostro Altopiano con quello di Folgaria e Lavarone, creando un ulteriore servizio a favore del turista. Il prossimo venerdì 16 gennaio la prima corsa. Il servizio, in fase sperimentale sino al 30 giugno 2009, si svolgerà nel pomeriggio del venerdì e nella prima mattinata del lunedì. Questi gli orari: partenza da Asiago alle ore 5.20 il lunedì mattina e sarà in coincidenza alle 6.09 a Monterovere (Trento) con la corsa della “Trentino Trasporti” proveniente da Luserna e diretta a Trento. Il venerdì pomeriggio è prevista una corsa di rientro con partenza da Lavarone Chiesa alle 17.54 in coincidenza con l’arrivo in quella località di una corsa “Trentino Trasporti” in partenza da Trento alle 16.40. L’arrivo ad Asiago da Lavarone è previsto alle 19,00. L’Altopiano a scuola con i Vipers Certo che in casa Vipers le idee non mancano mai. L’ultima è stata presentata proprio alla vigilia delle vacanze natalizie ed è certamente di quelle che meritano attenzione. Si chiama “Viper’s cool” e si tratta di un progetto rivolto alle scuole elementari dell’Altopiano. «Abbiamo scelto un gioco di parole – spiega il presidente Forte – visto che “Viper’s cool” si traduce letteralmente con “Vipers è bello”, ma nella pronuncia potrebbe benissimo essere inteso come “Scuola Vipers”». Atleti e dirigenti della società altopianese, nella giornata di martedì 23 dicembre, han- no visitato classe per classe i tredici istituti elementari dell’Altopiano, distribuendo gratuitamente circa duemila quadernoni agli alunni. Sei le tipologie realizzate, con altrettante colorazioni, grafiche e copertine che riportano le caratteristiche e le peculiarità degli Asiago Vipers, andando a comporre quello che si definisce un acrostico: Victory, Instinct, Passion, Energy, Respect, Show. «E’ stato un “lavoraccio” – ammette Forte – ma ci siamo davvero divertiti. I bambini erano felicissimi ed il loro entusiasmo ha fatto sì che le ore spese tra una scuo- la e l’altra siano davvero volate. Questo è un progetto che ci rende molto orgogliosi: poter essere un modello per i giovani del futuro, essere un esempio per qualcuno che, magari, un domani, si ritroverà raffigurato su uno dei nostri quaderni, non si sa mai!». «Mi sa che dovremo prepararci ad una piccola “invasione” di bimbi dopo le feste di Natale – gli fa eco Ivan Dalle Ave, vice presidente e responsabile del settore giovanile – visto che in moltissimi hanno già manifestato l’intenzione di voler provare l’hockey inline!». I quadernoni dei Vipers sono disponibili presso: Interoffices, Il Cartolaio e Cartolibreria Scaggiari. Stefano Angonese 8 Sabato 10 gennaio 2009 l’Altopiano www.giornalealtopiano.it 8 Storia e canti intorno all’altare ROANA Un altare in legno ricco di storia e, ai piedi dell’altare, un presepio, realizzato con maestria da Corrado Rebeschini, ispirato ai luoghi e ai fatti storici della Grande Guerra. Due simboli pregni di significati attorno ai quali si è svolta, domenica 28 dicembre, una serata dedicata, nel 90° della fine della Prima Guerra mondiale, alla rievocazione storica della Battaglia dell’Ortigara (giugno 1917). Teatro dell’appuntamento, organizzato dal Gruppo Alpini di Roana, la chiesa di Roana, gremitissima per l’occasione. A fare gli onori di casa è stato il parroco don Lino Prearo che ha avuto anche A Roana la rievocazione storica della battaglia dell’Ortigara, organizzata dal locale gruppo Alpini Gli alpini in fila per adorare il bambino FOTO SPELONCA il compito di sostituire il maestro Guido Azzolini, assente perché ammalato, nel ricordare la storia dell’altare custodito nella chiesa di Roana, unico pezzo rimasto della cappella (Mecenseffy Kappelle) allestita a Campo Gallina, luogo di pre- 100 anni di sci a Cesuna Esposto presso il Centro Sociale Cinema Palladio c’era circa un secolo di storia dello sci Club Val Magnaboschi. Oltre all’evoluzione dei materiali impiegati nel fondo, discesa e pattinaggio su ghiaccio, la mostra ha offerto ai numerosi visitatori durante le feste natalizie una esaustiva documentazione fotografica che ha tracciato i momenti più significativi della società sciistica. Seguendo un percorso tematico si è spiegato come il primario Club Edera venne rinominato durante il Ventennio fascista nell’attuale Val Magnaboschi, ciò a causa della foglia del rampicante che al tempo identificava pure il partito Repubblicano, antagonista del regime in carica. Oltre a slittini costruiti artigianalmente con materiali poveri per la gioia dei bambini, l’esposizione posta in essere dalla pro loco con la collaborazione delle varie associazioni parrocchiali cesunesi, ha raccolto quanto le soffitte conservavano da decenni, tra cui una toboga usata per il soccorso sulle piste, quando le motoslitte erano ancora agli albori dello sviluppo; un grande contributo per il recupero dell’attrezzatura è giunto dalla famiglia Pannilunghi, che dello sci fa da anni la propria attività commerciale. “100 anni, sciare a Cesuna” rappresenta inoltre la prima manifestazione della gestione Giulio Valente, neo eletto presidente della Pro loco, e visto il grande riscontro di visitatori è allo studio l’opportunità di prolungare la mostra, e nell’impossibilità di dare ad essa una sede permanente, di riproporla quanto meno nelle prossime stagioni. D. Finco ghiera dei soldati del Comando della 6° Divisione fanteria Austro-Ungarica di stanza lì durante la Grande Guerra. Al termine del conflitto, la cappella venne smontata e trasportata a Roana dove venne ricostruita, nell’estate del 1919, al posto della chiesa del paese distrutta dai bombardamenti. L’inaugurazione avvenne il 7 ottobre del 1919. Siro Offelli, presidente del Soccorso Alpino di Arsiero, con l’ausilio di diapositive ha poi tratteggiato i principali avvenimenti legati alla sanguinosa quanto inutile battaglia dell’Ortigara. Ha chiuso la serata una breve presentazione da parte dell’autore Sergio Bonato del libro “Il ritorno dal profugato – 1918”. Il tutto intervallato dai suggestivi e particolari canti del coro Le voci della Spelonca, sempre capace di suscitare grandi emozioni. Polistirolo, compensato, sassi, muschio, qualche rametto, un filo di rame, noci, un po’ di stoffa, dei cappelli d’alpino in miniatura e tanta passione. E’ quanto c’è alla base del bellissimo presepio allestito ai piedi dell’altare della parrocchiale di Roana realizzato dal presidente del locale gruppo Alpini Corrado Rebeschini. Vi è rappresentato, in modo molto realistico, l’Ortigara con le sue trincee e la colonna mozza, con la chiesetta del Lozze e la statua della Madonna. In un affranto, dove una trincea s’insinua nella montagna, dietro ad una barriera di reticolati, c’è l’ideale rifugio dove trovano posto Gesù, Giuseppe e Maria, mentre gli Alpini in fila salgono per adorare il divin bambino. Una rappresentazione della Natività davvero singolare e significativa, molto apprezzata dai roanesi, da quanti nel periodo natalizio hanno frequentato la chiesa di Roana e dai presenti alla rievocazione storica che al termine della serata si sono avvicinati per poter ammirare ogni piccolo particolare della realizzazione. Il libro di Sergio Bonato sul profugato Tornare a casa. Ritornare sconquasso, che delle case tra i propri monti, rivedere rimanevano poco più delle le proprie contrade, odora- fondamenta ma la voglia di re il profumo dei propri ritornare forse faceva che campi. Ritornare a casa. E’ non si ascoltassero bene le stato il pensiero fisso per voci fino a quando, dopo oltre tre anni dei profughi l’armistizio, venne proibito altopianesi costretti duran- qualsiasi transito ai civili te il maggio del 1916 a sull’Altopiano tranne pochi scappare in un baleno, rac- autorizzati. cogliendo in fretta e furia Finito la guerra per i proquattro cose, ad abbando- fughi iniziò un’altra contro nare le proprie case all’as- la burocrazia, contro funsalto delle artiglierie dei due zionari testardi, contro mieserciti contrapposti litari ottusi per sull’Altopiano. Tornare a riappropriarsi di qual poco casa. E’ stato quasi un os- che avevano lasciato. sessione per gli altopianesi Un’odissea raccontata nel sparsi per mezz’Italia spes- libro “Il ritorno dal so bollati come traditori per- profugato – Kerabar ché si parlava ancora il Hoam, Torniamo a casa” cimbro, spesso derisi per- che nasce da una ricerca ché abitanti in montagna e di Nico Lobbia poi affidata poco avvezzi alle cose di città. TorSergio Bonato presenta il suo libro nare a casa. Una nella chiesa di Roana possibilità che sembrava avverarsi appena l’Austria capitolò nel 1918 perché non si sapeva a quale furia distruttrice era stata sottoposto ogni paese, ogni contrada, ogni abitazione. Delle voci filtravano ma non c’era la possibilità di confermarle. Voci segnalavano che i boschi erano devastati, che i prati erano uno all’Istituto di Cultura Cimbra. Un libro che riporta articoli di giornale, documenti e atti sull’odissea altopianese arricchito da una cospicua raccolta fotografica con alcune foto quasi inedite. Un odissea che ha portato D. Giuseppe Rebeschini a scrive sul “Il Risorgimento”: “Vorremmo stendere un velo e nemmeno parlare della lugubre data, segnale e preludio dell’invasione che ridusse a un cumulo di macerie l’Altopiano e le valli limitrofe; vorremmo seppellire nell’oblio le tragiche scene, i pianti, gli strazi, le pene dei profughi figli dell’Alpe, costretti a precipitare nella pianura sotto la pressione dell’uragano;vorremmo tacere e tacere per sempre gli episodi che accompagnarono quella fuga disperata di donne, di bambini, di vecchi; vorremmo nemmeno accennare allo sconforto indicibile alla grande amarissima delusione che quegli infelici provarono, quando, sottrattisi al pericolo di morte per l’infuriar delle granate, si videro fatti oggetto di disprezzo e di rifiuto da parte di coloro che dovevano allietarli del saluto “Fratelli” e invece li regalavano d’un titolo che lacerava le loro anime, più che non il proiettile nemico sibilante per l’aria! Vorremmo dimenticare tutto … per non rinnovare lacrime, dolori, per non rattristarci e rattristare.” Prima messa ad Asiago nell’aprile 1919 8 Sabato 10 gennaio 2009 l’Altopiano www.giornalealtopiano.it 9 Urbanistica sempre al centro delle polemiche ROANA Contestato un emendamento che riserva al Comune roanese il diritto della perequazione ROTZO Consegnate le borse di studio Foto di Bruno Slaviero E’ oramai una consuetudine per il Comune di Rotzo premiare, prima di Natale, gli studenti meritevoli residenti. Le borse di studio 2008, relative ovviamente all’anno scolastico 2007/2008, sono state consegnate in una breve e semplice cerimonia tenutasi nella sala consiliare, sabato 20 dicembre. Il sindaco Matteo Dal Pozzo ha fatto gli onori di casa, insieme all’assessore alla cultura e all’istruzione Laura Segna. Ospiti speciali della serata, a rappresentare il mondo della scuola in cui questi ragazzi stanno svolgendo proficuamente il loro cammino di formazione, il dirigente dell’Istituto Superiore di Asiago Alfredo Paiola e la professoressa Domenica Polato. Per le scuole medie superiori hanno ricevuto la borsa di studio Giulia Slaviero, Michele Spagnolo e Valentina Dal Pozzo. Per le scuole medie inferiori sono stati premiati: Damiano Marangoni, Noemi Dal Pozzo, Martina Dal Pozzo, Federica Slaviero e Giulia Dal Pozzo. IL CONCERTO DELL’EPIFANIA Organizzato dal Comune e dalla Parrocchia, in collaborazione con il conservatorio “A. Steffani” di Castelfranco e con la sua sede decentrata di Marostica, si è tenuto nella parrocchiale di Rotzo il Concerto dell’Epifania per voce e chitarra. Protagoniste della serata Radmila Visentin e Claudia Benasciutti, entrambe con un invidiabile curriculum. Radmila Visentin, di Castelfranco Veneto, è diplomata in pianoforte e clavicembalo ed ha studiato canto con la soprano Manuela Meneghello, facendo parte poi di varie formazioni corali caratteristiche. Claudia Benasciutti è invece diplomata in chitarra classica, oltre ad essere laureata in discipline musicali ed essere docente in varie scuole del Trevigiano. Un duo che ha saputo incantare il pubblico di Rotzo presentando un programma che ha spaziato dal Medioevo francese al Rinascimento inglese, dal Novecento spagnolo al Romanticismo italiano e tedesco. Il concerto è stato organizzato gratuitamente grazie ad una convenzione sottoscritta dal Comune con il conservatorio di Castelfranco Veneto. Alla convenzione, oltre a Rotzo, aderiscono anche Conco, Gallio e Lusiana, insieme a diversi altri comuni del Vicentino tra cui naturalmente Marostica. Alla base dell’accordo c’è l’istituzione di una sede decentrata del conservatorio a Marostica, per permettere ai giovani di usufruire dei corsi organizzati dal conservatorio stesso senza dover effettuare spostamenti troppo lunghi. I corsi di quest’anno sono di chitarra, flauto traverso, violino, pianoforte, teoria e solfeggio. Corso su prevenzione degli incidenti domestici Il Comune di Rotzo in collaborazione con Texta formazione organizza il corso dal titolo “Stili di vita e prevenzione degli incidenti” un breve percorso per acquisire utili informazioni atte a ridurre i rischi di incidenti domestici. La lezione è programmata per giovedì 15 gennaio alle 20.30 presso la Biblioteca Civica. L’iscrizione, gratuita, deve essere effettuata presso gli uffici comunali entro martedì 13 gennaio. Novità sul fronte dell’urbanistica a Roana. Nell’ultimo consiglio comunale il sindaco Mario Porto ha proposto un emendamento da applicare a tutti i piani di lottizzazione che saranno presentati in consiglio fino all’approvazione del PAT comunale. L’emendamento in pratica riserva al Comune il diritto di assicurarsi gli introiti legati alla perequazione fino alla concessione dell’agibilità degli edifici costruiti; una norma pensata per far fronte al vuoto amministrativo creato in quel senso dovuto alla scadenza delle norme di salvaguardia e della non approvazione da parte della Regione della variante proposta dall’amministrazione nell’ottobre del 2004. L’emendamento, definito da Davide Bolzon demagogico e populista, è stato poi oggetto di un esposto inviato alla Prefettura dal consigliere Antonella Cocco che ritiene che non ci sono le basi giuridiche perché possa essere applicato. “Chi andrà a pagare oneri non previsti dalla normativa comunale? Sarebbero degli stolti – commenta la Cocco – Per assicurarsi questo diritto, che dovrebbe essere sacrosanto a tutela della stessa cittadinanza, l’amministrazione dovrebbe come minimo apporre una variante al regolamento comunale. Queste problematiche non si risolvono tirando fuori dal cilindro all’ultimo momento un emendamento. Queste cose si devono fare con perizia e con basi giuridiche solide anche perché c’è di mezzo il bilancio comunale. Lo stesso assessore al bilancio ha affermato che senza l’entrata delle perequazioni il bilancio sarebbe in difficoltà.” Pacata la replica del primo cittadino: “Aderendo alla richiesta della minoranza si andrebbe certamente ad esporre l’amministrazione ad un mancato futuro introito legato alla perequazione non ancora vigente, ma approvata in variante urbanistica. Penso e ribadisco che stiamo facendo gli interessi della pubblica amministrazione se cerchiamo di garantire un introito seppure futuro”. Gerardo Rigoni CESUNA Cambio ai vertici della Proloco Giulio Valente è il nuovo presidente della Proloco cesunese, il giovane, neo eletto durante l’ultima seduta dell’associazione, subentra al predecessore Roberto Valente. Oltre al vertice del direttivo pure i collaboratori hanno subito un rimpasto, ragione per cui l’organico oggi risulta composto dal vice presidente Gian Franco Valente, Roberto Valente e Cristiana Mosele – cassieri, consiglieri: Stefano Porto, Anna Fabris, Mauro Corà, Antonietta Frigo, Paola Spiller. “Raccolgo il testimone lasciatomi da Roberto – ha commentato il nuovo responsabile Valente – spero di proseguire in maniera positiva quanto è stato fatto fino ad oggi. Tra le priorità che ci prefiggiamo v’è l’esigenza di coinvolgere il maggior numero di giovani nelle idee che andremo a realizzare prossimamente. Come per molti altri enti simili al nostro, il problema principale è l’esiguo budget con cui siamo costretti a fare i conti, cercheremo perciò di ridurre il numero delle manifestazioni da pro grammare, ma nell’ottica di eventi con un maggior s p e s s o re qualitativo. Ai compaesani chiediamo collaborazione, con l’impegno di molti potremo rafforzare l’interesse turistico per la nostra frazione”. 8 Sabato 10 gennaio 2009 l’Altopiano www.giornalealtopiano.it 10 Condomini addio, è pronto il PAT GALLIO Lunedì 12 sarà a Gallio l’Assessore regionale alle politiche del territorio Renzo Marangon per la presentazione del PAT, Piano di Assetto Territoriale, il 17° approvato dalla Regione. L’incontro, al quale sono invitati tutti i cittadini, è fissato per le ore 12 in sala consiliare. Con l’approvazione del documento che getta le linee guida per lo sviluppo territoriale nei prossimi anni, amministrazione guidata da Antonella Stella raggiunge uno dei traguardi più importanti prefissati per questa legislatura. “E’ stato un parto lungo e complicato – afferma il sindaco - Ci stiamo lavorando su da quasi 4 anni. Tante cose sono state affinate strada facendo insieme ai tecnici regionali, con i quali siamo in copianificazione. Ci sono stati diversi intoppi e probabilmente abbiamo pagato lo scotto di una legge nuova e anche il fatto che, fra l’adozione e la valutazione delle osservazioni, sono cambiati i tecnici regionali con cui abbiamo lavorato, cosa che ha comportato anche una modifica anche delle procedure da seguire. Ma, tutto è bene ciò che finisce bene...” Il PAT di Gallio è stato adottato dal Consiglio Comunale il 21 dicembre del 2007. Ci sono stati poi gli incontri Verrà presentato lunedì 12 gennaio il nuovo Piano di Assetto territoriale. Tra i principali contenuti, lo stop alle lottizzazioni. Antonella Stella: “Abbiamo dimostrato che ridurre la cubatura si può e ora speriamo che anche le altre amministrazioni dell’Altopiano seguano il nostro esempio” di presentazione ai cittadini in modo che tutti potessero fare le loro osservazioni in maniera avveduta. Raccolte le osservazioni, si è dato loro risposta, ed infine si è tornati in Regione per la VTR (Valutazione Tecnica Regionale) e poi per la Conferenza dei Servizi. Ora il PAT è approvato a livello tecnico. Dovrà avere un’ulteriore approvazione dalla Giunta Regionale (probabilmente già in questi giorni), infine verrà pubblicato sul Bollettino Ufficiale della Regione Veneto e diverrà effettivo dopo 15 giorni dalla pubblicazione. I contenuti fondamentali del piano sono questi: riduzione della cubatura presente nel vecchio PRG (da 365.000 mc a 180.000 mc), con conseguente diminuzione del volume edificabile nelle lottizzazioni già presenti nel vecchio PRG; non è stata aggiunta alcuna nuova lottizzazione rispetto alle 5 già esistenti nel vecchio PRG, che verranno ridimensionate volumetricamente; recupero degli edifici esistenti attraverso la concessione di un premio cubatura; indicazione di tipologie precise per i nuovi edifici: potranno essere al massimo mono-bi-trifamiliari, dell’altezza massima di due piani più sottotetto, cercando così di riportare ad una tipologia di intervento più consona al nostro territorio; particolare riguardo per la frazione di Stoccareddo e le contrade, dove, nei limiti del rispetto dell’ambiente, sarà favorito lo sviluppo edilizio, per mantenerne la vitalità; introduzione della perequazione, del credito, della compensazione urbanistica. “Siamo convinti di aver reso un buon servizio al nostro paese e, forse, anche all’Altopiano – afferma Antonella Stella - abbiamo di- mostrato che ridurre la cubatura si può e ora speriamo che anche le altre amministrazioni seguano il nostro esempio”. Molte delle modifiche che sono state introdotte con il PAT verranno effettivamente messe in pratica con il PI, il Piano degli Interventi, che verrà fatto e verrà approvato direttamente dal Comune e per il quale amministrazione si sta già adoperando per affidare l’incarico di redazione. “Il massimo per noi – conclude il sindaco - sarebbe riuscire ad arrivare a concludere tutto ciò che abbiamo iniziato entro il 7 giugno, data delle prossime elezioni amministrative”. Stefania Longhini Grande successo a Mantova per il “Club dei Gigolò” Una giornata all’insegna dell’allegria e buonumore, con musica, canti e simpatia Un’idea nata per scherzo, per contrastare i problemi quotidiani, per dimenticare per un giorno lo stress della vita moderna, il lavoro, la famiglia, la crisi economica. Quarantuno uomini di varie età, dai minorenni fino agli ultrasessantenni, tutti con in testa uguale cappello “Panama”, sono partiti da Stoccareddo e Sasso alla volta di Mantova, armati di fisarmonica, buonumore, voglia di cantare e “bagolare” e con un grande cartello con il nome del loro club. Il club dei Baù e dei Rossi, forse?! No: il club dei….gigolò! Arrivati a Mantova, si son fatti notare, eccome, tanto da catturare con il loro modo improvvisato di far festa il pubblico di un evento programmato in città. L’allegro gruppo, con in testa Loreno e Michel Baù con il cartellone del “Club dei gigolò” e Ortensio Baù con la sua fisarmonica, ha percorso a piedi le vie centrali di Mantova suonando e cantando canzoni popolari, di montagna, di una volta, attirando la curiosità dei presenti. “Siamo stati accolti con grande calore – raccontano – e abbiamo ricevuto tanti complimenti e applausi. Ci hanno fotografato e ripreso con la videocamera, le commesse dei negozi hanno abbandonato clienti e posto di lavoro per qualche minuto, uscendo a vedere cosa stava succedendo. E sono stati tutti contenti e contagiati dalla nostra allegria, ci hanno detto che siamo unici, che solo la gente di montagna sa divertirsi e far divertire con semplicità. Nei giorni successivi anche il quotidiano locale ha parlato di noi!” Da mettere in evidenza anche il valore di aggregazione del gruppo, del quale, come abbiamo detto, facevano parte maschi di tutte le età, fra cui i più giovani, diciassettenni, Anthony e Simone, e gli ultrasessantenni Silvano e Livio Baù, Pierino e Lino Rossi. Molto positivo inoltre il fatto che l’iniziativa è stata l’occasione per riunire numerosi abitanti di Stoccareddo e Sasso, tradizionalmente “rivali” in molte cose. Per concludere in bal- doria la bella giornata di festa, tutti a cena a Ferrara. Ma mogli e fidanzate come hanno accolto l’iniziativa? “Qualcuna all’inizio si è dimostrata perplessa – dicono i rappresentanti del Club – ma alla fine nessuna si è arrabbiata. Vogliamo precisare una cosa: solo per quella sera noi ci siamo detti disposti a lavorare gratis!”. Ma se poi abbiamo “lavorato” o meno, questo proprio non lo vogliono raccontare. Quel che è certo è che è già in programma una nuova gita, prevista prossimamente a Venezia, e si sta anche pensando ad allargare e rendere ufficiale il club. Requisiti per farne parte? Niente musi lunghi, ma tanto brio, spensieratezza e festosità! Silvana Bortoli 8 Sabato 10 gennaio 2009 l’Altopiano www.giornalealtopiano.it 11 Impianti fermi sulle piste di Monte Corno LUSIANA Niente sci da discesa a Monte Corno. Nel periodo delle festività, la piana di Granezza e Monte Corno, lungo gli anelli che congiungono la località turistica con le panoramiche località dei comuni di Lugo, Calvene e Caltrano, era alquanto affollata di sciatori, ma le tre piste di discesa che dal Monte Corno portano alla piana di Granezza erano deserte. Gli impianti di risalita sono infatti rimasti fermi perché non è stata rinnovata la concessione comunale da parte della società di gestione. “Non lo abbiamo fatto - spiega Giada Conzato, titolare della società - perché la spesa di ripulitura delle piste diventava troppo costosa. Nell’estate scorsa i boscaioli avevano ottenuto dal Comune il permesso di abbattere alcune piante di abete, La società di gestione non ha rinnovato la concessione comunale. La titolare: “Le piste dovevano essere ripulite dalle ramaglie lasciate dopo il taglio degli alberi: un’operazione troppo costosa per noi” zioni che cercava. Il flop ha creato molto malumore anche tra coloro che qualche decennio fa avevano creduto nell’importanza turistica del Monte Corno innevato dando vita alla società “Granezza Monte Corno” che spaziava anche fino al monte Mazze in comune di Lugo. Per il mancato ripristino degli impianti di risalita, questa pista è inutilizzata da anni, ma il polo attrattivo funzionava bene lo stesso con gli impianti di risalita di Monte Corno e la va- sta rete del fondo che spazia ancora fino ai campi di golf di Asiago e le montagne della comunità montana Dall’Astico al Brenta. Si spera che per la prossima stagione tutto venga rimesso a posto e il Monte Corno ritorni ad essere un’ambita località turistica invernale con tutti i crismi del passato. Egidio Zampese Nella foto, gli impianti di risalita del Monte Corno rimasti bloccati. Con neve e gelo la cabina non si sposta ma dopo aver eseguito il lavoro hanno prelevato solo i tronchi e lasciato le ramaglie sparse dappertutto. Poiché l’area è vasta e la pulizia completa veniva a costare troppo, non abbiamo rinnovato la concessione comunale”. Delusi sono stati gli appassionati di sci alpino che trovavano nelle piste di Monte Corno la località adatta per il loro sport preferito perché la ripidità non è eccessiva e anche chi non ha grandi esperienze nella discesa poteva trovare le soddisfa- Frana in Via Coghi, rientra l’allarme Allarme rientrato in via Coghi a Laverda dove nelle notti scorse il maltempo ha causato un frana che ha minacciato alcune abitazioni. Gli inquilini sono stati ospitati all’albergo alla Rosa di Velo. Sono intervenuti gli uomini della protezione civile di Lugo e Lusiana che hanno tenuto sotto controllo la situazione per tutta la notte. Dopo due giorni le famiglie sono ritornate nelle proprie abitazioni e gli animali hanno potuto brucare l’erba sui prati circostanti la frana. E’ intervenuto anche il sindaco di Lusiana Virgilio Boscardin che ha incaricato l’ufficio tecnico comunale per un sopralluogo di verifica per accertare che non si verifichino ulteriori smottamenti. E.Z. Nella foto l’area franata Quadrangolare di calcio a 5 Alla palestra comunale si è svolto il “4° quadrangolare di calcio a 5 - Natale 1988” organizzato da Daniel Pastello, Davide Bedin e Alex Rossi. Per la qualificazioni si è giocato l’11, il 15 e il 17 dicembre. La classifica finale ha visto al primo posto la compagine “Lusiana calcio a 5” di Lusiana. Al secondo posto si sono piazzati “Quei del Luni” ancora di Lusiana. Terza piazza per il “New Team” composto da giocatori di Lusiana e Gallio. Quarta piazza per l’”Interforze” di Asiago. E.Z. Nella foto, la formazione del “Lusiana calcio a 5” vincitrice del torneo di Natale. Ha preso il via il Trofeo “Neve ghiaccio” Per mancanza di neve era slittato l’inizio delle gare valevoli per l’assegnazione del trofeo “Neve-Ghiaccio” organizzato, da ben quattro lustri, dalla “Ruffato Formula” di Padova. Ma la neve abbondante delle settimane scorse ha creato i presupposti per l’inizio delle competizioni che si sono svolte sulla pista di Monte Corno nel versante verso Granezza di Gallio. Il numero dei piloti che si sono confrontati nel trofeo “Endas” si è allargato quest’anno a 54. I risultati della prima gara vedono in testa nella “1a Divisione” Dino Pesavento ( 5’08"335'”), 2° Cristian Marchioro (5’09"707"), 3.° Mauro Bortignon (5,24"683'”). 2.a Divisione: 1 Michele Franoso, 2 Andrea Zagardi, 3 Alex Errata corrige Nell’articolo pubblicato a pag 12 del numero natalizio de l’Altopiano, dal titolo “Le sfide degli scacchisti in erba”, è stato erroneamente riportato che: Michele Broglio è classificato terzo nella categoria piccolissimi e Alice Broglio si è insediata al primo posto nella categoria piccoli. Nella realtà si tratta rispettivamente di Michelle Broglio (bambina) e di Alice Pozza. Ci scusiamo con le giovani interessate e con i lettori. Munaretto. 3a Divisione: 1 Alessandro Nicoletti, 2 Paolo Dorigo, 3 Ivo Cortese. 4a Divisione: 1 Dino Pesavento, 2 Stefano Brunello, 3 Tiziano Nerobutto. Le prossime gare sono on calendario l’11 e il 25 gennaio, l’1 e l’8 febbraio. Neve e gelo hanno bloccato i lavori di spostamento della cabina del gas tra via Zampese e Pernechele in comune di Lusiana. Lo spostamento della cabina per la riduzione della pressione del gas era stata previsto a causa dei lavori di messa in sicurezza del torrente Valle dell’Onfesa che richiedeva muri di sostegno dal lato verso la provinciale Lusianese fino al punto di affluenza dell’Isora al torrente Valle dell’Onfesa eseguiti dai Servizi forestali regionali del dipartimento dei Sette Comuni. Era stato così progettato di spostare verso Santa Caterina la cabina e contemporaneamente spostare verso la frazione anche le campane per la raccolta differenziata poiché il punto prescelto era proprio dove erano ubicati i cassonetti. I lavori iniziati nei mesi scorsi se non ci fosse stato maltempo sarebbero già conclusi. Lo stop ritarda il completamento delle opere la cui esecuzione riprenderà non appena sarà passata l’ondata di neve e gelo. E.Z. 8 Sabato 10 gennaio 2009 l’Altopiano Il “rogo dea vecia” chiude il vivace Natale di Enego Se in un’ ipotetica letterina a Babbo Natale avessimo potuto chiedere qualche ingrediente per rendere ricca e piacevole la stagione invernale, forse non saremo riusciti a far così bene. La stagione quest’anno ad Enego è stata davvero bella, ha soddisfatto turisti, tanti dei quali nuovi, paesani e commercianti. Il tempo ci ha messo molto di suo, ed è stato un regista perfetto, il tempismo e la misura non sono mancati, nevicate nei giorni clou: Natale, Capodanno, Epifania; imbiancate meravigliose e molto caratteristiche, mai eccessive per non spaventare i tanti ospiti poco abituati alla neve e soprattutto al suo “lato meno romantico”. Dicevo, il tempo ci ha messo molto di suo, già, perché vedere un paese di montagna, imbiancato da una soffice coltre, finalmente nel periodo natalizio, è uno degli spettacoli più gustosi, lo scenario ideale bello e pronto, e su questo con abilità sono stati inseriti tanti appuntamenti che hanno impegnato e catturato il pubblico. E’ stato infatti offerto un programma semplice , ma variegato che ha riempito e arricchito le serate di tutti, anche di coloro che, vincendo la pigrizia e la stanchezza dopo la giornata passata sulle piste, (un servizio di bus navetta ha fatto la spola ogni giorno da Enego a Val Maron e viceversa) non hanno rinunciato ad uscire la sera. Le temperature polari non sono mancate, ma non hanno scoraggiato nessuno, la curiosità ed il piacere, hanno avuto sempre la meglio. Il Natalenego, offerto dall’Amministrazione Comunale, in collaborazione con la Pro Loco, l’Ass. Commercianti, l’Ass. Alpini, l’Ass. storico culturale “Dalla Brenta all’Ortigara” e l’US Enego Calcio, ha dato insomma ottimi risultati, ad appuntamenti classici si sono aggiunte serate davvero originali. La piazza S. Marco, quest’anno arricchitasi di tante casette per il mercatino natalizio, ha accolto numerose manifestazioni, come l’arrivo della fiaccolata partita dalla cima del Monte Lisser, fatta in gemellaggio con Montegrotto Terme; l’incontro fra Babbo Natale ed i più piccoli per la distribuzione delle caramelle ed i giri in calesse, la tosella fatta in piazza e naturalmente assaporata dai tanti curiosi e buongustai. Una piazza sempre animata anche grazie al ben riuscito mercatino dell’artigianato eneghese, che ha mostrato una faccia nuova, interessante e sconosciuta ai più, del paese e dei suoi tanti talenti; per aiutare grandi e piccini a combattere il Chopin, Donizetti , Delarue. L’imponente Filarmonica Bassanese, che con le sue possenti note ha riempito la chiesa, offrendo brani natalizi classici, ma anche un aria famosissima di Puccini, “Nessun dorma” , ben interpretata dal tenore Ravazzolo, con la dolce voce femminile della Castellani ha interpretato “La vita è bella”, quindi ha trascinato il pubblico in un viaggio fantastico con le colonne sonore di Indiana Jones e i Pirati dei Caraibi. Una serata un po’diversa è stata quella intitolata “Poesie in musica”, versi di poesie di autori famosi, tutte legate al Natale, accompagnate dalla musi- Doverosa la serata dedicata alla grande guerra, una serata mostra, un po’ particolare, che è stata particolarmente gradita al numeroso pubblico, che ha potuto ascoltare le parole e vedere le immagini presentate dal bravissimo Luca Girotto, ma che ha inoltre avuto l’opportunità di gustarsi dal vivo tanti oggetti, alcuni ormai rari, messi in mostra per l’occasione. Il tutto per presentare la ristampa del libro “Gli oggetti raccontano la grande guerra” di Cerato e Simi. Infine coinvolgente è stata la serata presentata dall’alpinista e scrittore Tarcisio Bellò, reduce da una spedizione davvero freddo poi, ci hanno sempre e puntualmente pensato gli alpini della sezione di Enego, con vin Brulè e cioccolata calda, sempre gratis! La vigilia di Natale e in replica il 4 gennaio, è andato in scena il presepe vivente, la gradinata del Duomo ha offerto come sempre un perfetto palcoscenico. Anche il Duomo di S.Giustina ha aperto le sue porte ed ha accolto numerosi appuntamenti; grazie alla sua maestosità e all’atmosfera che questa offre, il bellissimo Duomo ha reso ancora più emozionanti i concerti che si sono tenuti. Concerto per pianoforte, violino e flauto a cura dei maestri: Meneghini, Alberti, Zaltran, che hanno spaziato dalla musica del 700 fino alla musica contemporanea offrendo brani di: Vivaldi, Schubert, Mozart, ca barocca, impeccabilmente interpretata dai maestri: Benedetta Dalla Palma al violoncello e Michele Rossi al violino. Molto interessanti anche le serate storico naturalistiche, non è mancato il Prof Dalmeri del Museo di Trento, per parlare dei vari ed interessanti siti archeologici che costellano Marcesina e la Val Gadena. fantastica sul Karka nella catena dell’Hindu Kush, dove in compagnia di altri vicentini, ma anche in solitaria ha non solo aperto nuove vie , ma condotto un viaggio da vero esploratore “portando alla luce” varie cime, tutte tra i 5000 ed i 6000 mt, fino ad oggi mai scalate, mai cartografate e quindi mai nominate. www.giornalealtopiano.it 12 Foto di Maurizio Gabrieli Il nome di una cima è stato inoltre messo all’asta, una brillante idea che il gruppo vicentino ha avuto ed ha presentato anche nella famosa trasmissione di rai 3 “ Alle falde del Kilimangiaro”, per raccogliere i fondi per poter costruire un acquedotto in un villaggio, molto popoloso, in Pakistan, dove la spedizione ha sostato per dar vita alle sue imprese. Bella e divertente anche la serata sportiva, che ha recuperato una bella tradizione persa ormai da alcuni anni, ovvero quella di sfruttare la zona più a tramontana del paese, come pista da fondo. Generazioni di eneghesi hanno mosso i loro primi passi con gli sci da fondo sul campo comunemente conosciuto come campo del “zea” , in via Zante. Anche se nella giornata di sabato 3 gennaio, già nelle prime ore del pomeriggio il termometro segnava -12, i partecipanti, una quarantina circa, tra giovani e meno, tra i quali anche la simpatica categoria jurassica, non si sono certo fatti scoraggiare. Fiumi di vin brulè e tè caldo hanno aiutato partecipanti addetti ai lavori e pubblico, che non è mancato, a superare le circa due ore all’aperto, la gara si è disputata in notturna! Un occasione questa gara sprint di sci di fondo, che ha visto la collaborazione delle diverse scuole sci dell’Altopiano, la partecipazione di diversi giovani atleti, come di semplici appassionati. Poche decine di metri, percorsi dando il massimo, che hanno saputo però divertire ed impegnare tutti; una riscoperta, questa del fondo in paese, che meritava proprio di essere fatta! Come impone la tradizione infine, a chiudere ogni festeggiamento, la Befana, o meglio “el rogo dea vecia” avvenuto in piazza, a fianco della torre scaligera, nella serata del 5 gennaio, che ha attirato un folto e divertito pubblico. Stefania Simi Tra Valstagna e Foza si mette in sicurezza la Strada Provinciale Campesana-Valvecchia La Giunta Provinciale ha approvato il progetto definitivo aggiornato dei lavori di sistemazione ed allargamento di alcuni tratti stradali tra Valstagna e Foza lungo la S.p. 73 Campesana/ Valvecchia. Il primo progetto risaliva infatti al 2006, ma è stato necessario proporre alcune modifiche a seguito di prescrizioni dettate dalla Soprintendenza ai Beni Ambientali.La Campesana-Valvecchia fino al Comune di Valstagna è strada di fondo valle, poi si inerpica verso il Comune di Foza con una serie di tornanti ricavati lungo il ver- sante. Nei primi tornanti, ottenuti con sbancamenti della parete rocciosa, la strada è stretta e tortuosa ed è costantemente sovrastata da pareti verticali di roccia più o meno compatta e fratturata. In seguito il percorso si fa particolarmente sinuoso, con numerose semicurve e curve a stretto raggio, in corrispondenza delle quali vi sono porzioni rocciose che sporgono verso la carreggiata costituendo ostacolo alla visibilità e allo stesso transito dei mezzi. C’è inoltre rischio di caduta di blocchi rocciosi e di massi di varia pezzatura, in particolar modo in occasione di periodi piovosi e primaverili a seguito dei cicli di gelo e disgelo. Il progetto approvato, redatto sulla base dei rilievi eseguiti e dei fenomeni verificatisi, prevede una serie di lavori e opere a carattere preventivo per la messa in sicurezza dei versanti e delle scarpate stradali a garanzia e miglioramento della sicurezza stradale. Il costo dei lavori ammonta a 1.032.000 euro. Da un lato si interviene sulle opere di protezione già esistenti, collocate perlopiù in maniera discontinua e necessitanti comunque di ma- nutenzione e verifica. Dall’altro si realizzano nuove opere sia di difesa attiva che passiva contro la caduta massi, in zone scoperte o non sufficientemente protette dai distacchi. L’intervento è articolato in varie lavorazioni tra cui: la rettifica di alcune curve, per consentire una più agevole percorribilità della strada, mediante demolizione con martellone nei tratti in cui l’altezza della parete rocciosa o del versante siano modesti; operazioni di bonifica e lavori di disgaggio delle porzioni rocciose instabili mediante un disgaggio leggero delle frazioni più piccole e dei massi di medie dimensioni in precario equilibrio; interventi di rafforzamento corticale, per un totale di circa 16.800 mq, comprendenti posa in aderenza di rete paramassi e posa di pannelli paramassi in fune; consolidamenti puntuali con chiodature e tiranti attivi per l’assicurazione di singoli blocchi rocciosi; posa di barriere paramassi elastiche ad alta dissipazione di energia; ripristino della funzionalità delle reti e barriere paramassi esistenti previa sostituzione degli elementi danneggiati con svuotamento dai detriti e massi caduti. Il via ai lavori è previsto nell’estate del 2009. “La sicurezza sulle strade –commenta l’Assessore Provinciale alla Viabilità Costantino Toniolo- è la nostra priorità, soprattutto in montagna dove le arterie sono strette e tortuose e dove le pareti e i pendii vanno costantemente monitorati per evitare che diventino pericoli incombenti sui veicoli. Investiamo cifre importanti, come in questo caso dove si supera il milione, ma vogliamo che gli utenti delle nostre strade si sentano sicuri.” 8 Sabato 10 gennaio 2009 l’Altopiano www.giornalealtopiano.it 13 Sopra la neve di Marcesina cade una pioggia di milioni “Iniziativa per la valorizzazione turistica ambientale e naturalistica dell’area transfrontaliera della piana di Marcesina” - Intervento finanziato con provvidenze del Programma triennale degli interventi di intesa tra la Regione Veneto e la Provincia Autonoma di Trento (D.G.R.V. N° 1655 del 24/06/08) Arriva ad Enego un consistente contributo di 3.150.000 euro per la valorizzazione turistica, ambientale, naturalistica dell’area transfrontaliera della piana di Marcesina. Nella conferenza stampa per l’annuncio ufficiale dello stanziamento, alla presenza dell’assessore Oscar De Bona e del vice sindaco di Grigno Lino Bellin, in rappresentanza del sindaco Pacher, il sindaco Igor Rodeghiero ha affermato con orgoglio: “Questa è una giornata storica per Enego, in quanto mai un contributo così importante è arrivato nel nostro comune, mai un progetto così importante ed articolato è stato proposto”. Rodeghiero ha ringraziato tutta l’amministrazione che ha collaborato, ed in particolare il capo area tecnica e tutto il Comune. “Tutti - ha detto Rodeghiero - hanno permesso di arrivare ad una stretta collaborazione con Grigno, con il progettista arch. Vescovi ed alla fine di presentare un progetto che è stato preso in considerazione perché particolarmente curato ed interessante. Trovo difficile esprimere l’importanza del momento, culmine di un lavoro e di un pressing durissimo presso il Consiglio Regionale ed in particolare con De Bona”. Il Sindaco ha ringraziato anche il Comitato referendario pro Trento, in qualche modo promotore di questa iniziativa, volta a far fronte agli squilibri economici esistenti nelle nostre zone montane. De Bona ha riconosciuto il grande e tenace lavoro di Enego ed ha sottolineato che l’80% di questo contributo di 3.150.048 euro proviene dalla provincia di Trento, ovvero sono i fondi dell’intesa Dellai - Galan. La priorità è stata data a queste zone, Enego e Grigno hanno ottenuto il contributo più alto, proprio perché qui il disagio è crescente, ed una piana come Marcesina, unica al mondo, parole di De Bona, merita di essere sfruttata in modo più ampio, migliore, anche se in modo moderato per non offendere il territorio. “Il progetto per Marcesina – ha continuato De Bona - è stato subito considerato un progetto intelligente, è piaciuto molto, e sta a cuore alla provincia di Trento valorizzare con interventi e servizi la zona condivisa da Enego e Grigno, e speriamo, con questo intervento di dare veramente una svolta in positivo a questi paesi”. Grande successo anche perché è la prima volta che i 2 paesi confinanti si accordano lavorando in maniera sinergica, questo in particolare ha voluto sottolineare il rappresentante del Comune di Grigno. Un lavoro che entro un anno dovrebbe mostrare i frutti! Il progetto è stato illustrato dall’ arch. Vescovi. Sono stati individuati 10 siti, nell’ambito della Piana, dove verranno apportati degli interventi per migliorare la viabilità (non asfalto, ma materiali ecologici) favorire lo sviluppo e la conoscenza sotto il punto di vista naturalistico, ambientale, storico, favorendo attività ludico sportive sia estive che invernali. Parcheggi attrezzati per sosta auto e camper, caminetti, panche, copertura di alcuni di questi, servizi igienici, recupero delle testimonianze storiche in particolare legate alla Grande Guerra, restauro del Forte Lisser con allestimento di uno spazio museale. Strade per miggliorare i collegamenti, ma anche per favorire e sviluppare il ciclismo di montagna. Stefania Simi Tutti i particolari del progetto illustrati dall’architetto Vescovi La località a noi tanto cara (nota in negativo per le basse temperature e l’accento sbagliato), balza agli onori della cronaca, in positivo stavolta, per l’importante finanziamento che l’Amministrazione eneghese ha portato a casa. La tenacia del nuovo Sindaco (Igor Rodeghiero) e la tempestività nella presentazione del progetto da parte dell’Architetto Enrico Vescovi, hanno conquistato il secondo posto in graduatoria regionale, portando a casa la bella cifra di 3.500.000 euro! Sulla scrivania, l’Architetto Vescovi esibisce disegni, mappe, progetti. “Quando hai ricevuto l’incarico dal Comune di Enego?” “Ai primi di agosto, con consegna dopo ferragosto. Per poterlo presentare in tempo abbiamo lavorato giorno e notte, ma ce l’abbiamo fatta!” “Come mai l’incarico proprio a te?” “Perchè, avendo risistemato la ex Malga Ronchetto del Comune di Foza che avrebbe dovuto integrarsi nel “Centro Fondo Enego” conoscevo bene caratteristiche, problematiche e potenzialità dell’area, cosa che ha velocizzato la progettazione. Inoltre amo andare in montagna e conosco quella zona come le mie tasche.” (Il Centro Fondo di Ronchetto non è ancora attivo per questioni burocratiche, pur essendo ultimato, tranne che per l’arredo. Ndr.) “Gli interventi sul territorio sono razionali e semplici allo stesso tempo e i soldi in arrivo tanti...” “E’ stato bravissimo il Sindaco di Enego, nella sua determinazione e lungimiranza e il suo pensiero di sparare alto ha dato buon esito. Ci sarà comunque un secondo stralcio di lavori che interesseranno il territorio ricaden- te nel Comune di Grigno con una conseguente ulteriore richiesta di fondi, contando sul concreto interessamento della Regione e dell’Assessore De Bona nei confronti di questa specifica area”. “Quali sono gli ambiti di intervento?” “Il progetto si articola con interventi su dieci siti che corrispondono a: Campo Cavallo, Ronchetto, Griglia Campo Cavallo, Sasso Valmaron, località Brusae, Boschetto dell’Osto, Caminetti Buson, Bivio Campo SPA, Centro Fondo Enego, Forte Lisser.” “La Comunità Montana ha già in progetto la ristrutturazione del Forte...” “Vero: noi ci inseriremo allestendo un’area adibita a Mu- seo della Grande Guerra, i servizi igienici e una struttura di accoglienza ed informazione e della sistemazione della viabilità di accesso al forte, per una lunghezza di 2,9 Km.: i lavori verranno anche in questo caso, eseguiti con l’utilizzo di materiali naturali come ghiaia e calce, per cui il sentiero alla fine risulterà di colore bianco”. “Circa il Cimitero inglese del Buson, come pensate di intervenire?” “Riportandolo allo stato originario, con tanto di prato inglese, come negli altri sparsi in Altipiano”. “Ho letto qua e là sulla presentazione, la dicitura: opere di mitigazione ambientale. Cosa si intende?” “Molto semplicemente, il riportare allo status quo il terreno manomesso e le pertinenze delle aree d’intervento, ripristinando la cotica erbosa con essenze autoctone, piantumando essenze arboree tipiche e ricostruendo il più possibile, l’aspetto originario.” “Quanto alle aree attrezzate per i pic-nic, ho rilevato che c’è un’innovazione: sono coperte.” “Abbiamo semplicemente pensato che per le variazioni meteo in altura, era opportuno creare un riparo per i turisti.” “Allora, riassumendo, un po’ di numeri...” “A livello finanziario, in realtà 3.150.048,00 euro arrivano dalla Regione e dalla Provincia Autonoma di Trento, 204,952,00 euro sono cofinanziati dal Comune di Enego (il costo totale ammesso è infatti di 3.355.00,00 euro). Quanto all’elenco dei lavori: per la viabilità, interventi su 5,93 Km. di strade sterrate; 1,72 Km. su strade asfaltate; le aree di sosta regolamentata sono 9; i posti macchina circa 1.200; i posti camper, 55; le aree attrezzate con servizi 6; i focolari (compresi gli esistenti) 56; i posti a sedere nelle aree per pic-nic (compresi gli esistenti) 352; i servizi igienici nelle aree pic-nic 14". “Come tempi?” Dalla data odierna, ci vuole un anno per gli appalti, che si chiuderanno entro il 2009 e l’inizio dei lavori è previsto nel 2010.” “Quanto al secondo stralcio di lavori?” “Preciso che compete al Comune di Grigno e avrà come oggetto principalmente il riassetto viario da Grigno alla piana di Marcesina. Voglio inoltre sottolineare che entrambi i Comuni avranno un buon ritorno da questa operazione condotta in sinergia, auspicando sia foriera di analoghe future iniziative”. Beppa Rigoni Scit 8 14 l’Altopiano I Presepi della San Vincenzo: un’esplosione di colori, culture e solidarietà www.giornalealtopiano.it Sabato 10 gennaio 2009 Una sala accogliente e ben illuminata, l’impegno dei volontari nell’allestimento e nella gestione, il sorriso aperto di chi ti accoglie, il calore di tante statuette che sembrano vere: ecco gli ingredienti fondamentali della Mostra di Presepi organizzata dall’Associazione San Vincenzo di Asiago. Si tratta di più di 150 Presepi (pare che il numero preciso sia 158) appartenenti alla famiglia Stella, esposti per queste feste, fino a domenica 11 gennaio, nella Sala delle Maschere della Comunità Montana. La peculiarità di questi pezzi da collezione è la loro appartenenza a culture diver- Aperta fino a questa domenica la mostra con più di 150 Presepi se; lo si nota subito dalle statuine: in mezzo a tanti colori, ben amalgamati grazie all’accurato allestimento, si può scorgere un personaggio del tipico presepe napoletano, oppure una Madonna un tantino paffutella che appartiene alla tradizione filippina, statuette color dell’ebano che provengono dal Kenia, o ancora volti olivastri provenienti dal Perù. Ogni Presepe è accompagnato da una targhetta di provenienza, ma già dopo un primo impatto risulta facile riconoscere i risultati figurativi di ogni tradizione e, come raramente capita, si può cogliere quanto questi possano essere ben accostabili, piacevoli nel loro insieme. In un angolo della Sala, è stata allestita una finestra bianca, aperta su uno sfondo rosso, su cui spicca un numero considerevole di brillanti e appariscenti statuine in vetro di Murano; sembra un’ampia veduta aperta sul mare, una sorta di incoraggiamento a vercarne i confini affrontandone le onde, come se l’allestimento volesse suggerire un significato morale oltre a quello contingente. Un’esplosione di colori, una foresta piacevolmente fitta di personaggi e immagini a noi care che, via via, assumono connotati diversi declinandosi secondo varie culture pur mantenendo un comprensibile e medesimo significato: quello del Nata- le. Si ha la sensazione di trovarsi dentro la Torre di Babele, ma l’esito è insperato: è come se qualcuno, improvvisamente, si fosse alzato e che, a gesti, si fosse fatto capire da tutti. E’ come se tradizioni tanto diverse, da quella locale a quella egizia, da quella africana a quella latinoamericana, avessero prodotto altrettante espessioni della Natività, ma che tutte queste, inconsapevolmente, parlassero la stessa lingua. E’ come se, all’improvviso, ci rendessimo conto che siamo sempre stati tutti sotto lo stesso cielo, una volta celeste dove la diversità non divide ma accomuna, dove le tradizioni degli altri popoli diventano uno spunto e un motivo di crescita, dove ognuno ammira la stessa stella sapendo che qualcun altro, magari lontano, la sta guardando insieme a lui. Un messaggio di solidarietà si è concretizzato dentro quella sala, diventando spunto di raccolta di offerte libere da destinare ai nuovi poveri del nostro Altopiano, attraverso l’aggregazione di tante culture, dei volontari e dei visitatori stessi, un impasto perfetto di tradizione, originalità, solidarietà e amore. Martina Rossi SILVANA Collocato proprio in centro a Canove, il bellissimo presepe allestito dalla Pro Loco, con la collaborazione del parroco che ha fornito le grandi e suggestive statue, ha “salutato” il passaggio delle tantissime persone transitate nel periodo delle feste natalizie lungo la strada principale. Anche chi si è trovato a sostarvi davanti “forzatamente” a bordo delle auto rallentate nei giorni di maggior traffico, ha potuto godere dello splendido colpo d’occhio che la rappresentazione ha offerto, tanto più nelle ore serali, con la suggestione delle luci colorate che si riflettevano sulla neve. 8 Sabato 10 gennaio 2009 l’Altopiano www.giornalealtopiano.it 15 Lo sguardo del mondo nelle pagine di un libro Presentato ad Asiago il volume fotografico Tesori Antropologici di Francesca Mascotto Asia, Africa, Oceania. Una buona fetta di mondo, abitata da un’enorme parte di umanità. A questi tre continenti è dedicato il libro fotografico di Francesca Mascotto Tesori Antropologici (ed. Biblos di Cittadella, 280 pagine, 240 foto a colori), presentato durante le vacanze natalizie nella Sala dei Quadri del Comune di Asiago. Un’opera bellissima, che raccoglie numerose tra le immagini più affascinanti dei viaggi fotografici compiuti in tutto il mondo da Francesca Mascotto, fotografa, pubbli- cista freelance, ricercatrice e docente delle culture dei popoli. Francesca Mascotto di professione è biologa, cioè “studia i fenomeni della vita”. E lo è anche quando scatta fotografie, perché anche nelle cerimonie più affollate lei non fotografa mai una umanità numerosa e indistinta, ma sempre persone: facce, occhi, denti, mani, capelli, vestiti, gioielli (la bellezza che spesso sfida la miseria). Le sue raccolte fotografiche sono soprattutto una carrellata di sguardi, così spontanei da rendere diffici- le credere che siano passati attraverso una macchina fotografica. Se uomini, donne e bambini di culture così lontane e diverse dalla nostra concedono all’obiettivo di Francesca Mascotto sguardi tanto sinceri, significa che lei ha un’enorme capacità di farsi accettare da quelle genti e di farne uscire i sentimenti più belli. Come dice la critica Maria Lucia Ferraguti, quello di Francesca Mascotto è uno sguardo che va oltre la tecnica. Però la tecnica c’è, eccome, nutrita dalla reciproca fedeltà tra la fotografa e le sue Nikon, rigorosamente non digitali. E quando si lavora con rullini e camera oscura, invece che con comode mini schede di memoria, ogni scatto è prezioso, decisivo. Quando la vedi, Francesca Mascotto è una donna tranquilla, posata, raffinata. Bisognerebbe che qualcuno fotografasse lei, mentre lei fotografa i popoli del mondo: allora la vedremmo avanzare nelle foreste pluviali con il fango monsonico fino a metà gamba; la vedremmo aggirarsi tra i villaggi degli ultimi cannibali o mentre cerca di mante- nere la calma durante un rito voodoo, quando tutti attorno perdono la testa. Tesori Antropologici è una commedia umana che ha come palcoscenico gran parte del pianeta Terra, è una raccolta di frammenti di un’umanità che cambia, spesso in modo velocissimo, quasi nel tempo di uno scatto. Molte delle meraviglie immortalate solo pochi anni fa da Francesca Mascotto oggi non esistono già più, oppure si sono trasformate: da cerimonie sacre a balletti per turisti. Lei le ha viste prima che questo accadesse e ora ce le può mostrare così com’erano. Cristiano Carli 8 Sabato 10 gennaio 2009 l’Altopiano www.giornalealtopiano.it 16 Quella volta che... 1968: due altopianesi nella giuria di Sanremo Nell’edizione canora di quell’anno due altopianesi fecero parte della giuria che portò alla selezione e poi alla vittoria Sergio Endrigo e Roberto Carlos. L’evento nei ricordi di Renato Stella Manca poco all’evento canoro di Sanremo, la rassegna giunta quest’anno alla 59a edizione ci riporta alla mente la tv in bianco e nero davanti alla quale si assiepavano le famiglie negli anni del boom economico. Allora non c’era il digitale terrestre, tanto meno Sky satellitare, i canali si contavano sulle dita di una mano monca, e un avvenimento come il Festival era seguito da schiere di giovani ed anziani in egual misura, telespettatori che poi avrebbero acquistato i dischi in vinile da inserire nei mangiadischi a 45 giri, oppure chini a riascoltarli presso i jukebox nelle balere, 50 Lire per due brani. Ci piace ricordare di questa manifestazione l’edizione del 1968, la18a, perché l’1, 2 e 3 febbraio di quell’anno a far parte della giuria furono chiamati pure due altopianesi, si trattava di Renato Stella di Treschè Conca e Giovanni Rossi di Cesuna, quest’ultimo è scomparso alcuni anni orsono, mentre Stella è ancora tra noi col suo fervido ricordo a raccontare le belle serate in cui ebbe l’ambìto compito di votare e decidere l’esito del risultato finale. Egli inoltre ha archiviato le pagine originali del Giornale di Vicenza che quotidianamente seguiva la rassegna. Partecipare alla giuria non era cosa da poco, oggi ai concorsi televisivi si fa valere la propria scelta con un semplice sms dal cellulare, nel ’68 bisognava sperare nell’estrazione del proprio nominativo inserito tra una rosa di 120. In quel febbraio di 40 anni fa presso la sede del quotidiano vicentino furono convoca- 11 gennaio 1999: moriva De Andrè - Un ricordo per il grande compositore a dieci anni dalla sua scomparsa Quando la sera dell’11 gennaio 1999 il telegiornale diede la notizia che Fabrizio De André non c’era più, tra l’incredulità e lo stupore faticai a trattenere le lacrime. Non so se ad inumidirmi gli occhi fu più il rimpianto per le occasioni perse in passato o l’interrogativo sul futuro. Il rimpianto per non aver mai assistito ad un suo concerto ed essermi lasciato scappare solo pochi mesi prima, l’ennesima ed ultima occasione per un posto molto scomodo, ad un prezzo secondo me esagerato. O forse fu il vuoto che già mi prefiguravo per gli anni a venire, la mancanza di una voce straordinaria, inimitabile, fuori da qualsiasi coro e soprattutto contro, che fin da ragazzino aveva fatto vibrare le corde più nascoste del mio animo e, cosa non da poco, mi aveva aiutato a sentirmi meno solo, che prima era diventata la colonna sonora della mia adolescenza, poi il biglietto da visita della mia vita. Alla fine degli anni ’70 una sera scoprii che una delle prime e poche radio private dava la possibilità agli ascoltatori di cantare in diretta una canzone; tutto emozionato telefonai per interpretarne proprio una di De André che naturalmente conoscevo a memoria. Il risultato fu deludente solo per le mie stonature che alla Corrida non mi avrebbero permesso di arrivare in fondo all’esibizione, ma rappresentò il mio piccolo tributo a chi avrei in seguito considerato il più grande cantautore-poeta italiano del secolo scorso. Fu un amore a prima vista, anzi a prima nota. I 33 giri di vinile pagavano lo scotto, girando vorticosamente e ripetutamente sul giradischi. I solchi del disco “arati” dalla puntina erano sentieri dove incontrarsi, binari che potevano mettere in comunicazione. Nei giorni scorsi nell’imminenza del decimo anniversario della scomparsa di Fabrizio De André, il binario della mia vita ha incrociato casualmente quello di Massimo Bubola, cantautore veronese che ha avuto una lunga e proficua amicizia e collaborazione con l’artista genovese. Tutto quel lavoro è ora raccolto nell’ultimo CD “Dall’altra parte del vento”, una rivisitazione delle Liriche e delle Musiche da loro composte dal 1977 al 1990. Il binario sul quale ci siamo tro- vati è quello di un Trenino che non c’è più, di un libro che cerca di ripercorrere quel tragitto della ferrovia che passava anche a Cesuna dove, in via colle Weiser, Massimo Bubola per 15 anni ha passato le vacanze estive. Ma indipendentemente dalle coincidenze dei treni della vita, anche sull’Altopiano ci sono cuori toccati da una voce, una chitarra, almeno una canzone! Come ricordare l’artefice senza averne citata nemmeno una? Ne basteranno tre? “La canzone di Marinella” che cantata da Mina, grazie ai diritti d’autore, permise a un De André incerto sul suo futuro, di abbandonare definitivamente gli studi di giurisprudenza per continuare a scrivere, “Bocca di rosa”, perché a detta del cantautore genovese, è quella che più gli somiglia e dopo la mia “esibizione” radiofonica anche “La guerra di Piero” perché purtroppo, che si vogliano vedere o meno, i conflitti continuano inesorabilmente a far parte della nostra quotidianità. Giovanni Rattini ti i due altopianesi e contemporaneamente con altre 25 giurie provinciali contribuirono alla selezione dei cantanti e quindi alla vittoria di Sergio Endrigo. Val la pena ricordare il regolamento che prevedeva un collegio giudicante composto tassativamente da 52 uomini, 40 dai 15 ai 25 anni e 12 dai 30 in poi, e 42 donne. Tra i maschi 20 dovevano essere studenti, 8 militari, 8 operai, 4 impiegati e altrettanti commercianti e professionisti; per le donne: 20 studentesse, 8 operaie, 4 commesse e altrettante domestiche, casalinghe, impiegate e professioniste. Tutto avvenne sotto lo scrupoloso controllo del notaio bassanese dott. Valerio Manetti. A rigor di cronaca annotiamo che tra i cantanti iscritti al concorso c’erano artisti del calibro di Louis Armstrong, Paul Anka, Wilson Pickett, Dionne Worwick, oltre ai “mostri sacri” nazionali Celentano, Milva, Dorelli, Ranieri, Gagliardi, Vanoni, Little Tony, ecc. La vittoria alla fine arrise a Sergio Endrigo in coppia con Roberto Carlos, la grande macchina della kermesse, messa in moto da Ezio Radaelli e dal ben noto sull’Altopiano Gianni Ravera, aveva funzionato alla perfezione. Il Giornale di Vicenza scrisse che tutto si svolse secondo co- Sergio Endrigo Roberto Carlos pione, encomiando chi era giunto in redazione pur partendo dalle lontane Cesuna e Treschè Conca. Una lieve polemica sorse fomentata dai critici musicali, che accusarono l’edizione del festival per aver offerto testi eccessivamente mielosi e lacrimosi. La “Beat-generation”, in ef- fetti, accusava i primi cedimenti, e il 1968 sarebbe stato ricordato per ben altri fatti piuttosto che per una canzonetta orecchiabile ascoltata al bar del patronato: la contestazione studentesca era alle porte, ma questa è tutta un’altra storia. Daniel Finco Edizione 1968, classifica, canzoni e cantanti Risvolti meno noti: 1 Canzone per te (Sergio Bardotti e Sergio Endrigo) Sergio Endrigo – Roberto Carlos 2 Casa bianca (Don Backy e Eligio La Valle) Ornella Vanoni – Marisa Sannia 3 Canzone (Don Backy e Detto Mariano) Adriano Celentano – Milva 4 Deborah (Vito Pallavicini e Giorgio Conte) Fausto Leali – Wilson Pickett 5 La tramontana (Daniele Pace e Mario Panzeri) Antoine – Gianni Pettenati 6 Quando m’innamoro (Daniele Pace, Mario Panzeri e Roberto Livraghi) Anna Identici – The Sandpipers 7 Da bambino (Pradella e Renato Angiolini) Massimo Ranieri – Giganti 8 Sera (Roberto Vecchioni e Andrea Lo Vecchio) Gigliola Cinquetti – Giuliana Valci 9 La siepe (Vito Pallavicini e Pino Massara) Al Bano – Bobbie Gentry 10 Un uomo piange solo per amore (Maria Gioconda Gaspari e Marcello Marrocchi) Little Tony – Mario Guarnera 11 Gli occhi miei (Mogol e Carlo Donida) Wilma Goich – Dino 12 Stanotte sentirai una canzone (Queirolo e Franco Bracardi) Annarita Spinaci – Yoko Kishi 13 Mi va di cantare (Vincenzo Buonassisi, Giorgio Bertero e Aldo Valleroni) Louis Armstrong – Lara Saint Paul 14 La voce del silenzio (Elio Isola, Paolo Limiti e Mogol) Tony Del Monaco – Dionne Warwick Nel 1968 la manifestazione canora, si arricchì di vari talenti, come Adriano Celentano, che però fece temere di essere arrestato durante lo svolgimento della manifestazione, aveva intentato una causa con Don Backi che lo accusava di appropriazione indebita, gli doveva 200 milioni in Lire di diritti, Celentano suo editore, non gli permise di far cantare nemmeno una canzone firmata da Don Backi, che invece la cantò lui, arrivarono al secondo e terzo posto, risulta poi che Adriano abbia rifiutato di esibirsi dopo la proclamazione. 8 Sabato 10 gennaio 2009 l’Altopiano www.giornalealtopiano.it 17 Intervista ai Lost, band rivelazione dell’anno Ciao gente! Nonostante le feste siano appena passate ci sentiamo ancora tutti più buoni (ssssseeeeeee!!!), mi faccio viva anche per questo numero con un “regalone”: l’intervista alla band dei Lost! Bene, a questo punto qualcuno dirà che a Babbo Natale aveva chiesto ben altro, ma non importa: volete vedere che tra di voi non c’è stato nessuno che ha canticchiato almeno una volta “Tra Pioggia e Nuvole” o “Standby”? I metallari altopianesi risponderanno naturalmente di no, ma se non altro sono sicura di avere l’appoggio di qualche ragazza dai gusti più soft...:) E per chi invece si sta chiedendo “Ma chi xèi ‘sti Lost? Quei del telefilm?” sono pronta a chiarirvi un po’ le idee... Walter, Roberto, Giulio, Luca e Filippo: in un solo nome, la band dei Lost, appunto. Almeno, questa era la formazione fino a un paio di settimane fa: il chitarrista Giulio ha infatti deciso di lasciare la band per dedicarsi agli studi universitari, nonostante il successo ottenuto negli ultimi tempi. Nominati “Band Rivelazione dell’anno” e in testa alle classifiche dei dvd più venduti con “Lost Live@MTV” da ben tre settimane, i cinque ragazzi vicentini si sono fatti conoscere con il singolo “Oggi” per poi proporre un successo dopo l’altro, fino all’ultimo estratto, “Nel Silenzio”. Attualmente i Lost sono impegnati in una serie di eventi che prevedono tappe in tutta Italia, compresi live nelle scuole, e a cui i fan possono assistere aderendo al Fan Tourbus. Giovedì 11 dicembre, in occasione della serata per l’assegnazione delle borse di studio organizzata dalla Banca San Giorgio, il gruppo vicentino si è esibito sul palco del Maxlive di Costabissara, suonando alcuni dei brani estratti dal loro primo album “XD”. E chi non poteva mancare alla performance, pur conoscendo i Lost solo di nomina? Ricordate: dove c’è un live, ci sono sempre anch’io! Bene, io e la mia amica Carlotta (trascinata via di forza dal libro di filosofia) arriviamo al Maxlive verso le 6 della sera: l’esibizione è prevista quasi quattro ore più tardi, quindi ci mettiamo comode fuori dal camerino a osservare le baby fans che con abbigliamento di dubbio gusto si stanno già accalcando fuori ad aspettare l’arrivo dei Lost...e invece, il loro arrivo ce lo becchiamo noi alle spalle, visto che entrano dall’uscita di sicurezza: guida la sfilata il cantante Walter, trascinando un trolley dietro di sé, con il cappuccio della felpa in testa, da vera star del pop-rock; ci lancia uno sguardo veloce per poi sparire nel camerino esattamente di fronte al nostro. L’unico che ci saluta è Filippo, detto Spez, il batterista, mentre a chiudere la fila dietro di lui è il manager Matteo Franzan. Con quest’ultimo mi accordo per l’intervista ai ragazzi, che viene fissata dopo l’esibizione. Alle 21.45 il palco viene lasciato al gruppo: non è ancora ufficiale l’uscita del chitarrista Giulio dalla band, ma la sedia accanto a Walter è vuota. Tra le ipotesi della serie “avrà l’intestinale/gli avranno rubato la chitarra/arriverà a sorpresa dall’alto suonando Jingle Bells”, corrono anche le voci in anteprima sulla sua scelta inedita, nelle poltroncine giusto dietro di noi. Alla fine della performance, ci mettiamo circa mezz’ora per raggiungere i Lost, sommersi dalle fans armate di macchinetta fotografica. Una si ferma sotto il palco, prende la bottiglietta di acqua abbandonata da Walter e mentre la stringe tra le mani si mette a piangere. Ehm... :-O Mentre io e la mia amica aspettiamo in fila, decidendo che la nostra età per quella sera è ferma ai 13 anni giusto per uniformarci alla giovane folla, sentiamo una ragazza affermare contenta “Oddio...quando ho fatto la foto con Walter mi è venuta la TÀCACARDIA!” Prima che arrivi il nostro turno, due ragazze dall’occhio di falco che hanno scorto il gesto d’intesa tra me e il manager e hanno sentito qualche frase tra me e la “socia”, mi si avvicinano timidamente: “Ehi senti...non è che potremmo entrare con te? Tipregotipregotipregotiprego! Fai finta che siamo tue cugine, o tue sorelle...” E così, quando arriva il mio turno, in realtà nel camerino dei Lost entriamo in 4. Filippo e Luca vengono “rapiti” dal manager per qualche impegno urgente sul palco, quindi a parlare del gruppo restano Walter e Roberto, rispettivamente voce e chitarra. La prima impressione è positiva, i Lost sono ragazzi poco più grandi di noi e quindi la conversazione è priva di qualsiasi formalità. Appena ci sediamo, Roberto anticipa, quasi recitando a memoria:”Allora, il nome Lost deriva da un adesivo che alle origini della formazione era incollato dietro alla mia chitarra...” I:Si si, tranquillo, di questo ci avevano già informate le ultrafans qui fuori...alle quali, tra l’altro, avete fatto venire la TACÀCARDIA, lo sapete? R:”Oddio, che è?” W:”Una nuova malattia...per cui non hanno ancora scoperto la cura!” I:Ok dai, facciamo i seri...Lost, Band Rivelazione dell’anno e numero uno per la vendita del dvd live: il successo che avete ottenuto vi ha cambiati? W: “Sicuramente ci ha fatto maturare molto, abbiamo condiviso il palco con artisti del calibro di Tokio Hotel, Simple Plan, ma anche Gianna Nannini e Vanilla Sky. Abbiamo legato amicizie con alcuni di loro, soprattutto con i veronesi Sonohra, e fatto nuove esperienze che ci hanno fatti crescere. Fondamentalmente, però, siamo rimasti noi stessi. Insomma...non siamo gente che se la tira!” :-) I:Avete fatto tournée in tutta Italia e girato videoclip all’estero: c’è una città che vi è rimasta nel cuore? R: “Tutte le città italiane. Tra quelle straniere, invece, Los Angeles e Amsterdam, dove abbiamo girato rispettivamente i videoclip di “Standby” e “Tra pioggia e nuvole”. Sono luoghi che ci hanno molto emozionati.” I: In un’altra canzone dell’album intitolata “Troppe Volte”, la frase “Non chiedermi di scegliere, ti farebbe star male sapere che non voglio più gettar via tutti i miei sogni” fa riflettere: qualcuno ha mai tentato di ostacolare la vostra strada verso il successo? Roberto e Walter si scambiano uno sguardo d’intesa, poi il cantante prende la parola: W:”In questo caso la canzone è dedicata a una ragazza, ma più volte è successo che altre persone volessero portarmi verso scelte che non condividevo, magari spingermi verso una carriera più “tradizionale” ma che comunque non sentivo mia. Alla fine, in ogni caso, ho deciso di non dare ascolto ai pareri altrui e di seguire la mia strada.” I:Vi siete fatti conoscere con la vostra musica tramite MySpace, avete intitolato il vostro album “XD” come tributo a Internet e tuttora mantenete i contatti con i fan sul web. Una domanda sorge spontanea: ci siete davvero voi dietro i vari blog che portano il vostro nome? W: “Si, ci siamo noi. Stiamo molto spesso online, grazie al BlackBerry che abbiamo sempre con noi durante i viaggi in tourbus; leggiamo tutti i commenti e i messaggi, ma in genere non possiamo rispondere, perchè ne riceviamo davvero tantissimi. Solo su MySpace abbiamo quasi 30 000 contatti...” I: Eppure, c’è anche chi tenta di contattarvi lasciandovi i biglietti sui tergicristallo dell’auto con il numero di telefono...(una ragazza in classe nostra l’anno scorso, ndr) W: “Ah, si, ce ne sono molte...finchè sono biglietti va bene, poi sai, se mi sfondano i vetri è tutta un’altra storia!” R: “E comunque, adesso che sappiamo i vostri nomi e la vostra scuola, se succede daremo la colpa a voi!” I: Bene...Walter, sai che abbiamo lo stesso tatuatore? :D W: “Ah si? Devo anche tornarci lì, a fare un po’ di foto fatte bene, perchè quelle che avevo fatto per me poi son finite su Big, su KissMe e così via...ci sono immagini della frase dei Good Charlotte sul mio braccio OVUNQUE!” I: Visto che questa è la serata per le borse di studio, voi siete mai stati studenti modello? W: “Si, fino in prima media. Poi da lì sono andato un po’ in calando...però non sono mai stato bocciato!” R: “...” I: Ora c’è la domanda da un milione: tornando in tema Internet, si leggono spesso online i dibattiti tra le fan riguardo il vostro stile. Molte di loro vi schedano tra gli “emo”...hanno ragione? A questa rivelazione, i due musicisti si scambiano uno sguardo incredulo e affermano all’unisono “No”. “Come l’abito non fa il monaco, il ciuffo non fa l’emo”, scherza Roberto riferendosi alla tipica pettinatura alternativa di Walter. I:E quindi, come vi definireste? Ancora una volta, i due sono perfettamente d’accordo su cosa rispondere. “In una parola: LOST”! E così, dopo esserci fatte fare autografi per amiche, amici, zii, nonni e cugini, finisce anche l’incontro con i Lost, e noi li lasciamo andare...si beh, per poco, però: il 21 io e Carlotta eravamo di nuovo al loro meet&greet a Vicenza, naturalmente circondate dalle loro ultrafans vestite TUTTE DA EMO...Insomma, il nuovo proverbio di Roby non ha riscosso molto successo! Iceskater 8 Sabato 10 gennaio 2009 l’Altopiano www.giornalealtopiano.it 18 L’avvocato risponde – Domande, curiosità, approfondimenti di carattere legale RUBRICHE Come ben noto, abbondanti nevicate come quelle dell’ultimo periodo possono determinare la caduta dai tetti delle abitazioni (sia dei condomini che dalle singole unità abitative) di blocchi di neve di dimensioni variabili potenzialmente forieri di danni sia agli incuranti sottostanti passanti che alle autovetture di terzi (cioè di soggetti differenti rispetto al proprietario della casa) parcheggiate in prossimità dell’abitazione, così come a quelle dei condomini stessi. Chi risponderà dei danni a persone e cose eventualmente occorsi a causa della caduta di neve dai tetti? Nel caso di caduta di neve dal tetto di un edificio è configurabile una responsabilità civile per danni a norma dell’art. 2051 del codice civile il quale pone una presunzione legale di responsabilità per il danno cagionato da cosa in custodia a carico del proprietario dell’edificio. Il titolare e/o il custode del beneedificio si libera da tale responsabilità soltanto provando il “caso fortuito”, da intendersi comprensivo anche della condotta colposa dello stesso danneggiato (qualora tale condotta abbia un rilievo causale esclusivo). Detto in altre parole, come regola la responsabilità per tali tipi di eventi dannosi si incardina in capo al proprie- Danni causati dalla caduta di neve dal tetto degli edifici, chi è responsabile? tario (o al condominio, se di tale tipo di abitazione trattasi) in quanto custode della casa in proprietà. Occorre però fare dei distinguo, sia di luogo che di stagione. Nelle località montane, come l’Altopiano di Asiago, una nevicata tale da poter generare il pericolo di cadute di neve dai tetti pare essere aspetto del tutto scontato ed è quindi da considerasi un evento prevedibile (anzi, si potrebbe dire che l’anomalia sarebbe il non verificarsi della nevicata). Il padrone di casa, pertanto, potrebbe e dovrebbe evitare tali cadute rovinose sia con meccanismi di prevenzione che provvedendo con mezzi idonei ad eliminare gli accumuli nevosi sopra il tetto che possano diventare potenziale pericolo per sé e per gli altri. Se la nevicata, però, si verifica a maggio inoltrato o, se vogliamo, ai primi di giugno, allora lo stesso evento dannoso potrebbe rivelarsi causato da fenomeni meteorologici inconsueti per il periodo (inconsuetudine da dimostrarsi statisticamente) e, quindi, ci si potrebbe trovare in presenza di un’esimente della responsabilità (cioè una circostanza che elimina la responsabilità del proprietario della casa), quella relativa al cosiddetto caso fortuito. Altro distinguo che va fatto è relativo al momento in cui la caduta avviene rispetto alla precipitazione. Si sostiene, infatti, che la responsabilità del proprietario sarebbe esclusa se la caduta di neve si verifichi durante la precipitazione e non in un secondo tempo, ossia a nevicata conclusa: in tale caso la caduta nel bel mezzo della nevicata andrebbe considerata come prevedibile da parte del danneggiato e non vi sarebbe la colpa del proprietario-custode. Nocciolo della questione, pertanto, risulta essere il concet- to di prevedibilità dell’evento, intendendo per prevedibilità non quella contingente che si può desumere dalla consultazione delle previsioni del tempo dei giorni immediatamente precedenti alla perturbazione, bensì quella statisticoclimatologica, che si estende almeno nell’arco di un trentennio. Occorre poi dire che, in caso di verificarsi di danni a terzi, andrà pure valutata la diligenza e la cautela di chi posteggia l’autovettura o passeggia in prossimità delle abitazioni, dato che pure il comportamen- to di questi andrà commisurato a seconda del luogo e del tempo in cui ci si trovi. In presenza, pertanto, di segnaletica apposta dal proprietario (o dal condominio) che indichi uno specifico pericolo di caduta neve dal tetto (ovvero che allerta specificamente il potenziale pericolo dell’evento sulla base del quale si chiederanno i danni) per la giurisprudenza maggioritaria si verificherebbe un’ipotesi di concorso di colpa del danneggiato nel verificarsi dell’evento, concorso che, a seconda dei casi, potrebbe escludere un risarcimento da parte del proprietario della casa. Va poi detto che se la casa dal cui tetto la neve cade nel momento in cui si verifica l’evento è abitata non dal proprietario, ma da altre persone (classico è il caso della casa ceduta per un breve periodo ad un amico o ad un parente o dell’immobile oggetto di locazione) sarà colui il quale concretamente abita la casa al momento del verificarsi del danno a dover risarcire il proprietario dell’auto od il passante, in quanto la giurisprudenza identifica la custodia della casa ed, in ultimo, il controllo di essa, con il semplice potere (temporaneo) di uso della cosa. Tutto ciò premesso, per evitare di dover rispondere dei danni causati ai terzi, è consigliabile che i proprietari degli edifici provvedano in via preventiva a porre sui tetti i cosiddetti «paraneve», le griglie poste sulle falde del tetto che trattengono i cumuli di neve, che, a precipitazione terminata e sino a quando non sia possibile la rimozione della neve dal tetto, provvedano a segnalare tempestivamente con nastro bicolore, cartelli ben visibili o altro sistema, qualsivoglia pericolo alla pubblica incolumità per caduta neve dai tetti delle abitazioni e che, in ogni caso, stipulino idonea polizza assicurativa per la responsabilità civile per i danni cagionati a terzi da caduta di ghiaccio o neve non rimossi a tempo dai tetti. Avvocato Serena Baù I lettori che vogliano sottoporre domande su qualsiasi questione di carattere legale al nostro avvocato possono inviare una mail all’indirizzo [email protected] o scrivere a “L’avvocato risponde – Giornale Altopiano, Via Monte Sisemol, 9 36012 Asiago (Vi)” LA RUBRICA DELLA PSICOLOGIA Amor proprio e flessibilità: due ingredienti base per vivere felici Il numero di Natale è sempre ostico, per chi deve provare a scrivere qualcosa che sia degno d’interesse e che, si auspica, possa essere spunto di riflessione per crescere. Delle volte è facile, basta scegliere un argomento e trattarlo in modo teoricamente corretto, magari citando qualche episodio significativo realmente accaduto e chiudere lo scritto con qualche consiglio che va bene per tutti. Altre volte, quando cerco di sintetizzare le mie esperienze cliniche e il frutto del mio sapere professionale, può accadere di trovare maggiori difficoltà. Del resto, le idee non sempre fluiscono liberamente secondo un ordine preconfezionato, tutt’altro, soprattutto se dobbiamo esprimerle a qualcuno. Solitamente quando pensiamo il nostro flusso di coscienza assume forme piuttosto ordinate (a meno che non siamo in una situazione di disagio psichico). Le linee guida, la coerenza, le priorità, assumono forme e contenuti armonici e nitidi. Quando poi dob- biamo riproporre lo stesso discorso ad un interlocutore, diventa tutto più difficile e il nostro ordine diventa disordine. Evidentemente, ci sono differenze molto rilevanti tra il nostro mondo interiore e quello esterno. Ad esempio, l’interlocutore non mi lascerebbe parlare per mezz’ora senza aprir bocca; egli interagisce, turba il mio equilibrio, controbatte …insomma, non mi lascia solo! Saper adattarsi alle caratteristiche altrui è molto importante. Non è solo una questione di tolleranza; è una conquista psichica importantissima che preclude ad esempio lo sviluppo di patologie anche molto gravi come la psicosi e i disturbi di personalità. Il principio di realtà (scomodando la psicoanalisi) implica che la psiche dell’individuo è in grado di adattarsi alle richieste esterne modulando (“domando” direbbe Freud) le pulsioni di piacere rendendole accettabili nei rapporti interpersonali. Un sottile equilibrio tra gratificazione e frustrazione. Il gioco di ruolo richiesto nell’adultità sana è una conquista difficile che mette alla prova la nostra maturità psico-affettiva. Accettare l’altro e la sua individualità mette alla prova il nostro spirito di adattamento e la nostra capacità di essere adulti in relazione. Sarebbe troppo facile infatti se stare in relazione significasse semplicemente sopportarsi a vicenda. Purtroppo (o per fortuna!) è un questione di comprensione reciproca, il che si colloca ad un livello maturativo estremamente più sofisticato. Per capire chi ci sta davanti serve innanzitutto un equilibrio interno. Se siamo coinvolti emotivamente in modo eccessivo, perdiamo il controllo di noi e chiediamo voracemente all’altro di soddisfare i nostri bisogni primordiali. Allo stesso modo, se di fondo c’è una forte sfiducia di base nel mondo esterno, “proiettiamo” su di esso le nostre paure rischiando di vendere nemici e persecutori dove non ci sono. Nel mio lavoro, capita spesso di aiutare le persone ad avere meno paura di agire; di solito accade infatti di restare incastrati in routine autodistruttive perché non crediamo sufficientemente in noi stessi. Ritengo che molti problemi di tipo “nevrotico” che ci affliggono sono frutto della scarsa valutazione di sé come persone. D’altro canto, se pretendiamo troppo dagli altri è perché non ci sentiamo “autosufficienti”. Eppure, quante volte ho rimarcato l’esigenza di trovare un equilibrio proprio soddisfacente prima di relazionarsi con il prossimo! Pertanto, è bene riflettere sull’amor proprio e valutare se esso si basa su motivazioni adeguate (né insufficienti o finte, né narcisistiche), prima di addebitare l’origine dei problemi agli altri. Una seconda riflessione che volevo portare alla vostra attenzione riguarda invece la capacità di essere flessibili. Per spiegare cosa intendo, vorrei rispolverare i miei cari studi di fisica. Un materiale è flessibile quando può deformarsi, piegarsi, adattarsi alle perturbazioni esterne senza rompersi. Straordinaria proprietà! Dovrebbe essere appannaggio anche dell’essere umano! Invece, e ve lo assicuro, è caratteristica rara da trovare. Sapersi piegare, adattare, modificare senza pregiudicare l’integrità è un talento molto raffinato e pregiato, che si acquisisce in anni di esperienza e grazie a modelli educativi esemplari. La persona flessibile avrà una vita più soddisfacente. Chi al contrario è rigido e schematico, tende a soffrire emotivamente nella continua battaglia con la realtà e il prossimo. Non solo perché ogni imprevisto rompe l’equilibrio interno; il problema è assai più profondo e riguarda la capacità di trovare soluzioni alternative ai problemi che la vita ci pone davanti. Essere flessibili permette, a chi ha un’autostima almeno discreta, di spingersi in universi nuovi e di crescere come persone. Chi cerca di diventare più adattabile al mondo senza perdere la propria identità vede la vita con più serenità, umorismo e ottimismo; non solo, solitamente è più apprezzato dagli altri. Spero di non avervi annoiato. Immagino che molti di voi leggeranno l’articolo comodamente a casa, magari vicino a un albero addobbato o ad un presepio, che ricordano il clima di festa e il calore familiare. Auguro a tutti dei giorni sereni, a contatto con i propri cari e nei luoghi più intimi. Abbiamo bisogno tutti di affetti semplici e di una dimensione più umana, dove il tempo e lo spazio siano amici e non nemici. Buon Natale! Stefano Rigoni, Psicologo Psicoterapeuta Cognitivo Comportamentale Tel. 338.2919597 – E-mail: [email protected] 8 l’Altopiano Sabato 10 gennaio 2009 Un nuovo libro di Andrea Cera ULTIMO VIAGGIO A RUSTENE Dopo “Lo Scoglio del Diavolo”, Andrea Cera torna al romanzo storico con una vicenda di ampio respiro, ambientata nel 1400 in Europa, con stretti riferimenti a Venezia, al Veneto e all’altopiano dei Sette Comuni. Alcuni personaggi, diversi avvenimenti, molte situazioni, sono legati alla storia reale, documentati con accurata precisione. Sullo sfondo c’è l’inizio del declino della Repubblica di Venezia, sotto la pressione della minaccia turca e della concorrenza delle potenze marittime e mercantili nei mari del Nord Europa. C’è la guerra dei Cent’anni tra Francia e Inghilterra, ci sono le migrazioni tedesche in Veneto, tra cui quella cimbra sulle montagne vicentine, veronesi, trentine. Ma l’insieme della trama è co- struito con una carica di invenzione fantastica straordinaria. Innumerevoli personaggi e ambienti, viaggi , interminabili viaggi, che vanno da alcuni paesi dei Sette Comuni e della Val di Brenta, fino a Venezia, al mare Adriatico, ai mari del Nord, alle isole della Norvegia, dove si trova l’isola di Rost, in veneziano denominata Rustene. Qui il protagonista della vicenda, Zuan, un montanaro dell’altopiano, va alla ricerca del padre ritenuto perduto per sempre. Intorno si snodano storie di capitani e di naviganti, di clandestini e di veggenti, di contrabbandieri e di schiavi, di pazzi e di sbandati…Storie del mondo di sempre. Questo romanzo racconta molto di più delle origini e della diffusione dello stoccafisso ( pesce del bastone, in lingua tedesca-cimbra), il merluzzo secca- to, pescato nei mari del nord, divenuto famoso come baccalà nella cucina vicentina. Questo romanzo racconta molti aspetti della storia, della geografia e della vita locale, come le contrade dell’altopiano, la Calà del Sasso, il porto fluviale di Valstagna, i traffici verso Venezia, il monastero di Campese, i pellegrini di S. Antonio a Padova, le condizioni delle parrocchie dell’altopiano… Sono pagine che possono arricchire anche la cultura dei Sette Comuni, possono rafforzare una identità particolare , una identità fatta di esperienze di tanti viaggi, interminabili viaggi di fatica e di coraggio, tante volte contro soprusi e ingiustizie, viaggi dalle isole Rustene disperse nei mari del mondo, verso il ritorno ai Cari Sette Comuni. Sergio Bonato Pioggia, neve e gelo rendono difficile asciugare il bucato? La soluzione ideale è un’asciugatrice a gas della ditta Vast & Fast E’ un inverno in piena regola, quello che stiamo vivendo, e che ci crea grossi problemi con il bucato da stendere e far asciugare. Pioggia, neve, gelo, praticamente è impossibile stendere i panni all’esterno, ed eccoci dunque alle prese con capi appesi a ingombranti stendini da tenere scomodamente in qualche angolo della casa. Che fatica e che disagio far asciugare i pesanti capi invernali, ci vuole molto tempo e spesso ci troviamo ancora con il bucato umido e una montagna di altre cose da lavare. In questo periodo più che mai si sente l’esigenza di trovare una soluzione diversa, valutando l’acquisto di una asciugatrice, che possa assicurare un’asciugatura immediata, in barba a condizioni meteo e temperature polari! La ditta Vast & Fast di Zanè, propone asciugatrici a gas prodotte in Europa, vantando il primato di ditta leader nel settore e confermandosi prima nelle vendite a livello europeo per quanto concerne macchine a gas per uso domestico. Vast & Fast opera con successo da diverso tempo anche sull’Altopiano, dove è contattabile tramite la signora Gelmina Gheller, a uno dei seguenti numeri di telefono: 0424 445491 o 340 1291509. Telefonando a Gelmina potrete ricevere maggiori informazioni sulle asciugatrici e soprattutto prendere accordi per poter effettuare una prova gratuita e senza impegno per una settimana a casa vostra, con tutta tranquillità, in modo da poter rendervi conto personalmente di tutti i vantaggi offerti da queste macchine. Non si tratta infatti solo di poter asciugare rapidamente il bucato qualsiasi siano le condizioni meteorologiche, ma di evitare cattivi odori dati da polvere e inquinamento, di poter eliminare ogni residuo di detersivo e rendere più veloce e facile la stiratura, grazie al bucato che asciugato in questo modo risulta meno stropicciato e molto più morbido. Le asciugatrici a gas della ditta Vast & Fast, con capacità di carico dai 5 ai 10 kg., fanno risparmiare tempo e denaro, perché asciugano più velocemente dei modelli elettrici, con consumi assai inferiori, particolarmente nella versione da 6 kg.; possono essere collocate in qualsiasi stanza, dalla lavanderia a un ripostiglio, sopra la lavatrice o all’esterno, su un terrazzo. Insomma si tratta di un aiuto prezioso nella gestione delle faccende domestiche, che in certe stagioni risulta quasi indispensabile. Lo confermano anche le numerose clienti della ditta, che si dicono molto soddisfatte del loro acquisto! Servizio redazionale www.giornalealtopiano.it 19 Auguri a passo di danza Lo spettacolo natalizio del Centro di formazione per la danza classica e moderna DanzAsiago Un modo sicuramente apprezzato per augurare alle famiglie delle proprie allieve un buon Natale. La scuola “DanzAsiago” di Sandra Rossi e Sabrina Ruiz Esteban ha messo in piedi uno spettacolo di “fine 2008” con musiche prettamente natalizie e coreografie studiate appositamente dalle insegnanti in base alla preparazione delle ballerine. Sul palco del Grillo Parlante di Asiago, sabato 20 dicembre, si sono alternati tutti i gruppi di allieve, dalle più piccole (ma piccole piccole, di soli tre anni!), fino alle più mature ormai veterane in arabesque, piroutte e tanti altri classici passi, semplici e non. Per le allieve più grandi, da quest’anno, la scuola si avvale anche della collaborazione preziosa di Valeria Stringa, direttrice artistica della scuola DanzArte e docente (Registred Teacher) e Mentore Della Royal Academy of Dance di Londra, laureanda alla Facoltà di Scienze Motorie di Padova. Danza classica, ma anche danza moderna nello spettacolo, con alcune coreografie a cura di Elena Gios che ha frequentato, a Milano, il Corso per la Qualifica Insegnanti di moder-Jazz dell’International Dance Association, diretto da Steve La Chance. Nel finale, dal palco è partita una scossa di energia con le allieve e gli allievi del corso hip hop del maestro Mauro Rizzotto docente delle prestigiose scuole vicentine “Lifen” e “Aura Danza”. Lo spettacolo, aperto dai canti natalizi del Piccolo Coro San Matteo di Asiago diretto dal Prof. Francesco Allegrini e dalla maestra Cristina Danieli, è stato ripetuto due volte nella stessa sera per accontentare tutti gli invitati delle numerose iscritte. Un momento davvero significativo per questa scuola, un’occasione per mostrare in pubblico le conquiste e i progressi delle allieve . Il centro di formazione DanzAsiago, nato 13 anni fa con l’obiettivo di creare sull’Altopiano una salutare e professionale opportunità educativa finalizzata all’impostazione di un corretto ed armonioso sviluppo fisico, continua il cammino di perfezionamento tecnico attraverso lo studio e la preparazione degli esami R.A.D. nei quali lo scorso aprile, le allieve della scuola hanno ottenuto eccellenti risultati, tanto che alcune hanno raggiunto, nell’esame professionale Intermediate Foundation, le massime valutazioni (Merit e Distinction) dalle esaminatrici provenienti da Inghilterra e Malesia. 8 Sabato 10 gennaio 2009 l’Altopiano www.giornalealtopiano.it 20 Sono ben otto i risultati utili consecutivi L’ASIAGO VIVE IL SUO MAGIC-MOMENT SPORT Il periodo natalizio, come ormai consuetudine e per ovvi motivi d’immagine e di cassetta, impone alle squadre un vero e proprio tour de force che terminerà, possiamo dire, proprio con stasera e che avrà portato le otto protagoniste del torneo a disputare 9 partite in 19 giorni; un bel ritmo, non c’è che dire! Proprio in coincidenza con questo scorcio di stagione, quella che ha chiuso la regular season ed inaugurato la seconda fase destinata a comporre il quadro delle quattro semifinaliste per i playoff, l’Emisfero Asiago ha trovato il momento migliore della sua stagione, una serie di ben 8 risultati positivi (7 vittorie, di cui due all’overtime o ai rigori, ed una sola sconfitta ma ai rigori) che ha consentito alla squadra di Camazzola di risalire la china ed assestarsi (al momento in cui scrivo, dopo il terzo turno di master round) solidamente al quarto posto di classifica. Un’ascesa che ha visto l’Asiago proporsi con un grande carattere e con una capacità di reazione da grande squadra, qualità grazie alle quali ha trovato il modo ed il tempo per recuperare situazioni sfavorevoli e convertire a proprio favore risultati che avevano preso pie- Giallorossi lanciati alla conquista di un posto nei play off riconquistano un pubblico affezionato ghe difficili, anche per una sorta di inconscia capacità di Parco e compagni di complicarsi spesso la vita con condotte di gara a volte incredibilmente autolesioniste. L’incapacità di chiudere un risultato quando se ne sono creati i presupposti, un power play che, in determinate gare, è risultato non solo scadente sul piano della concretezza ma addirittura negativo “grazie” alle reti subite in superiorità ed inspiegabili amnesie e distrazioni sono ancora il tallone d’Achille di una squadra che ha comunque messo sul piatto della bilancia qualità tecniche e caratteriali sufficienti a far “girare” le cose per il verso giusto ed a renderla competitiva e temibile per chiunque. Una squadra certamente non fisica come l’Asiago deve forzatamente puntare sulla velocità e sul ritmo e l’arrivo di Aquino ha certamente dato effervescenza e dinamismo alla fase offensiva (anche grazie alla sua capacità di essere estremamente concreto, facendo registrare un “parziale” personale niente male di 12 reti e 6 assist nelle prime 11 partite disputate) dove si distinguono anche Borrelli ed il gioiellino locale Matteo Tessari, mentre è lecito attendersi di più, in termini qualitativi e quantitativi, da uomini come Pegoraro e soprattutto Tuzzolino. La ribadita, estrema efficienza di Bellissimo fra i pali (92,8% la sua percentuale di parate) offre notevoli garanzie ed infonde sicurezza alla fase difensiva giallorossa, difesa dove sono costretti al super lavoro i quattro “titolari” (ai quali Camazzola concede pochi cambi dal solo Basso) e che quindi a volte si trovano, specie in un periodo di gare molto serrate come questo, in affanno ed in debito di ossigeno. Un Asiago che presenta ancora notevoli margini di crescita e di miglioramento e che quindi appare in grado di difendere le posizioni conquistate e di far sognare i suoi tifosi, delusi e quasi rassegnati dopo i primi due mesi di stagione ed ora caricati dalla speranza di raggiungere un obiettivo, quello dei play off, che sinceramente fino ad un mese sembrava pura utopia. Il momento è importante, forse decisivo, per dare alla stagione una svolta significativa, capace di premiare tutti gli sforzi fatti da coloro che contribuiscono a vario titolo affinché questo bel giocattolo, che fa La Supercoppa prende la via di Trieste parte della storia e della cultura della nostra terra, continui ad essere piacevole, bello e di qualità, tornando ad occupare un posto di rilievo nel panorama nazionale di questa affascinante disciplina. Rivedere nelle due partite di fine ed inizio anno un Odegar straripante, colorito e vibrante ha fatto rivivere emozioni ed atmosfere di cui da anni eravamo ormai digiuni; una cornice festosa e calorosa di sostenitori potrà essere sicuramente la molla per dare a questa squadra ulteriori motivazioni verso traguardi importanti. E vorrei, in questo momento, rispolverare un incitamento archiviato ormai da troppo tempo e da gridare tutti insieme: FORZA RAGAZZI !!! Cesare Pivotto Foto: Paolo Basso I risultati delle ultime due settimane 23-12-08 : ASIAGO – RENON 7-4 26-12-08 : ALLEGHE – ASIAGO 2-4 28-12-08 : ASIAGO – FASSA 4-2 30-12-08 : ASIAGO – BOLZANO 5-4 (o.t.) 02-01-09 : CORTINA – ASIAGO 2-1 (d.t.r.) 04-01-09 : ASIAGO – VALPUSTERIA 3-2 (d.t.r.) 06-01-09 : ASIAGO – PONTEBBA 7-5 La classifica dopo la 2^ giornata del master round Cortina e Bolzano 25, Renon 22, Asiago 17, Valpusteria e Alleghe 13, Fassa 10, Pontebba 8 GLI APPUNTAMENTI DI GENNAIO sabato 10 gennaio : ASIAGO – Alleghe giovedì 15 gennaio : Fassa – ASIAGO martedì 20 gennaio : ASIAGO – Cortina martedì 27 gennaio : Valpusteria – ASIAGO VARIAZIONI AL CALENDARIO - L’incontro Asiago - Bolzano, previsto per il 17/01, viene invece posticipato al 17/02. - La 35^ giornata (con Asiago - Cortina) prevista per il 29/01, viene anticipata al 20/01 (tranne per il match Fassa Bolzano che si giocherà il 21/01) - La 36^ giornata (con Valpusteria - Asiago) viene invece anticipata dal 31/01 al 27/01 L’asiaghese Christian Rela festeggia La Rigoni di Asiago Vipers perde il trofeo. L’ex coach asiaghese Christian Rela, che oggi guida i rossoneri “Una vittoria meritata, bravi a crederci fino alla fine” Anno nuovo, aria nuova. Almeno in Supercoppa. Eh sì, perché la Rigoni di Asiago Vipers, per la prima volta in sei edizioni della manifestazione che solitamente apre la stagione (non quest’anno a causa di esigenze di calendario, per la verità poi venute meno), non è riuscita a confermarsi, vedendo scivolar via il trofeo, destinazione Trieste. Proprio così. E per vedere il primo sorriso dei giuliani, fino alla finale del 6 gennaio sempre sconfitti negli appuntamenti che contavano davvero, c’è voluto l’arrivo di una “vipera”, l’ex capitano e La delusione di Penko e Matese tecnico Cristian Rela, da un paio di mesi sulla panchina rossonera. Che non sarebbe stato facile mantenere un altro anno a quota 1000 la Supercoppa lo si era intuito già 48 ore prima della finale, quando in campionato l’Edera Trieste, sull’insidiosa pista “Foschiatti”, aveva messo in seria difficoltà la formazione di Roberto Varotto (tra l’altro espulso per proteste nell’occasione), sprofondata a -3 ad inizio secondo tempo prima di risalire ed acciuffare un sofferto pareggio (4-4). Si era detto che il campo di Trieste non si “sposa” con le caratteristiche dei Vipers e può essere anche vero, ma due giorni dopo, a Cittadella, la pista era diversa, adatta in tutto e per tutto agli arancioneri e alla loro intensità di gioco. Ma anche la realtà di questo momento si è rivelata diversa: Asiago, con più di qualche elemento in serata no, ha faticato e non poco, esprimendosi al meglio e su cadenze elevate solo a sprazzi, commettendo troppi svarioni, errori ed indecisioni, ma, nonostante tutto, a poco più di un minuto dal termine aveva ancora il trofeo nelle proprie mani. Non saldamente, ma ce l’aveva. Poi, però, non è stato in grado di gestire come in altre occasioni, complicandosi la vita con una “sanguinosa” penalità che ha spianato la strada all’aggancio degli avversari, che poi nel tempo supplementare hanno firmato l’impresa realizzando dopo soli 44" con lo sloveno Zerdin il beffardo (ma assolutamente meritato per quanto visto in pista) golden gol (3-4) che ha riscritto la storia della Supercoppa. << Avevamo la partita in mano, ma non siamo stati in grado di amministrarla e l’abbiamo letteralmente regalata ai nostri avversari >>. Così “a caldo” il presidente Fabio Forte. L’altra faccia dell’overtime, invece, è quella di Cristian Rela, visibilmente emozionato, così come gli altri altopianesi in forza ai rossoneri (Franco Vellar, il capitano, Michael Corradin e Fabio Rigoni). << E’ una sensazione davvero particolare quella che sto provando. Penso sia stata una mini impresa quella di riuscire a fermare l’incredibile serie di successi dei Vipers, ma averlo fatto credo possa essere importante per l’intero movimento; ora ci sarà sicuramente più interesse anche in ottica campionato e playoff scudetto. Tornando all’incontro, ritengo che la vittoria sia stata meritata, siamo stati bravi a crederci fino alla fine. Complimenti comunque all’Asiago, anche per come ha saputo accettare la sconfitta. Stile quando vince e pure quando raramente perde >>. Una sconfitta (meritata) che ferma così a quota otto il numero delle finali vinte consecutivamente dagli Asiago Vipers, che negli appuntamenti importanti non perdevano più dal dicembre 2006, quando ad Anglet (Francia), nella “Final Eight” di Champions, si erano arresi all’overtime, prima in semifinale e quindi nella finale per il bronzo. Da allora solo trionfi. Fino appunto al 6 gennaio. Un passo falso che, comunque, deve essere interpretato nel modo giusto, cercando di correggere il tiro in vista degli imminenti impegni di questo scorcio conclusivo del girone di andata di campionato in cui Asiago, dopo la sfida interna con il Montebelluna in programma sabato 10 gennaio (ore 20.45), avrà in serie il derby nella “tana” della capolista Vicenza, quindi l’Arezzo in casa e, infine, la trasferta a Milano. In Serie A2, dopo un periodo di sosta davvero lungo tra festività e posticipo, torna finalmente in pista nel fine settimana anche la formazione di Riccardo Marobin, attesa da una doppia trasferta: sabato 10 gennaio (ore 18) a Forte dei Marmi e quindi martedì 13 gennaio (ore 21) a Padova nel posticipo della 3a giornata. Problema principale sarà quello di ritrovare il ritmo partita dopo questa lunga inattività. Prosegue più regolare, invece, la Serie B. Nel girone “C” gli Asiago Vipers si sono proclamati “campioni d’inverno” andando a vincere in trasferta la sfida-primato con il Verona (2-5), grazie alle doppiette di un ritrovato Francesco Rigoni e di Christian Nicolussi. In gol anche Matteo Gios. Nel fine settimana in pista solo l’altra formazione asiaghese impegnato nel campionato, i Black Vipers, che domenica 11 gennaio (ore 18) cercano punti scacciacrisi ospitando il Padova, fanalino di coda. Stefano Angonese Foto Guariglia 8 Sabato 10 gennaio 2009 l’Altopiano www.giornalealtopiano.it 21 Dopo il titolo italiano, in palio gli europei SPORT Per Enrico Fabris il 2008 si è chiuso con un record italiano: settimo titolo consecutivo nei “tricolori” allround disputati sulla pista di Pinè, quella di casa, dove solitamente si allena con Luca Stefani e gli altri azzurri del team. I “tricolori”, salvo qualche interruzione per motivi bellici, sono in calendario sin dal lontano 1915 perciò si tratta di una manifestazione ormai storica perciò ancor più prestigiosa. Con questo risultato affianca nella graduatoria di tutti i tempi Renato De Riva campione italiano degli anni ’60. Roberto Sighel, capoclassifica con sedici titoli vinti nell’arco di un quindicennio, non è poi così Per Enrico Fabris settimo tricolore consecutivo e record italiano sulla pista di Pinè lontano visto che il roanese delle Fiamme Oro ha iniziato la sua serie nel 2003. Per il momento il più abbordabile è tuttavia Icilio Perrucca titolato nove volte fra il 1933 ed il 1946. Nella kermesse trentina c’è anche il bronzo di Luca Stefani. Partito in sordina con la sua stagione nell’appuntamento pinetano ha fatto segnare dei progressi POI consolidatisi ad inizio anno sull’anello di Collalbo dove ha partecipato ai tricolori “sprint” – 500 e 1000 metri ripetuti due volte – ottenendo ancora un bronzo ma battendo il proprio record sul 1° Memorial Ennio Valente Riuscita manifestazione sportiva sulle nevi di Cesuna per ricordare l’amico e socio scomparso lo scorso autunno. “Una festa, dedicata a un grande amico che non c’è più” Si è svolta lunedì 5 gennaio sulle piste di Cesuna la gara sciistica intitolata a Ennio Valente. La manifestazione sportiva era organizzata dalla Sciovie Cesuna e Sci Club Valmolin sulla pista verde del Monte Zovetto. Valente, nativo di Cesuna ma trasferitosi poi a Thiene per lavoro, era rimasto molto legato alla frazione roanese dove tutt’ora risiede la famiglia, ciò fino allo scorso autunno quando una implacabile malattia lo strappava agli affetti di parenti ed amici. Appassionato di sport invernali ma anche di corse rallistiche, fu socio molto attivo e tra i fondatori del Valmolin, società quest’ultima con sede nel padovano. “Uno slalom gigante al fine di ricordare il nostro caro amico Ennio – dichiarano Antonio Porto e Mauro Bello, presidenti delle due società che hanno pianificato l’evento – è il minimo che possiamo fare per rivivere i bei momenti passati assieme”. La gara promozionale di slalom gigante si è avvalsa del cronometraggio ufficiale di Flaviano Buratto, giudice presidente del Comitato Provinciale FISI di Padova, e prevedeva vari ordini di partenza a partire dai Pulcini fino ai Master secondo il regolamento ufficiale previsto dalla Federazione. Per quanto riguarda le classifiche – ben 109 i partecipanti - è da mettere in risalto il miglior tempo asso- Risultati femminili: Categoria Cuccioli: 1 Muschetti Annalisa, 2 Ronchetti Anna, 3 Gloder Lara. Allievi: 1 Porto Anna, 2 Artusi Elisa, 3 Zamboni Sofia. Giovani: 1 Gloder Chiara, 2 Sartori Silvia, 3 Cavaliere Anna. Dame C4: 1 Volpi Cristina, 2 Ferrari Lorenza, 3 Schiesari M. Nadia. Maschile Baby: 1 Fiorin Riccardo, 2 Valente Cristian, 3 Fantini Roberto. Ragazzi: 1 Valente Giacomo, 2 De Gerone Mattia, 3 Valente Andrea. Allievi: 1 Cerato Riccardo, 2 Sambo Alberto, 3 Valente Alessandro. Giovani: 1 Gorda Thomas, 2 Valente Davide, 3 Spiller Federico. Senior: 1 Valente Giulio, 2 Valente Gabriele, 3 Bello Pietro. A4: Cavaliere Dario, 2 2 Ruspantini Roberto, 3 Gaiani Mario. A5: Borella Renzo, 2 Bello Mauro, 3 Porto Antonio. B6: 1 Tumolero Tiziano, 2 Magnabosco Sergio, 3 Zamboni Giuseppe. luto ottenuto da Giulio Valente, il figlio maggiore di Ennio, 1° anche nella categoria Senior, sicuramente spronato da una motivazione particolare. Hanno inoltre partecipato anche gli altri due figli, Davide 2° classificato nella categoria Giovani e Cristian 2° classificato nella Baby. Particolarmente toccante il dopo gara, con tutti i partecipanti risaliti al cancelletto e scesi nuovamente tutti insieme a spazzaneve in un lunghissimo serpentone preceduto dallo striscione “Ennio sempre con noi!” portato dagli amici più cari e dai figli. Una volta scivolati a valle tutti con le racchette indirizzate al cielo, come un ideale prolungamento delle braccia verso chi non c’è più, l’arrivo nel parterre da cui è partito un lungo, lunghissimo applauso. Un ringraziamento particolare è stato infine rivolto dagli organizzatori a quanti hanno reso possibile la manifestazione, ai dipendenti delle Sciovie Cesuna, allo staff di coordinamento del Valmolin e alla giuria che ha cronometrato i discesisti. D.F. chilometro che ora lo accredita di 1’13"34. Nell’occasione Enrico Fabris ha corso solo nella giornata iniziale i 500 ed i 1000 in previsione dei Campionati Europei scattati ieri (venerdì 9 gennaio) ad Heerenveen in Olanda. Per lui comunque un test importante. Per lui sarà dura sulla pista olandese ma questo già lo sapeva. Ad aumentare la suspence sul risultato finale, vinse la competizione nel 2006 in Norvegia proprio alla vigilia delle sue trionfali olimpiadi. Nel 2007 a Collalbo fu secondo e terzo lo scorso inverno in Russia mentre per Luca Stefani l’unica partecipazione risale allo scorso inverno, sedicesimo posto. Le noti- zie provenienti dalla terra dei tulipani danno Sven Kramer, suo avversario più forte, in gran forma. D’altra parte giocando in casa l’ “arancione” detentore del titolo non può non aver preparato al meglio l’appuntamento. Avrà anche statunitensi e canadesi pronti a stargli sulle lame senza dimenticare gli altri possenti “orange”della squadra padrona di casa, il norvegese rampante Hovard Bokko e gli outsiders sempre pronti a salire alla ribalta. Insomma un grosso impegno peraltro preparato come si deve. In “stile –Fabris”, insomma. Enrico Fabris è perfettamente conscio che se vuol coltivare speranze da podio non deve fallire la prova veloce sui 500 metri. Lui come tutti gli altri, naturalmente. Attardarsi sull’abbrivio veloce significa recupero super-difficile sulle distanze medio-lunghe anche in virtù del regolamento deputato a trasformare i tempigara in punti ovvero quelli che che, alla fine, decretano il successo nelle competizioni “all-round”. Niente kermesse europea per Luca Stefani, sedicesimo lo scorso anno. I risultati di Marco Cignini (Fiamme Oro), suo compagno di squadra, sono migliori rispetto a quelli dell’asiaghese per cui in Olanda è andato lui. Renato Angonese LA SCOPA DELLA BEFANALAUF A CATTANEO E VALBUSA Marco Cattaneo, il dominatore delle “long distance race” di questa prima parte della stagione. Il fondista di Caronno Pertusella, in provincia di Varese, ha avuto la meglio sul compagno di tante sfide, Roberto De Zolt, che da due stagioni ha abbandonato la categoria “pro”, e sul plurimedagliato di skiroll, Alfio Di Gregorio, terzo classificato. Nei primi dieci anche due rappresentati del GSA Asiago Marco Crestani (6°) e Francesco Benetti (10°). Ad attendere il vincitore, e ancor di più la vincitrice, una “Befana” con tanto di scopa dorata, riservata alla prima classificata che, nel caso della gara femminile non poteva che esse- re lei, Sabina Valbusa, unica donne elite che ha chiuso la Befanalauf con il 18esimo tempo assoluto. Al secondo posto Daniela Carmagnola, compagna nella vita di Alfio di Gregorio e terzo gradino del podio per Rosanna Costa. E via via, mentre gli amatori tagliavano il traguardo, prendeva corpo la Befanina con oltre 150 ragazzi e ragazze (da 4 anni agli under 17) che si sfidavano su un tracciato di pochi chilometri e che hanno condiviso con gli amatori della granfondo il medesimo striscione d’arrivo. Per tutti loro un unico premio: una calza colma di dolci consegnata direttamente dalle mani dei due vincitori. 8 l’Altopiano Sabato 10 gennaio 2009 www.giornalealtopiano.it 22 Calcio, la neve blocca i campionati CALCIO Tutte ferme le compagini altopianesi ad eccezione dell’Asiago che è riuscito a disputare l’incontro contro il San Tomio di Malo, purtroppo perso dai giallorossi per 2 a 0 Doveva essere un periodo natalizio insolitamente intenso per il calcio dilettantistico vicentino, atteso da una sfilza di recuperi che partiva dalla vigilia di Natale e finiva dritta dentro la calza della Befana. E, invece, in queste due settimane le partite disputate sono state davvero poche, sistematicamente, o quasi, saltate a causa del meteo, che si è divertito a seminare qua e là fiocchi di neve e temperature rigide che nella stragrande maggioranza dei casi hanno poi reso i campi distese di neve e ghiaccio dove, almeno a calcio, non era proprio pos- sibile giocare. Tra le formazioni che ce l’hanno fatta, però, c’è stato l’Asiago Calcio Altopiano che domenica 28 dicembre ha regolarmente disputato il match valevole per la 13a giornata del girone di andata sul campo di S. Tomio di Malo. Purtroppo la formazione giallorossa è uscita sconfitta per 2-0, perdendo così punti preziosi contro una diretta concorrente per la salvezza. Nel 2009 si spera nella tanto attesa svolta. Tutte ferme, invece, le altre compagini altopianesi, con il Lusiana Conco, ad esempio, che ora ha ben due incontri da dover recuperare per ri- mettersi in pari. I tanti rinvii, dunque, stanno ora causando qualche problema per riuscire a delineare il calendario dei recuperi (in particolare per quelli della 13a giornata di andata): la data più probabile sembra essere stata individuata nel 22 febbraio, anche se il Comitato Veneto potrebbe valutare soluzioni alternative. Insomma, se non c’è stato il tour de force natalizio ci sarà nelle prossime settimane. Intanto domenica 11 gennaio, naturalmente meteo permettendo, si cercherà di tornare alla normalità con l’ultimo turno del girone di andata. S.A. VOLLEY CESUNA – RIPRENDONO I CAMPIONATI Formazioni tutte in ottima posizione di classifica Dopo la pausa natalizia per le formazioni del Volley Cesuna, che chiudono proficuamente la prima parte dei campionati provinciali, riprende l’attività agonistica per tutte le squadre della società. Ovviamente le vacanze non sono state occasione di solo riposo ma gli atleti hanno avuto la possibilità di partecipare ai vari tornei organizzati in provincia fra cui spiccano quello di Lugo Vicentino, dove una selezione di 2^ divisione ha colto un ottimo terzo posto nel 24 ore di Santo Stefano, e quello di Vicenza a Capodanno, che ha visto l’esordio della formazione U13, premiata con un incoraggiante 4° posto che fa da prologo all’imminente inizio del campionato di categoria. La prima formazione a scendere in campo con l’anno nuovo sarà il Volley Cesuna U20 (Campionato Open A.I.C.S.), impegnata venerdì 9 gennaio alle 19,30 nell’insidioso derby contro il Volley Asiago Altopiano che si svolgerà nella palestra dell’ITC Pertile. Il Cesuna arriva dal successo contro il Santorso 3 a 0, parziali di 2523, 25-16 e 25-3, risultato che consente alla squadra di continuare a permanere al terzo posto in classifica a 14 punti dietro lo Sporting Alto Vicentino a 18 ed il Molina a 15. Terzo posto in classifica anche per il Cesuna-Caseificio Pennar nel campionato di seconda Divisione maschile, al termine del girone di andata con 12 punti dietro Polisportiva S. Croce a 16 e Fulgor Thiene a 15. E sarà proprio la Fulgor Thiene l’avversario di turno nella prima di ritorno che si disputerà al Palazzetto di Roana sabato 10 alle 20,30: una partita difficile dove bisognerà mettere da parte paure ed ansie e dare il meglio di sé in ogni fondamentale per poter ribaltare il risultato negativo dell’andata; sicuramente anche una partita bella da vedere considerato il livello tecnico delle squadre. Sempre al Palazzetto di Roana sabato 10 gennaio alle 16,30 si disputerà la settima di andata del campionato di seconda Divisione femminile che vedrà l’Holz Volley Cesuna affrontare il G.S.D. Pozzo, per ora cenerentola del girone B. Dovrà essere quindi posta la necessaria attenzione a non sottovalutare l’avversario per poter rimpinguare ulteriormente la classifica che vede le “Tigers” attestarsi nella zona alta della classifica al 5° posto, 10 punti, dietro Cogollo a punteggio pieno 18, Angarano e Rosà 16 e Lugo a 15. Per il P.G.S. Cesuna U16, attualmente al 4° posto in classifica nel girone A del campionato provinciale A.I.C.S., trasferta in programma sabato 10 a Grumolo Pedemonte contro la rappresentativa locale. Meritato riposo invece per l’U14 – Happy Hippo Volley Cesuna che dopo il recupero della partita in programma sabato 20 contro il Brogliano, può vantare il secondo posto in classifica, nonostante una partita da recuperare, a 17 punti a ridosso della Pallavolo Arzignano, prima a 18 punti. Per la formazione guidata da Beatrice Pesavento una lusinghiera striscia positiva che mette solide basi per lo sviluppo in categorie superiori. 8 l’Altopiano Sabato 10 gennaio 2009 www.giornalealtopiano.it 23 La grande festa del Canove calcio CALCIO Più di trecento partecipanti tra dirigenti, calciatori, familiari e simpatizzanti, per una serata all’insegna della festa, dei ricordi, dell’amicizia. Il raduno del Canove Calcio al Palazzetto dello sport di Mezzaselva per celebrare i 20 anni di fondazione della società calcistica è stato proprio un successo. Si è mangiato, si è parlato, si è giocato alla tombola, si è anche ballato con il Duo Vellar, il tutto in allegria e con tanto Festeggiati al palazzetto dello sport i 20 anni di fondazione della società calcistica. Un momento molto particolare, vissuto in allegria tra tanti ricordi e con la gioia di ritrovarsi insieme Il presidente Fabio Rebeschini premia il portiere Giorgio Baù da 17 anni col Canove CLASSIFICHE E PROSSIMI IMPEGNI. Prima categoria Girone “C” (aggiornata alla 13a giornata di andata): S. Vito di Leguzzano * e S. Fortunato punti 25, Pove ° 24, Azzurra Sandrigo ° 22, Scledum, Elleesse e Canove 19, Dueville e S. Eusebio 18, Breganze 17, Summania 16, Travettore 12, Angarano Azzurra 11, Cassola S. Marco e Mussolente 10, Poleo Aste * 8. * una partita in meno; ° una partita in più Prossimi turni: 11 gennaio (ore 14.30) PoveCanove; 18 gennaio (ore 14.30) BreganzeCanove. Seconda categoria Girone “E” (aggiornata alla 13a giornata di andata): Alto Astico Posina punti 28, Lugo Calvene 27, Malo *, Costabissara ed Orsiana 21, S. Vitale Castelnovo e S. Giorgio Perlena 19, Careciupan * 17, Torre Valli * 16, Cà Trenta * e S. Tomio 15, Montecchio Precalcino 14, Valdastico 13, Concordia 12, Asiago 10, Cosfara 9. * una partita in meno Prossimi turni: 11 gennaio (ore 14.30) Torre ValliAsiago; 18 gennaio (ore 14.30) Cosfara-Asiago. Seconda categoria Girone “F” (aggiornata alla 13a giornata di andata): S. Anna * punti 32, Cartigliano * e Carmenta 29, Campese ** 26, Juventina Laghi * e Giovanile Ezzelina 23, Vallonara 22, Bp ‘93 * 21, S. Croce Bassano * 18, Campolongo * 13, Lusiana Conco ** e S. Vito Bassano * 12, Spf 11, Arsenal Cusinati 10, Junior Valbrenta ** 8, Colceresa MPM * 5. * partite in meno Prossimi turni: 11 gennaio (ore 14.30) Junior Valbrenta-Lusiana Conco; 18 gennaio (ore 14.30) Vallonara-Lusiana Conco. Terza categoria Girone “Bassano” (aggiornata alla 13a giornata di andata): Union 98 Borso ed Eurocalcio punti 33, Quinto Vicentino 30, Longa 90 26, Cusinati 25, Fellette * 19, Real Stroppari e Palladiana Vigardolo 16, Pedemontana ed Aurora S. Giuseppe 15, Colceresa e Gallio 13, Marchesane * 10, Villaggio S. Lazzaro * 8, S. Pietro Rosà 7, Fortitudo Bassano * 5. * una partita in meno Prossimi turni: 11 gennaio (ore 14.30) GallioS.Pietro Rosà; 18 gennaio (ore 14.30) Union 98 Borso-Gallio. Nota: le partite delle formazioni altopianesi potrebbero subire variazioni di luogo. piacere di ritrovarsi insieme, incontrando anche volti e sorrisi che si erano un po’ persi lungo il cammino. Un cammino fatto di crescita e di tante soddisfazioni che ha portato il Canove ad essere la prima società, in termini di categoria di gioco, dell’Altopiano. Da quel 1988 in cui, per iniziativa di Gianfranco Pesavento Pasc, supportato in tutto e per tutto da Davide Bolzon, si è deciso di fondare la società, tante sono le cose che si potrebbero raccontare e ricordare. Un ricordo particolare è andato ovviamente a Gianfranco, purtroppo tragicamente scomparso l’anno successivo, un grande appassionato di calcio, che in questo progetto ha molto creduto. A sua moglie, Gianna, il Canove ha voluto donare una targa ricordo, consegnata, in un momento molto ricco di significati, da Davide Bolzon che nel e per il Canove continua ad impegnarsi. Una targa è andata anche al giocatore più fedele e rappresentativo che indossa i colori di questa società da ben 17 anni ovvero il portierone della prima squadra Giorgio Baù. Una pergamena è stata poi donata a tutti gli allenatori che si sono susseguiti nella guida delle varie squadre a partire da Roberto Vincere Frigo, il primo coach in assoluto, aiutato da Orlando Fontana, per andare poi con Gino Spagnolo, Bortolo terzo, Tiziano panozzo, Ruggero Gonzo, Danilo Slaviero, Stefano Frigo, Roberto Sartori, Massimo Bernardi e, l’attuale, Gianluca Covolo. Sartori, Marco Fraccaro, Alessandro frigo, Roberto Baù, Vittorio Magnabosco, Giovanni Giacomino Munari, Silvano stella, Ivo Spagnolo e Vincenzo. A tutti i partecipanti alla serata è stato fatto dono, in ricordo di questo anniversario, di un portachiavi. “Tra le note positive di questo incontro – evidenzia il presidente Fabio Rebeschini – mi piace sottolineare la partecipazione alla festa dei rappresentanti delle società dell’Asiago Calcio e del Gallio, con le quali auspico di ritrovarci al più presto per cominciare a dare avvio a quel progetto di unione che a noi del Canove sta tanto a cuore”. Stefania I quattro presidenti della storia del Canove: da sx Silvio Ferrari, Longhini I mister che hanno allenato le squadre del settore giovanile sono invece: Elio Caldieraro, Vinicio Rebeschini, Desio Rossi, Fabio Rebeschini, Roberto Satarossa, Giovanni Costacurta, Andrea Rebeschini, Sergio Santarossa, Antonello Zanini, Luigino Zarpellon, Maurizio Fabio Rebeschini, Davide Bolzon e Stefano Frigo Commozione per la morte di Daniele De Guio Profonda partecipazione anche nell’ambiente dell’A.C. Canove per la tragica morte di Daniele De Guio, 55enne bancario di Mezzaselva, deceduto la sera del 6 gennaio dopo essere scivolato e aver battuto violentemente la testa, mentre si trovava nei pressi di casa. De Guio, molto conosciuto nel territorio roanese, sia per il suo lavoro di bancario presso la Cassa Rurale di Roana, che per la propria passione per la caccia, era spesso impegnato anche a dare una mano nella gestione delle squadre giovanili del Canove, settore in cui gioca uno dei suoi due figli. Il fatto ha destato molta commozione in tutto l’Altopiano anche per la dinamica con cui è accaduto: De Guio stava rientrando verso casa dopo essersi recato nella zona mista di prato e bosco dietro alla sua abitazione, quando è scivolato e caduto da un muro di contenimento, alto circa 2 metri e mezzo, battendo il capo sul cemento. L’impatto, molto violento, ha probabilmente provocato il decesso immediato. La moglie Francesca Munari, dopo aver sentito il tonfo è uscita di casa per vedere cosa fosse successo e ha trovato il marito a terra, esanime. A nulla purtroppo sono valsi i tentativi di rianimare l’uomo nonostante il tempestivo arrivo sul posto di un’ambulanza dell’ospedale di Asiago. Al momento di andare in stampa con il nostro giornale non è ancora stata resa nota la data del funerale, visto che non si è ancora svolto l’esame autoptico deciso dalla procura di Bassano del Grappa per capire se prima di cadere l’uomo fosse stato colto da malore. 8 Sabato 10 gennaio 2009 l’Altopiano www.giornalealtopiano.it 24 2008: UN’ALTRAANNATA DA RICORDARE PER L’A.S.D. FUJIYAMAKARATE-DO SETTE COMUNI CONI e dal Comune di Vicenza che ha visto premiare Atleti, Dirigenti e Società della Provincia che si sono particolarmente distinte nel mondo dello sport nel 2008. Si è concluso il 2008 ed anche per il mondo del karate altopianese è tempo di bilanci. Per l’A.S.D. Fuji-Yama Karate-do Sette Comuni il 2008 appena archiviato è stato un anno ricco di successi e di soddisfazioni; merito evidentemente del buon lavoro svolto dallo staff tecnico, in primis dal m.o Marino Rossi, ma evidentemente anche dei genitori dei nostri campioni che, con tanto sacrificio e dedizione, si sono prodigati per far frequentare ai figli gli allenamenti e ad accompagnarli alle molte gare, nel Veneto come in altre regioni ed anche all’estero. Come già detto è stato un anno di molti successi, che ha visto i karateka altopianesi partecipare a 21 gare con 256 presenze individuali, aggiudicandosi ben 23 medaglie d’oro, 45 d’argento e 50 di bronzo, ottenendo 3 qualificazioni alle finali Nazionali (con un quinto e due undicesimi posti) ed 11 podi nelle gare Internazionali. Grande la soddisfazione per Marino Rossi che ha visto il suo sodalizio premiato a vari livelli: -prima Società classificata nella Regione Veneto nella speciale classifica per Società nel “Gran Premio Giovanissimi Veneto Karate”, gare riservate ai ragazzi dai 5 ai 12 anni e premiati in occasione dell’Assemblea Regionale svoltasi a Trebaseleghe sabato 21 dicembre; -sesta Società classificata nella classifica del “Trofeo Veneto” nella classe Esordienti/B ragazzi di 13 e 14 anni; -quarta Società classificata nella classifica del “Trofeo Veneto” per le classi dai Cadetti agli Assoluti (15 – 35 anni) e premiati dal CONI di Vicenza lunedì 22 dicembre in occasione del Gran Galà dello Sport e La Notte delle Stelle, serata organizzata dal A livello agonistico questo il riscontro dei risultati delle ultime gare del 2008: -nella 5^ Tappa del Gran Premio Giovanissimi Veneto Karate, svoltosi domenica 14 dicembre a Case di Malo, successi nella prova del percorso per Lisa Crestani (classe bambini cinture bianchearancio) e per Elia Artuso (classe ragazzi cinture verdi-marroni). Secondi posti, nella classe bambini cinture verdi-marroni, per Matteo Frigo (nella prova di stile ed in quella del percorso) e per Thomas Rigoni (nella prova del percorso), nella classe fanciulli cinture verdi-marroni per Jody Maroso (nella combinata) e nel kumite, classe esordienti/A meno 40 kg., per Sharon Apolloni fra le femmine e per Otman Kalili fra i maschi. Terzi posti, infine, nella classe bambini cinture verdi-marroni per Matteo Frigo (nella prova del palloncino e nella combinata) e, nella classe fanciulli cinture verdi-marroni, per Michele Frigo e Francesca Ronzani (nella prova del percorso) e per Elia Artuso (nella prova del palloncino e nella combinata). -Nel Campionato Regionale di Classe svoltosi a Trebaseleghe (PD) domeni- ca 21 dicembre, Nicola Rossi si è riconfermato Campione Regionale per il secondo anno consecutivo piazzandosi sul gradino più alto del podio nel kumite classe Juniores - 80 kg.; argenti per Sara Porro (kumite, classe Esordienti/B - 65 kg.), per Claudio Pozza (kumite, classe Cadetti - 85 kg.) e per Davide Bedin (kumite, classe Seniores - 65 kg.) Cesare Pivotto Pattinaggio Artistico Secondo posto agli assoluti per Filippo Ambrosini Grande soddisfazione per Filippo Ambrosini nei recenti campionati italiani assoluti di pattinaggio artistico svoltisi a Pinerolo dal 18 al 21 dicembre. L’atleta asiaghese, che attualmente si allena a Milano con la società Forum SSPRL, sotto le direttive dell’allenatrice Cristina Mauri, ha ottenuto un ottimo secondo posto nella categoria Junior maschile. Nella sua esibizione, Filippo ha presentato un programma corto e un programma lungo perfetti senza incertezze, con l’esecuzione anche di due tripli Salcof. Una prestazione che ha contribuito a migliorare notevolmente il suo personal best che attualmente è di 132,14. L’atleta sedicenne, che fino all’anno scorso faceva Parte del Circolo Pattinatori Asiago e si allenava con Anita Forer, in questa stagione ha già ottenuto buonissimi risultati: a inizio ottobre si era classificato 3° nella Merano Cup, gara internazionale di prestigio aperta a pattinatori senior, junior e novice, mentre a Courmayeur, a fine novembre, nella 2.a gara nazionale di artistico per Senior, Junior e Juvenile, si è piazzato al secondo posto. Corso di ginnastica e Pilates DanzAsiago organizza un corso di ginnastica di mantenimento e pilates per un corpo tonico e agile. Un metodo per tenersi in allenamento in modo dolce e modellare dove serve, senza sfiancarsi e senza traumi. Il Pilates, che si basa principalmente su principi che aiutano a costruire equilibrio, eleganza e forza, sarà abbinato alla ginnastica di mantenimento G.A.G.: lavoro e tonificazione di gambe, addominali, glutei. Il corso si terrà ad Asiago il martedì e il venerdì dalle 20 alle 21. Informazioni e iscrizioni 380 – 35.43.007 8 l’Altopiano Sabato 10 gennaio 2009 “Gaiga, servono altri morti prima che si realizzi la rotatoria?” Gentile Direttore, vorrei ringraziarla perché l’ultimo numero de L’Altopiano, datato 25 dicembre, ci ha annunciato una Buona Novella. “Strade più larghe e nuove rotonde così la Provincia si occupa della 349”. Appena letto il titolo ho avuto un sobbalzo di gioia. Letto l’articolo mi è venuta la “depressione”. La notizia è che si faranno a breve vari interventi sulla strada “del Costo”, finalizzati ad evitare “rallentamenti e piccoli incidenti” e in seguito si modificherà l’incrocio di via Gaiga, davanti al Consorzio . L’articolista dice che “l’intervento consentirà un ..rallentamento del traffico in un tratto in cui per incidente stradale sono decedute 7 persone” e poi aggiunge che su questo punto i tecnici provinciali sono ancora indecisi se creare una rotatoria oppure se costruire un sottopassaggio, decisione che sarà presa in seguito. Direttore, chiedo il suo aiuto per capire. Prima si fanno i lavori per evitare rallentamenti e piccoli incidenti e poi si pensa all’incrocio che ha fatto 7 morti!!. Quale logica ha un tale programma? Si discute fra rotatoria e sottopassaggio!? La rotatoria serve a rallentare il traffico per evitare altri morti mentre il sottopasso serve a velocizzare il traffico. A meno che non si tratti del sottopasso solo pedonale che Dario Frigo ipotizzava già alcuni anni fa… Per evitare altri morti sulla Gaiga sono convinto che servirebbe la realizzazione di una rotatoria davanti al Consorzio. Pagliativi meno costosi sarebbero anche il limite di velocità a 50Km/ora, - ma già gli i attuali 70 km/h non sono rispettati- e un divieto di sorpasso. Per salvare delle vite umane propongo anche di metter un monumento a fianco dell’incrocio con i nomi dei MORTI per incidente che ci sono stati sulla strada VERDI-GAIGA: Fausto Rela e Camillo Rossi (morti assieme), Federico Dal Sasso, Franco Pesavento, Valente Cristiano , Andrea Costa e Cristian Pais (morti assieme), Botea Adrian (morto il 1° gennaio 2005) e possiamo aggiungere “Signore di Rovigo di 82 anni” (la legge sulla privacy funziona) . La somma dei nomi dà 9, sono 9 morti che aspettano la rotatoria. La stele con i nomi potrebbe essere aggiornata con i nomi dei prossimi morti in attesa del collocamento definitivo al centro della rotatoria. In fondo alla lista si potrebbe scrivere “Ignoto: PROSSIMO MORTO PER INCIDENTE STRADALE”. La stele della GAIGA potrebbe essere il monumento agli IGNOTI morti del sabato sera e dintorni. Il nome del prossimo morto è ignoto, così come il nome del MILITE IGNOTO del Vittoriano. Il monumento della Gaiga sarebbe come quello del Vittoriano un SIMBOLO: quello di Roma un simbolo dell’amor di Patria, quello della GAIGA un simbolo dell’amor filiale, un monito per tutti gli automobilisti. Senza rotatoria ci saranno ancora morti. Morti per ora Con l’arrivo di GRETA è arrivata la 4° generazione Dal 1931 al 2008 Non tutte le famiglie arrivano alla quarta generazione, ma con la nascita di Greta la Famiglia di Erika Tagliaro ha avuto la fortuna di raggiungere questo traguardo. Loro sono un esempio da seguire e la dimostrazione di quanto si possa costruire restando uniti, senza mai perdere di vista i valori veri, nel rispetto e nell’amore. Guardando i loro volti nasce la speranza anche nelle persone che questi valori li avevano persi, donando serenità nel cuore, dando la forza di affrontare questa vita che ogni tanto dona e non sempre toglie. Dobbiamo soffermarci a guardare negli occhi della bellissima Greta per capire che vale la pena vivere, se i doni che ci vengono fatti sono simili a lei. ELIA MARIA,DANILA,ERIKA hanno dato vita, una dopo l’altra ad un’altra persona, fino ad arrivare al giorno in cui è nata la più piccola, che per il momento chiude il cerchio generazionale. Un’amica Sara Moretti Buon anno e un grazie all’Amministrazione Il Centro Anziani di Stoccareddo augura a tutti buon anno e coglie l’occasione per ringraziare l’Amministrazione comunale di Gallio, in particolare il Sindaco Antonella Stella, per l’attenzione avuta nei nostri confronti IGNOTI che però avranno un nome. Il MILITE IGNOTO raccolto sull’ORTIGARA e candidato a diventare il MILITE IGNOTO del Vittoriano e che riposa a Firenze, vicino alla tomba di Michelangelo e di Galilei, in Santa Croce, non avrà mai un nome ( sulla tomba è scritto ORTIGARA). Il futuro CADUTO IGNOTO della Gaiga avrà un nome. Per ora siamo a 9 nomi di caduti.. Ho buone probabilità di diventare il decimo. Questa sera, un’ora fa, mentre con la mia auto arrivando da Canove stavo svoltando a sinistra verso via Mosele, un deficiente mi ha sorpassato mentre ero già al centro della carreggiata. . Se non avessi inchiodato, bloccando la svolta a sinistra, sarei morto. Allora sulla stele, al centro della futura ROTATORIA della GAIGA avrebbero potuto scrivere anche Carlo Rela www.giornalealtopiano.it 25 “Sgombero delle strade, una situazione penosa” Gentile redazione, frequento l’Altopiano dei Sette Comuni da 32 anni, oltre che per la bellezza della zona anche perché ho avuto la fortuna di sposare una donna nata sull’altipiano e, possiedo una casa di vacanze ad Albaredo di Rotzo. Con la presente intendo esporVi le lamentele che ho sentito da residenti e turisti riguardo il pessimo servizio di sgombero delle strada dalla neve. In trentadue anni non ho mai visto una situazione così penosa. Fino allo scorso anno, quando nevicava, si era certi di trovare le strade percorribili in auto a qualunque ora del giorno, ora invece non ci si può avventurare neppure a piedi. Se permettete una mia analisi, le cose che non vanno sono le seguenti: un enorme ritardo nell’intervento dei mezzi sgombraneve; velocità di percorrenza dei succitati mezzi d’opera troppo alta e nel contempo pericolosissima; poca accuratezza ed efficacia del lavoro svolto dalle “lame” sgombraneve; scarso utilizzo di ghiaino e sale. Tre giorni dopo una piccola nevicata (quella di capodanno) ci troviamo con le strade malsicure a causa di ghiaccio e neve lungo le carreggiate ed ai bordi, cosa mai accaduta nelle precedenti annate. A mio parere, non si può spendere denaro per promuovere lo sviluppo turistico se poi non si è nemmeno in grado di garantire la percorribilità delle strade in occasione di un avvenimento semplice e prevedibile come una nevicata invernale. L’intento di questa mia lettera non è di fare della polemica disfattista bensì di segnalare questo grave disservizio perché sono particolarmente affezionato a questa zona e mi dispiace vederla oggetto di ironie da parte dei turisti come in questi giorni. Giovanni Valente “Alle Melette due piste chiuse, come mai?” Gentilissima Direttrice, non so se questo mio breve scritto possa trovare spazio nel vostro giornale, ma mi è venuto così spontaneo farlo e voglio pensare di sì. Stamattina, vedendo la bellissima giornata, mi sono avviata verso le Melette per sciare. Al mio arrivo il piazzale era zeppo di automobili, ma non mi sono scoraggiata e con un po’ di pazienza sono riuscita a parcheggiare. Giunta alla partenza della seggiovia, dove una lunga coda di gente aspettava di salire (del resto è il 2 di gennaio), ho atteso anch’io il mio turno. Mano a mano che salivo, mi sono osservata intorno ed ho visto con grande sorpresa che lo skilift del Buson e quello dei Tre Pali erano chiusi, inoltre le piste non erano ben battute. Mi sono chiesta allora quali potessero essere le motivazioni che avevano portato a una simile scelta. La neve è abbondante ed è stupenda, la giornata è meravigliosa e, nonostante la crisi, di gente ce n’è. Cosa penseranno i nostri turisti, non oso neppure pensare i nostri paesani, di queste scelte fatte dalla direzione delle Melette: tenere chiusi due impianti, seppur antiquati, in tempo di alta stagione e non preparare le piste in modo adeguato? Non c’è la scusa dello scarso innevamento e neppure della scarsità di sciatori. Io provengo da una famiglia che, in tempi abbastanza lontani, ha dato, pur con qualche limite, un piccolissimo contributo al turismo del nostro bellissimo Altopiano, ma lo ha fatto con grande entusiasmo e tanta passione. Forse è per questo che mi è difficile pensare che la spesa per qualche uomo in più agli impianti possa avere contribuito a tale scelta. Perché l’interesse materiale deve sempre e comunque prevalere su tutto? A volte non potrebbe bastare il sentirsi gratificati dal fatto di aver dato il meglio per la crescita e lo sviluppo del nostro territorio? Gianna Fracaro I neolaureati dell’Altopiano Il 18 novembre 2008 presso l’Università degli Studi di Padova, è stato proclamato Dottore in Ingegneria Meccanica Dino Pesavento di Asiago. Se ne rallegrano tutti i famigliari e gli amici, in particolare mamma Cristina, papà Ruggero e la sorella Stella. 8 Sabato 10 gennaio 2009 l’Altopiano www.giornalealtopiano.it 26 I RACCONTI DEI LETTORI L’uomo e il bosco Damiano Cattelan è nato a Mortisa, una contrada del Comune di Lugo di Vicenza, inserita nelle pieghe delle colline che sorgono alle pendici dell’Altopiano dei Sette Comuni. Ultimo di tre fratelli e forse per questo il più coccolato. Il padre, conosciuto in paese come Mario del Diche per via del soprannome della famiglia, lo portava con sé, nei campi di loro proprietà, per i lavori di stagione. Il ragazzino non era attratto dalla viticoltura e nemmeno dalla fienagione; preferiva il bosco col suo profumo, i suoi segreti ed i grandi alberi da tagliare. Aveva poca dimestichezza con la zappa e non si entusiasmava nemmeno con la falce in mano; si illuminava solo davanti alla motosega e la voleva adoperare sempre lui. La usava con una tale disinvoltura, che sembrava Siamo giornalmente tempestati da giornali, televisioni, cinema ed internet da notizie che ci arrivano in tempo reale da tutto il mondo. Una notizia rincorre l’altra, una notizia brucia subito la precedente tanto che non abbiamo il tempo di fermarci e riflettere. Ciò nonostante pensiamo: oggi il mondo è questo, conosciamo tutto di tutti , siamo oramai un “unico villaggio”. Tutto ciò è positivo o negativo? La realtà è che non ci indigniamo più di niente, non abbiamo il tempo di farlo o peggio non vogliamo farlo perché ci costa fatica, impegno; esporsi, usci- un rasoio nelle mani del barbiere. Il padre era orgoglioso e nello stesso tempo spaventato dall’idea che il figlio potesse farsi del male, ma poi si rese conto che la grande passione dell’allievo lo aveva portato a superare il maestro. Una cosa sola raccomandava all’aspirante boscaiolo, quella di piantare sempre alberi, oltre che tagliarli. Per campare, e mettere da parte qualcosa, Mario aveva preso la valigia di cartone ed era partito, poco più che adolescente, per la Svizzera e poi nei gelidi cantieri della Valle D’Aosta, a buttare il cemento nelle armature durante il giorno, e la giovinezza nella solitudine di una baracca isolata dal mondo, nelle lunghe sere d’inverno. Ritornato al paese, incontrò Agnese e si sposarono. Lei è una di quelle donne che reggono con polso e saggezza il peso della famiglia, anche nei momenti più difficili. I figli crescevano e i due più grandi trovarono lavo- ro nelle fabbriche del paese. Il secondogenito, prese moglie e l’arrivo di due vispi gemelli portò la felicità in casa. Damiano era diverso dai fratelli, negli spazi chiusi si sentiva soffocare, come una rondine dentro ad una gabbia. Il fascino del bosco e quel senso di libertà, che è tipico degli animali, lo avevano stregato e si sentiva a suo agio solo in Perché non ci indigniamo più? re dal proprio guscio può costarci la tranquillità del vivere quotidiano (status quo). Ed allora chi se ne frega se i figli ammazzano i genitori, se i genitori ammazzano i figli, se i nipoti ammazzano i nonni, se il fratello ammazza la sorella, se il vicino di casa ti ammazza; se l’ubriaco ti ammazza con l’auto, se il drogato-ubriaco falcia, con l’auto rubata al padre, chi è in attesa del bus o chi sta partendo per una gita o chi sta chiacchierando seduto su un muretto o chi sta andando a piedi per strada a portare un regalo al nipote. DALLE ORE 8.45 DI SABATO 10 ALLE ORE 8.45 DI SABATO 17 GENNAIO ROANA – Farmacia della dr.ssa Maria Leda Pizzolato, Piazza S. Giustina 23 FOZA – Farmacia della dr.ssa Gilda Scaffidi Militone, Via Roma 7 DALLE ORE 8.45 DI SABATO 17 ALLE ORE 8.45 DI SABATO 24 GENNAIO GALLIO – Farmacia di Gallio snc del dr. Stefano Dalla Valle, Via Prestinari 34 ROTZO – Farmacia della dr.ssa Anna Bottura, Via Roma, 9/a Domenica 11 gennaio CONCO: ERG – Via Bocchetta Domenica 18 gennaio CONCO: OMV – Via Cappellari 12 MEZZASELVA: IP – Via XXI Maggio 149 Chi se ne frega dei pedofili, degli stupratori, dei vacanzieri del sesso con ragazzi o ragazze, meglio se bambini o bambine. Chi se ne frega dei milioni di profughi che fuggono dalle guerre, di chi muore di fame, dei ragazzi e donne usati come “bombe umane” per fare carneficine nei mercati, nei treni, nelle metropolitane, negli al- berghi. Chi se ne frega se cristiani, preti, suore, missionari sono ammazzati o sono rapiti, mica sono giornalisti; chi se frega se bruciano scuole e chiese. Chi se ne frega dei cinquanta milioni di aborti-ammazzati all’anno, tanto i cosiddetti “feti” non reclamano, non fanno cortei e nemmeno blocchi stradali. Chi se ne frega se la “civi- l’Altopiano Sabato 10 gennaio 2009 L’Altopiano srl - Società unipersonale Registrazione n. 10/02 del 04/12/2002 presso il tribunale di Bassano del Grappa Telefono servizio lettori: 348 - 3138606 Telefono servizio abbonati 338 -1460517 Telefono per inserzioni pubblicitarie 338-1460517 E-mail: [email protected] [email protected] Direttore responsabile: Stefania Longhini Segretaria di redazione: Silvana Bortoli In redazione: Cesare Pivotto, Luigi Frigo Bettinado, Egidio Zampese, Martina Rossi, Gerardo Rigoni, Stefano Angonese, Stefania Simi, Giovanni Rattini, Beppa Rigoni Scit Hanno collaborato: don Marco Pozza, Daniel Finco, Ilario De Guio, Serena Baù, Sergio Bonato, Stefano Rigoni, Giulia Panozzo, Virginia Gianello, Aurora Carli Responsabile grafico e impaginazione: Fabrizio Favaro Impaginazione: Davide Degiampietro - Grafica Altopiano Foto: Foto Bergamaschi - Archivio Giornale Stampa: Centro Stampa delle Venezie Via Austria, 19/b - 35217 Padova mezzo agli alberi; quelle piante che non sono mai uguali tra loro, che nascono e muoiono, soffrono e gioiscono, come le persone, sensazioni che ha colto leggendo i libri di Mauro Corona; in quelle pagine intense che odorano di resina. Per un ragazzo così non è stato difficile trovare lavoro come boscaiolo, al servizio forestale regionale di Vicenza, sulle le” Europa sconfessa la sua origine giudaico-cristiana per non provocare la suscettibilità dei laicisti-atei o degli ospiti islamici. Chi se ne frega se vogliono toglierci il più fragile dei bambini, Gesù che giace in una mangiatoia o è appeso “cadaverino” su una Croce, non col mitra in mano, ma con le mani inchiodate. Penso che dobbiamo darci tutti una svegliata, proviamo andare incontro a questo Amore di bambino che con le piccole braccia aperte, nonostante tutto quanto sopra detto, è arrivato anche nel 2008, proviamo ad accoglierlo e magari ospitarlo nel “nostro albergo”. Buon 2009 a tutti. Amerigo Baù montagne venete. Sui boschi dell’Altopiano ha conosciuto l’istruttore, selvicoltore e boscaiolo, Giorgio Sambugaro e suo fratello Michele, due artisti di Gallio che adoperano la motosega e l’accetta come il chirurgo usa il bisturi. Con loro ha partecipato a diversi corsi di abbattimento, sramatura e di sicurezza sul lavoro, a diverse gare fra boscaioli e ai campionati italiani di Pentathlon e Triathlon del boscaiolo. Oltre a tagliare la legna, in modo competitivo, gli hanno insegnato a ricavare delle sculture dai tronchi, usando la motosega come se fosse uno scalpello. Damiano ha imparato subito l’arte ed ha seguito i due maestri in giro per l’Italia, esibendosi con loro in fiere e manifestazioni. A vederli in azione, con la motosega, sembra impossibile che in pochi minuti da un pezzo di tronco possano uscire, scoiattoli, caprioli, stambecchi, marmotte, abeti e tante altre creature del bosco. La loro abilità e conosciuta ovunque e diventa un’attrazione per la gente che assiste incurante della segatura che vola nell’area di lavoro. Si esibiscono anche fuori regione. Nel suo peregrinare per l’Altopiano ha conosciuto lo scultore GianAngelo Longhini, un artista che usa lo scalpello con maestria. Osservandolo è entrato anche lui nella dimensione canonica dell’arte, e nel tempo libero crea dei piccoli oggetti con le proprie mani. I suoi lo seguono spesso nei paesi dove si esibisce e sono orgogliosi di lui. Oltre ai boschi e alle valli, nell’Altopiano ha conosciuto Elena, la ragazza che ha sposato e che pochi giorni prima di Natale gli ha fatto il regalo più grande; una bambina che si chiama Alice, come quella della favola. Renzo Cappozzo VENDESI CASA SINGOLA, STRADA CANOVE CAMPOROVERE. GLI INTERESSATI POSSONO TELEFONARE AL N. 347 4436517 Il Giornale pubblica le Vostre lettere! Inviatele a: Giornale dell’Altopiano e-mail: [email protected] Per favorire il lavoro della redazione sarebbe preferibile riceverle via posta elettronica. E’ comunque possibile inviarle all’indirizzo: Piazzetta delle Poste n.3 36012 Asiago Si ricorda che, per poter essere pubblicate, le lettere devono riportare sempre firma e indirizzo e numero di telefono del mittente. La redazione si riserva anche eventualmente di ridurre, modificare o non accettare eventuali testi di cattivo gusto. 8 Sabato 10 gennaio 2009 l’Altopiano Almanacco per 15 giorni Da sabato 10 a venerdì 23 gennaio 2009 Il 10 gennaio è il 10° giorno del calendario gregoriano, mancano 355 giorni alla fine dell’anno. Ai primi di gennaio il sole sorge alle ore 7.50 e tramonta alle 16.49 Sabato 10 S. Aldo e Agatone Domenica 11 Battesimo di Gesù Lunedì 12 S. Modesto Martedì 13 SS. Leonzio e Ilario Mercoledì 14 S. Felice Giovedì 15 S. Mauro Venerdì 16 S. Marcello Sabato 17 S. Antonio Domenica 18 S. Liberata Lunedì 19 S. Mario Martedì 20 S. Sebastiano Mercoledì 21 S. Agnese Giovedì 22 S. Gaudenzio Venerdì 23 S. Emerenziana Un santo per volta: San Aldo, poco o nulla si sa di questo personaggio, sconosciuta la sua data di nascita e la sua vita si fa risalire vagamente al secolo VIII. Di sicuro è noto il suo luogo di sepoltura, da prima nella cappella di San Colombano e ora nella basilica di San Michele a Pavia. Il suo nome non è riportato nel Calendario universale della Chiesa e nemmeno nel Martirologio Romano. Lo si trova nell’agiografia redatta dai gesuiti belgi detti Bollandisti, redatta nel XVII secolo e nel Martirologio dell’Ordine benedettino. Le origini del suo nome sono longobarde, ald significa in longobardo vecchio, che poi divenne alt per i germanici e old per gli anglosassoni. La tradizione lo vuole carbonaio, una attività che poco si concilia con il concetto di eremita dei nostri giorni. Ma essa ben si sposa con la tradizione dei monaci irlandesi di san Colombano, che li voleva ritirati dal mondo per la contemplazione ma poi presenti con un lavoro concreto che permetteva loro di guadagnarsi da vivere con il sudore della fronte. La presenza del suo nome nel Martirologio benedettino ne fa presupporre il suo legame con il monastero benedettino di Bobbio fondato da san Colombano nel 614. Nonostante questo nome sia molto diffuso sin dai suoi tempi, sono pochi i santi così chiamati e al contrario della sua etimologia, tutti morti in giovane età. Successe “oggi”: il 16 gennaio del 1957 moriva il grande compositore Arturo Toscanini. Direttore d’orchestra. A soli undici anni vinse una borsa di studio ed entrò al conservatorio di Parma dove studiò violoncello. Nel 1885 si diplomò con lode e l’anno successivo iniziò la sua brillante carriera a San Paolo del Brasile dove, a soli diciannove anni, sostituì il direttore d’orchestra Leopoldo Miguez in una rappresentazione dell’”Aida” di Giuseppe Verdi ed ottenne un grande successo. Nel 1898 entrò al Teatro alla Scala di Milano come direttore artistico e maestro principale. Dal 1908 al 1915 fu direttore principale della Metropolitan Opera Company di New York, quindi nuovamente direttore artistico unico alla Scala dal 1921 al 1929. Forte oppositore dei regimi dittatoriali, si rifiutò di dirigere nell’Italia e nella Germania fasciste degli anni Trenta, quindi si recò negli Stati Uniti dove fu fondata la National Broadcasting Company Simphony Orchestra appositamente perché il grande maestro la dirigesse e con la quale lavorò per una serie di trasmissioni radiofoniche. Nel 1946 tornò in Italia perché chiamato a dirigere il concerto d’apertura alla Scala in occasione della ricostruzione del teatro dopo i bombardamenti, ma continuò a vivere a New York con la moglie Carla De Martini. Nel 1949 fu nominato senatore a vita dall’allora Presidente della Repubblica Luigi Einaudi, ma decise di rifiutare la carica. La sua ultima apparizione pubblica risalì al 1954, quando aveva ottantasette anni. Alla morte venne sepolto al Cimitero Monumentale di Milano. Arturo Toscanini fu apprezzato come il maggiore direttore d’orchestra dei suoi tempi e considerato insuperabile per le interpretazioni di Ludwig van Beethoven, Johannes Brahms, Claude Debussy e Maurice Ravel. Grazie a lui si iniziò una rivalutazione della rappresentazione dell’opera; egli ottenne infatti un sistema di illuminazione della scena più moderno e la fossa per l’orchestra. Durante la sua carriera non concesse mai un bis e per questo fu paragonato a Niccolò Paganini. Frutti di stagione: il pompelmo. Il pompelmo è ricco di sostanze amare che hanno un’azione rafforzante sullo stomaco e sui polmoni, stimola la secrezione dei succhi gastrici e biliari avendo quindi proprietà digestive ed aperitive. Con- tenendo zucchero il pompelmo è nutriente ed energetico, inoltre favorisce il funzionamento del fegato e dei reni ed ha un’azione depurativa sul sangue e diuretica. Il pompelmo è ricco di fibre, flavonoidi, vitamine A, B, C e pectine, il suo uso diffuso nelle diete dimagranti è da attribuirsi alle sue proprietà sul transito intestinale (diminuzione dell’assorbimen- to dei cibi) ed alla azione farmacologica ben precisa della fenilalanina contenuta nel frutto. Esistono importanti principi attivi contenuti nella buccia: il pinene, il limonene, il linalolo, il citrale, con un contenuto in oli del 21%. A queste sostanze si riconosce generalmente un’azione antidepressiva e sulla circolazione, oltre che la capacità di stimolare la struttura del talamo nel diencefalo. Alcune sostanze presenti in questo frutto fanno assorbire il 450% in più dei principi attivi di sedativi, ansiolitici e antistaminici. Porre attenzione. Non è appurato scientificamente, ma pare che una pillola assunta con del succo di pompelmo pare che equivalga a prendere 5 pillole dello stesso tipo con un bicchiere d’acqua. Ancora di più il pompelmo aumenta l’effetto dei cardioprotettori. L’estratto di semi di pompelmo è efficace contro 800 tipi di batteri e 100 varietà di funghi, e non danneggia la flora batterica intestinale, stimola e rinforza il sistema immunitario, non ha effetti collaterali, tranne in soggetti sensibili che possono avere una leggera irritazione intestinale. Aiuta a contrastare i radicali liberi, dannosi per l’integrità cellulare. I radicali liberi sono attivati dall’inquinamento, dal fumo, dalle radiazioni, dallo stress fisico e mentale, le sostanze attive contro i radicali liberi sono le vitamine A, C ed E, selenio e zinco, e i semi di pompelmo ne contengono e per questo aiutano a mantenere l’integrità cellulare e a ritardarne l’invecchiamento. A sentire tutte queste nozioni sembra proprio che: “un pompelmo al giorno, tolga la farmacia di torno!” Ricette stagionali – Pasta zucca e pancetta. Dosi per 2 persone: 400 g di polpa di zucca (circa 500 g di peso lordo), 1 scalogno, 2 cucchiai d’olio extravergine di oliva, 50 ml di vino bianco secco, 250 ml di brodo vegetale, sale, pepe, 50 g di pancetta non troppo grassa, 1 rametto di rosmarino, 160 g di pasta, 2 cucchiai di Pecorino grattugiato (20 g circa). Lavare la zucca sotto acqua fresca corrente e tagliarla a metà. Eliminare i semi e i filamenti aiutandosi con un cucchiaio. Tagliarla a pezzetti e sbucciarla. Spellare lo scalogno e tritarlo finemente. Mettere in un padellino antiaderente metà olio, lo scalogno tritato e farlo dolcemente dorare. Unire 250 g della zucca cubettata, mescolare e far insaporire per un paio di minuti su fiamma vivace. Unire il vino bianco, mescolare e far evaporare. Unire un mestolo di brodo, un pizzico di sale, una grattugiata di pepe e cuocere a fiamma media, coperto, per 10 minuti. Mettere tutto il contenuto del padellino nel bicchiere del Minipimer (mixer ad immersione) e frullare fino ad ottenere una crema. Tenere da parte, ben coperta. Ridurre la pancetta a cubetti e privarla del grasso visibile. Lavare il rosmarino, selezionarne le foglie e tritarle finemente con la mezzaluna su un tagliere. Mettere il restante olio in una capace padella assieme alla pancetta e al rosmarino tritato. Portarla sul fuoco e far ben dorare la pancetta, a fiamma vivace, mescolando di continuo. Unire la restante zucca a cubetti, cuocere per 1-2 minuti continuando a mescolare, quindi bagnare con 2-3 cucchiai di brodo vegetale. Cuocere per 5 minuti, a fiamma media, coperto. Trascorso il tempo indicato assaggiare la zucca che dovrà essere cotta, ma non spappolarsi. Lessare la pasta in abbondante acqua salata e, poco prima di scolarla, aggiungere un cucchiaio di acqua di cottura nella crema di zucca, amalgamandola accuratamente. Accendere il fuoco sotto la padella del condimento e saltarvi la pasta scolata per qualche minuto, girando di frequente, assieme alla crema di zucca. Servire immediatamente decorando con il Pecorino grattugiato. www.giornalealtopiano.it 27 Proverbi legati a questo periodo dell’anno: Le sentenze della saggezza popolare per il mese di Gennaio. Io sono il primo di dodici figli, tutto vestito di candidi fiocchi. Spargo brillanti per campi e per cigli; porto ai camini la festa dei ciocchi. Di ghiaccio e neve ricopro le vette e metto al fuoco le dolci ballotte. Dopo la neve, buon tempo viene. - Freddo e asciutto di gennaio, empiono il granaio. - Polvere di gennaio, carica il granaio. - Gennaio forte, tutti i vecchi si augurano la morte. – Quando gennaio mette erba, se tu hai grano tu lo serba. – Guardati dalla primavera di gennaio. - Il buon gennaio fa ricco il massaio. - Sotto la neve pane, sotto acqua fame. - Non v’è gallina o gallinaccia che di gennaio uova non faccia. - La luna di gennaio è la luna del vino. - Luna di grappoli a Gennaio, luna di racimoli a Febbraio. - Chi pota a Gennaio, pota al grappolaio (questo vale solo per il contadino di pianura). - Chi pota alla mancanza di Gennaio, pota a uva (anche questo vale per la pianura, con la luna calante). ARIETE Il nuovo anno si è aperto dandovi qualche piccola delusione. Non abbattetevi, il 2009 per voi ha in serbo proposte allettanti, solo che dovrete attendere un po’ prima di vedere qualcosa di concreto. Piccoli fastidi fisici scompariranno presto e anche il lavoro potrà godere di buoni risultati. TORO Presto arriveranno le buone notizie che attendavate già verso la fine dell’anno appena conclusosi. Riguarderanno gli affetti, ma in particolare il lavoro, che riprende a pieno ritmo e con rinnovato entusiasmo. Bene anche la salute, a parte qualche inevitabile fastidio di stagione GEMELLI Non spaventatevi se l’anno sembra cominciare con nel modo sbagliato, le cose volgeranno preso a vostro favore. In arrivo, per i single, un nuovo importante amore, mentre chi è già in coppia vedrà risolversi definitivamente una piccola crisi che si è presentata lo scorso autunno, protraendosi fino a questo inizio d’anno. Niente di nuovo sul fronte del lavoro. CANCRO Migliora l’atmosfera generale, grazie alle novità nel campo del lavoro, recentemente un po’ sottotono. Potete favorire lo sviluppo di un progetto a cui state lavorando da tempo, e che finora ha stentato a prendere de finitamente forma. Un po’ ne risentiranno i rapporti familiari, ma tutto sommato si tratterà di piccole cose. Evitate spese inutili. LEONE L’umore è alle stelle, e più che al successo in campo lavorativo è da imputare a un recente nuovo incontro, che si sta tramutando da semplice simpatia in qualcosa di più importante, almeno sembrate sperarci. Attenzione nel lavoro, dove potreste essere oggetto di critiche non del tutto immotivate. Bene l’economia in generale. VERGINE Cosa vi aspettate dal nuovo anno? Se si tratta di novità in amore, forse dovrete attendere un po’, per contro il lavoro andrà a meraviglia, e vi porterà soddisfazioni importanti, come non succedeva da tempo. Qualche fastidioso problema di salute si risolverà in fretta, senza che vi dobbiate troppo preoccupare. BILANCIA Accettate il saggio consiglio di un familiare, che vi indicherà la giusta strada per risolvere alcuni problemi pratici, riducendo le spese e incrementando le entrate. Attenzione a non sottovalutate alcune voci che vi parlano di qualche torto da parte di una persona che credevate di conoscere bene, e di cui invece sarete costretti a dubitare. La prudenza è opportuna, in tutti i campi. SCORPIONE Forse riuscirete presto a farvi apprezzare da chi è al centro dei vostri interesse da qualche mese a questa parte. Il nuovo anno vede favorito l’amore, ma anche le relazioni di amicizia e il divertimento. Non rinunciate a praticare un po’ di sport, neppure in questo periodo in cui la pigrizia vi assale spesso. Una buon libro da leggere vi farà riscoprire il piacere di passare alcune serate in casa, con il televisore spento. SAGITTARIO Il 2009 è l’anno dei viaggi, più di uno, verso mete a cui pensate da tempo. Dovrete però rinunciare ad alcune spese, soprattutto nel campo dell’abbigliamento. La fortuna sarà dalla vostra parte, ma attenzione a non pretendere troppo. Il lavoro potrà riservare alcune sorprese, ma non nei primi mesi dell’anno, che in questo settore saranno quasi noiosi. Abbiate la pazienza di attendere. CAPRICORNO Siete carichi di aspettative per questo 2009 che sembra essere iniziato per voi nel migliore dei modi. Il successo che negli ultimi tempi ha caratterizzato il settore dell’amore sembra orientato a continuare, e pure il lavoro si conferma denso di soddisfazioni. Attenzione però a non illudersi che possa essere sempre così. ACQUARIO Siete alle prese con problemi di salute che comunque si risolveranno prima di quanto credete. Percorrete la vostra strada senza indecisioni, vedrete che non mancheranno i successi in vari campi. Il favore degli astri riguarda in particolare le relazioni durature, che sembrano essere avvantaggiate soprattutto verso la primavera. Il lavoro vi creerà qualche piccolo problema, niente di grave, comunque! PESCI Vi piace avere tutto e subito? Non sempre è possibile, ma in questo 2009 potreste anche essere favoriti in questo. Non mollate però di fronte a qualche piccola contrarietà, soprattutto in amore, dove forse dovrete combattere un po’ per ottenere ciò cui ambite. Non confidatevi con chi non conoscete ancora bene. 8 Sabato 10 gennaio 2009 l’Altopiano www.giornalealtopiano.it 28