amici dell`uomo
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C amici dell’uomo europeo dai baffi alla coda Federica Farini G li Egizi lo veneravano, ma sono stati i Fenici a permettere agli antenati del gatto Europeo di giungere dal Nord Africa in Europa, a bordo delle navi mercantili: la sua dote fortunata era quella di essere uno straordinario cacciatore di topi, tanto da non mancare mai sulle navi che partivano per mete lontane. Meno fortunato nel Medioevo, destinato al rogo e alle torture insieme alle streghe, considerato l’incarnazione del diavolo, il gatto Europeo ha saputo sopravvivere fino ai giorni nostri con forza e dignità, diventando la razza più diffusa. Fino al 1982 due erano le razze a pelo corto conosciute come “Europeo”: una dif- fusa in Gran Bretagna e nel continente - nata dagli incroci di gatti comuni con Persiani a pelo lungo, da qui denominata poi razza British Shorthair - e una scandinava, selezionata solo da gatti comuni. Il gatto Europeo deriva quindi dal gatto domestico, il soriano, e la maggioranza degli esemplari è in circolazione in Italia e in Europa: da qui il nome scelto per la razza, sorta ufficialmente a partire dal 1° gennaio 1983. L’Europeo colora le strade delle nostre città così come i borghi di campagna, quelli di montagna e le passeggiate dei paesini marittimi: è il beniamino delle “gattare”, le premurose signore si occupano di curare i mici randagi. L’estrema capacità di adattamento a climi e luoghi lo rende un gatto resistente e di facile gestione: vive bene in appartamento, in giardino e nei grandi spazi. Adora girovagare e sopporta senza problemi le basse temperature. Indipendente, curioso, genuino, affettuoso, intelligente, giocherellone e perfetto padrone di casa. Come lo preferite? Sbizzarritevi nella scelta del colore del mantello del suo pelo: monocolore bianco o nero, a squama di tartaruga, smoke (dal sottopelo bianco-argento e dal pelo nero, blu, rosso o crema), tigrato o tabby, silver (più raro, con mantello argentato e macchie in contrasto), con bianco (bicolore, van, arlecchino), oppure rosso chiaro (arancione, considerato il più comune). Una curiosità: la tigratura, anche impercettibile, è presente in tutti gli esemplari, salvo casi rarissimi, ed è più facile che sia assente negli soggetti prevalentemente bianchi. Le variazioni di tigratura sono distintive di ciascun soggetto similmente alle impronte digitali per gli esseri umani. Il mantello è corto, fitto e ben aderente al corpo; gli occhi, di forma ovale 86 molto tondeggiante, sono di colore verde, arancio o giallo. Il temperamento del gatto Europeo è ereditario: è utile informarsi, se possibile, sul carattere dei genitori prima di acquistare o adottare un cucciolo di questa razza. Per la sua alimentazione è consigliato preferire sempre il cibo secco, completo e sano. Il gatto Europeo richiede cure poco impegnative: sarà sufficiente spazzolarlo una volta a settimana con un pettine medio, intensificando l’operazione durante il periodo della muta, quando è suggerito usare una spazzola o un guanto a denti di gomma per rimuovere il pelo morto. Il gatto Europeo si riproduce con grande frequenza: 3 volte l’anno, con 4-7 cuccioli per parto, da svezzare attorno ai 30 giorni. L’arte ha riconosciuto il valore del gatto Europeo immortalandolo in ogni epoca in dipinti dal sapore eterno. Nell’impressionismo di Renoir compare spesso tra le braccia o accanto a donne e bambini, così come anche nell’opera Olympia, firmata Manet - dove un gatto nero è sdraiato ai piedi di una figura femminile nuda - e ne la La Femme au Chat, che raffigura la moglie di Manet accompagnata dal gatto di famiglia Zizi. L’enigmatica Frida Kahlo ha scelto di auto ritrarsi con il suo adorato micio nero e Goya ci regala invece un dipinto con Don Manuel Osorio De Zuniga, figlio del Conte di Altamira, dove alle spalle del protagonista compaiono tre gatti con occhi spalancati, pronti ad avventarsi sulla gazza che è rappresentata insieme a lui. Perfino il cinema e la letteratura hanno reso il gatto Europeo un’icona intramontabile: nella celebre fiaba de Il gatto con gli stivali e nei cartoni firmati Walt Disney, grazie al simpaticissimo gatto Silvestro e all’affascinante Romeo degli Aristogatti. Pierre-Auguste Renoir Femme au chat 1875 ca Francisco de Goya Don Manuel Osorio De Zuniga 1787 ca Frida Kahlo Autoritratto 1940 Il gatto con gli stivali Gli aristogatti 87