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A
€ 1,00
K
I
S
ATTUALITA’
KULTURA
INFORMAZIONE
SPORT & TURISMO
Il Dubbio
"The Naked Edge", (Il Dubbio), il
film del 1976 con Gary Cooper e
Deborah Kerr niente ha a che
vedere con il dubbio (atroce) che
ha preso parte notevole del consiglio comunale (l'opposizione-maggioranza) la quale si è trovata servita sul piatto (chef il sindaco
Garozzo) la nuova commissione
edilizia. Dubbi sulla stessa che
hanno spinto i consiglieri comunali del MpA, Margherita, Ds, Udeur,
Gruppo Misto a sollecitare un intervento da parte degli ass.ri reg.li al
Territorio, Ambiente e Enti Locali
volto a "garantire la legittimità degli
atti emanati". Le contestazioni sulle
quali dovranno "legittimare" coloro
che sono preposti ai "controlli"
vanno dalle scelte discrezionali del
sindaco (non ha sentito il "dovere"
di coinvolgere le forze di opposizione-maggioranza), posizioni di conflitto d'interesse e rapporti di parentela…Il sindaco parla di "polverone"…La verità? Un'altra prova di
forza dell'opposizione-maggioranza, che forte dei numeri è salita sul
ring del "Panciroli" per mettere alle
corde sindaco e amministrazione al
di là delle dichiarazioni di facciata
pronunciate dalle due parti in conflitto. Da segnalare che anche
l'Associazione Geometri ha "contestato" la nomina del geom.Rosario
Cucuccio per "la scelta politica"
della sua nomina.
T.C.
Settimanale del Sabato
16 Settembre 2006
ACIREALE
Assicurarvi soluzioni...è il nostro mestiere
IL GIORNALE DEL TERRITORIO DELLE ACI
Marino Giuseppe
-
C.so Italia, 96 - ACIREALE
...E IL SOGNO CONTINUA!!!
Un gruppo (simpatico) di musicisti ha
dato il via alla benedizione e taglio del
nastro dell'edizione 2006 della Fiera dello
Jonio. L'ultima "fatica" estiva dell'ammnistrazione, stavolta targata Luciano
Privitera (assessore allo Sviluppo
Economico), che ha chiuso, in pratica le
manifestazioni estive. Notevoli le presenze delle autorità politiche intervenute,
elenco che potrebbe diventare penalizzante se dovessi dimenticarne qualcuna…mentre pochi erano i consiglieri ed
assessori comunali. Le foto che la nostra
Nuccia Leotta, assieme a Fabio, dello
Studio Consoli, sono, credo esaustive,
della serata di festa e di alcuni aspetti
della kermesse fieristica ospitata, speriamo, per l'ultima volta, nello "scheletro" di
corso Italia (a giorni dovrebbe partire la
pratica risolutiva da anni promessa dall'ass.allo sport Gianluca
Cannavò). Da citare, per l'organizzazione generale, l'apporto di
Nuccio Leotta, Michele Russo, di Giulio Vasta e di tanti altri dell'ass.to allo Sviluppo Economico che non si sono affatto risparmiati per la buona riuscita della Fiera.
T.C.
Gresi Cipriani di Acireale ha superato il turno eliminatorio
di Jesolo ed approda alla finale di Salsomaggiore per la
conquista del titolo di Miss Italia
LA RUBRICA
SCIENTIFICA
Biologia Molecolare
della vita umana
Giovanni Tringali
Pag. 2
FONDAZIONE
CREDITO SICILIANO
Sicilia!
Galleria - Piazza Duomo
Aperta fino al
29 Settembre
Un quadro di Francesco Taglieri
esposto alla “Fiera dello Jonio”
per “Fuochi a mare”
di Antonio Pagano
Pag. 3
2
sabato 16 Settembre 2006
Ufficio Marketing e Pubblicità Akis - Franco Pulvirenti - tel. 328 8115194 - Grafica: MP - 347 1433135 - Foto: Nuccia Leotta
‘U TUPPETTURU
AKIS
LA RUBRICA SCIENTIFICA
a cura del dott. Giovanni Tringali*, dir. dell’Istituto Ricerca Medica e Ambientale di Acireale.
Biologia molecolare della vita umana:
dev'essere la scienza a regolamentare
l'etica e l'etica a indirizzare la scienza?
di Michele Lisi
Il cittadino a spasso
SENZA
E!!!
PAROL
Così?...
o Così?...
Lettera aperta alla signora coalizione
di centro-sinistra
Pur rischiando di scadere nell'uso personalistico del mezzo
stampa, ho deciso di seguire un sofferto impulso e dedicare
parole e pensieri ad una misteriosa figura, un po' mitica un
po' ideale, che solo di rado ho intravisto ad Acireale. E spero
che Ella, leggendo tale missiva, possa un giorno, intenerita,
rivelarsi in tutto il suo nitore. Ho già risposto, così, a coloro i
quali potrebbero domandare il perché io rivolga tali e tante
attenzioni alla Signora Sinistra dimenticando la degnissima
Signora Destra. La signora destra difatti esiste e viene quotidianamente da noi notata nel rigoglio delle proprie forme.
Occupa agilmente i banchi consiliari, calca le eleganti scene
dei teatri Bellini e Maugeri, abita l'eco-tenuta estiva della
Timpa, illumina con la luce della sagacia lo stadio cittadino,
organizza la sua Jonica festa presso gli sfarzosi saloni
rococò del palazzetto in corso Italia. A latitare, dunque, ad
Acireale, è solo lei, la fascinosa sinistra, ed è per questo che
proprio nei suoi confronti rivolgo le mie premurose attenzioni. Quasi animato da stilnovistico pathos, attendo la sua risolutiva comparsa, spero che termini di occultarsi concedendosi, finalmente, ad Acireale e ai suoi cittadini. Il travaglio
che la tedia e che le impedisce di palesarsi sana e vitale è
noto: crisi di identità, difficoltà nel conciliare determinati
aspetti di se stessa con altri, irrazionale impulso ad imitare lo
stile della concorrente destra, stile che ammalia nella prontezza di riscontrare consenso ma che, nel contempo, spaura data la limitata trasparenza. Intanto la città soffre e, disordinata, attende le cure di una coalizione che la riassetti, le
garantisca una politica ragionata e lungimirante, le faccia
respirare giustizia sociale e bellezza, allontani gli spettri di
prepotenti illegalità, di favoritismi, di ambiguità e la introduca
piuttosto ad una valida alternativa di sviluppo e meritocrazia.
La bisbetica signora coalizione di centro-sinistra deve
abbandonare complessi e alterigie e ascoltare "benignamente d'umiltà vestita" la corte di diversi cittadini, non milioni di milioni ma di certo pensanti più di altri, che le chiedono
uno sforzo di concordia, di ragione, di coerenza, semplicemente per il bene di Acireale. Sospendendo la metafora è
necessario sottolineare alcuni dati. Lo stallo perpetuo del
governo cittadino e le comunque prossime tornate elettorali
impongono un momento di intenso dialogo che parta fin da
subito, al fine di riuscire ad offrire agli elettori acesi un'alternativa di governo valida, compatta, concreta. Quello che è
sempre mancato ad Acireale, una piattaforma organica e
argomentata per il futuro della città, deve diventare progetto
comune ed impegno reale di tutte le forze, sociali, politiche,
civili, che credono in una nuova idea di sviluppo e cultura.
Tavole rotonde, "stati generali", dibattiti, incontri con la cittadinanza, potrebbero risultare pratiche comuni in grado di tessere un filo rosso che leghi, senza insulsi pregiudizi, tutte le
risorse desiderose di mutare il frustrante immobilismo acese.
Gli anni mediocri d'amministrazione Garozzo, sommati alle
crepe di una Cdl non coesa, potrebbero fornire, ad una decisa ed unita coalizione di centro-sinistra, un humus elettorale
decisamente favorevole. Le sirene di possibili intese trasversali, troppo trasversali, e gli autolesionistici e schizofrenici
screzi intestini dovranno essere necessariamente smorzati
dalla buona volontà e dalla voglia di costruire una vera e diffusa cultura progressista ad Acireale (incredibilmente assente dopo numerose, sciagurate, scelte politiche della sinistra
cittadina). Ed in questo senso le vittorie elettorali non potranno considerarsi come condicio sine qua non. Prima di vincere è necessario generare una forte identità fondata sull'attivismo, sul dialogo con i cittadini, su progetti chiari e persone coraggiose. Solo una forza politica che, consapevole
delle esigenze di Acireale, sarà in grado di unire tutte le risorse alternative rispetto all'attuale modo di gestire la cosa pubblica, potrà effettivamente definirsi una Signora coalizione.
D'altro canto gli infantili capricci caratterizzano il fascino di
ogni donna e di ogni rapporto. Agli acesi dunque non resta
che attendere, speranzosi, che gli insulsi ghiribizzi sinistrorsi si plachino e che Lei, finalmente matura e responsabile,
degni del suo utile sguardo la sofferente città.
Gregorio Romeo
[email protected]
L’opinione di mAd
L'estate dei fallimenti
"non vogliamo assistere
silenziosi a questa pantomima e vogliamo ricordare che
l'estate ad Acireale ha portato
con sè ulteriori fallimenti dell'amministrazione Garozzo."
Così con il finire dell'estate si
pensa che sia arrivato il momento di archiviare quanto
di assurdo abbiamo dovuto assistere durante la calda
stagione acese. Ma noi non vogliamo assistere silenziosi a questa pantomima e vogliamo ricordare che l'estate ad Acireale ha portato con sè ulteriori fallimenti
dell'amministrazione Garozzo. Andiamo con ordine.
Bisognava "ripulire" il Mulino a Santa Maria la Scala
dall'impianto SOGIP che inquina e per impatto visivo e
per impatto acustico. Inoltre, lo stesso impianto si trova
in una zona a pericolo di frana e quindi continuamente
soggetto a riparazioni costose per la collettività. Nulla
è stato fatto se non redigere un progetto che è stato,
poi, respinto. L'estate ha anche portato qualche
mascherone in cartapesta per le strade del centro...
iniziativa che certo non ha reso più malleabile e accondiscendente il presidente dell'Associazione Albergatori
Pietro Foti che continua, giustamente, a lamentarsi per
il continuo decremento delle presenze turistiche nella
città. E' scoppiata la questione igienica e specialmente si è potuto documentare che nelle frazioni a mare si
annega nel lerciume. A Capomulini il mare è risultato
inquinato... e tutto va a scaricare nella riserva marina.
Le finanze del Comune di Acireale sono al limite del
dissesto e l'opposizione (maggioranza in consiglio
comunale) ha bocciato i BOC. Un'operazione che
avrebbe dato nell'immediato un tantino di respiro ma
che avrebbe seppellito di debiti la città per il prossimo
futuro e negli anni a venire. Il traffico è una piaga terribile che quotidianamente uccide ogni forma di vivibilità. La questione di via Galatea è una questione aperta di cui non si discute mai... neanche l'opposizione ne
fa una questione importante per la città. In tutto questo
bailamme e caos, di cosa sente il bisogno il sindaco di
Acireale? Avverte l'esigenza di precisare che l'otto
allungato in viale Colombo darà maggiore sicurezza in
quell'area. Ne siamo convinti e condividiamo il fatto
che ci si dia un piano per migliore il viale Colombo....
ma non vogliamo dimentichiamo che Acireale è tornata ad essere una città dove i giovani emigrano! Dove
ogni forma di sviluppo è morta o si trova in un'agonia
senza possibilità di ritorno.
FanCity.it
Le notti dei lunghi coltelli
Il vergognoso ritardo con il quale l'amministrazione
comunale ed il consiglio hanno affrontato l'iter per l'approvazione del bilancio preventivo (sic, preventivoquasi consuntivo) la dice lunga sulla "serenità" che si
vive all'interno del Palazzo di Città. Dovevano essere e
potevano essere cinque anni di gran lavoro per fare
uscire dalle secche la Città, si stanno dimostrando anni,
invece, di "lotte", alle volte fratricide, sempre per
"amore di Acireale…" Al momento in cui questo numero sarà in edicola, forse, l'approvazione del bilancio
sarà avvenuta, non senza avere lasciato sul campo
veleni e dispiaceri, parole grosse e lacrime al peperoncino… L'opposizione, pardon maggioranza, sa di avere
in pugno sindaco e amministrazione…il sindaco, che
scemo proprio non è, media, un colpo al cerchio, uno
alla botte, ma i suoi alleati sono per la guerra al oltranza. Come finirà? O tutti a casa, se l'opposizione (pardon, maggioranza) si stufa di giocare "al gatto ed il
topo", ma nessuno vuole una soluzione del genere (la
poltrona, la poltrona, questa benedetta poltrona!), o si
vara una giunta istituzionale con tutti i partiti dentro!
Non è un idea peregrina né da buttare via, sempre "per
amore di Acireale…". Meditate, gente, meditate.
T.C.
L'occasione di questo articolo mi viene data da una relazione che ho tenuto nella sala conferenze dell'I.R.M.A. l'otto settembre scorso per il Movimento per la Vita il cui corso
di formazione è stato finanziato dal Centro Servizi
Volontariato Etneo (CSVE). La biologia è la disciplina scientifica che studia la vita, tuttavia il notevole allargamento delle conoscenze nel
campo molecolare ha portato alla
nascita di una nuova disciplina
scientifica: la biologia molecolare.
Tale disciplina considera la vita
come una manifestazione delle trasformazioni chimiche ed energetiche, che si verificano tra i vari componenti chimici che costituiscono un
organismo senza porsi problemi di
carattere etico ma solo scientifico.
Nasce quindi la bioetica perché l'intervento sul genoma umano ovviamente comporta problemi di carattere morale in quanto va a interessare l'intima essenza della
vita; infatti viene ad essere manipolato il programma che
organizza e dirige la vita biologica cioè il DNA che costituisce il patrimonio genetico di ogni essere vivente. Così
come il 19º secolo può essere considerato l'era della biologia cellulare, il 20º secolo è stato caratterizzato dai progressi della biologia molecolare. Successivamente nasce
la genetica molecolare che è un ulteriore avanzamento e
all'inizio del terzo millennio si verificano epocali eventi
scientifici come il sequenziamento dei tre miliardi e duecento milioni di basi che compongono un intero genoma
umano. Negli ultimi due decenni abbiamo assistito ad una
vera e propria rivoluzione come la riproduzione assistita
(FIVET, ICSI, ecc…) che hanno risolto brillantemente molti
casi di sterilità, ma anche eventi straordinari ed insoliti
come la clonazione, la produzione di organismi geneticamente modificati e tante altre importanti scoperte particolarmente importanti. La genetica molecolare comprende lo
studio molecolare del gene e il meccanismo con cui i geni
controllano l'attività cellulare. Queste scoperte accendono
la speranza della terapia genica già in fase di sperimentazione avanzata per la cura delle malattie genetiche oggi di
fatto ancora incurabili. Il sequenziamento dell'intero genoma di un soggetto offre un potente strumento alle altre
aree delle scienze biologiche per progredire sempre più
verso la conoscenza del complesso funzionamento dei
geni umani. In realtà, il campo degli studi sul genoma sta
attualmente aprendo vie di notevole interesse, verso gli
studi proteomici e ci si aspetta che il proteoma umano
venga decifrato abbastanza presto. L'attuale conoscenza
del genoma umano apre la possibilità di predire l'andamento di certe malattie (soprattutto di quelle che hanno
una origine genetica). Il cancro è una delle malattie con
una chiara origine genetica e non vi è alcun dubbio che la
conoscenza di tale patologia stia migliorando grazie alle
straordinarie tecniche di sequenziamento, che permettono
di studiare specifici frammenti di DNA. Per esempio, siamo
in grado di classificare nuovi tipi di tumore, secondo il loro
modello genico di espressione e tale classificazione permette di stabilire una migliore diagnosi e di elaborare, in
molti casi, una terapia personalizzata per un determinato
soggetto (farmacogenomica). Tuttavia l'identificazione dei
geni implicati in alcune malattie ha anche il suo rovescio
della medaglia perché consente di classificare la popolazione sulla base del proprio genoma e di stabilire categorie di pazienti a rischio di sviluppare determinate malattie
per cui se da un lato si possono prevenire le malattie genetiche dall'altro si potrebbe essere discriminati. Infatti la
conoscenza che una determinata persona possiede alcuni
geni mutati e, quindi, ha un alto rischio di sviluppare per
esempio un cancro, può avere influenza sulla polizza assicurativa o sulla sua situazione professionale e occupazionale. Una discriminazione basata su un possibile determinismo genetico, rappresenta un importante problema etico
che non può essere minimizzato. Insieme con il progetto
del genoma umano, altri genomi di specie diverse sono
stati sequenziati e la possibilità di transgenesi è stato
oggetto di accesi dibattiti tra chi li esalta e chi li stigmatizza. Gli organismi, che hanno inseriti nel loro genoma geni
provenienti da altre specie vengono chiamati transgenici.
Usando queste tecniche, sono state generate parecchie
piante, animali e alimenti. Per esempio, la produzione di
piante transgeniche resistenti all'agente patogeno, sono
state ottenute attraverso tecniche di ingegneria molecolare, come pure proteine umane che hanno un utilizzo terapeutico, sono state prodotte da microrganismi. Addirittura
geni animali, come la chitina degli insetti, inseriti nel genoma della pianta del pomodoro ha consentito la produzione
di pomodori con buccia molto resistente adatti al trasporto
senza essere danneggiati. La preoccupazione, riguardo i
possibili pericoli della transgenesi, è spesso polarizzata a
causa dei diversi interessi economici o politici. Con una
appropriata regolazione, tale tecnica mantiene la grande
promessa, di raggiungere sostanziali progressi, in particolare nel campo della agro-biotecnologia. Ritengo che la
possibilità di generare embrioni umani, usando le tecniche
già utilizzate negli animali, abbia una conseguenza diretta
sulla vita umana con pesante impatto etico. La clonazione
(il termine "clone" significa "innesto"), consente di generare organismi geneticamente identici. La tecnica del trasferimento nucleare, è stata utilizzata sin dal 1938 in embriologia, ma fu nel 1997 che queste tecniche si perfezionarono al punto tale da riuscire a ottenere un organismo clonato. W. I.
Wilmuth si può considerare il
"padre" della prima pecora clonata,
a cui venne dato il nome Dolly. La
tecnica di trasferimento nucleare,
consiste nella generazione di uno
zigote, attraverso una riproduzione
di tipo non sessuale. Si usa un
oocita, nel quale è stato rimosso il
nucleo ed in tale cellula priva di
nucleo si trasferisce il nucleo di
un'altra cellula di un organismo
adulto o embrionale, che contiene
il genoma completo del soggetto
che sarà clonato come copia esatta del soggetto che ha donato il
nucleo. Il genoma viene ri-programmato all'interno dell'oocita ed è in grado di indirizzare l'intero sviluppo embrionale, quando tale zigote (cioè la cellula pseudo-fecondata)
viene trasferito all'interno dell'utero. E' importante ricordare che il genoma è uguale in tutte le cellule somatiche, che
collegano i vari tessuti ed organi ed è anche lo stesso
genoma dello zigote che ha generato tali organi e tessuti,
tuttavia non tutti i geni che integrano il genoma vengono
ugualmente espressi in tutte le cellule, ogni cellula esprime
soltanto i geni di cui la cellula stessa ha bisogno per la sua
funzione. La percentuale di successo di questa via di riproduzione non risulta elevata e varia da specie a specie. Ad
esempio, per generare la pecora Dolly è stato necessario
usare 277 oociti. Questa possibilità di ri-programmare il
genoma non è esclusivo dello zigote. E' stato dimostrato
che l'ambiente è essenziale per l'attivazione dell'espressione dei geni e ci sono alcuni lavori importanti,che rivelano come le cellule staminali adulte possono essere ri-programmate, per generare cellule che appartengono ad altre
linee cellulari. Ad esempio, è stata scoperta la reversina
che è in grado di de-differenziare le cellule facendole ritornare indietro nel percorso evolutivo cellulare.
Generalmente, si pensava che le cellule staminali adulte
erano in grado soltanto di generare cellule della propria
linea cellulare e quindi che erano multipotenti, tuttavia
molti esperimenti dimostrano che la loro potenza è più elevata di quanto si pensa e che si comportano, in molti casi,
come cellule staminali totipotenti, che cioè possono produrre qualsiasi tessuto dell'organismo. Questo è stato
dimostrato -in vitro- aggiungendo alla loro diversa differenziazione e/o i fattori di crescita; o in vivo trapiantandoli in
diversi tessuti o organi. Tutto ciò, ha aperto nuove possibilità per le terapie di alcune patologie degenerative, nelle
quali la rigenerazione dei tessuti può essere fondamentale… forse un domani potrebbe essere possibile la cura
dell'Alzheimer. Tuttavia, le cellule staminali dell'adulto non
sono il solo tipo di cellule nelle quali la differenziazione può
essere indotta, ma tutto questo può essere fatto anche con
le cellule staminali della placenta e del cordone ombelicale che dovrebbero essere custoditi gelosamente in apposite "banche" perché contengono una sorta di pezzi di ricambio dell'organismo cui appartenevano. Tutte le questioni
menzionate, hanno stabilito le basi per rendere possibile la
cosiddetta clonazione terapeutica che consiste nella generazione di un embrione umano in vitro attraverso il trasferimento nucleare, allo scopo di mantenerlo in vita per 7
giorni (fino al momento in cui l'embrione acquisisce lo stato
di blastocisti) e di distruggerlo dopo questo periodo, al fine
di ottenere le cellule staminali embrionali dalla blastocisti.
Successivamente attraverso le varie fasi della differenziazione si potranno ottenere differenti tipi di tessuto immunologicamente compatibili con il donatore del genoma, che
ha fecondato l'oocita, attraverso il trasferimento nucleare.
Ovviamente questa procedura ritengo che sia eticamente
scorretta perché si genera un essere vivente per essere
poi utilizzato e soppresso per salvare un altro essere
vivente. Il biologo molecolare ha una grande responsabilità
morale, nello sviluppo di nuove linee di ricerca. Uno scienziato, non può più ignorare le conseguenze delle sue scoperte. La scienza deve agire per il bene dell'essere umano,
altrimenti porterà al degrado dell'umanità, invece di aiutarla a progredire. La clonazione riproduttiva, per esempio,
qualora usata su larga scala, elimina la biodiversità che è
alla base del meccanismo evolutivo delle specie e costituisce un grave pericolo per l'umanità. Deve essere la scienza a regolamentare l'etica o l'etica a indirizzare la scienza?
Ringrazio l'Avv. Alessandro Finocchiaro ed il rag.
Giuseppe Sorrentino per avermi dato l'opportunità di parlare di questi argomenti.
*Giovanni Tringali, docente a contratto di Genetica
molecolare presso l'Università di Messina
Il Sindaco è furioso...
l’opposizione (maggioranza) risponde seraficamente...
Ci si riferisce all'articolo apparso su La Sicilia dal titolo "Niente lavori - Sindaco Furioso", nel quale si rileva che
l'opposizione boccia un mutuo per manutenzione strade. Ora, premesso che l'opposizione ha autorizzato quasi
tutto il Piano Triennale proposto dall'A.ne, di fatto - essendo maggioranza in consiglio - ha semplicemente non
condiviso alcune scelte minori. Se si volevano creare difficoltà si poteva bocciare l'intera programmazione, mentre sull'idea di "bene comune" abbiamo opinioni fortunatamente molto diverse. Tanto che abbiamo voluto confermare la ristrutturazione dei capannoni per i carri di carnevale, i finanziamenti per il Teatro Maugeri, per il
Tupparello, per diverse strade da realizzare, per un nuovo svincolo in via Cristoforo Colombo, per la ristrutturazione di tanti edifici scolastici, per la ripavimentazione del centro storico, senza tralasciare finanza autorizzati. Se
avessimo voluto far prevalere la logica dei numeri, avremmo potuto stravolgere tutto:per esempio non fare nulla,
oppure, fare altro. Invece, grazie al senso di responsabilità dell'opposizione si faranno opere per diversi milioni di
euro e tutte proposte dall'A.ne. L'ira del sindaco è comprensibile, ma fuori luogo, perché l'opposizione non sta in
Consiglio per accontentare l'esecutivo, ma (per definizione) per opporvisi, specie quando alcune scelte appaiono
improponibili. "Le ragioni del diniego del mutuo per manutenzioni strade, così come per altri interventi, non ritenuti impellenti, sono assai semplici: 1° Il ragioniere generale ed il Collegio dei revisori ci chiedono una doverosa
verifica di tutti i mutui perché la situazione finanziaria è, in prospettiva, molto preoccupante; 2° Un mutuo per euro
320.000,00 non serve ad eseguire la manutenzione di oltre 250 Km. di rete stradale; 3° Interventi del genere non
rappresentano programmazione di un territorio complesso e che deve fare i conti con altri Enti, bensì si corre il
rischio di sprecare risorse pubbliche; 4° Inoltre i criteri di scelta d'intervento su una strada anziché su un'altra,
avrebbero aperto un mercato delle vacche, perché ad Acireale la rete stradale è da rifare in massima parte e dunque è davvero improbabile invocare le priorità a fronte di cifre così esigue". "D'altra parte non abbiamo chiuso l'argomento in consiglio, lo abbiamo semplicemente rinviato, ma il dettaglio non è stato rilevato da chi ne aveva il
dovere. Allora ribadiamo il concetto. Poiché il denaro pubblico va impiegato con accortezza, seriamente e praticamente, nulla vieta che in fase di assestamento di bilancio o di futura programmazione, per tempo e con lealtà,
si possa decidere di destinare somme importanti al rifacimento di tutta la rete stradale, accontentando, così, non
"pochi" ma tutti i cittadini. Se c'è voglia di dialogare lo si faccia senza sprecare le occasioni offerte, ma si tenga
conto dei tempi e dei modi"."Infine il sindaco ha stracciato platealmente e retoricamente l'elenco strade redatto
dall'ufficio", ma gli acesi sanno benissimo che egli aveva già stracciato, all'indomani del suo insediamento, il suo
programma elettorale consegnando la città nient'altro che al caos.
I gruppi consiliari dell’MpA, Uniti nell’ulivo, UDC, UDEUR e MISTO
AKIS
sabato 16 Settembre 2006
FUOCHI A MARE
Festa della Madonna della Scala l'ultima domenica di agosto. I fuochi d'artificio, che illuminavano le placide acque del mare,
aprivano in ciclo ampi squarci di un rosso sangue vivo, cui
seguiva ora una fitta cascata di candide stille di fuoco, ora un
continuo schiudersi di bellissime corolle con petali sfolgoranti.
I pescatori, molto devoti alla Vergine, portavano in processione
la statua della Madre di Dio, dalla Chiesa, dalla facciata color
mattone cotto, fino al Mulino, rinomato per la fredda acqua scaturente dalla roccia viva della selvaggia Timpa di Aci. Sul fercolo il vecchio Parroco, che a Santa Maria la Scala trascorse
una vita intera in cura di anime, era visibilmente commosso.
Buono come il pane di casa, candido come un bimbo e saggio
come un patriarca, quel prete conosceva le ansie, le trepidazioni e le speranze di ogni pescatore dal corpo corroso dalla
salsedine amara, prigioniero, da una parte, della gran mole
della Timpa, dall'altra, del mare, amato come una persona di
famiglia, anche se, non poche volte, si dimostrava cattivo al
punto da infierire terribilmente, con l'impeto della sua forza
immane, sugli uomini e sulle loro povere cose. La gioia per la
festa dell'ultima domenica di agosto era, però, offuscata da un
lieve velo di malinconia. Con settembre alle porte, i fuochi a
mare avevano tutto il sapore di un addio all'estate. Qualche
intenso acquazzone agostano aveva fatto sentenziare ai vecchi con gnomico cipiglio; «Austu capu d'invernu», così come in
gennaio, dopo la festa dell'Epifania, ai primi tepori, che inducevano a pensare alla primavera, invero ancora un po' troppo lontana, avevano dichiarato con altrettanta autorevolezza: «
Jnnaru capu di stati... ». Agosto «capo» dell'inverno e gennaio
dell'estate. Strìdente il contrasto in questi due binomi agosto-inverno e gennaio-estate: per gli «antichi» agosto era preludio alle malinconie della prossima stagione autunnale, mentre gennaio, pur rappresentando il
cuore dell'inverno, faceva balenare la speranza in una gioia ancora tutta da godere. Agosto era come la
domenica del leopardiano « Sabato del villaggio » e gennaio come lo stesso giorno del sabato, in cui l'animo dell'uomo si nutre della speranza della felicità del domani... Malinconico per natura, il siciliano cantava
che gli ultimi frutti dell'estate inducono al pianto per lo svanire delle gioie, luminose come il sole; « Quannu
viditi nespuli chianciti, ca sunu l'ultimi frutti di la stati... ». Con i primi aliti del vento di settembre, Santa Maria
La Scala sarebbe tornata alla sua quiete, anche se i bagni continuavano, ancora per un po', per chi non intendesse rinunciare alle delizie del mare settembrino profumato di alghe mature- Dall'alto delle Chiazzette odorose di vegetazione si godeva della vista del verde e dell'azzurro dello specchio d'acqua del mare del Mulino,
limpida fino a scorgersene il fondo, fantastico caleidoscopio naturale. Dappertutto si spandeva l'afrore del
fico misto all'odore pungente del finocchio selvatico. Un particolare < Un tratto della strada delle Chiazzette,
a metà percorso, era dirupato, sicché, giunti ad un certo punto, era impossibile pervenire agevolmente alla
rampa successiva attraverso le rovine provocate da quella piccola frana. Un volenteroso, un tal Giangreco,
inteso « "U Malittotu » appunto perché malettese di origine, pensò di collegare la rampa più bassa con quella superiore con un < ascensore » costituito da un paio di solidissime scale di legno tenute ben legate tra di
loro da corde abbastanza resistenti, una vera sicurezza. Pochi spiccioli bastavano per passare. Quanti brividi in quell'avventura ascensionale... Una scena
da purgatorio dantesco all'imbrunire con
Giangreco nella parte di Virgilio, autorevole
guida, e con gli avventori in quella di tante
anime vaganti da una balza all’altra. Piccole
cose di un tempo lontano! Assieme al ricordo
delle ardue imprese con le immancabili emozioni procurateci dal congegno messo a punto da
Giangreco, ritorna spesso quello delle voci che
in certe serate dominate da un silenzio estatico
arrivavano, di tanto in tanto, da lassù, ai < barcuneddi »: Jabbicu, Larenzu. Erano i pescatori,
che si chiamavano, dandosi la voce, dalle barche « a lampara ». Talora il silenzio era interrotto dal latrato dei cani dei casolari della Timpa
dove, tra il ficodindia, l'invadente pianta del cappero con quei bei fiori con petali di un colore
ph Mario Musmeci
delicatissimo, e il ricino dal frutto aculeato,
maturava la dolce uva moscatella, bionda come i raggi del sole, I due grossi fanali del treno, sferragliante
all’uscita del « Traforu di Cipulletta », facevano pensare agli occhi di un lungo rettile scuro, vero mostro infernale, che si snodasse minaccioso per venire a sconvolgere, con il suo gran fragore, la pace delle tranquille
sere d’estate, lasciando nell'aria una scia di fumo. I bambini erano impazienti di vederlo sbucare con prepotenza dal buio della galleria. Al suo passaggio, i balconcini di ferro, « i barcimeddi »,
della piazzuola sopra la linea ferroviaria, erano presi da un fremito, quasi avessero
paura del mostro velocissimo…
Antonio Pagano
Il disegno in alto è di Giuseppina Micalizzi (Pinacoteca Zelantea)
la
KUOLA
S
MA ALL’INCONTRO COL MINISTRO FIORONI…
DOV’ERANO GLI INSEGNANTI SICILIANI?
Una delle critiche più diffuse da parte degli operatori della scuola, ogni qual volta si parla
di riforme dell’istruzione, è stata ed è la seguente: i cambiamenti non devono essere
imposti rigidamente dall’alto, bensì venire democraticamente dal basso, da quella che
possiamo chiamare la base della categoria. Insomma a decidere che cosa va e che cosa
non nella scuola devono essere coloro che quotidianamente vi operano, spendono la
loro fatica e ne sostanziano la buona riuscita. Orbene, sarà stato proprio questo il ragionamento del ministro dell’Istruzione Giuseppe Fioroni, quando, in un tentativo, speriamo
non vano, di rivedere la tanto contestata riforma Moratti, ha deciso di avviare una serie
di Silvana La Porta
di sedute di ascolto e di confronto con gruppi di insegnanti. Un confronto non mediato
da appartenenze a sigle o associazioni, ma casuale. I nominativi, infatti, sono stati scelti attraverso un sorteggio informatico, in base al grado di scuola, all'anzianità di servizio e alla regione. Al centro degli
incontri, lo status docente, ma anche la salute della scuola e gli interventi necessari. Solo che…solo che mondo a parte
davvero è quello siciliano. Auspicata, come primo passo, la partecipazione dei docenti di scuola dell’infanzia ed elementare di tutta Italia, mentre dalle impegnate regioni del Nord immediata e massiccia è stata l’adesione, via via che si
scendeva nella penisola è cominciata qualche piccola defezione, fino a quando si è arrivati nella nostra bella isola.
Insegnanti siciliani, dove siete? Silenzio. Insegnanti siciliani, ci siete? Nessuna risposta. Assenti. Nessuno dalla Sicilia,
come ad onor del vero dalla Campania e dalla Calabria, si è presentato. Tanto a che sarebbe servito? Per noi hanno
parlato come sempre gli altri. E hanno magari deciso. Poco importa. Non resta che augurarvi, e forse purtroppo augurarci, buona, ma davvero buona notte. Sogni d’oro.
Questi bambini del 3° millennio
Com’era bello quando eravamo piccini noi! La sera,dopo che le nostre nonne o mamme,ci raccontavano le fiabe ci addormentavamo sognando Biancaneve o Cappuccetto rosso e non ci stancavamo mai d’ascoltarle anche perché le brave donne,
inventavano sempre qualcosa di nuovo che stuzzicava e stimolava la nostra ingenua curiosità, suscitando in noi stupore e
meraviglia, e ascoltavamo a bocca aperta… abboccando come pesciolini all’amo! E poi, diciamolo pure, vi era la “morale
della favola” che insegnava molte cose, soprattutto che il bene trionfa sempre sul male. Oggi, per la maggior parte dei bambini, queste fiabe sono superate, Cappuccetto rosso e il lupo cattivo, Pinocchio, con le sue bugie e il naso lungo, li fanno
solo sorridere, togliendoci il disturbo di farli sognare. A otto anni, qualche volta anche meno, possiedono già il cellulare, il
computer, le macchine fotografiche tra le più sofisticate ed avanzate. Alle bambine si regalano bambole che piangono perché hanno fatto pipì o vogliono il latte, bambole che camminano, parlano, cagnolini di peluche, perfettamente uguali ai loro
colleghi in carne ed ossa, che abbaiano e girano per casa e chi più ne ha più ne metta. La mia nipotina Carla oggi ha nove
anni e spesso dorme con me. Nei primmi anni della sua giovane vita, (sono tradizionalista.) cominciai con le solite fiabe, poi
non le bastarono più, voleva qualcosa di più interessante così mi venne in mente
l'Odissea. A mò di fiaba e con parole semplici le raccontavo le avventure di Ulisse.
L’altra sera ebbi a dirle "Carletta, stasera è l’ultima puntata (ormai si parla col linguaggio televisivo) dell’0dissea poiché ieri ti sei addormentata sul più bello" "
Risparmiati il fiato, nonna, perché immagino già come va a finire." " E come, secondo tè?" “ Uffa, nonnina, ma è chiaro*, Ulisse fa fuori i pretendenti di sua moglie,
riconquista il trono e con Telemaco, Penelope e il popolo di Itaca vissero felici e
contenti. "Giusto,hai indovinato!" Vergine Santa, questi bambini moderni lasciano
noi adulti a bocca aperta! "Vuoi che ti racconti i particolari?" Mi aveva messo in crisi,
non avevo niente di pronto, "Nonna, svegliati, siamo nel terzo millennio e queste
avventure hanno secoli e secoli di vita." Dimmi, allora, cosa ti piacerebbe ascoltare, hai qualche idea?" " Sai, nonna, in questi ultimi tempi penso spesso agli Ufo",
gli Ufo? ma tu lo sai cosa sono gli Ufo?" "Certo che lo so. Oggetti non bene identificati a bordo dei quali viaggiano gli extra terrestri o marziani, chiamati così perché si pensa giungano dal pianeta Marte e, bla,,.bla … bla, continuò su questo tono
per qualche minuto ancora». Caspita, pensai allibita, questa ne sa più di me! "
Allora, hai detto gli Ufo?...hem… si, certo… devi sapere che, Carletta, ti dispiace
se ne parliamo domani?, stasera sono un pò stanca!
Ovviamente era una scusa. “Ok, nonna, però mi raccomando... documentati bene."
Quella piccola peste mi aveva letto nel pensiero!
Maria Dorata
Alessia e Claudia
VALUTAZIONE DI SANTE PATRONE
Sin dall'epoca in cui cominciai a capire, memorizzare e ripetere, mi fu insegnato che fra catanesi ed
acesi vi è sempre stato un forte disaccordo circa la
capacità di essere "mangiatori di pane e volpe", nel
senso più lato della parola e cioè che la sagacia nel
comprendere situazioni semplici e/o nel sapersi
districare fra situazioni difficili o che potrebbero
sembrare tali, la palma della vittoria, quasi sempre,
ha arriso ai cittadini del Capoluogo etneo. Ricordo
che i nonni, paterni o materni che fossero, mi raccontavano di episodi accaduti fra catanesi ed acesi
in cui con un minimo di semplice ragionamento si
riusciva a venirne a capo, senza perdere il lume
della ragione. Ricordo, e ancor vividamente, che
Essi, a turno, per addormentarmi, nei pomeriggi
delle calure estive catanesi, mi raccontavano tanti
piccoli aneddoti, al cui termine mi sbellicavo dalle
risa e fra un sorriso e l'altro, chiudevo gli occhi e mi
abbandonavo fra le braccia della bella Euridice, con
gran sospiro e pace di chi aveva avuto la costanza
di rimanere con me fino al sopraggiungere del
sonno. Ovviamente questi fatti, divenuto più adulto,
li considerai come un
corollario che veniva
aggiunto alle fole che
dopo un po' conoscevo
a memoria e non mi
accontentavano
più.
Quando, quasi vicino al
completamento del ciclo
degli studi medi superiori, mi capitò di leggere,
in un capitolo di storia
moderna, relativo agli
usi e costumi degli antichi Sicani, nostri progenitori, che anche in quel
breve trattato che cercherò di ripescare fra le
obsolete, neglette e stra
sudati testi scolastici, ci
fosse un accenno ad
una certa rivalità fra gli abitanti delle due cittadine
ioniche e che l’Autor di quella "carta" aveva traman-
mandato, per memoria
dei
posteri.
L'accenno mi colpì
profondamente e mi
fece ripensare che
forse, come in tutti i
miti e le leggende, un
fondo di verità ci
doveva essere. Ma
tutto il mio processo
rivalutativo del sapere delle rivalità finì lì,
fino a quando non
volli andare a vedere
la festa della Patrona
di Acireale: Santa
Venera. Fu in quella
circostanza che mio padre, Iddio l'abbia in gloria, mi
disse: "Vuoi verificare di persona, quello che si dice
circa la fermezza ("chiamiamola così, per carità di
campanilismo) degli Acesi? Egli non attese la mia
risposta dandola per scontata a priori e si avvicinò
ad un venditore di immaginette sacre che aveva
esposte sul banco: quelle di Santa Venera, la
festeggiata e quelle di Sant'Agata, illustre Patrona
di Catania, ma non festeggiata e chiese: "Quanto
volete per un'immagine di Santa Venera?". "Trenta
lire", la pronta risposta. "E per l’immaginetta di
Sant'Agata?". "Venti lire", risposta biascicata e
quasi in sordina. "Bene" disse mi padre "Vi do cinquanta lire: trenta per Sant'Agata e venti per Santa
Venera". "No!" fu la pronta e decisa risposta del
venditore che replicò con ardore: "O mi date trenta
lire per Santa Venera e venti per Sant'Agata, o io
non ve lo vendo!". La scena si ripetè un paio di volte
nelle quali si cercò di far capire ch'era la stessa
cosa e che non cambiava nulla circa l'incasso; dopo
di che mio padre dette le cinquanta lire richieste
come costo totale, dovendo dare, però, le giuste
valutazioni alle Sante, come fermamente richiesto
dal venditore di immaginette.
Salvatore Guglielmino
[email protected]
Continua tra ricordi sentimentali ed “olfattivi” il viaggio di Antonio Pagano tra le “strade” acesi
Via Cavour da Piazza Duomo a Piazza San Domenico ha quattro traverse: vico Topazio,
via Alessi, via Cosentini e via Santo Stefano. Vico Topazio non ha sbocco. via Alessi comunica con Piazza Alfio Grassi, via Cosentini con via Atanasia, via Santo Stefano con via
Atanasia – ‘o Carmineddu – imbocco corso Savoia. Via Atanasia, dal greco “athanatos”,
immortale? Questa parte del centro storico ha un taglio perfettamente aderente al tessuto
urbano. Malgrado lo scempio del boom edilizio, dall’alto dei campanili di San Domenico e
della Cattedrale si ammira una perfetta struttura della pianta di Acireale che Pinella
Musmeci definisce “città medioevale”. Per quanto attiene a vico Topazio si va a tentoni.
Donde scaturisce l’intestazione della brevissima arteria? Dal tardo latino “topazium” che,
come si sa, è un fluorosilicato di alluminio in cristalli cromatici di vari bei colori? Chissà perché gli addetti alla toponomastica scelsero il termine “topazio” per lo stretto vico senza
sbocco del centro storico della città? Lasciamo alla immaginazione. Al n° 7 abitava la famiglia dell’attore, figura molto nota, Felice Vasta, mio carissimo compagno di classe al “Gulli
e Pennisi”. La casa era di proprietà dell’unico erede maschio della mitica Donna Niriana,
Adriana, della rinomatissima e storica dolceria che fu poi del Cavaliere Venerando Grasso.
Quando attraversavo quel breve tratto di strada per andare dal mio compagno, mi fermavo
un istante per potermi godere l’odore del caffè che proveniva dalle finestre del laboratorio
della Dolceria di Venerando Grasso. Un amarcord struggente! Nella ricerca del tempo perduto, di proustiana memoria, c’anche il ricordo olfattivo. Indimenticabili i lunghi conversari
nel “Caffè Grasso”con Salvatore, figlio del cavaliere, sulla pittura, sua grandissima passione. Un “Cenacolo” di tanti amici d’altri tempi.
IL MIO RICORDO DI ERCOLE PATTI
Quello che segue è uno scritto del 1986. Apparve su "Lunarionuovo" anno Il, numero 9.
Vito Finocchiaro ricorda i suoi incontri con lo scrittore siciliano Ercole Patti.
2 - continua... Fingeva di resistere agli inviti, poi
ralmente anche lui che,
accondiscendeva, rivolgendosi a Ciccina, la cameriera
pur essendo così schivo,
randazzese, che trentanni di insostituibile servizio e la
contese il primato dell’atcapacità di essere padre e madre dei miei nipoti quantenzione a Lea Padovani,
do ce n’era stato il bisogno ave-vano fatto governante,
un altro dei pochi grandispersona di famiglia e reggitrice della casa, insomma un
simi personaggi che ho
personaggio pattiano. «Ciccinedda - le diceva quasi
avuto la ventura di avviciimplorante - mi devi fare il piacere di non perdere
nare. Il mio compito per
tempo per me. Tu sai che mangio semplice. Fammi
quell’occasione era dei
due spaghettini con il pomo-doro crudo e con il basilipiù piacevoli: stare in
co o all’aglio e all’olio. Per secondo la soli-ta mozzarelmezzo allo scrittore ed a
la insalata. Due chicchi d’uva per frutta». Nell’attesa
Nino Milazzo, l’at-tuale
d’essere servito, spiegava sulle ginocchia il grande
redattore capo de «Il cortovagliolo di lino bianco e restava, anche se parlava,
riere della sera» che alloimmobile, incassando la testa tra le spalle rialzate e
ra lavorava a «La Sicilia»
leggermente ingobbite, come un santo-ne indiano, di
di Catania, per favorirne
cui del resto aveva la faccia, la corporatura ed il colorila conoscenza reciproca.
to, e socchiudendo gli occhi, che stringeva fino a farne
Il successo fu completo
due fessure impenetraperché i miei opportuni silenzi, agevolati da alcune
bili e spietate perché ti
coppe d’ottimo champagne, fecero familiarizzare i due,
rendevano nudo di
soprattutto per merito di Nino, il quale è uomo che non
den-tro e di fuori.
si parla addosso ma che di qualunque argomento sa
Nell’occasione di quel
parlare, e, tutto som-mato, direi anche merito dell’altro,
primo incontro rimasi
che seppe sempre toccare, pur senza sbilanciarsi, le
ininterrottamente
in
corde giuste d’una discussione d’un certo impegno,
silenzio, forse imbarazmalgrado l’occasione e l’ambiente di festa non fossero
zato dalla presenza
quelli ideali. Vidi, infine, per la terza volta Ercole Patti
invisibile di quella bella
poco più d’un anno prima della sua morte, in pieno
signora, che in tempo
agosto. L’incarico affidatomi da mia sorella era stato
ed in modo tanto diverstavolta più complicato, una missione addirit-tura. Con
si o era stata o era denmia moglie dovevo andare a Pozzillo a rilevare l’illustre
tro di entrambi, e certaamico (così avevo risolto
mente soggezionato
il mio dubbio ai vocativi,
dalla maniera con cui
ricevendone tacita approera stato disatteso il
vazione) per una cena
mio «Maestro» al
familiare nella villa di
momento delle pre-sentazioni. «No, caro amico - mi
Barriera del Bosco. Non
aveva detto Patti - non mi chiami maestro. Mi chiami
ho mai tenuto alla sonper cognome, mi chiami Ercole, mi dia del signore e
tuosità delle automobili,
magari del dottore, ma non dica maestro a chi non ha
né sofferto di complessi
niente da insegnare. I maestri del giornalismo e della
d’inferiorità in materia,
letteratura sono ben altri». Per tutta la serata, che si
ma,
francamente,
protrasse a lungo, rimugi-nai su quelle parole. Era una
pre-sentarmi con una
semplice manifestazione di modestia, come m’era
«850 Fiat», sia pure
parsa, o una sfumata polemica nei confronti della
Super, mi era sembrato in
criti-ca ufficiale, buttata così, tanto per saggiarmi, come
sulle prime del tutto inaavevo pure motivo di ritenere? Risolsi il dilemma, accodeguato per la circostanmiatandomi. Dai miei seppi, giorno dopo, d’aver destaza. Rassicurato, ero riuto buona impressione. «E’ un uomo - aveva detto Patti
scito a vincere le remore,
di me - che ha il raro pregio di sapere ascoltare. Di quecosì come mia moglie era
sti tempi sono pochi coloro che stanno ad ascolta-re».
riuscita a vincere le previLa definizione, tutto sommato, era sbagliata perché, in
ste resistenze del pasverità, parlo spesso ed alle volte a sproposito, dicendo
seggero ad occupare il posto vicino alla guida, facencose che potrei anche fare a meno di dire; ma questo
dosi trovare addirittura seduta sui sedili posteriori.
Patti non poteva saperlo e l’impressione, basata sull’e«Bellissime macchine - mi aveva tranquillizzato subito
sperienza d’un solo incontro, era certa-mente esatta.
Patti, dimostrando di saperla lunga sul mio disagio Lo rividi, poi, quando mia sorella inaugurò, alla presenqueste “850”.continua...
za di tanta «bella gente» di Catania e di Acireale, il fanNella foto a sx l’autore Vito Finocchiaro,
tastico «show-room» di via del Bosco 64. C’era natua dx Ercole Patti e la copertina di un suo libro
4
AKIS
sabato 16 Settembre 2006
La rubrica del micio
Natale Longo
La striscia di
Arsenico
e Vecchi Merletti
Pillole Acesi
Aci S.Antonio - Anche quest'anno il Comune di
Aci S.Antonio ha partecipato con un elegante
stand alla Fiera dello Jonio. Nella foto molti
amministratori santantonesi con qualche "infiltrato” straniero.
Turi Consoli
[email protected]
Circolo Universitario - Giovedì prossimo, 21
settembre, l'ing. Giuseppe Tomarchio, nella
sala del Circolo Universitario (via Paolo Vasta
28) parlerà ai soci dell'ArcheoClub e a quelli del
Circolo ospitante su : "Alle origini della
Comunità Acese". Dal 21 settembre, inoltre, inizia la collaborazione culturale con il "mitico"
Circolo Universitario acese che prevede una
serie di incontri dei quali daremo sempre notizia
e ampio resoconto.
ph Nuccia Leotta
Lions Club - Il Lions Club Riviera dello Jonio
New Century organizza per il 23 settembre
prossimo il "1° Torneo Open di Tennsi Riviera
dello Jonio" presso il Tennis Club Umberto di
Commissione Edilizia - Il sindaco Garozzo ha
presentato
i componenti della nuova
Commissione Consiliare Edilizia "Si tratta" - ha
detto Garozzo - "di professionisti che formano
una commissione di tecnici dalla indiscussa
professionalità che sarà garante per la città e i
suoi abitanti. Una commissione snella, non
obsoleta che sarà di valido supporto alle scelte
per la ns. situazione urbanistica". I componenti:
Catania, "perchè tutti possano vedere i colori
del mondo". Il Torneo, con finalità sociale, ha
l'obiettivo di raccogliere fondi per la cura e la
ricerca delle malattie degli occhi da destinare
alla realizzazione di strutture ospedaliere o
necessarie al finanziamento di progetti di ricerca per le malattie rare alla vista.
architetto Alessandro Taglieri, ingegnre edile
Mario Roberto Pavone, Rosario Cucuccio, geologo Danilo Calabretta, ingegnere esperto in
impiantistica Paolo Battiato, avvocato esperto
in Diritto Amministrativo Piera Paolo
Licciardello. In altra parte del giornale potrete
leggere sulla “contestazione” in merito da parte
della “opposizione-maggioranza”
Un po' di baillamme certamente le pagelle lo hanno
portato tra gli addetti ai lavori. C'è chi se l'è presa a
male, chi, invece, intelligentemente, ci ha sorriso su
considerando
il
tutto
un…gioco e niente più. Se
facciamo caso, invece, e seriamente, su quanto ha
scritto l'estensore delle pagelle (la cui responsabilità, alla fine ricade sul nostro direttore) c'è da meditare su quanto viene "riportato" per sentito dire ad
alcuni consiglieri comunali: qualcuno di questi, parlo
e scrivo con cognizione di causa, o non sa leggere
(c'è forse qualche caso!) o, essendo con la coscienza sporca, fa di questo argomento…argomento di
visita il nostro sito
www.akis-aci.com
il sito del Territorio delle Aci
lana caprina. Tra i buoni, nella pagella, c'erano alcuni nomi, non escludendo che ce ne potessero altri;
tra i "cattivi"…bè, il bon ton del "professore" ha preferito sorvolare non segnalando nominativi…., alla
fine del primo trimestre ( o quadrimestre, per come
si valuta oggi nella scuola) probabilmente molte
cose cambieranno….tanti si faranno interrogare su
qualche argomento specifico…altri copieranno il
compito del vicino di scranno. Signori, non basta
una giacca ed una cravatta (d'obbligo, secondo me,
nelle sedute del consiglio!) a creare un consigliere o
un assessore, ci vuole ben altro, ed il "ben altro" è il
cittadino che lo valuta, alla prossima occasione elettorale. Miao.
Caro Direttore...
Riceviamo una "nota" del signor Alfredo Rizza che
pubblichiamo omettendo gli argomenti non inerenti
quanto trattato nel testo e che vertono solo ed esclusivamente su fatti personali. Raccomandiamo ai
nostri lettori che le "Lettere al Direttore" saranno pubblicate solo ed
esclusivamente se le stesse non portano espressioni o commenti
"pesanti" verso amministratori o semplici cittadini.
La prepotenza e la ragione
Gli inventori delle rotatorie affermano che nei pressi degli ospedali è
consigliabile non costruire tali strutture, perché è impossibile costruire al loro interno la corsia riservata ai mezzi di soccorso, Una ambulanza che arriva all'incrocio rischia l'imbottigliamento Ma allora non si
doveva costruire la rotatoria tra la via Sclafani ed il viale Cristoforo
Colombo? Certamente si doveva realizzare , come nei fatti è avvenuto, avendo però l'accortezza di costruire una corsia aggiuntiva per
i mezzi di soccorso proprio per la presenza dell'ospedale. Oggi si può
rimediare di ripiego predisponendo facilmente una rampa per le
ambulanze che provengono dal versante dell'autostrada ma per i
mezzi di soccorso che giungono da Acireale e dalle zone collinari
attraverso Piano d'Api oltre alla corsia aggiuntiva si dovrebbe costruire un sottopasso proprio in corrispondenza della rotonda e la qualcosa è molto complicata. Non so valutare quanta e quale responsabilità hanno gli amministratori ed i dirigenti che hanno partecipato alla
costruzione e quelli che coscienti delle manchevolezze nulla hanno
fatto e nulla faranno in avvenire. Nell'immediato occorre smantellare
l'inutile banchina attorno la rotonda perché sottrae spazio agli automobilisti. Lo stesso cordolo che delimita la rotonda deve essere inclinato in continuità col rialzo dell'aiuola interna che non è stato realizzato perché l'attenzione di chi guida non sia distratta dall'altra metà
dell'anello per concentrarsi solo a sinistra da dove provengono i veicoli ai quali dare precedenza. Queste regole sono l'abc degli ingegneri e degli addetti degli uffici della circolazione in tutto il mondo ma
non ad Acireale. Il miglior funzionamento della rotonda mi suggerisce
la questione irrisolta di come snellire il traffico sul viale Colombo nel
tratto compreso tra il casello e la via Sclafani. Giorno e notte senza
soluzione di continuità dal casello viene rovesciata una infinità di veicoli la maggior parte dei quali deve raggiungere i cento comuni pedemontani. Oggi siamo obbligati a percorrere il tratto del viale e ritornare indietro fulcrando l'anello per poi rifluire sulla strada che perimetra
l'impianto dei calcestruzzi "gigabit". Questo tormento che si protrae
da molti anni potrebbe all'istante cessare se si inverte il senso di marcia alla via Cefalù e si consente la svolta a destra immediatamente
all'uscita dell'autostrada. E' anche chiaro che la via Cefalu debba
essere opportunamente adeguata con il minimo indispensabile e che
Ìe stradelline laterali del viale -per i residenti e gli esercenti- debbano
essere realizzate immediatamente senza rimando alcuno : la spesa
peraltro è insignificante; Da lungo tempo i consiglieri d'opposizione ,
alcuni professionisti e molti cittadini hanno suggerito a questa A/ne
l'inversione del senso di marcia del ramo di via Cefalù che collega il
territorio con Acicatena perché a loro parere il flusso dei veicoli all'istante si dimezza. Questa A/ne anziché procedere alla sperimentazione anche per una sola giornata e trarre le ovvie risultanze è stata
sorda e ha agito come ha sempre fatto in passato commettendo un
grande errore e cioè si è dimenticata di non disporre in consiglio della
maggioranza che prima aveva.
Alfredo Rizza
ACI S. ANTONIO
LA LIBRERIA
di AKIS
Arrivederci cara, dolce Estate!
Si raccolgono le ultime cose che ci appartengono, si chiudono le valigie, si serrano
porte e finestre, e si ritorna, con un po' di
amaro in bocca e un po' di malinconica tristezza nel cuore, alla vecchia e cara casa.
Sempre là, immobile, in silenzio, pronta
sempre (come ogni anno!!!) a darci il suo
consolante (ri)BENVENUTO! Anche [email protected]
st'estate (l'ennesima estate!!!) va tramontando come il sole caldo d'agosto, e ci
lasciamo dietro le nostre spalle (chi bianche… chi, più fortunato, magari un po' più scure!!!) le giocate a palla in spiaggia, i cornetti caldi delle cinque del mattino dopo una lunga serata in discoteca,
le partitelle a calcetto con gli amici (amatoriali si!!! ma con calci e pugni da buona gara agonistica!!!),
le risate al bar dopo cena, i tornei di carte pomeridiani, e le storie passeggere, talvolta inaspettate,
come a marcare e a fissare bene
gli infiniti ricordi che negli ultimi
giorni prima del ritorno sbocciano
improvvisamente. Gli ultimi saluti,
le ultime frasi di rito, quattro strette
di mano, e su via in macchina, in
treno, in aereo, chi anche in nave,
tutti via verso il ritorno. (inizia il
grande esodo!) Le spiagge si spogliano della gente che le ha riempite per quelle poche settimane
addietro e un silenzio quasi irreale
popola, oramai incontrastato, il
paesaggio. A ritmi lenti, quasi
come un rodaggio, si riprende la
vita che ci appartiene, la vita dell'altra parte dell'anno, quell'anno
particolare di 9 mesi che ci fa tornare ancora una volta sbiaditi e con qualche "chiletto" in più. C'è
chi riprende il consuetudinario lavoro, c'è chi riprende gli studi…, c'è chi, invece, continua (beato
lui!!!) il rigenerante ozio, ma, sia l'uno che l'altro (…e l'altro ancora!!!) negli occhi soltanto l'attesa
della prossima cara, dolce estate che verrà!
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Tel. 347 1433135 - 349 5509188
Esclusivista
ACI S. ANTONIO
ph Giuseppe Sergi
SE MAI DOVESSI
Lo so che un giorno
dovrò navigare
in un mondo diverso,
fra spazi virtuosi
dove regna il silenzio.
Vagola tale coscienza
ma non opprime il mio senno,
non tradisce alcun sentimento.
Ho sempre cercato
di essere onesto,
di perdonare l'offesa subita,
di umiliare me stesso
là dove ho sbagliato.
Questa è la vita,
senza falsi disegni
o mete irreali.
Eppure nell'uomo
preval la superbia,
il potere, l'amore di sé.
Se mai dovessi cambiare,
meglio aver navigato.
Giovanni Vecchio
SEMIFINALE MISS MONDO
L’Assessore Giancarlo Bonfiglio di Acicatena
premia Lorena Marchese
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Sabato 16 settembre 2006
ACIREALE 2006
L'Acireale 2006 come la
Juventus 2006…poco ci
manca e scusatemi l'irriverente paragone. Primo
"patapunfete"
granata
(casalingo) che davanti ai
baldi giovanotti viagrandesi ha fatto cilecca senza
potere lanciare alcun acuto
che potesse raddrizzare e,
possibilmente, vincere la
partita. L'avevo detto che di questo passo, con tutto il rispetto
per i ragazzi granata, non si andrà di certo in Paradiso, ma si
rischierà, anche, di fare la marcia del gambero. A Troina domenica aspetteranno l'Acireale come a Rimini la Juve e saranno
dolori per Petralia (Titti) e Massimino (Santo). Il pubblico ha
seguito la squadra (lo testimoniano gli 850 paganti), lo ha
seguito anche con cori e incitamenti…ma da quel "buco" è
quasi impossibile cavare un ragno…Siamo all'inizio e per non
essere uccelli di malaugurio mi limito a dire e sostenere, ancora una volta, FORZA ACIREALE.
T.C.
E’ morto GIACINTO FACCHETTI
E’ morta
“una persona per bene”
Associazione Teatrale Odè
In occasione della Fiera dello Jonio. l’associazione teatrale odè ha messo in scena la fiaba per bambini “Il
Gigante Egoista”. Inoltre l’Associazione Teatrale “odè”
e la Compagnia teatrale “ quelli del 7°” hanno presentato alla stampa la “prima rassegna teatrale per bambini” rivolta a tutte le classi della scuola elementare.
ESTATE MILESE
Si è conclusa la 26° edizione della
Vinimilo che ha registrato quest'anno
un boom di visitatori e una grande
attenzione per le degustazioni guidate,
organizzate da Onav, Fisar, Ais, Cee e
Slow Food. In calendario escursioni
guidate, laboratori all'aperto, mostre
mercato e tunnel dei sapori e grande attenzione degli
addetti ai lavori per il convegno dedicato al "Turismo
del vino". Grande successo hanno ottenuto alla 26°
edizione della Vinimilo i momenti destinati alle degustazioni che hanno visto protagonisti, in un confronto
diretto, i vini dell'Etna e quelli francesi. A guidare il viaggio alla ricerca delle caratteristiche comuni tra due culture vitivinicole così diverse, il delegato regionale
dell'Onav Lombardia Vito Intini che ha illustrato peculiarità e prerogative di 16 vini, otto del territorio etneo e
otto prodotti dalla Francia. Ottimo è stato poi il gradimento dei laboratori del gusto e del tunnel dei sapori.,
Nell'ultima giornata della manifestazione è stato possibile inoltre partecipare ai laboratori all'aperto presso
le aziende locali, all'escursione guidata in montagna e
alle mostre mercato di vini e prodotti locali. . Al convegno intitolato "Turismo del vino, opportunità, criticità e
condizioni di successo" hanno partecipato fra gli altri
Floriano Zambon, presidente dell'Associazione nazionale Città del Vino, Maurizio Ninfa, direttore delle strade del vino dell'Etna, Antonio Terrasi, vicepresidente
nazionale Turismo verde. Spettacoli. Grande successo
degli spettacoli: la "Casa di Bernarda Alba" di Garcia
Lorca, a cura della Compagnia DanzAbile, e lo spettacolo jazz di Samir Guarrera.
US/EC
CINEMA “PANCIROLI”
Palazzo di Città
ph Grazia Vinci
La striscia di
Natale Longo
NEL RICORDO DI LORENZO VECCHIO
Scrivere di Lorenzo non dovrebbe essere difficile se si pensa alla sua vasta produzione, sia narrativa che filmica, una
fonte quasi infinita di spunti e di cose di cui è bello parlare. Eppure chi lo ha conosciuto, è stato suo amico oppure ha
letto i suoi libri e visto i suoi cortometraggi, ha trovato una grande complessità, che mette in difficoltà quando si prova
a ricordarlo in una manciata di righe. Mi sembra ottima in tal senso l’idea della rivista “Segno” (n. 275-276, maggio-giugno 2006) di dedicare a Lorenzo un dossier articolato negli interventi di esperti e critici che si sono interrogati sulla sua
opera e la sua vita, partendo dalla prima. Grazie a una serie di articoli su aspetti precisi della sua persona e di quello
che ci ha lasciato, il dossier fornisce una visione approfondita e pertinente, tutt’altro che schematica o facilmente retorica. La scelta di dedicare il premio di Magma –
Mostra di cinema breve a Lorenzo, fondatore dell’evento e creatore della sua identità, è stata pienamente spontanea, un atto in qualche modo
scontato ma dettato da un sincero desiderio di
ricordare Lorenzo sia come amico, sia per quello
che è riuscito a realizzare. Lorenzo, dopo aver
frequentato il liceo classico Gulli e Pennisi, aveva
scelto di trasferirsi a Roma per studiare cinema
all’università. Qui aveva preso casa con altri
ragazzi acesi, anch’essi studenti (fra cui il sottoscritto). Dopo avere vissuto poi per alcuni mesi a
Barcellona per il progetto Erasmus, era tornato
ad Acireale, scoprendo di essere malato di cancro. Dopo averlo combattuto e temporaneamente
sconfitto, si ritrasferì a Roma. Infine, tornò definitivamente ad Acireale. Se ne è andato nel maggio 2005. Ripensando alla sua vita, alla qualità,
quantità e varietà di ciò che ha fatto e prodotto,
non sembra possibile che si parli di una persona
di soli ventitrè anni. In circa sei anni Lorenzo ha
girato più di una dozzina di cortometraggi e un
mediometraggio dal titolo “Ballata di un uomo sottile”. Ha sempre scritto racconti, quelli degli ultimi
anni sono stati pubblicati postumi nella raccolta
“Cinque racconti più uno”. Nel 2004 ha pubblicato il romanzo “Mia madre non chiude mai”, vincitore del premio Vittorini per l’opera prima. Il suo
diario della malattia, “Un metro lungo cinque” è
stato pubblicato postumo nel 2005 (da Bonanno
editore, come le altre opere citate). La pubblicazione più recente è “Vent’anni a Barcellona” (uscita come supplemento al numero 275-276 di “Segno”), una raccolta di
scritti di vario tipo, tra cui parti di e-mail e molti “micro-racconti”. Nel 2001 Lorenzo ha fondato l’associazione culturale
Scarti insieme ad alcuni amici, e nel 2002 il festival di cortometraggi Magma. Due iniziative volte al coinvolgimento della
gente nelle sue passioni, alla divulgazione della bellezza del cinema e dell’arte con mezzi forti e duraturi. Oltre a essere un narratore (scrittore e regista) Lorenzo amava l’idea che altri scrivessero e girassero. Se un suo amico scriveva
un racconto, lo leggeva con attenzione e affetto, con la pazienza e l’interesse di chi non solo ama esprimersi, ma è interessato alla creazione in quanto tale. Quando qualcuno girava un cortometraggio, anziché ammonirlo per gli errori tecnici, godeva sinceramente dell’originalità che appartiene comunque ad ogni opera e ogni autore. Un progetto che non
arrivò a concludere riguardava la pubblicazione di una raccolta di racconti di acesi. Aveva già contattato le persone e
raccolto i primi manoscritti. Non gli piaceva solo narrare, ma vedere nascere la narrazione in tutte le sue forme e adorava il pensiero che chiunque potesse raccontare storie. La forza che Lorenzo ha messo nelle sue attività si vede ancora oggi nella crescita di Magma e della Scarti. Lorenzo ci ha insegnato molte cose. E’ difficile credere che un ragazzo
di 23 anni abbia lasciato ai suoi amici un’eredità così ricca.
Daniele Greco e Alfredo Pulvirenti
E’ indetta la 7^ Edizione del premio di poesia “Acitrezza,
terra dei Ciclopi”. Ogni concorrente può partecipare con
un numero massimo di 2 poesie, inedite, di cui una attinente Acitrezza (cultura, folklore, tradizione, ambiente)
e una a tema libero. Le poesie dovranno essere consegnate manualmente o inviate ad AS NEW PHOTO, via
feudo 4 – 95026 Acitrezza (CT). Le copie dovranno pervenire entro e non oltre il 20 Settembre 2006 all’indirizzo indicato. I minori di anni 18 (diciotto), potranno partecipare allegando una lettera firmata dai genitori (o chi ne fa le veci), che ne autorizzano la partecipazione. La premiazione si svolgerà sabato 30 settembre nei locali di Villa Fortuna (Lungomare dei Ciclopi) alle ore 20,00. Una
selezione di poesie verranno pubblicate sul sito internet dell'associazione www.centrostudiacitrezza.it. Il bando
di concorso e la dichiarazione di partecipazione si possono trovare sul sito web www.acitrezzaonline.net o nello
studio fotografico AS NEW PHOTO in via Feudo 4 - Acitrezza.
Mario Grasso
AKIS
“Angeli&Angeli” a Castel Sant’Angelo
Una mostra di forme pittoriche, sculture, scritti e sartoriali si è inaugurata a Castel Sant’Angelo in Roma.
Marella Ferrera, la stilista siciliana che recentemente è
stata anche l’ospite d’onore del Premio Aci e Galatea
2006, ha presentato “L’Abito del Ricordo” dedicato al
grande amico, il deltaplanista Angelo D’Arrigo, recentemente scomparso. Un abito trasparente con immagini di
uccelli notturni in volo e spiagge deserte; vele al tramonto per ricordare appunto “un grande angelo caduto
in volo”. Quest’abito era stato presentato, non ufficialmente, durante la serata del Premio (Nella foto di
Studio Consoli, l’intervento di Marella Ferrera e di
Laura Mancuso)
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Premio di poesia "Acitrezza, Terra dei Ciclopi": al via le iscrizioni
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La Mail Express poste private è un’azienda che si è inserita nel mercato postale dal 2000, diventando in pochi
anni, grazie al serio lavoro dei suoi associati, un marchio
conosciuto e stimato. Avendo un’autorizzazione ministeriale che permette agli associati di svolgere il proprio
lavoro ed essendo stata equiparata anche legalmente
(tramite D.L. 261/99 del 22/7/99 pubblicato sulla Gazz.
Uff. 182 del 5/8/99) a Poste Italiane, la Mail Express
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I Bee Gees, trio
anglo-australiano di
strepitoso successo,
sono
i
gemelli
Maurice e Robin Gibb
(nati il 22 dicembre
1949, Isola di Man,
Gran Bretagna) e il
loro fratello maggiore
Barry Gibb (1 settembre 1946, Isola di
Man). Originari di una
famiglia dello showbusiness risiedente a
con Marcello Muscuso
Manchester,
essi
cominciarono a suonare già da bambini in rappresentazioni scolaresche nei cinema della città. Nel 1958 si trasferirono con la famiglia in
Australia, dove cominciarono a esibirsi come trio a Brisbane,
Queensland. Battezzandosi Bee Gees, abbreviazione di
Brothers Gibb, rilasciarono una serie di singoli scritti dal fratello maggiore sotto l'etichetta Australian Festival Records.
Mentre il loro titolo "Spicks and Specks" scalava le classifiche
australiane, tornarono a Londra dove fecero un provino con
Robert Stigwood, direttore della NEMS Enterprise, la compagnia
posseduta
dai
Beatles. Questo fruttò loro
un contratto con la Polydor
con la quale pubblicarono
"New York Mining Disaster,
1941". I testi intriganti ed
evocativi nonché la forza
armonica del brano diedero vita ai primi paragoni
della band con i Beatles e li
fecero salire nelle classifiche britanniche. 1 - Segue
AKIS: Anno II, numero 30 del 16 Settembre 2006, in vendita a € 1.00 - Editore e Direttore Responsabile: Turi Consoli - Autor. n. 22 del 23/05/2005 del Tribunale di Catania
IL GIORNALE
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DEL TERRITORIO
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DELLE ACI
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sabato 16 Settembre 2006
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Foto servizio di Nuccia Leotta e Studio Consoli
Gibo (cantante e chitarrista del gruppo Evergreen) e'
stato ospite di “DANZA FESTIVAL” (Panamusic Direzione artistica M° G.Patti). Il cantautore ha presentato in anteprima alcuni brani inediti che faranno parte
del nuovo cd : NINA (scritto in collaborazione con una
giovane e brillante compositrice ed autrice dell'hinterland catanese (EMY MARINO), BABY ed INCONTRO.
Gibo ha concluso l'esibizione con una splendida cover
"quanti amori" che e' stata largamente applaudita, tanto
che alla fine il cantautore e' stato soprannominato
"GIBO….D'ALESSIO”. Ha brillantemente condotto la
serata il famoso anchorman Salvo Fichera (Telecolor)
coadiuvato dalla splendida SNEJANA.
email [email protected]
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