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108 A Anno 3 - n° 12 - € 1,00 K I S ATTUALITA’ KULTURA INFORMAZIONE SPORT & TURISMO HE AMIC CER Settimanale del Sabato 24 Marzo 2007 IL GIORNALE DEL TERRITORIO DELLE ACI ...dove le acque stanno immobili, si forma la palude... Dinnanzi alla incontenibile ascesa dei mass media, Norberto Bobbio, ammoniva: "Arriverà un momento in cui ciascuno di noi sarà colto dal delirio dell'autocelebrazione". Non sappiamo se i lettori di Akis sono soliti sintonizzare la frequenza televisiva sulla diretta dei lavori del nostro consiglio comunale. Certo è che la sobrietà è virtù di pochi e il cantiere di aspiranti "show man" risulta essere insonne. Come tanti pavoni, spiumati e goffi, i nostri consiglieri comunali, cercano, infatti, di mettersi in mostra a tutti i costi e fanno a gara a chi "la spara più grossa". Risultato: il civico consesso acese si è trasformato in un "ufficio di collocamento" (chi non ha lavoro decide di candidarsi automaticamente al consiglio comunale!) e in una "allegra bettola" di amici in cerca di celebrità. Chi grida a destra, chi gesticola a sinistra, chi parla al cellulare, chi siede scomposto sugli scranni consiliari, chi tenta di imbastire argomentazioni prive di qualunque logicità. Andreotti, a proposito di ipocrisia, disse una volta a Mino Martinazzoli: "il politico non deve dire mai quello che pensa ma pensare sempre a quello che dice". Da qualche tempo ad Acireale, i politici, non pensano mai a quello che dicono, finiscono sempre per dire quello che pensano, quello che pensano e dicono è desolante. Se questa si chiama trasparenza e sincerità, ci sentiamo di gridare a squarciagola: viva l'ipocrisia. In questi giorni c'è un gran parlare a proposito di emergenza disciplina nel mondo della scuola: la scuola va disciplinata ma si pensi anche a disciplinare la politica. Quale esempio può avere un giovane, che cerca di diventare cittadino attivo, da quelli che vengono definiti i "primi cittadini"? E' possibile continuare ad assistere ad un politica formato "teatrino di provincia"? Bisognerebbe rispondere a questi interrogativi. Chissà cosa succederebbe se introducessero il voto di condotta anche in consiglio comunale! I respinti sarebbero sicuramente la maggior parte! Gli anziani, ricordando l' Acireale di altri tempi, in cui " macari i chiù tinti s'affruntavanu a fari cetti cosi", si lasciano andare alla nostalgia ed al rimpianto. Visto l'andazzo, non abbiamo nemmeno la possibilità di rimpiangere, perchè non abbiamo più gli occhi per piangere. Quello che manca oggi ad "Aci e Galatea" è il senso della complessità della politica, la qualità della politica. Senza un retroterra culturale, l'azione amministrativa è insipida, incapace di dialogare con la società, di rispondere alla società. Manca la consapevolezza della sacralità del dovere di amministrare, della responsabilità che si assume allorchè ci si presenta agli elettori. E' venuto meno, e questo è il vero dramma, l'amore per questa città, l'orgoglio di essere figli di Acireale. Quel senso di appartenenza che non si riduce ad essere meschino campanilismo ma latore di una spinta propulsiva ed ideale premessa essenziale per portare avanti, a testa alta, il vessillo della città. Non ci stancheremo mai di ribadirlo: oggi nessuno ha il coraggio di alzare un timido grido contro il "saccheggio" che i "lanzichenecchi" dei paesi vicini stanno compiendo ad Acireale. Mentre scriviamo, qualcuno si starà inchinando al signore di Bronte, di Grammichele, di Acicatena, di Catania città. Sarà prono, genuflesso, leccapiedi, pronto a vendere (o svendere!) a qualunque prezzo quello che tanti anni di storia hanno costruito. Non è il nostro un invito all'autarchia (sarebbe da sciocchi credere di poter essere autarchici!) ma soltanto a non ricoprire sempre il ruolo di "milizia del re". Se il generale ordina, i comandanti non possono, a qualunque condizione, ubbidire. "Est modus in rebus": c'è una misura, un limite in tutte le cose del mondo". Molti mi rimproverano il riferimento costante a Rino Nicolosi. Avrà avuto tanti difetti, avrà commesso tanti errori. Ve lo immaginate però che si inchina al "signore" di Acicatena, che guarda dal basso verso l'alto il "fortino" di Bronte? Lascio ai lettori la risposta a queste domande. E' insensato cogliere il malessere delle cose senza cercare tuttavia delle soluzioni. Oggi abbiamo una grande occasione: quella di riprenderci nuovamente il nostro destino. E' necessario che gli acesi veri tornino a smuovere le acque. Perchè badiamo bene: dove le acque stanno Antonio Coniglio immobili, si forma la palude. Salviamo dalla palude la città di Acireale. [email protected] Finalmente...la Fondazione!!! MASCALI MIC Manufatti in Cemento Non è certamente il record delle “incompiute”, né il sindaco ci teneva a batterlo. La “Fondazione” del Carnevale, dopo ben diciassette anni dal suo primo “vagito”, l’on.le Pippo Basile fu il “padrino” della nascitura, ha quasi raggiunto la maggiore età e, considerati i suoi buoni propositi, viene lanciata nell’agone politcoamministrativo della città. Conferenza stampa di presentazione a Palazzo di Città, con il sindaco Garozzo feli- di Basile Rosario ACI S. ANTONIO K ALEIDOSCOPIO Giovanni Tringali [email protected] Pag. 4 ph Studio Consoli ph Studio Barabagallo ce come una Pasqua (così si dice per indicare una giornata felice!), alcuni assessori al suo fianco, una commissione consiliare (quasi) intera, molti colleghi…Qualche domanda più “insidiosa” viene glissata diplomaticamente…e, poi, via, parliamo di cose serie…parliamo di Carnevale. "CinemadaMare" APERTI LA DOMENICA "CinemadaMare", il più grande raduno di film makers provenienti da tutto il mondo: ad Acireale, per il secondo anno consecutivo. Alla Conferenza Stampa di presentazione del programma di lavoro per la prossima edizione di "Cinema daMare", che anche nella prossima estate farà tappa ad Acireale dal 3 al 9 agosto 2007, hanno partecipato il sindaco Garozzo, il direttore di "CinemadaMare" Franco Rina e il preside dell’Istituto “Galileo Galilei”, prof. Nino Pulvirenti. ph Studio Barbagallo NEL SUK DI TUNISI Nel prossimo numero intervista con l’ass. prov. allo Sviluppo Economico Gioacchino Ferlito, dopo il suo viaggio a Tunisi pèr “Sapori e Saperi del Sud” Marino Giuseppe Marino Giuseppe C.so Italia, 96 - ACIREALE C.so Italia, 96 - ACIREALE Ufficio Marketing e Pubblicità Akis - Franco Pulvirenti - tel. 328 8115194 - Grafica: MP - 347 1433135 - Foto: Nuccia Leotta La settimana scorsa Akis ha pubblicato una intervista a Luciano Parlato. Voleva essere l'omaggio del giornale POST - IT della città al vincitore del "Più bel Carnevale di Sicilia 2007", per quanto riguarda il concorso più prestigioso, quello dei carri allegoricogrotteschi in cartapesta, nonché ambasciatore acese alla sfilata di Viareggio. L'intervista si è rivelata una di bomba giornalistica (vedasi Nicola la salutare coda polemica), con Parlato rammaricato D’Agostino per le miserie di casa nostra e addirittura pronto a mollare, e una perla di costume acese, visto che finalmente registriamo una voce fuori dal coro della banale ma consueta retorica che si consuma quotidianamente ad Acireale su ogni cosa, con interviste ridanciane e ottimismo sparso ai quattro venti. Intanto, il fatto ci induce ad una riflessione sul giornalismo vero che non celebra il potere, semmai lo critica, lo osteggia, lo controlla, lo attacca, mettendo alla luce le contraddizioni e mettendo soprattutto la politica in imbarazzo. Ma questo giornalismo è ormai raro, la compiacenza al potere ha snaturato il ruolo di chi ha il dovere di informare i cittadini, di essere ai loro occhi credibili (e non a quelli della politica); oggi il giornalista vive del potere politico, oggi mira a fare l'addetto stampa, ormai ha smesso i panni di controllore autorevole, per essere complice. I risultati catastrofici non sono solo in termini di riduzione dei livelli democratici di una comunità, ma di mancata crescita complessiva, poiché la critica (che è cosa diversa dalla polemica) e il controllo onesto (che è cosa diversa dall'attacco fazioso) sono elementi indispensabili di stimolo al miglioramento. Senza questi elementi valoriali c'è il buio, ditemi voi a che serve passare una notizia senza neppure chiedersi se esiste un contraddittorio in materia? Guardate all'involuzione del giornalismo nostrano negli ultimi anni, e vi accorgerete che ormai accettiamo passivamente questa pseudo-informazione fatta di comunicati e conferenze stampa. Detto questo, l'intervista di Parlato oggi fa esplodere il problema. Intanto diciamo grazie a questo straordinario uomo e a tutto il suo staff: abbiamo davanti un artigiano bravissimo e un uomo onesto. Il suo carro di quest'anno è certamente la migliore opera di cartapesta vista nei carnevali di Acireale; Parlato ha dato il meglio di sé per confermare l'amore per il suo hobby e per fare bella figura nella passerella di Viareggio, dove i carri sono più imponenti, ma certamente meno elaborati, dove uno come Parlato potrebbe essere considerato il più bravo d'Italia (e del mondo?). Nel 2005 vinse ex-aequo ma meritava di vincere da solo, purtroppo la giuria tenne conto di altri fattori. Nel 2006 finalmente vinse da solo: sarebbe stato uno scandalo ripetere l'errore dell'anno precedente e ottenne il diritto di andare a sfilare a Viareggio. Nel 2007, considerata l'opera proposta avrebbe dovuto stravincere da solo, invece è stata attribuita una vittoria a tre carri: soluzione ridicola e patetica, la Giuria doveva avere il coraggio di far uscire fuori i numeri veri. Il pubblico comunque aveva già ampiamente decreto il vincitore: Parlato. Per la bellezza, per l'allegoria, per la spettacolarità, per un mix di fattori che hanno fatto di quella proposta un capolavoro. O non si può avere una opinione del genere? Il quale Parlato (comunque vincitore per tre anni consecutivi e dunque oggi il numero uno) poteva tranquillamente godersi il suo momento; invece ha scelto una strada difficile, quella della verità, che ad Acireale fino ad oggi non ha pagato. La nostra città da troppo tempo vive di bugie, di ipocrisie, di prepotenze e di aggiustamenti. Luciano Parlato va ora tutelato perché non venga impallinato in futuro per la sua sincerità: d'altra parte ha solo detto che non esiste una politica di sviluppo sul Carnevale, che ha avuto l'impressione di essere un miserabile a Viareggio mettendo a confronto quella cittadella del Carnevale con i nostri capannoni-immondezai, e che non si sente sicuro di poter proseguire in queste condizioni. Noi ci auguriamo che continui, perché perdere il migliore significherebbe fare ancora passi indietro e lasciare via libera a chi se ne approfitta. Caro Luciano, la prego prosegua e metta tutti questi soloni in imbarazzo anno dopo anno. Si aspettano che lei molli e fugga, rimanere è invece l'unico modo per sconfiggere le bugie e i traffichini. Il suo lavoro caparbio, competente, appassionato ed onesto è l'unica verità. E se poi passasse la proposta che i concorsi fossero votati dalla gente, con una sorta di "gratta e vinci" a costo popolare e che farebbe incassare qualche centinaia di migliaia di euro, allora ci faremo altre grasse risate. A Carnevale è permesso almeno questo, no? Caro Direttore mi rivolgo a Lei, in quanto la ritengo, un esperto estimatore del Carnevale di Acireale, e che come il sottoscritto, ha seguito e segue da oltre cinquanta anni lo svolgersi delle manifestazioni Carnascialesche nella nostra bella città, rinomata e conosciuta anche per questa peculiarità, che da anni viene messa in cantiere, per arricchire e completare tutte le attraziioni "turistiche" che Acireale propone ogni anno, ai cittadini ed ai visitatori, nonché ai turisti, che casualmente passano per il nostro territorio, dico casualmente perché le informazioni e le sollecitazioni pubblicitarie che scaturiscono dai responsabili della nostra amministrazione, sia attuale che passata, sono inverità assai scarse se non addirittura inesistenti. Questo è quanto awiene per il nostro "più bel carnevale di Scilia" ed anche per tutto cio che attiene il richiamo turistico del territorio Acese. Fatta questa doverosa premessa, vorrei richiamare la sua attenzione e quella dei suoi lettori sulf'accanimento verbale che si è scatenato e riversato, ingiustificatamente ed ingiustamente, sulla Giuria dei Carri Allegorico-Grotteschi del Carnevale di Acireale 2007. Ne sono state dette e scritte di tutti i colori, anche in tono offensivo, da parte dei protagonisti principali, mi riferisco ai carristi vincitori del 1° Premio ex aequo, ma non solo ad essi, ma anche a Lei e ad alcuni giornalisti o casuali articolisti del suo settimanale, anche ad alcune interviste rilasciate alle TV locali sempre da parte dei carristi in questione. A tal proposito vorrei precisare alcune cose che chi critica la Giuria, non capisce ho fa finta di non capire, per prima cosa si sappia che dalla votazione dei singoli giurati era scaturita una graduatoria ben precisa in base ai criteri stabiliti dalla commissione che aveva dato l'incarico ai giurati, criteri che abbracciavano vari aspetti riguardanti le caratteristiche dei Carri concorrenti, questi criteri erano: Allegoria e soggetto-Maschere e costumi - Movimento e brio - effetti luminosi - rifiniture - esibizione lungo il circuito. Ad ognuna di queste caratteristiche i giurati avevano attribuito un voto da O a lO, dal totale di questi voti era risultata una graduatoria ben precisa, a questo punto bastava far passare la graduatoria e forse tutti sarebbero stati più soddisfatti, ci sarebbe stato un solo vincitore e così di seguito, faccio notare che il sottoscritto e altri tre giurati erano favorevoli a questa soluzione, certamente e matematicamente preferibile, ma secondo il quinto giurato, questo tipo di valutazione avrebbe penalizzato il secondo ed il terzo classificato, in parole povere, la classifica a punti metteva in luce alcune caratteristiche di un Carro che mancavano nell'altro e viceversa, il giudizio finale che è prevalso, dopo lunghissima e penosissima discussione da parte dei giurati, non ha fatto altro che valorizzare le caratteristiche salienti di tutti e tre i carri, ciò che mancava ad uno era presente nell'altro, e quindi sarebbe stato peccato stilare una graduatoria numerica piuttosto che un giudizio "salomonico" come i più lo hanno ironicamente definito. Lasciando. stare da parte ogni altra considerazione, ne viene fuori, a mio giudizio, che nessuno ha capito nulla di quanto è stato fatto dalla Giuria dei Carri di quest'anno; la verità è che la partecipazione al concorso da parte dei signori Carristi non è affatto sportiva ma solamente votata a stravincere sugli altri partecipanti, non tenendo conto del fatto che un Carro Allegorico Grottesco, deve rispecchiare determinate caratteristiche, in primo piano l'allegoria, cosa che mancava nel carro di Parlato, ed era presente in quello di Coco e di Scalia, poi ci devono essere i movimenti e la spettacolarità, cosa che aveva il Carro di Parlato e che mancavano nei Carri di Coco e di Scalia, le luci infine hanno caratterizzato il Carro di Scalia e Parlato, mentre era nella normalità per quello di Coco; l'esibizione lungo il circuito ha fatto scattare la molla dell'ex aequo, 'infatti tale peculiarità era assolutamente inesistente per il Carro di Parlato, mentre i Carri di Coco e Scalia, erano abbstanza belli ed interessanti anche per chi assisteva alla sfilata non in Piazza Duomo. Il Carro di Parlato era solamente godibile appunto in Piazza Duomo, altrove invece appariva vuoto e senza vita. Non mi si venga a dire che il Carro di Parlato era stato costruito per esibirsi a Viareggio, perchese cosi fosse non avrebbe dovuto essere in concorso ad Acireale, lasciando lo spazio agli altri concorrenti. I carristi sanno bene, quando presentanQ i loro progetti, le difficoltà del nostro circuito cittadino, devono quindi adeguarsi ad esso, come del resto è sta'to fatto fino a qualche anno fa, ma evidentemente la promessa partecipazione alla sfilata di Viareggio, prevale sulla buone abitudini dei nostri abili artigiani carristi. Chiudo questo mio sfogo, perché solo di questo si tratta, amareggiato per i giudizi e le critiche a volte anche offensive nei confronti della giuria della quale il sottoscritto ha fatto parte quest'anno, penso che anche gli altri giurati siano d'accordo con me, anche se nessuno di essi si è fatto sentire in proposito. I risultati del Concorso dei Carri Allegorigo - Grotteschi hanno premiato tre cantieri, altrettanto validi e non li hanno penalizzati come ci vogliono far credere i partecipanti al concorso stesso. A Lei signor Direttore, chiedo una promessa oltre alla cortesia di pubblicare questa mia "protesta", quella di evitare in seguito di pubblicare valutazioni e giudizi poco edificanti nei riguardi di persone che si sono resi disponibili, senza alcun interesse personale, se non quello di partecipare attivamente alla riuscita di una manifestazione che da qualche anno comincia a deludere i più, nonostante la folla che tutto sommato, anche con la scarsa informazione pubblicitaria della manifestazione del "Più Bel Carnevale di Sicilia", era presente in gran numero quest'anno ad Acireale, e questo è quello che più conta. Mario Musmeci Caro lettore ed amico da sempre, ospito la Sua “protesta” limitandomi soltanto ad evidenziare che mai, ripeto, mai, sul settimanale Akis è stata scritta “critica a volte offensiva”nei confronti della/e giuria/e de “Il Più Bel Carnevale di Sicilia”, né il sottoscritto, anche per conto dei suoi collaboratori/giornalisti, ha intenzione di cominciare proprio adesso. L’intervista al signor Luciano Parlato, alla quale Lei si riferisce, è frutto anche delle dichiarazioni dello stesso artigiano carrista rilasciate a più informatori della TV e della carta stampata. Mi è sembrato opportuno sentire “una verità” direttamente. L’iniziativa che l’ha “disturbata”, quindi, non va a me o al giornale addebitata ma soltanto ad una presunta “imperfezione tecnica “ che ha registrato la composizione e le modalità di lavoro della giuria ed ai fischi (forti e continui) con i quali è stato accolto il verdetto dalla “piazza”. Per conto mio non esprimo giudizi in quanto ho visto ben poco del Carnevale, registrando sulle pagine di Akis soltanto le foto (bellissime) di Massimo Musmeci che sono pervenute in redazione e gli umori “asettici” provenienti dall’ufficio stampa del “Palazzo”. Chiudo il breve intervento con una confidenza rilasciata ad un amico: il sottoscritto, l’hanno scorso, ha fatto parte della Giuria: il verdetto, giunto alla unanimità e con poche, pochissime “contrarietà” da parte dei carristi ha registrato solo un intervento deciso, legga bene, “deciso” da parte di un solo partecipante. La volontà di questo signore era quella di “farmi sparire….”. Come ben sa, caro amico e lettore, sono ancora sulla breccia. E ci voglio restare. T.C. Per info: 347 1433135 - 393 9566136 [email protected] L’unica cosa che so, è di non sapere più niente 56... e-mail: [email protected] L’iniziativa “Cronache in Classe” che il dirigente scolastico della Galileo Galilei, prof. Nino Pulvirenti, ha portato avanti assieme agli amici e colleghi del “Giornale di Sicilia” ha riscosso un notevole successo tra i giovanissimi fruitori della struttura scolastica. Attenzione massima tra gli studenti e domande a raffica, qualcuna abbastanza “pesante”, da mettere in (quasi) difficoltà il sindaco, delegato a rispondere. Si è parlato di traffico, di impianti sportivi, di verde pubblico….di tante cose. Il nostro amico Raffaele Musumeci ha coordinato i lavori della mattinata; all’incontro, oltre al dirigente scolastico Pulvirenti e al sindaco Garozzo hanno partecipato i colleghi Rodolfo Cappello e Redo Ruiz del “Giornale di Sicilia” che, nei giorni successivi hanno dedicato alcune pagine agli interventi degli studenti. Franco Barbagallo ha inoltre fissato le immagini più salienti dell’incontro, immagini una delle quali vi proponiamo. Insegne Luminose Cartellonistica Biglietti da visita Brochure Stampe Digitali Adesivi “Il gioco del foulard”, così lo chiamano, ma, a dir la verità, non ha niente a che vedere con qualsiasi pensabile o immaginabile aspetto ludico, e lo si potrebbe chiamare, molto più facilmente, una sorta di suicidio o omicidio. Questo “gioco”, è diventato, ormai, un vero e proprio incubo in Francia, che ogni anno provoca decine di vittime. Bambini e giovani ragazzi, per lo più tra i nove e i quindici anni, che si applicano a sperimentare tecniche e modi assurdi per provare l’ebbrezza della morte, che è, effettivamente, ciò che questa folle prova di altrettanto folle e stupido coraggio (se alla fine lo si può chiamare coraggio…) [email protected] mette in atto. Chiamato “il gioco del foulard”, in quanto permette al ragazzo, avvolgendolo al collo e stringendo la presa, di perdere momentaneamente i sensi e, secondo la mente bacata di qualcuno, di provare realmente una situazione mortale nonché momenti di allucinazione, come se fosse sotto l’effetto di una droga. Solo che (e da qui nasce il dramma accaduto), molti di coloro che hanno provato questa stupida pratica, sia per la precoce età, sia per altri infiniti motivi, si sono spinti un po’ più in là del dovuto e, ahimé, stringendo e forzando maggiormente la morsa del foulard (pratica che viene fatta, soprattutto, in gruppo, dove un ragazzo stringe il foulard e l’altro dovrebbe alzare una mano quando è arrivato al limite), la vita l’hanno persa veramente. Dalle testimonianze ricavate, questo assurdo gioco di follia, pare giri molto su internet, e, ancora più eclatante, in alcuni siti è spiegato pure come fare…. “a morire” (una sorta di istruzioni per l’uso). Non so proprio cosa dire! Non so cosa sia passato per la testa di questi ragazzi, e non so nemmeno quanta colpa abbiano i genitori in tutto questo. So, soltanto, che un bambino di nove anni non può morire per un tale motivo. Un bambino che dovrebbe pensare a giocare con un pallone, quattro figurine, e ridere tutto il giorno per qualsiasi bella sciocchezza gli regali la vita, se ne sta, invece, ad esplorare siti internet abominevoli (e penso che questo sia il termine esatto) e a togliersi la vita con un fazzoletto. L’unica cosa che so, è di non sapere più niente, perché ogni giorno che passa si assiste sempre a qualcosa di assurdo e, che purtroppo questo accumulo enorme di assurdo sta diventando sempre di più la realtà che ci circonda. dal 19 AKIS CRONACHE IN CLASSE Il nuovo libro di Natlò (Natale Longo) sabato 24 Marzo 2007 SICILIA IN TRASPARENZA 2 Prevenzione e diagnosi precoce del tumore al seno E’ il concetto più volte ribadito nel corso del convegno organizzato dalle associazioni C.A.F di Aci Catena, presieduta da Giovanni Pulvirenti e da “Agata donna per le donne ONLUS”, fondata e diretta dalla dott.ssa Sara Pettinato, chirurgo oncologo, che davanti ad un folto pubblico, prevalentemente femminile assieme al dott. Hector Soto Parra, oncologo, ambedue operanti all’Ospedale “Garibaldi” di Nesima, hanno fornito dati e tecniche di prevenzione e cura per fermare in tempo il tumore al seno, che rappresenta la prima causa di morte nella fascia di età tra i 30 e i 44 anni. In Italia solo nel 2006 sono stati diagnosticati 38mila casi di tumore al seno, ma, come accade spesso, c’è un divario tra nord e sud. Se si mettono a confronto due regioni, la Lombardia e la Sicilia, si nota che nella prima si arriva a diagnosticare il 45% di lesioni non palpabili, mentre in Sicilia solo il 26%. Tutto questo non è “mala sanità” ma dipende dalla cattiva abitudine, da parte delle donne, di non sottoporsi a controlli periodici. “Il corpo è un tempioquesta la dichiarazione del dott. Soto Parra – non bisogna avere paura del proprio corpo, per questo è bene sottoporsi ad esami che aiutino a riconoscere in tempo le neoplasie per poter intervenire precocemente permettendo così di conservare il seno ed i linfonodi, consentendo di far vivere le donne consapevoli di aver sconfitto il cancro al seno”. La mammografia, dopo i 40anni una volta l’anno ed a partire dai 35 se esistono casi di familiarità, è un esame che permette la diagnosi dei tumori in fase pre-clinica e non è affatto pericolosa. “Paradossalmente si muore di più in Sicilia- a parlare la dott.ssa Pettinato – a cinque anni dalla diagnosi il 5% delle donne, rispetto ai dati della Lombardia, non riesce a sconfiggere il tumore, per un ritardo di diagnosi precoce. Da noi purtroppo manca la cultura della prevenzione”. Particolarmente soddisfatto, per l’esito dell’incontro, è Giovanni Pulvirenti: “l’idea di organizzare questo convegno è nata per caso, adesso vogliamo creare un filo conduttore tra la C.A.F. e l’associazione “Agata”, che ha sede a Catania in via Asiago 3, per poter Gaia Montagna guidare le donne nel percorso della prevenzione precoce”. AKIS sabato 24 Marzo 2007 Da Lucullo al Panzaruccutu La scienza in cucina e l’arte di mangiar bene Molto azzeccato il titolo. La prima volta in cui in AKIS è apparsa alla ribalta l’immagine di un simpatico signore con tanto di copricapo bianco a mò di un appetitissimo panettone ed un bel paio di baffi, mi sono chiesto: “Panzaruccutu? Chi è costui?” Proprio come don Abbondio, il povero curato del capolavoro di Alessandro Manzoni, don Lysander per gli estimatori. Carneade, chi è costui? Da curioso per natura, mi sono affrettato a cercare l’etimologia di “Panzaruccutu”. Pancia arricchita? Forse che si, forse che no. Pancia, non si discute, ma il resto mi ha lasciato un tantino perplesso. Sfogliando le pagine del saggio di Lucio Sciacca “Carissimo Vernacolo”, ho trovato “panzarutu”, panciuto, pancione. Solo questo. Il motto di Franco “’u Panzaruccutu” è questo: Il piatto che vi propongo è certamente una leccornia”. Si può essere più che certi. Da assiduo collaboratore e lettore appassionato del settimanale, soffermandomi sulle ricette originali siciliane, mi sento autorizzato a dire che il bravissimo signor Franco Pulvirenti, della stirpe dei “musca du sarbaturi”, con la sua maestria, ammannisce squisitezze tali da meritare a buon diritto l’appellativo di “Pellegrino Artusi Acitano doc”. Ognuno di noi sa chi è Artusi. Parlarne sarebbe del tutto pleonastico come “portare vasi a Samo e nottole ad Atene”. Dai tempi di Lucullo, la cui raffinatezza nei cibi è proverbiale, al “Panzaruccutu” di secoli ne sono passati! La gastronomia è un’arte, una scienza con tutta una letteratura sin dai greci e dai nostri Padri latini. Basta citare Archestarto di Gela, uno dei più reputati scrittori della Sicilia intorno all’arte della culinaria e ai piaceri della mensa; la pantagruelica cena di Trimalcione in Petronio “arbiter elegantiae”; il “liquamen” e il “garum”, le famose salse di Apicio del “de re coquinaria”; il “moretum” dell’”Appendix Virgiliana”, piatto rustico con formaggio, aglio, ruta, aceto, olio e altri ingredienti, antesignano della nostra pizza, ricca di piccantissimi ingredienti, rucola compresa. La gastronomia richiede gusto, fantasia, professionalità, occhio clinico nel dosaggio degli ingredienti “cum grano salis”. Il troppo storpia. Mentre scrivevo questo “pezzo” ho pensato al prezioso libro “Norma sparacanaci e ‘n zuddi”. Viaggio gastronomico di un linguista a Catania” del prof.re Giuseppe Messina, catanese doc “du Buvvu ca Tapallara”di piazza Cavour a Sant’Agata al Borgo. Grazie al “Panzaruccutu”, Maestro dell’Arte Culinaria! Colpo di scena! Così direbbe l’ineffabile Mike Buongiorno. Apprendo dall’avv.to Turi Trovato che “Panzaruccutu” si deve al compianto padre Vincenzo Sozzi, il “filosofo” del “Gulli e Pennisi” in tempi ormai lontani, il quale ricorreva a tale epiteto quando vedeva una persona panciutella. Caro Maestro di Loreto, come ci manchi! Il tuo estro è indimenticabile! Antonio Pagano Il comproprietario (temporaneo) delle mie pentole ph Studio Studio Barbagallo ph Nuccia Leotta Grande successo al “Galatea” della serata culturale eno-gastronomica alla quale ha partecipato un numeroso pubblico. Tra i presenti l’ass. prov. Gioacchino Ferlito, il cons. Silvio Cavallaro, l’ass. com. Giusy Brischetto, Rosario Basile, nuovo pres. della Pro Loco di Aci S. Antonio ph Nuccia Leotta “La punizione” di Salvatore Scalia Propaganda Elettorale Sto leggendo "Storia d'Italia da Mussolini a Berlusconi” del giornalista Bruno Vespa. Questi, a proposito dello armatore napoletano Achille Lauro, scrive:"Le Campagne elettorali del Comandante furono memorabili. Distribuiva ad ogni elettore pacchi di pasta e una scarpa. L’altra sarebbe arrivata dopo il voto. Mi sono ricordato, allora, di quel chirurgo catanese, uomo politico, proprietario di una piccola casa di cura. Nella zona dell'acese agivano per suo conto alcuni compari procacciatori di clienti. In occasione di una delle elezioni politiche per la Camera dei Deputati,negli anni '50 (non ricordo se 1953 oppure I958)i mezzani si misero in movimento facendo sapere che il professore avrebbe operato gratuitamente coloro che si fossero ricoverati presso la sua clinica. Un paziente affetto da una voluminosa ernia all'inguine destro (il lato ai fini dell'episodio non è importante) approfittò dell'occasione per essere ricoverato gratuitamente in casa di cura privata, anzichè in ospedale pubblico. Sottoposto all'intervento in anestesia generale,si accorse, appena sveglio,di essere stato operato all'inguine sinistro. Pensando che il chirurgo avesse sbagliato il lato da operare, chiese spiegazioni,quasi protestando. "No, mio caro" precisò il professore: “Lei aveva un' ernia inguinale bilaterale; a sinistra era allo stato iniziale e quindi molto piccola,tanto che lei non se ne era accorto. Da un momento all'altro poteva strozzarsi, simulando un'occlusione intestinale. Nino Cannavò - TUTTI QUI La rivoluzione delle mele cotogne cominciò quando non volli più farmi vedere mentre cucinavo. Mi era salito il rigurgito, lungamente represso, verso le esibizioni di qualche mia conoscente che ci faceva volutamente attendere affamati, per prodursi nella preparazione di pizze alla siciliana. Ho cominciato ad odiare i lavori domestici quando avevo sedici anni perché mi era venuto l’eczema alle mani. O mi era venuto l’eczema alle mani perché odiavo i lavori domestici? Fatto sta che le mie mani si erano riempite di puntini, di screpolature, di squame, di sangue, di pustole di gonfiori, ed erano refrattarie ad ogni cura. Lo zio Giovanni, medico e direttore dell’Istituto di Igiene di Reggio Calabria, mi prescrisse delle orribili capsule difficilissime da deglutire ed un ciclo di iniezioni che dovevano essere fatte nelle spalle. Nel frattempo cercavo di evitare l’aggravamento delle mie mani usando guanti di cotone e di gomma. Tuttavia, se tocco un detersivo senza guanti, l’indomani ho qualche vescica pruriginosa, grande quanto una testa di spillo, sulle dita. Più tardi, quando facevo da anni il duplice lavoro di avvocato ( sempre spaventata dalle mille difficoltà del mio lavoro) e di casalinga vilipesa (costretta a cucinare già stremata dal lavoro fuori casa, e, quindi, mai con allegria), un cliente mi regalò una cassa di mele cotogne. Per preparare la cotognata mi alzai alle quattro del mattino. Alle nove avrei dovuto essere in tribunale. Sbucciai come un povero robot tutte le mele cotogne (una cassa!), le tagliai a pezzetti, lasciandoli man mano a bagno con acqua e limone spremuto, le pesai, aggiunsi lo zucchero e le misi a cuocere in tre pentole. Purtroppo, il contenuto di una pentola si attaccò sul fondo. L’allora comproprietario delle mie pentole, appena alzato, si accorse che la cotognata si era appiccicata un po’ sul fondo di una delle sue amatissime pentole. Ebbe un lucido scatto di ira, buttò per terra, e contro il muro, gli undici piatti e le quindici formelle che avevo già riempite di cotognata ancora bollente. Conservo ancora le fotografie di quello scempio. Sono sicura che non preparerò mail più la cotognata. Non sarebbe ora, per le donne, di smettere di frequentare le cucine? Provo molta rabbia a pensare quanto ho faticato, lungamente ed inutilmente, cucinando per torme di ingrati! Dove avrò contratto una “coglioneria” di così lunga durata? Mi sono chiesta perché, storicamente, i signori maschietti hanno potuto fare, molto più delle donne, studi organici e sperimentazioni ripetute di medicina o di altre scienze. I maschietti non hanno dovuto perdere tanto tempo, anni, decenni di tempo, con i lavori ripetitivi nella cucina di casa. Anche la simpaticissima Orazia (protagonista di una apprezzata biografia scritta da Marinella Fiume), una donna spiritualmente assai autonoma (soprattutto per i suoi tempi) è stata costretta dal contesto in cui viveva, a pensare che una donna sola non è realizzata. Ed ha dimenticato che, proprio lei, giovinetta, non si voleva sposare. Tradendo un po’ se stessa, nel libro di Marinella racconta: “Quando incontravo per la strada o in campagna o in chiesa maschi e femmine signorini, io studiavo come poterli accoppiare. – Questo va bene per quella, quella va bene per questo…- E poi mi davo da fare per combinare matrimoni. Uno solo non sta bene neanche in Paradiso”. Non si rendeva conto, povera Orazia, di contribuire a reclutare personale da cucina (altre donne da collocare dietro i fornelli). Tutto a vantaggio della organizzazione maschile, divisa tra lavoro fuori casa e tempo libero del quale non rendevano assolutamente conto alle donne di casa. Occorre notare come, nella (superata?) struttura patriarcale della società, sia differente la retribuzione data agli uomini e quella data alle donne. Quella degli uomini è salario dovuto. Le donne che chiedono soldi sono guardate di traverso. Dalle donne si pretende dedizione senza ricompensa.. Anna Ruggieri Al massimo, si fa loro un regalo. - Tutti qui...perchè ci siamo, vogliamo sempre esserci ed abbiamo una storia da raccontare, sempre...Perchè siamo noi, uomini e donne della porta accanto...solisti nell’orchestra dell’umanità, attori e spettatori, che proviamo ad uscire dal gruppo, dal fermo-immagine del nostro essere noi stessi per essere grand’uomini…. Tutti qui, con un identità da pescare nel mare oceano di tutti gli altri ed un piccolo io nel grande io universale…e tante storie, allineate come binari di gigantesche stazioni, che si intersecano, si scambiano…corrono paralleli con i loro treni di vite… Tutti qui perché siamo tutti dentro la Storia, forse prigionieri o fuggiaschi, o chi sa dove….perchè siamo tutti a danzare l’unico comune Riccardo Anastasi ballo del bene e del male di vivere, tutti nell’immenso [email protected] cinema senza schermo nel quale siamo tutti in azione. Perché siamo tutti nell’eterna febbre di ciò che non siamo mai stati, dietro gli steccati del raggiungibile…perché vogliamo scrivere il nostro nome sui fogli della gente, fino a sapere come ci chiamiamo e non chi siamo veramente… Tutti qui, quando tra sparare o sparire scegliamo ancora di sperare, creatori di alcuni istanti che non abbiamo mai avuto. Tutti qui, i nostri sogni di essere maghi e di correre il tempo, mai paghi…… Perché per battere il nostro tempo abbiamo dovuto viverlo, perché ha rubato a tutti noi tutti gli altri “ME”… Perché se tutti dentro, ci perdessimo così, se anche fossimo lontani, noi saremo sempre…..e sempre Tutti qui… Un nuovo e più ampio ruolo della cultura è emerso dall'incontro-dibattito promosso dal Dipartimento di Biologia Animale "Marcello La Greca" dell'Università di Catania per la presentazione dcllibro "La punizione" di Salvatore Scalia, con i relatori: Erika Abramo, giomalìsta; Antonello Dato, penalista; Gabriele Piazza, Commissario capo della Polizia di Stato; Alfredo Petralia, docente universitario e la presenza dell'autore. Nella sua prolusione II prof. Guglielmo Longo, Direttore del Dipartimento di Bìologia Animale, ha evidenziato che il concetto di cultura essendo, oggi, assai vasto e non più delimitato da barriere settoriali, ne consegue che anche le strutture universitarie, qualunque sia la loro natura, devono aprirsi a sollecitazioni socio-. culturali, specie se legate a problematiche del territorio in cui sono inserite ed operano, lmportante ed innovativa premessa per il coinvolgimento di tutta la struttura prettamente scientifica con l'opera di Salvatore Scalìa che ricostruisce un delitto di malia del l976, denuncia il silenzio delle madri delle vittime e mette in luce le gravi patologie del quartiere San Cristoforo, un tempo ricco di umori popolari e pulsante di vita. Nell'attenta disamina di Erika Abramo, al valore letterario dell'opera dì Scalia si unisce un impegno civile che ripercorre e rinnova quello professato da Sciascia e Pippo Fava, Antonello Dato, limitando il suo intervento alla sfera legale, ha definito "legalmente corretta" ma sconsolante l'assoluzione degli imputati, dovuta al mancato ritrovamento dei corpi delle vittime. Gabriele Piazza, Commissario Capo della Polizia di Stato, ha ricordato che l’insediamento a presidio del quartiere San Cristoforo risale a pochi anni e l'impegno di chi vi opera è quello di stabilire un dialogo con i cittadini per l'accettazione della figura del poliziotto quale garante della legalità nella difesa dei soggetti più deboli. Di particolare interesse, con valore di testimonianza, l'intervento del prof. Alfredo Petralia che ha ripercorso l'infanzia vissuta nel popolare quartiere, con più di quarantamila abitanti, la cui povertà era mitigata da una comunità ACI S. ANTONIO laboriosa di artigiani, operai e dalla presenza di piccole industrie. La criminalità era marginale e di piccola tacca. Con l'avanzare delle tecnologie legate allo sviluppo delle grandi industrie, le modeste attività di lavoro decadono e scompaiono creando un vuoto economico che insieme alla fatiscenza delle strutture abitative segna il destino del quartiere, L'unica presenza positiva, soprattutto per l'impulso dato allo studio, rimane l'Oratorio delle "Salette" operante dal 1947, Si assiste alla migrazione degli abitanti con maggiori possibilità economiche e, nelle sacche di povertà rimaste prive di alternativa, penetra e si afferma la criminalità, non contrastata, che estenderà i suoi tentacoli nell'intera città con estorsioni, usura, prostituzione, spaccio di droga. All'impietosa, ma veritiera, cronistoria del degrado del quartiere si è aggiunta la drammaticità delle immagini di un filmato amatoriale degli anni '70 "Per le strade di San Cristoforo", curato dall'Associazione onlus "Sud e dintorni". Dall'incontro-dibattito si è evidenziato l'assenteismo delle Istituzioni, la mancata solidarietà della borghesia catanese, chiusa in un cieco egoismo, la scomparsa dell'identità del popolo al quale si sono sostituite le masse prive di regole, di valori, protese al consumismo edonistico, il disagio. sociale per i ricorrenti episodi di violenza. Situazioni allarmanti che giustificano la provocazione di don Biagio D'Amico, figura storica dell'Oratorio Salesiano di San Cristoforo: "La punizione, titolo del libro di Scalia, è ormai una punizione che ricade pesantemente su tutta la comunità". Tra il pubblico erano presenti Luciano Granozzi , delegato dell’ Università di Catania ai "Circuiti culturali", Patrizia Trovato, dello sportello METER di don Fortunato Di Noto, operante ad Acicastello, Giovanni Giuffrida, delegato della editrice Marsilio, Grazia Giurato, impegnata nel politico e nel sociale, Giuseppe Sperlinga, speleologo, Sebastiano Saporito, presidente dell'Unione ex allievi delle "Salette". La voce di Orazio Patanè ha dato vita ad alcuni brani del libro "La punizÌone", E.A. 4 AKIS sabato 24 Marzo 2007 LA RUBRICA SCIENTIFICA KALEIDOSCOPIO a cura del dott. Giovanni Tringali, dir. dell’Istituto Ricerca Medica e Ambientale di Acireale. Una nostra assidua lettrice catanese chiede al dott. Giovanni Trincali “…come mai se gli scienziati sanno così tanto su questi terribili animaletti, non riescono a sconfiggere quello dell’HIV, responsabile dell’AIDS--. le scoperte in questi ultimi decenni sono state innumerevoli, per quanto riguarda l’HIV è un problema politico-finanziario o cosa?” I modelli organizzativi della vita. - I virus: "estorsori" biologici! Continua dal numero scorso - Che In tal caso il danno lo provoca il nostro sistema immunologico nel tentativo di liberarsi dal virus. Il percorso evolutivo ci insegna che i virus più antichi a un certo punto hanno "capito" che non è conveniente uccidere la cellula; come l'estorsore non uccide mai la vittima perché, non solo non ottiene nulla, ma rischia anche di essere arrestato per un reato ben più grave. I virus evolutivamente più giovani non hanno ancora "capito" che con la fine della cellula finiscono anche loro… si sa i giovani hanno sempre meno esperienza degli anziani! Ad esempio il virus del vaiolo negli ultimi anni, prima della definitiva scomparsa, causava infezioni più attenuate e ritengo che l'attenuazione della virulenza riguarderà in futuro anche il virus che causa l'AIDS che, nel tempo, dovrebbe diventare una malattia infettiva non mortale. Tuttavia quando questo succederà non possiamo stabilirlo. Sui virus non spenderei altre parole se non accennare al fatto che proprio per la loro estrema semplicità molecolare è molto difficoltoso combatterli tuttavia esistono ottimi farmaci antivirali che però sono sempre più "pesanti" degli antibiotici usati nelle infezioni batteriche. Passerei quindi a trattare l'organizzazione cellulare dei batteri. Ma questo nel prossimo numero. Un agente della Polizia di Stato del Commissariato di Acireale, non in servizio, mentre percorreva, a bordo del suo fuoristrada, la via Immacolata, a Mascali, notava due individui che, con fare sospetto, avvicinavano una coppia di anziani turisti. Uno dei malviventi, perché poi tali si dimostrarono, approfittando della distrazione del marito, colpiva violentemente la donna e le rubava la borsetta, fuggendo con il complice a bordo di una moto. Il poliziotto in borghese, intervenuto tempestivamente, dopo un breve inseguimento, è riuscito a bloccare i due malviventi, in via Carrata, e, dopo averli immobilizzati, ha chiamato in soccorso i C.C. della locale stazione, ai quali li ha consegnati. Sta per arrivare l’alba. L’aurora di bianco vestita è un momento magico che attrae e commuove. Le palme si inchinano al suo sorgere per darle il benvenuto. Il quadro della signora Melina Ortodosso ci richiama la melodia de “La mattinata” di Leoncavallo. “metti anche tu la veste bianca…schiudi l’uscio del tuo balcone…quando non ci sei tu la luce manca…” Antonio Pagano CENTO E PIU’ 101 primavere per l’ospite più longeva della Casa di Riposo O.D.A. “Oasi S. Bernardo” in Nicolosi (CT). Sveglia di buon mattino ed arzilla la Sig.ra Emma Ventura è apparsa pure battagliera, tanto da indispettirsi per la continua processione di complimenti ed auguri, da parte di parenti, Operatori della struttura ed altri ospiti. Quasi a puntualizzare una nota scaramantica alla ricorrenza. Tra l’altro, coincidenza vuole che il suo compleanno cada per la “Festa della donna”. Doppio tripudio, quindi, di fiori e mimose. “101 anni di pazienza, esperienza, attenzione e cura alla famiglia ed alla casa. – così racconta la nipote, Dr.ssa Tatiana Finocchiaro- Esempio di virtù domestiche e femminili: modello oggi un po’ dimenticato nella quotidianità che corre ed insegue sempre il tempo. Tutti i nipoti la ricordiamo quando nei pomeriggi d’estate era intenta a preparare conserve casalinghe, il tempo passava in una dimensione serena e gioiosa”. Pillole Acesi ph Nuccia Leotta Turi Consoli [email protected] Liceo Classico “Gulli e Pennisi” – Il Dirigente Scolastico del Lice ha organizzato un Corso di Formazione su “Orientare i giovani alla scelta delle professioni” al quale, già da primo appuntamento, hanno partecipato moltissimi studenti. Il primo tema “Orientamento e Pari OpportunitàI titoli di studio italiani all’estero” è stato brillantemente trattato dalla dott.ssa Margherita Matalone, dalla prof.ssa Nellina Ardizzone e dalla dott. Carmela Borzì.Il secondo “La didattica orientativa:Orientare insegnando”, dal prof. Giovanni Lutri e –“Sviluppo all’accesso dei servizi di orientamento professionale” dalla prof.ssa Marisa Indelicato. Lunedì prossimo, inoltre, nel salone della Chiesa parrocchiale Cuore Immacolato di Maria, alle ore 17, per gli “Appuntamenti con la scrittura”sarà ospite la scrittrice Dacia Maraini. “Vento d’Aspromonte”- Oggi, alle ore 18, nel Teatro dei Pupi di via Alessi, il prof. Nino Pulvirenti presenterà il volume “Vento d’Aspromonte” di Giovanni Coglitore. LIONS CLUB - Una grande festa ha coronato la celebrazione del “Quarantennale” della presenza e attività nella città del LIONS CLUB. Nell’occasione sono stati consegnati il “Premio Augusto Ajon” a Giuseppe Ferlito e a Vita FAI DI PRIMAVERA - Oggi e domani si svolgerà la XVa edizione della giornata FAI di Primavera. Acireale partecipa a questo appuntamento con l'Istituto Scolastico "Paolo Vasta", aprendo le porte di tre piccoli gioielli nel cuore del centro storico. Più di un centinaio di "apprendisti ciceroni" della scuola Paola Vasta, illustreranno la chiesa dell'Arcangelo Raffaele, l'Oratorio dei PP Filippini e la chiesa di San Camillo dei PP Crociferi. SARTORIALI V.le R. Margherita, 13 ACIREALE Tel. 095 7632008 60 anni dal Trattato di Pace, le cessioni di Briga e Tenda SICILIANTICA – Il prof. Luigi Benintende, presidente di SiciliAntica, ha relazionato su “I siti della Worl List dell’Unesco in Italia”, in un incontro tenutosi nella Aula Magna del “Brunelleschi”. Nel prossimo numero il servizio di Guido Leonardi. Cristina Cantarella. Un premio speciale invece è andato al giovane pianista Antonino Cannavò. Uno splendido volume inoltre è stato presentato arricchendo il già corposo patrimonio culturale di libri sulla città. CAMICIE SU MISURA Gentile Direttore, rispondo al quesito posto dalla lettrice di Akis. L'università di Oxford sta lavorando alla messa a punto di una nuova generazione di vaccini contro malaria, HIV e tubercolosi. Solitamente i vaccini utilizzano delle sostanze chimiche per mettere in allerta il sistema immunitario e coadiuvarlo nell’indizione di un’efficace risposta immunologica. Queste sostanze sono dette adiuvanti e sono già utilizzate in vaccini ad iniezione: ad esempio un adiuvante chimico utilizzato è l'idrossido di alluminio. I nuovi vaccini sono invece preparati con geni che sintetizzano l’adiuvante. Il vantaggio è che la risposta del sistema immunitario è più precisa e più forte. I vaccini quindi usano virus innocui per trasportare i geni che sintetizzeranno l'antigene contro cui risponderà il sistema immunologico del soggetto e la proteina adiuvante che incrementerà l’’energia” della risposta immune. In questo modo il virus è catturato dalle cellule che portano l'antigene chiamate Antigen Presenting Cells (APC). Queste cellule in pratica bloccano i potenziali aggressori dell'organismo e poi li passano ai linfociti per la definitiva risposta atta a neutralizzare l’aggressore mediante sintesi di anticorpi specifici (linfociti B) o uccisione diretta della cellula “nemica” (linfociti T). Il virus modificato, dopo essere entrato all’interno dell’APC inganna la cellula producendo piccole quantità dell'antigene e della proteina adiuvante, la quale attiva il "bottone" d'allarme. In tal modo la cellula, convinta di aver trovato e catturato un virus pericoloso, provoca la reazione del sistema immunitario che neutralizzerà il vero virus qualora dovesse penetrare nell’organismo. Il gruppo di ricercatori di Oxford insieme alla British company Cambridge Biostability hanno deciso un piano di sviluppo di questi nuovi vaccini contro malaria, tubercolosi e HIV. Uno degli aspetti più importanti è che questi vaccini saranno immagazzinabili senza bisogno di refrigerazione., prerogativa questa importante per le campagne di vaccinazione nei paesi poveri. Le particelle del vaccino saranno chiuse all'interno di microsfere di molecole glucidiche (zuccheri) che le proteggeranno dal caldo e così potranno essere conservate indefinitamente in liquidi iniettabili. Una volta iniettati, nel sangue sarà rilasciato il vaccino. Per ora la sperimentazione del vaccino contro la malaria è stata condotta solo su cavie nelle quali si e si è rivelato efficace. Nei prossimi due anni dovrebbero iniziare gli studi sull'uomo. Per ciò che attiene l’HIV che causa l’AIDS, malattia che oggi si cura anche se non si guarisce, il problema principale è dato dal fatto che il predetto virus neutralizza proprio le cellule (linfociti Helper CD4) che sono preposte ai aiutare altre cellule nel riconoscere il virus come estraneo e quindi neutralizzarlo. Tuttavia, la scienza sta progredendo velocemente anche con molecole in grado di legarsi ai recettori dei linfociti CD4 e quindi impedire al virus di penetrare al loro interno. Oltre a questo altre modalità di ricerche porteranno nel prossimo futuro ad avere quella risposta che l’umanità si aspetta: un vaccino efficace contro l’HIV. Si deve anche considerare che al virus dal punto di vista biologico non “conviene” far morire l’ospite e quindi man mano si selezioneranno ceppi sempre meno virulenti così com’è avvenuto per il virus del vaiolo. In tal senso sono ottimista: non dimentichiamo che nell’era pre-antibiotica si moriva per una semplice broncopolmonite batterica mentre ora con un ciclo di terapia antibiotica il problema è brillantemente risolto e così sarà anche per l’HIV. Ci sarà un giorno non molto lontano in cui questo virus non farà paura a nessuno. La ricerca però ha bisogno di adeguati finanziamenti e purtroppo il governo italiano da questo punto di vista lascia molto a desiderare. La risposta sono convinto verrà fuori da istituti di ricerca non italiani. Giovanni Tringali, specialista in microbiologia e virologia medica e direttore dell’I.R.M.A. A.S.A.R.A.- “Per i percorsi di legalità” sono stati organizzati tre seminari di formazione: Il primo si è tenuto il 20 marzo scorso presso la “Casa del Vendemmiatore” di Santa Venerina su “Riciclaggio: Ricchezza della mafia e inquinamento dell’economia”. I prossimi incontri ad Acitrezza (20 aprile Scuola Media R.Rimini) e il 15 maggio allo Scientifico “Archimede” di Acireale. Tanti auguri nonna Emma! Francesco Cappello Giovanni Tringali [email protected] Galileo Galilei - L'accademia San Felice di Firenze, in collaborazione con il professore Antonino Pulvirenti, dirigente della Galileo Galilei, ha organizzato un concerto del coro "De Saints" proveniente dal Maryland (USA), composto da 31 ragazze. Archimede - Si è svolto un gemellaggio con il Liceo “Weill” di Treviglio (Bergamo), del quale riferiremo nel prossimo numero. MIC Manufatti in Cemento di Basile Rosario ACI S. ANTONIO Dopo aver ripercorso le vicende del confine orientale d’Italia, così come definito dal Trattato di Pace del 1947, rivolgiamo l’attenzione a quello occidentale, che fu anch’esso modificato. Le perdite territoriali imposte dai vincitori ad ovest non furono molto consistenti, ma ugualmente dolorose, anche perché lo scenario europeo alla fine della Seconda Guerra Mondiale non vedeva più contrapposti paesi fascisti ed antifascisti, ma due blocchi, uno ad ovest (al quale appartenevano Francia ed Italia) e l’altro ad est, così come delineato dalla conferenza di Yalta nel febbraio del 1945 tra Roosevelt, Churchill e Stalin. La Francia uscì dalla guerra come una delle Quattro potenze vincitrici, sebbene soltanto pochi mesi dopo la dichiarazione di guerra alla Germania vide il crollo del suo esercito e l’entrata a Parigi dei tedeschi il 14 giugno 1940; gli Alleati dimenticarono che gran parte della popolazione collaborò con l’invasore, così come in tutti i paesi invasi dalla Germania e che nella parte non occupata si insediò uno stato, con sede governativa nella cittadina di Vichy presieduto dall’anziano generale Philippe Pétain, sottomesso ai tedeschi. A guerra finita la Francia democratica ed occidentale della Quarta Repubblica volle comunque i suoi vantaggi territoriali a spese del Piemonte. L’intento era chiaramente punitivo ed a nulla valsero le intese, a guerra in corso, tra i movimenti di liberazione dei due Paesi. Passarono alla Francia il comune di Tenda e parte dei comuni di Briga Marittima, Valdieri e Olivetta San Michele in provincia di Cuneo, il passo del Monginevro e la Valle Stretta del monte Tabor, ad ovest di Bardonecchia, in provincia di Torino, ed ancora il passo del Moncenisio ed una parte del territorio del Piccolo San Bernardo. Per quanto concerne il comune di Briga Marittima, che così si chiamava per distinguerlo da Briga Novarese (NO), rimasero all'Italia le frazioni di Piaggia, Carnino e Upega, che formano l’attuale comune di Briga Alta (CN). De Gaulle sostenne con forza l’annessione di questi territori perché di grande importanza strategica, dato che geograficamente penetravano in Italia, tra Piemonte e Liguria, e che erano (e sono) pure ricchi d'acqua, risorsa fondamentale anche per avviare una più celere ricostruzione nel dopoguerra. La cessione di Briga e Tenda, territori mai stati francesi, se si eccettua la breve parentesi napoleonica, culturalmente e linguisticamente italiani, fu vista dalla maggioranza dei loro abitanti come una profonda ingiustizia; il loro legame alla Madrepatria si manifestò il 2 giugno 1946, allorchè nelle elezioni per l'Assemblea Costituente, contestuali al Referendum istituzionale, i partiti contrari all'annessione (la DC, il PDIUM e perfino il PRI) ottennero la maggioranza dei voti. Solo il partito socialista era favorevole alla cessione e fu per questo sostenuto dai servizi segreti francesi. Dall’altro lato, dal lato francese, si oppose all’annessione proprio un esponente di spicco del socialismo transalpino, Lèon Blum, per il quale l'amicizia tra Francia e Italia valeva assai più del possesso di Briga e Tenda. A lottare contro la cessione fu il "Comitato per l'italianità della val Roia", fondato da Nilla Gismondi, che dal 15 settembre 1947, giorno del passaggio della sovranità alla Francia, si adoperò per soccorrere i profughi che giunsero in Italia dalla Val Roja per non diventare cittadini francesi. Anche in questo caso, come per la Venezia Giulia e la Dalmazia, moltissimi scelsero l’Esodo. Ad annessione avvenuta iniziò una politica di "francesizzazione” del territorio: fu cambiata la toponomastica fino all'ultimo casolare, vennero eliminate scritte e lapidi, anche tombali. Si sostituì persino la scritta sotto il monumento all’eroe di guerra, il brigasco colonnello Giovanni Pastorelli morto nel 1911 nella battaglia di Ain Zara in Libia, che è diventato post mortem Jean Pastorelli (con l’accento sulla i!), caduto su un anonimo "champ d'honneur". Molti peraltro furono i brigaschi ed i tendaschi che, dal 1848 al 1943, sono caduti per il Tricolore italiano e non per quello francese. Anche in questo caso fu attuata una politica di “pulizia culturale”, con la rimozione delle tracce d’italianità, sebbene ancor oggi il dialetto parlato a Briga e Tenda è di tipo ligure. Oggi, per fortuna, le generazioni sono cambiate, le barriere sembrano essere cadute, le a n t i c h e incomprensioni vanno scomparendo; nel luglio 2005 il Sindaco di Triora (ITA) e il Sindaco di Briga (Le Brigue, FRA) hanno siglato un gemellaggio tra i due paesi nel tentativo di superare anni di litigi e di dispetti sopratutto nell'ambito della pastorizia. Rodolfo Puglisi [email protected] AKIS 5 Sabato 24 Marzo 2007 Cade il “colosso d’argilla” per la seconda volta consecutiva (fuori casa) e senza alcuna attenuante se non A quella di avere tra le fila un C portiere (Inguì) che non ci I stava assolutamente nella R testa. Non sarebbe stato E opportuno sostituirlo in tempo prima del crak? Il senno del A poi? Meno male che non tutto L è perduto…ma volete che la prossima volta ci sia tutto quel “lecca, E lecca” tra le istituzioni per poi vedere uscire sconfitto l’Acireale dei “miracoli” (una volta!!!). T.C. ACICATENA Partita sfortunata degli acesi contro l’Angri (vice capolista del campionato) is ri Ak va ume o pr i...n are ad Ruota di Palermo 130 anni fa, nel 1877 : 85 76 75 57 89 che a 5 minuti dalla fine capitolano per una sfortunata rete dei 100 anni fa, nel 1907 86 19 12 35 11 campani. 50 anni fa, nel 1957 75 56 9 58 71 Classifica che si fa un’altra volta precaria con speranze di salvezza diretta ridotte al lumicino. La speranza è quella legata alla volontà di riscossa dei biancorossi. Giuseppe Rinzivillo Centro Fodera di Franceschino Santo Via Tarelli, s.n. (uscita svincolo autostradale) Tel./fax: 095 7645344 - www.centrofodera.it e-mail: [email protected] Nel Campionato Regionale di Ginnastica Artistica piccole allieve acesi alla ribalta. Cinema Spadaro (Acireale) tel. 095/601447 I FEDERICIANI Nella palestra dell’Istituto San Luigi di Acireale si è disputata la prima delle tre prove del Campionato Regionale CSAIN. Anche la palestra “Newfit”di Acireale ha partecipato a questa prima prova del campionato ottenendo in tutte le categorie di gara ottimi risultati. Le giovani atlete ( di età compresa tra i 6 e i 17 anni ) hanno conquistato in ogni categoria primi e secondi posti gratificando così l’attento lavoro delle due brave professoresse Loredana Cutuli e NON SI FINISCE MAI DI SEGNALARE… AKIS papà è una persona molto speciale che ti mette al mondo senza farsi male, ma che ti cresce con tanto amore e ti sta accanto nelle giornate amare. Papà è una parola che ti riempe il cuore che illumina il giorno anche se piove, è la certezza della tua vita piccola, breve ma con una forza infinita. Papà è l'uomo che più ti ama al mondo che non ti chiede mai perchè, come e quando, che avverte sempre se sei triste o felice e anche se soffre, Lui non te lo dice. Nel tuo cammino, nella gioia e nel dolore ci sarà sempre, anche quando muore, dai colpi bassi ti proteggerà ti è sempre accanto, chiamalo: PAPA' Giovanna 30 ANNI RADIO ETNA ESPRESSO 1976-2006 info line 095 891030 SMS – 349 8508509 e.mail : [email protected] [email protected] Storia della musica Gino Soccio Papà Visita il sito www.akis-aci.com Acireale – Tappa d’obbligo di ogni turista che vuole visitare la nostra città (avvicinandosi la bella stagione qualcuno in più si spera dovrebbe arrivare), è senza dubbio piazza Duomo, dove è possibile ammirare la Cattedrale, la Basilica dei SS. Pietro e Paolo e il Palazzo Municipale. La piazza, per l’ovvia importanza che riveste, dovrebbe essere tenuta nella massima considerazione e cura per lasciare almeno un buon ricordo nel visitatore di turno. Pulizia, ordine e decoro sono gli elementi da attenzionare ogni giorno, ma purtroppo così non sembra. Da oltre un mese, ad esempio, un lampione (foto) è privo della lanterna e della relativa lampadina, lanterna che è stata “abbattuta” durante la scorsa edizione del carnevale, inoltre una panchina portata all’interno del Palazzo Municipale non è stata ancora rimessa al suo posto, per non parlare poi che da oltre due mesi si attende che l’espositore con la cartina stradale della città venga ricollocata nella sua originaria sede. Cosa si aspetta, inoltre, a ripulire il muro della Cattedrale dalle scritte spray le quali deturpano il sacro edificio? Altra segnalazione riguarda i fari che illuminano i campanili della Cattedrale, i quali da diverso tempo, alcuni, sono spenti, forse non più funzionanti, pertanto andrebbero sostituiti al più presto, Giuseppe Bella considerando la loro utile funzione nel far risaltare la bellezza dei campanili stessi. Alessandra Sciacca. In un pausa degli allenamenti ,in vista della seconda prova regionale,la professoressa Cutuli mi spiegava che questi risultati sono stati ottenuti grazie al costante impegno delle atlete ,che spesso hanno preferito allenarsi sacrificando anche qualche ora dedicata allo studio; e aggiungeva che la ginnastica artistica è uno sport completo che permette uno sviluppo armonico ed equilibrato del corpo ma non solo, forma pure la persona fisicamente e caratterialmente. In ogni disciplina sportiva e chiaramente pure in ginnastica artistica i risultati si ottengono con tanto allenamento, costante impegno e passione. Grazie a queste tre parole chiave le giovani atlete si ritrovano oggi a continuare il loro cammino con già una gratificazione, quella di custodire nelle loro camerette le coppe vinte dalla prima gara regionale. Ci salutiamo con una promessa quella di risentirci presto per festeggiare insieme l’approdo alla fase nazionale! Angelo Battiato “ESPRESSO FORTE” Grande successo di “Evento Primavera Federiciana 2007” alla “Certosa dei Cavalieri” di Acireale. Nella foto di Nuccia Leotta, l’ass. prov. Gioacchino Ferlito, il Duca di Caltabellotta, Salvatore Coco, con le rispettive signore. Nasce professionalmente come produttore, svolgendo il suo lavoro in diversi studi di con Marcello Muscuso Quebec in Canada. Oltre che produttore è compositore e multistrumentista, e durante la sua carriera ha inciso diversi album sia sotto suo nome che usando altri pseudonimi, tipo Kebekeletrik. Sicuramente influenzato da Cerrone alla fine degli anni 70, decide di inserisirsi direttamente nel panorama della discomusic. Il suo primo album nel 1979, dal titolo "Outline", si rivela subito un grande successo. l suo stile è caratterizzato dall'uso di strumenti elettronici uniti a strumenti tradizionali percussivi. Infatti in questo primo album diverse traccie presentano lunghi tratti di sole percussioni, come il pezzo "Dance to Dance". Ma ciò che spinge ai vertici delle classifiche l'album è il primo singolo "The Visitors" seguito dal non meno esplosivo "Dancer". L' anno successivo pubblica l'album "S-Beat" dal quale viene estratto un altro singolo di successo "Try it Out". Seguiranno "Closer" (1981), "Face to Face" (1982) e "Remember" (1984). Soccio ha prodotto dischi per Karen Silver, Witch Queen, Gotham Flasher, Guy Lafleur, Radia Frye e molti altri. Ha inciso la colonna sonora del film Babe di Buddy Hackett e infine ha scritto diversi brani per Grace Jones. AKIS: Anno III, numero 12 del 24 Marzo 2007, in vendita a € 1.00 - Editore e Direttore Responsabile: Turi Consoli - Autor. n. 22 del 23/05/2005 del Tribunale di Catania IL GIORNALE Sede e Redazione Akis: via M. di Casalotto 68 -95025 Aci S.Antonio - Tel.- Fax 095 7921786 –347 5382517 - 393 0516617 - e.mail: [email protected] - Site: www.akis-aci.com DEL TERRITORIO Tipografia-Litografia: “ITALGRAFICA” - via F. Guglielmino, 40/A - ACICATENA (CT) - Tel. 095 802962 - Distribuzione e arretrati: 340 7152814 DELLE ACI Elaborazione grafica, fotomontaggi e impaginazione: MP Graphic di Maurizio Pagano - Tel. 347 1433135 - Pubblicità e Redazionali: 328 8115194 108 6 AKIS sabato 24 Marzo 2007 Acireale e Catania Nemiche – Amiche “Catanisi chi conna tisi” e “Acitani testa di trunzu” con questi epiteti si deridono da sempre gli acesi con i catanesi. Ma la bonaria rivalità esistente tutt’ora tra la città dei cento campanili e quella del “Liotro” risale a secoli fa. E’ da precisare che Acireale è l’unico ( forse insieme a Caltagirone che chiede da anni di diventare provincia ) centro del catanese dove è davvero radicata l’appartenenza al territorio. L’acese medio che si trova fuori regione alla domanda “lei da dove viene” risponderà senza esitare dicendo “Acireale”, se poi l’interlocutore dubiterà sulla provenienza facendo intendere che non conosce, beh l’acese medio risponderà in modo sbrigativo dicendo “provincia di Catania”. Ma vediamo la storia cosa ci dice su questa atavica e mai a tutt’oggi celata “antipatia” tra il capoluogo e il più grosso centro della provincia. La inveterata rivalità fra Aci e Catania trova la sua origine nei primi anni del sec XV, quando cioè nella terra di Jaci si fece largo uso, al fine di incrementare il territorio di valide forze lavoro, del privilegio di “affidare”, in virtù del quale il barone di Jaci poteva accogliere nel suo feudo tra gli altri anche gente poco onesta, i quali non dovevano rispondere dei loro debiti o dei loro crimini ad alcuna giurisdizione tranne che al barone di Jaci, con evidente pregiudizio per la giustizia delle altre città e Terre e in particolare della vicina Catania e dei suoi cittadini. Da allora le due città, per la contiguità dei rispettivi territori, vissero in permanente stato di contrasto alimentato dalle frequenti controversie per gabelle e diritti di molitura e da conflitti di competenza territoriale e giurisdizionale. Tale rivalità esplose in forma violenta allorchè il Parlamento siciliano, nel 1812 approvò il nuovo assetto giuridico – amministrativo dell’Isola. In forza della nuova normativa la Sicilia veniva ripartita in sette Valli o Province di cui ciascuna in Distretti. Acireale, che fino allora era “Capocomarca” ed aveva, a sé soggette, ben undici Terre baronali, veniva pertanto ad essere aggregata al Distretto di Catania perdendo non solo diritti e privilegi acquisiti ed acquistati a caro prezzo, ma soprattutto veniva a trovarsi assoggettata al dispotismo della sua nemica Catania. Ora, vuoi per la naturale rivalità tra città vicine, vuoi per la mortificazione di dover essere, Acireale accorpata alla giurisdizione di Catania, vuoi per l’ambizione e la sete di potere di quegli acesi che si vedevano sfuggire di mano gli uffici più lucrosi, la reazione del Senato di Acireale al nuovo assetto politico-amministrativo fu energica. Per gli acesi furono quelli anni di grave esagitazione, il popolo acese non ci stava a questa nuova situazione, e gli anni trascorsero tra volgari invettive e diversi scontri tra gli abitanti delle due città. Diversi furono i tentativi del Consiglio acese verso sua Maestà di ribaltare le cose, si chiese prima di diventare una nuova provincia poi di essere a capo di distretto e infine visto che entrambe le due proposte vennero respinte di diventare provincia, ma di Messina con la quale da sempre c’erano buoni rapporti. Ma anche questo ultimo disperato tentativo fallì! Piegati, ma non rassegnati, gli acesi furono costretti ad accettare il nuovo assetto amministrativo, serbando nel loro cuore lo sconforto dei vinti e la rabbia dell’umiliazione, e a subire lo scherno e la derisione dei catanesi che apostrofavano la città di Aci dicendo: “Aci babbana civitas, trunzorum cavolorumque mater!” Continua nel prossimo numero Angelo Battiato La Festa di S. Giuseppe a Guardia Ha origini antiche che si perdono nel tempo. Questa tradizione, tramandata dai nostri avi, glorifica e festeggia il santo Patrono dei poveri S. Giuseppe. E’questa una tradizione che ha origine in tempi remoti nell’ordine di secoli. In occasione della festa, si provvedeva a preparare e dare ai poveri, che provenivano anche dai paesi limitrofi, un pranzo composto di pasta, ceci, pane e vino che veniva distribuito allo scoccare delle ore 12. Successivamente, la distribuzione del pranzo ai poveri fu arricchita da un secondo composto da carne a spezzatino con patate. Il tutto si svolgeva nella piazza Quattro Canti di Guardia, con i cittadini organizzatori che preparavano il pranzo e lo servivano con umiltà e benevolenza. Nel pomeriggio veniva celebrata la S. Messa e il tutto si concludeva con un nutrito fuoco pirotecnico. Anche quest’anno questa manifestazione verrà suggellata dal tradizionale pranzo e corredata da numerose altre iniziative che ne metteranno in risalto ancor di più il significato. Tutto ciò grazie all’impegno della Coop. Arte e Cultura che opera nella frazione per la valorizzazione e per la conservazione delle tradizioni della nostra Terra. Il programma comprende: Mostra fotografica, proiezioni video, spettacoli folcloristici, convegno e concorso grafico per gli alunni delle scuole, gemellaggio con la città di Raddusa, esposizione degli elaborati del concorso grafico 2006 nelle Pro-loco di Aci Bonaccorsi, Aci S.Antonio, S.Venerina e Viagrande. Tutti momenti significativi e importanti per affermare, ancora una volta, che le antiche tradizioni non vanno perdute, perché sono parte integrante della nostra cultura, del nostro modo di essere; sono, in sostanza, un ricordo perenne di tempi passati dei quali, ancor oggi, sentiamo tanta nostalgia e di cui abbiamo bisogno per ritrovare le nostre radici. IL "GULLI E PENNISI" OSPITA CATENA FIORELLO Il Liceo classico Gulli e Pennisi ha ospitato la brillante scrittrice Catena Fiorello finalizzato alla presentazione del suo nuovo romanzo "Picciridda". L'incontro ha riscosso molto successo non solo fra i tanti spettatori presenti e soprattutto fra gli alunni che sono accorsi numerosi, spinti dalla curiosità, per ascoltare la scrittrice. Il Dirigente Blanco ha presentato l'evento, successivamente è intervenuto il prof. Filippo Laganà che ha tratteggiato con dovizia di argomentazioni sia la personalità multiforme della scrittrice (soggettista in diverse trasmissioni radio-televisive, presentatrice di programmi di successo nonché donna e scrittrice talentuosa e piena di risorse). Si è soffermato, poi entrando nel merito su altri lavori della Fiorello e soprattutto sul romanzo sottolineandone l'ampiezza e la profondità dei contenuti, il particolare il linguaggio con cui è stato scritto, volutamente scelto dall'autrice, la particolare valenza pedagogica del lavoro che ha un intento palesemente educativo. Il Prof. Laganà ha poi tratteggiato brevemente gli inizi del romanzo ricco di temi e di storie, sottolineando che il resto lo affidava alla curiosità degli spettatori perché ogni libro va scoperto con una personale lettura. La conferenza si è aperta con un momento musicale, nel corso del quale sono stati presentati pezzi di musica contemporanea da alcune alunne del Liceo Classico Gulli e Pennisi. Nell'ampio salone sono riecheggiate le note del noto tema tratto dal film Schindler's list, eseguito con particolare sensibilità da due flautiste del San Carlo di Napoli, mentre il seguito, a far da sottofondo ai due lettori, i coniugi Squadrito, che abilmente hanno dato voce alle parole della "Picciridda", ha suonato due brani tratti dal celebre album "Le onde" dell'altrettanto celebre compositore italiano Ludovico Einaudi, la pianista Laura Caponnetto, che ha emozionato il pubblico con il suo talento e la sua passione,. Dopo questa parte introduttiva, la parola è stata lasciata alla vera protagonista dell'evento. Catena Fiorello ha dimostrato da subito una grande apertura al dialogo e alla critica accettandola anche da parte di giovani poco esperti nella lettura e conquistandosi così la simpatia del pubblico che l'ha molto gradita. Dalle sue parole, inoltre, è emersa una personalità forte ed eclettica, quella di una donna che con grande ostinazione e determinatezza è riuscita ad emergere. Con grande semplicità e allo stesso tempo con grande accuratezza, la Fiorello si è aperta completamente e ha raccontato dal suo punto di vista il romanzo "Picciridda" nei suoi tratti essenziali. Lo sfondo del suo romanzo è quello della nostra Sicilia, anche se la Fiorello ha voluto precisare che la scelta è stata quasi casuale, perché la preferenza sarebbe potuta ricadere su altri bellissimi posti della nostra penisola, e che quasi inconsciamente, ha deciso di parlare della Sicilia per un rapporto quasi viscerale con la propria terra natia, che le ha dato la spinta necessaria per portarsi avanti nella vita. Un'altra considerazione della scrittrice riguarda la scelta del tempo del suo romanzo. Che cade negli anni '60, esattamente tra il 1961 ed il 1962. Questo periodo ricorda un momento particolare per la storia della nostra terra, quando moltissimi italiani scelsero la strada dell'emigrazione. Questa è una delle tematiche principali del racconto, un esodo che viene analizzato come fattore attivo, per tutti coloro che riuscirono a trovare un lavoro in altri paesi, ma anche come fattore passivo, per quelli che, invece erano costretti a rimanere in casa, senza alcuna prospettiva. "Picciridda" fa parte di quest'ultima schiera di emigranti, ma, non per questo si abbatterà anzi tutt'altro, questa condizione di svantaggio sarà il punto di partenza per reagire con energia e acquisir,e già da bambina una mentalità ed una maturità di una persona adulta. L'eloquente spiegazione dell'autrice continua, con la rilettura in chiave più moderna e generalizzata del tema della sofferenza e dell'emigrazione, alla quale segue un dibattito animato da diversi interventi e dalle riflessioni del prof. Laganà. Per concludere, in appendice alla conferenza sono state chiarite, dal preside Blanco e dalla rappresentante d'istituto Marta Leocata, la situazione di precarietà del nostro Liceo e le conseguenti manifestazioni di protesta al momento in atto. Argomenti trattati, questi, né per mancanza di dibattito né di attenzione, ma per rendere partecipe una grande donna e una scrittrice come Catena Fiorello, che da sempre si è impegnata sul fronte della campagna per la legalità e per il sociale, che ha confermato la nostra stima nei suoi confronti proponendo, ad alunni e genitori, parole da cui trarre ancora maggiore forza e coraggio per continuare a chiedere ciò che, per diritto, deve essere nostro. Federica Fichera 1 E Tutto OK per l’area “Gazzena” Si effettuano corsi di specializzazione per “Decoupage” – Decorazione – Disegno – Pittura ad Olio e Acquarelli Le notizie giunte da Palermo sull’acquisizione dell’area Gazzena sono motivo di grande soddisfazione per i DS di Acireale. Si conclude al meglio un cammino iniziato tanti anni fa, e accelerato in quella seduta di Consiglio comunale del 29.09.’05, in cui il sottoscritto, Giuseppe Cicala, a nome del partito che rappresenta, a distanza di qualche settimana dalla ripubblicazione del bando di vendita dell’area in questione, presentò una mozione, approvata da tutte le forze politiche e dal Sindaco, con cui s’impegnava l’Amministrazione Garozzo ad adoperarsi perché l’area venisse acquisita al patrimonio pubblico. Il risultato dei giorni scorsi diventa allora la vittoria della politica che si unisce sulle grandi questioni, ma anche il premio alla tenacia con cui, a partire dalla fine degli anni ’80, ed ininterrottamente, le associazioni ambientaliste acesi si sono battute per preservare da speculazioni edilizie una delle aree più significative dal punto di vista naturalistico. Attendendo adesso che la Regione, nei prossimi giorni, formalizzi l’offerta di acquisto agli amministratori liquidatori, chiederemo all’amministrazione Garozzo di promuovere, subito dopo, un tavolo di concertazione per confrontarsi su come riqualificare ed utilizzare l’area per farne un meraviglioso parco suburbano in cui gli acesi possano trascorrere ore di serenità. G.C.