• European Diabetes Leadership Forum • Patologia diabetica
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Health Policy no comunicable2_Layout 1 24/11/14 14:04 Pagina A • European Diabetes Leadership Forum • Patologia diabetica • Marche Barometer Diabetes Observatory Report 2014 • Latest news on NCDs • Interesting publications on NCDs Authors: Walter Ricciardi Anna Maria Ferriero Maria Lucia Specchia Dario Bartolucci et al. ST 1 year s.OVEMBER14 s VOl. 1 s .° Health Policy no comunicable2_Layout 1 24/11/14 14:04 Pagina B Non-communicable diseases (NCDs) — including cancer, cardiovascular disease, chronic respiratory diseases, diabetes, and mental health and neurological disorders (such as Alzheimer’s disease) — are a major challenge to health and human development in the 21st century. NCDs are the leading cause of death and disability worldwide, accounting for 34.5 million of the 52.8 million deaths in 2010 (65%). With 23 million of these deaths (80%) occurring in the poorest countries, NCDs exact a heavy and growing toll on physical health, economic security, and human development. Driven in large part by widespread exposure to four common modifiable risk factors across the lifecourse — tobacco use, physical inactivity, unhealthy diet, and the harmful use of alcohol — NCDs perpetuate and entrench poverty within households and communities. This HEALTH POLICY IN NON-COMMUNICABLE provides an analysis of the political, social, economic, epidemiological and clinical impact of the NCDs in the National and Local Health System. HEALTH POLICY IN NON-COMMUNICABLE is published quarterly and is freely available online at www.Ibdo.it This publication is also available in English and Italian Editor in chief: Walter Ricciardi Co-editors Roberto Bernabei Renato Lauro Giuseppe Novelli Editors Vincenzo Atella Silvio Brusaferro Achille Caputi Marco Comaschi Claudio Cricelli Carlo Favaretti Antoine Flahault Bernardino Fantini Antonio Gasbarrini Francesco Landi Carlo Giorda Ranieri Guerra Nicola Magnavita Lorenzo Mantovani Iveta Nagova Antonio Nicolucci Paola Pisanti Federico Spandonaro David Stuckler Ketty Vaccaro Stefano Vella Managing editor: Andrea Poscia [email protected] Diabetes Advisory group: Massimo Boemi, Graziella Bruno, Salvatore Caputo, Agostino Consoli, Lucio Corsaro, Pierpaolo De Feo, Chiara De Waure, Paolo Di Bartolo, Francesco Dotta, Sebastiano Filetti, Simona Frontoni, Francesco Giorgino, Davide Lauro, Giulio Marchesini, Attilio Martorano, Gerardo Medea, Giuseppe Paolisso, Chiara Rossi, Paolo Sbraccia, Layout and printing: SP gruppo Creativa servizi pubblicitari srl - Via Alberese, 9 - 00149 Roma Tel. 066571140 Fax 06233216117 All correspondence an advertising: IBDO FOUNDATION C/O FASI Via R. 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Information for Contributors s IBDO FOUNDATION EDITOR welcomes contributions on Non-Communicable disease research on peer review, editorial processes, and ethics and other items of interest to the journal’s readers. s Please submit manuscripts as e-mail attachments and include the author’s contact information. s Submit material in the style recommended by Scientific Style and Format, with references in the order of citation. s Submitted materials are subject to editing by the appropriate editors and copyeditor. Send submissions and editorial inquiries to IBDO FOUNDATION [email protected] Health Policy no comunicable2_Layout 1 24/11/14 14:04 Pagina 1 Authors: Walter Ricciardi Anna Maria Ferriero e Maria Lucia Specchia Dario Bartolucci et al. Health Policy no comunicable2_Layout 1 24/11/14 14:04 Pagina 2 Health Policy no comunicable2_Layout 1 24/11/14 14:04 Pagina 3 European Diabetes Leadership Forum European Diabetes Leadership Forum di Walter Ricciardi Il Diabete nell’Unione Europea economici sempre maggiori da parte degli Stati e di conseguenza dei Sistemi Sanitari, che dovranno prepararsi al meglio per affrontare l’evento. Il diabete è una delle patologie più diffuse nell’Unione Europea e rappresenta la quarta causa1 di morte. Fig.1 Number of patients4,2,5 Al di là degli aspetti clinici, il diabete ha un significativo impatto sulla società tutta e di conseguenza sulle risorse economiche dei Sistemi Sanitari della UE. 32 MILIONI Attualmente, il numero di persone diabetiche nell’UE è di 32 milioni, circa l’8,1%2 della popolazione, con un PERSONE AFFETTE DA DIABETE OGGI tasso di incidenza che continua a crescere ogni anno. Diverse sono le cause imputate all’aumento dell’inciQUESTO NUMERO POTREBBE AUMENTARE A denza e prevalenza, in particolare si annoverano l’invecchiamento della popolazione (la maggioranza dei 38 MILIONI pazienti con diabete di tipo 2 è over 65), abitudini ali32 38 mentari errate così come l’aumento del tasso di obesità, e l’inattività fisica. MILIONI MILIONI 27 DI Si prevede che nel 2035, il numero dei pazienti salirà DI PERSONE PERSONE 32punto MILIONI a circa 38 milioni (Fig.1). A quel sarà più che MILIONI DI mai fondamentale riuscire a frenare i costi del diabete PERSONE AFFETTE DA DIABETE OGGI PERSONE e delle complicanze ad esso associate. Oggi, tali costi rappresentano il 9,3% (Fig.2) della spesa sanitaria toQUESTO NUMERO POTREBBE AUMENTARE A tale e tenderanno a crescere sempre più con la possibi38 MILIONI lità di raggiungere il 18,5%3 (EFPIA). 2003 2013 2035 Un incremento di queste proporzioni richiederà sforzi 32 MILIONI DI PERSONE 27 MILIONI DI PERSONE 2003 2013 Fig.2 Economic Aspects4,2,6,7,8 L'IMPATTO ECONOMICO DEL DIABETE C'è sempre maggiore preoccupazione nel confronti del continuo aumento della prevalenza del diabete e del costi ad esso associati, in particolare quelli relativi al trattamento delle complicanze. Altrettanto significativi sono I costi Indiretti, che riguardano l'Inter a società e non solo le persone con diabete. 9,3% RIPARTIZIONE DEI COSTI PER IL TRATTAMENTO Il totale dei costi diretti del diabete nei cinque più grandi Paesi europei è di C90 miliardi. Il costo medio annuale di una persona affetta da diabete è di C2.450 7% del costo totale di un individuo con diabete di Tipo 2 è speso per i farmaci antidiabete. 21% è speso per l'utilizzo di altri farmaci 18% é correlato alle spese ambulatoriali, 55% é relativo al costi di ospedalizzazione I COSTI INDIRETTI La percentuale del budget totale dell'UE per la spesa sanitaria è utilizzato per Il diabete. I costi indiretti del diabete superano i C98 miliardi nei cinque più grandi Stati europei. Essi sono correlati alla perdita di produttività, assenteismo sul lavoro, pensionamento precoce, benefici sociali e cure lnformali 3 Health Policy no comunicable2_Layout 1 24/11/14 14:04 Pagina 4 9,3% 55% é relativo al costi di ospedalizzazione I COSTI INDIRETTI W Ricciardi La percentuale del budget totale dell'UE per la spesa sanitaria è utilizzato per Il diabete. I costi indiretti del diabete superano i C98 miliardi nei cinque più grandi Stati europei. Essi sono correlati alla perdita di produttività, assenteismo sul lavoro, pensionamento precoce, benefici sociali e cure lnformali Gran parte dei costi associati al diabete sono dovuti al trattamento delle complicanze e alle ospedalizzazioni, la maggior parte delle quali dovute ad eventi ipoglicemici (Fig.3) Fig.3 Eventi Clinici4,9,10,11 IPOGLICEMIA COMPLICANZE Riguardo tutte le persone con diabete: il 50% muore a causa di malattie cardiovascolari il 10-20% muore a causa di insufficienza renale il 10% subisce un severo danno visivo il 50% soffre di neuropatia diabetica Sia le complicanze che le ospedalizzazioni potrebbero essere prevenute o comunque ridotte attraverso un approccio terapeutico più efficace e una diagnosi precoce. Diverse sono le prove che dimostrano che il diabete è sotto-diagnosticato e sotto-curato, quindi sforzi in questa direzione sarebbero di sicuro aiuto per il miglioramento dei risultati clinici, riducendo il consumo di risorse sanitarie. Come detto in precedenza, il Diabete è da considerare a tutti gli effetti una malattia sociale, che interessa non solo le persone affette ma anche i loro familiari. Inoltre, lo studio DAWN2TM12, analizzando quali siano i bisogni dell’individuo diabetico, ha mostrato come la patologia abbia un impatto notevole anche sulla sfera psico-sociale (inducendo ansia e depressione), riducendo la qualità della vita e pregiudicando le normali attività quotidiane (Fig.4) Fig.4 Impatto socio-psicologico4,13 4 Una persona con diabete può andare incontro, in media, ogni mese, a 3 (diabete di Tipo 2) fino a 8 (diabete Tipo1) eventi ipoglicemici non severi, di cui un quarto durante le ore notturne. Nonostante ciò, circa un terzo delle persone non informa il proprio medico di famiglia o lo specialista sugli eventi ipoglicemici. European Diabetes Leadership Forum Alla luce di quanto detto in precedenza, è chiaro come oggigiorno sia necessario un approccio nuovo ed olistico alla patologia diabetica, approccio che consenta di soddisfare i bisogni principali dei pazienti ed allo stesso tempo controllare l’impatto economico della malattia. Da questo punto di vista l’EDLF 2014, è stato un’ottima occasione per discutere di tali aspetti, vista la partecipazione di un gran numero di stakeholders provenienti da settori diversi. Ripartendo dall’edizione14 2012 in cui erano state presentate la Copenhagen roadmap15 ed il Copenhagen Catalogue of Good Practice in Diabetes16 , molti sono stati gli argomenti di discussione, tutti incentrati sulla necessità di mettere in atto azioni concrete che portino Health Policy no comunicable2_Layout 1 24/11/14 14:04 Pagina 5 European Diabetes Leadership Forum ad un miglioramento della gestione quotidiana del diabete, gestione che abbia come punto focale il paziente. I temi di maggiore interesse sono stati la necessità di assicurare standars di cura più alti per i pazienti diabetici, così come il bisogno di attuare a livello nazionale ed europeo azioni “costo-efficaci” . In questa direzione le questioni ritenute fondamentali sono state: la Prevenzione Secondaria, la responsabilizzazione e formazione del paziente, e la necessità di un approccio multi settoriale. Prevenzione Secondaria Il tema principale emerso dalla prima sessione del forum è stato l’importanza della prevenzione secondaria nella gestione e controllo del paziente diabetico. (Fig.5) Fig.5 Ancora oggi molti pazienti affetti da diabete, sia di tipo 1 che 2, non riescono a raggiungere un controllo glicemico adeguato, il che comporta un aumento del rischio di sviluppare complicanze e co-morbilità. Tra l’altro uno studio della London School of Economics6 ha mostrato come il trattamento delle complicanze rappresenti la causa principale dei costi, di conseguenza interventi rivolti alla riduzione dei fattori di rischio ad esse associati sono una vera e propria necessità. In quest’ottica i programmi di prevenzione secondaria sono stati cosiderati come essenziali nel ridurre le complicanze e gli effetti a lungo termine della patologia diabetica. L’effetto positivo che ne consegue, si traduce non solo in un miglioramento delle condizioni di salute e dell’aspettativa di vita dei pazienti, ma comporta anche un significativo impatto economico sui Sistemi Sanitari, riducendo il consumo di risorse sanitarie dovuto alla patologia in sè e alle complicanze e co-morbilità che ne derivano. L’elemento principale che caratterizza i programmi di prevenzione secondaria è la loro costo-efficacia, caratteristica sempre più importante nello scenario attuale. É da dire però che ci sono ancora ostacoli che limitano l’uso e l’implemetazione di programmi efficienti. Tali barriere possono essere dovute sia ad una ridotta aderenza dei pazienti, causata da mancanza di educazione e consapevolezza, sia a difficoltà nell’attuazione di politiche preventive adeguate, soprattutto a livello locale. L’ostacolo principale è però rappresentato dall’inadeguatezza dei Sistemi Sanitari attuali, che sono poco equipaggiati nella gestione del paziente diabetico e poco pronti ad adattarsi e modificarsi a seconda delle loro esigenze. Un passaggio fondamentale richiesto ai Sistemi Sanitari è di prediligere i servizi di assistenza primaria basandosi sulla prevenzione secondaria. Proprio questo è un altro degli elementi salienti emersi dal forum, ovvero la necessità dei Sistemi Sanitari di focalizzarsi sui servizi di primary care, per meglio prevenire e gestire le complicanze e co-morbilità legate al diabete. Ne consegue che politiche di prevenzione sanitaria avranno maggiore successo lì dove i servizi di assistenza primaria saranno più evoluti. In quest’ottica sarà fondamentale promuovere un approccio multidisciplinare, in cui la persona diabetica sarà seguita da più figure professionali, col paziente come fulcro anche in programmi a carattere educazionale e formativo. Sarà inoltre indispensabile ai fini terapeutici l’impostazione di target clinici definiti insieme ai pazienti. Per quanto riguarda la capacità di seguire l’individuo diabetico, sia da un punto di vista clinico che formativo, un’opportunità da sfruttare e meglio analizzare è rappresentata dalla telemedicina. Essa può essere utile in diverse applicazioni, dal monitoraggio alla formazione, e può essere capace di migliorare la performance del Sistemi Sanitari e ridurne la spesa. Infine dal dibattito è emerso come il diabete sia una patologia non relegata al solo settore sanitario, ma interessando la società tutta, buone politiche per il diabete (comprendendo i programmi di prevenzione sanitaria) dovrebbero riguardare anche settori esterni a quello della salute. Responsabilizzazione del paziente e gestione efficiente del diabete Un passo fondamentale nel miglioramento della gestione del diabete è rappresentato dalla sensibilizzazione del paziente diabetico, attraverso una corretta educazione ed un più ampio coinvolgimento nel trattamento della loro condizione. Per questo motivo l’empowerment delle persone diabetiche è uno dei punti principali nell’agenda politica Europea. Rendere maggiormente consapevole l’individuo diabetico circa la sua condizione, può permettere una più attiva partecipazione allo sviluppo e miglioramento 5 Health Policy no comunicable2_Layout 1 24/11/14 14:04 Pagina 6 W Ricciardi della terapia e conseguentemente della propria salute (Fig.6) A supporto di tale ipotesi sono stati presentati i dati dello studio DAWN2TM12 che hanno dimostrato quanto indispensabili siano i programmi di educazione e l’ottimizzazione dell’autogestione. In realtà, nonostante ci sia un consenso generale tra i policy makers sull’importanza dell’autogestione e sulla responsabilizzazione delle persone con diabete, le azioni politiche e la loro implementazione a livello locale e nazionale risultano essere ancora insufficienti nella gran parte dei Paesi Europei. Sempre lo studio DAWN2TM4 mostra come, nell’area UE, circa la metà della popolazione affetta da diabete non abbia mai partecipato a programmi educativi sulla propria patologia e quanto dunque siano estremamente necessari ulteriori sforzi per rendere i diabetici partner sistematici nello sviluppo di piani e programmi per il trattamento del diabete e per educarli/istruirli nell’automedicazione. Fig.6 Uno dei punti chiave emersi dalla discussione è l’importanza dello sviluppo e successiva messa in atto dei Piani Nazionali sul Diabete in tutti i paesi mebri UE, come punto di partenza per politiche efficaci. In base a queste evidenze è fondamentale che i Piani Nazionali sul Diabete si focalizzino sulla necessità di rendere i pazienti parte attiva nella gestione della propria patologia, assicurare un processo educativo e di supporto uguale per tutti i pazienti e soprattutto che tali servizi vengano inseriti negli schemi di rimborso dei Sistemi Sanitari europei. Un mancato riconoscimento della rimborsabilità potrebbe infatti minare tutti gli sforzi collettivi di ridurre l’aggravio del diabete sui sistemi sanitari. Importante è stata anche la discussione sul bisogno di coinvolgere i pazienti in tutte le decisioni politiche riguardanti il diabete. Questo aspetto conferma l’importanza dei programmi di formazione e responsabilizzazione, che rendono il paziente non solo più attento, ma anche più attivo. Responsabilizzazione e una maggiore partecipazione sono sicuramente utili anche dal punto di vista terapeutico, migliorando l’aderenza alla terapia. 6 In conclusione, è necessario un più ampio coinvolgimento dei pazienti diabetici nella gestione della malattia ed allo stesso tempo le associazioni dei pazienti dovrebbero avere un ruolo nel design e controllo delle politiche in questo ambito. In ultimo, non si può non tenere conto delle possibilità offerte dalle nuove tecnologie che potrebbero rimodulare la relazione pazienteprofessionista sanitario contribuendo ad un maggior coinvolgimento ed una maggiore consapevolezza delle persone diabetiche. Migliorare la gestione del diabete a livello nazionale ed europeo Dopo aver discusso di prevenzione secondaria e responsabilizzazione del paziente, l’approccio identificato come migliore per il perfezionamento della gestione e il controllo della patologia diabetica è quello multisettoriale. (Fig.7) L’esempio più tipico di tale approccio è rappresentato da partnership pubblico-privato. Tali collaborazioni permetteranno una più semplice identificazione di soluzioni pratiche volte al miglioramento della gestione del diabete sia a livello Nazionale che Europeo. Le partnership pubblico-privato possone dare un forte aiuto nel ridurre l’impatto economico del diabete sui sistemi sanitari e introdurre, allo stesso tempo, la tecnologia e le competenze scientifiche richieste. Un esempio di successo è rappresentato dallo Steno Diabetes Center, una partnership tra la Capital Region of Denmark e Novo Nordisk, il quale attraverso il raggiungimento di risultati particolarmente significativi è stato capace di dimostrare come la combinazione tra competenza scientifica e leadership politica siano in grado di guidare il cambiamento. Fig.7 C’è inoltre un consenso generale sull’importanza di affrontare il diabete attraverso l’introduzione di nuove azioni politiche locali e nazionali, che però troppo spesso risultano essere ancora insufficienti. In questo senso, le azioni politiche per essere più efficaci devono approcciare la malattia con una prospettiva olistica, Health Policy no comunicable2_Layout 1 24/11/14 14:04 Pagina 7 European Diabetes Leadership Forum che coinvolga più attori di settori diversi. Il successo di tali iniziative dipenderà inoltre da un’adeguata leadership politica e da indicatori di performance È proprio in questo contesto che si inserisce la Joint Action on Chronic Diseases (CHRODIS-JA) che il Dr. Juan Riese Jordà, Coordinator of the joint Action on Chronic Diseases, ha presentato nel corso dell’ ELDF 2014. Iniziata nel 2010, la Joint Action è il risultato del processo di riflessione a livello europeo sui provvedimenti da prendere per quanto riguarda le malattie croniche. Essa sta preparando una piattaforma per lo scambio di conoscenze e informazioni nella forma di help desk online dove tutti i decisori, i caregivers, le persone con diabete e i ricercatori di tutta Europa possono incontrarsi per scambiare informazioni sulle migliori pratiche per la gestione del diabete e delle altre malattie croniche. L’obiettivo è quello di migliorare la coordinazione e la cooperazione degli stati membri nelle azioni contro il diabete supportando lo sviluppo e l’implementazione dei Piani Nazionali per il Diabete. Infine è stato importante oggetto di discussione il ruolo dell’Unione Europea. All’UE è richiesto di dimostrare il suo valore aggiunto attraverso alcune attività, quali per esempio portare a termine analisi comparative tra i modelli di cura del diabete negli Stati membri, monitorare continuamente lo sviluppo e conseguente messa in atto di politiche riguardanti il diabete e facilitare la condivisione delle buone pratiche nell’Unione. Conclusioni Il Forum European Diabetes Leadership è stato un’occasione unica per portare all’attenzione dei diversi stakeholders coinvolti, alcuni fra gli aspetti più rilevanti relativi alla patologia diabetica ed i suoi effetti sulla società. Ciò che è emerso, è la necessità di un nuovo approccio che coinvolga più elementi e che abbia come obiettivo, e quindi risultato, un miglioramento delle condizioni di salute dei pazienti diabetici ed allo stesso tempo un minore impatto economico. I punti cardine di questo nuovo approccio riguardano diversi aspetti. (Fig.8) Innanzitutto, un incremento dei servizi di prevenzione secondaria con relativo potenziamento dell’assistenza primaria dei SS. In quest’ottica si inserisce la necessità di teams multidisciplinari, di erogazione di nuovi servizi sanitari e una migliore allocazione delle risorse. Altro elemento essenziale è costituito dall’educazione della persona con diabete. Andranno promossi programmi educativi con lo scopo di rendere l’individuo più consapevole e più responsabile e di conseguenza più partecipe alle scelte, anche politiche, relative al diabete. Inoltre, un ulteriore margine di miglioramento, può essere raggiunto attraverso il coinvolgimento di più settori, pubblici e privati. Tutto ciò al fine di mettere in atto azioni complementari che abbiano una maggiore incidenza ed efficacia rispetto alle singole iniziative, come dimostrato dallo Steno Diabetes Center (partnership NN e Capital Region Denmark). 7 Health Policy no comunicable2_Layout 1 24/11/14 14:04 Pagina 8 W Ricciardi Bibliografia 1. Mladovsky P et al (2009) WHO on behalf of European Observatory on Health Systems and Policies. Health in the European Union, Trends and Analysis. Observatory Studies Series N°19: p xxi. 2. International Diabetes Federation Diabetes Atlas 6th edn, International Diabetes Federation (IDF) 2013, Brussels, 3. The Burden of Diabetes in Europe, European Association of Pharmaceutical Industries and Associations (EFPIA) with London School of Economics and Political Science (LSE) 4. Facts and figures, The burden of diabetes in the EU, Italian Barometer Diabetes Observatory (IBDO) Foundation 5. International Diabetes Federation (2003) IDF Diabetes Atlas, 2nd edn. Brussels, Belgium, International Diabetes Federation 6. Kanavos P, et al. (2012) Diabetes expenditure, burden of disease and management in 5 EU countries. LSE Health, London School of Economics. 7. IDF Europe (2011) Diabetes – The Policy Puzzle: Is Europe Making Progress? 8. Jönsson B (2002) Revealing the cost of Type II diabetes in Europe, Diabetologia 45(7):S5-12. 9. World Health Organization, Regional office for Europe, Diabetes Data and Statistics 10. UK Hypoglycaemic Study Group. Risk of hypoglycaemia in types 1 and 2 diabetes: effects of treatment modalities and their duration. Diabetologia 2007; 50: 1140-1147. 8 11. Östenson C G, et al. (2013), Self-reported non-severe hypoglycaemic events in Europe, DIABETIC Medicine, DOI: 10.1111/dme. 12261. 12. DAWN2™ Study, International Alliance of Patient Organisations (IAPO), International Diabetes Federation (IDF), Steno Diabetes Center, European Association for the Study of Diabetes (EASD), Foundation of European Nurses in Diabetes (FEND), Novo Nordisk, 2014, http://www.dawnstudy.com/dawn2 13. Nicolucci A, et al. (2013) Diabetes Attitudes, Wishes and Needs: second study (DAWN2). cross-national benchmarking of diabetes-related psychosocial outcomes for people with diabetes. Diabetic Medicine 2013;30:76777. 14. 2012 European Diabetes Leadership Forum, 25-26 April 2012, Copenhagen, http://diabetesleadershipforum.eu/copenhagen-2012-2/ 15. Copenhagen Roadmap, European Diabetes Leadership Forum 2012, Copenhagen, http://www.oecd.org/els/health-systems/50526782.pdf 16. Copenhagen Roadmap, European Diabetes Leadership Forum 2012, Copenhagen, http://www.oecd.org/els/health-systems/50526782.pdf Health Policy no comunicable2_Layout 1 24/11/14 14:04 Pagina 9 Patologia diabetica Patologia diabetica: il burden of disease, le policies, i programmi di gestione di Anna Maria Ferriero e Maria Lucia Specchia Introduzione Il “Diabete Mellito” (DM) rappresenta un gruppo di disturbi metabolici caratterizzati da iperglicemia. Esistono diversi tipi di DM causati dall’interazione di fattori genetici e ambientali che possono contribuire all’insorgenza di iperglicemia attraverso diversi meccanismi: riduzione della secrezione di insulina, riduzione dell’utilizzo del glucosio, nonché incremento della produzione di glucosio. Il DM è attualmente classificato sulla base del meccanismo patogenetico che sottende alla sua insorgenza e le più importanti categorie comprendono il diabete di tipo 1 e il diabete di tipo 2 (DM1 e DM2) [1]. Il DM1, che rappresenta circa il 10% di tutti i casi di questa patologia [2], è anche conosciuto come DM Insulino-Dipendente ed è il risultato di effetti sinergici di fattori genetici, ambientali e immunologici che determinano un processo autoimmunitario che porta a distruzione delle cellule ß del pancreas, con conseguente deficit insulinico. La malattia può colpire persone di ogni età ma solitamente si manifesta durante l’infanzia o l’adolescenza in quanto la massa di cellule ß dei soggetti con suscettibilità genetica è normale alla nascita, per poi ridursi in seguito a un processo autoimmune, innescato probabilmente da uno stimolo infettivo o ambientale, che avviene nell’arco di mesi o anni. Le manifestazioni cliniche di questa forma di diabete non si evidenziano fino a che circa l’80% delle cellule ß non venga distrutta e le cellule residue non sono in grado di mantenere la tolleranza glucidica. I soggetti con DM1, pertanto, necessitano di iniezioni di insulina a vita per vicariare la funzione pancreatica [1; 3]. Il DM2 è la forma più comune di diabete e rappresenta circa il 90% dei casi di questa malattia [2]; con DM2 si intende un gruppo eterogeneo di alterazioni caratterizzate da gradi variabili di insulinoresistenza, alterata secrezione insulinica da parte del pancreas e aumentata produzione epatica di glucosio. Responsabile dell’insorgenza del DM2 è ritenuta l’interazione tra diversi fattori di rischio quali la familiarità, lo scarso esercizio fisico, il sovrappeso e l’appartenenza ad alcune etnie La malattia si manifesta dopo i 30-40 anni e il suo riscontro è spesso casuale; si stima che la diagnosi clinica di DM2 sia mediamente preceduta da una fase asintomatica di circa 7 anni, durante i quali l’iperglicemia esercita effetti deleteri nei tessuti bersaglio, così che alla diagnosi clinica sono spesso già presenti le complicanze della malattia [1]. Altre categorie di diabete includono il diabete gestazionale (una condizione di iperglicemia che si sviluppa durante la gravidanza) e altre cause rare (sindromi genetiche, processi acquisiti come pancreatite, malattie come la fibrosi cistica, esposizione a certe droghe, virus e cause sconosciute) [3]. Burden of disease Epidemiologia Il DM rappresenta, indubbiamente, uno dei problemi di salute più impegnativi del 21° secolo, essendo una delle più comuni malattie croniche a livello mondiale. Esso rappresenta la quarta o quinta causa di morte nella maggior parte dei Paesi ad alto reddito e nell’ultimo periodo sta diventando un’epidemia anche in molti Paesi in via di sviluppo e di recente industrializzazione. Il numero di persone sia con DM1 che DM2 sta aumentando considerevolmente e, sebbene le ragioni dell’incremento del numero dei casi del tipo 1 non siano ancora del tutto chiare, riguardo al tipo 2 è ormai noto che esso sia associato allo sviluppo economico, l’invecchiamento della popolazione, l’aumento dell’urbanizzazione, i cambiamenti nelle abitudini alimentari, la riduzione dell’attività fisica e le variazioni più in generale degli stili di vita [4]. Oggi nel mondo 382 milioni di persone hanno il diabete, con il maggior numero di pazienti di età compresa tra i 40 e i 59 anni; entro il 2035 questo numero potrebbe arrivare a 592 milioni e, in particolare, il numero di persone con DM2 è stimato che possa aumentare del 55%, con una prevalenza che passerà dall’8,3% del 2013 al 10,1% del 2035. Inoltre a questa quota va aggiunta quella di casi di DM2 non diagnosticati, che ammonta al 46% del totale [4]. 9 Health Policy no comunicable2_Layout 1 24/11/14 14:04 Pagina 10 A. M. Ferriero e M. L. Specchia In Italia, secondo quanto riportato nell’annuario statistico ISTAT 2013, la prevalenza grezza del diabete è del 5,4% , pari a oltre 3 milioni di persone, con un range che va dal 3,1% della Provincia Autonoma di Bolzano all’8,4% della Calabria, mentre la prevalenza standardizzata per età e genere è aumentata dal 3,9% nel 2001 al 4,8% nel 2013 [5]. Mortalità Il Diabete e le sue complicanze sono tra le principali cause di morte in molti Paesi. Le complicanze sono divise in microvascolari e macrovascolari e, tra queste ultime, la patologia cardiovascolare da sola è responsabile di circa il 50% dei decessi dei pazienti diabetici in alcune popolazioni [4]. Non è facile stimare il numero di decessi mondiali dovuti al diabete in quanto molti Paesi non hanno dati al riguardo e anche perché, laddove disponibili, tendono spesso a sottostimare il fenomeno. Tuttavia è chiaro che il burden della malattia è enorme, sia dal punto di vista umano che finanziario. Nel 2013 in tutto il mondo sono morte per il diabete circa 5,1 milioni di persone di età compresa tra i 20 e 79 anni, pari all’8,4% della mortalità globale per tutte le cause in questa fascia di età; questo numero di decessi è aumentato dell’11% dal 2011 [4]. Costi della malattia Il diabete impone anche un grande onere economico per gli individui, le famiglie e i sistemi sanitari nazionali. La spesa sanitaria mondiale per il diabete, nel 2013, ha ammontato a 548 miliardi di dollari, il 10,8% della spesa sanitaria totale, con una media di 1.437 dollari per persona. Si stima che entro il 2035, la spesa globale per la malattia potrebbe superare i 627 miliardi di dollari [4]. In Italia nel 2010 i costi diretti associati al diabete sono stati circa 8 miliardi di euro, con una media per paziente pari a 2756 €. La maggior parte di essi, il 56,4%, è legata all’ospedalizzazione [6], infatti ogni anno ci sono in Italia più di 70.000 ricoveri per diabete, principalmente causati da complicanze quali ictus cerebrale, infarto del miocardio, retinopatia diabetica, insufficienza renale e amputazioni degli arti inferiori [7]. L’entità del costo della malattia diabetica, tuttavia, non può essere imputata soltanto ai costi diretti, in quanto vanno tenute in considerazioni altre due voci significative, rappresentate dai costi indiretti, riferibili alla perdita di produttività, e a quelli intangibili, cioè a tutte quelle situazioni di alterazione della qualità di vita imputabili in modo diretto o indiretto alla malattia [7]. Queste ultime due voci sono molto difficili da quantificare. Per quanto riguarda i costi indiretti, le informazioni disponibili sono davvero poche. Tuttavia, l’impatto potenziale del diabete è molteplice e comporta notevoli costi indiretti che impattano sia sull’eco- 10 nomia, in termini di perdita di produttività e assenteismo, sia sul settore sociale, come il pensionamento precoce, sia sulla famiglia, attraverso costi assistenziali difficilmente stimabili come l’impegno dei caregivers dei pazienti malati. Nel nostro Paese i costi per assenteismo, pensionamento anticipato e spesa per le prestazioni sociali, hanno ammontano a 12,6 miliardi di euro nel 2010 [6]. Management della patologia diabetica: programmi e iniziative di politica sanitaria a livello internazionale In considerazione di quanto finora discusso e del peso, diventato ormai insostenibile, della malattia, il diabete rappresenta ormai un problema all’attenzione della politica internazionale, che sta cercando soluzioni per affrontare il problema. Sono nati così diversi programmi e iniziative di politica sanitaria, con l’obiettivo di cercare soluzioni ottimali per la gestione della patologia diabetica. Nazioni Unite Federazione Internazionale del Diabete. Piano Globale sul Diabete 2011-2021. La Federazione Internazionale del Diabete (International Diabetes Federation - IDF) ha riunito esperti mondiali del diabete per trovare delle soluzioni per affrontare la malattia. È nato così il primo Piano Globale sul Diabete che ha come obiettivi principali quelli di migliorare le condizioni di salute delle persone con diabete, prevenire lo sviluppo del DM2 e fermare la discriminazione delle persone con la malattia [8]. Per fare questo il Piano sottolinea come sia necessario: – riaprire il dibattito sul diabete per aumentare la consapevolezza mondiale e nazionale per prevenire e trattare la malattia; – definire un piano globale per sostenere e guidare gli sforzi di governi, donatori internazionale e associazioni che fanno parte dell’IDF per combattere il diabete; – proporre interventi, processi e collaborazioni efficaci per ridurre il burden individuale e sociale della malattia; – supportare e consolidare le politiche e le iniziative esistenti; – rafforzare il movimento globale per combattere l’epidemia diabetica e per migliorare la salute e la vita dei pazienti diabetici [8]. Europa Anche l’Unione Europea (UE) supporta la ricerca sul diabete da diversi anni, attraverso i suoi Programmi di Health Policy no comunicable2_Layout 1 24/11/14 14:04 Pagina 11 Patologia diabetica Ricerca, come il progetto IMAGE, il progetto SWEET, il progetto DIAMAP e anche l’Horizon 2020. Il progetto IMAGE: Sviluppo e Realizzazione di una Linea guida europea e standard di formazione per la prevenzione del diabete L’IMAGE (2007-2010) è stato un progetto finanziato dell’UE, nato con la finalità di migliorare la capacità dei Paesi europei di prevenire il DM2 [9]. Gli obiettivi di IMAGE sono stati quelli di sviluppare: – linee guida europee practice-oriented per la prevenzione primaria del DM2 al fine di migliorare l’informazione e la conoscenza delle strategie di sanità pubblica per prevenire il DM2 e le sue comorbosità; – un curriculum europeo per la formazione dei dirigenti che si occupano di prevenzione per migliorare la capacità dei professionisti sanitari di rispondere repentinamente al drastico aumento del DM2 e al conseguente impatto sulla società; – standard europei per un controllo di qualità delle politiche di prevenzione del DM2; – un portale e-health europeo di formazione per i dirigenti che si occupano di prevenzione [9]. Il progetto SWEET: Miglior controllo del diabete pediatrico e adolescenziale nell’Unione Europea: lavorare per creare centri di riferimento Anche il progetto SWEET (2008-2011) è stato finanziato dall’UE ed è nato con l’obiettivo generale di migliorare prevenzione secondaria, diagnosi e controllo di DM1 e DM2 nei bambini e negli adolescenti, sostenendo lo sviluppo di centri di riferimento per i servizi del diabete in età pediatrica e adolescenziale in tutta l’UE [10]. Il progetto aveva 5 obiettivi specifici: 1. rafforzare la conoscenza relativa allo stato del diabete pediatrico e adolescenziale e la relativa assistenza nell’UE; 2. rafforzare e promuovere standard di trattamento per il diabete pediatrico e adolescenziale nell’UE; 3. migliorare il controllo della malattia e prevenirne le complicanze attraverso programmi di educazione del paziente adatti all’età; 4. supportare i professionisti sanitari nel fornire un’assistenza specializzata di alta qualità ai bambini e agli adolescenti con il diabete; 5. favorire lo sviluppo di centri di riferimento per i servizi per il diabete pediatrico e adolescenziale [10]. Il progetto SWEET ha prodotto un toolbox per il diabete pediatrico, che include le raccomandazioni per la cura e l’assistenza, per i programmi di educazione del paziente e per i programmi di formazione dei profes- sionisti sanitari. Il progetto ha anche fornito la definizione e i criteri per i centri di riferimento per il diabete pediatrico e adolescenziale [10]. Il progetto DIAMAP Il progetto DIAMAP (2008-2010), finanziato dalla Commissione Europea nell’ambito Settimo Programma Quadro, è nato con l’obiettivo di condurre un’ampia survey per delineare lo stato dell’arte della ricerca sul diabete in Europa, in modo da identificare le lacune ed evidenziare i punti di forza, per guidare una Road Map per la ricerca sul diabete in Europa [11]. Gli obiettivi specifici del progetto sono stati: – condurre un’indagine sulle attività di ricerca e i finanziamenti, sia pubblici che privati, a livello regionale, nazionale ed europeo; – creare un database della ricerca sul diabete; – identificare limiti, punti di forza e opportunità per la ricerca sul diabete in Europa; – produrre un report finale della Road Map per delineare la strategia per la ricerca sul diabete, tenendo conto i differenti scenari, compresa la Medicina di Iniziativa. La più significativa raccomandazione di DIAMAP è stata la creazione della Piattaforma Europea per la Ricerca Clinica sul Diabete (Platform for Clinical Research in Diabetes - EPCRD) che dovrebbe coordinare gli sforzi nel campo della ricerca clinica, offrendo risorse comuni, formazione e protocolli standardizzati [11]. Dopo la prima fase, durata dal 2008 al 2010, è adesso in corso DIAMAP 2020, il primo aggiornamento di DIAMAP che sta prendendo in considerazione i molteplici cambiamenti che si sono verificati nel campo della ricerca sul diabete e nei finanziamenti ad essa dedicati dal 2010 [11]. Horizon 2020 Horizon 2020 è il nuovo Programma Quadro dell’UE per la Ricerca e l’Innovazione per il periodo 20142020, con un budget di 80 miliardi di Euro [12]. Il Programma mira a garantire un flusso costante di ricerca di prim’ordine per garantire la competitività a lungo termine dell’Europa ed è strutturato attorno a tre pilastri: – Excellent Science; – Industrial Leadership; – Societal Challenges [12]. Horizon 2020 nel primo pilastro “Excellent Science – Research Infrastructure”, e nel terzo pilastro “Societal Challenges – Health, Demographic Change and Wellbeing” affronterà le patologie croniche che stanno diventando un peso insostenibile in tutti gli Stati Membri dell’UE [12]. 11 Health Policy no comunicable2_Layout 1 24/11/14 14:04 Pagina 12 A. M. Ferriero e M. L. Specchia Best practices per la gestione integrata della malattia In considerazione di quanto finora discusso appare evidente che il diabete occupa un posto di prim’ordine nell’agenda politica e sanitaria mondiale e vi è ormai ampia evidenza sulla gestione ottimale del diabete, che offre l’opportunità di migliorare la qualità di vita delle persone con la malattia [13]. Purtroppo tale gestione ottimale non raggiunge molte, forse la maggioranza delle persone che potrebbero beneficiarne e questo potrebbe essere spiegato da motivi diversi come la dimensione e la complessità degli interventi evidence-based, nonché la complessità della cura del diabete stesso. La mancanza di comprovate risorse economiche per la cura del diabete e la diversità degli standard di pratica clinica sono i risultati di questa situazione [13]. Il malato cronico, quale è il paziente diabetico, necessita di trattamenti efficaci, continuità assistenziale, informazione e sostegno per raggiungere la massima autogestione possibile, e di un follow up regolare e sistematico; perché ciò si possa realizzare è necessario un sistema di cura organizzato ed integrato [14]. Questi sistemi sottendono la necessità di migliorare l’integrazione ed il coordinamento nella gestione delle cure da un lato e di introdurre sistemi di partecipazione attiva del cittadino diabetico dall’altro, mantenendo al tempo stesso la specializzazione delle risorse professionali e la sostenibilità economica. Sono nati, pertanto, nuovi modelli assistenziali che possono essere definiti di gestione integrata, conosciuti anche come “care management programs” [15]. Gli elementi più importanti dell’assistenza per le persone con diabete secondo un modello di gestione integrata sono: – l’adozione di un protocollo diagnostico-terapeutico condiviso da tutti i soggetti interessati (Medici di Medicina Generale –MMG-, specialisti, infermieri, psicologi, assistenti domiciliari, direzioni delle aziende sanitarie, farmacisti, pazienti), ricavato dalle linee guida internazionali e/o nazionali ed integrato dalla conoscenza delle risorse utilizzabili; – la formazione degli operatori sulla malattia diabetica e le sue complicanze secondo un approccio multidisciplinare integrato; il coinvolgimento attivo del paziente nel percorso di cura (“patient empowerment”) [16]. Un esempio di modello di gestione integrata del paziente diabetico è il “case management”, che consiste nella presa in carico del paziente da parte di una figura professionale (case manager) che abbia il compito di supervisionare e coordinare l’intero iter terapeutico-assistenziale e che rappresenta il primo riferimento organizzativo per l’assistito, la sua famiglia e per tutti gli 12 operatori coinvolti nel piano di cura individuale [16]. Un altro modello integrato adatto a rispondere alle esigenze del paziente diabetico è il Chronic Care Model (CCM), basato sull’interazione tra il paziente e il team multi-professionale composto da operatori sociosanitari, infermieri e MMG. Tale approccio alla gestione delle patologie croniche dovrebbe aiutare la maggior parte dei pazienti, dei familiari o dei caregiver all’autogestione della malattia [14]. Questi modelli assistenziali di gestione integrata della malattia, nel caso del diabete, si sono dimostrati efficaci nel migliorare sia gli aspetti della qualità dell’assistenza sanitaria che gli esiti clinici rilevanti e sono approcci accomunati dal fatto di essere sistemi organizzati orientati alla popolazione, che pongono al centro dell’intero sistema un paziente informato ed educato, che gioca un ruolo attivo nella gestione della patologia da cui è affetto. Appare evidente, pertanto, come sia necessario incentivare tutte le iniziative che possono concorrere a far aumentare la partecipazione del cittadino diabetico, accrescendone la competenza con l’informazione ed una corretta educazione; bisogna educare i cittadini a corretti stili di vita ed informare i soggetti a rischio circa la disponibilità di strutture organizzate dove essere “presi in carico” con un approccio produttivo di “gestione integrata” [15]. Bibliografia 1. Kasper, Braunwald, Fauci, Hauser, Longo, Jameson. Harrison Principi di Medicina Interna. 16° edizione. 2. Epicentro - Istituto Superiore di Sanità. Diabete. Disponibile online al sito: http://www.epicentro.iss.it/problemi/diabete/diabete.asp (Ultimo accesso: 08.10.2014). 3. WHO. Diabetes Programmes. About diabetes. http://www.who.int/diabetes/action_online/basics/en/ (Ultimo accesso: 07 Ottobre 2014). 4. International Diabetes Federation. IDF Diabetes Atlas, 6th edn. Brussels, Belgium: International Diabetes Federation, 2013. http://www.idf.org/sites/default/files/ EN_6E_Atlas_Full_0.pdf (Ultimo accesso: 08.10.2014). 5. Epicentro. La patologia diabetica: dati di prevalenza a livello nazionale. Disponibile online al sito: http://www.epicentro.iss.it/igea/diabete/prevalenza.asp (Ultimo accesso: 08.10.2014). 6. Kanavos P, van den Aardweg S, Schurer W. LSE Health, London School of Economics. Diabetes expenditure, burden of disease and management in 5 EU countries. January 2012. Health Policy no comunicable2_Layout 1 24/11/14 14:04 Pagina 13 Patologia diabetica 7. Ministero della Salute. Dipartimento della Programmazione e dell’ordinamento del Sistema Sanitario Nazionale - DG Programmazione Sanitaria - Commissione Nazionale Diabete. Piano sulla malattia diabetica. Disponibile online al sito: http://www.salute.gov.it/imgs/c_17_pubblicazioni_1885_allegato.pdf (Ultimo accesso: 09.10.2014). 8. International Diabetes Federation. Global Diabetes Plan 2011-2021. Disponibile online al sito: http://www.idf.org/files/idf_publications/global_diabetes_plan_II_EN/global_diabetes_plan_II_EN/assets/common/downloads/publication.pdf (Ultimo accesso: 10.10.2014). 9. Improving Diabetes prevention in Europe. The IMAGE project. Disponibile online al sito: http://www.image-project.eu/ (Ultimo accesso: 10.10.2014). 10 SWEET Pediatric Diabetes. Working to create centers of reference. Disponibile online al sito: http://www.sweetproject.eu/relaunch/ (Ultimo accesso: 11.10.2014). 11 DIAMAP Road Map for Diabetes Research in Europa. Disponibile online al sito: http://www.diamap.eu/ (Ultimo accesso: 12.10.2014). 12 Horizon 2020. The EU Framework Programme for Research and Innovation. Disponibile online al sito: http://ec.europa.eu/programmes/horizon2020/en/ (Ultimo accesso: 12.10.2014). 13 International Diabetes Federation. Global Guideline For Type 2 Diabetes http://www.idf.org/global-guidelinetype-2-diabetes-2012 (Ultimo accesso: 12.10.2014). 14 Specchia ML, Capizzi S, Venditti A, Veneziano MA, La Torre G, Ricciardi W. Aspetti gestionali, organizzativi e di accesso relativi al trattamento con tocilizumab nel contesto di cura italiano. IJPH - Year 8, Volume 7, Number 2, Suppl. 2, 2010. 15 Liguori G, Parlato A, Russo P, Ugliano D, Alfieri R, Avolio M. Rapporto Osservasalute 2011. Malattie Metaboliche. 16 Centro Nazionale per la Prevenzione e il Controllo delle Malattie e Istituto Superiore di Sanità. Progetto IGEA. Gestione integrata del Diabete Mellito di tipo 2 nell’adulto. Documento di indirizzo. Aggiornamento 2012. 13 Health Policy no comunicable2_Layout 1 24/11/14 14:04 Pagina 14 Health Policy no comunicable2_Layout 1 24/11/14 14:04 Pagina 15 Marche Barometer Diabetes Observatory MARCHE BAROMETER DIABETES OBSERVATORY REPORT 2014 Coordinatore Enrico Bordoni, Direttore Agenzia Sanitaria Regione Marche Autori: Dario Bartolucci, Presidente Regionale SIMG / ASUR Marche Emilio Augusto Benini, Presidente Federazione Associazioni Pazienti Diabetici Regione Marche Claudio Maria Maffei Direttore Sanitario INRCA Ancona Massimo Boemi, Presidente SID Marche / INRCA-IRCCS, Ancona /IBDO FOUNDATION Valentino Cherubini, Presidente SIEDP Marche / Azienda Ospedali Riuniti, Ancona Fabio Filippetti, Responsabile TS Osservatorio Epidemiologico Regionale / ARS Marche Federico Grimaccia, The London School of Economics, Londra Cristina Mancini, Osservatorio Epidemiologico Regionale / ARS Marche Antonio Nicolucci, Fondazione Mario Negri Sud / Data Analysis IBDO FOUNDATION Maria Chiara Rossi, Fondazione Mario Negri Sud Franco Stazio, Responsabile Assistenza Ospedaliera Ricerca e Formazione, Servizio Salute Regione Marche Maurizio Sudano, Presidente AMD Marche / ASUR Marche Giacomo Vespasiani, Presidente Comitato Diabetologico Regione Marche / ASUR Marche Si ringraziano i Sistemi Informativi Statistici e di Controllo di Gestione della Giunta Regionale, Regione Marche 15 Health Policy no comunicable2_Layout 1 24/11/14 14:04 Pagina 16 Bartolucci D. et al. Premessa La Regione Marche ha storicamente dimostrato una grande sensibilità nei confronti della cura del diabete mellito. La legge regionale 9 dicembre 1987, n. 38 “Organizzazione e disciplina dei centri di Diabetologia e malattie del ricambio” è stata emanata pochi mesi dopo la legge 16 marzo 1987 n.115, risultando pertanto una delle prime in Italia. Sulla base di questa legge, che istituiva il Comitato Diabetologico Regionale come organo consultivo centrale dei decisori politici, si è sviluppata una rete informale di centri che a partire dalla seconda metà degli anni novanta ha gradualmente sviluppato interconnessioni informatiche fra i nodi sino al compimento del sistema attuale, unico in Italia, in cui i 13 centri, articolati a copertura di tutto il territorio regionale, risultano collegati ad un unico server centrale ed operano attraverso un gestionale comune. Il riconoscimento formale della rete è avvenuto solo nel più recente passato, in occasione della riforma del sistema sanitario regionale (DGR 1345 del 30/09/2013), normativa che tuttavia mette a rischio, attraverso un depauperamento delle risorse assegnate soprattutto in termini di capitale umano ed un declassamento delle unità costitutive, l’autonomia della rete e la sua capacità di funzionamento come riferimento specialistico diffuso. Tutto questo proprio nel momento in cui, anche attraverso il recepimento del Piano Nazionale Diabete (DGR 1480 del 28.10.2013), la Regione prende atto del crescente impatto del diabete sulla popolazione e sul sistema sanitario. A tale evoluzione si oppongono con forza le Associazioni dei Pazienti, recentemente federatesi in un unico organismo regionale che, anche attraverso una petizione, hanno richiesto la tutela dell’attuale servizio. Non c’è dubbio che l’ evoluzione epidemiologica della malattia diabetica osservabile anche nella Regione Marche e la contemporanea necessità di contenere la spesa sanitaria impongano lo sviluppo dell’attuale modello assistenziale con lo sviluppo di forme di gestione condivisa con la medicina territoriale. A tale proposito, contestualmente al recepimento del PND è stato approvato un documento, predisposto dal Comitato Diabetologico Regionale (“Linee di indirizzo organizzativo per la attuazione della gestione integrata delle persone con Diabete nella Regione Marche”) che pone le basi per tale sviluppo. Aspetti Demografici ed Epidemiologici La Regione Marche è caratterizzata da un elevato indice di invecchiamento (Figura 1) Figura 1: Piramide demografica Regione Marche, confronto 2002-2012. (Fonte: Sistema Informativo Statistico Regione Marche) ' 16 Health Policy no comunicable2_Layout 1 24/11/14 14:04 Pagina 17 Marche Barometer Diabetes Observatory I residenti marchigiani di ambo i sessi godono inoltre di una spettanza di vita ampiamente superiore a quello della media italiana (Figura 2). Figura 4 Tassi standardizzati di mortalità per diabete nella popolazione maschile. (Fonte ISTAT 2011) Figura 2 aspettativa di vita in entrambi i sessi, confronto Regione Marche – Italia. (Fonte: ISTAT 2012) Donne & ' Uomini L, Figura 5: Tassi standardizzati di mortalità per diabete nella popolazione femminile. (Fonte ISTAT 2011) ' L a prevalenza del diabete nella regione Marche era stimata nel 2012 al 5.3%, lievemente inferiore alla media nazionale (Figura 3.) Figura 3 Prevalenza della patologia diabetica nelle regioni italiane. (Fonte: ISTAT 2012) Sempre in riferimento alla mortalità, sembra sussistere un trend in aumento, soprattutto nel sesso maschile nel triennio 2009 – 2011 (Figura 6) Figura 6: Tassi standardizzati di mortalità per diabete nella Regione Marche, triennio 2009-2011. (Fonte ISTAT) ' I tassi standardizzati di mortalità per diabete in entrambi i sessi sono inferiori alla media nazionale (Figure 4 e 5) ' 17 Health Policy no comunicable2_Layout 1 24/11/14 14:04 Pagina 18 Bartolucci D. et al. La condizione di patologia anche nelle Marche risulta associata ad uno svantaggio sociale (Figura 7), essendo maggiore la prevalenza nei soggetti con bassi livelli di istruzione e/o reddito inferiore Figura 7: Svantaggio sociale e prevalenza di diabete. (Fonte Studio Passi- Regione Marche 2008 -2012) Nella figura 8 è riportato l’andamento annuale dei tassi standardizzati (sulla popolazione standard mondiale) d’incidenza di diabete tipo 1 per la fascia d’età 0-14 anni nel periodo 1989-2011. Si può osservare un andamento variabile dei tassi di incidenza, con una tendenza crescente statisticamente significativa (Tabella 1). Le fasce di età 5-9 e 10-14 evidenziano un rischio significativamente più elevato rispetto alla classe di età 0-4, rispettivamente del 36% e 37%. Nonostante questo, negli ultimi anni è evidente una tendenza all’aumento dell’incidenza proprio nei bambini più piccoli, dove si registra un aumento medio annuo del 3% (IC 95%: 0%-6%, p=0.03). Qualità dell’assistenza a) Assistenza Ospedaliera In accordo con il trend nazionale, anche nelle Marche nel quinquennio 2008-2012 si è registrata una progressiva riduzione dei ricoveri per diabete non controllato (Figura 9 e 10) e per complicanze della malattia (Figura 11 e 12); in entrambi i casi, i valori sono nettamente inferiori alla media nazionale. Fanno eccezione i dati di ricovero per amputazione non traumatica i cui valori, stabili nel tempo, sono superiori alla media nazionale (Figura 13), tuttavia, trattandosi di tassi grezzi, il numero maggiore di amputazioni potrebbe dipendere dalla maggiore età media della popolazione marchigiana. Figura 9: Tassi grezzi di ospedalizzazione per 100.000 per diabete non controllato, cofronto Regione Marche – Italia. (Fonte Ministero della salute “ Rapporto anuale sull’attività di ricovero ospedaliero” Dati SDO 20082012) Figura 8: Tassi di incidenza di diabete tipo 1 nella Regione Marche. (Fonte: Registro del diabete tipo 1 in età pediatrica della Regione Marche) Figura 10: Tassi di ospedalizzazione per malattia diabetica nelle regioni italiane. (Fonte Ministero della salute “Rapporto annuale sull’ attività di ricovero ospedaliero” Dati SDO 2012) Tabella 1: Rischio di sviluppo di diabete tipo 1 in rapporto alla fascia di età. (Fonte: Registro del diabete tipo 1 in età pediatrica della Regione Marche) 18 Variabili RR I.C. 95% p Periodo esordio 1.01 1.00 - 1.03 0.046 Classi Età (5-9 vs 0-4 anni) 1.36 1.09 - 1.70 0.006 Classi Età (10-14 vs 0-4 anni) 1.37 1.11 - 1. 71 0.004 Health Policy no comunicable2_Layout 1 24/11/14 14:04 Pagina 19 Marche Barometer Diabetes Observatory Figura 11: Tassi grezzi di ospedalizzazione per 100.000 per diabete con complicanze, confronto Regione Marche – Italia. (Fonte Ministero della salute “Rapporto annuale sull’ attività di ricovero ospedaliero” Dati SDO 2008-2012) b) Assistenza Specialistica L’evoluzione demografica ed epidemiologica della regione si riflette sulle caratteristiche della popolazione assistita dalla rete specialistica; l’ età media e la durata media di malattia sono in costante incremento nel periodo 2004-2011 (Figura 14) Figura 14: Il progressivo incremento medio dell’ età degli assistiti dalla rete diabetologica marchigiana nel periodo 2004-2011. (Fonte: File dati AMD Regione Marche) Figura 12: Tassi di ospedalizzazione per complicanze della malattia diabetica nelle regioni italiane. (Fonte Ministero della salute “Rapporto annuale sull’ attività di ricovero ospedaliero” Dati SDO 2012) La popolazione over 75 rappresenta il 30% degli assistiti, la percentuale più alta in Italia (Figura 15). Figura 15: Prevalenza degli assistiti di età maggiore o uguale a 75 anni nei centri della rete AMD: confronto fra regioni. (Fonte Annali AMD, Monografia Anziani con Diabete, 2011) Figura 13: Tassi grezzi di ospedalizzazione per amputazione non traumatica degli arti inferiori, confronto Regione Marche – Italia. (Fonte Ministero della salute “Rapporto annuale sull’ attività di ricovero ospedaliero” Dati SDO 2008-2012) ' Le performance assistenziali sono valutabili attraverso gli indicatori del File dati AMD. Nel periodo 20042007 si è rilevato un netto miglioramento delle performance in termini di compenso glicemico (indicatore di esito intermedio HbA1c) (Figura 16) 19 Health Policy no comunicable2_Layout 1 24/11/14 14:05 Pagina 20 Bartolucci D. et al. Figura 16: Performance della rete diabetologia marchigiana in termini di HbA1c nel periodo 2004-2011. (Fonte: File dati AMD Regione Marche) Figura 18: Evoluzione dell’ attività della rete diabetologia marchigiana nel periodo 2010-2013. (Fonte: File dati AMD Regione Marche) Nello stesso periodo, la valutazione dello score Q, indice sintetico di qualità della cura correlato al rischio di sviluppo Soggetti con score Q <1di 5 complicanze cardiovascolari, ha evidenziato un sostanziale miglioramento sia per la riduzione del numero di soggetti con score Q < 15 (associato ad un eccesso di rischio cardiovascolare dell’80% rispetto ad uno score Q > 25 ) che per l’ incremento di soggetti Soggetti con score Q >25 con score Q > 25. (Figura 18) c) La prospettiva della Medicina Generale Figura 17: Evoluzione della qualità delle cure (score Q) della rete diabetologia marchigiana nel periodo 20042011. (Fonte: File dati AMD Regione Marche) I dati della Medicina Generale si basano sulle osservazioni dei medici aderenti al programma di ricerca Health Search che raccolgono in maniera standardizzata le informazioni. L’ osservazione riguarda soggetti di età uguale o superiore a 14 anni. Da questi dati si evince una prevalenza di malattia diabetica in entrambi i sessi ben maggiore di quella segnalata dall’ ISTAT e dallo studio Passi e che è stimata nelle Marche fra 7-7.5% e 5.6-6.1% rispettivamente per il sesso maschile e femminile. Nella popolazione diabetica si osserva nel periodo 2003-2011 un progressivo incremento dei soggetti in sovrappeso ed obesi (Figura 19). Soggetti con score Q <15 Figura 19: Evoluzione dell’ eccesso ponderale nel periodo 2003-2011. (Fonte: Health Search) Soggetti con score Q >25 Resta tuttavia elevata la variabilità in termini prestazionali fra i diversi nodi della rete. Inoltre, a partire dal 2010, anno in cui si sono cominciate a ridurre le risorse umane assegnate alla rete diabetologia, si sta assistendo ad un progressivo peggioramento delle performance sia in termini di indicatori di processo che di esito intermedio (Figura 18). 20 I dati Health Search consentono anche un confronto fra regioni circa le scelte terapeutiche. Da tali dati si evidenzia soprattutto che nella Regione Marche, rispetto al resto d’ Italia, un elevato numero di soggetti non è trattato farmacologicamente. (Figura 20) Health Policy no comunicable2_Layout 1 24/11/14 14:05 Pagina 21 Marche Barometer Diabetes Observatory Figura 20: Tipologie di trattamento per la patologia diabetica nelle diverse regioni italiane (Fonte: Health Search) Figura 22: Spesa per farmaci antidiabetici nella regione Marche: confronto 2010-1011 (Fonte: Agenzia Regionale Sanitaria – Regione Marche) La distribuzione della spesa ricalca quanto noto a livello nazionale, essendo la componente maggiore dovuta alle ospedalizzazioni. Non si hanno dati circa il numero e relativo costo dei ricoveri per ipoglicemia. Infine, i dati registrati da un sottocampione di 23 Medici su una popolazione di 30.000 abitanti di età maggiore di 14 anni, rivelano un progressivo miglioramento delle performance in termini di indicatori di processo ma non in termini di indicatori di esito intermedio (HbA1c% a target). Il costo della patologia è ovviamente più elevato nei soggetti con più scadente controllo metabolico ma è interessante notare che i costi siano correlati alla qualità delle cure come evincibile dal già citato score Q. (Figure 23 e 24) Figura 23: Costo medio per paziente per ospedalizzazioni e terapie farmacologiche nelle Marche in rapporto al compenso glicemico, valutazione su 39127 soggetti. (Fonte: File Dati AMD Regione Marche – Fondazione Mario Negri Sud) Spesa Sanitaria Nelle Marche nel 2011 si consuma a livello territoriale una quantità di farmaci antidiabetici inferiore alla media nazionale con un costo per DDD (Defined Daily Doses) inferiore alla media nazionale (Figura 21). Figura 21: Il consumo di farmaci antidiabetici nelle diverse regioni italiane sulla base delle DDD. (Fonte: Rapporto OSMED 2011) Figura 24: Costo medio per paziente per ospedalizzazioni e terapie farmacologiche in base allo score Q, osservazione su 44731 soggetti nel periodo 2008-2012. (Fonte: File Dati AMD Regione Marche – Fondazione Mario Negri Sud) Fra il 2010 e il 2011 la spesa farmaceutica territoriale per i farmaci antidiabetici è rimasta sostanzialmente stabile (Figura 22). ' 21 Health Policy no comunicable2_Layout 1 24/11/14 14:05 Pagina 22 Bartolucci D. et al. Non sono facilmente ricavabili i dati relativi al costo dei presidi, soprattutto dopo il cambiamento di modalità distributive (dai centri specialistici alle farmacie territoriali), tuttavia nel documento (Doc. XVII n.16) approvato dalla 12° Commissione Permanente del Senato Italiano (Igiene e sanità) nella seduta del 4 Ottobre 2012 si legge che “La regione Marche e` particolarmente restrittiva nella concessione del materiale per l’autocontrollo sia per il diabete tipo 1 che per il diabete tipo 2”. Gestione Integrata Nonostante questa nuova modalità di gestione della patologia diabetica sia ampiamente riconosciuta come il futuro standard di cura di questa patologia, la sua applicazione sul territorio regionale è stata ad oggi attuata solo in via sperimentale con approcci differenti nelle differenti realtà geografiche. Ad oggi sussiste un elevato numero di persone con diabete gestite esclusivamente dalla medicina territoriale o dalla medicina ' specialistica come si evince dall’incrocio dell’archivio SDO Regionale, dal database delle prescrizioni farmaceutiche e dal database della rete specialistica diabetologia (Figura 25). Figura 25: Quantizzazione del livello di integrazione fra assistenza diabetologica territoriale e specialistica nella Regione Marche. (Fonte: Fondazione Mario Negri Sud) Conclusioni L’enorme crescita del numero di persone affette da diabete, associato all’aumento delle aspettative di vita e al peggioramento delle condizioni socio-economiche, porterà alla lievitazione dei costi legati alle ospedalizzazioni per le complicanze croniche. Manovre di contenimento dei costi sanitari non potranno mai, da sole, controbilanciare la crescita della spesa legata all’epidemia di diabete. Le Marche hanno raggiunto e mantenuto un elevato standard qualitativo nella cura della patologia diabetica. Ridimensionare la rete specialistica, un filtro importante per il contenimento delle ospedalizzazioni, potrebbe nel medio-lungo periodo risolversi in un peggioramento della qualità delle cure ed in un incremento dei costi di assistenza. D’altra parte, le dinamiche demografiche sopra esposte e la contingenza economica rendono improponibile centrare l’ assistenza alle patologie cronico degenerative sulla medicina specialistica alla quale devono essere principalmente demandati interventi di secondo e terzo livello. Il modello da perseguire è quello del chronic care model nel quale il punto centrale della rete di cura è un paziente reso in grado di gestire la propria patologia. Lo stesso modello ci spinge a promuovere un modello di risposta alla malattia diabetica che utilizzi il massimo di integrazione interprofessionale e interdisciplinare e coinvolga anche una dimensione sociale oltre che sanitaria. Tale percorso sarà tuttavia favorito dalla adozione su scala regionale del già citato protocollo d’ intesa sottoscritto fra associazioni dei Pazienti, Medicina Generale e specialisti diabetologi nell’ ambito del Comitato Diabetologico Regionale (DGR 1480 del 28.10.2013). 22 E’ quindi necessario assumere standard di cura applicabili alla realtà regionale, consolidare la rete specialistica anche garantendo livelli differenziati di intervento sul territorio, promuovere ed attuare compiutamente l’ integrazione con la medicina del territorio anche sfruttando l’elevato livello di know-how tecnologico regionale e rendere sempre più valutabile il sistema attraverso la raccolta di indicatori di attività, processo ed esito in tutte le componenti del sistema stesso. Health Policy no comunicable2_Layout 1 24/11/14 14:05 Pagina 23 Latest news on NCDs July-October 2014 Diabetes &... PREDIABETES AND (HIGHER) CANCER RISK Prediabetes — even at lower levels of impaired fasting glucose (IFG) as defined by the American Diabetes Association (ADA) — is associated with a significant increase in cancer risk that is independent of the effects of obesity, according to the results of a large new meta-analysis. Yuli Huang, MD, PhD, from First People’s Hospital of Shunde, Foshan, China, and colleagues found that prediabetes was associated with a 15% increased risk for cancer overall, based on data derived from 16 prospective cohort studies, with differing risks depending on the type of cancer. The risk was particularly increased for liver cancer and stomach or colorectal cancer. The study was published online September 8 in Diabetologia. KEY FINDINGS FROM THE NATIONAL DIABETES STATISTICS REPORT, 2014 More than 29 million people in the United States have diabetes, up from the previous estimate of 26 million in 2010, according to a report released on June by the Centers for Disease Control and Prevention. One in four people with diabetes doesn’t know he or she has it. The document is intended to provide up-to-date scientific data and statistics on diabetes and its burden in the United States and it’is available at: http://www.cdc.gov/diabetes/pubs/statsreport14/national-diabetes-report-web.pdf DIABETES: A MAJOR PUBLIC HEALTH CRISIS IN CHINA Diabetes has become a major public health crisis in China, with an annual projected cost of 360 billion RMB (almost 60 billion USD) by 2030. The number of people in China now living with diabetes — over 100 million — is greater than any other country in the world. Many were undiagnosed, untreated, or uncontrolled. This epidemic is the result of rapid societal transition that has led to an obesogenic environment against a backdrop of traditional lifestyle and periods of famine, which together puts Chinese people at high risk of diabetes and multiple morbidities. A Series in The Lancet Diabetes & Endocrinology examines the unique aspects of the diabetes epidemic in China and outlines potential public health strategies—such as targeted screening, improved prevention and access to care, and community support—that could help to manage diabetes in the evolving Chinese health system. http://www.thelancet.com/journals/landia/article/PIIS2213-8587(14)70144-5/fulltext SPIRALLING RATES OF HORMONE-RELATED DISEASE MAY BE DUE TO EXPOSURE TO HORMONE-MIMICKING SYNTHETIC CHEMICALS FOUND IN FOOD, DRINK AND EVERYDAY PRODUCTS New study says if a small portion of hormone-related cancers, diabetes and obesity, and infertility could be avoided by reducing exposure to hormone disrupting chemicals, then billions in costs from these diseases and conditions could be saved. A change in European chemicals policy could massively reduce costs associated with cases of hormone-related diseases and conditions. EU should act now. HEAL PRESS RELEASE: HEALTH COSTS IN THE EU HOW MUCH IS RELATED TO EDCS? Brussels, 18 June 2014 – Exposure to food and everyday electronic, cosmetic and plastic products containing endocrine disrupting chemicals (EDCs) may be costing up to €31 billion per year in the EU, according to a report launched today by the Health and Environment Alliance (HEAL). The calculation in the report draws on a list of diseases and conditions that expert scientists involved in EDC research have identified as “endocrine-related”. They are: Reproductive and fertility problems, including low sperm count; Abnormalities of the penis and testicles in baby boys; Cancer of the breast, prostate, testes; Children’s behavioural disorders, such as autism and attention deficit hyperactivity disorder (ADHD); Obesity and diabetes. http://www.env-health.org/IMG/pdf/18062014_final_health_costs_in_the_european_union_how_ much_is_realted_to_edcs.pdf In collaboration with the European Public Health Association 23 Health Policy no comunicable2_Layout 1 24/11/14 14:05 Pagina 24 Prevention & Risk Factors 24 STUDY: HEALTHY LIFESTYLE BEHAVIORS MAY PREVENT 80 PERCENT OF HEART ATTACKS Five recommended health behaviors may prevent four out of five heart attacks in men, a new study suggests. Middle-aged and older men were much less likely to have heart attacks over an average of 11 years if they drank moderately, didn’t smoke and did everything right on the diet, exercise and weight fronts, the study found. Only about 1 percent of men involved in the study fit into this ultra-healthy-living category. But they were 86 percent less likely to have heart attacks than those who ate poorly, were overweight, exercised too little, smoked and drank too much alcohol, the researchers said. EUROPEAN INNOVATION PARTNERSHIP ON ACTIVE AND HEALTHY AGEING VIDEO In 30 years’ time, there will be 150 million older people living in the EU. Society is ageing. But making sure our golden years are happier and healthier is not just down to the individual, it’s also down to the whole society, public and private sectors together. Improving the quality of life of older people is a priority for the European Commission. We are thus pleased to share with you a video, realised by the European Commission, on the importance of active and healthy ageing and targets a larger public. As you know, the European Innovation Partnership on Active and Healthy Ageing is committed, throughout Europe in this sense. This video refers to its action. The video can be found on the following Youtube channel: https://www.youtube.com/watch?v=R0ip9ZLRdZU EUROPEAN HEALTHY STADIA NETWORK: EUROPEAN SMOKE-FREE STADIA REPORT PUBLISHED ONLY 10 EUROPEAN FOOTBALL NATIONS HAVE RIGOROUS SMOKE-FREE STADIA POLICIES European Healthy Stadia Network has recently completed the first phase of three year programme that is advocating for smoke-free football stadia across Europe. Part one of the programme has developed an up to date report detailing those European football nations who have stadia with a total or partial ban on smoking, and more importantly, those without any smoke-free policy at all. This research has been funded by Healthy Stadia’s partnership with World Heart Federation and UEFA’s social responsibility department. Thanks should be given to agencies who have assisted in the process, including: Association of European Professional Football Leagues, Global Smokefree Partnership, European Network for Smoking Prevention, World Health Organisation, World Heart Federation and UEFA. Report available to download at: http://tiny.cc/pm9pix e-CIGARETTES COMMENTARIES IN IJPH FREE ONLINE The use and regulation of e-cigarettes is hotly debated and the World Health Organization (WHO), as the global authority for public health, has come under pressure from both pro-e-cigarette as well as contra-e-cigarette advocates. In contrast to the traditional tobacco debate with the public health research community arguing on one, and the tobacco industry and its constituencies on the other side, the current stage of the e-cigarette debate finds honest and independent public health scientists on both sides. Although it is obvious which one the tobacco and e-cigarette industries applaud, the more interesting question is why the public health community does not yet speak with “one voice”. In this issue, IJPH has invited two commentaries—both written by independent public health scientists—to express their current views. http://link.springer.com/article/10.1007/s00038-014-0598-y/fulltext.html E-CIGS DON’T HELP CANCER PATIENTS QUIT SMOKING New research raises doubts about the possible benefits of e-cigarettes for people with cancer. Smokers with cancer who used e-cigarettes along with traditional cigarettes were more dependent on nicotine than those who didn’t use the devices, a Memorial Sloan-Kettering study found. These patients were also just as likely — or less likely — to have quit smoking than patients who didn’t use e-cigarettes. The study, published online Sept. 22 in Cancer, involved almost 1,100 cancer patients who smoked. Between 2012 and 2013, the patients were enrolled in a tobacco treatment program at a comprehensive cancer center. http://www.webmd.com/cancer/news/ AJPH INVESTIGATES PUBLIC BIKE-SHARE PROGRAMS AND HEAD INJURIES A recent study from APHA’s American Journal of Public Health sheds new light on public bikeshare programs. The study, which compared 10 cities in the United States and Canada with and without bike-share programs, found that cities with bicycle shares are correlated with an increased proportion of head injuries among bicycle-related injuries. Appearing in cities from Washington, D.C., to Minneapolis, the public bike-share programs make bicycles available on a rental basis and increase options for access to physical activity within urban areas. The study found that in cities with bike-share programs, the proportion of head injuries among bicycle-related injuries increased from 42.3 percent before the programs began to 50.1 percent after. In comparison cities without sharing programs, the proportion of head injuries among bicycle-related injuries did not change significantly. Health Policy no comunicable2_Layout 1 24/11/14 14:05 Pagina 25 So what does all of this mean? According to the study, the majority of bike-share programs in North America do not provide helmets. While the study did not examine whether injured bicyclists were wearing helmets —or whether they were bike-share users at the time of their injuries — the researchers concluded the safety devices are important in sharing programs because of their ability to save lives. They called on programs to implement helmets in their planning and funding. http://www.publichealthnewswire.org/?p=10503 RIGA BECOMES A WHO EUROPEAN HEALTHY CITY On 6 June 2014, Riga, the capital and largest city of Latvia, joined the WHO European Healthy Cities Network. The WHO Country Office, Latvia delivered the membership certificate on behalf of WHO Regional Director for Europe Zsuzsanna Jakab during a conference on the city’s achievements in promoting healthy lifestyles. Riga is the largest city in the Baltic region, and has about 700 000 inhabitants: almost half of Latvia’s population. Healthy Cities is a global movement, with networks established in all six WHO regions that are committed to health and sustainable development: The WHO European Healthy Cities Network consists of nearly 100 cities and towns from 30 countries. http://www.euro.who.int/en/countries/latvia/news/news/2014/06/riga-becomes-a-who-europeanhealthy-city STUDY MAPS EU SCHOOL FOOD POLICIES FOR THE FIRST TIME As part of the European Commission’s efforts to help reduce childhood obesity, the Commission’s in-house science service, the Joint Research Centre (JRC), has published the first comprehensive report on school food policies in Europe. It shows that European countries acknowledge the important contribution of school food to children’s health, development and performance at school. All the countries studied (28 European Member States + Norway and Switzerland) have guidelines for school food, although these vary considerably. National measures aimed at promoting healthy diets in schools range from voluntary guidelines, for example for menus and portion sizes, to complete bans, including on marketing, of vending machines and sugar-sweetened drinks. https://ec.europa.eu/jrc/en/publication/eur-scientific-and-technical-researchreports/mapping- national-school-food-policies-across-eu28-plus-norway-and-switzerland HOW ARE BREAST CANCER CARE SERVICES ORGANISED IN EUROPE? The JRC published a comprehensive report of breast cancer care services in Europe based on a survey which analysed the current situation in 25 countries that voluntarily participated in the study. This report is a major step towards the development of a European quality assurance scheme for breast cancer services, which is part of the European Commission Initiative on Breast Cancer coordinated by the JRC. The ‘Report of a European survey on the organisation of breast cancer care services‘ covers healthcare organisation, cancer screening, breast cancer care organisation, safety and quality, accreditation and certification schemes, competence requirements for professionals and much more. The survey results illustrate a diversity of healthcare systems, showing that: - healthcare services are public in the majority of participating countries (88%); - independent of the respective country’s healthcare system, breast cancer care services can be organised along different models (e.g. one central body or multiple collaborating entities to cover all the stages of breast cancer care); at least seven models are represented in participating countries; - a national, standardised education path for breast cancer specialists is available in 64% of countries for physicians and in less than 50% for nurses and paramedical staff; - screening programmes for breast cancer are available in 22 countries, for cervical cancer in 18 countries and for colorectal cancer in 14 countries; - only half of the participating countries have at least one kind of quality assurance system for breast cancer services in place (e.g. private or public, national, local or hospital-based). The European Commission supports the development of a modular, flexible and evidencebased scheme, adaptable to the diverse healthcare organisational settings, ensuring all women in Europe get access to quality care. WHO GUIDELINES FOR SCREENING AND TREATMENT OF PRECANCEROUS LESIONS FOR CERVICAL CANCER PREVENTION This guideline provides recommendations for strategies for a screen-and-treat programme. It is intended primarily for policy-makers, managers, programme officers, and other professionals in the health sector who have responsibility for choosing strategies for cervical cancer prevention, at country, regional and district levels. 25 Health Policy no comunicable2_Layout 1 24/11/14 14:05 Pagina 26 Interesting publications on NCDs July-October 2014 Diabetes &... Cost, outcomes, treatment pathways and challenges for diabetes care in Italy. http://www.globalizationandhealth.com/content/10/1/58 Emerging trends in diabetes care practice and policy in the Netherlands: a key informants study http://www.biomedcentral.com/1756-0500/7/693 Developing recommendations to improve the quality of diabetes care in Ireland: a policy analysis http://www.health-policy-systems.com/content/12/1/53 Addressing diabetes at the crossroads of global pandemic and regional culture: Comment on “The curse of wealth - Middle Eastern countries need to address the rapidly rising burden of diabetes”. http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC4122077/ Undiagnosed diabetes from cross-sectional GP practice data: an approach to identify communities with high likelihood of undiagnosed diabetes. http://bmjopen.bmj.com/content/4/7/e005305.long Need and disparities in primary care management of patients with diabetes. http://www.biomedcentral.com/1472-6823/14/56 The effects of a web-based decision aid on the intention to diagnostic self-testing for cholesterol and diabetes: a randomized controlled trial http://www.biomedcentral.com/1471-2458/14/921 Diabetes self-management arrangements in Europe: a realist review to facilitate a project implemented in six countries. http://www.biomedcentral.com/1472-6963/14/453 Is Diabetes Color-Blind? Growth of Prevalence of Diagnosed Diabetes in Children Through 2030. Popul Health Manag. 2014 Oct 7. [Epub ahead of print] Exploring genetic variants predisposing to diabetes mellitus and their association with indicators of socioeconomic status www.biomedcentral.com/1471-2458/14/609 The effect of Mediterranean diet on the development of type 2 diabetes mellitus: a meta-analysis of 10 prospective studies and 136,846 participants. Metabolism. 2014 Jul;63(7):903-11. doi: 10.1016/j.metabol.2014.04.010. Metformin does not affect cancer risk: a cohort study in the U.K. Clinical Practice Research Datalink analyzed like an intention-to-treat trial. Diabetes Care. 2014 Sep;37(9):2522-32. doi: 10.2337/dc14-0584. Prevalence of metabolic syndrome among Roma: a comparative health examination survey in Hungary http://eurpub.oxfordjournals.org/content/early/2014/09/16/eurpub.cku157.abstract.html?papetoc 26 Health Policy no comunicable2_Layout 1 24/11/14 14:05 Pagina 27 Prevention & Risk Factors Obesity A public health threat in Hungary: obesity, 2013 http://www.biomedcentral.com/1471-2458/14/798 Thinness in the era of obesity: trends in children and adolescents in The Netherlands since 1980 http://eurpub.oxfordjournals.org/content/early/2014/08/14/eurpub.cku130.abstract.html A qualitative study of independent fast food vendors near secondary schools in disadvantaged Scottish neighbourhoods www.biomedcentral.com/1471-2458/14/793 Nutrition interventions at point-of-sale to encourage healthier food purchasing: a systematic review http://www.biomedcentral.com/1471-2458/14/919 Overview of 71 European community-based initiatives against childhood obesity starting between 2005 and 2011: general characteristics and reported effects www.biomedcentral.com/1471-2458/14/758 WHO European Childhood Obesity Surveillance Initiative: body mass index and level of overweight among 6-9-year-old children from school year 2007/2008 to school year 2009/2010 www.biomedcentral.com/1471-2458/14/806 Longitudinal changes in health behaviours and body weight among Swedish school children - associations with age, gender and parental education - the SCIP school cohort www.biomedcentral.com/1471-2458/14/640 Physical activity Views and experiences of behaviour change techniques to encourage walking to work: a qualitative study http://www.biomedcentral.com/1471-2458/14/868 A repeated measurement study investigating the impact of school outdoor environment upon physical activity across ages and seasons in Swedish second, fifth and eighth graders www.biomedcentral.com/1471-2458/14/803 Associations between objectively assessed child and parental physical activity: a cross-sectional study of families with 5-6 year old children www.biomedcentral.com/1471-2458/14/655 Barriers for recess physical activity: a gender specific qualitative focus group exploration www.biomedcentral.com/1471-2458/14/639 The impact of the natural environment on the promotion of active living: An integrative systematic review http://www.biomedcentral.com/1471-2458/14/873/abstract Parental perceived neighborhood attributes: associations with active transport and physical activity among 10-12 year old children and the mediating role of independent mobility www.biomedcentral.com/1471-2458/14/631 Smoking Changes in the profiles of smokers seeking cessation treatment and in its effectiveness in Galicia (Spain) 2001-10 www.biomedcentral.com/1471-2458/14/613 Socioeconomic inequalities in smoking habits are still increasing in Italy http://www.biomedcentral.com/1471-2458/14/879 27 Health Policy no comunicable2_Layout 1 24/11/14 14:05 Pagina 28 Barriers and facilitators for participation in health promotion programs among employees: a six-month follow-up study http://www.biomedcentral.com/1471-2458/1... Sexual orientation, social capital and daily tobacco smoking: a population-based study www.biomedcentral.com/1471-2458/14/565 Prevalence and factors associated with hardcore smoking in Poland: Findings from the Global Adult Tobacco Survey (2009-2010) www.biomedcentral.com/1471-2458/14/583 The effect of smoking on the duration of life with and without disability, Belgium 1997- 2011 www.biomedcentral.com/1471-2458/14/723 Other... Ambient particulate matter and lung cancer incidence and mortality: a meta-analysis of prospective studies http://eurpub.oxfordjournals.org/content/early/2014/09/08/eurpub.cku145.abstract.html Multiple chronic health conditions and their link with wealth assets http://eurpub.oxfordjournals.org/content/early/2014/09/05/eurpub.cku134.abstract.html Cardiovascular health in migrants: current status and issues for prevention. A collaborative multidisciplinary task force report. J Cardiovasc Med (Hagerstown). 2014 Sep;15(9):683-92. doi:10.2459/JCM.0000000000000069. Work economic sectors and cardiovascular risk factors: cross-sectional analysis based on the RECORD Study http://www.biomedcentral.com/1471-2458/14/750 Mental health and alcohol use: a cross-sectional study of the Finnish general population http://eurpub.oxfordjournals.org/content/early/2014/09/05/eurpub.cku133.abstract.html The associations between psychosocial working conditions and changes in common mental disorders: a follow-up study www.biomedcentral.com/1471-2458/14/588 28 Health Policy no comunicable2_Layout 1 24/11/14 14:05 Pagina 29 Health Policy no comunicable2_Layout 1 24/11/14 14:05 Pagina 30 Pubblicazione in attesa di registrazione Health Policy no comunicable2_Layout 1 24/11/14 14:05 Pagina 31