Parte la Cassa Mutua
Transcript
Parte la Cassa Mutua
Anno 2 Numero 2 Febbraio 2011 A cura di Lara Tropia Parte la Cassa Mutua Da gennaio i dipendenti godranno delle agevolazioni sanitarie A C on l'obiettivo di cercare di migliorare la nostra newsletter più volte mi sono chiesto come rendere più interessante questo spazio che, certamente, può avere un senso dedicare ad una breve introduzione degli argomenti trattati, ma, probabilmente, essere meglio sfruttato per brevi flash sulle iniziative in fieri o future. In tale ottica, posso anticipare che abbiamo preso contatto con le organizzazioni sindacali territoriali per giungere ad un accordo che consenta alle aziende associate di poter ottenere la detassazione delle competenze accessorie alla retribuzione (per esempio premi, straordinari, lavoro supplementare, etc.) previsti dalla circolare dell'Agenzia delle Entrate dello scorso mese di febbraio. Da un punto di vista più operativo, invece, siamo ormai alla stretta finale per la semplificazione delle operazioni di svincolo; stiamo infatti definendo gli ultimi dettagli per l'eliminazione della c.d. contropolizza e a breve saremo in grado di impartire le nuove disposizioni concertate con l'Agenzia delle Dogane. Buona lettura! * Massimo Moscatelli, Segretario Assagenti partire da gennaio i dipendenti delle aziende associate a Federagenti, la federazione italiana dei raccomandatari e dei mediatori marittimi, potranno usufruire dei servizi offerti dalla Cassa mutua, istituita nell'ambito del contratto nazionale, allo scopo di coprire totalmente o parzialmente il costo di servizi di assistenza sanitaria forniti dal sistema sanitario nazionale e da strutture convenzionate. Le prestazioni a cui potranno accedere i lavoratori, assunti con contratto a tempo indeterminato, sono di due tipi: sanitaria (Unisalute) e odontoiatrica (Odontonetwork). Per quanto riguarda le garanzie del piano sanitario di Unisalute, i dipendenti hanno diritto a un'indennità per i ricoveri ospedalieri che varia da 70 euro al giorno per i grandi interventi chirurgici a 40 euro al giorno per gli interventi chirurgici in day hospital. Inoltre, è previsto un massimale forfettario di 30 euro anche per gli interventi ambulatoriali. Il piano della Cassa mutua nazionale prevede anche il pagamento totale da parte di Unisalute, senza alcuno scoperto, per le prestazioni di alta diagnostica radiologica, accertamenti e terapie effettuate in strutture sanitarie convenzionate con Unisalute e in strutture del servizio sanitario nazionale, con un massimale annuo di 2500 euro per dipendente. In strutture sanitarie non convenzionate Unisalute provvederà a un rimborso, ma resterà a carico del dipendente il 30% della spesa sostenuta, con un minimo indennizzabile di 55 euro per accertamento diagnostico o ciclo di terapia. Anche le visite specialistiche rientrano nel piano della Cassa mutua, con il rimborso integrale dei tickets sanitari in strutture del servizio sanitario nazionale, con la copertura di un massimale annuo di 400 euro per dipendente. Unisalute provvederà anche al pagamento delle prestazioni di prevenzione effettuate una volta all'anno, in un'unica soluzione, in strutture sanitarie convenzionate e al rimborso delle spese per assistenza infermieristica domiciliare, effettuata da personale specializzato, nel limite di 25 euro al giorno per i primi 30 giorni successivi alla data di dimissione. Il programma di assistenza fornito da Odontonetwork prevede sia prestazioni gratuite per il lavoratore erogabili una volta all'anno (tra cui rimozione tartaro, trattamento di pronto soccorso, otturazione e ricostruzione temporanea, rimozione protesi fissa, posizionamento post estrattivo, visita specialistica di chirurgia orale), sia prestazioni con costo parzialmente a carico dell'assistito,entrambe effettuate nelle strutture odontoiatriche facenti parte della rete di Odontonetwork. Il contributo annuale per aderire alla Cassa mutua nazionale è di 168 euro, totalmente a carico dell'azienda firmataria del contratto nazionale dei dipendenti e associata, tramite le associazioni locali, a Federagenti. 1 Le circolari del mese N.026/11 Terminal Sech - Sospensione carico e ricarico pieni N.027/11 Agenzia Entrate - Circolare 2E - Quesiti obbligo comunicazione operazio ni con paesi black list N.028/11 Terminal VTE - Sospensione carico ricarico vuoti N.029/11 Terminal VTE - Ripresa attività carico scarico vuoti N.030/11 Terminal Sech - Ripresa attività N.031/11 Istituzione registro imprese storiche N.032/11 Porto Petroli - Accosto Delta levante N.033/11 Porto Petroli - Pontile Delta N.034/11 Porto Petroli - Accosto Delta levante N.035/11 Abu Dhabi Yacht Show 2011 N.036/11 Polizia Frontiera - Esenzione obbligo visto per Albania e Bosnia N,037/11 Convenzione 50&Più - Modello 730 N.038/11 Invito Propeller 24-2-11 - Evoluzione Porti N.039/11 Gruppo Giovani - Seminario carichi liquidi 02-03-11 N.040/11 Agenzia Dogane - Emendamenti Sicurezza Codice Doganale - Istruzioni integrative N.041/11 Porto Petroli - Accosto Beta Ponente N.042/11 Porto Petroli - Pontile Beta N.043/11 Porto Petroli - Accosto Beta Ponente N.044/11 Porto Petroli - Manutenzione programmata pontili N.045/11 Polizia Frontiera N.046/11 Rinvio invito Propeller 24-2-11 Evoluzione porti N.047/11 Torneo calcio Assagenti 2011 N.048/11 Terminal VTE - Sospensione carico e ricarico vuoti Gruppo Giovani Carichi liquidi l l fenomeno del time charter negativo è stato il tema dell'ormai tradizionale appuntamento sull'andamento dei noli nel mercato tanker, organizzato dal Gruppo Giovani Assagenti. Il 2 marzo alla Sala Richiamo del Mare della Capitaneria di Porto di Genova, Ennio Palmesino, Presidente di Genoa Sea Tanker e membro della Commissione formazione dell'Associazione agenti marittimi, ha presentato una relazione dal titolo "Cos'è il time charter negativo ". "Si tratta - spiega Alberto Banchero, della banchero costa & c. e Presidente del Gruppo Giovani Assagenti - di un fenomeno mediamente diffuso, che da il senso della situazione in cui ancora verte il settore cisterniero e non solo. L'equilibrio tra domanda e offerta di navi per il trasporto dei carichi di greggio e prodotti raffinati è squilibrata da costringere, talvolta, gli armatori a far girare le proprie navi in perdita piuttosto che non impiegarle". Il seminario, dopo una comparazione introduttiva sull'andamento dei noli nel 2010 rispetto al 2009, ha esaminato nel dettaglio le situazioni più critiche dell'anno passato per arrivare ad approfondire il tema centrale del time charter negativo. Commissione Mediatori marittimi Sezione speciale per gli esaminatori La Commissione si interroga sulle riforme della Bolkenstein e sulla formazione dei membri L '8 febbraio si è riunita la Commissione mediatori marittimi di Assagenti per discutere approfondimenti legali e commerciali in riferimento ai diritti, ai doveri e alla tutela della professione; potenziali necessità degli associati (coperture assicurative, previdenziali, freight market repot) e per riflettere circa il ruolo dei mediatori iscritti alla sezione speciale. Oggi il broker è un professionista esperto e aggiornato su molte problematiche del trasporto marittimo, al quale vengono spesso richiesti grossi studi di fattibilità in vari ambiti che necessitano di capacità, informazione, competenza e che sono di enorme beneficio per il committente. A questo riguardo esistono già alcune tutele nei confronti di eventuali rivalse del cliente ma la commissione ha deciso di coinvolgere anche un esperto di diritto societario marittimo per capire quali siano i diritti del mediatore nel fornire un servizio di questo tipo. Per quanto riguarda eventuali coperture assicurative P&I e previdenziali per gli amministratori delle società di brokeraggio la commissione ha deciso di verificare con il Fama, Fondo agenti marittimi, una base di calcolo comune sulla quale si dovranno versare i contributi. Per abbattere i costi delle singole aziende si è poi deciso di verificare la possibilità di avere, a livello associativo, abbonamenti a riviste che si occupano di freight market report. I membri della commissione hanno infine affrontato l'argomento dell'abolizione dei ruoli, con particolare interesse alla sezione speciale, a cui sono iscritti tutti i membri della commissione d'esame. Sarebbe interessante fare una verifica su chi sono attualmente i membri della sezione speciale in modo da riunirli e discutere con loro di un certo numero di argomenti riguardanti l'esame per accedere alla professione: la necessità di renderlo omogeneo in tutta Italia, eliminando quindi le attuali disparità, coordinarne impostazione e organizzazione, valutare la necessità di aggiornamento e formazione dei commissari, con particolare riferimento alla materia del diporto che necessità di approfondimento per permettere che ai candidati diportisti vengano fatte domande specifiche e mirate. Lavorare sulle commissioni d'esame significa andare nella direzione di qualificazione e tutela della professione anche in virtù del fatto che il mediatore può dare un contributo interessante anche in altri contesti (nel caso di perizie del tribunale, per esempio). La commissione ha deciso di rivolgersi a Federagenti, la federazione nazionale degli agenti marittimi per capire come si fa ad accedere alla sezione speciale e se è ancora possibile, per sapere chi sono gli attuali membri e per conoscere gli uffici pubblici dove può intervenire il mediatore iscritto alla sezione speciale a livello nazionale. 2 È Genova la candidata a essere la porta d’Europa di Giovanni Cerruti, Presidente Assagenti e Amministratore Delegato di Gastaldi Holding V i sono m o l t e buone ragioni per scegliere Genova quale scalo base per qualsiasi Compagnia di Navigazione che decida di servire il Mediterraneo; sono convinto di questo e se posso, quando parlo con gli armatori, lo enfatizzo forse esagerando anche un po'. Non c'è dubbio che il porto di Genova abbia fatto molti passi avanti in questi ultimi anni ed è giusto riconoscerlo. Ma all'interno delle cosiddette "quattro mura domestiche" ci possiamo dire quello che non va in casa nostra e quello che servirebbe per traguardare il futuro, senza per questo essere accusati di disfattismo? La "mission" che dovrebbe guidare le azioni di tutti coloro che operano nel e vivono del porto è quella di lavorare per aumentare i traffici. I traffici portano ricchezza, lavoro, opportunità, in sintesi rappresentano il futuro della nostra comunità. Chiediamoci quindi quali attrattive può offrire oggi il porto di Genova ai suoi utilizzatori, siano essi armatori o importatori ed esportatori, e vediamo se queste attrattive sono sufficienti a creare le condizioni necessarie all'espansione dei traffici. Abbiamo aree sufficienti in porto, certamente ancora non utilizzate al 100%. Abbiamo aree che si aggiungeranno alle attuali per darci la possibilità, entro 3-4 anni, di raddoppiare i volumi, sino e oltre i 3,5 milioni di teus. Da questo punto di vista, Genova risulta essere già la principale porta di transito dei traffici containerizzati da e per il Nord Italia. Mi sembrerebbe quindi ragionevole sostenere che nell'ambito del progetto "Ligurian ports", sia molto più razionale concentrare le specificità su di un unico polo, piuttosto che disperdere i traffici su più realtà portuali diverse, che in quel caso si troverebbero a competere l'una contro l'altra, mancando ognuna di una sufficiente forza economica in grado di finanziare i necessari collegamenti infrastrutturali con il mercato. Cristoforo Cannavese, Presidente dell'Autorità Portuale di Savona, dice che è meglio essere il più povero dei porti ricchi che il più ricco dei porti poveri. Pur nel rispetto delle specificità di ogni scalo, io non condivido questa visione che trovo francamente molto provinciale e decisamente poco futurista. Se si vuole portare avanti il progetto della piattaforma di Vado Ligure, benissimo, ma non illudiamoci che questo progetto sia in grado di aumentare i traffici (escludendo eventuali contenitori in trasbordo) , che attualmente gravitano sul sistema dei porti liguri. Ciò non avverrà e al contrario possiamo ipotizzarne un riallineamento. Mi pare ovvio che APM sia interessata alla realizzazione del progetto Vado Ligure, e per creare maggiori aspettative, si sostiene che Vado sarebbe l'unico terminal in grado di ospitare le nuove mega navi ordinate da Maersk. A prescindere dal fatto che proprio Maersk dichiara che l'unico porto nel Mediterraneo destinato ad ospitare le nuove 18,000 teus class sarà Algeciras, rimane il fatto che se le restrizioni esistenti a Genova (pescaggi e portata delle gru) dovessero impedire l'operatività a questo tipo di nave, credo che sarebbe di gran lunga più economico per l'intera comunità dragare il fondale di Genova ed acquistare nuove gru a Voltri, piuttosto che costruire un nuovo Terminal a Vado. Paradossalmente, è come se, avendo i pneumatici dell'auto consumati, optassimo per acquistare un auto nuova. Genova e solo Genova può e deve candidarsi ad essere la porta principale verso il cuore dell'Europa. Ma per fare ciò, non ci servono nuovi porti; ci serve un collegamento ferroviario efficiente, per dare la possibilità a noi operatori (agenti, spedizionieri e terminalisti) di intercettare oltre un milione di container di traffico "italiano" che già oggi transita per i porti del Nord Europa, ed essere in grado di creare una nuova direttrice di traffico che serva la Svizzera e il sud della Germania, passando per il capoluogo Ligure. Se avremo questo (e naturalmente un sistema doganale comparabile a quello del Nord Europa), io sono pronto a scommettere che gli armatori, che la mia categoria rappresenta, saranno molto interessati a dirottare le mega navi verso il nostro porto. Per concludere, penso sarebbe opportuno che la Regione Liguria, nell'ambito del progetto "Ligurian Ports", definisse in modo chiaro i ruoli che i porti di Genova, La Spezia e Savona dovranno ricoprire nei prossimi anni.Tutto ciò tenendo ben conto delle criticità esistenti, e fornendo quindi un indirizzo alle poche risorse private che eventuali folli imprenditori volessero investire dalle nostre parti. Buoni propositi per il porto che verrà Molti cuochi e tanti ingredienti per mettere sulla tavola la ricetta del futuro dello scalo A l tavolo dei relatori durante il convegno “Il porto che verrà” organizzato da Repubblica e ospitato dalla Capitaneria di Porto di Genova lo scorso 18 febbraio erano seduti il Presidente dell’Autorità Portuale Luigi Merlo e l’Ammiraglio Felicio Angrisano. Davanti a un nutrito pubblico di rappresentanti del mondo portuale genovese i due esponenti delle autorità hanno condiviso le loro opinioni e le loro visioni sul porto del capoluogo ligure. Merlo recupera in parte l’affresco di Piano e annuncia un piano regolatore portuale ricco di soluzioni operative, soprattutto lo inserisce in un progetto più ampio che abbraccia le tre autorità portuali liguri: La Spezia, Genova e Savona sulla base delle rispettive esigenze logistiche. L’Ammiraglio pensa che la Capitaneria possa fare di più per migliorare gli standard di sicurezza e aumentare l’efficienza del porto. Per questo motivo decide di spostare il cannone, che una volta il suo predecessore aveva puntato sull’Autorità portuale, su se stesso: «affinché sia un incentivo a fare di più, a migliorare». Al convegno sono intervenuti alcuni degli esponenti del mondo portuale per condividere le proprie riflessioni sul futuro dello scalo genovese, entrando nei dettagli di ogni singolo settore: l’integrazione della Fiera, il superbacino, il futuro dell’area di Hennebique e della Darsena, tra i temi più “delicati”, ma anche il collegamento con i porti del Nord Africa attraverso le Autostrade del Mare, che per l’inquilino di Palazzo San Giorgio sembra essere una delle sfide principali per mantenere Genova al centro del Mediterraneo. Si è parlato anche di lavoro portuale al tavolo di confronto sul futuro del primo scalo ligure, ospitato dalla Capitaneria di Porto, con il Segretario generale della Filt-Cgil Giacomo Santoro e con il Console della Compagnia Unica Paride Batini, Antonio Benvenuti, che con un’abile metafora ha paragonato il porto di Genova a una minestra: «Siccome la dobbiamo mangiare, vogliamo sapere chi la cucina e quali ingredienti ci mette, oltre a sederci al tavolo insieme agli altri». Non sono mancati i buoni intenti e le promesse di far crescere la portualità genovese, scongiurando, come ha sottolineato Ignazio Messina, amministratore delegato dell’omonimo gruppo armatoriale, situazioni passate, quando molti operatori scelsero La Spezia a causa delle discordie genovesi e quando Maersk mise gli occhi su Savona per avere un proprio terminal contenitori. Da questa riflessione è partito anche Giovanni Cerruti, Presidente Assagenti, che rivolgendosi a Merlo sottolinea come gli sforzi degli operatori per far crescere i traffici trovano un limite oggettivo nelle infrastrutture, argomento più volte battuto, ma nodo centrale per portare Genova in Europa. 3