Per le nozze più attese dell`anno qualcuno è disposto ad uccidere
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Per le nozze più attese dell`anno qualcuno è disposto ad uccidere
21 LA NUOVA PROVINCIA MARTEDÌ 3 NOVEMBRE 2015 Giornalista, e appassionato di romanzi polizieschi, costruisce delitti ispirandosi al giallo classico dei tempi d’oro GIORNALISTA E SCRITTORE Riccardo Santagati, 37 anni, scrive su La nuova provincia di politica e attualità. Prima, per oltre dieci anni, ha scritto di cronaca nera Dopo la pubblicazione del suo primo libro, “I delitti di Castelmorte”, con “Youcanprint Edizioni”, Riccardo Santagati, giornalista del bisettimanale “La nuova provincia”, è nuovamente in questi giorni in libreria con il suo nuovo romanzo, pubblicato da Ciesse Edizioni, giovane e dinamica casa editrice di Padova che ha come obiettivo la pubblicazione di opere di qualità e la scoperta di nuovi e potenziali talenti. “Neri fiori d’arancio” è un giallo avvincente, ben costruito, di curiosa e affascinante ambientazione e dal tono divertito e divertente, in particolare nella singolare ed efficace scelta dei nomi dati a personaggi, attività commerciali, vie e luoghi del paese in cui la storia è ambientata. L’esperienza decennale di Santagati come cronista di nera, ma anche la sua passione e conoscenza per il noir e il genere giallo, sono ben impiegate nell’elaborazione letteraria che ci riporta a Castelmorte, piccolo centro tra le colline dell’Astigiano, teatro di una serie di delitti su cui si troverà ad indagare Adalberto Golia, giornalista del “Reporter Astigiano”. Precisione nella strutturazione dell’indagine, in cui sono impegnati i vari personaggi che se ne occupano, dal commissario al medico legale, dal magistrato di turno allo stesso giornalista, protagonista del romanzo, e la sua amica Agatha Paradiso (il cui nome rende omaggio alla regina del giallo Agatha Christie). Ma anche un quadro preciso del territorio in cui è collocata la storia, dalle sue caratteristiche geografiche alle sue tradizioni, dalla sua storia ai tratti caratteristici della vita della città e del piccolo paese. Già disponibile nelle librerie di Asti ed anche in forma di eBook, “Neri fiori d’arancio” sarà presentato sabato pomeriggio, alle 16, negli spazi della biblioteca civica “Massimo Quaglino” di Refrancore. Sarà in realtà un ritorno: lo scorso anno la biblioteca aveva ospitato la presentazione del primo libro di Santagati. E, questa volta, dopo lo spazio la Piazza dedicato a “Neri fiori d’arancio”, Santagati parlerà dell’apporto di tre autori alla nascita e all’innovazione del genere giallo: un pomeriggio in compagnia di Arthur Conan Doyle, Agatha Christie e Rex Stout. Nello scorso mese di settembre una presentazione in anteprima del secondo romanzo giallo di Riccardo Santagati era stata proposta in una serata all’Archivio di Stato in compagnia della musica di Chopin della pianista Ernesta Aufiero, nell’ambito del Caffè letterario in musica dell’associazione Alma. In quell’occasione Santagati aveva anche intrattenuto gli ospiti con una panoramica sui padri fondatori del giallo e con curiosità su alcuni scrittori che ne hanno fatto la storia. m.m.t. ■ [culture&spettacoli] IN LIBRERIA. IL NUOVO ROMANZO GIALLO AMBIENTATO NELL’IMMAGINARIO PAESE DI CASTELMORTE D’ASTI Per le nozze più attese dell’anno qualcuno è disposto ad uccidere Il giovane giornalista del Reporter Astigiano indaga sulla misteriosa uccisione del promesso sposo ritrovato cadavere nell’ossario del cimitero del paese DI MARTA MARTINER TESTA «Da un bel po’ i clienti della rinomata farmacia Lazzaretto di Castelmorte non facevano che parlare dell’imminente matrimonio tra la giovane dottoressa Elisa Barberis, figlia minore dei titolari, e Matteo Cancelliere, unico tassista della cittadina, dopo un fidanzamento durato poco più di un anno. Tre erano i motivi per cui quelle nozze erano diventate di pubblico dominio. Tanto per cominciare, la farmacia Lazzaretto, che prendeva il nome dall’ex ricovero per appestati costruito secoli addietro nel borgo antico, era una vera istituzione di Castelmorte dove tutti i cittadini, prima o poi, finivano col diventare affezionati clienti, specialmente quelli più avanti con l’età. La promessa sposa, inoltre, dopo quattro anni di fidanzamento aveva scaricato a sorpresa e senza troppi problemi il discendente di una delle poche nobili famiglie dell’Astigiano, per coronare il nuovo sogno d’amore, particolare che non era passato inosservato tra i castelmortesi, maestri nell’arte del pettegolezzo. Infine la sorella maggiore di Elisa, Clara, l’anno precedente aveva ottenuto un bel po’ di notorietà in televisione e sui giornali perché, nella biblioteca comunale di cui era la responsabile, aveva rinvenuto il cadavere di un uomo, ammazzato durante una serie di atroci delitti». Prende il via così, annunciando i “fiori d’arancio” intorno a cui si svilupperà l’intera storia, il nuovo romanzo di Riccardo Santagati, ambientato ancora una volta in un piccolo centro dell’Astigiano e con protagonisti i personaggi che già avevamo imparato a conoscere nel suo primo lavoro. “Neri fiori d’arancio”, pubblicato da Ciesse Edizioni, si presenta con uno stile fresco, spigliato, a tratti sferzante e LA PRIMA PUBBLICAZIONE “I delitti di Castelmorte” UN NUOVO GIALLO ASTIGIANO “Neri fiori d’arancio” - Ciesse Edizioni (disponibile in versione cartace a e in eBook), è il secondo romanzo scritto dal giornalista Riccardo Santagati accompagna il lettore in una geografia ed atmosfere allo stesso tempo fantasiose e realistiche nel raccontare il territorio e le sue peculiarità. Uno specchio fedele anche delle dinamiche che spesso caratterizzano la vita del paese, così come delle reazioni e atteggiamenti di particolari categorie sociali. Aspetti che vengono alla luce attraverso il lavoro e le indagini del giovane cronista Adalberto Golia e di Agatha Paradiso, segretaria dell’agenzia di onoranze funebri Cordoglio, che si trovano a far luce su una serie di omicidi che funestano il paese. Un ruolo niente affatto secondario quello delle Pie Donne del Santissimo Sacramento, le «Abbiamo bisogno di parlare con lei per cinque funerali». «Per Bacco! E chi sono le cinque salme di cui mi devo occupare?» «Noi, siamo le salme». attempate e del tutto singolari perpetue della chiesa di San Sebastiano, sempre attentissime a captare notizie e pettegolezzi. «A Caronte venne quasi un mezzo infarto quando, alzando gli occhi, si trovò l’intero plotone schierato davanti alla scrivania. Le perpetue lo guardarono estasiate, come di solito osservavano don Marinetti quando, durante le messe, alzava l’ostia consacrata verso il cielo invocando Nostro Signore Gesù Cristo. “Posso… posso esservi utile?”. “Sì, abbiamo bisogno di parlare con lei per cinque funerali”. “Per Bacco! E chi sono le cinque salme di cui mi devo occupare?”. “Noi, siamo noi le salme”». Arriva il giorno delle nozze, ma lo sposo non si presenta all’altare. Sarà una delle perpetue a scoprire il suo cadavere, nascosto nell’ossario del cimitero. «“Voglio informarvi che c’è un morto nell’ossario del nostro cimitero”. “Sì, è normale che ci siano dei morti dentro i cimiteri”, rispose l’operatore pensando che dall’altra parte del telefono ci fosse qualcuno in vena di scherzi. “Certo, però quello di cui vi parlo si sarebbe dovuto sposare ieri pomeriggio, ma non si è presentato alla cerimonia”». Per la seconda volta nel giro di poco più di un anno la signora Fangioni si trova così a scoprire un cadavere. Delle indagini è incaricato il commissario Mastrogiacomo, ma si rivela determinante l’apporto dato all’inchiesta dal giornalista Golia. Ben presto, un secondo omicidio fa pensare chiaramente all’esistenza di un oscuro mistero intorno a quel matrimonio. Un terzo decesso è la conferma che quei “fiori d’arancio” nascondono segreti per i quali si è disposti ad uccidere. Grande attenzione e precisione impiega Santagati nella costruzione del giallo, dalla definizione dei personaggi alla costruzione degli abili, dall’elaborazione del movente alla creazione degli indizi che portano alla soluzione del giallo. «“Abbiamo visto che il vostro giardino si estende fino alla cancellata che divide la proprietà dalla strada – proseguì il Un passo indietro per chi ancora non avesse letto “I delitti di Castelmorte”, il romanzo d’esordio di Riccardo Santagati. A Castelmorte d’Asti si progettano i festeggiamenti per i mille anni del borgo antico. L’evento viene però funestato da una serie di omicidi: l’anziana maestra della cittadina, ormai in pensione, viene trovata senza vita e poco dopo anche il parroco della chiesa di San Sebastiano viene ucciso in sagrestia. Sui delitti indagano un cronista del Reporter Astigiano e una sua amica, appassionata di gialli e impiegata nell’unica agenzia funebre di Castelmorte. A collaborare alle indagini anche le perpetue del sacerdote ucciso, le Pie Donne del Santissimo Sacramento, sempre attente a ciò che si racconta in paese. I delitti però non finiscono lì. Ma dove si trova Castelmorte? «Dista una quindicina di chilometri dal capoluogo di provincia, in tempi molto remoti era stato uno dei bastioni difensivi dell’antico comune di Asti. In epoca medievale aveva goduto di una prosperità enorme grazie alla presenza di un castello (da qui la prima parte del nome) dove venivano mandati a morire (ecco spiegata la seconda parte) i nemici della città. Si dice che i vigneti della Barbera impiantati sulle verdeggianti colline intorno al castello producano uno dei vini più prelibati dell’intero Piemonte e questo, secondo la tradizione, perché furono innaffiati per secoli con il sangue dei prigionieri politici che scorreva in abbondanza dal suolo dei sotterranei del maniero». commissario – Quindi è molto probabile che qualcuno dei vostri ospiti, che si trovava in giardino mentre si svolgeva il rinfresco di vostra figlia, possa aver visto passare lo scooter della vittima oppure qualche altro dettaglio utile alle indagini”». Una strutturazione attenta del giallo che si cala con frequenti riferimenti nell’atmosfera del territorio in cui la storia è ambientata. «Quando il commissario ricevette la telefonata si trovava insieme al vice Scagliola seduto al ristorante Don Rodrigo. Era intento a degustare un celestiale piatto di tajarin al sugo d’arrosto». Ma ci sono anche le immagini di un territorio alternativo, angoli di città come si vorrebbe che fossero: «Adalberto era ancora a letto e stava facendo uno strano sogno che si riproponeva con una certa regolarità da alcuni mesi a quella parte. Si trattava di una fantasia assurda perché, non si sa per quale motivo, immaginava di essere il sindaco di Asti, senza alcun assessore intorno, senza un consiglio comunale cui far riferimento, e di poter ridisegnare la città abbattendo palazzi, allargando strade, trasformando intere piazze di cemento in deliziosi giardini all’inglese. La sua Asti era troppo bella per essere vera ma, proprio per questo, il sindaco Golia ci lavorava da mesi ovvero da quando aveva iniziato a fare quello strano sogno». «C’è un morto nell’ossario del nostro cimitero». «Sì, è normale che ci siano dei morti». «Certo, però quello di cui vi parlo si sarebbe dovuto sposare ieri».