le cooperative bolognesi ei nativi digitali

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le cooperative bolognesi ei nativi digitali
LE COOPERATIVE
BOLOGNESI E I
NATIVI DIGITALI
Ricerca condotta da
Open Group - Infanzia e Giovani
in collaborazione con
Dipartimento di Scienze dell’Educazione
“Giovanni Maria Bertin”
dell’Universita` di Bologna
Promosso da
Con il contributo di
Collana Open Books
Progetto a cura di
Piero Ingrosso e Anna Zuccheri
Ricerca condotta da
Monica Campion e Azeb Lucà Trombetta con il contributo
scientifico della professoressa Federica Zanetti
del Dipartimento di Scienze dell’Educazione
“Giovanni Maria Bertin” dell’Università di Bologna
Schede tecniche “Social media e strumenti digitali
per le attività educative” a cura di
Alessandro Chalambalakis
Grafica e impaginazione a cura di
Riccardo Mazzoli e Franco Leon
Pubblicato da Open Group
INTRODUZIONE
PReMESSA
ATTIVITÀ
DI MAPPATURA
E RICERCA
DOTAZIONE TECNOLOGICA
DOTAZIONE TECNOLOGICA
Le tecnologie digitali stanno cambiando in maniera radicale il modo di comunicare,
apprendere, informarsi e socializzare delle giovani generazioni che utilizzano internet,
social network, tablet e smartphone fin dai primi anni di età. Oggi in Italia i nativi
digitali, vale a dire bambini e adolescenti che stanno crescendo in contesti fortemente
digitalizzati, sono quasi 10 milioni; di questi più di 710 mila vivono in Emilia-Romagna (il
16% del totale dei residenti in Regione) e oltre 140 mila abitano nel comune di Bologna
e nella sua provincia.
Una nuova generazione di cittadini, consumatori, utenti e futuri soci di cooperative si
sta formando nella nostra società, esprimendo bisogni inediti e potenzialità ancora
non del tutto definite. La finalità principale di questo progetto è stata dunque quella di
analizzare il rapporto tra adolescenti e tecnologie digitali al fine di fornire un pacchetto
di informazioni e dati utili a ridurre il digital divide inter-generazionale che ostacola
e rallenta istituzioni e imprese nell’individuare, comprendere e soddisfare le nuove
esigenze delle generazioni digitali. L’obiettivo finale è stato quello di gettare le basi per
la costruzione, all’interno del tessuto socio-economico bolognese, di un ecosistema
di innovazione composto da imprese consapevoli del ruolo che le tecnologie digitali
stanno avendo nella formazione di giovani e giovanissime generazioni. La complessità
dell’argomento solleva una molteplicità di domande. Per iniziare a trovare risposte
adeguate Legacoop Bologna ha promosso un percorso di mappatura, di ricerca e di
restituzione con un approccio multidisciplinare e multipiattaforma.
La prima fase del progetto è stata dedicata a una mappatura del rapporto tra imprese
e giovani generazioni digitali, partendo dallo scenario internazionale fino ad arrivare
ad analizzare la situazione locale. Per stimolare le imprese ad avviare una riflessione
sul rapporto tra giovani e tecnologie digitali è stata organizzata una video intervista
con Marc Prensky, lo studioso americano che per primo nel 2001, in una sua pubblicazione accademica, ha coniato la definizione Digital Natives. La video intervista a Marc
Prensky, registrata il 7 novembre 2013 presso gli studi di Radio Città del Capo, è stata
condivisa con le imprese attraverso la pubblicazione su un canale dedicato all’interno
della piattaforma YouTube (xnatividigitali) ed è tuttora on line a disposizione per chi
volesse approfondire questo tema.
Dopo la fase di mappatura è stata avviata una ricerca sistematico-qualitativa promossa da Legacoop Bologna e condotta dalla cooperativa sociale Open Group - Infanzia
e Giovani, in collaborazione con il Dipartimento di Scienze dell’Educazione “Giovanni
Maria Bertin” dell’Università di Bologna.
L’équipe di ricerca, sotto la supervisione dalla professoressa Federica Zanetti, ha
condotto un’analisi interpretativa basata sull’intervista a testimoni privilegiati, ovvero
adolescenti che quotidianamente vivono la relazione con le tecnologie digitali. Il percorso si è articolato nei cinque classici step degli studi qualitativi: rassegna ed analisi
della letteratura, costruzione dello strumento intervista, raccolta ed analisi dei dati,
sistematizzazione dei risultati e diffusione delle conclusioni elaborate.
La prima parte del lavoro è stata quindi dedicata all’elaborazione dello strumento di
rilevazione. La scelta è ricaduta sull’intervista semi-strutturata in quanto essa permetteva di raccogliere il dato mantenendo al centro il soggetto intervistato e la sua esperienza. Grazie alla collaborazione con alcuni insegnanti si è poi proceduto con l’individuazione dei soggetti da intervistare. La decisione di rivolgersi alla scuola è stata
dettata unicamente da esigenze di tipo organizzativo-logistico e non restringe la ricerca
ad aspetti puramente legati all’ambito didattico-formativo. Per garantire che il gruppo
dei partecipanti fosse il più possibile eterogeneo, al momento della selezione, è stato
chiesto ai docenti di tener conto di 4 profili emergenti dalle fonti scientifiche consultate.
Essi possono essere visti come un continum che comprende sia coloro che sono riusciti ad integrare in maniera efficace ed efficiente le tecnologie nella propria vita, sia
coloro che appaiono più disinteressati ed inesperti:
• Esperto tecnologico integrato,
• Tecnologico “intellettuale”,
• Tecnologico “sociale”,
• Disorientato tecnologico.
Le interviste semi-strutturate sono state realizzate nei mesi di marzo e aprile 2014, ed
in totale ne sono state realizzate 30, della durata media 26 minuti, a ragazzi di età
compresa tra gli 11 e 14 anni, di cui 18 maschi e 12 femmine, frequentanti tre diversi
istituti comprensivi appartenenti alla città di Bologna, alla sua periferia e ad una provincia limitrofa.
Una volta raccolte tutte le audio-interviste si è proceduto alla loro trascrizione in formato digitale così da procedere all’analisi testuale attraverso uno specifico strumento
informatico: il software ATLAS, che rientra tra i programmi CAQDAS (Computer Assisted Qualitative Data Analysis Software).
Il presupposto che sta alla base di questo programma di analisi è coerente con la metodologia della Grounded Theory, solitamente utilizzata per mettere in luce i processi
sottostanti alle affermazioni di determinati soggetti riguardanti un particolare fenomeno, così da produrre nuove concettualizzazioni a partire da un approccio induttivo.
I risultati dell’analisi, riportati nelle pagine successive, hanno permesso al gruppo di
lavoro, e speriamo anche al lettore, sia di rafforzare alcune considerazioni ed intuizioni derivanti dalle proprie esperienze che di aprire nuovi spunti di riflessioni su:
- l’uso personale che gli adolescenti fanno delle tecnologie a loro diposizione,
- il modo in cui vengono esperite all’interno del contesto familiare e scolastico,
- il ruolo assunto dagli adulti in questi contesti,
- le prospettive di sviluppo e miglioramento.
Proprio in merito a quest’ultimo punto la constatazione della varietà e quantità di
strumenti utilizzati da giovani, ha animato un importate dibattito tra i media educator
di Open Group sulla loro valenza educativa che, in ultima istanza, ha determinato l’elaborazione di alcune schede tecniche “social media e strumenti digitali per attività
educative”, che vengono condivise per la prima volta in questo lavoro e possono essere da spunto per il rinnovamento delle pratiche.
ATTIVITÀ
DI RESTITUZIONE
E DISSEMINAZIONE
DOTAZIONE TECNOLOGICA
I risultati della ricerca sono stati condivisi con rappresentanti di imprese bolognesi nel
corso di un workshop tenutosi Martedì 24 Giugno 2014 presso l’aula multimediale di
Open Group a Bologna. All’incontro hanno partecipato figure professionali provenienti
dal mondo della comunicazione, del marketing e delle politiche sociali di cooperative
e imprese bolognesi attive in diversi settori merceologici. Dopo aver illustrato i risultati
della ricerca, il workshop è proseguito con una fase di confronto sull’esperienze che
ciascun impresa sta registrando o intraprendendo sul tema giovani generazioni digitali.
Per estendere la restituzione dei risultati della ricerca a tutte le imprese della Provincia di Bologna, i contenuti raccolti in tutte le fasi del progetto sono stati impaginati
all’interno di questo libro digitale in formato e-book.
Questo e-book rappresenta un primo importante tassello nella riduzione del digital divide inter-generazionale che separa le imprese bolognesi dal mondo dei nativi digitali.
BACKGROUND
TEORICO
PARTECIPAZIONE
E
DIGITALE
PARTECIPAZIONE DIGITALE
Nell’era digitale si moltiplicano le forme e le possibilità espressive dell’uomo. Da un lato
aumentano, infatti, i modi e gli strumenti di elaborazione multimediale, che basandosi
oggi sui canoni dell’ipertestualità aprono a composizioni a struttura reticolare,
aperta e flessibile, capaci di creare dei nodi tra testi, immagini e suoni1 e dall’altro si
moltiplicano i canali, i mezzi di diffusione e, cosa ancor più sorprendente, le modalità
di accesso a tali canali.
Non dimenticando né sottovalutando l’importantissimo dibattito sul digital divide, ciò
significa che, in via teorica, attualmente le persone dispongono sia dei mezzi necessari
per raccontare la propria storia sia dei canali per diffonderla e condividerla con estrema
facilità ed immediatezza2. Diretta conseguenza è che narrazioni individuali, punti di
vista personali sul mondo si aprono al confronto generando un processo interattivo e
reciproco di feedback che modifica profondamente la natura e la direzione dei flussi
comunicativi.
In altre parole la maggiore disponibilità di strumenti tecnologici, quali fotocamere
digitali, videocamere e software per l’editing low-cost, da parte della “gente
ordinaria”, l’utilizzo di interfacce sempre più semplici ed intuitive, la ricerca di
un più pervasivo collegamento tra i vari dispositivi, la diffusa accessibilità alla
informazione e alla comunicazione permessa dalla banda larga, ha ormai nettamente
riconfigurato il rapporto tra produttore e consumatore3 e determinato il definitivo
passaggio dal Web 1.0 al 2.04. Mentre una volta il processo era di tipo top-down
(comunicazione “uno-a-molti”), il soggetto fruitore si metteva in una posizione di
passività nei confronti dei mezzi di comunicazione e della cultura prodotta da un
gruppo ristretto di soggetti produttori, oggi, assistiamo all’affermazione di processo
di tipo buttom-up5 (comunicazione “molti-a-molti”) in cui i ruoli sono profondamente
mescolati e sovente si riassumo nella stessa persona che viene definita quindi
come prosumer6. Gli utenti acquisiscono un nuovo ruolo, decisamente più attivo,
diventano creatori mediali, co-costruttori e produttori di contenuti (usergenerated
content), ma soprattutto cittadini attivi della cultura e della società a cui partecipano7.
È possibile quindi affermare che i media tecnologici di ultima generazione (digitali,
multimediali, interattivi) abbiano profondamente riconfigurato le modalità espressive,
comunicative, narrative degli esseri umani e quindi la stessa cultura8. Non è infatti
possibile considerarli e analizzarli se non attraverso l’ottica tecnosociale proposta
da Jenny Weight9, ossia per la loro stretta relazione con l’uomo e con i suoi modi
di esperire il mondo. Essi non rendono solo possibile il processo di comunicazione
ma si pongono in una posizione di mediazione tra gli esseri umani, divenendo parte
integrante della esperienza quotidiana e della attività culturale, in particolare dei
giovani come ci confermano svariate ricerche sia nazionali che internazionali sul tema.
A loro più che ad altri viene riconosciuta la capacità di padroneggiare e ricombinare i
diversi codici in una logica convergente, che mettendo insieme vecchi e nuovi media,
conduce all’elaborazione di nuovi linguaggi e nuovi contenuti mediali, da loro stessi
poi distribuiti.
1 Diaz Noci J. (2003), La scrittura ipertestuale, Seminario intensivo disciplinare della comunicazione e tecnologia multimediale, Facoltà di Scienze Sociali e della comunicazione, Università del Paese Basco, pp. 10-14.
2 Burgess J. (2006), Hearing Ordinary Voices: Cultural Studies, Vernacular Creativity and Digital Storytelling, “Continuum: Journal of Media & Cultural Studies”, 20, 2, pp.
201-214.
3 Buckingham D. (2002), Crecer en la era de los medios electronico, Morata, Madrid, p. 96.
4 Roush W. (2006), Yahoo’s Web 2.0 overhaul, in “Technology Review”, p. 1, online http://www.technologyreview.com/Infotech/16883/
5 Jenkins H.; Deuze M. (2008), Editorial, in “Convergence Culture”; 14; 5, p. 5.
6 Il termine prosumer è stato coniato nel 1980 dal sociologo americano A. Toffler, Per un breve inquadramento del concetto si rimanda a Grassi C. (2002), Sociologia
della comunicazione, Bruno Mondadori, Milano, pp. 229-230.
7 Jenkins
H.
(2006), Convergence
culture:
where
old
and
new
media
collide,
New
York
University
Press, New York, p.6.
8 Ito
M.
et
al.
(2008),
Foreword, in “The
Ecology
of
Games:
Connecting
Youth, Games, and Learning”. Edited by Katie Salen. The John D. and Catherine T. MacArthur
Foundation
Series
on
Digital
Media
and
Learning.
The
MIT
Press, Cambridge,
vii–ix.
9 Weight J. (2006). I, Apparatus, You: A Technosocial Introduction to Creative Practice, in “Convergence”, 12; p. 413.
COMPETENZA E
CITTADINANZA
DIGITALE
ALCUNE
QUESTIONI
PEDAGOGICHE
PARTECIPAZIONE DIGITALE
PARTECIPAZIONE DIGITALE
Anche per questo negli anni si è profondamente modificata la definizione di “competenza
digitale” che, come indicato nelle Raccomandazione del Parlamento Europeo e del Consiglio
del 18 dicembre 2006, non può più essere intesa e confusa con la mera capacità tecnica ma
rimanda ad una dimensione molto più ampia ed estremamente complessa. Saperi ed abilità
informatiche diventano propedeutici per un’azione responsabilmente e consapevolmente
agita che consenta al soggetto di partecipare attivamente alla vita democratica e sociale
realizzandosi come persona.
Con il termine “competenza digitale”, considerata oggi come la quarta delle competenze
chiave per l’apprendimento permanente, fattore fondamentale per lo sviluppo economicosociale, intendiamo quindi il “saper utilizzare, con dimestichezza e spirito critico, le tecnologie
della società dell’informazione (TSI) per il lavoro, il tempo libero e la comunicazione”. Lo
sviluppo di tale competenza pertanto non può più essere ad esclusivo appannaggio
dell’educazione formale, che da tempo ha attivato un’importante riflessione sul tema,
ma deve divenire priorità anche per quella non-formale ed informale, il cui contributo, al
momento, sembra rimasto molto meno definito. Incapace di delineare e formalizzare ciò che
può offrire nell’educazione dell’homo sapiens digitale10 o all’evoluzione digitale della specie,
per riprendere il titolo dell’ultimo rapporto Censis sulla Comunicazione11. Impegnarsi in tale
ambito risulta però quanto mai doveroso per chi opera nel contesto socio-educativo affinché
il divario tecnologico non si trasformi o accentui le disuguaglianze sociali e culturali12. Poiché
analizzando con attenzione il contesto socio-economico e culturale attuale, ci accorgiamo
che, di fatto, la competenza digitale è “alla base della cittadinanza digitale che è l’estensione
naturale, il completamento e l’interpretazione globale delle nuove forme di interazione e di
vita sociale e politica. La “cittadinanza digitale non è una forma diversa di cittadinanza,
ma l’estensione della cittadinanza come fin ad ora l’abbiamo intesa con le competenze
ad essa connesse (imparare ad imparare, progettare, collaborare e partecipare, agire in
modo autonomo e responsabile, comunicare, risolvere problemi, individuare collegamenti
e relazioni, acquisire e interpretare l’informazione) che debbono realizzarsi nel contesto
virtuale allo stesso modo che nella vita reale”13.
Le innovazioni tecnologiche e il loro rapporto con le giovani generazioni, nella scuola così
come in famiglia, danno origine a dibattiti che, se affrontati ancora una volta attraverso
la contrapposizione tra apocalittici ed integrati14 (ossia tra coloro che ritengono un errore,
e quasi uno scandalo, l’abbandono delle forme tradizionali di diffusione del sapere, e gli
entusiasti ed acritici sostenitori dell’innovazione) ci impediscono di affrontare in profondità
una riflessione sulla cultura digitale e di cogliere le nuove opportunità valorizzando la
dimensione dell’intrattenimento con l’aspetto educativo e dell’apprendimento, la dimensione
cognitiva con quella dell’utilità, dell’attrattività e dell’interazione, in dispositivi potenziati in
cui si integrano poliedricità e multifunzionalità.
È ormai assodato che le “tecnologie dell’informazione e della comunicazione”, ovvero pc,
tablet, smartphone e le “tecnologie dell’edutainment”, ovvero videogiochi e console, i-pod,
intrattenimento televisivo sono strumenti di utilizzo quotidiano, tuttavia ciò che spesso è
sottovalutato è che attorno ad essi si costruiscono relazioni tra adolescenti e adulti, si
sviluppano interazioni educative attraverso le quali si negoziano e ratificano regole, norme,
ruoli, identità appartenenze e valori sia individuali sia collettivi. Attualmente i contesti
familiari, scolastici ed extrascolastici, sono infatti caratterizzati dalla presenza, da un lato, di
strumenti ad uso prevalentemente individuale e fisso, con uno scopo specifico e, dall’altro,
di apparecchiature pervasive e mobili, “wearable” o “ubiquitous computing”, veri e propri
ambienti digitali distribuiti, in cui si fa esperienza di socialità e solitudine, di apprendimenti
formali ed informali e in cui prendono forma e si costruiscono le relazioni.
La letteratura e i media abbondano di interrogativi su come tali strumenti digitali modifichino
il cervello delle giovani generazioni, sempre più veloci e multitasking15, iper competenti,
considerati troppo spesso adolescenti cyberdipendenti e sul ruolo giocato dalle tecnologie
nei fatti di vandalismo informatico o di cyber bullismo, ma, a ben pensarci, il tema dei rischi e
delle opportunità andrebbe affrontato sotto un’altra ottica, attraverso un approccio educativo
critico ed equilibrato, abbandonando quelli celebrativi o allarmisti, rimettendo al centro gli
adolescenti con le loro competenze e con il loro livello di consapevolezza e la loro relazione
con gli adulti di riferimento. Occorre chiedersi ad esempio se, gli spazi di solitudine della
rete non siano quelli che colmano le solitudini fuori dalla rete, in quegli spazi lasciati vuoti
10 Prensky M. (2013), La mente aumentata. Dai nativi digitali alla saggezza digitale, Erickson, Trento.
11 Valerii M., Marcelli S., Conti Nibali M., Lapenna L., Zaccardi E. e Altieri, M.. (2013), Undicesimo Rapporto sulla comunicazione. L’evoluzione digitale della specie, Censis.
12 Per un’introduzione sulla multiprospettica natura del paradigma del digital divide, si veda DiMaggio P., Hargittai E., Celeste C., Shafer S. (2004), Digital inequality: From
unequal access to differentiated use, in K. Neckerman (a cura di), Social inequality, Russell Sage Foundation, New York, pp. 355-400.
13 Falcinelli F. (2012), I giovani e i media, in “Education Sciences & Society”, 3, 1.
14 Cfr. Eco U. (1964), Apocalittici e intergrati, Bompiani, Milano.
15 Manacorda E., “Come ci cambia Facebook”, L’Espresso, 22 novembre 2012.
dagli adulti, alla ricerca di un ruolo credibile e responsabile nel reale così come nel virtuale.
“Far leva su un approccio incentrato sul ragazzo ci consentirà di riconoscere con maggiore
chiarezza quello che, forse, è il principale contributo di internet, e cioè il modo in cui viene
usata per sfumare i confini tra sfere sociali finora nettamente separate, come quelle tra
pubblico e privato, locale e globale, maschile e femminile, apprendimento e divertimento,
lavoro e tempo libero, mondo adulto e mondo giovanile”16.
Emerge spesso, dalle parole dei giovani sulle tecnologie e sul loro rapporto con esse, una
percezione di distanza (poco interesse e scarsa valorizzazione) e di allontanamento percepita
da parte degli adulti per loro significativi (genitori, insegnanti, educatori). La questione del
cosiddetto “participation gap” (il divario di partecipazione)17 necessita di un approccio
complesso e problematico per poterne cogliere significati e suggerimenti propositivi in
ambito educativo e soprattutto per non cadere nelle rappresentazioni cariche di pregiudizi
e di stereotipi che caratterizzano spesso i confronti su tecnologie, società e cultura digitale.
Come afferma Jenkins “alcuni difensori delle nuove culture digitali si sono comportati come
se i giovani potessero semplicemente acquisire queste competenze per conto proprio,
senza l’intervento o la supervisione degli adulti. Bambini e ragazzi, in effetti, conoscono
questi nuovi ambienti comunicativi meglio della maggior parte di genitori ed insegnanti”18.
Ed il focus sta proprio in questo: le giovani generazioni non hanno bisogno tanto di “essere
protette”, schermate dal digitale e dal cambiamento di paradigma culturale di cui è portatore,
ma, semmai al contrario, di essere maggiormente coinvolte in un processo dialogico, di
riflessione critica, che permetta loro di costruirsi più pienamente una conoscenza sull’uso e
sulle esperienze e competenze che stanno costruendo.
Non essere presenti come adulti in questa riflessione sulle tecnologie e sui molteplici ambienti
ed esperienze a cui esse aprono, innanzitutto nella scuola e poi nei vari contesti formativi,
non implica solamente una “semplice” assenza degli adulti nei processi di innovazione,
ma apre a più profondi e preoccupanti scenari. La cultura del laisse-faire, rilevano diversi
studiosi, comporta difetti e problematiche quali le disuguaglianze rispetto all’accesso e
alle opportunità di partecipazioni dei giovani alle ICT; il presupporre che i digital natives
siano in grado di riflettere autonomamente sulle loro esperienze nei media (il così detto
problema della trasparenza) e infine, di grande importanza, il rinunciare a guidarli, nel loro
ruolo di produttori e consumatori di forme espressive poco conosciute dagli adulti, verso
uno sviluppo di norme etiche e di comportamento per affrontare la “vita on-line” (il problema
della sfida etica).
16 Livingstone S., Ragazzi online. Crescere con internet nella società digitale, trad. it. Milano, Via e Pensiero, 2010, p. 46.
17 Cfr. Jenkins H., Culture parteciptive e competenze digitali, Guerini Studio, Milano, 2010, p.77
18 Ibidem, p. 76
LA RICERCA
FINALITÀ
DELLA
RICERCA
DOTAZIONE TECNOLOGICA
DOTAZIONE TECNOLOGICA
Studiare il rapporto degli adolescenti con le tecnologie
digitali, al fine di ridurre il digital divide intergenerazionale
che ostacola e rallenta istituzioni e imprese nell’individuare,
comprendere e soddisfare le nuove esigenze delle
generazioni digitali.
Il nostro non è sicuramente il primo studio
che parla di adolescenti e tecnologie, diversi sono i report che annualmente vengono
presentati dai più autorevoli istituti di ricerca1
per monitorare questa complessa relazione e
le sollecitazioni che ci provengono da gruppi
di lavoro universitari sia italiani che stranieri. In questi anni si è assisto tuttavia ad una
predominanza delle ricerche di tipo quantitativo, interessate soprattutto a rilevare
l’estensione del fenomeno, la diffusione di
certe tecnologie e comportamenti collegati
al digitale, rispetto a quelle di tipo qualitativo volte ad indagare in profondità il senso e
il significato delle pratiche giovanili. Anche
per questo motivo, in accordo con il committente, si è quindi deciso di realizzare una
ricerca interpretativa basata sull’intervista a
testimoni privilegiati2.
Lo scopo era quello di studiare il rapporto
degli adolescenti con le tecnologie digitali,
per ridurre il digital divide intergenerazionale
che ostacola e rallenta istituzioni e imprese
nell’individuare, comprendere e soddisfare le
nuove esigenze delle generazioni digitali.
Il mezzo scelto l’intervista semi-strutturata in
quanto, come ci ricorda Kanizsa3, essa per-
RICERCA INTERPRETATIVA
BASATA SULL’INTERVISTA
A TESTIMONI PRIVILEGIATI
mette di raccogliere il dato mantenendo al
centro il soggetto intervistato e la sua esperienza. Pur prevedendo, infatti, una serie di
temi da toccare precedentemente determinati dall’intervistatore sulla base dell’analisi
della letteratura esistente e delle sue supposizioni, essa consente di adattare il colloquio
in corso di realizzazione in relazione ad esigenze emergenti, il presentarsi di argomenti
non inizialmente previsti ma necessitanti di
approfondimento, lo stile comunicativo, il
modo di ragionare, l’abilità linguistica e la
capacità argomentativa dell’intervistato.
Infine, i testimoni privilegiati, in questo caso,
non potevano che essere coloro che quotidianamente vivono la relazione oggetto di
studio ossia gli adolescenti.
Il percorso di ricerca si è articolato nelle
cinque classiche fasi degli studi qualitativi:
rassegna ed analisi della letteratura, costruzione dello strumento intervista, raccolta ed
analisi dei dati, sistematizzazione dei risultati
e restituzione, diffusione delle conclusioni
elaborate.
1 Ci riferiamo in questo caso ai Rapporti nazionali sulla condizione dell’Infanzia e dell’Adolescenti elaborati da Eurispes e Telefono Azzurro e ai vai Rapporti annuali del
Censis sulla comunicazione.
2 Trinchero R. (2002), Manuale ricerca educativa, FrancoAngeli, Milano, p. 60.
3 Kanizsa S. (2000), L’intervista nella ricerca educativa, in S. Mantovani, La ricerca sul campo in educazione. I metodi qualitativi, Mondadori Milano, pp. 35-81.
IL PERCORSO
DI
RICERCA
DOTAZIONE TECNOLOGICA
Fase 1 Rassegna letteratura
• Analisi della letteratura nazionale
e internazionale esistente
Fase 2 Elaborazione strumento
• Definizione degli obiettivi. Scelta dei
testimoni privilegiati selezione scuole.
Predisposizione traccia dell’intervista
Fase 3 Raccolta dati
• Contatto con testimoni privilegiati.
Realizzazione interviste modalità
face to face
Fase 4 Analisi dei dati
• Trascrizione interviste. Analisi materiale
mediante software ATLAS.ti
Fase 5 Conclusioni e diffusione dei risultati
• Condivisione interpretazioni. Progettazione
e realizzazione di uno strumento ad alta
fruibilità
I
TESTIMONI
PRIVILEGIATI
DOTAZIONE TECNOLOGICA
DOTAZIONE TECNOLOGICA
Benchè il campione non sia rappresentativo a fini statici,
la scelta degli intervistati è avvenuta in maniera ragionata
tenendo in conto di 2 aspetti fondamentali: territorialità e
eterogenità.
In seguito quindi alla definizione dello scopo
della ricerca, della metodologia e delle linee
progettuali generali, il gruppo di lavoro si è
interrogato su quanti e quali soggetti intervistare.
Considerando la letteratura sull’argomento e
i dati demografici specifici raccolti sulla realtà bolognese, la selezione dei partecipanti
è stata orientata da due criteri fondamentali:
territorialità ed eterogeneità.
In virtù del primo sono stati individuati tre
istituti comprensivi appartenenti alla città di
Bologna, alla sua periferia e ad una provincia
limitrofa. La decisione di rivolgersi alla scuola è stata dettata unicamente da esigenze di
tipo organizzativo-logistico e non restringe la
ricerca ad aspetti puramente legati all’ambito didattico-formativo. La scuola permetteva
infatti di entrare in contatto velocemente con
un bacino eterogeneo di individui (secondo
criterio) sufficientemente rappresentativo
dell’intera popolazione e non connotato da
specifiche caratteristiche (come i gruppi parrocchiali, i centri di aggregazione, ecc.).
Per rispettare ulteriormente il criterio dell’eterogeneità è stato inoltre chiesto alle insegnanti, che ci hanno aiutato nella selezione
In particolare è stato chiesto alle insegnanti di selezione gli
studenti in base a 4 profili emergenti dalla letteratura:
1- Esperto tecnologico integrato
2- Tecnologico “intellettuale” (con prevalenza di utilizzo a
scuola, tecnologie assenti o poco utilizzate nel contesto
“privato”)
3- Tecnologico “sociale” (poco interesse per tecnologie a
scuola, molto utilizzate in altri contesti)
4- Disorientato tecnologico
finale delle unità, di tener conto di 4 profili
emergenti dalle fonti scientifiche consultate:
1- Esperto tecnologico integrato, dimostra
buone competenze digitali sia in ambito scolastico che familiare;
2- Tecnologico “intellettuale”, con prevalenza di utilizzo del digitale a scuola, tecnologie
assenti o poco utilizzate nel contesto privato;
3- Tecnologico “sociale”, manifesta poco interesse per le tecnologie a scuola, che utilizza invece molto in altri contesti;
4- Disorientato tecnologico, sostanzialmente
disinteressato al digitale.
La traccia dell’intervista predisposta ha cercato di combinare i due diversi aspetti della
vita di un adolescente, formale ed informale,
cercando di intrecciarli con le dimensioni
dell’online e dell’offline.
Trattandosi infatti di un’intervista semi-strutturata non era prevista una ferrea scaletta di
domande da rispettare ma dei temi narrativi
da esplorare nel corso dell’interazione dialogica. In particolare l’intervista si è articolata
su 5 nuclei tematici.
L’INTERVISTA:
I CINQUE
NUCLEI TEMATICI
INTERVISTe
REALIZZATE
DOTAZIONE TECNOLOGICA
DOTAZIONE TECNOLOGICA
DIETA MEDIATICA
TRA ONLINE/OFFLINE
Obiettivo: rilevare dotazione
tecnologica individuale e far
emergere modalità d’uso
indagare se i due ambiti
si influenzano a vicenda
e come
- 3 Istituti coinvolti
- 30 ragazzi, d’età media 12 anni.
Scuole
M
F
I.C. Argelato
7
4
I.C. 1 Cento
4
5
I.C. 9 Bologna
7
3
totale
18
12
CONSAPEVOLEZZA
Obiettivo: valutare la
capacità di descrivere
strumenti ed opportunità
RAPPRESENTAZIONI SUL TEMA
Obiettivo: comprendere la
capacità di riconoscersi e
dare significato alla
definizione di nativi digitali
ADULTI SIGNIFICATIVI
E REGOLE
Obiettivo: ricostruire il
sistema di regolamentazione
Durata media: 26:29 (senza presentazione ricerca e
saluti finali).
PROCEDURA DI
RACCOLTA ED
ANALISI DEI DATI
IL
SOFTWARE:
ATLAS.ti
DOTAZIONE TECNOLOGICA
DOTAZIONE TECNOLOGICA
Le interviste semi-strutturate sono state realizzate nel mesi di aprile 2014.
Per quanto concerne le procedure di raccolta dei dati si è deciso di evitare di utilizzare
la telecamera a favore di un meno invasivo
smartphone; ipotizzando che tale dispositivo
fosse maggiormente accettato dagli adolescenti e rappresentasse un oggetto a loro
estremamente familiare. La telecamera o il
registratore audio avrebbero infatti potuto
mettere in difficoltà gli adolescenti o condizionare le risposte portando ad esplicitare
affermazioni socialmente desiderabili ed
inoltre, nel caso della telecamera, avrebbe
raccolto un dato, quello visivo, non rilevante
ai fine dell’indagine.
Una volta raccolte tutte le audio-interviste si
è proceduto alla loro trascrizione in formato digitale in file di testo, così da procedere
all’analisi testuale attraverso uno specifico
strumento informatico: il software ATLAS.ti
5.0.4
Il presupposto che sta alla base di questo
programma di analisi è coerente con la metodologia della Grounded Theory, solitamente utilizzata per mettere in luce i processi
sottostanti alle affermazioni di determinati
soggetti riguardanti un particolare fenomeno, così da produrre nuove concettualizzazioni a partire da un approccio induttivo. Anche
se è opportuno richiamare la matrice teorica
da cui sono derivate molte caratteristiche
del software, è anche doveroso esplicitare
che, la sua versatilità lo rende adatto anche
ad altri impianti teorici e percorsi di ricerca.
L’uso di ATLAS.ti permette, infatti, di svolgere
un’analisi dei dati iterativa, ricorsiva e finalizzata, molto simile a quanto avverrebbe con
la tecnica carta e matita, ma in maniera molto più sistematica e veloce. In questo specifico caso, il ricorso al software informatico
ATLAS.ti, che rientra tra i programmi CAQDAS
(Computer Assisted Qualitative Data Analysis
Software), è stato proprio orientato dal bisogno di avere uno strumento in grado di facilitare il processo di codificazione del testo da
analizzare. Si è quindi cercato di individuare,
secondo lo sguardo critico dei ricercatori, i
possibili significati pregnanti relativi all’oggetto di studio, ridefinendoli continuamente
alla luce di nuove letture (seguendo un principio di costante revisione), di nuove combinazioni tra codici emersi e di nuove rielaborazioni concettuali. Si è attuato così un
processo di continua rivisitazione e di ripulitura nell’assegnazione delle etichette verbali
di significazione dei codici e di fusione dei
diversi codici (infatti alcuni codici, percepiti
inizialmente come differenti, sono poi stati
ricondotti alla stessa etichetta descrittiva), al
fine anche di non disperdersi in un’eccessiva
frammentazione dei significati.
4 Per una presentazione del software e delle sue principali funzioni si veda il sito www. Atlasti.com
5 Testo base per lo studio della Grouded Theory è da considerarsi Glaser B. G., Strauss A. L. (a cura di) (1967), The Discovery of Grounded Theory: Strategies for Qualitative Research, Chicago, Aldine. Testi successivi che ne definiscono le procedure per l’applicazione e forniscono esempi pratici sono Strass A. L, Corbin J. (1996), Basic
of Qualitative Research. Te- chniques and Procedures for developing Grounded Theory, Sage Pubblication, London e per l’Italia Strati A. (1997), La Grounded Theory, in L.
Ricolfi (a cura di), La ricerca qualitativa, Roma, Carocci, pp. 125-163 e Tarozzi M. (2008), Che cos’è la Grounded Theory, Roma, Carocci.
1430
QUOTATIONS
275
CODICI
Azioni
Dotazione quotidiane
tecnologica
Desideri
tecnologici
Oppressioni
Priorità
Passioni
PERSONA
DOTAZIONE TECNOLOGICA
Rappresentazione/
comportamenti
madre
Il più
tecnologico
Dotazione
tecnologica
Genitori
Livello
partecipativo
Sè
e
gli altri
Opinioni/
suggerimenti
studenti
Regole
Rappresentazione/
comportamenti
padre
FAMIGLIA
Modalità
uso
tecnologia
Regole
familiari,
paradossi
Insegnante
più
Dotazione tecnologico
tecnologica
scuola
SCUOLA
Riconoscimento
definizione
Pericoli
online/
offline
Appropriatezza
linguaggio
CONSAPEVOLEZZA
Operativamente si è quindi proceduto attraverso la creazione di un’unità ermeneutica
denominata “Analisi interviste nativi digitali”,
contente i 30 primary documents (testi interviste). Il processo di codifica (coding), ossia
l’individuazione dei “temi narrativi”, ha integrato una logica top-down e botton-up, andando cioè a rilevare le frasi più significative,
con un loro grado di autonomia e ricollegabili a specifici temi indagati all’interno delle
interviste, tenendo conto sia del sapere derivante dall’analisi della letteratura esistente
sull’argomento, sia della possibilità di emergere di nuovi aspetti non precedentemente
considerati.
Alla fine della fase di codifica sono emersi
complessivamente 275 codici che sono stati aggregati in 21 famiglie specifiche a loro
volta raggruppate poi in 4 super-famiglie.
Dall’analisi testuale, infatti, 4 temi emergono
in maniera significativa:
- il rapporto individuale che la persona ha
con la tecnologia (SUPER-FAMIGLIA PERSONA): ogni ragazzo ha a propria disposizione
una serie di dispositivi riservati all’uso personale (smartphone, tablet, ecc.). Attraverso
questo “bagaglio tecnologico” la persona
svolge quotidianamente una serie di azioni
che scandiscono la propria giornata e a cui
viene assegnata una connotazione valoriale
(alcune sono vissute e giudicate come importanti, prioritarie, mentre altre, pur venendo frequentemente compiute, vengono vissute negativamente come opprimenti);
- il rapporto che la famiglia dell’intervistato
ha con la tecnologia (SUPER-FAMIGLIA FAMIGLIA): il repertorio di dispositivi del ragazzo
viene arricchito anche da quello familiare ossia dai dispositivi che non sono di proprietà
esclusiva del soggetto ma vengono condivisi
con fratelli e genitori. Proprio questi ultimi
meritano un’attenzione particolare nell’analisi, poichè i ragazzi registrano le attività che
con loro vengono svolte, le regole che vengono date ed in base a queste si costruiscono un’immagine, una rappresentazione del
livello tecnologico della madre e del padre
che viene confrontata con il proprio e li porta
molto spesso a considerarsi, in ambito familiare, come i maggior esperti in questo campo;
- il rapporto che la scuola ha con la tecnologia (SUPER-FAMIGLIA SCUOLA): alcuni dei
dispositivi a cui i ragazzi hanno accesso o
dovrebbero aver accesso (LIM; computer,
tablet, ecc.) appartengono invece alla scuola. La relazione e le possibilità, in questo
caso, vengono ovviamente mediate dai docenti attraverso le regole imposte e le attività proposte. Questo induce gli studenti ad
costruirsi un’opinione sullo stato tecnologico
della scuola, degli insegnanti ed elaborare
alcuni suggerimenti;
- la consapevolezza che l’individuo matura
riguardo il digitale (SUPER-FAMIGLIA CONSAPEVOLEZZA): le esperienze vissute sia in
ambiente familiare che scolastico portano i
ragazzi a costruirsi una visione sul “mondo
tecnologico” e a prendere posizione all’interno di esso.
ADOLESCENTI E
USO PERSONALE
DELLE TECNOLOGIE.
LA DIETA
MEDIATICA
COSA HANNO
A DISPOSIZIONE
I RAGAZZI?
COSA DICONO
I RAGAZZI…
DOTAZIONE TECNOLOGICA
DOTAZIONE TECNOLOGICA
0
20
40
60
80 100
smartphone
87
wii/playstation/xbox
57
laptop
33
lettore mp3
33
desktop
23
tv in camera
23
tablet
ho un telefono, un computer, e poi… vabbè
l’iPod per ascoltare la musica e le cuffie
Il mio cellulare è uno smartphone… lo usiamo
molto non solo per telefonare, mandare messaggi ma molto spesso per far foto, per fare i
giochi. Invece con il mio computer personale
faccio ricerche soprattutto per scuola principalmente perché è più veloce utilizzare il
telefono che il computer, che è più lento da
accendere
preferisco usare il cellulare perché è più comodo e riesco ad utilizzarlo meglio
il computer, visto che è anche un po’ lento,
lo uso per fare ricerche dato che con il cellulare non riesco a stampare e allora vado
al computer, perché se no farei tutto quanto
con il cellulare, è più veloce
avevo un lettore MP3 ma adesso non lo uso
più, posso usare il cellulare o la radio che ho
in camera mia... in genere uso il cellulare
io uso più spesso il telefono perché è più comodo da portare e si può sia chiamare che
ascoltare la musica
20
e-reader
7
cellulare
7
OSSERVAZIONI
Fin dall’inizio è apparso chiaro che i ragazzi operassero una distinzione tra gli oggetti personalmente posseduti ovvero di “proprietà” e quelli invece a loro disposizione perché appartenenti
alla famiglia o alla scuola.
Tra i vari dispositivi quello più diffuso e ritenuto più importante è sicuramente il cellulare. Nella
quasi totalità dei casi si tratta di uno smartphone. Quest’ultimo proprio per le sue caratteristiche, la sua affordance, sta forse lentamente soppiantando altri device come il lettore MP3
(grazie alla sua capacità di aggregare in un unico dispositivo più funzioni) ma anche desktop o
computer fissi (grazie al suo essere sempre a portata di mano).
UNO SGUARDO
DENTRO
ALLO SMARTPHONE
COSA DICONO
I RAGAZZI…
APP E PROFILI ATTIVATI
DOTAZIONE TECNOLOGICA
0
20
40
60
83
whatsapp
instagram
facebook
youtube
mp3 downloader
twitter
skype
ask
telegram
google
google plus
play store
sharzam
tumblr
antivirus
editing immagini
gmail
hangout
opera
traduttore
viber
wechat
serie A
80 100
3
3
3
3
3
3
3
3
3
10
10
10
7
7
7
7
7
13
13
23
37
53
Instagram, Facebook, YouTube, Serie A,
Telegram, l’antivirus e Play Store e Shazam
sul mio telefono, visto che non è molto all’avanguardia pur essendo uno smartphone, ho
dei giochi che uso per svago, quando non ho
niente da fare, WhatsApp
che è molto utile e diffuso… altre
applicazioni importanti non ne ho, mentre
alcuni miei compagni hanno Facebook e
altri social network che sono un po’ più
impegnativi mentre altri non ce li hanno
perché i genitori non glielo permettono
come a me
come social, io uso Instagram, e basta. In più
ho vari giochi, molti dei quali tipo Hay Day dove puoi ricostruire delle cose. WhatsApp,
che credo abbiano più o meno tutti; in più ho
delle applicazioni utili, tipo Shazam e quelle
applicazioni che servono come utilità
ho WhatsApp, Instagram e Facebook e li uso
per messaggiare con i miei amici
ho WhatsApp, Facebook e Viber… a me non
è che piaccia molto ma funziona… WeChat,
ce l’ho installato ma non lo uso… poi ho dei
giochi come FIFA14, Formula 1
OSSERVAZIONI
Tra le applicazioni spopola WhatsApp che diviene l’ambiente principale di scambio con i coetanei e non. Non reggono assolutamente il confronto altre applicazioni simili come Telegram o WeChat.
Mentre tra i social network al primo posto si attesta Instagram che supera addirittura Facebook,
per molti anni sempre al vertice delle rilevazioni nazionali ed internazionali.
Bassa invece la percentuale di coloro che dichiara di avere attivato un profilo su Ask. È lecito
chiedersi se il dato corrisponda effettivamente alla realtà o non sia piuttosto una risposta socialmente desiderabile influenzata dagli episodi di cronaca che hanno interessato il territorio
bolognese nell’ultimo anno e dai commenti, spesso negativi e perentori, ad essi correlati espressi dal mondo adulto.
COME USANO
LE
TECNOLOGIE?
COSA DICONO
I RAGAZZI…
MATTINA
DOTAZIONE TECNOLOGICA
0 10 20 30 40 50 60 70 80
guardare il telefono
70
57
guardare la televisione
27
sveglia telefono
allora accendo internet anche se non succede mai niente
guardo il cellulare se ci sono messaggi dei
compagni che dicono tipo “avverti a scuola
che non ci sono”, queste cose qui
accendo il telefono che è rimasto spento
durante la notte… altrimenti i miei amici che
sono sempre svegli e mi scrivono
7
7
guardare livello giochi
ripasso materie su cellulare
3
guardare tablet
3
ascoltare mp3 tragitto
3
accendo la tv per guardare tipo i cartoni animati e faccio colazione
accendo il telefono per guardare se hanno
scritto la sera prima in realtà non è proprio
spento perché spesso lo tengo di fianco sul
comodino
è capitato anche che dovessi ripassare la
mattina e non avessi il tempo di accendere
tutto il computer e ho messo la presentazione sul cellulare e quindi era facile
accendo la tv faccio colazione per guardare
il tempo che farà durante il giorno poi dopo
guardo il telegiornale… la sera ci sono programmi meglio la mattina… poi dopo l’oroscopo vado a prepararmi. Durante il viaggio,
visto che andiamo, in pullman ascolto la
musica
OSSERVAZIONI
Il cellulare rappresenta non solo il dispositivo più diffuso ma anche il primo con cui, nella maggior parte dei casi, i ragazzi entrano in contatto la mattina. In merito a tale abitudine si possono fare due osservazioni: 1) il gesto viene compiuto anche in assenza di una reale necessità;
2) lo scambio di messaggi sembra essere continuo e interessare anche le ore notturne.
Significativo anche il dato di coloro che accendo la televisione. Non tanto per la percentuale in
sé che si attesta al 27%, quanto perché tale dispositivo accompagnerà i ragazzi anche durante
le altre fasi della giornata. Il media sembra quindi non perdere il proprio fascino, il proprio potere e mantenere una presenza centrale nella quotidianità degli adolescenti.
COME USANO
LE
TECNOLOGIE?
COSA DICONO
I RAGAZZI…
POMERIGGIO
DOTAZIONE TECNOLOGICA
0
20
40
60
80 100
giocare
guardo soprattutto se sono arrivati dei messaggi poi magari gioco ai cruciverba online,
oppure navigo su Internet, cerco le immagini
su delle persone famose che mi interessano,
delle notizie
quando arrivo a casa di solito accendo la tv
quando proprio non c’è nessun programma,
quindi verso le tre del pomeriggio, accendo
l’iPhone oppure le casse e ascolto musica
ma il telefono sta sempre acceso anche durante i compiti.. quando vado a fare i compiti
ha il telefono a fianco per vedere se qualcuno mi cerca per i compiti
faccio i compiti che possono essere a computer se sono dei testi o cartacei se devo
studiare queste cose qua, poi guardo un po’
la tv ed esco
100
messaggiare/chattare
90
studiare
73
guardare video/ascoltare musica
40
scaricare musica/giochi/immagini
37
guardare tv
30
ascoltare musica
23
telefonare
23
fotografare
20
fare ricerche personali
20
leggere
mangio, poi mi prendo un momento per rilassarmi e lì uso il cellulare o la tv, poi faccio
i compiti e se mi avanza tempo vado fuori a
giocare o pratico qualche sport, se no leggo
e disegno
3
quando sono a casa per studiare -anche
per antologia o fare delle ricerche- ricerco
su internet - o anche per tutte le materie- mi
faccio un riassunto. Di telefoni e videogiochi
ultimamente non ne sto utilizzando tanti... anche di tv perché finisco sempre abbastanza
tardi di fare i compiti
posto foto, video, foto con le mie amiche o di
quando siamo a hip hop, facciamo delle foto
di gruppo e taggo tutte le persone che sono
con me
io ho fatto Instagram perché volevo vedere
come è… la non ci sono tante foto, magari
metto foto che mi piacciono ma non di me
OSSERVAZIONI
Come emerge dai dati l’uso della tecnologia si caratterizza per una forte componente ludica. La
cui lettura deve però tener conto del fatto che essa può essere esercitata attraverso molteplici
device.
Essendo Instagram il social network più diffuso tra gli adolescenti, sicuramente stupisce la
scarsa percentuale di coloro che fanno rientrare la fotografia tra le azioni abitudinariamente
compiute. Andando però ad analizzare in profondità questo comportamento, è possibile rilevare che il social network non venga usato tanto per pubblicare contenuti propri quanto per
guardare foto scattate da altri, “prendere” immagini di altri utenti o anche semplicemente frasi
divertenti da condividere poi attraverso il proprio profilo.
LA PREDOMINANZA
DELLA COMPONENTE
LUDICA
P
giocare con
tablet
giocare al
computer
14
38
24
24
giocare al
cellulare
giocare con
console
COME USANO
LE
TECNOLOGIE?
COSA DICONO
I RAGAZZI…
SERA
DOTAZIONE TECNOLOGICA
0 10 20 30 40 50 60
guardare tv
la sera c’è la tv accesa, il computer che utilizziamo un po’ tutti, i tablet
57
messaggiare/chattare
23
guardare video sul computer
7
guardare social
3
mp3 acceso la notte
3
giocare console
3
beh la tv è sempre accesa perché la guardano i miei genitori, il computer non è tanto utilizzato, dipende se non guardo la televisione
con loro e se mi avanza del tempo, perché
io alle 10 devo essere a letto… magari vado
a vedere di nascosto su Facebook, vado a
chattare
la sera la tv accesa, sempre. Dietro al divano
abbiamo un pannello dove c’è il telefono e
tablet
di sera verso le 8 mezza 9, si accendono le
luci, il sole inizia a calare, si accende la tv e
del resto basta… il cellulare non dovrei usarlo
mai secondo i miei genitori, fino alle 9 lo uso:
tra i compiti faccio delle pause, uso il telefono poi guardo la tv oppure gioco alla Wii alla
Playstation raramente al pc… dopo poi ricomincia la mattina
accendo l’MP3… lo uso anche di notte, io dormo con la musica, è sempre acceso
OSSERVAZIONI
La sera il grado di coinvolgimento attivo pare scemare molto e le azioni sembrano caratterizzarsi maggiormente per una diffusa passività.
Per quanto concerne i dispositivi ritroviamo la televisione e questo è l’unico momento della
giornata in cui i ragazzi, seppur in percentuale non altissima, riconoscono spontaneamente la
presenza dei genitori a loro fianco; il che lascia intendere che essa sia fruita per lo più in maniera molto solitaria e che i contenuti proposti non siano da stimolo per discussioni, riflessioni,
condivisioni familiari.
COSA RITENGONO
PRIORITARIO
COSA DICONO
I RAGAZZI…
SERA
DOMANDA:
SE SI VERIFICASSE UN BLACKOUT PER UNA SETTIMANA COSA NON POTRESTI PIÙ FARE?
0 10 20 30 40 50 60 70 80
chattare
77
guardare video
47
andare su internet
30
giocare
23
guardare instagram
20
fare ricerche
20
andare su facebook
acquistare libri
R: sono tante le cose che non potrei più fare
scrivere con i miei amici, ascoltare la musica
su YouTube e guardare Instagram
D: è una cosa che fortunatamente non puoi
più fare in rete?
R: senza internet posso stare meno attaccata al telefono, la cosa buona è quella
WhatsApp, più che altro perché avendo i
gruppi ho paura che il telefono si riempia di
messaggi (2 giorni che non lo accendi e ti
trovi 1000 messaggi da leggere); poi anche
navigare su internet - perché io quasi ci vado
tutte le sere e quasi tutti i giorni, anche come
passatempo; poi più che altro è il telefono
che mi mancherebbe di più, perché poi non
ho altro da fare, esco con i miei amici
intanto sarebbe più difficile mettersi d’accordo con i compagni che non riesci a vedere
in ambiente scolastico, però c’è sempre la
messaggistica normale, quello che mi mancherebbe di più allora è guardare quello
che pensano gli altri sui vari social network,
dire questo si sta mettendo in vetrina chissà
quando capirà che non è l’uso per cui l’hanno indeato, per cui non so io sono una curiosa pazzesca, cioè io tipo sbircio nei profili
dei miei amici, mi faccio anche un po’ i cavoli
degli altri, però alla fine ci sta perché se tu
posti la foto vuol dire che io posso guardarla
13
3
OSSERVAZIONI
Un altro aspetto degno di nota è sicuramente il modo paradossale in cui i ragazzi vivono l’attività relazionale che li accompagna per l’intero arco della giornata. Tale è infatti indicata sia tra
le cose più importanti che non potrebbero più fare in caso si verificasse un blackout ma anche
tra le cose che, fortunatamente, non potrebbero più fare (30%), come a sottolineare una sorta
di “dipendenza” dallo strumento o quanto meno un passaggio, una fuoriuscita dell’attività dall’area del “piacere” (caratterizzata dalla voglia, dal desiderio di sentirsi) a quella del “dovere” (del
bisogno, della necessità di stare in certi discorsi, in certi luoghi). Essa sembra influenzare anche
il concetto che i ragazzi hanno di “stare in compagnia”.
INTERESSI
E
PASSIONI
COSA DICONO
I RAGAZZI…
INTERESSI
DOTAZIONE TECNOLOGICA
61
22
17
13
9
4
4
4
4
m
us
ic
a
gi
oc
h
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or
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80
70
60
50
40
30
20
10
0
DOVE
fa
4
4
un po’ di tempo fa seguivo tipo Real Time,
qualche volta quando non avevo niente da
fare e c’era Clio Make-up che faceva dei tutorial molto interessanti, faceva vedere come
fare un trucco particolare per un’occasione o
un nuovo modo per darsi lo smalto delle nuove tecniche molto interessante… visto che io
non mi metto molto lo smalto e mi trucco non
tantissimo, diciamo, non so tipo, visto che
lo seguivo solo io, davo dei consigli alla mie
amiche spiegavo loro le tecniche
D: ci sono dei punti di riferimento che segui
in rete, anche per la chitarra?
R: no. Ci sono dei siti, ma guardo quello che
c’è, che trovo al momento
D: non è che ciclicamente vai a rivedere quel
personaggio? Qualcuno che fa dei tutorial?
R: dei brani che voglio imparare, non tutti
fanno i tutorial
D: per la televisione c’è qualche punto di riferimento?
R: ci sono programmi che mi piacciono, ma
non li scelgo per le persone che li conducono
D: quali sono i programmi che ti piacciono?
R: Masterchef, alcuni di cucina, poi anche i
film di azione
4
og
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r
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13
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80
70
60
50
40
30
20
10
0
principalmente seguo il mio cantante preferito MiKa… magari su internet, magari vado su
Wikipedia o su siti del genere, per conoscere
più informazioni o su Instagram seguo molte
fan page che dicono che cosa fa, se viaggia
e quindi mi informo in questo modo
OSSERVAZIONI
L’approccio ludico-infantile alle tecnologie da parte dei ragazzi sembra testimoniato anche dalla loro scarsa capacità di sfruttare il mezzo per coltivare passioni ed interessi specifici (attività
che forse possiamo associare ad un uso più “adulto” e maturo della rete). Difficilmente riescono
ad individuare dei punti di riferimento online, gli interessi sono generali e senza una specifica
direzione, come se le ricerche venissero continuamente reiterate. Scarso, praticamente assente, infatti, il ricorso strumenti utili in questo senso come l’uso di Feed RSS, il salvataggio dei
“preferiti”o l’iscrizione a specifici canali YouTube (nonostante quest’ultimo sia uno degli ambienti preferiti di ricerca).
COSA IMMAGINI
NEL FUTURO
DIGITALE?
COSA DICONO
I RAGAZZI…
INTERESSI
DOTAZIONE TECNOLOGICA
TIPO
%
robot
24
ologrammi
18
macchina volante
18
maggiore sicurezza/no fake
12
social dei social
12
applicazione per adolescenti
6
saper usare bene il computer
6
tv 5D/6D
6
velocizzare cellulare
6
app per riconoscimento volto/identità
6
giochi immersivi
6
super-drone
6
teletrasporto
6
una cosa bellissima deve essere quella di
fare gli ologrammi al telefono, tipo dal telefono quando sei in videochiamata esce la
persona
magari con un computer olografico, con la
tastiera non materiale
I Robot… tutti dicono che ci saranno i nuovi
uomini, credo che farebbero tutto, anche le
cose che a noi pesano, tipo andare a scuola
sicuro ci saranno le macchine volanti… per
viaggiare dall’altra parte del mondo senza
spendere denaro
tipo un social network, tipo Facebook ma
mescolato dentro con Ask, Instagram e tutte
quelle cose lì però senza anonimato e gente che manda insulti o su Facebook gente
che fa profili fake, su Instagram non mi è
capitato di trovare nessun difetto… un social
network unico!
una specie di drone, elicotterino con telecamera controllabile dal cellulare, mi immagino
una cosa del genere ma molto più grande di
dimensioni normali ma guidabile con il cellulare
ci sono al mondo d’oggi molte persone che
ne conosci una e un’altra no, quindi mi immagino un’app che magari ci aiuta ad identificare una persona che non conosciamo ma
che un nostro amico ci può presentare per
saper più cose, per conoscere nuove persone
OSSERVAZIONI
In riferimento al futuro sviluppo digitale non si rilevano tendenze particolari.
Le richieste da parte dei ragazzi che riescono a focalizzare almeno un desiderio tecnologico
appaiono pragmatiche e legate al raggiungimento d’un vantaggio personale (liberarsi di azioni
ritenute noiose e pesanti, velocizzare spostamenti, facilitare scambi e comunicazioni per implementare la propria rete relazionale).
TECNOLOGIE IN
FAMIGLIA
IN BILICO TRA
REGOLE E LIBERTA'.
COSA HANNO
A DISPOSIZIONE
I GENITORI?
COSA DICONO
I RAGAZZI…
DOTAZIONE TECNOLOGICA
DOTAZIONE TECNOLOGICA
miei genitori a casa hanno un iPad a testa
perché mia mamma lo usa anche per lavoro,
è una professoressa per registrare i voti e
mio padre perché l’ha comprato poi abbiamo
un computer che usiamo tutti
70
80
70
60
50
40
30
20
10
0
per il telefono lo hanno entrambi, non hanno
entrambi uno smartphone e non lo utilizzano
quasi mai, solo mia mamma adesso utilizza il
computer ma per lavoro
50
27
27
10
10
10
3
3
il tablet è di tutta la famiglia, si condivide…
però il papà lo usa meno di mamma che lo
usa anche per lavoro e di me che l’ho usato
anche qui a scuola
tv
sa
lo
tt
o
co
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co p
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tv
er
m ead
ad e
re r
ta
no ble
nn t
i
13
mio padre perché tipo ha il telefono, lo usa
sempre poi quando arriva a casa ha un computer che sta praticamente da quando torna
a casa a quando si mangia perché tipo deve
guardare delle cose e poi la sera prima di
andare a letto ha il tablet
abbiamo una tv vecchia che è grande, una
piccolina appena comprata ma non penso
possa andare in internet. Noi usiamo più il
computer per andare in internet. Ne abbiamo
sia uno fisso, in camera mia, che uno portatile, in camera di mia madre. Quello fisso è
più per dei lavori, lo usa mio padre ma anche
mia madre per fare delle ricerche, va sia nel
suo che nel fisso… quello mobile invece ho
iniziato ad usarlo di più perché l’altro è sempre occupato da mio padre che fa lavori
OSSERVAZIONI
La dotazione tecnologica degli adolescenti è arricchita da alcuni strumenti digitali di proprietà
dei genitori.
Tre sono gli aspetti particolarmente rilevanti in questo caso:
1- molto spesso il computer che i ragazzi utilizzano per fare delle ricerche, siamo esse scolastiche o personali, è condiviso con il resto della famiglia,
2- il tablet inizia a diffondersi nelle case; sommando infatti i dispositivi posseduti da madre,
padre e ragazzi si può notare che esso sia praticamente presente in 1 famiglia su 2 (43%);
3- ancora decisamente minoritaria, invece, la diffusione delle Smart TV.
COSA SI FA
CON
I GENITORI?
COSA DICONO
I RAGAZZI…
DOTAZIONE TECNOLOGICA
DOTAZIONE TECNOLOGICA
delle volte capita che facciamo i loro giochini spastici, quelli che piacciono a loro, tipo
Mario Bross, quelle robe lì
38
acquisti online
44
25
25
comunicazione
via whatsapp
giocare
videogiochi
19
13
videochiamare
parenti
6
6
fare video
6
dipende per far cosa, ad esempio se gioco
da solo, poi a volte se devo fare i video, vengo assistito da mio padre che ne fa tanti, mia
madre non è una specialista… è una pasticciona… non è tanto… sì, sta ancora imparando ad usare il computer lei
0
6
blog
0
0
scaricare musica
per passeggiare
guardare siti
interessi
0
cercare canzoni
smart tv
0
cercare canzoni
o ricette
0
con mia madre uso il computer per scaricare
musica da iPod, per ascoltarla quando faccio delle passeggiate con lei o farle compagnia mentre corre
6
13
con i dispositivi ogni tanto le insegno qualcosa perché non è molto tecnologica e non so,
a volte mi chiede anche solo come si inviano
le foto quindi non mi sembra di insegnarle
cose tanto difficili
mio padre ogni tanto arriva con delle cose…
tipo “perché si è aperta quella finestra?”, si
tratta di pop-up quelle finestre che boom
si aprono quando guardi i siti, o “perché si
sente questa musica in sottofondo” e gli si è
aperta una finestra dietro
PADRE
MADRE
6
6
0
10
20
30
40
50
OSSERVAZIONI
Le attività svolte con i genitori sono davvero esigue. Si tratta per lo più di effettuare qualche
acquisto online (trattandosi di minori, il ricorso ai genitori, possessori delle carte di credito, è
inevitabile) o di giocare insieme però a dei giochi ritenuti poco interessanti.
I comportamenti associati alle due figure genitoriali sembrano prendere due diverse direzioni:
ci si rivolge al padre, se competente, per risolvere dei problemi tecnologici, avere un supporto
informatico; mentre si ricevono richieste dalla madre, poco esperta, per trovare online risorse
collegate ad azioni da svolgere in presenza (correre, cucinare, ecc.).
L’incapacità tecnologica dei genitori comunque è un tema ricorrente, il 67% degli intervistati
sente l’esigenza di puntualizzarlo. Le frasi riportate sono riferite nel 55% dei casi alla MADRE e
nel 45% al PADRE.
COSA SI
ACQUISTA
ONLINE?
COSA DICONO
I RAGAZZI…
DOTAZIONE TECNOLOGICA
DOTAZIONE TECNOLOGICA
0
5
10
15
20
giochi e videogiochi
si, di recente ho cominciato a fare softair e
quindi ho comprato un fucile a pallini su un
sito e a parte quello, a volte compro anche
scarpe o altri capi di abbigliamento
no, io non ne faccio no acquisti online, i miei
genitori che non vogliono… hanno paura delle truffe… mi incuriosisce però, ci sono alcuni
siti che ti offro delle cose a buon prezzo
si, compro più che altro vestiti e scarpe,
perché ci sono prezzi più vantaggiosi e c’è
anche più scelta, secondo me. Io compro da
Amazon, perché mi sono trovata bene e compro anche cose elettroniche ma empre con
mio papà
sì, anche ieri sera. Alcune cose per magia,
come le carte di Yu-Gi-Oh, poi vari acquisti..
per adattare microsim nel tablet al cellulare...
questi sono quelli che mi ricordo, ho preso
anche la cover per il tablet
17
tecnologia
17
abbigliamento
13
carte
7
vacanze
3
trasporti
3
musica iTunes
3
libri
3
mio padre utilizza un casino eBay per il suo
hobby, quindi lui usa molto eBay… io ho comprato una cosa per me le cuffie e basta
avevo comprato una Playstation 2 che poi
quando è arrivata a casa non andava e quindi poi non ho comprato altro
musica su iTunes, mia mamma mi ha fatto
la ricarica di iTunes e mi ha detto che posso
prendere della musica
OSSERVAZIONI
Il dato rilevato relativamente agli acquisti online risente ovviamente del fatto che i ragazzi non
abbiano ancora totale autonomia in quest’ambito.
Le opinioni, tendenzialmente positive, lasciano tuttavia ipotizzare che la percentuale di coloro
che opteranno per questa modalità di acquisto sia destinata ad aumentare notevolmente nel
prossimo futuro.
QUALI SONO
LE REGOLE
DI CASA?
COSA DICONO
I RAGAZZI…
DOTAZIONE TECNOLOGICA
DOTAZIONE TECNOLOGICA
REGOLE DI CASA
%
ASSENZA REGOLE
23%
REGOLE
77%
• tempo
57%
• contenuto
26%
• generiche
17%
• relazionali
13%
* frequenza relativa calcolata sul totale degli intervistati che dichiarano
l’esistenza di regole all’interno del nucleo familiare
i genitori - visto che non è loro, è mio - non
dovrebbero decidere niente, ma hanno deciso che se non dico loro la password me lo
tolgono e non me lo ridanno…quando ero più
piccolo mi davano più regole; mi davano un
tempo, adesso, per la Wii devo chiedere, per
il tablet no. Me lo dicono: “tu sai cosa devi
fare, tu sai tutto, allora decidi tu se è il caso
di giocare o meno”
mi hanno detto bisogna stare attenti a non
stare male, non dare confidenza a qualcuno che non si conosce o non dare l’indirizzo,
rimanere comunque un pochino a distanza,
non girare ma siti strani e comunque non
mettere mai in su internet qualcosa che ti
passa ritorcere contro le solite raccomandazioni che secondo me andrebbero fatte
tipo a cena non si usa il telefono, la tv però
può restare accesa fino… non troppo tardi se
il giorno dopo c’è scuola oppure nel caso di
mio fratello i videogiochi fino a tardi
mia mamma si fida molto di me quindi lei sa
che io non vado su siti strani, non abbiamo
mai messo delle regole, però mi dice sempre:
“mi raccomando, trattalo bene perché comunque il computer per me è una cosa molto preziosa
OSSERVAZIONI
Le regole che i genitori danno sono veramente poche, i ragazzi si sentono molto liberi ed autonomi nell’uso dei dispositivi.
Se presenti sono regole di:
1_ tempo, mirano cioè a limitare quantitativamente l’uso dei dispositivi,
2_ contenuto, tentano di effettuare una selezione qualitativa dei siti e delle risorse,
3_ relazione, cercano di disciplinare i modi d’uso collegati la tecnologia.
Secondo il 30% dei ragazzi i propri genitori sono palesemente contrari o restii all’utilizzo delle
nuove tecnologie.
PARADOSSI
GENITORIALI
COSA DICONO
I RAGAZZI…
DOTAZIONE TECNOLOGICA
DOTAZIONE TECNOLOGICA
Il 37% dei ragazzi intervistati rivela che nel comportamento, nelle regole dei genitori siano
presenti delle incongruenze a cui però, non sempre, riescono a dare una motivazione. In
particolare esse riguardano:
- La possibilità di attivarsi un profilo su Instagram ma non su Facebook (64%);
- Il divieto di avere un tablet anche se si possiede uno smartphone (9%);
- Il divieto di stare da soli al pc quando si possiedono uno smartphone e un tablet personali (9%);
- manifestazioni avverse del genitore verso l’uso delle tecnologie da parte del proprio figlio in
xcontrasto con un intenso rapporto con le tecnologie nella propria vita personale di adulto in
xmodalità online e social (9%).
io ho a disposizione solo uno smartphone
perché il computer lo usano soltanto i miei
genitori… io uso soltanto lo smartphone
non ho Facebook, i miei non lo trovano un
social affidabile, perché sentendo le storie
della tv... è più per precauzione… non lo so
perché Instgram sì e Facebook no… forse
perché con Instagram non si può parlare con
le persone, metti le tue foto, le condividi e
basta, mentre su Facebook...
il pc poco, poche volte con il permesso di
miei genitori, più spesso uso la iPad o il
telefono
64%
9%
9%
ho soltanto su Instagram seguo persone
famose del resto no… io guardo molto il telegiornale sento molte ragazze che per via
di Facebook delle foto non so… sono finite
male, io infatti… i miei genitori non vogliono
che uso Facebook perché dicono che non è
una rete sicura, infatti per me è indifferente
usarlo o no
i miei sono difficili, non vogliono quasi niente:
non mi danno manco WhatsApp né dei giochi, non posso scaricare niente, non me lo
consentono… mi dicono di spegnere il cellulare di notte perché le onde dicono che non
sono tanto… invece mia madre giocherebbe
all’infinito su Facebook, starebbe li a chattare; così mio padre, che l’ha su così le dice:
“basta con tutte queste onde! fanno male
per i bambini, non farlo! non farlo!”
9%
OSSERVAZIONI
Ritorna in questo caso uno dei problemi che da sempre tormentano l’azione educativa ossia la
coerenza.
Perché un sistema educativo sia efficace infatti le varie regole, anche se date da soggetti
diversi, dovrebbero andare tutte nella stessa direzione, non dovrebbero sussistere messaggi
paradossali, e non dovrebbero esserci incongruenze tra il contenuto del messaggio e il comportamento di chi comunica tale messaggio.
Il discorso trascende quindi l’aspetto tecnologico e richiama a riflessioni di più ampio respiro.
CHI È IL PIÙ
TECNOLOGICO
DELLA FAMIGLIA?
COSA DICONO
I RAGAZZI…
IL 47% DEGLI INTERVISTATI RITIENE DI ESSERE PIù COMPETENTE IN FATTO DI TECNOLOGIE
IN AMBITO FAMILIARE.
SEGUONO: PADRE 33%, FRATELLO O SORELLA 13%, MADRE 3%, ZIA 3%
DOTAZIONE TECNOLOGICA
forse mio padre usa più tecnologia come
computer e telefono ma sono io che ne so di
più, non sono un computerista però
3% 3%
mio padre è un ingegnere fa i programmi per
le auto e le moto, però il più tecnologico della famiglia sono io perchè io le uso sempre, a
parte quando dormo e la mattina presto
13%
47%
33%
io perché gli altri componenti della mia famiglia non sono molto d’accordo con le nuove
tecnologie sono più… non sono molto moderni. Mia sorella è più grande, sicuramente io
e lei siamo più tecnologiche dei miei genitori
perché anche per il telefono, lo hanno entrambi, non hanno entrambi uno smartphone
e non lo utilizzano quasi mai, solo mia mamma adesso utilizza il computer ma per lavoro, mia sorella ha un telefono come me uno
smartphone anche lei gioca molto e cose del
genere
allora io perché so comunque destreggiarmi
con tutto poi mia madre che lavora comunque molto al computer perciò è brava anche
lei, al terzo metterei mio padre ma giusto
perché gli abbiamo comprato lo smartphone
il più tecnologico è mio padre, perché comunque lavora in aziende ed usa il computer
prevalentemente per faccende di lavoro, le
cose le conosce, ma solamente per lavoro.
OSSERVAZIONI
La percezione dei ragazzi su cosa significhi, cosa comporti l’essere “tecnologicamente competente” si dimostra veramente curiosa. Ciò che sembra valere non è tanto il fatto di utilizzare
le tecnologie e dimostrasi capaci in un ambito specifico, quanto piuttosto la capacità di integrarle nell’abitudinaria quotidianità e muoversi tra device diversi. Ipotizziamo una situazione a
titolo esemplificativo, prendendo spunto da alcuni episodi riferiti duranti i colloqui: un padre
che di professione fa l’ingegnere informatico, o una madre che svolge la propria professione
in telelavoro, possono venire percepiti come meno tecnologici di un fratello che utilizza il cellulare per comunicare con gli amici, il computer per effettuare le ricerche scolastiche, la console per giocare.
IL FUTURO
DELLA SCUOLA E'
TECNOLOGICO?
COSA HANNO
A DISPOSIZIONE
A SCUOLA?
COSA DICONO
I RAGAZZI…
DOTAZIONE TECNOLOGICA
DOTAZIONE TECNOLOGICA
abbiamo la LIM. La sala informatica non
la utilizziamo quasi mai, perchè avendo la
Lim...e poi i computer non sono all’avanguardia, quindi non li usiamo molto. In classe si
lavora molto con l’informatica, ogni tanto si
vanno a prendere i computer portatili per
fare delle attività in classe
93
100
80
43
60
37
27
40
a scuola usiamo la lavagna interattiva, e poi,
tipo nell’ora di tecnologia o religione andiamo in aula informatica… anche durante
matematica e geometria per fare lavori con
Geogebra
20
pu au
te la
r
no
te
bo
ok
ta
bl
et
accendiamo la LIM anche se non sono io
direttamente ad accendere e spegnerla, non
la uso molto spesso. In aula computer non
ci andiamo mai, abbiamo dei computerini
più piccoli che portiamo in classe più veloci
e meno ingombranti, li portiamo sui banchi
e facciamo dei lavori… a me piace questa
attività anche se spesso non la facciamo
spesso
co
m
LI
M
0
ogni tanto usiamo la Lim, ma non è che la
utilizzano molto spesso, ogni tanto facciamo
degli approfondimenti per la scuola… a volte
guardiamo dei film, ma la maggior parte dei
prof preferiscono scrivere alla lavagna
con la classe utilizziamo la LIM che è la lavagna interattiva multimediale e usiamo i tablet
e poi basta. Con la LIM guardiamo delle immagini scriviamo dei testi, guardando la LIM.
Con il tablet facciamo la stessa cosa, solo
che ognuno la fa da solo
OSSERVAZIONI
A scuola si incontrano sostanzialmente tre diverse tipologie di dispositivi:
1- LIM, presenti nella maggior parte delle classi,
2- Notebook o tablet, che vengono portati in classe per svolgere particolari attività, questi
strumenti necessitano quindi di essere preventivamente prenotati dall’insegnante che volesse
utilizzarli,
3- computer fissi, presenti in aula informatica, in genere più datati e per questo meno utilizzati.
COSA SI FA CON
LA TECONOLOGIA
A SCUOLA?
COSA DICONO
I RAGAZZI…
MODALITÀ DIDATTICA
DOTAZIONE TECNOLOGICA
0
10
20
30
40
50
fare ricerche
60
57
guardare video/film/documentari
43
correzione compiti/esercizi lavagna
40
presentazione materiali
20
registro elettronico
17
moodle
13
contatto mail insegnanti
10
blog professore
scaricare app didatticamente
interessanti
editare voci wikipedia
3
arricchire sito scuola
3
7
R: Quando la prof. deve interrogare, va alla
lavagna e fa svolgere loro dei problemi, oppure quando deve spiegare vede cosa spiegarci e quando arriva in classe sai già cosa
deve fare.
D: ma lo cerca attraverso internet?
R: no, lo spiega a voce
D: ma utilizza qualche supporto?
R: a volte ci fa vedere delle immagini, che
rappresentano quello che dobbiamo imparare
D: e se capita, ad esempio, un argomento
che non pensava di affrontare in quella mattinata, si mette a cercare in internet con voi?
R: non so, perché non è mai successo.
a volte tipo il lunedì pomeriggio con il prof di
italiano che prendiamo i notebook che non
ce ne sono molti, ce li danno tipo 1 a gruppo,
ci mettiamo in gruppetti da quattro e lavoriamo, facciamo dei testi così, intanto il prof
passa per controllare che stiamo facendo il
lavoro. Poi glelo inviamo via mail e lui ce li
controlla e quelli più belli ce li fa leggere alla
classe
abbiamo fatto un progetto con la prof di
religione e abbiamo fatto, messo le varie foto
sul sito della scuola, è un sito ci possiamo
accedere, ma soltanto per guardare quello
che loro pubblicano. Diciamo che funziona
così, non lo considerano più di tanto
3
OSSERVAZIONI
La lavagna interattiva multimediale viene utilizzata in quattro modalità:
1- come registro elettronico;
2- come supporto al docente per la lezione frontale;
3- come proiettore per guardare video;
4- per la correzione di esercizi.
Il suo utilizzo non sembra quindi essere percepito come significativo dagli studenti e non
porta al rinnovamento delle pratiche didattiche come probabilmente sperato al momento della
sua introduzione. Le attività proposte restano infatti altamente strutturate e frontali; avvengono sempre alla presenza di un adulto che dirige, sorveglia e controlla.
Rarissimi i tentativi di affiancare alle lezioni tradizionali altre modalità di fruizione/proposta di
contenuti ad esempio attraverso piattaforme online o blog.
QUALI REGOLE
CI SONO
A SCUOLA?
COSA DICONO
I RAGAZZI…
DOTAZIONE TECNOLOGICA
DOTAZIONE TECNOLOGICA
La parola chiave è DIVIETO:
le regole della scuola non le so, ma dei prof
le so; intanto tu al massimo puoi chiedere al
prof e fai tutto con l’autorizzazione del prof,
per esempio si può usare la LIM con il suo
permesso, altre non le so… ah sì, niente cellulare
- di usare il cellulare (100%);
- di usare la LIM (60%);
- di usare computer e tablet da soli (23%);
- di portare tecnologia non richiesta (13%);
- di usare la chat moodle con compagni (bloccata) (3% ).
3%
la LIM non dovremmo toccarla oppure al
massimo possiamo usarla con i prof di fianco per cercare delle cose, così… I prof vogliono che tocchiamo la LIM anche se siamo là
con loro… però qualche volta ci andiamo per
aiutare
si possono usare i computer sempre solo se i
professori lo vogliono
100%
23%
60%
13%
Il cellulare non si potrebbe tenere, se viene
scoperto, glielo sequestrano, e bisogna andare a riprenderlo, con i genitori, in segreteria
agli insegnanti capita che suoni il numero
cellulare, ma dicono “io lo devo tenere acceso perché ho i figli… se succede qualcosa”
ma secondo me, se leggi valgono, valgono
un po’ per tutti perché anche io tipo potrei
avere mio nonno che deve fare degli esami
medici…
spesso mia mamma mi scrive su WhatsApp, con lei ho un rapporto particolare non
come… siamo molto amiche, mi scrive “ti ho
comprato questo nuovo smalto”, “ho trovato
la maglia che cercavi” infatti mia madre sa
che ho il telefono acceso a scuola
OSSERVAZIONI
Le regole presenti all’interno della scuola nella quasi totalità dei casi (97%) sono state imposte, non vi è stato un percorso partecipato e condiviso tra docenti e studenti che portasse alla
loro definizione e consentisse ai ragazzi di aumentare il livello di consapevolezza e responsabilità. Anche per questo, forse, molti sono i ragazzi che le trasgrediscono e non manca il caso
di qualche insegnante.
Il fatto più grave è che non sempre c’è un’alleanza educativa tra gli adulti significativi fuori
della scuola e quelli dentro la scuola: sono gli stessi genitori o gli allenatori sportivi a contattare i ragazzi durante l’orario scolastico.
OPINIONE
E
SUGGERIMENTI
COSA DICONO
I RAGAZZI…
DOTAZIONE TECNOLOGICA
DOTAZIONE TECNOLOGICA
0 10 20 30 40 50 60 70 80
c’è uno scarso uso della
tecnologia a disposizione
gli insegnanti sono
scarsamente tecnologici
63
54
la tecnologia è obsoleta
25
l’uso della tecnologia
abbassa il livello d’ansia
17
necessità aggiornamento
13
si potrebbe tenere cellulare acceso
13
i libri potrebbero essere sostituiti
da tablet e ebook
8
contribuire alla nostra formazione
8
i computer potrebbero essere usati di più
inserire le tecnologie offre
maggiori possibilità
l’uso della tecnologia
migliorerebbe la relazione
intanto adesso se c’è qualcosa che non so
che non mi è chiaro posso andare a cercare,
se anche i miei genitori non lo sanno... una
volta dovevo venire a scuola e dire “oddio
questo non l’ho capito”, non sapevo come
fare, cercavo nei libri o cose così e poi adesso con il computer è anche molto più facile
scrivere una volta stavo lì trent’anni, cancella, cancella, bianchetto, adesso basta che
premi una freccia. È tutto molto più semplice
per le interrogazioni orali ci ha aiutato molto
mentre una volta andavi lì col foglio sotto e
parlavi, adesso con le LIM puoi fare una presentazione e poi è molto più facile parlare, e
poi anche i tuoi compagni possono vedere
quello che stai dicendo, aiutarti, correggerti
questa Aula computer si usa davvero poco
perché comunque i computer sono un po’
difficili da accendere e di solito non ce ne
sono per tutti perché le classi sono numerose però abbiamo diciamo i mini computer
che sono collegati e c’è una specie di mobiletto con le ruote e cambiano di classe in
classe
molte volte non riescono ad utilizzare la LIM,
loro usano soltanto la LIM come per il registro elettronico
secondo me dovrebbero fare dei corsi per
aggiornarsi anche su come accendere il
proiettore, alcuni non sanno come fare… ma
dai… abbiamo tutte le LIM così!
4
4
4
OSSERVAZIONI
Esperire quotidianamente certe situazioni permette ai ragazzi di formarsi un’opinione critica
sulla scuola e sugli insegnanti e di elaborare alcuni suggerimenti. Nonostante si constati l’inizio di un processo di rinnovamento, molti sono gli ambiti e gli aspetti su cui si può migliorare.
Comprendere perché secondo i ragazzi sia importante fare questo investimento rappresenta
un passo sicuramente molto importante. Integrare le tecnologie nella didattica permette:
agli studenti di contenere il livello d’ansia collegato alla performance; alla classe di sentirsi
maggiormente coinvolta e aumentare l’empatia nei confronti di un membro del gruppo; ai docenti di migliorare la relazione con i propri studenti.
CHI è
L’INSEGNANTE
PIù TECNOLOGICO
COSA DICONO
I RAGAZZI…
DOTAZIONE TECNOLOGICA
DOTAZIONE TECNOLOGICA
la prof di matematica sa usare la LIM e anche perché se c’è un problema riesce a risolverlo lei, non c’è nessun’altra prof
beh, non saprei perché anche loro molte
volte non riescono ad utilizzare la LIM, loro
usano soltanto la LIM come per il registro
elettronico quindi non saprei bene chi classificare, quello più tecnologico forse è quella
di matematicai
33
35
30
25
20
15
10
5
0
23
23
17
dei miei insegnanti, una che usa molto la
tecnologia secondo me è la nostra prof di inglese… perchè lei praticamente usa sempre
la LIM, anche il libro. Ma insomma lei è la più
tecnologica della scuola perché ha fatto lei il
blog insieme un altro prof di tecnologia... insomma viene sempre chiamata; poi la prof di
matematica e scienze anche lei mette molte
cose su Moodle di solito mette i compiti
m
at
e
m
at
ic
te
a
cn
ol
og
i
ne a
ss
un
o
it
al
ia
no
in
gl
es
e
3
quello di italiano che abbiamo noi, lui se ne
intende di tecnologia ha un suo blog, “Senta,
scusi prof”, che lo usa anche per la classe…
quando mette un post, ci avvisa, magari
quando c’è una verifica mette un post per
ripassare l’argomento della verifica e ce lo
dice, alcuni vanno a vedere, quelli che gli va
vanno a vedere e passiamo poi mette tipo
dei closer dei giochini per ripassare un po’
l’argomento
probabilmente la prof di storia sì perché è
l’unica che riesce a fare bene i collegamenti
sia con il suo tablet o il suo computer e la
LIM e lei di solito è una che non va in confusione con la tecnologia
OSSERVAZIONI
L’insegnante ritenuto più tecnologico appartiene frequentemente all’area disciplinare “matematica e scienze”.
In rari casi questo docente si distingue per la messa in atto di pratiche particolarmente innovative, più facilmente merita il riconoscimento in quando, a differenza degli altri docenti, non
rivolge richieste d’aiuto ai propri alunni in merito al funzionamento della tecnologia o è stato
eletto come punto di riferimento dagli altri docenti in caso di problemi tecnici.
ADOLESCENTI:
TECNOLOGICI
INTEGRATI?
I
PERICOLI
ONLINE
COSA DICONO
I RAGAZZI…
DOTAZIONE TECNOLOGICA
DOTAZIONE TECNOLOGICA
0
10
20
30
40
incontrare persone
poco amichevoli/strane/
che ti possono fare del male
50
50
virus/pop-up ingannevoli
27
insulti/prese in giro/cyberbullismo
23
radiazioni/problemi fisici
13
10
furto foto
furto dati
7
vedere contenuti
non adatti/sessuali
7
ll pericolo è il cyberbullismo che è molto diffuso ai giorni d’oggi, le prese in giro oppure
anche semplicemente non voler far sapere
delle cose che invece vengono fuori se si
fotografo e poi mi sono in un social network
poi ovviamente lo vedono tutti
su Ask per esempio arrivano insulti anonimi
e secondo me non lo pensano neanche di
insultare ma lo fanno solo per divertirsi ma lo
fanno anonimo perché non vogliono far vedere che sono loro
mio padre dice che ci sono delle onde
su Facebook un giorno mi ha scritto un signore infatti da quella volta non lo uso più…
mi ha chiesto dove abitavo, se potevamo
vederci… mi sono tolto da Facebook, mia
mamma lo sa… ci siamo fatti quattro risate,
secondo me è un po’ esagerato andare a denunciare… si può fare ma, mi ha chiesto solo
delle cose, ha capito che non ci stavo e non
mi ha più contattato
magari venire contattato da uno sconosciuto
che non ha buone intenzioni oppure navigando scaricare un software che magari non è
proprio… magari qualcuno scarica qualcosa
che pensa sia a posto e invece poi scarica
altri 1025 cose che non c’entrano nulla e danneggiano il computer
OSSERVAZIONI
Le esperienze dirette (vissute in prima persona) o indirette (vissute da altri e riportate da
amici, genitori, insegnanti, media) aiutano il soggetto a prendere le misure con il mondo ed
elaborare le consapevolezze necessarie ad orientare il proprio comportamento. Uno degli
aspetti che ci induce a comportarci in un certo modo piuttosto che in un altro è sicuramente la “paura”, per questo motivo abbiamo chiesto ai ragazzi di riflettere su cosa percepissero
come pericoloso sia online che offline, in modo da poter eventualmente evidenziare differenze
significative o similitudini nei due diversi ambiti di vita. Ad esclusione dei virus informatici e
delle radiazioni che caratterizzano ovviamente l’aspetto online della vita, i ragazzi riportano in
entrambi i casi il rischio di incontrare persone sconosciute strane, poco di buono.
COSA DICONO
I RAGAZZI…
ERRORI
COMUNI
99% non conosce il significato
confonde social
e chat
di multitasking
sovrappone internet e google
47%
20%
iI social sono Facebook, Twitter, poi adesso
ce n’è un altro che non mi viene in mente…
Ask e anche Chat-on credo… sì. Sono dei siti
dove puoi scrivere, condividere dei momenti
anche We-chat è un social network
13%
23%
confonde internet con
motore di ricerca
10%
i motori di ricerca sono Google, Yahoo, Mozilla, Opera, quello della Apple Safari e basta
confonde multitasking con
virus
confonde motori di ricerca con
browser
3%
3%
social network: WhatsApp, Viber, Twitter,
Skype, messenger
YouTube è un browser dove puoi, si caricano
e si cercano i video che si possono commentare, condividere
confonde internet e browser
confonde connessione con
elettricità
DOTAZIONE TECNOLOGICA
17%
confonde internet con
social
3%
confonde internet e skype
confonde youtube e browser
Google è un browser di internet, secondo me
ha lo stesso scopo
internet per me è un browser di ricerca dove
si possono trovare varie cose
internet è un sito che ti dà delle informazioni
che tu non sai, per approfondire delle cose
che sai poco
Se mancasse la connessione non potrei più
usare il telefono, non usare più la tecnologia,
non guardare la tv
OSSERVAZIONI
3%
confonde internet con un sito
allora google è un browser serve a cercare le
cose
3%
Il linguaggio che utilizziamo per descrivere, per riferirci ad un fenomeno, ad un determinato argomento, ci fornisce sicuramente un’indicazione della consapevolezza che abbiamo nei
confronti di quella materia. In altre parole, generalmente, più utilizziamo termini precisi e specifici, maggiori sono le nostre conoscenze e competenze in quell’ambito. Per questo motivo
abbiamo chiesto ai ragazzi di definire cosa fossero: Internet, Google/Yahoo, Facebook e YouTube. Le risposte fornite evidenziano uno strettissimo legame con la propria esperienza diretta e il tipo d’uso che ne viene fatto, e per questo possono considerarsi nella maggior parte dei
casi appropriate. Si riscontrano tuttavia alcune imprecisioni terminologiche ricorrenti. Si tratta
di errori che potrebbero essere facilmente e velocemente corretti e che è proprio per questo
ci insinuano un dubbio: come mai nessuno si è mai occupato di mettervi ordine? forse perché
si ritiene che già sappiano visto che fanno?
CHI SONO
I
NATIVI DIGITALI?
COSA DICONO
I RAGAZZI…
IL 37% AMMETTE DI NON AVERE MAI SENTITO IL TERMINE
DOTAZIONE TECNOLOGICA
0
10
20
non riesce a formulare una risposta
40
50
sono le nuove generazioni sanno gestire meglio la tecnologia, ci sono delle eccezioni ma
se chiedi ad una persona anziana di usare
uno smartphone te lo caccia per terra, secondo me, non lo sa usare
20
chi usa molto la tecnologia
7
chi sa usare meglio/si interessa di tecnologia
7
chi usa da poco la tecnologia
3
chi per primo usa una nuova tecnologia
3
chi è sempre attaccato al computer
3
noi che siamo nati in questo periodo, in cui
la tecnologia fa parte della nostra vita, non
possiamo farci niente. Anche se tu volessi
cercare di evitare la tecnologia, non potresti,
cosa che ha provato a fare mia mamma, alla
fine anche lei è caduta nella trappola dello
smartphone
nati e cresciuti con la tecnologia
chi ha bisogno della tecnologia per vivere
30
quelli che nascono in questi periodi dove la
tecnologia è molto presente nella vita di tutti
e quindi fin da bambini sono molto legati alle
nuove tecnologie
le persone che non possono più farne a
meno… sono nate con la tecnologia… hanno
bisogno della tecnologia per vivere
quelli che stanno 24 ore su 24 con qualcosa di digitale, che stanno male se gli tiri via
qualcosa di digitale per mezz’ora loro sentono già la mancanza
le persone che usano per primi la tecnologia: i primi computer, le prime radio, le prime
tv, quindi persone che usavano per prime la
tecnologia ma un po’ di tempo fa non sicuramente le persone di oggi
quelli che usano internet da poco
43
13
OSSERVAZIONI
Considerando che:
- il 99% dei ragazzi non sappia cosa significhi multitasking;
- il 37% non abbia mai sentito il termine “nativo digitale”;
- sommando la percentuale di coloro che, pur non avendolo mai sentito, provano a fornirne
una definizione e quelli che ne danno una spiegazione scorretta, si raggiunge la percentuale
del 36%,
si può dedurre che i termini con cui descriviamo le nuove generazioni e il loro rapporto con la
tecnologia non siano riconosciute dai ragazzi stessi.
IL LIVELLO
DI
PARTECIPAZIONE
DOVE SIAMO ARRIVATI?
DOVE POSSIAMO ARRIVARE?
SORGENTE: FORRESTER RESEARCH, INC.
DOTAZIONE TECNOLOGICA
Creators
Conversationalists
Critics
Collectors
Publish a blog
Publish your own Web pages
Upload video you created
Upload audio/music you created
Write articles or stories and post them
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Watch video from other users
Read online forums
Read customer ratings/reviews
Read tweets
Inactives
None of the above
Al di là delle definizioni quel che probabilmente ci interessa guardare è l’effettivo livello partecipativo dei ragazzi.
A tal proposito possiamo prendere a riferimento una delle tante scale presenti in letteratura,
ossia la scala di Forrester.
Ideata nel 2009 e recentemente aggiornata, essa categorizza gli utenti della rete secondo un
continum che va dall’inattivo alla creatore.
Secondo quanto rilevato nella ricerca, i ragazzi intervistati si trovano attualmente ad un livello
piuttosto basso della scala, che si attesta tra i “partecipanti” e “gli spettatori”, infatti solo il 23%
ammette di fare attività di social networking ed il 57% sostiene di informarsi attraverso forum e
video pubblicati da altri utenti prima di realizzare acquisti online. E’ possibile quindi far salire di
qualche gradino i ragazzi? quali esperienze, quali strumenti potremmo proporgli per aiutarli ad
acquisire nuove consapevolezze e diventare cittadini digitali attivi?
L’ultima parte di questo lavoro è proprio dedicata a questo tema e presenta sottoforma di schede informative alcuni suggerimenti e consigli sui principali strumenti oggi a disposizione.
SOCIAL MEDIA E
STRUMENTI
DIGITALI
PER ATTIVITA’
EDUCATIVE
TWITTER
SOCIAL NETWORK
twitter.com
FUNZIONI
- Risposta: permette di commentare un tweet
postato da un altro utente sia esso testuale,
un’immagine o un link.
- Retweet: consente di replicare nella timeline personale il tweet di un altro utente,
consentendo a tutti quelli che ci seguono di
avere accesso alla notizia pubblicata, amplificandone quindi l’impatto comunicativo. Per
questo Twitter ha avuto un’ampia diffusione
in ambito giornalistico.
- Menzione: la chiocciola (@nomeutente) è
il simbolo usato su Twitter per taggare una
persona ed attirare la sua attenzione su quel
tweet. Poiché l’utente riceve una notifica
della menzione effettuata, spesso è motivo
d’inizio di conversazioni.
- Messaggi privati: permette agli utenti di inviarsi dei messaggi diretti che possono esse-
TIPS
DESCRIZIONE
Social Network lanciato nel 2006 basato sul microblogging: ogni persona ha a disposizione
140 caratteri per scrivere i propri tweet (o cinguetti) e condividerli all’interno della propria rete
fatta di follower e following. Su Twitter, infatti, non esistono “Amici” ma persone da seguire e
che ci seguono. Questa attenzione non necessità né di reciprocità (se una persona ha deciso
di seguire gli aggiornamenti di un utente, non è detto che l’utente seguito debba necessariamente ricambiare il favore) né di autorizzazione (non c’è bisogno d’essere accettati per poter
seguire qualcuno).
re letti solo dagli interessati e non compaiono quindi nella timeline. Questa funzione può
essere sfruttata solo da due persone che si
seguono tra di loro.
- #Hashtag: sono delle “etichette” precedute
dal simbolo cancelletto (#) che gli utenti possono inserire nei propri tweet per far capire
agli altri che stanno parlando di un determinato argomento. Vengono utilizzati sia per
singole parole chiave ma anche per più termini uniti che spesso generano dei divertenti
giochi linguistici.
- Trend: quando un hashtag conquista l’interesse di molte persone e viene spesso utilizzato si definisce “trend”. Ogni utente può
consultare la lista dei tred ossia degli argomenti più in voga al momento.
&
TRICKS
Concisione, continuo aggiornamento e condivi- sulta perciò particolarmente indicato anche
sione rendono Twitter uno strumento estrema- nell’apprendimento della lingua straniera o nei
mente potente dal punto di vista comunicativo. percorsi di L2.
Quello che a prima vista potrebbe sembrare un
limite, ossia l’obbligo di non superare i 140 caratteri, dal punto di vista comunicativo raggiunge, in molti casi, esattamente l’effetto opposto.
Costringere l’autore a porre maggior attenzione
nella fase di elaborazione/scrittura del tweet,
aiuta ad aumentare la qualità e la chiarezza
dell’informazione.
L’apertura di un profilo twitter è quindi consigliata per la promozione di tutti i servizi rivolti
al pubblico, per la comunicazione di eventi,
iniziative, attività proprie ed altrui. Ma anche
per incentivare l’espressione e il confronto su
tematiche di attualità e quindi valorizzare la
libertà di opinione e la partecipazione attiva.
Attraverso Twitter è possibile inoltre avviare
specifici percorsi didattico-educativi basati su
attività di micro-narrativa e riscrittura creativa
prendendo come stimolo una parola, un testo,
un’immagine o una regola grammaticale. Ri-
ANIMOTO
FUNZIONI
SOFTWARE ONLINE
- Caricamento immagini e organizzazione
sequenza: dal proprio pc, tablet o smartphone si scelgono le foto che si intendono utilizzare e si caricano su Animoto (un video di
30 secondi ha bisogno circa di una ventina
di foto). L’ordine delle immagini caricate può
essere modificato a piacere per dare luogo
ad una nuova sequenza.
- Selezione Soundtrack: è possibile aggiungere una colonna sonora scegliendo tra i
brani disponibili nella libreria musicale del
programma stesso. Volendo si può inserire
una musica differente da quelle proposte nel
rispetto comunque del diritto d’Autore.
- Editing e Personalizzazione: lo stile del proprio video può essere ulteriormente personalizzato scegliendo tra le 50 cornici messe
animoto.com
MAKE AND SHARE BEAUTIFUL VIDEOS ONLINE
TIPS
DESCRIZIONE
Animoto è un’applicazione web creata nel 2005 a New York da un gruppo di professionisti del
mondo dello spettacolo e degli show televisivi che permette di combinare immagini, musica
e testi e creare, in pochi secondi, video di elevata qualità. Sfruttando la propria Intelligenza
Artificiale Cinematica, Animoto analizza la musica selezionata e propone all’utente le più opportune transizioni e i più adattati effetti. Elaborare quindi invenzioni visuali notevoli risulta
un’operazione facile a chiunque, compresi i meno esperti. L’interfaccia è semplice ed intuitiva
con poche ma potenti funzioni anche nella versione LITE, gratuita. In questo caso, a differenza delle versione a pagamento, Plus e Pro, i video avranno la durata massima di 30 secondi,
risoluzione media e limitate possibilità di personalizzazione.
Si ricorda che se utilizzato a fini educativi, gli insegnanti possono accedere gratuitamente alla
versione Plus.
a disposizione dal programma. Inoltre alle
immagini si possono aggiungere testi e didascalie che conferiranno al prodotto un carattere originale.
- Produzione: i tempi di attesa sono variabili,
ma sempre veloci, una mail avvisa l’utente
che il processo è stato terminato. L’operazione di assemblaggio può essere ripetuta
generando video differenti.
- Condivisione: i video appena creati possono essere condivisi sul proprio sito Web o
blog o sui principali social network, taggando amici e conoscenti. In alternativa gli artefatti digitali possono essere inviati tramite
e-mail. È possibile scaricare i file in formato
MP4 o ISO.
&
La semplicità d’uso fa d’Animoto uno strumento
trasversale utilizzabile in diversi contesti (scolastico, extrascolastico, aziendale) e con diversi
target (bambini, adolescenti ed adulti).
Oltre alla già nota promozione di attività ed
eventi, infatti, l’applicazione può essere inserita
all’interno di specifiche progettazioni educativo/formative. Ad esempio insegnanti, educatori e formatori potrebbero produrre video per
presentare determinati argomenti al proprio
gruppo/classe, oppure potrebbero essere gli
studenti e utenti a produrre il video stesso. In
questo caso l’attività può avere i più svariati
obiettivi: documentare un’attività e condividerla
con altri vicini e lontani, sviluppare empowerment individuale e sociale attraverso la costruzione identitaria personale e professionale,
sviluppare il senso critico, la responsabilità
comunicativa riflettendo sulle scelte operate,
destinatari, scopo, stile linguistico, ecc.
Nel caso si lavori con minori è necessario porre
attenzione al diritto alla privacy. Tale criticità
può essere ovviata facendo leggere e firmare
TRICKS
ai genitori o al legale rappresentante il consenso informato e la liberatoria, o inserendo
immagini in cui i minori non siano riconoscibili,
ad esempio quelle in cui non vengono ritratti in
volto.
VINE
FUNZIONI
APP GRATUITA
- Recording: permette alle persone di girare
e condividere filmati da sei secondi e li manda in loop. I video di Vine assomigliano molto
più alle GIF animate che ai filmati che tipicamente si vedono su YouTube.
- Sessions: i video realizzati possono essere riorganizzare in sessioni. Anziché essere
costretti a mantenere attiva una registrazione fino al suo completamento è possibile
salvare il proprio girato per poi riprenderlo
successivamente.
-Time Travel: espande le proprietà di editing
consentendo la creazione di un video non
più come un unico lavoro senza soluzione di
continuità, bensì riorganizzando, rimuovendo
o spostando gli scatti prima della pubblicazione.
vine.com
EXPLORE A WORLD OF BEAUTIFUL, LOOPING VIDEOS
TIPS
L’applicazione è utilizzabile come strumento
per la realizzazione di artefatti digitali creativi.
In realtà Vine quasi non sembra un’app di video, ha qualcosa in più: scatena la creatività in
un’esplosione da sei secondi. È uno strumento
per il giornalismo in tempo reale. Una nuova
forma d’arte.
Vine favorisce il coinvolgimento di giovani ed
adulti nella realizzazione di contest video in
cui gli utenti possono partecipare attraverso la
condivisione di un hashtag, o nella realizzazione di spezzoni di video brevi e dinamici come
documentazione di eventi e attività.
DESCRIZIONE
Si tratta di un’applicazione gratuita creata nel 2012 e poi acquistata da Twitter. Da gennaio
2013 per i dispositivi Apple e da giugno 2013 per quelli Android, consente agli utenti di creare
video (detti vines) e condividerli sui numerosi Social Network. Vine permette agli utenti di
elaborare mini-video ciclici della durata massima di 6.5 secondi e di salvare fino a 10 sessioni.
Recentemente Vine ha introdotto nuove funzioni per affinare il metodo di modifica dei propri
video ed utilizzare quelli disponibili sul proprio smartphone per trasformarli in vines.
- Messaggi Istantanei: Vine permette all’utente di inviare dei brevi videomessaggi dalla
durata massima di 15 sec.
- Esplora: aiuta gli utenti a ricercare gli account più popolari del momento, visualizzare
i video presenti nelle varie categorie e scoprire quali sono i tag maggiormente utilizzati.
- Trova Persone: l’utente può verificare chi
fra i propri contatti sta utilizzando Vine, oppure per invitarli all’utilizzo.
&
TRICKS
INSTAGRAM
FUNZIONI
SOCIAL NETWORK
- Network: una volta registrato e creato il
proprio profilo è possibile cercare i propri
amici, l’operazione viene facilitata collegando l’applicazione ai profili di Facebook e
Twitter.
- Effetti: numerosi filtri possono essere applicati a foto e video come
Magia di Lux (che rende le tue immagini più
brillanti), Sfocatura, Vintage, Tilt-Shift, lineare o radiale (che dà alle foto una maggiore
profondità di campo).
- Didascalia: è possibile inserire un commento che racconti l’immagine esprimendo la
sensazione e il pensiero che si vuole condividere con gli altri profili.
- Geolocalizzazione: é possibile decidere di
geolocalizzare la foto e condividerla imme-
instagram.com
CAPTURE AND SHARE THE WORLD’S MOMENT
TIPS
DESCRIZIONE
Instagram è un’applicazione mobile gratuita e un social network fotografico. Permette agli
utenti di scattare foto, applicare filtri e condividerle su numerosi social media, compresi Facebook e Twitter.
Instagram, in omaggio alle Polaroid, presenta le fotografie in forma quadrata.
Instagram è caratterizzato da potenzialità artistiche ed espressive offerte dalla realizzazione
di foto e video che promuovono tra gli utenti il
desiderio di raccontare storie, raccogliere punti di vista e comunicare con individui e territori.
La voglia di narrarsi e condividere porta spesso gli utenti ad organizzarsi in community: la
prima nata e la più importante a livello mondiale è quella degli Instagramers, creata dallo
spagnolo Philippe Gonzales.
Questi gruppi sono soliti avviare contest e
grandi raduni nelle città principali di tutto il
mondo, Italia compresa.
Dal punto di vista educativo Instagram può essere quindi sfruttato per realizzare challenges
fotografici ossia gare di creatività fotografica
tra tutti coloro che intendono partecipare, l’importante è mettersi in gioco pubblicando una
o più foto inerenti al tema e aggiungere nella
didascalia l’hashtag ufficiale utilizzato per quel
specifico Challenge.
Anche le aziende che realizzano prodotti con
un forte impatto visivo hanno da subito compreso le enormi potenzialità del photosharing
di Instagram, applicandole ad azioni di marketing visivo. Attraverso i propri profili pubblica-
diatamente tramite gli altri social Network
come Facebook, Twitter, Tumblr e Foursquare (e presto anche Flickr).
- Tag e hashtag: sfruttando gli hashtag è
possibile categorizzare la propria foto per
argomento e renderla ritrovabile ad esempio
all’interno di una community di appassionati
che raccoglie le proprie foto basandosi su
una parola chiave dedicata. Recentemente
Instagram ha introdotto i tag nelle foto, prendendo esempio da Facebook e consentendo
così agli utenti di “taggare” i propri amici
nelle foto, ossia “etichettare” la foto con i
nomi degli amici fotografati.
&
TRICKS
no immagini che rappresentano le passioni e il
life-style che ruota attorno alla personalità del
brand e degli utenti/clienti.
WHATSAPP
FUNZIONI
APP MESSAGGISTICA
- Chat individuali e di gruppo: gli utenti possono scambiare messaggi illimitati, file multimediali.
- Condivisione posizione: grazie all’attivazione di internet e del GPS è possibile geolocalizzarsi ed inviare l’esatta posizione ai propri
contatti.
whatsapp.com
MESSAGGISTICA SEMPLICE, PERSONALE E IN TEMPO REALE
TIPS
DESCRIZIONE
WhatsApp è un’applicazione proprietaria di messaggistica istantanea estremamente popolare.
Il nome deriva dalla fusione dell’espressione inglese What’s up?, tradotto come va?, e App
ovvero applicazione.
È multi-piattaforma, sfrutta la connessione dati dello smartphone per lo scambio di messaggi
testuali, immagini o video. Rappresenta il sostituto dei tradizionali SMS o MMS, il funzionamento risulta semplice, immediato e al momento dell’installazione è previsto un periodo di prova
gratuito di 12 mesi, dopo il quale scatta un canone annuale, triennale o quinquennale ad un
costo decisamente accessibile.
Nel febbraio 2104 l’applicazione creata nel 2009 da due ex-impiegati della società informatica
Yahoo! è stata acquistata da Mark Zuckerberg.
- Personalizzazione: ogni utente ha l’opportunità d’impostare e modificare il proprio
nome, la propria immagine profilo e il proprio
stato.
&
Al fine di segnalare all’utente quali contatti
abbiano installato l’applicazione, WhatsApp
richiede al momento dell’attivazione la copia
della rubrica sui propri server. Questo aspetto
è la principale critica che viene mossa contro
WhatsApp. A parte ciò il servizio di messaggistica risulta uno strumento valido, agile ed utile
sia a livello personale che professionale.
Utilizzare un servizio conosciuto e diffuso tra
gli adolescenti può infatti agevolare la relazione educativa. Insegnanti ed educatori potrebbero ad esempio sfruttare il mezzo comunicativo per condividere informazioni utili, passioni
e interessi comuni, incrementare lo scambio
ed il confronto tra pari, favorire la rilevazione
di problematiche e situazioni difficili (come il
rischio di abbandono scolastico, di isolamento
dei ragazzi e delle loro famiglie) che difficilmente emergono nei contesti formali attraverso
i canali tradizionali.
Particolarmente utile prima di avviare una
conversazione tramite WhatsApp da parte
educatore/l’insegnante, è la condivisione con i
ragazzi di un regolamento per il corretto utilizzo al mezzo, che stimoli ad un uso adeguato,
responsabile e consapevole. Tale elaborazione
potrebbe anche diventare per il gruppo il punto di partenza per una riflessione più ampia in
merito ai social network e ad internet.
Sarebbe inoltre opportuno che l’educatore/insegnante avessero a disposizione un numero di
TRICKS
telefono di servizio e la possibilità di impostare
come nome utente non il proprio nome, ma, ad
esempio, il nome di un gruppo di insegnanti o
del Centro di aggregazione giovanile, per chiarire come il proprio profilo utente sia strettamente connesso al ruolo professionale ricoperto e mantenere la giusta distanza educativa.
TELEGRAM
FUNZIONI
APP MESSAGGISTICA
- Chat di gruppo: puoi avviare discussioni
anche con un numero elevato di membri, fino
a 200.
- Condividere foto e video: permette di inviare file multimediali della dimensione massima di 1GB.
- Archiviazione nel cloud: tutti i messaggi
sono automaticamente salvati nei server di
Telegram, risultando quindi facilmente recuperabili da ogni dispositivo.
- Chat Segrete: per le comunicazione più
importanti è possibile aumentare il livello di
privacy utilizzando la crittografia end-to-end
(da punto a punto) che consente di assicurarsi che un messaggio possa essere letto
solamente dal suo reale destinatario. Quando si attiva questa funzione nulla é salvato
telegram.org
TAKING BACK OUR RIGHT TO PRIVACY
TIPS
DESCRIZIONE
Sviluppata da due fratelli russi, Telegram coniuga la velocità di WhatsApp, alle funzionalità di
Snapchat. Grazie ad protocollo crittografico l’app si presenta come il mezzo più sicuro per
garantire la segretezza delle conversazioni e quindi maggior privacy agli utenti. È possibile
infatti scambiarsi messaggi criptati con un altro contatto, decidendo un tempo limite entro cui
la comunicazione viene eliminata.
La configurazione di Telegram, disponibile per iPhone e Android, è facile e veloce e l’applicazione rimane gratuita per sempre: nessuna pubblicità, nessuna tariffa di sottoscrizione. Per
questi motivi è spesso scelta da molti utenti come alternativa a WhatsApp.
Essendo una messaggistica istantanea, anche
per Telegram valgono gli stessi consigli e le
stesse avvertenze già espresse per WhatsApp.
Tuttavia la caratteristica principale dell’applicazione ossia la funzione “snapchat” può
diventare anche la sua maggior criticità. Non
è infatti pensabile, specialmente per chi lavora con i giovani, trascurare che nelle abitudini degli adolescenti essa si collega spesso a
preoccupanti fenomeni quali cyber-bullismo
e sexting. I messaggi che sovente vengono
scambiati nelle chat segrete sono nella maggior parte dei casi sessualmente espliciti o a
sfondo sessuale. Inoltre, non mancano i casi
in cui tali immagini inviate principalmente al
partner o una stretta cerchia di persone si
diffondono in modo incontrollabile creando seri
problemi alla persona ritratta. Il monitoraggio
e la riduzione di questa tendenza tra gli utenti
rimane dunque di fondamentale importanza.
sui server e il mittente può programmare
automaticamente l’autodistruzione dai dispositivi che stanno partecipando alla conversazione (il proprio e quello dei riceventi) in
modo che non ne rimanga traccia.
&
TRICKS
YOUTUBE EDITOR
FUNZIONI
SOFTWARE ONLINE
- Editing e montaggio: è possibile combinare video, foto e immagini precedentemente
caricate al fine di creare un nuovo video o
ritagliare le clip video in base a lunghezze
personalizzate ed eseguire montaggi.
- Soundtrack: l’utente ha accesso di AudioSwap,
un servizio, sempre di YouTube, che mette a
disposizione musica libera, o meglio per la
quale i detentori di copyright hanno deciso di
consentirne l’uso libero e quindi può essere
aggiunta senza problemi al proprio artefatto
digitale.
youtube.com/editor
SHARE YOUR VIDEO WITH FRIENDS, FAMILY, AND THE WORLD
TIPS
DESCRIZIONE
YouTube ha introdotto il nuovo video editor che permette di creare mashup ed apportare
modifiche ai video evitando l’installazione di pacchetti software sul proprio dispositivo e l’apprendimento di buona dose di conoscenze tecniche come solitamente richiesto a chi si occupa di video-editing. Tutto ciò di cui si ha bisogno è un account YouTube del materiale proprio
(dato che non è permesso modificare quello di altri utenti) ed un po’ di fantasia e creatività.
- Personalizzazione: le clip possono essere
migliorate con numerosi strumenti ed effetti
speciali.
- Pubblicazione: postare i nuovi video su YouTube richiede pochi click. Essi possono essere poi nuovamente modificati senza bisogno
di scaricarli (il link rimane invariato).
&
Il video rappresenta da sempre un potente ed
emozionante mezzo di comunicazione. La tecnologia digitale che oggi abbiamo a disposizione sta rivoluzionando il nostro modo di vedere il
mondo. Abbiamo infatti accesso ad una mole di
materiale impensabile fino a qualche tempo fa
e, cosa forse più importante, abbiamo alla possibilità di partecipare alla costruzione di questa
ricchezza. Una delle sfide che si pone in ambito
educativo è quindi quella di formare dei prosumer consapevoli e responsabili, ovvero utenti
che siano in grado di scegliere e selezionare le
varie proposte e creare al contempo nuovi ed
efficaci prodotti.
Ecco quindi che YouTube ed il suo Editor rappresentano due importantissime risorse per:
- Creare presentazioni didattiche e informative. Lezioni e contenuti formativi possono essere messe a disposizioni degli studenti e del
pubblico in generale. Dando loro la possibilità
di rivedere quanto spiegato o anticipare argomenti che verranno poi affrontati in presenza.
Se adeguatamente formati gli studenti possono
diventare, poi, loro stessi autori.
- Realizzare Video-Progetti documentativi. Utenti e servizi possono elaborare dei prodotti in
grado di testimoniare in maniera immediata e
TRICKS
coinvolgente un’esperienza progettuale svolta.
Scopi ed obiettivi varieranno molto a seconda
del target scelto (famiglia, amici, conoscenti,
altri studenti, persone con cui si condivide un
determinato interesse).
- Pubblicare di Video Blog ovvero blog che
utilizzano come principale mezzo comunicativo
il video. Negli ultimi anni hanno avuto estrema
diffusione sia in ambito formale per cui sono
stati creati video blog di classe che raccontano
la vita quotidiana degli studenti, che non-formale ed informale collegati al tempo libero,
allo svago (video tutorial su prodotti cosmetici
e tecnologici, consigli per l’acquisto, confronto
tra prodotti, ecc.), e alla partecipazione attiva
(citizien-journalism).
- Elaborare Videocurriculum, autopresentazioni in video finalizzate alla ricerca di un posto
di lavoro. Produrre un artefatto di questo tipo
rappresentata in molti casi la fase finale di un
processo articolato di bilancio delle competenze acquisite nei diversi ambiti.
WORDPRESS
FUNZIONI
BLOG-EDITORIA
- Amministrazione e pubblicazione nuove pagine ed articoli: compilando i campi presenti
nei template è possibile costruire pagine e
postare articoli all’interno di quest’ultime.
- Creare un menù per il tuo sito: il menù
principale è realizzato aumaticamente da
WordPress partendo dall’elenco delle pagine create, ma, volendo, è possibile anche
personalizzarlo (es. strutturando dei menù a
cascata).
- Design personalizzabile: temi e i plugin
consentono di arricchire il proprio sito e trasformarlo in una presenza accattivante sul
web. Con il termine “tema” si intende la veste
grafica di un sito (WordPress mette a dispo-
wordpress.com
CREA IL TUO SITO DI QUALITÀ
TIPS
DESCRIZIONE
WordPress è una piattaforma di editoria personale creata nel 2003 da Matt Mullenweg che
permette di pubblicare gratuitamente il proprio blog o sito personale. Grazie a WordPress è
possibile costruire uno spazio che si adatti ai propri gusti, ai propri contenuti e alle proprie
esigenze, raggiungendo risultati professionali, pur avendo conoscenze informatiche basilari.
Attorno a WordPress si è creata una vera e propria community che sviluppa continuamente
nuovi template e plugin e contribuisce quindi al suo continuo arricchimento ed aggiornamento.
sizione molti modelli, alcuni gratuiti e altri a
pagamento), mentre i plugin sono degli strumenti che consentono di aggiungere nuove
funzionalità ad esempio inserire un modulo
di contatto o di prenotazione, inserire i bottoni per la condivisione sui social network, ecc.
- Gestione visibilità: un blog o sito Word
Press può essere privato, usato quindi come
contenitore di scambi tra membri ma anche
pubblico, consultabile da chiunque.
- Seo: possibilità di ottimizzare il sito per motori di ricerca.
&
WordPress si definisce un CMS ossia un sistema di gestione dei contenuti: per costruirsi
una presenza autorevole sul web o una degna
reputazione online non è però sufficiente un
sito elegante e ricco di funzionalità ma sono
necessari i contenuti (testi, immagini, video)
di qualità. Una piattaforma quindi che per sua
natura necessita di contenuti ragionati risulta
già essere uno strumento che ha tutte le caratteristiche per essere definito educativo. Riflettere criticamente in itinere e a posteriori sulle
scelte che WordPress ci propone di prendere,
rappresenta un esercizio di medialfabetizzazione molto importante per tutti: che differenza
c’è tra realizzare un sito privato per un gruppo
ristretto di persone o renderlo pubblico? Come
cambia, se cambia, il modo di scrivere i post
ed organizzare i contenuti? È possibile rendere
la comunicazione più efficace, presentare le
informazioni in maniera più accattivante? …
Risponde a questi interrogativi ed attualizzare le decisione prese richiede tempo ed una
certa serietà e questa potrebbe essere l’unica
criticità imputabile a WordPress. Capire il suo
funzionamento, il potenziale e progettarne la
gestione potrebbe risultare piuttosto comples-
TRICKS
so e impegnativo per un adolescente rispetto
alla gestione dire un profilo social o un’applicazione. Ma questo non implica una rinuncia a
priori, anzi rende solo la sfida più interessante!
Articoli, ricerche, informazioni, attività di critica
e d’opinione, racconti, testimonianze, stesura di
un proprio diario personale, pubblicazione tematica di materiale già reperibile on-line, blog
artistici e fotografici, blog di centri giovanili, di
progetti o di iniziative… WordPress raccoglie in
sè tutte le potenzialità del web.
FUNZIONI
STORIFY
APP PER SMARTPHONE
storify.com
MAKE THE WEB TELL A STORY
- Raccolta e selezione del materiale: i contenuti necessari per la storia possono provenire da diverse fonti come Facebook, Twitter,
YouTube, Soundcloud, Flickr, Instagram,
Tumblr, Google. È possibile anche eseguire
ricerche tramite hashtag, profili, tag o parole
chiave.
- Creazione della sequenza: gli elementi
selezionati possono essere riorganizzati per
creare una sequenza coerente.
TIPS
- Inserimento commenti e didascalie: per
rendere maggiormente efficace la storia è
possibile inserire delle frasi che accompagnino il fruitore nella narrazione.
- Condivisione: una volta completa la storia
può essere inviata tramite e-mail , pubblicata nel sito di Storify e condivisa sui social
network oppure incorporata su blog e siti.
&
Storify costituisce un metodo semplice ed immediato per raccontare un evento, un luogo,
un’attività o un momento personale. È uno
strumento per comunicare una narrazione a più
voci.
Può essere utilizzato in relazione a particolari argomenti di attualità e giornalismo, come
strumento di promozione delle proprie attività
e costituisce un buon strumento organizzativo.
Sia che si affianchi all’attività di ufficio stampa
o venga usato nella comunicazione d’impresa
o in tutte quelle situazioni che necessitano o
rendono piacevole uno storytelling rappresenta
comunque un’opportunità per la creatività e il
pensiero critico, aiuta a sviluppare le capacità
di comunicazione e richiede una buona comprensione dei social media
DESCRIZIONE
Quotidianamente condividiamo in rete una serie di informazioni personali o su specifici argomenti. Storify permette di organizzare tutto questo materiale (foto, video, commenti, post,
tweet, ecc.) sotto forma di una vera e propria narrazione.
TRICKS
Può dunque essere proficuo laddove si voglia, ad esempio, creare una restituzione dopo
esperienza svolta da un gruppo o una classe;
rielaborare contenuti precedentemente pubblicati sia da ragazzi che dagli educatori e
costruire nuovi significati a partire da essi. Può
inoltre essere utilizzato in un ambito di concorso o contest circa una tematica specifica.
Le criticità sono legate a quelle più classiche
diffuse sui Social Network in quanto i materiali
per la costruzione delle storie derivano in parte
da elementi pubblicati (foto, video, frasi/affermazioni) che possano ledere il diritto alla privacy o copyright.
FUNZIONI
SPREAKER
SOCIAL NETWORK/RADIO
spreaker.com
EXPLORE RADIO SHOWS, PODCASTS AND DJ MIXES
- Podcasting e liveblogging: è possibile registrare nuovi file o caricare materiali già realizzati.
- Regia Radiofonica: Spreaker possiede una
consolle virtuale, chiamata Deejay, per mixare facilmente musica o a assemblare parti
parlate ed audio, aggiungere effetti sonori.
I brani possono essere scelti accedendo ad
una libreria musicale personalizzabile.
- Condivisione: il software è disponibile in
italiano, inglese e spagnolo ma i post che
vengono condivisi provengono da tutto il
TIPS
DESCRIZIONE
Spreaker, nato nel 2009, è un progetto sviluppato da un gruppo di ragazzi bolognesi per permettere a tutti la creazione di una Web Radio, di uno spazio radiofonico libero e senza vincoli,
avendo a disposizione semplicemente un pc o uno smartphone, un microfono e un paio di
cuffie. Spreaker è uno spazio web, una piattaforma sulla quale è possibile creare e condividere file e contenuti audio, cronache live, show in diretta o in podcast (registrazioni da caricare sul web in mp3 non in diretta) senza il bisogno di scaricare nessun tipo di programma. È
disponibile sia in una versione gratuita che in una versione a pagamento.
Spreaker permette di combinare l’esperienza d’uso della radio con l’interazione tipica dei
social network e associa le potenzialità del digitale e del social web a quell’atmosfera tipica
delle emittenti libere e indipendenti che hanno caratterizzato una parte della radiofonia a partire dagli anni Settanta del secolo scorso.
Le potenzialità di Spreaker rimandano a quelle
della radio e dei new media e quindi richiamano i valori e le responsabilità connessi all’utilizzo di uno strumento di informazione e comunicazione in modo creativo, come spazio di
libertà espressiva per dare seguito alle proprie
passioni personali, sociali e conoscitive.
Numerose le esperienze già realizzate in questo senso, si pensi al caso di Libera Radio di
“Legalità on air” che rappresenta dal punto di
vista radiofonico un modello già consolidato di
educazione ai media e di educazione attraverso il digitale rivolta ai ragazzi. Se così finalizzato l’utilizzo di Spreaker dovrebbe essere, possibilmente, preceduto da un momento formativo
sullo sviluppo dei sistemi di comunicazione e
dell’informazione con particolare riferimento a
quello radiofonico,
mondo. L’ascolto delle altre radio è promosso da Speaker tramite il sito ed in particolare
il sistema di ricerca ed è garantito anche in
mobilità grazie all’app dedicata, scaricabile
gratuitamente da App Store e compatibile
con tutti i modelli di iPhone, iPad e iPod.
&
TRICKS
preparazione e realizzazione di un’intervista,
consultazione e utilizzo delle fonti, scrittura e
diffusione di una notizia, diritto d’autore, convergenza e crossmendialità, ecc. sono solo
alcuni dei temi che possono essere stimolati
dall’uso, pedagogicamente ragionato, di Speaker.
FUNZIONI
FACEBOOK
SOCIAL NETWORK
facebook.com
FACEBOOK TI AIUTA A CONNETTERTI E RIMANERE IN CONTATTO
CON LE PERSONE DELLA VITA
TIPS
DESCRIZIONE
Facebook è una delle piattaforme sociali più utilizzate al mondo. L’idea che nel 2004 ha ispirato Mark Zuckerberg, il suo creatore, era quella di realizzare un sistema per il proprio campus
di Harvard che facilitasse e incentivasse lo scambio relazionale tra gli studenti universitari. Di
fatto Facebook ha rapidamente modificato il modo di intendere le amicizie, la condivisione, la
pubblicizzazione della propria vita privata.
- Seguire Pagine e gruppi: le Pagine consentono ad organizzazioni, aziende, celebrità e
marchi di comunicare ampiamente con le
persone a cui piacciono. Mentre i Gruppi rappresentano uno spazio chiuso per persone
che comunicano su interessi comuni. I gruppi
possono essere creati da tutti.
- Creare eventi: ogni utente ha la possibilità
di invitare ai propri contatti, una selezione di
questi, un evento calendarizzato. Può essere
lasciata la possibilità agli amici di invitare
altre persone o rendere l’evento completamente pubblico.
- Gestione privacy: permette di definire di
default chi possa vedere post e foto che vengono pubblicate (solo io, amici, amici di amici, amici e reti, tutti), in qualsiasi momento si
possono poi apportare modifiche sul singolo
post. Inoltre è possibile scegliere chi e come
possa cercare e trovare il proprio profilo.
- Connettere ad altre applicazioni e Social
Network: Facebook può essere collegato a
diversi giochi e social come Twitter ed Instagram, anche per questo qualche anno fa è
stata data la possibilità di utilizzare
#hashtag tematici.
- Creare una rete di contatti: è possibile
cercare vecchi e nuovi amici inserendo il
loro nome e cognome o il loro indirizzo email.
Finché la persona non accetta, non sarà
possibile consultare il suo profilo. Gli “amici”
possono essere organizzati in “liste”, alcune
delle quali vengono suggerite automaticamente dal programma.
- Pubblicare e condividere contenuti: sul proprio diario o bacheca possono essere pubblicati aggiornamenti, foto, video e link. Un
sistema di notifiche avvisa i nostri contatti
sulle nostre recenti attività. per attirare l’attenzione degli amici su un determinato contenuto sia esso un post, una foto o un video
è possibile etichettarli digitando il simbolo
“@”seguita dai loro nomi nel campo. Recentemente per facilitare questa funzione è stato introdotto il completamento automatico.
- Commentare e chattare: i contenuti pubblicati dalle altre persone possono essere
commentati in forma pubblica. Più genericamente è possibile esprimere il proprio apprezzamento, cliccando sul tasto “Mi piace”.
Facebook prevede tuttavia anche la possibilità d’uno scambio privato tra gli utenti attraverso la chat.
Facebook può essere considerato come uno strumento sia d’autopresentazione che mantenimento e incremento relazionale. La natura del social
porta le persone ad esporre il proprio privato e
spesso, purtroppo, a spettacolarizzarlo e vetrinizzarlo. Tale tendenza sembra incentivata anche dal
meccanismo dei “mi piace” che conduce gli utenti
a ricercare facili conferme e gratificazioni.
Alcune questioni legali hanno fatto, in questi anni,
di Facebook oggetto di discussione riflessioni: il
divieto di registrazione ai minori di 14 anni (in realtà molte volte violato); i diritti sulle foto postate e i
permessi per l’utilizzo immagini, ecc.
Poiché però la piattaforma è tra le più popolari
può essere sfruttata per creare pagine, gruppi
o profili legati a progetti, laboratori, attività educative/formative e non. È possibile aggiornare in
modo facile ed immediato gli utenti su iniziative ed
&
TRICKS
eventi, suggerire link e contenuti in riferimento ad
un determinato interesse.
AUDACITY
FUNZIONI
SOFTWARE ONLINE
- Registrazione e riproduzione: Audacity può
registrare audio dal vivo attraverso un microfono o un mixer, o digitalizzare registrazioni
da cassette a nastro, dischi o minidischi in
modalità mono o stereo.
- Modifica e mixaggio: un numero illimitato
di tracce possono essere gestite tramite il
software che consente di apportavi veloci modifiche mediante le operazioni taglia,
copia, incolla ed elimina. È inoltre possibile
modificare l’intonazione senza variazioni di
velocità e viceversa, rimuovere i rumori di
fondo, equalizzare, comprimere, normalizzare
ed amplificare il segnale audio, aggiungere
vari effetti sonori (eco, wha wha, phaser e
riproduzione al contrario).
audacity.sourceforge.net
EDITOR E REGISTRATORE AUDIO LIBERO
TIPS
DESCRIZIONE
Audacity è un editor audio multi-traccia open source, le cui funzioni e interfaccia sono estremamente minimali per meglio facilitarne l’utilizzo anche ai non esperti. Sono consentite infatti
quasi esclusivamente le operazioni basilari necessarie per affrontare l’editing audio realizzabile senza la necessità di acquisire competenze approfondite come nel caso dei softwares professionali.
Nella lavorazione di un prodotto audio, Audacity dà la possibilità anche agli utenti meno
esperti, come i ragazzi che si avvicinano per la
prima volta al mondo dell’audio, di esprimersi
e di prendere confidenza con questo lavoro
assumendo fin da subito una parte attiva alle
attività. Poiché permette di creare brani audio
da materiale precedentemente registrato, associare suoni disgiunti in un’opera finita, miscelare più voci e tracce musicali, rappresenta
una risorsa per tutte le attività laboratoriali nel
campo dell’audio, del suono e della realizzazione di prodotti radiofonici e di giornalismo. È
un software ideale per realizzare piccole registrazioni, interviste, racconti, programmi di tipo
radiofonico, prove di lettura, voice over per
video clip, correzione di tracce audio tratte da
registrazioni video.
Come tutti i programmi di Audio Editing, specie
nel caso di registrazione immediata di canali
multipli, richiederebbe almeno un adeguato sistema di diffusione audio; è perciò consigliabile proporlo in circostanze in cui si disponga di
- Export: il lavoro può essere salvato in formato MP3 (l’operazione richiede il codec
“Lame_enc.dll”, con una versione LAME 3.94
o superiore), WAV, Ogg Vorbis, AIFF, AU e
Raw.
&
TRICKS
sale o aule non troppo grandi con la possibilità
di fruire di un sistema adeguato di speaker,
anche perché gli strumenti che permettono il
“disegno” del volume risultano talvolta imprecisi.
ASK.FM
FUNZIONI
SOCIAL NETWORK
- Domandare: per porre un quesito bisogna
andare nel profilo della persona alla quale si
intende rivolgerlo e scrivere il testo nell’apposito campo, oppure cliccare su “fai una
domanda ad un amico” (in questo modo è
necessario selezionare poi una delle persone
seguite). La domanda può essere posta in
forma anonima, mettendo il segno di spunta
nell’apposita voce. Poiché spesso, inizialmente, non si ricevono molte domande altrui,
il sistema consente di generare automaticamente dei quesiti.
- Risposta: per rispondere è sufficiente inserire la risposta in corrispondenza della
domanda, questa può essere formulata non
solo in formato testo, ma anche come video
o immagini. In generale più le risposte saranno originali, maggiore sarà l’apprezzamento
da parte degli altri utenti (che può essere
ask.fm
ASK AND ANSWER
TIPS
DESCRIZIONE
Questo social network, lanciato nel 2010, si basa su un meccanismo di domanda e risposta tra
gli utenti.
I quesiti, spesso di natura personale-sessuale, possono essere posti anche in forma anonima
anche da utenti non registrati e non possono contenere più di 300 caratteri. Quando si risponde ad una domanda, la risposta diventa visibile sulla bacheca del proprio profilo e gli altri
utenti hanno la possibilità di cliccare «mi piace» se la condividono. Le risposte alle domande
infatti vengono votate dagli stessi iscritti e viene stilata una classifica dei profili. Per rispondere alle domande è però necessario registrarsi ed avere quindi almeno 13 anni.
Indubbiamente la funzione sociale di Ask.fm
(for me) consiste nell’ottenere attenzione, considerazione e riscuotere consenso. La possibilità dell’anonimato favorisce indubbiamente
questo processo permettendo di scrivere ciò
che si vuole. È costatabile che tale libertà da
un lato sfoci in denigrazioni, offese o confidenze eccessivamente“private” ed “intime” (motivo
per cui il social è spesso accusato di favorire il
cyber bullismo, indurre il suicidio) e dall’altro si
riveli utile per soddisfare la curiosità, il bisogno
di risposta su temi che non si osano affrontare
attraverso altri canali per i più svariati motivi
(timidezza, imbarazzo, ecc.)
Di fatto per come Ask.fm viene utilizzato, e per
la natura così spesso strettamente personale e sessuale delle domande, appare difficile
ipotizzare un utilizzo volto a promuovere una
comunicazione pubblica mirata alla condivisione di interessi, progetti e attività. Tuttavia
per chi esercita un ruolo educativo, leggere ed
analizzare criticamente le domande e le risposte che gli adolescenti si pongono (visto che la
esercitato cliccando sul simbolo del cuore).
- Cercare e seguire altri utenti: anche questo
social network chiama “amici” i contatti; che
possono essere rintracciati attraverso i propri profili di Twitter o di Facebook, oppure effettuando una ricerca per nome e cognome,
ecc.; le persone rintracciate possono essere
seguite analogamente a quanto avviene su
Twitter.
- Segnalare e bloccare: se ritenuto opportuno una bandierina permette di segnalare un
contenuto considerato offensivo o inappropriato. Bisogna sottolineare che è possibile
anche evitare che in generale ci vengano
poste domande anonime e bloccare un singolo utente anonimo impedendogli di fare
altre domande, anche se non si può impedire
che questo visiti il nostro profilo che rimane
sempre pubblico.
&
TRICKS
comunicazione avviene quasi esclusivamente
tra pari) può risultare particolarmente utile ed
efficace per meglio comprendere i linguaggi e
le criticità che emergono in modo più diretto
e meno mediato, rispetto ai racconti che gli
stessi adolescenti fanno agli adulti quando vi
si rapportano direttamente.