le cooperative bolognesi ei nativi digitali
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LE COOPERATIVE BOLOGNESI E I NATIVI DIGITALI Ricerca condotta da Open Group - Infanzia e Giovani in collaborazione con Dipartimento di Scienze dell’Educazione “Giovanni Maria Bertin” dell’Universita` di Bologna Promosso da Con il contributo di Collana Open Books Progetto a cura di Piero Ingrosso e Anna Zuccheri Ricerca condotta da Monica Campion e Azeb Lucà Trombetta con il contributo scientifico della professoressa Federica Zanetti del Dipartimento di Scienze dell’Educazione “Giovanni Maria Bertin” dell’Università di Bologna Schede tecniche “Social media e strumenti digitali per le attività educative” a cura di Alessandro Chalambalakis Grafica e impaginazione a cura di Riccardo Mazzoli e Franco Leon Pubblicato da Open Group INTRODUZIONE PReMESSA ATTIVITÀ DI MAPPATURA E RICERCA DOTAZIONE TECNOLOGICA DOTAZIONE TECNOLOGICA Le tecnologie digitali stanno cambiando in maniera radicale il modo di comunicare, apprendere, informarsi e socializzare delle giovani generazioni che utilizzano internet, social network, tablet e smartphone fin dai primi anni di età. Oggi in Italia i nativi digitali, vale a dire bambini e adolescenti che stanno crescendo in contesti fortemente digitalizzati, sono quasi 10 milioni; di questi più di 710 mila vivono in Emilia-Romagna (il 16% del totale dei residenti in Regione) e oltre 140 mila abitano nel comune di Bologna e nella sua provincia. Una nuova generazione di cittadini, consumatori, utenti e futuri soci di cooperative si sta formando nella nostra società, esprimendo bisogni inediti e potenzialità ancora non del tutto definite. La finalità principale di questo progetto è stata dunque quella di analizzare il rapporto tra adolescenti e tecnologie digitali al fine di fornire un pacchetto di informazioni e dati utili a ridurre il digital divide inter-generazionale che ostacola e rallenta istituzioni e imprese nell’individuare, comprendere e soddisfare le nuove esigenze delle generazioni digitali. L’obiettivo finale è stato quello di gettare le basi per la costruzione, all’interno del tessuto socio-economico bolognese, di un ecosistema di innovazione composto da imprese consapevoli del ruolo che le tecnologie digitali stanno avendo nella formazione di giovani e giovanissime generazioni. La complessità dell’argomento solleva una molteplicità di domande. Per iniziare a trovare risposte adeguate Legacoop Bologna ha promosso un percorso di mappatura, di ricerca e di restituzione con un approccio multidisciplinare e multipiattaforma. La prima fase del progetto è stata dedicata a una mappatura del rapporto tra imprese e giovani generazioni digitali, partendo dallo scenario internazionale fino ad arrivare ad analizzare la situazione locale. Per stimolare le imprese ad avviare una riflessione sul rapporto tra giovani e tecnologie digitali è stata organizzata una video intervista con Marc Prensky, lo studioso americano che per primo nel 2001, in una sua pubblicazione accademica, ha coniato la definizione Digital Natives. La video intervista a Marc Prensky, registrata il 7 novembre 2013 presso gli studi di Radio Città del Capo, è stata condivisa con le imprese attraverso la pubblicazione su un canale dedicato all’interno della piattaforma YouTube (xnatividigitali) ed è tuttora on line a disposizione per chi volesse approfondire questo tema. Dopo la fase di mappatura è stata avviata una ricerca sistematico-qualitativa promossa da Legacoop Bologna e condotta dalla cooperativa sociale Open Group - Infanzia e Giovani, in collaborazione con il Dipartimento di Scienze dell’Educazione “Giovanni Maria Bertin” dell’Università di Bologna. L’équipe di ricerca, sotto la supervisione dalla professoressa Federica Zanetti, ha condotto un’analisi interpretativa basata sull’intervista a testimoni privilegiati, ovvero adolescenti che quotidianamente vivono la relazione con le tecnologie digitali. Il percorso si è articolato nei cinque classici step degli studi qualitativi: rassegna ed analisi della letteratura, costruzione dello strumento intervista, raccolta ed analisi dei dati, sistematizzazione dei risultati e diffusione delle conclusioni elaborate. La prima parte del lavoro è stata quindi dedicata all’elaborazione dello strumento di rilevazione. La scelta è ricaduta sull’intervista semi-strutturata in quanto essa permetteva di raccogliere il dato mantenendo al centro il soggetto intervistato e la sua esperienza. Grazie alla collaborazione con alcuni insegnanti si è poi proceduto con l’individuazione dei soggetti da intervistare. La decisione di rivolgersi alla scuola è stata dettata unicamente da esigenze di tipo organizzativo-logistico e non restringe la ricerca ad aspetti puramente legati all’ambito didattico-formativo. Per garantire che il gruppo dei partecipanti fosse il più possibile eterogeneo, al momento della selezione, è stato chiesto ai docenti di tener conto di 4 profili emergenti dalle fonti scientifiche consultate. Essi possono essere visti come un continum che comprende sia coloro che sono riusciti ad integrare in maniera efficace ed efficiente le tecnologie nella propria vita, sia coloro che appaiono più disinteressati ed inesperti: • Esperto tecnologico integrato, • Tecnologico “intellettuale”, • Tecnologico “sociale”, • Disorientato tecnologico. Le interviste semi-strutturate sono state realizzate nei mesi di marzo e aprile 2014, ed in totale ne sono state realizzate 30, della durata media 26 minuti, a ragazzi di età compresa tra gli 11 e 14 anni, di cui 18 maschi e 12 femmine, frequentanti tre diversi istituti comprensivi appartenenti alla città di Bologna, alla sua periferia e ad una provincia limitrofa. Una volta raccolte tutte le audio-interviste si è proceduto alla loro trascrizione in formato digitale così da procedere all’analisi testuale attraverso uno specifico strumento informatico: il software ATLAS, che rientra tra i programmi CAQDAS (Computer Assisted Qualitative Data Analysis Software). Il presupposto che sta alla base di questo programma di analisi è coerente con la metodologia della Grounded Theory, solitamente utilizzata per mettere in luce i processi sottostanti alle affermazioni di determinati soggetti riguardanti un particolare fenomeno, così da produrre nuove concettualizzazioni a partire da un approccio induttivo. I risultati dell’analisi, riportati nelle pagine successive, hanno permesso al gruppo di lavoro, e speriamo anche al lettore, sia di rafforzare alcune considerazioni ed intuizioni derivanti dalle proprie esperienze che di aprire nuovi spunti di riflessioni su: - l’uso personale che gli adolescenti fanno delle tecnologie a loro diposizione, - il modo in cui vengono esperite all’interno del contesto familiare e scolastico, - il ruolo assunto dagli adulti in questi contesti, - le prospettive di sviluppo e miglioramento. Proprio in merito a quest’ultimo punto la constatazione della varietà e quantità di strumenti utilizzati da giovani, ha animato un importate dibattito tra i media educator di Open Group sulla loro valenza educativa che, in ultima istanza, ha determinato l’elaborazione di alcune schede tecniche “social media e strumenti digitali per attività educative”, che vengono condivise per la prima volta in questo lavoro e possono essere da spunto per il rinnovamento delle pratiche. ATTIVITÀ DI RESTITUZIONE E DISSEMINAZIONE DOTAZIONE TECNOLOGICA I risultati della ricerca sono stati condivisi con rappresentanti di imprese bolognesi nel corso di un workshop tenutosi Martedì 24 Giugno 2014 presso l’aula multimediale di Open Group a Bologna. All’incontro hanno partecipato figure professionali provenienti dal mondo della comunicazione, del marketing e delle politiche sociali di cooperative e imprese bolognesi attive in diversi settori merceologici. Dopo aver illustrato i risultati della ricerca, il workshop è proseguito con una fase di confronto sull’esperienze che ciascun impresa sta registrando o intraprendendo sul tema giovani generazioni digitali. Per estendere la restituzione dei risultati della ricerca a tutte le imprese della Provincia di Bologna, i contenuti raccolti in tutte le fasi del progetto sono stati impaginati all’interno di questo libro digitale in formato e-book. Questo e-book rappresenta un primo importante tassello nella riduzione del digital divide inter-generazionale che separa le imprese bolognesi dal mondo dei nativi digitali. BACKGROUND TEORICO PARTECIPAZIONE E DIGITALE PARTECIPAZIONE DIGITALE Nell’era digitale si moltiplicano le forme e le possibilità espressive dell’uomo. Da un lato aumentano, infatti, i modi e gli strumenti di elaborazione multimediale, che basandosi oggi sui canoni dell’ipertestualità aprono a composizioni a struttura reticolare, aperta e flessibile, capaci di creare dei nodi tra testi, immagini e suoni1 e dall’altro si moltiplicano i canali, i mezzi di diffusione e, cosa ancor più sorprendente, le modalità di accesso a tali canali. Non dimenticando né sottovalutando l’importantissimo dibattito sul digital divide, ciò significa che, in via teorica, attualmente le persone dispongono sia dei mezzi necessari per raccontare la propria storia sia dei canali per diffonderla e condividerla con estrema facilità ed immediatezza2. Diretta conseguenza è che narrazioni individuali, punti di vista personali sul mondo si aprono al confronto generando un processo interattivo e reciproco di feedback che modifica profondamente la natura e la direzione dei flussi comunicativi. In altre parole la maggiore disponibilità di strumenti tecnologici, quali fotocamere digitali, videocamere e software per l’editing low-cost, da parte della “gente ordinaria”, l’utilizzo di interfacce sempre più semplici ed intuitive, la ricerca di un più pervasivo collegamento tra i vari dispositivi, la diffusa accessibilità alla informazione e alla comunicazione permessa dalla banda larga, ha ormai nettamente riconfigurato il rapporto tra produttore e consumatore3 e determinato il definitivo passaggio dal Web 1.0 al 2.04. Mentre una volta il processo era di tipo top-down (comunicazione “uno-a-molti”), il soggetto fruitore si metteva in una posizione di passività nei confronti dei mezzi di comunicazione e della cultura prodotta da un gruppo ristretto di soggetti produttori, oggi, assistiamo all’affermazione di processo di tipo buttom-up5 (comunicazione “molti-a-molti”) in cui i ruoli sono profondamente mescolati e sovente si riassumo nella stessa persona che viene definita quindi come prosumer6. Gli utenti acquisiscono un nuovo ruolo, decisamente più attivo, diventano creatori mediali, co-costruttori e produttori di contenuti (usergenerated content), ma soprattutto cittadini attivi della cultura e della società a cui partecipano7. È possibile quindi affermare che i media tecnologici di ultima generazione (digitali, multimediali, interattivi) abbiano profondamente riconfigurato le modalità espressive, comunicative, narrative degli esseri umani e quindi la stessa cultura8. Non è infatti possibile considerarli e analizzarli se non attraverso l’ottica tecnosociale proposta da Jenny Weight9, ossia per la loro stretta relazione con l’uomo e con i suoi modi di esperire il mondo. Essi non rendono solo possibile il processo di comunicazione ma si pongono in una posizione di mediazione tra gli esseri umani, divenendo parte integrante della esperienza quotidiana e della attività culturale, in particolare dei giovani come ci confermano svariate ricerche sia nazionali che internazionali sul tema. A loro più che ad altri viene riconosciuta la capacità di padroneggiare e ricombinare i diversi codici in una logica convergente, che mettendo insieme vecchi e nuovi media, conduce all’elaborazione di nuovi linguaggi e nuovi contenuti mediali, da loro stessi poi distribuiti. 1 Diaz Noci J. (2003), La scrittura ipertestuale, Seminario intensivo disciplinare della comunicazione e tecnologia multimediale, Facoltà di Scienze Sociali e della comunicazione, Università del Paese Basco, pp. 10-14. 2 Burgess J. (2006), Hearing Ordinary Voices: Cultural Studies, Vernacular Creativity and Digital Storytelling, “Continuum: Journal of Media & Cultural Studies”, 20, 2, pp. 201-214. 3 Buckingham D. (2002), Crecer en la era de los medios electronico, Morata, Madrid, p. 96. 4 Roush W. (2006), Yahoo’s Web 2.0 overhaul, in “Technology Review”, p. 1, online http://www.technologyreview.com/Infotech/16883/ 5 Jenkins H.; Deuze M. (2008), Editorial, in “Convergence Culture”; 14; 5, p. 5. 6 Il termine prosumer è stato coniato nel 1980 dal sociologo americano A. Toffler, Per un breve inquadramento del concetto si rimanda a Grassi C. (2002), Sociologia della comunicazione, Bruno Mondadori, Milano, pp. 229-230. 7 Jenkins H. (2006), Convergence culture: where old and new media collide, New York University Press, New York, p.6. 8 Ito M. et al. (2008), Foreword, in “The Ecology of Games: Connecting Youth, Games, and Learning”. Edited by Katie Salen. The John D. and Catherine T. MacArthur Foundation Series on Digital Media and Learning. The MIT Press, Cambridge, vii–ix. 9 Weight J. (2006). I, Apparatus, You: A Technosocial Introduction to Creative Practice, in “Convergence”, 12; p. 413. COMPETENZA E CITTADINANZA DIGITALE ALCUNE QUESTIONI PEDAGOGICHE PARTECIPAZIONE DIGITALE PARTECIPAZIONE DIGITALE Anche per questo negli anni si è profondamente modificata la definizione di “competenza digitale” che, come indicato nelle Raccomandazione del Parlamento Europeo e del Consiglio del 18 dicembre 2006, non può più essere intesa e confusa con la mera capacità tecnica ma rimanda ad una dimensione molto più ampia ed estremamente complessa. Saperi ed abilità informatiche diventano propedeutici per un’azione responsabilmente e consapevolmente agita che consenta al soggetto di partecipare attivamente alla vita democratica e sociale realizzandosi come persona. Con il termine “competenza digitale”, considerata oggi come la quarta delle competenze chiave per l’apprendimento permanente, fattore fondamentale per lo sviluppo economicosociale, intendiamo quindi il “saper utilizzare, con dimestichezza e spirito critico, le tecnologie della società dell’informazione (TSI) per il lavoro, il tempo libero e la comunicazione”. Lo sviluppo di tale competenza pertanto non può più essere ad esclusivo appannaggio dell’educazione formale, che da tempo ha attivato un’importante riflessione sul tema, ma deve divenire priorità anche per quella non-formale ed informale, il cui contributo, al momento, sembra rimasto molto meno definito. Incapace di delineare e formalizzare ciò che può offrire nell’educazione dell’homo sapiens digitale10 o all’evoluzione digitale della specie, per riprendere il titolo dell’ultimo rapporto Censis sulla Comunicazione11. Impegnarsi in tale ambito risulta però quanto mai doveroso per chi opera nel contesto socio-educativo affinché il divario tecnologico non si trasformi o accentui le disuguaglianze sociali e culturali12. Poiché analizzando con attenzione il contesto socio-economico e culturale attuale, ci accorgiamo che, di fatto, la competenza digitale è “alla base della cittadinanza digitale che è l’estensione naturale, il completamento e l’interpretazione globale delle nuove forme di interazione e di vita sociale e politica. La “cittadinanza digitale non è una forma diversa di cittadinanza, ma l’estensione della cittadinanza come fin ad ora l’abbiamo intesa con le competenze ad essa connesse (imparare ad imparare, progettare, collaborare e partecipare, agire in modo autonomo e responsabile, comunicare, risolvere problemi, individuare collegamenti e relazioni, acquisire e interpretare l’informazione) che debbono realizzarsi nel contesto virtuale allo stesso modo che nella vita reale”13. Le innovazioni tecnologiche e il loro rapporto con le giovani generazioni, nella scuola così come in famiglia, danno origine a dibattiti che, se affrontati ancora una volta attraverso la contrapposizione tra apocalittici ed integrati14 (ossia tra coloro che ritengono un errore, e quasi uno scandalo, l’abbandono delle forme tradizionali di diffusione del sapere, e gli entusiasti ed acritici sostenitori dell’innovazione) ci impediscono di affrontare in profondità una riflessione sulla cultura digitale e di cogliere le nuove opportunità valorizzando la dimensione dell’intrattenimento con l’aspetto educativo e dell’apprendimento, la dimensione cognitiva con quella dell’utilità, dell’attrattività e dell’interazione, in dispositivi potenziati in cui si integrano poliedricità e multifunzionalità. È ormai assodato che le “tecnologie dell’informazione e della comunicazione”, ovvero pc, tablet, smartphone e le “tecnologie dell’edutainment”, ovvero videogiochi e console, i-pod, intrattenimento televisivo sono strumenti di utilizzo quotidiano, tuttavia ciò che spesso è sottovalutato è che attorno ad essi si costruiscono relazioni tra adolescenti e adulti, si sviluppano interazioni educative attraverso le quali si negoziano e ratificano regole, norme, ruoli, identità appartenenze e valori sia individuali sia collettivi. Attualmente i contesti familiari, scolastici ed extrascolastici, sono infatti caratterizzati dalla presenza, da un lato, di strumenti ad uso prevalentemente individuale e fisso, con uno scopo specifico e, dall’altro, di apparecchiature pervasive e mobili, “wearable” o “ubiquitous computing”, veri e propri ambienti digitali distribuiti, in cui si fa esperienza di socialità e solitudine, di apprendimenti formali ed informali e in cui prendono forma e si costruiscono le relazioni. La letteratura e i media abbondano di interrogativi su come tali strumenti digitali modifichino il cervello delle giovani generazioni, sempre più veloci e multitasking15, iper competenti, considerati troppo spesso adolescenti cyberdipendenti e sul ruolo giocato dalle tecnologie nei fatti di vandalismo informatico o di cyber bullismo, ma, a ben pensarci, il tema dei rischi e delle opportunità andrebbe affrontato sotto un’altra ottica, attraverso un approccio educativo critico ed equilibrato, abbandonando quelli celebrativi o allarmisti, rimettendo al centro gli adolescenti con le loro competenze e con il loro livello di consapevolezza e la loro relazione con gli adulti di riferimento. Occorre chiedersi ad esempio se, gli spazi di solitudine della rete non siano quelli che colmano le solitudini fuori dalla rete, in quegli spazi lasciati vuoti 10 Prensky M. (2013), La mente aumentata. Dai nativi digitali alla saggezza digitale, Erickson, Trento. 11 Valerii M., Marcelli S., Conti Nibali M., Lapenna L., Zaccardi E. e Altieri, M.. (2013), Undicesimo Rapporto sulla comunicazione. L’evoluzione digitale della specie, Censis. 12 Per un’introduzione sulla multiprospettica natura del paradigma del digital divide, si veda DiMaggio P., Hargittai E., Celeste C., Shafer S. (2004), Digital inequality: From unequal access to differentiated use, in K. Neckerman (a cura di), Social inequality, Russell Sage Foundation, New York, pp. 355-400. 13 Falcinelli F. (2012), I giovani e i media, in “Education Sciences & Society”, 3, 1. 14 Cfr. Eco U. (1964), Apocalittici e intergrati, Bompiani, Milano. 15 Manacorda E., “Come ci cambia Facebook”, L’Espresso, 22 novembre 2012. dagli adulti, alla ricerca di un ruolo credibile e responsabile nel reale così come nel virtuale. “Far leva su un approccio incentrato sul ragazzo ci consentirà di riconoscere con maggiore chiarezza quello che, forse, è il principale contributo di internet, e cioè il modo in cui viene usata per sfumare i confini tra sfere sociali finora nettamente separate, come quelle tra pubblico e privato, locale e globale, maschile e femminile, apprendimento e divertimento, lavoro e tempo libero, mondo adulto e mondo giovanile”16. Emerge spesso, dalle parole dei giovani sulle tecnologie e sul loro rapporto con esse, una percezione di distanza (poco interesse e scarsa valorizzazione) e di allontanamento percepita da parte degli adulti per loro significativi (genitori, insegnanti, educatori). La questione del cosiddetto “participation gap” (il divario di partecipazione)17 necessita di un approccio complesso e problematico per poterne cogliere significati e suggerimenti propositivi in ambito educativo e soprattutto per non cadere nelle rappresentazioni cariche di pregiudizi e di stereotipi che caratterizzano spesso i confronti su tecnologie, società e cultura digitale. Come afferma Jenkins “alcuni difensori delle nuove culture digitali si sono comportati come se i giovani potessero semplicemente acquisire queste competenze per conto proprio, senza l’intervento o la supervisione degli adulti. Bambini e ragazzi, in effetti, conoscono questi nuovi ambienti comunicativi meglio della maggior parte di genitori ed insegnanti”18. Ed il focus sta proprio in questo: le giovani generazioni non hanno bisogno tanto di “essere protette”, schermate dal digitale e dal cambiamento di paradigma culturale di cui è portatore, ma, semmai al contrario, di essere maggiormente coinvolte in un processo dialogico, di riflessione critica, che permetta loro di costruirsi più pienamente una conoscenza sull’uso e sulle esperienze e competenze che stanno costruendo. Non essere presenti come adulti in questa riflessione sulle tecnologie e sui molteplici ambienti ed esperienze a cui esse aprono, innanzitutto nella scuola e poi nei vari contesti formativi, non implica solamente una “semplice” assenza degli adulti nei processi di innovazione, ma apre a più profondi e preoccupanti scenari. La cultura del laisse-faire, rilevano diversi studiosi, comporta difetti e problematiche quali le disuguaglianze rispetto all’accesso e alle opportunità di partecipazioni dei giovani alle ICT; il presupporre che i digital natives siano in grado di riflettere autonomamente sulle loro esperienze nei media (il così detto problema della trasparenza) e infine, di grande importanza, il rinunciare a guidarli, nel loro ruolo di produttori e consumatori di forme espressive poco conosciute dagli adulti, verso uno sviluppo di norme etiche e di comportamento per affrontare la “vita on-line” (il problema della sfida etica). 16 Livingstone S., Ragazzi online. Crescere con internet nella società digitale, trad. it. Milano, Via e Pensiero, 2010, p. 46. 17 Cfr. Jenkins H., Culture parteciptive e competenze digitali, Guerini Studio, Milano, 2010, p.77 18 Ibidem, p. 76 LA RICERCA FINALITÀ DELLA RICERCA DOTAZIONE TECNOLOGICA DOTAZIONE TECNOLOGICA Studiare il rapporto degli adolescenti con le tecnologie digitali, al fine di ridurre il digital divide intergenerazionale che ostacola e rallenta istituzioni e imprese nell’individuare, comprendere e soddisfare le nuove esigenze delle generazioni digitali. Il nostro non è sicuramente il primo studio che parla di adolescenti e tecnologie, diversi sono i report che annualmente vengono presentati dai più autorevoli istituti di ricerca1 per monitorare questa complessa relazione e le sollecitazioni che ci provengono da gruppi di lavoro universitari sia italiani che stranieri. In questi anni si è assisto tuttavia ad una predominanza delle ricerche di tipo quantitativo, interessate soprattutto a rilevare l’estensione del fenomeno, la diffusione di certe tecnologie e comportamenti collegati al digitale, rispetto a quelle di tipo qualitativo volte ad indagare in profondità il senso e il significato delle pratiche giovanili. Anche per questo motivo, in accordo con il committente, si è quindi deciso di realizzare una ricerca interpretativa basata sull’intervista a testimoni privilegiati2. Lo scopo era quello di studiare il rapporto degli adolescenti con le tecnologie digitali, per ridurre il digital divide intergenerazionale che ostacola e rallenta istituzioni e imprese nell’individuare, comprendere e soddisfare le nuove esigenze delle generazioni digitali. Il mezzo scelto l’intervista semi-strutturata in quanto, come ci ricorda Kanizsa3, essa per- RICERCA INTERPRETATIVA BASATA SULL’INTERVISTA A TESTIMONI PRIVILEGIATI mette di raccogliere il dato mantenendo al centro il soggetto intervistato e la sua esperienza. Pur prevedendo, infatti, una serie di temi da toccare precedentemente determinati dall’intervistatore sulla base dell’analisi della letteratura esistente e delle sue supposizioni, essa consente di adattare il colloquio in corso di realizzazione in relazione ad esigenze emergenti, il presentarsi di argomenti non inizialmente previsti ma necessitanti di approfondimento, lo stile comunicativo, il modo di ragionare, l’abilità linguistica e la capacità argomentativa dell’intervistato. Infine, i testimoni privilegiati, in questo caso, non potevano che essere coloro che quotidianamente vivono la relazione oggetto di studio ossia gli adolescenti. Il percorso di ricerca si è articolato nelle cinque classiche fasi degli studi qualitativi: rassegna ed analisi della letteratura, costruzione dello strumento intervista, raccolta ed analisi dei dati, sistematizzazione dei risultati e restituzione, diffusione delle conclusioni elaborate. 1 Ci riferiamo in questo caso ai Rapporti nazionali sulla condizione dell’Infanzia e dell’Adolescenti elaborati da Eurispes e Telefono Azzurro e ai vai Rapporti annuali del Censis sulla comunicazione. 2 Trinchero R. (2002), Manuale ricerca educativa, FrancoAngeli, Milano, p. 60. 3 Kanizsa S. (2000), L’intervista nella ricerca educativa, in S. Mantovani, La ricerca sul campo in educazione. I metodi qualitativi, Mondadori Milano, pp. 35-81. IL PERCORSO DI RICERCA DOTAZIONE TECNOLOGICA Fase 1 Rassegna letteratura • Analisi della letteratura nazionale e internazionale esistente Fase 2 Elaborazione strumento • Definizione degli obiettivi. Scelta dei testimoni privilegiati selezione scuole. Predisposizione traccia dell’intervista Fase 3 Raccolta dati • Contatto con testimoni privilegiati. Realizzazione interviste modalità face to face Fase 4 Analisi dei dati • Trascrizione interviste. Analisi materiale mediante software ATLAS.ti Fase 5 Conclusioni e diffusione dei risultati • Condivisione interpretazioni. Progettazione e realizzazione di uno strumento ad alta fruibilità I TESTIMONI PRIVILEGIATI DOTAZIONE TECNOLOGICA DOTAZIONE TECNOLOGICA Benchè il campione non sia rappresentativo a fini statici, la scelta degli intervistati è avvenuta in maniera ragionata tenendo in conto di 2 aspetti fondamentali: territorialità e eterogenità. In seguito quindi alla definizione dello scopo della ricerca, della metodologia e delle linee progettuali generali, il gruppo di lavoro si è interrogato su quanti e quali soggetti intervistare. Considerando la letteratura sull’argomento e i dati demografici specifici raccolti sulla realtà bolognese, la selezione dei partecipanti è stata orientata da due criteri fondamentali: territorialità ed eterogeneità. In virtù del primo sono stati individuati tre istituti comprensivi appartenenti alla città di Bologna, alla sua periferia e ad una provincia limitrofa. La decisione di rivolgersi alla scuola è stata dettata unicamente da esigenze di tipo organizzativo-logistico e non restringe la ricerca ad aspetti puramente legati all’ambito didattico-formativo. La scuola permetteva infatti di entrare in contatto velocemente con un bacino eterogeneo di individui (secondo criterio) sufficientemente rappresentativo dell’intera popolazione e non connotato da specifiche caratteristiche (come i gruppi parrocchiali, i centri di aggregazione, ecc.). Per rispettare ulteriormente il criterio dell’eterogeneità è stato inoltre chiesto alle insegnanti, che ci hanno aiutato nella selezione In particolare è stato chiesto alle insegnanti di selezione gli studenti in base a 4 profili emergenti dalla letteratura: 1- Esperto tecnologico integrato 2- Tecnologico “intellettuale” (con prevalenza di utilizzo a scuola, tecnologie assenti o poco utilizzate nel contesto “privato”) 3- Tecnologico “sociale” (poco interesse per tecnologie a scuola, molto utilizzate in altri contesti) 4- Disorientato tecnologico finale delle unità, di tener conto di 4 profili emergenti dalle fonti scientifiche consultate: 1- Esperto tecnologico integrato, dimostra buone competenze digitali sia in ambito scolastico che familiare; 2- Tecnologico “intellettuale”, con prevalenza di utilizzo del digitale a scuola, tecnologie assenti o poco utilizzate nel contesto privato; 3- Tecnologico “sociale”, manifesta poco interesse per le tecnologie a scuola, che utilizza invece molto in altri contesti; 4- Disorientato tecnologico, sostanzialmente disinteressato al digitale. La traccia dell’intervista predisposta ha cercato di combinare i due diversi aspetti della vita di un adolescente, formale ed informale, cercando di intrecciarli con le dimensioni dell’online e dell’offline. Trattandosi infatti di un’intervista semi-strutturata non era prevista una ferrea scaletta di domande da rispettare ma dei temi narrativi da esplorare nel corso dell’interazione dialogica. In particolare l’intervista si è articolata su 5 nuclei tematici. L’INTERVISTA: I CINQUE NUCLEI TEMATICI INTERVISTe REALIZZATE DOTAZIONE TECNOLOGICA DOTAZIONE TECNOLOGICA DIETA MEDIATICA TRA ONLINE/OFFLINE Obiettivo: rilevare dotazione tecnologica individuale e far emergere modalità d’uso indagare se i due ambiti si influenzano a vicenda e come - 3 Istituti coinvolti - 30 ragazzi, d’età media 12 anni. Scuole M F I.C. Argelato 7 4 I.C. 1 Cento 4 5 I.C. 9 Bologna 7 3 totale 18 12 CONSAPEVOLEZZA Obiettivo: valutare la capacità di descrivere strumenti ed opportunità RAPPRESENTAZIONI SUL TEMA Obiettivo: comprendere la capacità di riconoscersi e dare significato alla definizione di nativi digitali ADULTI SIGNIFICATIVI E REGOLE Obiettivo: ricostruire il sistema di regolamentazione Durata media: 26:29 (senza presentazione ricerca e saluti finali). PROCEDURA DI RACCOLTA ED ANALISI DEI DATI IL SOFTWARE: ATLAS.ti DOTAZIONE TECNOLOGICA DOTAZIONE TECNOLOGICA Le interviste semi-strutturate sono state realizzate nel mesi di aprile 2014. Per quanto concerne le procedure di raccolta dei dati si è deciso di evitare di utilizzare la telecamera a favore di un meno invasivo smartphone; ipotizzando che tale dispositivo fosse maggiormente accettato dagli adolescenti e rappresentasse un oggetto a loro estremamente familiare. La telecamera o il registratore audio avrebbero infatti potuto mettere in difficoltà gli adolescenti o condizionare le risposte portando ad esplicitare affermazioni socialmente desiderabili ed inoltre, nel caso della telecamera, avrebbe raccolto un dato, quello visivo, non rilevante ai fine dell’indagine. Una volta raccolte tutte le audio-interviste si è proceduto alla loro trascrizione in formato digitale in file di testo, così da procedere all’analisi testuale attraverso uno specifico strumento informatico: il software ATLAS.ti 5.0.4 Il presupposto che sta alla base di questo programma di analisi è coerente con la metodologia della Grounded Theory, solitamente utilizzata per mettere in luce i processi sottostanti alle affermazioni di determinati soggetti riguardanti un particolare fenomeno, così da produrre nuove concettualizzazioni a partire da un approccio induttivo. Anche se è opportuno richiamare la matrice teorica da cui sono derivate molte caratteristiche del software, è anche doveroso esplicitare che, la sua versatilità lo rende adatto anche ad altri impianti teorici e percorsi di ricerca. L’uso di ATLAS.ti permette, infatti, di svolgere un’analisi dei dati iterativa, ricorsiva e finalizzata, molto simile a quanto avverrebbe con la tecnica carta e matita, ma in maniera molto più sistematica e veloce. In questo specifico caso, il ricorso al software informatico ATLAS.ti, che rientra tra i programmi CAQDAS (Computer Assisted Qualitative Data Analysis Software), è stato proprio orientato dal bisogno di avere uno strumento in grado di facilitare il processo di codificazione del testo da analizzare. Si è quindi cercato di individuare, secondo lo sguardo critico dei ricercatori, i possibili significati pregnanti relativi all’oggetto di studio, ridefinendoli continuamente alla luce di nuove letture (seguendo un principio di costante revisione), di nuove combinazioni tra codici emersi e di nuove rielaborazioni concettuali. Si è attuato così un processo di continua rivisitazione e di ripulitura nell’assegnazione delle etichette verbali di significazione dei codici e di fusione dei diversi codici (infatti alcuni codici, percepiti inizialmente come differenti, sono poi stati ricondotti alla stessa etichetta descrittiva), al fine anche di non disperdersi in un’eccessiva frammentazione dei significati. 4 Per una presentazione del software e delle sue principali funzioni si veda il sito www. Atlasti.com 5 Testo base per lo studio della Grouded Theory è da considerarsi Glaser B. G., Strauss A. L. (a cura di) (1967), The Discovery of Grounded Theory: Strategies for Qualitative Research, Chicago, Aldine. Testi successivi che ne definiscono le procedure per l’applicazione e forniscono esempi pratici sono Strass A. L, Corbin J. (1996), Basic of Qualitative Research. Te- chniques and Procedures for developing Grounded Theory, Sage Pubblication, London e per l’Italia Strati A. (1997), La Grounded Theory, in L. Ricolfi (a cura di), La ricerca qualitativa, Roma, Carocci, pp. 125-163 e Tarozzi M. (2008), Che cos’è la Grounded Theory, Roma, Carocci. 1430 QUOTATIONS 275 CODICI Azioni Dotazione quotidiane tecnologica Desideri tecnologici Oppressioni Priorità Passioni PERSONA DOTAZIONE TECNOLOGICA Rappresentazione/ comportamenti madre Il più tecnologico Dotazione tecnologica Genitori Livello partecipativo Sè e gli altri Opinioni/ suggerimenti studenti Regole Rappresentazione/ comportamenti padre FAMIGLIA Modalità uso tecnologia Regole familiari, paradossi Insegnante più Dotazione tecnologico tecnologica scuola SCUOLA Riconoscimento definizione Pericoli online/ offline Appropriatezza linguaggio CONSAPEVOLEZZA Operativamente si è quindi proceduto attraverso la creazione di un’unità ermeneutica denominata “Analisi interviste nativi digitali”, contente i 30 primary documents (testi interviste). Il processo di codifica (coding), ossia l’individuazione dei “temi narrativi”, ha integrato una logica top-down e botton-up, andando cioè a rilevare le frasi più significative, con un loro grado di autonomia e ricollegabili a specifici temi indagati all’interno delle interviste, tenendo conto sia del sapere derivante dall’analisi della letteratura esistente sull’argomento, sia della possibilità di emergere di nuovi aspetti non precedentemente considerati. Alla fine della fase di codifica sono emersi complessivamente 275 codici che sono stati aggregati in 21 famiglie specifiche a loro volta raggruppate poi in 4 super-famiglie. Dall’analisi testuale, infatti, 4 temi emergono in maniera significativa: - il rapporto individuale che la persona ha con la tecnologia (SUPER-FAMIGLIA PERSONA): ogni ragazzo ha a propria disposizione una serie di dispositivi riservati all’uso personale (smartphone, tablet, ecc.). Attraverso questo “bagaglio tecnologico” la persona svolge quotidianamente una serie di azioni che scandiscono la propria giornata e a cui viene assegnata una connotazione valoriale (alcune sono vissute e giudicate come importanti, prioritarie, mentre altre, pur venendo frequentemente compiute, vengono vissute negativamente come opprimenti); - il rapporto che la famiglia dell’intervistato ha con la tecnologia (SUPER-FAMIGLIA FAMIGLIA): il repertorio di dispositivi del ragazzo viene arricchito anche da quello familiare ossia dai dispositivi che non sono di proprietà esclusiva del soggetto ma vengono condivisi con fratelli e genitori. Proprio questi ultimi meritano un’attenzione particolare nell’analisi, poichè i ragazzi registrano le attività che con loro vengono svolte, le regole che vengono date ed in base a queste si costruiscono un’immagine, una rappresentazione del livello tecnologico della madre e del padre che viene confrontata con il proprio e li porta molto spesso a considerarsi, in ambito familiare, come i maggior esperti in questo campo; - il rapporto che la scuola ha con la tecnologia (SUPER-FAMIGLIA SCUOLA): alcuni dei dispositivi a cui i ragazzi hanno accesso o dovrebbero aver accesso (LIM; computer, tablet, ecc.) appartengono invece alla scuola. La relazione e le possibilità, in questo caso, vengono ovviamente mediate dai docenti attraverso le regole imposte e le attività proposte. Questo induce gli studenti ad costruirsi un’opinione sullo stato tecnologico della scuola, degli insegnanti ed elaborare alcuni suggerimenti; - la consapevolezza che l’individuo matura riguardo il digitale (SUPER-FAMIGLIA CONSAPEVOLEZZA): le esperienze vissute sia in ambiente familiare che scolastico portano i ragazzi a costruirsi una visione sul “mondo tecnologico” e a prendere posizione all’interno di esso. ADOLESCENTI E USO PERSONALE DELLE TECNOLOGIE. LA DIETA MEDIATICA COSA HANNO A DISPOSIZIONE I RAGAZZI? COSA DICONO I RAGAZZI… DOTAZIONE TECNOLOGICA DOTAZIONE TECNOLOGICA 0 20 40 60 80 100 smartphone 87 wii/playstation/xbox 57 laptop 33 lettore mp3 33 desktop 23 tv in camera 23 tablet ho un telefono, un computer, e poi… vabbè l’iPod per ascoltare la musica e le cuffie Il mio cellulare è uno smartphone… lo usiamo molto non solo per telefonare, mandare messaggi ma molto spesso per far foto, per fare i giochi. Invece con il mio computer personale faccio ricerche soprattutto per scuola principalmente perché è più veloce utilizzare il telefono che il computer, che è più lento da accendere preferisco usare il cellulare perché è più comodo e riesco ad utilizzarlo meglio il computer, visto che è anche un po’ lento, lo uso per fare ricerche dato che con il cellulare non riesco a stampare e allora vado al computer, perché se no farei tutto quanto con il cellulare, è più veloce avevo un lettore MP3 ma adesso non lo uso più, posso usare il cellulare o la radio che ho in camera mia... in genere uso il cellulare io uso più spesso il telefono perché è più comodo da portare e si può sia chiamare che ascoltare la musica 20 e-reader 7 cellulare 7 OSSERVAZIONI Fin dall’inizio è apparso chiaro che i ragazzi operassero una distinzione tra gli oggetti personalmente posseduti ovvero di “proprietà” e quelli invece a loro disposizione perché appartenenti alla famiglia o alla scuola. Tra i vari dispositivi quello più diffuso e ritenuto più importante è sicuramente il cellulare. Nella quasi totalità dei casi si tratta di uno smartphone. Quest’ultimo proprio per le sue caratteristiche, la sua affordance, sta forse lentamente soppiantando altri device come il lettore MP3 (grazie alla sua capacità di aggregare in un unico dispositivo più funzioni) ma anche desktop o computer fissi (grazie al suo essere sempre a portata di mano). UNO SGUARDO DENTRO ALLO SMARTPHONE COSA DICONO I RAGAZZI… APP E PROFILI ATTIVATI DOTAZIONE TECNOLOGICA 0 20 40 60 83 whatsapp instagram facebook youtube mp3 downloader twitter skype ask telegram google google plus play store sharzam tumblr antivirus editing immagini gmail hangout opera traduttore viber wechat serie A 80 100 3 3 3 3 3 3 3 3 3 10 10 10 7 7 7 7 7 13 13 23 37 53 Instagram, Facebook, YouTube, Serie A, Telegram, l’antivirus e Play Store e Shazam sul mio telefono, visto che non è molto all’avanguardia pur essendo uno smartphone, ho dei giochi che uso per svago, quando non ho niente da fare, WhatsApp che è molto utile e diffuso… altre applicazioni importanti non ne ho, mentre alcuni miei compagni hanno Facebook e altri social network che sono un po’ più impegnativi mentre altri non ce li hanno perché i genitori non glielo permettono come a me come social, io uso Instagram, e basta. In più ho vari giochi, molti dei quali tipo Hay Day dove puoi ricostruire delle cose. WhatsApp, che credo abbiano più o meno tutti; in più ho delle applicazioni utili, tipo Shazam e quelle applicazioni che servono come utilità ho WhatsApp, Instagram e Facebook e li uso per messaggiare con i miei amici ho WhatsApp, Facebook e Viber… a me non è che piaccia molto ma funziona… WeChat, ce l’ho installato ma non lo uso… poi ho dei giochi come FIFA14, Formula 1 OSSERVAZIONI Tra le applicazioni spopola WhatsApp che diviene l’ambiente principale di scambio con i coetanei e non. Non reggono assolutamente il confronto altre applicazioni simili come Telegram o WeChat. Mentre tra i social network al primo posto si attesta Instagram che supera addirittura Facebook, per molti anni sempre al vertice delle rilevazioni nazionali ed internazionali. Bassa invece la percentuale di coloro che dichiara di avere attivato un profilo su Ask. È lecito chiedersi se il dato corrisponda effettivamente alla realtà o non sia piuttosto una risposta socialmente desiderabile influenzata dagli episodi di cronaca che hanno interessato il territorio bolognese nell’ultimo anno e dai commenti, spesso negativi e perentori, ad essi correlati espressi dal mondo adulto. COME USANO LE TECNOLOGIE? COSA DICONO I RAGAZZI… MATTINA DOTAZIONE TECNOLOGICA 0 10 20 30 40 50 60 70 80 guardare il telefono 70 57 guardare la televisione 27 sveglia telefono allora accendo internet anche se non succede mai niente guardo il cellulare se ci sono messaggi dei compagni che dicono tipo “avverti a scuola che non ci sono”, queste cose qui accendo il telefono che è rimasto spento durante la notte… altrimenti i miei amici che sono sempre svegli e mi scrivono 7 7 guardare livello giochi ripasso materie su cellulare 3 guardare tablet 3 ascoltare mp3 tragitto 3 accendo la tv per guardare tipo i cartoni animati e faccio colazione accendo il telefono per guardare se hanno scritto la sera prima in realtà non è proprio spento perché spesso lo tengo di fianco sul comodino è capitato anche che dovessi ripassare la mattina e non avessi il tempo di accendere tutto il computer e ho messo la presentazione sul cellulare e quindi era facile accendo la tv faccio colazione per guardare il tempo che farà durante il giorno poi dopo guardo il telegiornale… la sera ci sono programmi meglio la mattina… poi dopo l’oroscopo vado a prepararmi. Durante il viaggio, visto che andiamo, in pullman ascolto la musica OSSERVAZIONI Il cellulare rappresenta non solo il dispositivo più diffuso ma anche il primo con cui, nella maggior parte dei casi, i ragazzi entrano in contatto la mattina. In merito a tale abitudine si possono fare due osservazioni: 1) il gesto viene compiuto anche in assenza di una reale necessità; 2) lo scambio di messaggi sembra essere continuo e interessare anche le ore notturne. Significativo anche il dato di coloro che accendo la televisione. Non tanto per la percentuale in sé che si attesta al 27%, quanto perché tale dispositivo accompagnerà i ragazzi anche durante le altre fasi della giornata. Il media sembra quindi non perdere il proprio fascino, il proprio potere e mantenere una presenza centrale nella quotidianità degli adolescenti. COME USANO LE TECNOLOGIE? COSA DICONO I RAGAZZI… POMERIGGIO DOTAZIONE TECNOLOGICA 0 20 40 60 80 100 giocare guardo soprattutto se sono arrivati dei messaggi poi magari gioco ai cruciverba online, oppure navigo su Internet, cerco le immagini su delle persone famose che mi interessano, delle notizie quando arrivo a casa di solito accendo la tv quando proprio non c’è nessun programma, quindi verso le tre del pomeriggio, accendo l’iPhone oppure le casse e ascolto musica ma il telefono sta sempre acceso anche durante i compiti.. quando vado a fare i compiti ha il telefono a fianco per vedere se qualcuno mi cerca per i compiti faccio i compiti che possono essere a computer se sono dei testi o cartacei se devo studiare queste cose qua, poi guardo un po’ la tv ed esco 100 messaggiare/chattare 90 studiare 73 guardare video/ascoltare musica 40 scaricare musica/giochi/immagini 37 guardare tv 30 ascoltare musica 23 telefonare 23 fotografare 20 fare ricerche personali 20 leggere mangio, poi mi prendo un momento per rilassarmi e lì uso il cellulare o la tv, poi faccio i compiti e se mi avanza tempo vado fuori a giocare o pratico qualche sport, se no leggo e disegno 3 quando sono a casa per studiare -anche per antologia o fare delle ricerche- ricerco su internet - o anche per tutte le materie- mi faccio un riassunto. Di telefoni e videogiochi ultimamente non ne sto utilizzando tanti... anche di tv perché finisco sempre abbastanza tardi di fare i compiti posto foto, video, foto con le mie amiche o di quando siamo a hip hop, facciamo delle foto di gruppo e taggo tutte le persone che sono con me io ho fatto Instagram perché volevo vedere come è… la non ci sono tante foto, magari metto foto che mi piacciono ma non di me OSSERVAZIONI Come emerge dai dati l’uso della tecnologia si caratterizza per una forte componente ludica. La cui lettura deve però tener conto del fatto che essa può essere esercitata attraverso molteplici device. Essendo Instagram il social network più diffuso tra gli adolescenti, sicuramente stupisce la scarsa percentuale di coloro che fanno rientrare la fotografia tra le azioni abitudinariamente compiute. Andando però ad analizzare in profondità questo comportamento, è possibile rilevare che il social network non venga usato tanto per pubblicare contenuti propri quanto per guardare foto scattate da altri, “prendere” immagini di altri utenti o anche semplicemente frasi divertenti da condividere poi attraverso il proprio profilo. LA PREDOMINANZA DELLA COMPONENTE LUDICA P giocare con tablet giocare al computer 14 38 24 24 giocare al cellulare giocare con console COME USANO LE TECNOLOGIE? COSA DICONO I RAGAZZI… SERA DOTAZIONE TECNOLOGICA 0 10 20 30 40 50 60 guardare tv la sera c’è la tv accesa, il computer che utilizziamo un po’ tutti, i tablet 57 messaggiare/chattare 23 guardare video sul computer 7 guardare social 3 mp3 acceso la notte 3 giocare console 3 beh la tv è sempre accesa perché la guardano i miei genitori, il computer non è tanto utilizzato, dipende se non guardo la televisione con loro e se mi avanza del tempo, perché io alle 10 devo essere a letto… magari vado a vedere di nascosto su Facebook, vado a chattare la sera la tv accesa, sempre. Dietro al divano abbiamo un pannello dove c’è il telefono e tablet di sera verso le 8 mezza 9, si accendono le luci, il sole inizia a calare, si accende la tv e del resto basta… il cellulare non dovrei usarlo mai secondo i miei genitori, fino alle 9 lo uso: tra i compiti faccio delle pause, uso il telefono poi guardo la tv oppure gioco alla Wii alla Playstation raramente al pc… dopo poi ricomincia la mattina accendo l’MP3… lo uso anche di notte, io dormo con la musica, è sempre acceso OSSERVAZIONI La sera il grado di coinvolgimento attivo pare scemare molto e le azioni sembrano caratterizzarsi maggiormente per una diffusa passività. Per quanto concerne i dispositivi ritroviamo la televisione e questo è l’unico momento della giornata in cui i ragazzi, seppur in percentuale non altissima, riconoscono spontaneamente la presenza dei genitori a loro fianco; il che lascia intendere che essa sia fruita per lo più in maniera molto solitaria e che i contenuti proposti non siano da stimolo per discussioni, riflessioni, condivisioni familiari. COSA RITENGONO PRIORITARIO COSA DICONO I RAGAZZI… SERA DOMANDA: SE SI VERIFICASSE UN BLACKOUT PER UNA SETTIMANA COSA NON POTRESTI PIÙ FARE? 0 10 20 30 40 50 60 70 80 chattare 77 guardare video 47 andare su internet 30 giocare 23 guardare instagram 20 fare ricerche 20 andare su facebook acquistare libri R: sono tante le cose che non potrei più fare scrivere con i miei amici, ascoltare la musica su YouTube e guardare Instagram D: è una cosa che fortunatamente non puoi più fare in rete? R: senza internet posso stare meno attaccata al telefono, la cosa buona è quella WhatsApp, più che altro perché avendo i gruppi ho paura che il telefono si riempia di messaggi (2 giorni che non lo accendi e ti trovi 1000 messaggi da leggere); poi anche navigare su internet - perché io quasi ci vado tutte le sere e quasi tutti i giorni, anche come passatempo; poi più che altro è il telefono che mi mancherebbe di più, perché poi non ho altro da fare, esco con i miei amici intanto sarebbe più difficile mettersi d’accordo con i compagni che non riesci a vedere in ambiente scolastico, però c’è sempre la messaggistica normale, quello che mi mancherebbe di più allora è guardare quello che pensano gli altri sui vari social network, dire questo si sta mettendo in vetrina chissà quando capirà che non è l’uso per cui l’hanno indeato, per cui non so io sono una curiosa pazzesca, cioè io tipo sbircio nei profili dei miei amici, mi faccio anche un po’ i cavoli degli altri, però alla fine ci sta perché se tu posti la foto vuol dire che io posso guardarla 13 3 OSSERVAZIONI Un altro aspetto degno di nota è sicuramente il modo paradossale in cui i ragazzi vivono l’attività relazionale che li accompagna per l’intero arco della giornata. Tale è infatti indicata sia tra le cose più importanti che non potrebbero più fare in caso si verificasse un blackout ma anche tra le cose che, fortunatamente, non potrebbero più fare (30%), come a sottolineare una sorta di “dipendenza” dallo strumento o quanto meno un passaggio, una fuoriuscita dell’attività dall’area del “piacere” (caratterizzata dalla voglia, dal desiderio di sentirsi) a quella del “dovere” (del bisogno, della necessità di stare in certi discorsi, in certi luoghi). Essa sembra influenzare anche il concetto che i ragazzi hanno di “stare in compagnia”. INTERESSI E PASSIONI COSA DICONO I RAGAZZI… INTERESSI DOTAZIONE TECNOLOGICA 61 22 17 13 9 4 4 4 4 m us ic a gi oc h sp i or t tr uc ch at i to r cu i ci na m ot or m i ag le i tt n a er ov ar ità ie 80 70 60 50 40 30 20 10 0 DOVE fa 4 4 un po’ di tempo fa seguivo tipo Real Time, qualche volta quando non avevo niente da fare e c’era Clio Make-up che faceva dei tutorial molto interessanti, faceva vedere come fare un trucco particolare per un’occasione o un nuovo modo per darsi lo smalto delle nuove tecniche molto interessante… visto che io non mi metto molto lo smalto e mi trucco non tantissimo, diciamo, non so tipo, visto che lo seguivo solo io, davo dei consigli alla mie amiche spiegavo loro le tecniche D: ci sono dei punti di riferimento che segui in rete, anche per la chitarra? R: no. Ci sono dei siti, ma guardo quello che c’è, che trovo al momento D: non è che ciclicamente vai a rivedere quel personaggio? Qualcuno che fa dei tutorial? R: dei brani che voglio imparare, non tutti fanno i tutorial D: per la televisione c’è qualche punto di riferimento? R: ci sono programmi che mi piacciono, ma non li scelgo per le persone che li conducono D: quali sono i programmi che ti piacciono? R: Masterchef, alcuni di cucina, poi anche i film di azione 4 og tw le it te r tv ip ik w 4 k 9 ed i ce a bo ok 13 go 17 as 22 ap p 65 yo u in tub st ag e ra m 80 70 60 50 40 30 20 10 0 principalmente seguo il mio cantante preferito MiKa… magari su internet, magari vado su Wikipedia o su siti del genere, per conoscere più informazioni o su Instagram seguo molte fan page che dicono che cosa fa, se viaggia e quindi mi informo in questo modo OSSERVAZIONI L’approccio ludico-infantile alle tecnologie da parte dei ragazzi sembra testimoniato anche dalla loro scarsa capacità di sfruttare il mezzo per coltivare passioni ed interessi specifici (attività che forse possiamo associare ad un uso più “adulto” e maturo della rete). Difficilmente riescono ad individuare dei punti di riferimento online, gli interessi sono generali e senza una specifica direzione, come se le ricerche venissero continuamente reiterate. Scarso, praticamente assente, infatti, il ricorso strumenti utili in questo senso come l’uso di Feed RSS, il salvataggio dei “preferiti”o l’iscrizione a specifici canali YouTube (nonostante quest’ultimo sia uno degli ambienti preferiti di ricerca). COSA IMMAGINI NEL FUTURO DIGITALE? COSA DICONO I RAGAZZI… INTERESSI DOTAZIONE TECNOLOGICA TIPO % robot 24 ologrammi 18 macchina volante 18 maggiore sicurezza/no fake 12 social dei social 12 applicazione per adolescenti 6 saper usare bene il computer 6 tv 5D/6D 6 velocizzare cellulare 6 app per riconoscimento volto/identità 6 giochi immersivi 6 super-drone 6 teletrasporto 6 una cosa bellissima deve essere quella di fare gli ologrammi al telefono, tipo dal telefono quando sei in videochiamata esce la persona magari con un computer olografico, con la tastiera non materiale I Robot… tutti dicono che ci saranno i nuovi uomini, credo che farebbero tutto, anche le cose che a noi pesano, tipo andare a scuola sicuro ci saranno le macchine volanti… per viaggiare dall’altra parte del mondo senza spendere denaro tipo un social network, tipo Facebook ma mescolato dentro con Ask, Instagram e tutte quelle cose lì però senza anonimato e gente che manda insulti o su Facebook gente che fa profili fake, su Instagram non mi è capitato di trovare nessun difetto… un social network unico! una specie di drone, elicotterino con telecamera controllabile dal cellulare, mi immagino una cosa del genere ma molto più grande di dimensioni normali ma guidabile con il cellulare ci sono al mondo d’oggi molte persone che ne conosci una e un’altra no, quindi mi immagino un’app che magari ci aiuta ad identificare una persona che non conosciamo ma che un nostro amico ci può presentare per saper più cose, per conoscere nuove persone OSSERVAZIONI In riferimento al futuro sviluppo digitale non si rilevano tendenze particolari. Le richieste da parte dei ragazzi che riescono a focalizzare almeno un desiderio tecnologico appaiono pragmatiche e legate al raggiungimento d’un vantaggio personale (liberarsi di azioni ritenute noiose e pesanti, velocizzare spostamenti, facilitare scambi e comunicazioni per implementare la propria rete relazionale). TECNOLOGIE IN FAMIGLIA IN BILICO TRA REGOLE E LIBERTA'. COSA HANNO A DISPOSIZIONE I GENITORI? COSA DICONO I RAGAZZI… DOTAZIONE TECNOLOGICA DOTAZIONE TECNOLOGICA miei genitori a casa hanno un iPad a testa perché mia mamma lo usa anche per lavoro, è una professoressa per registrare i voti e mio padre perché l’ha comprato poi abbiamo un computer che usiamo tutti 70 80 70 60 50 40 30 20 10 0 per il telefono lo hanno entrambi, non hanno entrambi uno smartphone e non lo utilizzano quasi mai, solo mia mamma adesso utilizza il computer ma per lavoro 50 27 27 10 10 10 3 3 il tablet è di tutta la famiglia, si condivide… però il papà lo usa meno di mamma che lo usa anche per lavoro e di me che l’ho usato anche qui a scuola tv sa lo tt o co m co p nd ut m c ivis er ad o o re mp la ut v e pa c or r dr om o e pu la t vo er ro co t nd ab iv let is o m ta am bl m et a ta pa bl dr et sm e ar t tv er m ead ad e re r ta no ble nn t i 13 mio padre perché tipo ha il telefono, lo usa sempre poi quando arriva a casa ha un computer che sta praticamente da quando torna a casa a quando si mangia perché tipo deve guardare delle cose e poi la sera prima di andare a letto ha il tablet abbiamo una tv vecchia che è grande, una piccolina appena comprata ma non penso possa andare in internet. Noi usiamo più il computer per andare in internet. Ne abbiamo sia uno fisso, in camera mia, che uno portatile, in camera di mia madre. Quello fisso è più per dei lavori, lo usa mio padre ma anche mia madre per fare delle ricerche, va sia nel suo che nel fisso… quello mobile invece ho iniziato ad usarlo di più perché l’altro è sempre occupato da mio padre che fa lavori OSSERVAZIONI La dotazione tecnologica degli adolescenti è arricchita da alcuni strumenti digitali di proprietà dei genitori. Tre sono gli aspetti particolarmente rilevanti in questo caso: 1- molto spesso il computer che i ragazzi utilizzano per fare delle ricerche, siamo esse scolastiche o personali, è condiviso con il resto della famiglia, 2- il tablet inizia a diffondersi nelle case; sommando infatti i dispositivi posseduti da madre, padre e ragazzi si può notare che esso sia praticamente presente in 1 famiglia su 2 (43%); 3- ancora decisamente minoritaria, invece, la diffusione delle Smart TV. COSA SI FA CON I GENITORI? COSA DICONO I RAGAZZI… DOTAZIONE TECNOLOGICA DOTAZIONE TECNOLOGICA delle volte capita che facciamo i loro giochini spastici, quelli che piacciono a loro, tipo Mario Bross, quelle robe lì 38 acquisti online 44 25 25 comunicazione via whatsapp giocare videogiochi 19 13 videochiamare parenti 6 6 fare video 6 dipende per far cosa, ad esempio se gioco da solo, poi a volte se devo fare i video, vengo assistito da mio padre che ne fa tanti, mia madre non è una specialista… è una pasticciona… non è tanto… sì, sta ancora imparando ad usare il computer lei 0 6 blog 0 0 scaricare musica per passeggiare guardare siti interessi 0 cercare canzoni smart tv 0 cercare canzoni o ricette 0 con mia madre uso il computer per scaricare musica da iPod, per ascoltarla quando faccio delle passeggiate con lei o farle compagnia mentre corre 6 13 con i dispositivi ogni tanto le insegno qualcosa perché non è molto tecnologica e non so, a volte mi chiede anche solo come si inviano le foto quindi non mi sembra di insegnarle cose tanto difficili mio padre ogni tanto arriva con delle cose… tipo “perché si è aperta quella finestra?”, si tratta di pop-up quelle finestre che boom si aprono quando guardi i siti, o “perché si sente questa musica in sottofondo” e gli si è aperta una finestra dietro PADRE MADRE 6 6 0 10 20 30 40 50 OSSERVAZIONI Le attività svolte con i genitori sono davvero esigue. Si tratta per lo più di effettuare qualche acquisto online (trattandosi di minori, il ricorso ai genitori, possessori delle carte di credito, è inevitabile) o di giocare insieme però a dei giochi ritenuti poco interessanti. I comportamenti associati alle due figure genitoriali sembrano prendere due diverse direzioni: ci si rivolge al padre, se competente, per risolvere dei problemi tecnologici, avere un supporto informatico; mentre si ricevono richieste dalla madre, poco esperta, per trovare online risorse collegate ad azioni da svolgere in presenza (correre, cucinare, ecc.). L’incapacità tecnologica dei genitori comunque è un tema ricorrente, il 67% degli intervistati sente l’esigenza di puntualizzarlo. Le frasi riportate sono riferite nel 55% dei casi alla MADRE e nel 45% al PADRE. COSA SI ACQUISTA ONLINE? COSA DICONO I RAGAZZI… DOTAZIONE TECNOLOGICA DOTAZIONE TECNOLOGICA 0 5 10 15 20 giochi e videogiochi si, di recente ho cominciato a fare softair e quindi ho comprato un fucile a pallini su un sito e a parte quello, a volte compro anche scarpe o altri capi di abbigliamento no, io non ne faccio no acquisti online, i miei genitori che non vogliono… hanno paura delle truffe… mi incuriosisce però, ci sono alcuni siti che ti offro delle cose a buon prezzo si, compro più che altro vestiti e scarpe, perché ci sono prezzi più vantaggiosi e c’è anche più scelta, secondo me. Io compro da Amazon, perché mi sono trovata bene e compro anche cose elettroniche ma empre con mio papà sì, anche ieri sera. Alcune cose per magia, come le carte di Yu-Gi-Oh, poi vari acquisti.. per adattare microsim nel tablet al cellulare... questi sono quelli che mi ricordo, ho preso anche la cover per il tablet 17 tecnologia 17 abbigliamento 13 carte 7 vacanze 3 trasporti 3 musica iTunes 3 libri 3 mio padre utilizza un casino eBay per il suo hobby, quindi lui usa molto eBay… io ho comprato una cosa per me le cuffie e basta avevo comprato una Playstation 2 che poi quando è arrivata a casa non andava e quindi poi non ho comprato altro musica su iTunes, mia mamma mi ha fatto la ricarica di iTunes e mi ha detto che posso prendere della musica OSSERVAZIONI Il dato rilevato relativamente agli acquisti online risente ovviamente del fatto che i ragazzi non abbiano ancora totale autonomia in quest’ambito. Le opinioni, tendenzialmente positive, lasciano tuttavia ipotizzare che la percentuale di coloro che opteranno per questa modalità di acquisto sia destinata ad aumentare notevolmente nel prossimo futuro. QUALI SONO LE REGOLE DI CASA? COSA DICONO I RAGAZZI… DOTAZIONE TECNOLOGICA DOTAZIONE TECNOLOGICA REGOLE DI CASA % ASSENZA REGOLE 23% REGOLE 77% • tempo 57% • contenuto 26% • generiche 17% • relazionali 13% * frequenza relativa calcolata sul totale degli intervistati che dichiarano l’esistenza di regole all’interno del nucleo familiare i genitori - visto che non è loro, è mio - non dovrebbero decidere niente, ma hanno deciso che se non dico loro la password me lo tolgono e non me lo ridanno…quando ero più piccolo mi davano più regole; mi davano un tempo, adesso, per la Wii devo chiedere, per il tablet no. Me lo dicono: “tu sai cosa devi fare, tu sai tutto, allora decidi tu se è il caso di giocare o meno” mi hanno detto bisogna stare attenti a non stare male, non dare confidenza a qualcuno che non si conosce o non dare l’indirizzo, rimanere comunque un pochino a distanza, non girare ma siti strani e comunque non mettere mai in su internet qualcosa che ti passa ritorcere contro le solite raccomandazioni che secondo me andrebbero fatte tipo a cena non si usa il telefono, la tv però può restare accesa fino… non troppo tardi se il giorno dopo c’è scuola oppure nel caso di mio fratello i videogiochi fino a tardi mia mamma si fida molto di me quindi lei sa che io non vado su siti strani, non abbiamo mai messo delle regole, però mi dice sempre: “mi raccomando, trattalo bene perché comunque il computer per me è una cosa molto preziosa OSSERVAZIONI Le regole che i genitori danno sono veramente poche, i ragazzi si sentono molto liberi ed autonomi nell’uso dei dispositivi. Se presenti sono regole di: 1_ tempo, mirano cioè a limitare quantitativamente l’uso dei dispositivi, 2_ contenuto, tentano di effettuare una selezione qualitativa dei siti e delle risorse, 3_ relazione, cercano di disciplinare i modi d’uso collegati la tecnologia. Secondo il 30% dei ragazzi i propri genitori sono palesemente contrari o restii all’utilizzo delle nuove tecnologie. PARADOSSI GENITORIALI COSA DICONO I RAGAZZI… DOTAZIONE TECNOLOGICA DOTAZIONE TECNOLOGICA Il 37% dei ragazzi intervistati rivela che nel comportamento, nelle regole dei genitori siano presenti delle incongruenze a cui però, non sempre, riescono a dare una motivazione. In particolare esse riguardano: - La possibilità di attivarsi un profilo su Instagram ma non su Facebook (64%); - Il divieto di avere un tablet anche se si possiede uno smartphone (9%); - Il divieto di stare da soli al pc quando si possiedono uno smartphone e un tablet personali (9%); - manifestazioni avverse del genitore verso l’uso delle tecnologie da parte del proprio figlio in xcontrasto con un intenso rapporto con le tecnologie nella propria vita personale di adulto in xmodalità online e social (9%). io ho a disposizione solo uno smartphone perché il computer lo usano soltanto i miei genitori… io uso soltanto lo smartphone non ho Facebook, i miei non lo trovano un social affidabile, perché sentendo le storie della tv... è più per precauzione… non lo so perché Instgram sì e Facebook no… forse perché con Instagram non si può parlare con le persone, metti le tue foto, le condividi e basta, mentre su Facebook... il pc poco, poche volte con il permesso di miei genitori, più spesso uso la iPad o il telefono 64% 9% 9% ho soltanto su Instagram seguo persone famose del resto no… io guardo molto il telegiornale sento molte ragazze che per via di Facebook delle foto non so… sono finite male, io infatti… i miei genitori non vogliono che uso Facebook perché dicono che non è una rete sicura, infatti per me è indifferente usarlo o no i miei sono difficili, non vogliono quasi niente: non mi danno manco WhatsApp né dei giochi, non posso scaricare niente, non me lo consentono… mi dicono di spegnere il cellulare di notte perché le onde dicono che non sono tanto… invece mia madre giocherebbe all’infinito su Facebook, starebbe li a chattare; così mio padre, che l’ha su così le dice: “basta con tutte queste onde! fanno male per i bambini, non farlo! non farlo!” 9% OSSERVAZIONI Ritorna in questo caso uno dei problemi che da sempre tormentano l’azione educativa ossia la coerenza. Perché un sistema educativo sia efficace infatti le varie regole, anche se date da soggetti diversi, dovrebbero andare tutte nella stessa direzione, non dovrebbero sussistere messaggi paradossali, e non dovrebbero esserci incongruenze tra il contenuto del messaggio e il comportamento di chi comunica tale messaggio. Il discorso trascende quindi l’aspetto tecnologico e richiama a riflessioni di più ampio respiro. CHI È IL PIÙ TECNOLOGICO DELLA FAMIGLIA? COSA DICONO I RAGAZZI… IL 47% DEGLI INTERVISTATI RITIENE DI ESSERE PIù COMPETENTE IN FATTO DI TECNOLOGIE IN AMBITO FAMILIARE. SEGUONO: PADRE 33%, FRATELLO O SORELLA 13%, MADRE 3%, ZIA 3% DOTAZIONE TECNOLOGICA forse mio padre usa più tecnologia come computer e telefono ma sono io che ne so di più, non sono un computerista però 3% 3% mio padre è un ingegnere fa i programmi per le auto e le moto, però il più tecnologico della famiglia sono io perchè io le uso sempre, a parte quando dormo e la mattina presto 13% 47% 33% io perché gli altri componenti della mia famiglia non sono molto d’accordo con le nuove tecnologie sono più… non sono molto moderni. Mia sorella è più grande, sicuramente io e lei siamo più tecnologiche dei miei genitori perché anche per il telefono, lo hanno entrambi, non hanno entrambi uno smartphone e non lo utilizzano quasi mai, solo mia mamma adesso utilizza il computer ma per lavoro, mia sorella ha un telefono come me uno smartphone anche lei gioca molto e cose del genere allora io perché so comunque destreggiarmi con tutto poi mia madre che lavora comunque molto al computer perciò è brava anche lei, al terzo metterei mio padre ma giusto perché gli abbiamo comprato lo smartphone il più tecnologico è mio padre, perché comunque lavora in aziende ed usa il computer prevalentemente per faccende di lavoro, le cose le conosce, ma solamente per lavoro. OSSERVAZIONI La percezione dei ragazzi su cosa significhi, cosa comporti l’essere “tecnologicamente competente” si dimostra veramente curiosa. Ciò che sembra valere non è tanto il fatto di utilizzare le tecnologie e dimostrasi capaci in un ambito specifico, quanto piuttosto la capacità di integrarle nell’abitudinaria quotidianità e muoversi tra device diversi. Ipotizziamo una situazione a titolo esemplificativo, prendendo spunto da alcuni episodi riferiti duranti i colloqui: un padre che di professione fa l’ingegnere informatico, o una madre che svolge la propria professione in telelavoro, possono venire percepiti come meno tecnologici di un fratello che utilizza il cellulare per comunicare con gli amici, il computer per effettuare le ricerche scolastiche, la console per giocare. IL FUTURO DELLA SCUOLA E' TECNOLOGICO? COSA HANNO A DISPOSIZIONE A SCUOLA? COSA DICONO I RAGAZZI… DOTAZIONE TECNOLOGICA DOTAZIONE TECNOLOGICA abbiamo la LIM. La sala informatica non la utilizziamo quasi mai, perchè avendo la Lim...e poi i computer non sono all’avanguardia, quindi non li usiamo molto. In classe si lavora molto con l’informatica, ogni tanto si vanno a prendere i computer portatili per fare delle attività in classe 93 100 80 43 60 37 27 40 a scuola usiamo la lavagna interattiva, e poi, tipo nell’ora di tecnologia o religione andiamo in aula informatica… anche durante matematica e geometria per fare lavori con Geogebra 20 pu au te la r no te bo ok ta bl et accendiamo la LIM anche se non sono io direttamente ad accendere e spegnerla, non la uso molto spesso. In aula computer non ci andiamo mai, abbiamo dei computerini più piccoli che portiamo in classe più veloci e meno ingombranti, li portiamo sui banchi e facciamo dei lavori… a me piace questa attività anche se spesso non la facciamo spesso co m LI M 0 ogni tanto usiamo la Lim, ma non è che la utilizzano molto spesso, ogni tanto facciamo degli approfondimenti per la scuola… a volte guardiamo dei film, ma la maggior parte dei prof preferiscono scrivere alla lavagna con la classe utilizziamo la LIM che è la lavagna interattiva multimediale e usiamo i tablet e poi basta. Con la LIM guardiamo delle immagini scriviamo dei testi, guardando la LIM. Con il tablet facciamo la stessa cosa, solo che ognuno la fa da solo OSSERVAZIONI A scuola si incontrano sostanzialmente tre diverse tipologie di dispositivi: 1- LIM, presenti nella maggior parte delle classi, 2- Notebook o tablet, che vengono portati in classe per svolgere particolari attività, questi strumenti necessitano quindi di essere preventivamente prenotati dall’insegnante che volesse utilizzarli, 3- computer fissi, presenti in aula informatica, in genere più datati e per questo meno utilizzati. COSA SI FA CON LA TECONOLOGIA A SCUOLA? COSA DICONO I RAGAZZI… MODALITÀ DIDATTICA DOTAZIONE TECNOLOGICA 0 10 20 30 40 50 fare ricerche 60 57 guardare video/film/documentari 43 correzione compiti/esercizi lavagna 40 presentazione materiali 20 registro elettronico 17 moodle 13 contatto mail insegnanti 10 blog professore scaricare app didatticamente interessanti editare voci wikipedia 3 arricchire sito scuola 3 7 R: Quando la prof. deve interrogare, va alla lavagna e fa svolgere loro dei problemi, oppure quando deve spiegare vede cosa spiegarci e quando arriva in classe sai già cosa deve fare. D: ma lo cerca attraverso internet? R: no, lo spiega a voce D: ma utilizza qualche supporto? R: a volte ci fa vedere delle immagini, che rappresentano quello che dobbiamo imparare D: e se capita, ad esempio, un argomento che non pensava di affrontare in quella mattinata, si mette a cercare in internet con voi? R: non so, perché non è mai successo. a volte tipo il lunedì pomeriggio con il prof di italiano che prendiamo i notebook che non ce ne sono molti, ce li danno tipo 1 a gruppo, ci mettiamo in gruppetti da quattro e lavoriamo, facciamo dei testi così, intanto il prof passa per controllare che stiamo facendo il lavoro. Poi glelo inviamo via mail e lui ce li controlla e quelli più belli ce li fa leggere alla classe abbiamo fatto un progetto con la prof di religione e abbiamo fatto, messo le varie foto sul sito della scuola, è un sito ci possiamo accedere, ma soltanto per guardare quello che loro pubblicano. Diciamo che funziona così, non lo considerano più di tanto 3 OSSERVAZIONI La lavagna interattiva multimediale viene utilizzata in quattro modalità: 1- come registro elettronico; 2- come supporto al docente per la lezione frontale; 3- come proiettore per guardare video; 4- per la correzione di esercizi. Il suo utilizzo non sembra quindi essere percepito come significativo dagli studenti e non porta al rinnovamento delle pratiche didattiche come probabilmente sperato al momento della sua introduzione. Le attività proposte restano infatti altamente strutturate e frontali; avvengono sempre alla presenza di un adulto che dirige, sorveglia e controlla. Rarissimi i tentativi di affiancare alle lezioni tradizionali altre modalità di fruizione/proposta di contenuti ad esempio attraverso piattaforme online o blog. QUALI REGOLE CI SONO A SCUOLA? COSA DICONO I RAGAZZI… DOTAZIONE TECNOLOGICA DOTAZIONE TECNOLOGICA La parola chiave è DIVIETO: le regole della scuola non le so, ma dei prof le so; intanto tu al massimo puoi chiedere al prof e fai tutto con l’autorizzazione del prof, per esempio si può usare la LIM con il suo permesso, altre non le so… ah sì, niente cellulare - di usare il cellulare (100%); - di usare la LIM (60%); - di usare computer e tablet da soli (23%); - di portare tecnologia non richiesta (13%); - di usare la chat moodle con compagni (bloccata) (3% ). 3% la LIM non dovremmo toccarla oppure al massimo possiamo usarla con i prof di fianco per cercare delle cose, così… I prof vogliono che tocchiamo la LIM anche se siamo là con loro… però qualche volta ci andiamo per aiutare si possono usare i computer sempre solo se i professori lo vogliono 100% 23% 60% 13% Il cellulare non si potrebbe tenere, se viene scoperto, glielo sequestrano, e bisogna andare a riprenderlo, con i genitori, in segreteria agli insegnanti capita che suoni il numero cellulare, ma dicono “io lo devo tenere acceso perché ho i figli… se succede qualcosa” ma secondo me, se leggi valgono, valgono un po’ per tutti perché anche io tipo potrei avere mio nonno che deve fare degli esami medici… spesso mia mamma mi scrive su WhatsApp, con lei ho un rapporto particolare non come… siamo molto amiche, mi scrive “ti ho comprato questo nuovo smalto”, “ho trovato la maglia che cercavi” infatti mia madre sa che ho il telefono acceso a scuola OSSERVAZIONI Le regole presenti all’interno della scuola nella quasi totalità dei casi (97%) sono state imposte, non vi è stato un percorso partecipato e condiviso tra docenti e studenti che portasse alla loro definizione e consentisse ai ragazzi di aumentare il livello di consapevolezza e responsabilità. Anche per questo, forse, molti sono i ragazzi che le trasgrediscono e non manca il caso di qualche insegnante. Il fatto più grave è che non sempre c’è un’alleanza educativa tra gli adulti significativi fuori della scuola e quelli dentro la scuola: sono gli stessi genitori o gli allenatori sportivi a contattare i ragazzi durante l’orario scolastico. OPINIONE E SUGGERIMENTI COSA DICONO I RAGAZZI… DOTAZIONE TECNOLOGICA DOTAZIONE TECNOLOGICA 0 10 20 30 40 50 60 70 80 c’è uno scarso uso della tecnologia a disposizione gli insegnanti sono scarsamente tecnologici 63 54 la tecnologia è obsoleta 25 l’uso della tecnologia abbassa il livello d’ansia 17 necessità aggiornamento 13 si potrebbe tenere cellulare acceso 13 i libri potrebbero essere sostituiti da tablet e ebook 8 contribuire alla nostra formazione 8 i computer potrebbero essere usati di più inserire le tecnologie offre maggiori possibilità l’uso della tecnologia migliorerebbe la relazione intanto adesso se c’è qualcosa che non so che non mi è chiaro posso andare a cercare, se anche i miei genitori non lo sanno... una volta dovevo venire a scuola e dire “oddio questo non l’ho capito”, non sapevo come fare, cercavo nei libri o cose così e poi adesso con il computer è anche molto più facile scrivere una volta stavo lì trent’anni, cancella, cancella, bianchetto, adesso basta che premi una freccia. È tutto molto più semplice per le interrogazioni orali ci ha aiutato molto mentre una volta andavi lì col foglio sotto e parlavi, adesso con le LIM puoi fare una presentazione e poi è molto più facile parlare, e poi anche i tuoi compagni possono vedere quello che stai dicendo, aiutarti, correggerti questa Aula computer si usa davvero poco perché comunque i computer sono un po’ difficili da accendere e di solito non ce ne sono per tutti perché le classi sono numerose però abbiamo diciamo i mini computer che sono collegati e c’è una specie di mobiletto con le ruote e cambiano di classe in classe molte volte non riescono ad utilizzare la LIM, loro usano soltanto la LIM come per il registro elettronico secondo me dovrebbero fare dei corsi per aggiornarsi anche su come accendere il proiettore, alcuni non sanno come fare… ma dai… abbiamo tutte le LIM così! 4 4 4 OSSERVAZIONI Esperire quotidianamente certe situazioni permette ai ragazzi di formarsi un’opinione critica sulla scuola e sugli insegnanti e di elaborare alcuni suggerimenti. Nonostante si constati l’inizio di un processo di rinnovamento, molti sono gli ambiti e gli aspetti su cui si può migliorare. Comprendere perché secondo i ragazzi sia importante fare questo investimento rappresenta un passo sicuramente molto importante. Integrare le tecnologie nella didattica permette: agli studenti di contenere il livello d’ansia collegato alla performance; alla classe di sentirsi maggiormente coinvolta e aumentare l’empatia nei confronti di un membro del gruppo; ai docenti di migliorare la relazione con i propri studenti. CHI è L’INSEGNANTE PIù TECNOLOGICO COSA DICONO I RAGAZZI… DOTAZIONE TECNOLOGICA DOTAZIONE TECNOLOGICA la prof di matematica sa usare la LIM e anche perché se c’è un problema riesce a risolverlo lei, non c’è nessun’altra prof beh, non saprei perché anche loro molte volte non riescono ad utilizzare la LIM, loro usano soltanto la LIM come per il registro elettronico quindi non saprei bene chi classificare, quello più tecnologico forse è quella di matematicai 33 35 30 25 20 15 10 5 0 23 23 17 dei miei insegnanti, una che usa molto la tecnologia secondo me è la nostra prof di inglese… perchè lei praticamente usa sempre la LIM, anche il libro. Ma insomma lei è la più tecnologica della scuola perché ha fatto lei il blog insieme un altro prof di tecnologia... insomma viene sempre chiamata; poi la prof di matematica e scienze anche lei mette molte cose su Moodle di solito mette i compiti m at e m at ic te a cn ol og i ne a ss un o it al ia no in gl es e 3 quello di italiano che abbiamo noi, lui se ne intende di tecnologia ha un suo blog, “Senta, scusi prof”, che lo usa anche per la classe… quando mette un post, ci avvisa, magari quando c’è una verifica mette un post per ripassare l’argomento della verifica e ce lo dice, alcuni vanno a vedere, quelli che gli va vanno a vedere e passiamo poi mette tipo dei closer dei giochini per ripassare un po’ l’argomento probabilmente la prof di storia sì perché è l’unica che riesce a fare bene i collegamenti sia con il suo tablet o il suo computer e la LIM e lei di solito è una che non va in confusione con la tecnologia OSSERVAZIONI L’insegnante ritenuto più tecnologico appartiene frequentemente all’area disciplinare “matematica e scienze”. In rari casi questo docente si distingue per la messa in atto di pratiche particolarmente innovative, più facilmente merita il riconoscimento in quando, a differenza degli altri docenti, non rivolge richieste d’aiuto ai propri alunni in merito al funzionamento della tecnologia o è stato eletto come punto di riferimento dagli altri docenti in caso di problemi tecnici. ADOLESCENTI: TECNOLOGICI INTEGRATI? I PERICOLI ONLINE COSA DICONO I RAGAZZI… DOTAZIONE TECNOLOGICA DOTAZIONE TECNOLOGICA 0 10 20 30 40 incontrare persone poco amichevoli/strane/ che ti possono fare del male 50 50 virus/pop-up ingannevoli 27 insulti/prese in giro/cyberbullismo 23 radiazioni/problemi fisici 13 10 furto foto furto dati 7 vedere contenuti non adatti/sessuali 7 ll pericolo è il cyberbullismo che è molto diffuso ai giorni d’oggi, le prese in giro oppure anche semplicemente non voler far sapere delle cose che invece vengono fuori se si fotografo e poi mi sono in un social network poi ovviamente lo vedono tutti su Ask per esempio arrivano insulti anonimi e secondo me non lo pensano neanche di insultare ma lo fanno solo per divertirsi ma lo fanno anonimo perché non vogliono far vedere che sono loro mio padre dice che ci sono delle onde su Facebook un giorno mi ha scritto un signore infatti da quella volta non lo uso più… mi ha chiesto dove abitavo, se potevamo vederci… mi sono tolto da Facebook, mia mamma lo sa… ci siamo fatti quattro risate, secondo me è un po’ esagerato andare a denunciare… si può fare ma, mi ha chiesto solo delle cose, ha capito che non ci stavo e non mi ha più contattato magari venire contattato da uno sconosciuto che non ha buone intenzioni oppure navigando scaricare un software che magari non è proprio… magari qualcuno scarica qualcosa che pensa sia a posto e invece poi scarica altri 1025 cose che non c’entrano nulla e danneggiano il computer OSSERVAZIONI Le esperienze dirette (vissute in prima persona) o indirette (vissute da altri e riportate da amici, genitori, insegnanti, media) aiutano il soggetto a prendere le misure con il mondo ed elaborare le consapevolezze necessarie ad orientare il proprio comportamento. Uno degli aspetti che ci induce a comportarci in un certo modo piuttosto che in un altro è sicuramente la “paura”, per questo motivo abbiamo chiesto ai ragazzi di riflettere su cosa percepissero come pericoloso sia online che offline, in modo da poter eventualmente evidenziare differenze significative o similitudini nei due diversi ambiti di vita. Ad esclusione dei virus informatici e delle radiazioni che caratterizzano ovviamente l’aspetto online della vita, i ragazzi riportano in entrambi i casi il rischio di incontrare persone sconosciute strane, poco di buono. COSA DICONO I RAGAZZI… ERRORI COMUNI 99% non conosce il significato confonde social e chat di multitasking sovrappone internet e google 47% 20% iI social sono Facebook, Twitter, poi adesso ce n’è un altro che non mi viene in mente… Ask e anche Chat-on credo… sì. Sono dei siti dove puoi scrivere, condividere dei momenti anche We-chat è un social network 13% 23% confonde internet con motore di ricerca 10% i motori di ricerca sono Google, Yahoo, Mozilla, Opera, quello della Apple Safari e basta confonde multitasking con virus confonde motori di ricerca con browser 3% 3% social network: WhatsApp, Viber, Twitter, Skype, messenger YouTube è un browser dove puoi, si caricano e si cercano i video che si possono commentare, condividere confonde internet e browser confonde connessione con elettricità DOTAZIONE TECNOLOGICA 17% confonde internet con social 3% confonde internet e skype confonde youtube e browser Google è un browser di internet, secondo me ha lo stesso scopo internet per me è un browser di ricerca dove si possono trovare varie cose internet è un sito che ti dà delle informazioni che tu non sai, per approfondire delle cose che sai poco Se mancasse la connessione non potrei più usare il telefono, non usare più la tecnologia, non guardare la tv OSSERVAZIONI 3% confonde internet con un sito allora google è un browser serve a cercare le cose 3% Il linguaggio che utilizziamo per descrivere, per riferirci ad un fenomeno, ad un determinato argomento, ci fornisce sicuramente un’indicazione della consapevolezza che abbiamo nei confronti di quella materia. In altre parole, generalmente, più utilizziamo termini precisi e specifici, maggiori sono le nostre conoscenze e competenze in quell’ambito. Per questo motivo abbiamo chiesto ai ragazzi di definire cosa fossero: Internet, Google/Yahoo, Facebook e YouTube. Le risposte fornite evidenziano uno strettissimo legame con la propria esperienza diretta e il tipo d’uso che ne viene fatto, e per questo possono considerarsi nella maggior parte dei casi appropriate. Si riscontrano tuttavia alcune imprecisioni terminologiche ricorrenti. Si tratta di errori che potrebbero essere facilmente e velocemente corretti e che è proprio per questo ci insinuano un dubbio: come mai nessuno si è mai occupato di mettervi ordine? forse perché si ritiene che già sappiano visto che fanno? CHI SONO I NATIVI DIGITALI? COSA DICONO I RAGAZZI… IL 37% AMMETTE DI NON AVERE MAI SENTITO IL TERMINE DOTAZIONE TECNOLOGICA 0 10 20 non riesce a formulare una risposta 40 50 sono le nuove generazioni sanno gestire meglio la tecnologia, ci sono delle eccezioni ma se chiedi ad una persona anziana di usare uno smartphone te lo caccia per terra, secondo me, non lo sa usare 20 chi usa molto la tecnologia 7 chi sa usare meglio/si interessa di tecnologia 7 chi usa da poco la tecnologia 3 chi per primo usa una nuova tecnologia 3 chi è sempre attaccato al computer 3 noi che siamo nati in questo periodo, in cui la tecnologia fa parte della nostra vita, non possiamo farci niente. Anche se tu volessi cercare di evitare la tecnologia, non potresti, cosa che ha provato a fare mia mamma, alla fine anche lei è caduta nella trappola dello smartphone nati e cresciuti con la tecnologia chi ha bisogno della tecnologia per vivere 30 quelli che nascono in questi periodi dove la tecnologia è molto presente nella vita di tutti e quindi fin da bambini sono molto legati alle nuove tecnologie le persone che non possono più farne a meno… sono nate con la tecnologia… hanno bisogno della tecnologia per vivere quelli che stanno 24 ore su 24 con qualcosa di digitale, che stanno male se gli tiri via qualcosa di digitale per mezz’ora loro sentono già la mancanza le persone che usano per primi la tecnologia: i primi computer, le prime radio, le prime tv, quindi persone che usavano per prime la tecnologia ma un po’ di tempo fa non sicuramente le persone di oggi quelli che usano internet da poco 43 13 OSSERVAZIONI Considerando che: - il 99% dei ragazzi non sappia cosa significhi multitasking; - il 37% non abbia mai sentito il termine “nativo digitale”; - sommando la percentuale di coloro che, pur non avendolo mai sentito, provano a fornirne una definizione e quelli che ne danno una spiegazione scorretta, si raggiunge la percentuale del 36%, si può dedurre che i termini con cui descriviamo le nuove generazioni e il loro rapporto con la tecnologia non siano riconosciute dai ragazzi stessi. IL LIVELLO DI PARTECIPAZIONE DOVE SIAMO ARRIVATI? DOVE POSSIAMO ARRIVARE? SORGENTE: FORRESTER RESEARCH, INC. DOTAZIONE TECNOLOGICA Creators Conversationalists Critics Collectors Publish a blog Publish your own Web pages Upload video you created Upload audio/music you created Write articles or stories and post them Update status on a social network Post updates on Twitter Post ratings/reviews of products or services Comment on someone else’s blog Contribute to online forums Contribute to/edit articles in a wiki Use RSS feeds Vote for Web sites online Add “tags” to Web pages or photos Joiners Maintain profile on a social networking site Visit social networking sites Spectators Read blogs Listen to podcasts Watch video from other users Read online forums Read customer ratings/reviews Read tweets Inactives None of the above Al di là delle definizioni quel che probabilmente ci interessa guardare è l’effettivo livello partecipativo dei ragazzi. A tal proposito possiamo prendere a riferimento una delle tante scale presenti in letteratura, ossia la scala di Forrester. Ideata nel 2009 e recentemente aggiornata, essa categorizza gli utenti della rete secondo un continum che va dall’inattivo alla creatore. Secondo quanto rilevato nella ricerca, i ragazzi intervistati si trovano attualmente ad un livello piuttosto basso della scala, che si attesta tra i “partecipanti” e “gli spettatori”, infatti solo il 23% ammette di fare attività di social networking ed il 57% sostiene di informarsi attraverso forum e video pubblicati da altri utenti prima di realizzare acquisti online. E’ possibile quindi far salire di qualche gradino i ragazzi? quali esperienze, quali strumenti potremmo proporgli per aiutarli ad acquisire nuove consapevolezze e diventare cittadini digitali attivi? L’ultima parte di questo lavoro è proprio dedicata a questo tema e presenta sottoforma di schede informative alcuni suggerimenti e consigli sui principali strumenti oggi a disposizione. SOCIAL MEDIA E STRUMENTI DIGITALI PER ATTIVITA’ EDUCATIVE TWITTER SOCIAL NETWORK twitter.com FUNZIONI - Risposta: permette di commentare un tweet postato da un altro utente sia esso testuale, un’immagine o un link. - Retweet: consente di replicare nella timeline personale il tweet di un altro utente, consentendo a tutti quelli che ci seguono di avere accesso alla notizia pubblicata, amplificandone quindi l’impatto comunicativo. Per questo Twitter ha avuto un’ampia diffusione in ambito giornalistico. - Menzione: la chiocciola (@nomeutente) è il simbolo usato su Twitter per taggare una persona ed attirare la sua attenzione su quel tweet. Poiché l’utente riceve una notifica della menzione effettuata, spesso è motivo d’inizio di conversazioni. - Messaggi privati: permette agli utenti di inviarsi dei messaggi diretti che possono esse- TIPS DESCRIZIONE Social Network lanciato nel 2006 basato sul microblogging: ogni persona ha a disposizione 140 caratteri per scrivere i propri tweet (o cinguetti) e condividerli all’interno della propria rete fatta di follower e following. Su Twitter, infatti, non esistono “Amici” ma persone da seguire e che ci seguono. Questa attenzione non necessità né di reciprocità (se una persona ha deciso di seguire gli aggiornamenti di un utente, non è detto che l’utente seguito debba necessariamente ricambiare il favore) né di autorizzazione (non c’è bisogno d’essere accettati per poter seguire qualcuno). re letti solo dagli interessati e non compaiono quindi nella timeline. Questa funzione può essere sfruttata solo da due persone che si seguono tra di loro. - #Hashtag: sono delle “etichette” precedute dal simbolo cancelletto (#) che gli utenti possono inserire nei propri tweet per far capire agli altri che stanno parlando di un determinato argomento. Vengono utilizzati sia per singole parole chiave ma anche per più termini uniti che spesso generano dei divertenti giochi linguistici. - Trend: quando un hashtag conquista l’interesse di molte persone e viene spesso utilizzato si definisce “trend”. Ogni utente può consultare la lista dei tred ossia degli argomenti più in voga al momento. & TRICKS Concisione, continuo aggiornamento e condivi- sulta perciò particolarmente indicato anche sione rendono Twitter uno strumento estrema- nell’apprendimento della lingua straniera o nei mente potente dal punto di vista comunicativo. percorsi di L2. Quello che a prima vista potrebbe sembrare un limite, ossia l’obbligo di non superare i 140 caratteri, dal punto di vista comunicativo raggiunge, in molti casi, esattamente l’effetto opposto. Costringere l’autore a porre maggior attenzione nella fase di elaborazione/scrittura del tweet, aiuta ad aumentare la qualità e la chiarezza dell’informazione. L’apertura di un profilo twitter è quindi consigliata per la promozione di tutti i servizi rivolti al pubblico, per la comunicazione di eventi, iniziative, attività proprie ed altrui. Ma anche per incentivare l’espressione e il confronto su tematiche di attualità e quindi valorizzare la libertà di opinione e la partecipazione attiva. Attraverso Twitter è possibile inoltre avviare specifici percorsi didattico-educativi basati su attività di micro-narrativa e riscrittura creativa prendendo come stimolo una parola, un testo, un’immagine o una regola grammaticale. Ri- ANIMOTO FUNZIONI SOFTWARE ONLINE - Caricamento immagini e organizzazione sequenza: dal proprio pc, tablet o smartphone si scelgono le foto che si intendono utilizzare e si caricano su Animoto (un video di 30 secondi ha bisogno circa di una ventina di foto). L’ordine delle immagini caricate può essere modificato a piacere per dare luogo ad una nuova sequenza. - Selezione Soundtrack: è possibile aggiungere una colonna sonora scegliendo tra i brani disponibili nella libreria musicale del programma stesso. Volendo si può inserire una musica differente da quelle proposte nel rispetto comunque del diritto d’Autore. - Editing e Personalizzazione: lo stile del proprio video può essere ulteriormente personalizzato scegliendo tra le 50 cornici messe animoto.com MAKE AND SHARE BEAUTIFUL VIDEOS ONLINE TIPS DESCRIZIONE Animoto è un’applicazione web creata nel 2005 a New York da un gruppo di professionisti del mondo dello spettacolo e degli show televisivi che permette di combinare immagini, musica e testi e creare, in pochi secondi, video di elevata qualità. Sfruttando la propria Intelligenza Artificiale Cinematica, Animoto analizza la musica selezionata e propone all’utente le più opportune transizioni e i più adattati effetti. Elaborare quindi invenzioni visuali notevoli risulta un’operazione facile a chiunque, compresi i meno esperti. L’interfaccia è semplice ed intuitiva con poche ma potenti funzioni anche nella versione LITE, gratuita. In questo caso, a differenza delle versione a pagamento, Plus e Pro, i video avranno la durata massima di 30 secondi, risoluzione media e limitate possibilità di personalizzazione. Si ricorda che se utilizzato a fini educativi, gli insegnanti possono accedere gratuitamente alla versione Plus. a disposizione dal programma. Inoltre alle immagini si possono aggiungere testi e didascalie che conferiranno al prodotto un carattere originale. - Produzione: i tempi di attesa sono variabili, ma sempre veloci, una mail avvisa l’utente che il processo è stato terminato. L’operazione di assemblaggio può essere ripetuta generando video differenti. - Condivisione: i video appena creati possono essere condivisi sul proprio sito Web o blog o sui principali social network, taggando amici e conoscenti. In alternativa gli artefatti digitali possono essere inviati tramite e-mail. È possibile scaricare i file in formato MP4 o ISO. & La semplicità d’uso fa d’Animoto uno strumento trasversale utilizzabile in diversi contesti (scolastico, extrascolastico, aziendale) e con diversi target (bambini, adolescenti ed adulti). Oltre alla già nota promozione di attività ed eventi, infatti, l’applicazione può essere inserita all’interno di specifiche progettazioni educativo/formative. Ad esempio insegnanti, educatori e formatori potrebbero produrre video per presentare determinati argomenti al proprio gruppo/classe, oppure potrebbero essere gli studenti e utenti a produrre il video stesso. In questo caso l’attività può avere i più svariati obiettivi: documentare un’attività e condividerla con altri vicini e lontani, sviluppare empowerment individuale e sociale attraverso la costruzione identitaria personale e professionale, sviluppare il senso critico, la responsabilità comunicativa riflettendo sulle scelte operate, destinatari, scopo, stile linguistico, ecc. Nel caso si lavori con minori è necessario porre attenzione al diritto alla privacy. Tale criticità può essere ovviata facendo leggere e firmare TRICKS ai genitori o al legale rappresentante il consenso informato e la liberatoria, o inserendo immagini in cui i minori non siano riconoscibili, ad esempio quelle in cui non vengono ritratti in volto. VINE FUNZIONI APP GRATUITA - Recording: permette alle persone di girare e condividere filmati da sei secondi e li manda in loop. I video di Vine assomigliano molto più alle GIF animate che ai filmati che tipicamente si vedono su YouTube. - Sessions: i video realizzati possono essere riorganizzare in sessioni. Anziché essere costretti a mantenere attiva una registrazione fino al suo completamento è possibile salvare il proprio girato per poi riprenderlo successivamente. -Time Travel: espande le proprietà di editing consentendo la creazione di un video non più come un unico lavoro senza soluzione di continuità, bensì riorganizzando, rimuovendo o spostando gli scatti prima della pubblicazione. vine.com EXPLORE A WORLD OF BEAUTIFUL, LOOPING VIDEOS TIPS L’applicazione è utilizzabile come strumento per la realizzazione di artefatti digitali creativi. In realtà Vine quasi non sembra un’app di video, ha qualcosa in più: scatena la creatività in un’esplosione da sei secondi. È uno strumento per il giornalismo in tempo reale. Una nuova forma d’arte. Vine favorisce il coinvolgimento di giovani ed adulti nella realizzazione di contest video in cui gli utenti possono partecipare attraverso la condivisione di un hashtag, o nella realizzazione di spezzoni di video brevi e dinamici come documentazione di eventi e attività. DESCRIZIONE Si tratta di un’applicazione gratuita creata nel 2012 e poi acquistata da Twitter. Da gennaio 2013 per i dispositivi Apple e da giugno 2013 per quelli Android, consente agli utenti di creare video (detti vines) e condividerli sui numerosi Social Network. Vine permette agli utenti di elaborare mini-video ciclici della durata massima di 6.5 secondi e di salvare fino a 10 sessioni. Recentemente Vine ha introdotto nuove funzioni per affinare il metodo di modifica dei propri video ed utilizzare quelli disponibili sul proprio smartphone per trasformarli in vines. - Messaggi Istantanei: Vine permette all’utente di inviare dei brevi videomessaggi dalla durata massima di 15 sec. - Esplora: aiuta gli utenti a ricercare gli account più popolari del momento, visualizzare i video presenti nelle varie categorie e scoprire quali sono i tag maggiormente utilizzati. - Trova Persone: l’utente può verificare chi fra i propri contatti sta utilizzando Vine, oppure per invitarli all’utilizzo. & TRICKS INSTAGRAM FUNZIONI SOCIAL NETWORK - Network: una volta registrato e creato il proprio profilo è possibile cercare i propri amici, l’operazione viene facilitata collegando l’applicazione ai profili di Facebook e Twitter. - Effetti: numerosi filtri possono essere applicati a foto e video come Magia di Lux (che rende le tue immagini più brillanti), Sfocatura, Vintage, Tilt-Shift, lineare o radiale (che dà alle foto una maggiore profondità di campo). - Didascalia: è possibile inserire un commento che racconti l’immagine esprimendo la sensazione e il pensiero che si vuole condividere con gli altri profili. - Geolocalizzazione: é possibile decidere di geolocalizzare la foto e condividerla imme- instagram.com CAPTURE AND SHARE THE WORLD’S MOMENT TIPS DESCRIZIONE Instagram è un’applicazione mobile gratuita e un social network fotografico. Permette agli utenti di scattare foto, applicare filtri e condividerle su numerosi social media, compresi Facebook e Twitter. Instagram, in omaggio alle Polaroid, presenta le fotografie in forma quadrata. Instagram è caratterizzato da potenzialità artistiche ed espressive offerte dalla realizzazione di foto e video che promuovono tra gli utenti il desiderio di raccontare storie, raccogliere punti di vista e comunicare con individui e territori. La voglia di narrarsi e condividere porta spesso gli utenti ad organizzarsi in community: la prima nata e la più importante a livello mondiale è quella degli Instagramers, creata dallo spagnolo Philippe Gonzales. Questi gruppi sono soliti avviare contest e grandi raduni nelle città principali di tutto il mondo, Italia compresa. Dal punto di vista educativo Instagram può essere quindi sfruttato per realizzare challenges fotografici ossia gare di creatività fotografica tra tutti coloro che intendono partecipare, l’importante è mettersi in gioco pubblicando una o più foto inerenti al tema e aggiungere nella didascalia l’hashtag ufficiale utilizzato per quel specifico Challenge. Anche le aziende che realizzano prodotti con un forte impatto visivo hanno da subito compreso le enormi potenzialità del photosharing di Instagram, applicandole ad azioni di marketing visivo. Attraverso i propri profili pubblica- diatamente tramite gli altri social Network come Facebook, Twitter, Tumblr e Foursquare (e presto anche Flickr). - Tag e hashtag: sfruttando gli hashtag è possibile categorizzare la propria foto per argomento e renderla ritrovabile ad esempio all’interno di una community di appassionati che raccoglie le proprie foto basandosi su una parola chiave dedicata. Recentemente Instagram ha introdotto i tag nelle foto, prendendo esempio da Facebook e consentendo così agli utenti di “taggare” i propri amici nelle foto, ossia “etichettare” la foto con i nomi degli amici fotografati. & TRICKS no immagini che rappresentano le passioni e il life-style che ruota attorno alla personalità del brand e degli utenti/clienti. WHATSAPP FUNZIONI APP MESSAGGISTICA - Chat individuali e di gruppo: gli utenti possono scambiare messaggi illimitati, file multimediali. - Condivisione posizione: grazie all’attivazione di internet e del GPS è possibile geolocalizzarsi ed inviare l’esatta posizione ai propri contatti. whatsapp.com MESSAGGISTICA SEMPLICE, PERSONALE E IN TEMPO REALE TIPS DESCRIZIONE WhatsApp è un’applicazione proprietaria di messaggistica istantanea estremamente popolare. Il nome deriva dalla fusione dell’espressione inglese What’s up?, tradotto come va?, e App ovvero applicazione. È multi-piattaforma, sfrutta la connessione dati dello smartphone per lo scambio di messaggi testuali, immagini o video. Rappresenta il sostituto dei tradizionali SMS o MMS, il funzionamento risulta semplice, immediato e al momento dell’installazione è previsto un periodo di prova gratuito di 12 mesi, dopo il quale scatta un canone annuale, triennale o quinquennale ad un costo decisamente accessibile. Nel febbraio 2104 l’applicazione creata nel 2009 da due ex-impiegati della società informatica Yahoo! è stata acquistata da Mark Zuckerberg. - Personalizzazione: ogni utente ha l’opportunità d’impostare e modificare il proprio nome, la propria immagine profilo e il proprio stato. & Al fine di segnalare all’utente quali contatti abbiano installato l’applicazione, WhatsApp richiede al momento dell’attivazione la copia della rubrica sui propri server. Questo aspetto è la principale critica che viene mossa contro WhatsApp. A parte ciò il servizio di messaggistica risulta uno strumento valido, agile ed utile sia a livello personale che professionale. Utilizzare un servizio conosciuto e diffuso tra gli adolescenti può infatti agevolare la relazione educativa. Insegnanti ed educatori potrebbero ad esempio sfruttare il mezzo comunicativo per condividere informazioni utili, passioni e interessi comuni, incrementare lo scambio ed il confronto tra pari, favorire la rilevazione di problematiche e situazioni difficili (come il rischio di abbandono scolastico, di isolamento dei ragazzi e delle loro famiglie) che difficilmente emergono nei contesti formali attraverso i canali tradizionali. Particolarmente utile prima di avviare una conversazione tramite WhatsApp da parte educatore/l’insegnante, è la condivisione con i ragazzi di un regolamento per il corretto utilizzo al mezzo, che stimoli ad un uso adeguato, responsabile e consapevole. Tale elaborazione potrebbe anche diventare per il gruppo il punto di partenza per una riflessione più ampia in merito ai social network e ad internet. Sarebbe inoltre opportuno che l’educatore/insegnante avessero a disposizione un numero di TRICKS telefono di servizio e la possibilità di impostare come nome utente non il proprio nome, ma, ad esempio, il nome di un gruppo di insegnanti o del Centro di aggregazione giovanile, per chiarire come il proprio profilo utente sia strettamente connesso al ruolo professionale ricoperto e mantenere la giusta distanza educativa. TELEGRAM FUNZIONI APP MESSAGGISTICA - Chat di gruppo: puoi avviare discussioni anche con un numero elevato di membri, fino a 200. - Condividere foto e video: permette di inviare file multimediali della dimensione massima di 1GB. - Archiviazione nel cloud: tutti i messaggi sono automaticamente salvati nei server di Telegram, risultando quindi facilmente recuperabili da ogni dispositivo. - Chat Segrete: per le comunicazione più importanti è possibile aumentare il livello di privacy utilizzando la crittografia end-to-end (da punto a punto) che consente di assicurarsi che un messaggio possa essere letto solamente dal suo reale destinatario. Quando si attiva questa funzione nulla é salvato telegram.org TAKING BACK OUR RIGHT TO PRIVACY TIPS DESCRIZIONE Sviluppata da due fratelli russi, Telegram coniuga la velocità di WhatsApp, alle funzionalità di Snapchat. Grazie ad protocollo crittografico l’app si presenta come il mezzo più sicuro per garantire la segretezza delle conversazioni e quindi maggior privacy agli utenti. È possibile infatti scambiarsi messaggi criptati con un altro contatto, decidendo un tempo limite entro cui la comunicazione viene eliminata. La configurazione di Telegram, disponibile per iPhone e Android, è facile e veloce e l’applicazione rimane gratuita per sempre: nessuna pubblicità, nessuna tariffa di sottoscrizione. Per questi motivi è spesso scelta da molti utenti come alternativa a WhatsApp. Essendo una messaggistica istantanea, anche per Telegram valgono gli stessi consigli e le stesse avvertenze già espresse per WhatsApp. Tuttavia la caratteristica principale dell’applicazione ossia la funzione “snapchat” può diventare anche la sua maggior criticità. Non è infatti pensabile, specialmente per chi lavora con i giovani, trascurare che nelle abitudini degli adolescenti essa si collega spesso a preoccupanti fenomeni quali cyber-bullismo e sexting. I messaggi che sovente vengono scambiati nelle chat segrete sono nella maggior parte dei casi sessualmente espliciti o a sfondo sessuale. Inoltre, non mancano i casi in cui tali immagini inviate principalmente al partner o una stretta cerchia di persone si diffondono in modo incontrollabile creando seri problemi alla persona ritratta. Il monitoraggio e la riduzione di questa tendenza tra gli utenti rimane dunque di fondamentale importanza. sui server e il mittente può programmare automaticamente l’autodistruzione dai dispositivi che stanno partecipando alla conversazione (il proprio e quello dei riceventi) in modo che non ne rimanga traccia. & TRICKS YOUTUBE EDITOR FUNZIONI SOFTWARE ONLINE - Editing e montaggio: è possibile combinare video, foto e immagini precedentemente caricate al fine di creare un nuovo video o ritagliare le clip video in base a lunghezze personalizzate ed eseguire montaggi. - Soundtrack: l’utente ha accesso di AudioSwap, un servizio, sempre di YouTube, che mette a disposizione musica libera, o meglio per la quale i detentori di copyright hanno deciso di consentirne l’uso libero e quindi può essere aggiunta senza problemi al proprio artefatto digitale. youtube.com/editor SHARE YOUR VIDEO WITH FRIENDS, FAMILY, AND THE WORLD TIPS DESCRIZIONE YouTube ha introdotto il nuovo video editor che permette di creare mashup ed apportare modifiche ai video evitando l’installazione di pacchetti software sul proprio dispositivo e l’apprendimento di buona dose di conoscenze tecniche come solitamente richiesto a chi si occupa di video-editing. Tutto ciò di cui si ha bisogno è un account YouTube del materiale proprio (dato che non è permesso modificare quello di altri utenti) ed un po’ di fantasia e creatività. - Personalizzazione: le clip possono essere migliorate con numerosi strumenti ed effetti speciali. - Pubblicazione: postare i nuovi video su YouTube richiede pochi click. Essi possono essere poi nuovamente modificati senza bisogno di scaricarli (il link rimane invariato). & Il video rappresenta da sempre un potente ed emozionante mezzo di comunicazione. La tecnologia digitale che oggi abbiamo a disposizione sta rivoluzionando il nostro modo di vedere il mondo. Abbiamo infatti accesso ad una mole di materiale impensabile fino a qualche tempo fa e, cosa forse più importante, abbiamo alla possibilità di partecipare alla costruzione di questa ricchezza. Una delle sfide che si pone in ambito educativo è quindi quella di formare dei prosumer consapevoli e responsabili, ovvero utenti che siano in grado di scegliere e selezionare le varie proposte e creare al contempo nuovi ed efficaci prodotti. Ecco quindi che YouTube ed il suo Editor rappresentano due importantissime risorse per: - Creare presentazioni didattiche e informative. Lezioni e contenuti formativi possono essere messe a disposizioni degli studenti e del pubblico in generale. Dando loro la possibilità di rivedere quanto spiegato o anticipare argomenti che verranno poi affrontati in presenza. Se adeguatamente formati gli studenti possono diventare, poi, loro stessi autori. - Realizzare Video-Progetti documentativi. Utenti e servizi possono elaborare dei prodotti in grado di testimoniare in maniera immediata e TRICKS coinvolgente un’esperienza progettuale svolta. Scopi ed obiettivi varieranno molto a seconda del target scelto (famiglia, amici, conoscenti, altri studenti, persone con cui si condivide un determinato interesse). - Pubblicare di Video Blog ovvero blog che utilizzano come principale mezzo comunicativo il video. Negli ultimi anni hanno avuto estrema diffusione sia in ambito formale per cui sono stati creati video blog di classe che raccontano la vita quotidiana degli studenti, che non-formale ed informale collegati al tempo libero, allo svago (video tutorial su prodotti cosmetici e tecnologici, consigli per l’acquisto, confronto tra prodotti, ecc.), e alla partecipazione attiva (citizien-journalism). - Elaborare Videocurriculum, autopresentazioni in video finalizzate alla ricerca di un posto di lavoro. Produrre un artefatto di questo tipo rappresentata in molti casi la fase finale di un processo articolato di bilancio delle competenze acquisite nei diversi ambiti. WORDPRESS FUNZIONI BLOG-EDITORIA - Amministrazione e pubblicazione nuove pagine ed articoli: compilando i campi presenti nei template è possibile costruire pagine e postare articoli all’interno di quest’ultime. - Creare un menù per il tuo sito: il menù principale è realizzato aumaticamente da WordPress partendo dall’elenco delle pagine create, ma, volendo, è possibile anche personalizzarlo (es. strutturando dei menù a cascata). - Design personalizzabile: temi e i plugin consentono di arricchire il proprio sito e trasformarlo in una presenza accattivante sul web. Con il termine “tema” si intende la veste grafica di un sito (WordPress mette a dispo- wordpress.com CREA IL TUO SITO DI QUALITÀ TIPS DESCRIZIONE WordPress è una piattaforma di editoria personale creata nel 2003 da Matt Mullenweg che permette di pubblicare gratuitamente il proprio blog o sito personale. Grazie a WordPress è possibile costruire uno spazio che si adatti ai propri gusti, ai propri contenuti e alle proprie esigenze, raggiungendo risultati professionali, pur avendo conoscenze informatiche basilari. Attorno a WordPress si è creata una vera e propria community che sviluppa continuamente nuovi template e plugin e contribuisce quindi al suo continuo arricchimento ed aggiornamento. sizione molti modelli, alcuni gratuiti e altri a pagamento), mentre i plugin sono degli strumenti che consentono di aggiungere nuove funzionalità ad esempio inserire un modulo di contatto o di prenotazione, inserire i bottoni per la condivisione sui social network, ecc. - Gestione visibilità: un blog o sito Word Press può essere privato, usato quindi come contenitore di scambi tra membri ma anche pubblico, consultabile da chiunque. - Seo: possibilità di ottimizzare il sito per motori di ricerca. & WordPress si definisce un CMS ossia un sistema di gestione dei contenuti: per costruirsi una presenza autorevole sul web o una degna reputazione online non è però sufficiente un sito elegante e ricco di funzionalità ma sono necessari i contenuti (testi, immagini, video) di qualità. Una piattaforma quindi che per sua natura necessita di contenuti ragionati risulta già essere uno strumento che ha tutte le caratteristiche per essere definito educativo. Riflettere criticamente in itinere e a posteriori sulle scelte che WordPress ci propone di prendere, rappresenta un esercizio di medialfabetizzazione molto importante per tutti: che differenza c’è tra realizzare un sito privato per un gruppo ristretto di persone o renderlo pubblico? Come cambia, se cambia, il modo di scrivere i post ed organizzare i contenuti? È possibile rendere la comunicazione più efficace, presentare le informazioni in maniera più accattivante? … Risponde a questi interrogativi ed attualizzare le decisione prese richiede tempo ed una certa serietà e questa potrebbe essere l’unica criticità imputabile a WordPress. Capire il suo funzionamento, il potenziale e progettarne la gestione potrebbe risultare piuttosto comples- TRICKS so e impegnativo per un adolescente rispetto alla gestione dire un profilo social o un’applicazione. Ma questo non implica una rinuncia a priori, anzi rende solo la sfida più interessante! Articoli, ricerche, informazioni, attività di critica e d’opinione, racconti, testimonianze, stesura di un proprio diario personale, pubblicazione tematica di materiale già reperibile on-line, blog artistici e fotografici, blog di centri giovanili, di progetti o di iniziative… WordPress raccoglie in sè tutte le potenzialità del web. FUNZIONI STORIFY APP PER SMARTPHONE storify.com MAKE THE WEB TELL A STORY - Raccolta e selezione del materiale: i contenuti necessari per la storia possono provenire da diverse fonti come Facebook, Twitter, YouTube, Soundcloud, Flickr, Instagram, Tumblr, Google. È possibile anche eseguire ricerche tramite hashtag, profili, tag o parole chiave. - Creazione della sequenza: gli elementi selezionati possono essere riorganizzati per creare una sequenza coerente. TIPS - Inserimento commenti e didascalie: per rendere maggiormente efficace la storia è possibile inserire delle frasi che accompagnino il fruitore nella narrazione. - Condivisione: una volta completa la storia può essere inviata tramite e-mail , pubblicata nel sito di Storify e condivisa sui social network oppure incorporata su blog e siti. & Storify costituisce un metodo semplice ed immediato per raccontare un evento, un luogo, un’attività o un momento personale. È uno strumento per comunicare una narrazione a più voci. Può essere utilizzato in relazione a particolari argomenti di attualità e giornalismo, come strumento di promozione delle proprie attività e costituisce un buon strumento organizzativo. Sia che si affianchi all’attività di ufficio stampa o venga usato nella comunicazione d’impresa o in tutte quelle situazioni che necessitano o rendono piacevole uno storytelling rappresenta comunque un’opportunità per la creatività e il pensiero critico, aiuta a sviluppare le capacità di comunicazione e richiede una buona comprensione dei social media DESCRIZIONE Quotidianamente condividiamo in rete una serie di informazioni personali o su specifici argomenti. Storify permette di organizzare tutto questo materiale (foto, video, commenti, post, tweet, ecc.) sotto forma di una vera e propria narrazione. TRICKS Può dunque essere proficuo laddove si voglia, ad esempio, creare una restituzione dopo esperienza svolta da un gruppo o una classe; rielaborare contenuti precedentemente pubblicati sia da ragazzi che dagli educatori e costruire nuovi significati a partire da essi. Può inoltre essere utilizzato in un ambito di concorso o contest circa una tematica specifica. Le criticità sono legate a quelle più classiche diffuse sui Social Network in quanto i materiali per la costruzione delle storie derivano in parte da elementi pubblicati (foto, video, frasi/affermazioni) che possano ledere il diritto alla privacy o copyright. FUNZIONI SPREAKER SOCIAL NETWORK/RADIO spreaker.com EXPLORE RADIO SHOWS, PODCASTS AND DJ MIXES - Podcasting e liveblogging: è possibile registrare nuovi file o caricare materiali già realizzati. - Regia Radiofonica: Spreaker possiede una consolle virtuale, chiamata Deejay, per mixare facilmente musica o a assemblare parti parlate ed audio, aggiungere effetti sonori. I brani possono essere scelti accedendo ad una libreria musicale personalizzabile. - Condivisione: il software è disponibile in italiano, inglese e spagnolo ma i post che vengono condivisi provengono da tutto il TIPS DESCRIZIONE Spreaker, nato nel 2009, è un progetto sviluppato da un gruppo di ragazzi bolognesi per permettere a tutti la creazione di una Web Radio, di uno spazio radiofonico libero e senza vincoli, avendo a disposizione semplicemente un pc o uno smartphone, un microfono e un paio di cuffie. Spreaker è uno spazio web, una piattaforma sulla quale è possibile creare e condividere file e contenuti audio, cronache live, show in diretta o in podcast (registrazioni da caricare sul web in mp3 non in diretta) senza il bisogno di scaricare nessun tipo di programma. È disponibile sia in una versione gratuita che in una versione a pagamento. Spreaker permette di combinare l’esperienza d’uso della radio con l’interazione tipica dei social network e associa le potenzialità del digitale e del social web a quell’atmosfera tipica delle emittenti libere e indipendenti che hanno caratterizzato una parte della radiofonia a partire dagli anni Settanta del secolo scorso. Le potenzialità di Spreaker rimandano a quelle della radio e dei new media e quindi richiamano i valori e le responsabilità connessi all’utilizzo di uno strumento di informazione e comunicazione in modo creativo, come spazio di libertà espressiva per dare seguito alle proprie passioni personali, sociali e conoscitive. Numerose le esperienze già realizzate in questo senso, si pensi al caso di Libera Radio di “Legalità on air” che rappresenta dal punto di vista radiofonico un modello già consolidato di educazione ai media e di educazione attraverso il digitale rivolta ai ragazzi. Se così finalizzato l’utilizzo di Spreaker dovrebbe essere, possibilmente, preceduto da un momento formativo sullo sviluppo dei sistemi di comunicazione e dell’informazione con particolare riferimento a quello radiofonico, mondo. L’ascolto delle altre radio è promosso da Speaker tramite il sito ed in particolare il sistema di ricerca ed è garantito anche in mobilità grazie all’app dedicata, scaricabile gratuitamente da App Store e compatibile con tutti i modelli di iPhone, iPad e iPod. & TRICKS preparazione e realizzazione di un’intervista, consultazione e utilizzo delle fonti, scrittura e diffusione di una notizia, diritto d’autore, convergenza e crossmendialità, ecc. sono solo alcuni dei temi che possono essere stimolati dall’uso, pedagogicamente ragionato, di Speaker. FUNZIONI FACEBOOK SOCIAL NETWORK facebook.com FACEBOOK TI AIUTA A CONNETTERTI E RIMANERE IN CONTATTO CON LE PERSONE DELLA VITA TIPS DESCRIZIONE Facebook è una delle piattaforme sociali più utilizzate al mondo. L’idea che nel 2004 ha ispirato Mark Zuckerberg, il suo creatore, era quella di realizzare un sistema per il proprio campus di Harvard che facilitasse e incentivasse lo scambio relazionale tra gli studenti universitari. Di fatto Facebook ha rapidamente modificato il modo di intendere le amicizie, la condivisione, la pubblicizzazione della propria vita privata. - Seguire Pagine e gruppi: le Pagine consentono ad organizzazioni, aziende, celebrità e marchi di comunicare ampiamente con le persone a cui piacciono. Mentre i Gruppi rappresentano uno spazio chiuso per persone che comunicano su interessi comuni. I gruppi possono essere creati da tutti. - Creare eventi: ogni utente ha la possibilità di invitare ai propri contatti, una selezione di questi, un evento calendarizzato. Può essere lasciata la possibilità agli amici di invitare altre persone o rendere l’evento completamente pubblico. - Gestione privacy: permette di definire di default chi possa vedere post e foto che vengono pubblicate (solo io, amici, amici di amici, amici e reti, tutti), in qualsiasi momento si possono poi apportare modifiche sul singolo post. Inoltre è possibile scegliere chi e come possa cercare e trovare il proprio profilo. - Connettere ad altre applicazioni e Social Network: Facebook può essere collegato a diversi giochi e social come Twitter ed Instagram, anche per questo qualche anno fa è stata data la possibilità di utilizzare #hashtag tematici. - Creare una rete di contatti: è possibile cercare vecchi e nuovi amici inserendo il loro nome e cognome o il loro indirizzo email. Finché la persona non accetta, non sarà possibile consultare il suo profilo. Gli “amici” possono essere organizzati in “liste”, alcune delle quali vengono suggerite automaticamente dal programma. - Pubblicare e condividere contenuti: sul proprio diario o bacheca possono essere pubblicati aggiornamenti, foto, video e link. Un sistema di notifiche avvisa i nostri contatti sulle nostre recenti attività. per attirare l’attenzione degli amici su un determinato contenuto sia esso un post, una foto o un video è possibile etichettarli digitando il simbolo “@”seguita dai loro nomi nel campo. Recentemente per facilitare questa funzione è stato introdotto il completamento automatico. - Commentare e chattare: i contenuti pubblicati dalle altre persone possono essere commentati in forma pubblica. Più genericamente è possibile esprimere il proprio apprezzamento, cliccando sul tasto “Mi piace”. Facebook prevede tuttavia anche la possibilità d’uno scambio privato tra gli utenti attraverso la chat. Facebook può essere considerato come uno strumento sia d’autopresentazione che mantenimento e incremento relazionale. La natura del social porta le persone ad esporre il proprio privato e spesso, purtroppo, a spettacolarizzarlo e vetrinizzarlo. Tale tendenza sembra incentivata anche dal meccanismo dei “mi piace” che conduce gli utenti a ricercare facili conferme e gratificazioni. Alcune questioni legali hanno fatto, in questi anni, di Facebook oggetto di discussione riflessioni: il divieto di registrazione ai minori di 14 anni (in realtà molte volte violato); i diritti sulle foto postate e i permessi per l’utilizzo immagini, ecc. Poiché però la piattaforma è tra le più popolari può essere sfruttata per creare pagine, gruppi o profili legati a progetti, laboratori, attività educative/formative e non. È possibile aggiornare in modo facile ed immediato gli utenti su iniziative ed & TRICKS eventi, suggerire link e contenuti in riferimento ad un determinato interesse. AUDACITY FUNZIONI SOFTWARE ONLINE - Registrazione e riproduzione: Audacity può registrare audio dal vivo attraverso un microfono o un mixer, o digitalizzare registrazioni da cassette a nastro, dischi o minidischi in modalità mono o stereo. - Modifica e mixaggio: un numero illimitato di tracce possono essere gestite tramite il software che consente di apportavi veloci modifiche mediante le operazioni taglia, copia, incolla ed elimina. È inoltre possibile modificare l’intonazione senza variazioni di velocità e viceversa, rimuovere i rumori di fondo, equalizzare, comprimere, normalizzare ed amplificare il segnale audio, aggiungere vari effetti sonori (eco, wha wha, phaser e riproduzione al contrario). audacity.sourceforge.net EDITOR E REGISTRATORE AUDIO LIBERO TIPS DESCRIZIONE Audacity è un editor audio multi-traccia open source, le cui funzioni e interfaccia sono estremamente minimali per meglio facilitarne l’utilizzo anche ai non esperti. Sono consentite infatti quasi esclusivamente le operazioni basilari necessarie per affrontare l’editing audio realizzabile senza la necessità di acquisire competenze approfondite come nel caso dei softwares professionali. Nella lavorazione di un prodotto audio, Audacity dà la possibilità anche agli utenti meno esperti, come i ragazzi che si avvicinano per la prima volta al mondo dell’audio, di esprimersi e di prendere confidenza con questo lavoro assumendo fin da subito una parte attiva alle attività. Poiché permette di creare brani audio da materiale precedentemente registrato, associare suoni disgiunti in un’opera finita, miscelare più voci e tracce musicali, rappresenta una risorsa per tutte le attività laboratoriali nel campo dell’audio, del suono e della realizzazione di prodotti radiofonici e di giornalismo. È un software ideale per realizzare piccole registrazioni, interviste, racconti, programmi di tipo radiofonico, prove di lettura, voice over per video clip, correzione di tracce audio tratte da registrazioni video. Come tutti i programmi di Audio Editing, specie nel caso di registrazione immediata di canali multipli, richiederebbe almeno un adeguato sistema di diffusione audio; è perciò consigliabile proporlo in circostanze in cui si disponga di - Export: il lavoro può essere salvato in formato MP3 (l’operazione richiede il codec “Lame_enc.dll”, con una versione LAME 3.94 o superiore), WAV, Ogg Vorbis, AIFF, AU e Raw. & TRICKS sale o aule non troppo grandi con la possibilità di fruire di un sistema adeguato di speaker, anche perché gli strumenti che permettono il “disegno” del volume risultano talvolta imprecisi. ASK.FM FUNZIONI SOCIAL NETWORK - Domandare: per porre un quesito bisogna andare nel profilo della persona alla quale si intende rivolgerlo e scrivere il testo nell’apposito campo, oppure cliccare su “fai una domanda ad un amico” (in questo modo è necessario selezionare poi una delle persone seguite). La domanda può essere posta in forma anonima, mettendo il segno di spunta nell’apposita voce. Poiché spesso, inizialmente, non si ricevono molte domande altrui, il sistema consente di generare automaticamente dei quesiti. - Risposta: per rispondere è sufficiente inserire la risposta in corrispondenza della domanda, questa può essere formulata non solo in formato testo, ma anche come video o immagini. In generale più le risposte saranno originali, maggiore sarà l’apprezzamento da parte degli altri utenti (che può essere ask.fm ASK AND ANSWER TIPS DESCRIZIONE Questo social network, lanciato nel 2010, si basa su un meccanismo di domanda e risposta tra gli utenti. I quesiti, spesso di natura personale-sessuale, possono essere posti anche in forma anonima anche da utenti non registrati e non possono contenere più di 300 caratteri. Quando si risponde ad una domanda, la risposta diventa visibile sulla bacheca del proprio profilo e gli altri utenti hanno la possibilità di cliccare «mi piace» se la condividono. Le risposte alle domande infatti vengono votate dagli stessi iscritti e viene stilata una classifica dei profili. Per rispondere alle domande è però necessario registrarsi ed avere quindi almeno 13 anni. Indubbiamente la funzione sociale di Ask.fm (for me) consiste nell’ottenere attenzione, considerazione e riscuotere consenso. La possibilità dell’anonimato favorisce indubbiamente questo processo permettendo di scrivere ciò che si vuole. È costatabile che tale libertà da un lato sfoci in denigrazioni, offese o confidenze eccessivamente“private” ed “intime” (motivo per cui il social è spesso accusato di favorire il cyber bullismo, indurre il suicidio) e dall’altro si riveli utile per soddisfare la curiosità, il bisogno di risposta su temi che non si osano affrontare attraverso altri canali per i più svariati motivi (timidezza, imbarazzo, ecc.) Di fatto per come Ask.fm viene utilizzato, e per la natura così spesso strettamente personale e sessuale delle domande, appare difficile ipotizzare un utilizzo volto a promuovere una comunicazione pubblica mirata alla condivisione di interessi, progetti e attività. Tuttavia per chi esercita un ruolo educativo, leggere ed analizzare criticamente le domande e le risposte che gli adolescenti si pongono (visto che la esercitato cliccando sul simbolo del cuore). - Cercare e seguire altri utenti: anche questo social network chiama “amici” i contatti; che possono essere rintracciati attraverso i propri profili di Twitter o di Facebook, oppure effettuando una ricerca per nome e cognome, ecc.; le persone rintracciate possono essere seguite analogamente a quanto avviene su Twitter. - Segnalare e bloccare: se ritenuto opportuno una bandierina permette di segnalare un contenuto considerato offensivo o inappropriato. Bisogna sottolineare che è possibile anche evitare che in generale ci vengano poste domande anonime e bloccare un singolo utente anonimo impedendogli di fare altre domande, anche se non si può impedire che questo visiti il nostro profilo che rimane sempre pubblico. & TRICKS comunicazione avviene quasi esclusivamente tra pari) può risultare particolarmente utile ed efficace per meglio comprendere i linguaggi e le criticità che emergono in modo più diretto e meno mediato, rispetto ai racconti che gli stessi adolescenti fanno agli adulti quando vi si rapportano direttamente.