Sergio Zavoli e l`incontro folgorante con la religiosa
Transcript
Sergio Zavoli e l`incontro folgorante con la religiosa
Cultura & spettacoli e-mail:[email protected] Fax: 0523-347.979 e-mail:[email protected] Giovedì 21 febbraio 2008 - Pagina 23 Malta: laurea a Benigni Comici di Zelig in Cattolica Premio Chiara a Fruttero L’università di Malta conferirà un dottorato in letteratura “honoris causa” a Roberto Benigni. Lo ha detto il cancelliere dell’università di La Valletta, annunciando che «la cerimonia si terrà nella storica chiesa dei gesuiti nella vecchia capitale il prossimo aprile». Gli organizzatori hanno spiegato che per la cerimonia saranno allestiti dei maxi-schermi per le strade di La Valletta. I comici di Zelig salgono in cattedra. E’ cominciato, infatti, ieri all’Università Cattolica di Milano, un corso di “ingegneria creativa e comicità” che durerà fino al 29 febbraio. In qualità di insegnati, gli showman Leonardo Manera, Diego Parassole, il Mago Forest e gli autori dello storico locale di cabaret milanese, approdato negli anni anche sugli schermi televisivi. Il Premio letterario Chiara alla Carriera è stato assegnato a Carlo Fruttero, giallista e giornalista, nato nel 1926, per molti anni traduttore prima di iniziare la collaborazione con Franco Lucentini. Questa la motivazione: “Traduttore raffinato di autori moderni e contemporanei, spirito curioso, che sin dagli anni ’50 ha sdoganato generi fino ad allora considerati inferiori”. Sabato all’auditorium della Fondazione un convegno per ricordare la protagonista piacentina del documentario “Clausura” di MAURO MOLINAROLI S ergio Zavoli l’ha detto più volte, e in più occasioni: l’incontro con suor Maria Teresa fu folgorante. E il suo documentario sarà riproposto sabato, alle 16 all’auditorium della Fondazione di Piacenza e Vigevano, alla presenza del grande cronista. Il desiderio di entrare con un microfono in un monastero di clausura, per raccogliere le voci che il mondo non aveva mai ascoltato prima, lo affascinava. «E così, nel 1958, mi rivolsi al cardinale Lercaro a Bologna, allora assistito da monsignor Bettazzi, che sarebbe poi diventato vescovo di Ivrea. Erano uomini di una Chiesa che faceva riferimento a papa Giovanni XXIII, che guardava al nuovo. Uomini in grado di esprimere la loro forza interiore con grande coraggio e con grande umiltà. Non mi dissero no, mi pregarono soltanto di pensarci su una notte, e la mattina dopo, quando mi presentai davanti a loro, non ebbero problemi a dirmi che avrei potuto conoscere una delle donne più forti che abbia mai incontrato, suor Maria Teresa dell’Eucaristia». Zavoli ha spiegato in più circostanze che arrivò come può presentarsi un laico: «Un po’ goffo, in quel monastero di clausura». Sono passati trent’anni, e forse più, e ha ancora il pudore nel raccontare questa vicenda: «Ricordo che quando sollevò una sorta di velo nero dalla grata, la suora mi accolse con il rituale “Sia lodato Gesù Cristo” e io rimasi lì, non sapevo cosa rispondere, ero imbarazzato. E lei molto generosa. Mi diede la giusta confidenzialità. Parlai del mio progetto e lei, all’inizio, fu turbata, ma al tempo stesso rassicurata dal fatto che c’era il sì dell’arcivescovo. Tuttavia, questa Questa suora manifestava un’inquietudine inevitabile, perché evidentemente non era abituata a parlare con estranei, così come non lo erano le sue consorelle Suor Teresa era soprattutto preoccupata di conciliare le sue parole con le reticenze imposte dalle regole e dal costume di vita nel quale era completamente immersa Sergio Zavoli sabato ricorderà a Piacenza suor Maria Teresa dell’Eucarestia tre 183 km, pur sapendo che sarebbe arrivato soltanto secondo perché distanziato di parecchi minuti dal primo. Piccole storie piene di vita, che mi hanno fatto capire la fatica del ciclismo, ma anche quanto fosse importante, per questi atleti, fare un salto sociale, trovare il loro posto nel mondo, non perdersi. Uno dei personaggi chiave della trasmissione fu, in quegli anni Sessanta, Vito Taccone, scomparso recentemente, che divenne famoso per i suoi successi ma soprattutto per il suo animo battagliero, in corsa e fuori. Era un ospite fisso del programma, che animò con il suo modo schietto di affrontare ogni argomento, e spesso farciva i suoi discorsi con espressioni dialettali, parlava di sua madre, cantava canzoni abruzzesi e si rendeva simpatico al pubblico per la sua straordinaria genuinità». Il Processo di Zavoli va ricordato perché fu una delle prime trasmissioni, nella giovane televisione italiana, a introdurre una vera e propria rivoluzione tecnologica ed entrarono nel gergo comune, proprio grazie a lui, termini come “ampex”, “moviola” e “duplex”. Per quanto riguarda La notte della Repubblica, è un esempio di indagine storica, rigorosa e dettagliata, realizzata valorizzando al massimo un approccio non mediato alle fonti dirette, in linea con i tempi e con le esigenze della tivù come mezzo di comunicazione: «Credo che la televisione possa essere utilizzata come mezzo di conoscenza e di indagine. Io mi sono messo al servizio della Rai per fare proprio questo, per far capire cos’è stato il terrorismo, il dramma delle vittime e i sensi di colpa dei protagonisti di una stagione sbagliata, fatta di tante storie eccessive, perennemente al limite». «Suor Maria Teresa,una donna forte» Sergio Zavoli e l’incontro folgorante con la religiosa suora manifestava un’inquietudine inevitabile, perché evidentemente non era abituata a parlare con estranei, così come non lo erano le sue consorelle. Mi disse come saremmo riusciti a conversare tenendo conto del fatto che lei viveva di silenzio, ed io di parole. Palesò una certa difficoltà e aggiunse che non capiva come avrei realizzato il mio progetto. Io ebbi la forza di dirle, senza alcuna malizia e in un tono molto confidenziale, che quel progetto veniva da dentro, che ci saremmo parlati con chiarezza, senza falsi pudori. E le dissi che non volevo per niente fare uno scoop giornalistico. Era vero, a me premeva soprattutto essere un tramite, un testimone tra quel mondo nascosto e il grande mondo fatto di clamori, dolore e urla che riempivano il mio essere fuori». Fu da quell’incontro che prese corpo Clausura. «Sì, il documentario fece il giro del mondo, è stato tradotto in molte lingue. Ricordo una versione della Bbc molto suggestiva, dove a interpretare la suora c’era un’attrice di primo piano. Suor Teresa, invece, quando mi parlava, era se stessa. Ed era soprattutto preoccupata di conciliare le sue parole con le reti- cenze imposte dalle regole e dal costume di vita nel quale era completamente immersa. Credo che per quel tempo il mio documentario, grazie a suor Maria Teresa dell’Eucarestia, sia stato qualcosa di utile, di dirompente, ma soprattutto di inedito. Non fui io l’attore e l’autore di quella trasmissione, ma fu lei a fare il salto del muro». Zavoli, insieme ad Enzo Biagi e Indro Montanelli, è sicuramente uno dei più grandi giornalisti del ’900: la sua pacatezza, la sua caparbietà, la sua capacità di penetrare e capire il mondo che lo circonda hanno fatto sì che diventasse un giornalista a tutto campo, uno scrittore di grande successo con libri che hanno rappresentato più che mai il secolo scorso. Tra questi, Socialista di Dio, scritto nei primi anni ’80 e La notte della Repubblica, un volume che è una finestra aperta sul dramma del terrorismo italiano durante gli anni ’70, ma anche una trasmissione televisiva che ha fatto epoca, per rivisitare e riflettere sugli anni che hanno segnato questo tormentato Paese. In lui c’è stata anche la grande capacità di intendere lo sport come fenomeno di costu- me, elemento della vita sociale, e nel 1962 si impose all’attenzione del grande pubblico con un programma messo a punto durante il Giro d’Italia, Il processo alla tappa: «Credo che quel programma sia piaciuto perché oltre ad analizzare tecnicamente la tappa, raccontava piccole storie di umili gregari, di massaggiatori, meccanici, corridori di secondo piano che a volte, anche solo per un giorno, riuscivano a uscire dalla mediocrità con un’impresa magari neppure andata in porto sul finale. Ricordo Lucillo Lievore, un gregario che rimase in fuga, solitario, per ol- - Stasera a Montechiarugolo (Parma) “Mangia come scrivi” fra gola e goliardia A tavola con gli autori di Tortelli & porcelli, Fra tagli e frattaglie, Elogio della sbronza consapevole. E, in più, l’omaggio al cibo dell’artista Gian Reverberi. Sarà una “grande abbuffata”, in ogni senso, il nuovo appuntamento della rassegna gastronomica-artistica Mangia come scrivi, in programma a Montechiarugolo (Parma) questa sera dalle ore 21 (info: 0521-686450). Alla trattoria Il cigno nero, dove un giovedì al mese si svolge l’iniziativa organizzata dal giornalista Gianluigi Negri e patrocinata dal Comune, arriveranno Paolo Bertani e Lorenzo Bianchi, Bruno Bassetto, Luca Ragagnin ed Enrico Remmert, oltre al fidentino Reverberi. Scrittori che leggono scrittori. Nessuno parla di sé né dei propri libri durante la cena. Ognuno cura una presentazione e un reading di tre minuti per omaggiare il vicino-collega. Ecco le tre regole d’oro di Mangia come scrivi: il tutto tra una portata e l’altra, con un ideale passaggio di testimone tra i protagonisti. E, come sempre, una mostra di nove opere (quadri, illustrazioni, sculture, fotografie…) legate al tema. L’artista Reverberi ha preparato per l’occasione otto nuove tele e una scultura, dalle quali emerge chiara l’influenza dela pop-art sul suo lavoro. Lo scrittore Andrea Villani introdurrà gli ospiti a inizio serata. E per chi non fosse sazio domani sera, sempre al Cigno nero, si terrà un gustoso fuori programma con “maialata” e presentazione del nuovo libro pubblicato dall’editore parmigiano Antonio Battei. Protagonisti della cena saranno i due autori di Maiale mon amour. Tutto o quasi sulla norcineria parmense (Battei e Mario Marini, assessore al Turismo del Comune di Parma) e il norcino Piero Poma. Li introdurrà Roberto S. Tanzi dell’Accademia della cucina. INVITO GIOVEDÌ 2 FEBBRAIO 2008 ORE 17.30 presso l’Auditorium della Fondazione di Piacenza e Vigevano Via S. Eufemia 12 - Piacenza Presentazione d el v olume “PENSIERI INCOERENTI” di Giancarlo Braghieri presenzieranno i critici: Ferdinando Arisi Stefano Fugazza Pierluigi Peccorini Maggi Ingresso libero FONDAZIONE p.21.02.08 D I P I A C E N Z A E V I G E VA N O Via S. Eufemia, 12 - 29100 Piacenza Tel. 0523.311111 - Fax 0523.311190 sito web: www.lafondazione.com - e-mail: [email protected] Christian Zucconi tra scrittura e teatro Un recital al Baciccia per presentare il suo libro “L’avventura immobile” di FABIO BIANCHI U no dei grandi miti per qualsiasi ambizioso artista è l’opera d’arte totale, sintesi irripetibile e suprema di varie discipline. E una personalità brillante e poliedrica come Christian Zucconi, tra i più affermati scultori piacentini e lanciatissimo anche a livello nazionale, non poteva sfuggire a tale miraggio. Al caffè letterario Baciccia nella performance Lettura tra le righe ha dimostrato ancora una volta di essere un creativo a tutto tondo proponendo ad un pubblico numeroso ed interessato un serrato monologo tratto da L’avventura immobile (edizione Le Scuse, Piacenza, 2006), ultima sua fatica letteraria. I recital hanno illustri tradizioni, sono interazioni, dialoghi, confessioni con i presenti ma sono formule collaudate, meglio talvolta variare il canovaccio. E Zucconi con fervida fantasia, per vivacizzare l’ambiente ma soprattutto per seguire l’istintivo estro, ha in- La presentazione del libro di Zucconi [foto Franzini] tersecato tre spunti derivati dal suddetto testo. Nel primo, Agenda blu, un’infermiera in pensione vuole scrivere la storia di una parola, seguire la nascita di un vocabolo. Nel secondo, Il quotidiano, al protagonista Lucio De Modestis sembra di ospitare sulla propria testa germi di divinità che sono però sentiti addirittura come pidocchi. Nel terzo, Pagine in terza persona, Zucconi stesso si finge scrittore e gli autori dei testi precedenti si rivolgono a lui per lamentarsi della loro precarietà, della relatività di quella vita tutta letteraria. Strutturato con un prologo, poi tre brevi atti, quindi un epilogo, lo spettacolo presupponeva un embrionale percorso rappresentativo che ambiva a superare sia l’atmosfera surreale di tante pièce contemporanee sia il “teatro dell’assurdo” che tanto successo riscosse nei decenni scorsi per, pirandellianamente, riflettere su significa- INVITO Il microcosmo di Giancarlo Braghieri Oggi alla Fondazione la presentazione di“Pensieri incoerenti” ggi alle 17.30 all’auditorium della Fondazione di Piacenza e Vigevano in via Sant’Eufemia 12 verrà presentato il volume Giancarlo Braghieri, pensieri incoerenti nel quale il noto pittore piacentino ha raccolto una consistente antologia di suoi scritti che spaziano dalla mitologia all’arte. «E’ un libro che contiene argomenti disparati, una sorta di modesto microcosmo zibaldoniano, dalla poetica della parola ai concetti versatili visti con naturalezza e ingenuità. Insomma un intento di visionarietà poetica, sperduta magari in ambiti di scelte lessicali insolite e di scabrosi principi sintattici», spiega lo stesso Braghieri. «Sono certo che la mia passione di scrivere non è nata ora o per ca- O Un disegno di Giancarlo Braghieri so, forse si è rivelata contemporaneamente con la passione del leggere, ma è rimasta nascosta nel sonno o nell’abisso che custodisce la profondità della mia vita. Entrambi questi istinti, passione di leggere e di scrivere, rispondono alla ricerca del senso», continua Braghieri. In ogni scritto non mancano riferimenti autobiografici: «Se penso alla mia età... l’età che credevo mi portasse la saggezza di una serena tranquillità, senza grilli in testa, si è trasformata in ogni senso; mi piace vedere, ascoltare, odorare e toccare quasi con mano quelle rispondenze curiose che sovente la mente pascola nella lettura di noti autori, rivelandomi, volta per volta, anche i contenuti mitici che sgorgano dalla letteratura greca, dalla loro poesia che “ferma il tempo e racchiude il cosmo in sillabe”». Alla presentazione interverranno Ferdinando Arisi, Stefano Fugazza e Pierluigi Peccorini Maggi. C. Fr. to delle parole, importanza della religione, sul fine etico e morale dell’agire umano ma anche su necessità, importanza, di elaborare testi originali. Importante il contributo dei validissimi collaboratori: Manuel Gropelli (corifeo); Olga Izzo, cantante dalla voce intonata che in abito stile Belle Epoque ha ripreso famosi brani tra cui Parlami d’amore Mariù, Bocca di rosa, Noi siam come le lucciole, Mamma; infine Daniele Mandelli alla chitarra. Zucconi ha dimostrato sicurezza, straordinaria verve scenica, quasi da attore consumato avendo già recitato con successo in corti cinematografici. Tematiche spiritose, ritmo sostenuto, toni melodrammatici, tragicomici, anche onirici per sottolineare clima goliardico ma anche rigore di una ricerca sperimentale sul linguaggio, sulle tre unità teatrali di luogo, tempo ed azione in un procedere volutamente zigzagante per avvicinarsi al montaggio cinematografico. Giovedì 21 febbraio 2008 ore 21,00 Auditorium della Fondazione di Piacenza e Vigevano Via S. Eufemia, 12 - Piacenza RASSEGNA DI MUSICA DOLCE Piacevole percorso tra musica classica barocca e spiritual con grandi opere eseguite a 4 voci coro “il continuo” Direttore - Isidoro Gusberti Ingresso libero FONDAZIONE D I P I A C E N Z A E V I G E VA N O Via S. Eufemia, 12 - 29100 Piacenza Tel. 0523.311111 - Fax 0523.311190 sito web: www.lafondazione.com - e-mail: [email protected] p.21.02.08