Agenda 21 - IMU 2016
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Agenda 21 - IMU 2016
La newsletter degli orti urbani udinesi Settembre 2012 Il (P)ortolano Anno 1 - Numero 0 Il (P)ortolano “Numero zero” Orti urbani… a Udine? Carissimi (p)ortisti, a oltre due anni dall’inaugurazione degli orti di via Bariglaria questo è il numero zero di uno spazio nato, pensato e dedicato al progetto degli orti udinesi. Intende essere, inoltre, anche il naturale luogo, approdo dell’esperienza delle attività di ascolto e dialogo con il territorio udinese. L’idea di un progetto editoriale la coltiviamo da molto tempo, ma come spesso accade, la realizzazione pratica e operativa di un progetto ambizioso non è cosa semplice, necessita di un’organizzazione puntuale e continuativa, di persone che credono nel progetto e lo sostengono con il loro impegno e di tempi a volte lunghi. Consapevoli di tutto ciò abbiamo deciso comunque di accettare la sfida e continuare testardamente a perseguire il nostro intento: dar voce all’esperienza della città e a quella dei cittadini che incontriamo. Il presente (P)ortolano intende essere una bacheca di dibattito e di informazione agricola, culinaria, culturale, sociale e artistica, aperta a ogni tipo di intervento, che si pone, nel pieno rispetto delle diverse possibili opinioni, quale strumento di confronto e di conoscenza che ha origine sotto i pergolati degli orti udinesi. Come ogni numero zero, anche questo è una dichiarazione d’intenti. Una prova generale e nel contempo un invito a collaborare. Critiche, proposte e suggerimenti sono infatti ciò che ci attendiamo. Quello che proponiamo è una bacheca, per offrire esperienze di incontro e scambio tra gli ortisti, promuovendo forme di comunicazione e relazione sul nostro territorio. Immagino che chiunque alla domanda “cos’è un orto” possa agevolmente rispondere che trattasi di un appezzamento di terreno, di dimensioni variabili, coltivato a titolo non professionale dal suo possessore. Le coltivazioni possono differenziarsi tra orticole o frutticole, ma comunque non eccedono mai il consumo familiare. E’ quindi un’attività sostanzialmente “introversa”. Ebbene per me non è più così: l’orto a Udine è diventato sinonimo di incontro, di aggregazione, dello stare insieme. Tutto è nato nel 2009 su sollecitazione del dott. Mario C. Canciani, consigliere comunale e medico, che intendeva individuare un’area di questo tipo da dedicare soprattutto ai bimbi asmatici, visti i benefici che la vita all’aria aperta porta a tale patologia. (continua a pag. 4) Si è quindi pensato ad un intervento “pilota” dal quale poi sono gemmati tutti gli altri, e con il quale si è scelto di favorire sempre più l’integrazione tra famiglie, anziani, bambini e associazioni: Beivars, Sant’Osvaldo, Paparotti sono i primi tre quartieri dove tre “condomini verdi” provano (e riescono) a stare insieme confrontando strumenti, tecniche e “magie” molto spesso riscoperte da saperi antichi. “L’Orto e la Luna” è proprio questo: una grande sfida a riguardare la luna e tutto ciò che rappresenta: la natura, i suoi ritmi, le sue ineluttabili sfide (grandine, gelo, ma anche solleone) e a ri-guardarci un po’ negli occhi. La sfida inizia dal progetto: ora stiamo progettando il “condominio” di via Zucchi, a Udine sud: la singola realtà dà gli input per caratterizzare il singolo intervento. Non si tratta di arrivare lì con un prodotto precostituito, ma di capire come ciascuna località può modellare il proprio spazio di aggregazione per viverlo poi come qualcosa di proprio. Ed ora, finalmente, il giornale: uno strumento antico per trasmettere le notizie, i consigli, le storie e le ricette. Un numero “zero”, un nuovo inizio… GRAZIE a tutti: agli ortisti e ai capo orto che ci sono e ci saranno, grazie agli uffici del Comune di Udine che hanno saputo, con fantasia e informalità rispondere sempre a queste continue sfide… Alla prossima! A via Zucchi e poi… Mariagrazia Santoro Assessore alla Pianificazione e Agenda 21 Dialogo sugli orti urbani udinesi Presentiamo un’intervista a Luisa Tosoratti, insegnante alla Scuola Primaria “G. Mazzini” e Presidente del Comitato degli orti di via Bariglaria. La “maestra Luisa” ha accolto il nostro inviato nel cortile della Scuola Mazzini per una chiacchierata su, ovviamente, gli orti urbani udinesi. L’intervista si è svolta il 29 maggio 2012. A Udine gli Orti Urbani ormai sono una realtà? La nostra città conta ormai tre orti urbani, dislocati in tre diverse aree verdi periferiche. L’esperienza positiva degli orti urbani in via Bariglaria - nella zona periferica di Beivars e Godia - ha creato legittime aspettative negli abitanti degli altri quartieri cittadini. Per realizzare i nuovi appezza- menti di via Pellis e di via Zugliano non si partiva da zero, perché la struttura modulare dei piccoli orti è ripetibile nelle nuove realtà ed anche il Regolamento e le norme per l’assegnazione dei lotti sono applicabili alle nuove realizzazioni. Si è fatto tesoro dell’esperienza di Godia e Beivars e di quanto emergeva nel corso delle assemblee e delle riunioni del Comitato di Gestione che presiedo. Prima ancora dei piccoli successi, gli assegnatari sono stati invitati a segnalare e ad esprimere il proprio parere sugli inevitabili elementi di criticità che si frappongono tra il nuovo coltivatore e l’orto ideale. In primis la grandine, il terreno difficile da lavorare (è stato a riposo per molti anni!), le vacanze della famiglia che arrivano proprio quando ci sarebbe bisogno di irrigare spesso… La festa del 12 novembre scorso ha rappresentato un momento di sintesi e di riflessione sull’anno appena concluso: è stata un’esperienza felice, da proseguire facendo tesoro di quanto si è appreso - anche dai piccoli, inevitabili errori - e cercando di migliorare le proprie capacità di coltivatori. Anche gli orti di via Pellis e via Zugliano prevedono la presenza dell’orto scolastico. Perché? Una delle migliori risposte si può trovare nelle parole di Alice Waters, che negli anni ’90 promosse nelle scuole medie californiane l’educazione alimentare a partire dalla coltivazione di un orto, per raccogliere, cucinare e mangiare insieme i prodotti del proprio lavoro. Se vogliamo che le (continua a pag. 2) Pagina 2 “... quello che proponiamo è una bacheca, per offrire esperienze di incontro e scambio tra gli ortisti, promuovendo forme di comunicazione e relazione sul nostro territorio …” Inaugurazione orti di via Bariglaria Anno 1, Numero 0 (“Dialogo sugli orti urbani udinesi”, continua da pag. 1) nuove generazioni conoscano i sapori veri degli ortaggi e imparino ad alimentarsi in modo sano, dobbiamo valorizzare le conoscenze e la cultura della terra che i nostri coltivatori si tramandavano. Non dobbiamo dimenticare, per adulti e bambini, la dimensione affettiva: settimane e a volte mesi di cure amorevoli danno a spinaci e pomodorini un sapore speciale. Gli alunni della scuola Mazzini hanno gustato radicchietto, ravanelli e carote grattugiate insieme con una fetta di pane per merenda. Durante l’estate hanno continuato a chiedere i pomodorini a metà mattina, cogliendoli direttamente dalla pianta. Chi credeva che ai bambini non piacessero gli ortaggi, ha dovuto ricredersi. Insomma si tratta di una scommessa vinta? Può dirlo. Inaugurazione orti di via Pellis In questi giorni troviamo nei supermercati le fragole. Perché aspettare che maturino quelle dell’orto? Prodotti che hanno viaggiato per molte ore, colti prima di arrivare a maturazione, conservati in atmosfera modificata o semplicemente al buio, non possiedono le qualità organolettiche di un frutto o di un ortaggio che si coglie e si mette in vendita o si porta via dall’orto al momento giusto per il consumo. Spesso vengono da paesi di cui non si conosce la normativa in tema di tecniche di produzione e di sicurezza alimentare. Allora perché chiedere i lamponi in dicembre o le zucchine in gennaio? Avete organizzato un corso per imparare a progettare e coltivare l’orto. Ma ce n’era bisogno? Già. Quarant’anni fa un corso così forse sarebbe sembrato del tutto superfluo, dal momento che molti più di oggi avevano un orticello o conoscevano qualcuno che ce l’aveva e magari andavano a dare una mano ai genitori rimasti in campagna. Negli anni ’60 - ‘70 gli orti furono snobba- Il (P)ortolano ti, a favore del consumismo. C’è una generazione di adulti che non ha l’esperienza e il patrimonio di saperi che si tramandavano le generazioni precedenti. Come se non bastasse, neanche gli ortaggi sono rimasti uguali, perché una selezione spinta di alcune varietà di sementi, ha fatto perdere loro alcune caratteristiche, a vantaggio di altre e rendendo più difficile la loro coltivazione (possono essere più produttive, ma spesso sono più esigenti e delicate). Negli ultimi decenni si sono diffuse le tecniche di coltivazione biologica e biodinamica, ma diversamente da quanto si potrebbe credere, non si tratta semplicemente di tornare a coltivare come una volta. Se poi si pensa alla diffusione di nuovi insetti e parassiti difficili da combattere… Per fortuna anche in questo settore è stata fatta e si fa ricerca scientifica. Il parere di esperti non può che tornare utile. Luisa Tosoratti Orti di via Bariglaria Diversamente cittadini Inaugurazione orti di via Zugliano “… la nostra idea di vivere un orto con le nostre responsabilità e con le nostre forze come tutti i cittadini, semplici, chiari e accoglienti, sperimentando percorsi di cittadinanza attiva e iniziative di contaminazione sociale, …” I ragazzi al lavoro nell’orto n. 13 “Io ho fatto togliere erbetta con le mani e guanti, con la zappetta e un secchio nero dentro il campo, poi io ho messa le piantine nel buco. Io faccio le piante con raffiatoio con acqua fredda del rubinetto” queste sono le parole semplici e chiare con cui Roberta vi vuole raccontare cosa facciamo nel nostro orto n. 13. Se volete sapere con più precisione cosa abbiamo piantato, allora preferisco usare le parole di Luca “Io mi diverto nell’orto, mi piace piantare le piante aromatiche, l’orto lo puliamo cioè gli togliamo le erbacce che non centrano. Le piante che abbiamo piantato sono: rosmarino, lavanda, camomilla, ruta, menta, salivia, erba cipollina, maggiorana”. L’idea di partecipare al bando per l’assegnazione di un orto comunale nasce per dare la possibilità ai ragazzi del Csre La F@bbricotta, gestito dalla Cooperativa Hattiva Lab di sperimentarsi in attività che possono rivelarsi laboratori d’osservazione e implementazione di abilità di autonomia e competenze prelavorative, ma al contempo anche officine di quotidianità. Il nostro appezzamento di terra è gestito in collaborazione con l’Associazione Nuovi Cittadini Onlus, associazione da sempre vicina alla nostra Cooperativa e con finalità statutarie a noi molto care: impegnarsi “attivamente alla realizzazione di ogni attività che favorisca i processi di accoglienza, i percorsi di cittadinanza, la costruzione di comunità aperte e solidali […], l’educazione e la sensibilizzazione alla società multietnica/interetnica […]”. La loro mission si sposa perfettamente con la nostra idea di vivere un orto con le nostre responsabilità e con le nostre forze come tutti i cittadini, semplici, chiari e accoglienti, sperimentando percorsi di cittadinanza attiva e iniziative di contaminazione sociale. Dal giorno dell’inaugurazione si è da subito attivata una frenetica attività di organizzazione e collaborazione che ha portato il gruppo, ragazzi con disabilità e ragazzi extracomunitari, a realizzare 30 piccoli lembi di terreno, condividendo tutte le fasi dall’acquisto dei materiali e delle piante, alla progettazione delle culture, alla manutenzione delle piante. Insieme si è convenuto sulla coltura di erbe aromatiche (la nostra giovane Angelina avrebbe detto “fabbricotta piantare timo, catomilla, vanda, oricano e momopodori”, ma ci capiamo benissimo) che potranno in futuro essere utilizzate fresche nel laboratorio di cucina oppure essiccate per la conservazione. Siamo solo all’inizio, ma sono state piantate solide radici di convivenza civile, per il raccolto si vedrà. Cooperativa Hattiva Lab Orti di via Bariglaria Il (P)ortolano Anno 1, Numero 0 Pagina 3 Le ricette del (P)ortolano: pomodori verdi in agrodolce La stagione estiva volge al termine, ma i nostri orti hanno ancora molto da offrire. Con questa ricetta scopriremo infatti come recuperare e valorizzare un prodotto apparentemente inutile, che spesso viene eliminato. Si tratta dei pomodori rimasti sulla pianta, che con il calare delle temperature e della forza del sole, faticano a maturare, restando verdi. Ecco un modo per non sprecare questo prezioso dono dell’orto... Ingredienti: g. 300 di acqua g. 300 di aceto g. 50 di sale grosso g. 100 di zucchero g. 120 di olio di oliva non troppo profumato Kg. 1,5 di pomodori verdi Preparazione: Lavare ed asciugare i pomodori, tagliarli a pezzi non troppo piccoli, magari togliendo la maggioranza dei semi. Preparare una pentola dove metterete tutto assieme a freddo, quindi portare ad ebollizione per 5/8 minuti (comunque controllate che i pomodori non si spappolino). A questo punto invasare il prodotto bollente con il suo liquido, metterci lo spessorino e chiudere, mettendo i vasetti in un luogo fresco ed al buio. Per sterilizzare i vasetti (vuoti) passarli nel forno tradizionale a 180° per 10 minuti, oppure nel microonde alla massima temperatura per 5 minuti, avendo cura di aggiungere per ogni vasetto un cucchiaio di acqua, che verrà eliminata asciugando i vasetti. Naturalmente non includere nel trattamento i tappi, altrimenti si rovinerà la guarnizione. Ennio Furlan Orti di via Pellis Un nuovo orto urbano: via Zucchi A fronte delle molte richieste e del successo dell’iniziativa, l’esperienza degli orti urbani udinesi si amplia con la realizzazione di una nuova area in città, in via Zucchi (Quarta Circoscrizione), nei pressi della Scuola Primaria “Ada Negri” e del parco “Ilaria Alpi”. Gli orti, caratterizzati da una superficie pari a circa 30 mq ciascuno, saranno dotati di acqua, cassapanca per attrezzi e composter. Parte dell’area verde sarà attrezzata con panchine e aiuole, ed aperta al pubblico, creando un nuovo spazio di aggregazione e socializzazione per il quartiere. La localizzazione della nuova area dedicata agli orti urbani rafforzerà il sistema del verde circostante, promuovendone la fruizione da parte degli utenti e riducendo le distanze tra un’area verde e l’altra. L’area di via Zucchi confina inoltre con l’ambito della scuola primaria “A. Negri”, per la quale potrebbe rappresentare una valida opportunità. È infine previsto un collegamento ciclopedonale con l’adiacente parco “I. Alpi”, che a sua volta offre la disponibilità di proseguire lungo percorsi ciclopedonali diretti a Sud e Ovest, rispettivamente verso il vivaio comunale ed il polo commerciale di viale Palmanova. Nei prossimi mesi saranno organizzati degli incontri pubblici per presentare al quartiere il progetto definitivo ed il bando pubblico per richiedere l’assegnazione di un lotto. Si formeranno così quattro graduatorie per altrettante categorie di utenti: famiglie, anziani, scuole e associazioni. Al pari degli orti già esistenti, l’assegnazione avrà durata triennale, a fronte di un canone annuale di € 48,00 (canone forfetario inclusivo di acqua per l’irrigazione, corrente elettrica e manutenzione dell’area). Gli assegnatari eleggeranno anche un comitato di gestione ed un Presidente, sperimentando così le regole della democrazia partecipativa. L’orto urbano di via Zucchi andrà quindi ad aggiungersi alle attuali aree di via Bariglaria, via Zugliano e via Pellis, portando a circa 80 il numero di orti urbani udinesi per i residenti in città. Una fase della preparazione Il prodotto pronto per l’uso [L’ortolano] “si può dimandare filosofo naturale, quando sia molto instrutto del suo mestiero, e non rozzamente, come per il più accade, in quello ammaestrato. Imperò che un saggio ortolano ha da intendersi da che tempo precisamente deve lavorare il terreno, dare il letame per ingrassare, piantar le piante, seminare i semi, inestare i frutti, e qual sorte di terra si confaccia più a questo che a quello”. […] T. GARZONI, La piazza universale di tutte le professioni del mondo, Venezia 1585. Ufficio Agenda 21 Comune di Udine Localizzazione degli orti di via Zucchi Pagina 4 Anno 1, Numero 0 Partecipa anche tu, invia il tuo contributo alla redazione: sarà pubblicato sui prossimi numeri del (P)ortolano! Chiunque può presentare articoli, foto, disegni, poesie, pensieri… per condividere l’esperienza, scambiare opinioni, conoscere e conoscersi. Ufficio Agenda 21 del Comune di Udine Via Gorghi 16, 33100 Udine 0432 271 615 - 525 [email protected] www.comune.udine.it (“Numero Zero”, continua da pag. 1) Insomma, tracciare una metaforica rotta e il nome proposto evoca proprio questo nesso: “portolano” non è solo un manuale per la navigazione costiera e portuale; non è necessariamente destinato alla nautica, ma più spesso annotato con resoconti di precedenti viaggi, celebrazioni, informazioni varie. Insomma una piazza virtuale, un luogo delle idee tutto da costruire che avrà come protagonisti i ragazzi e le ragazze delle scuole, le associazioni, e i singoli assegnatari che decideranno di farne parte. Ognuno con il proprio punto di vista, con le proprie riflessioni e il proprio modo di vedere il mondo. Con l’intenzione di essere anche un forum. Questa è l’esperienza che offre (P)ortolano, una possibilità in mezzo ad altre possibilità: quella di incontrarsi per comunicare, proporre punti di vista, informazioni, conoscenze. Ecco svelato il significato della lettera “p” tra le parentesi: (p) come partecipazione, dialogo. Buona (p)scrittura e, ovviamente, buona (p)lettura. Eta Beta Il (P)ortolano Dall’idea degli orti urbani al giardino didattico dell’A.L.P.I. Udine non poteva rimanere fuori del “circuito” degli orti urbani, fenomeno che interessa da quasi 2 secoli l’Europa centro-settentrionale. L’orto urbano è un appezzamento di 1-2 centinaia di metri quadrati, policolturale, coltivato dall’interessato con l’eventuale aiuto di familiari, il cui prodotto serve per l’autoconsumo e eventuale scambio con altri utenti. Si differenzia dall’“orto di casa” perché non è di proprietà del coltivatore. Il fenomeno nasce a Lipsia, alla metà del XIX secolo per merito di un industriale illuminato, tanto da prendere il suo nome “Schroeber Garten” e si diffonde in Francia, Belgio, Germania, Austria, America. In Italia, poco conosciuti e non organizzati collettivamente, una loro variante è stata “l’orto di guerra” coltivato nelle aiuole delle principali città italiane durante la seconda guerra mondiale. Gli obiettivi che ci siamo proposti sono la promozione della politica ambientale, della riqualificazione urbanistica, di stili di vita sani, dell’educazione ambientale, della memoria storica e dello scambio della cultura legata alla coltivazione, oltre a favorire il contatto tra diverse generazioni (nonni-bambini) ed il risparmio economico. Il primo orto urbano udinese è stato inaugurato sulla via Bariglaria, tra le frazioni di Beivars e Godia il 25 gennaio 2011 ed è diviso in 17 appezzamenti concessi a privati e associazioni onlus, come quella dei bambini asmatici, A.L.P.I. L’associazione collabora con il Terzo Circolo didattico per il coordinamento scientifico di un progetto incentrato sulle piante medicinali, alimentari e anche velenose, in quanto proprio queste ultime attirano spesso e impropriamente l’attenzione dei bambini. In particolare sono state predisposte delle targhette plurilingue (latino, italiano, friulano, sloveno, tedesco e inglese) vicino a ciascuna piantina, che i bambini coltivano e che imparano a riconoscere sia direttamente, sia in base alla struttura botanica (semi, fusto, radici, foglie, fiori), avvalendosi di alcuni esperti e delle strumentazioni in uso tra i botanici. Oltre alla funzione didattica, l’orto ha anche quella di accostare i bambini alla natura, a un corretto stile di vita, a un contatto con le precedenti generazioni, approfittando della presenza degli anziani nelle aiuole adiacenti, che insegnano a coltivare la terra con i buoni metodi del tempo passato. Particolare riguardo viene dato alle piante per l’apparato respiratorio, dati i fini istituzionali dell’ associazione A.L.P.I. Maggiori particolari sul sito www.associazionealpi.com. Mario Canciani Orti di via Bariglaria Pittisborum Psercy Pystachi Pseter Psersimmon Plummer-Push e la lettera P Vi ricordate che anche Eta Beta, il personaggio dei fumetti appartenente alla banda Disney, antepone molto spesso alle parole che iniziano per consonanti la lettera ‘P’, per cui ad esempio una normale parola come “tavolo” viene da lui pronunciata “Ptavolo”.? Il suo nome completo è Pluigi Psalomone Pcalibano Psallustio Psemiramide Pluff (in originale Pittisborum Psercy Pystachi Pseter Psersimmon Plummer-Push) Creato da Bill Walsh e Floyd Gottfredson nella storia Eta Beta, l’uomo del 2000, che in Italia ha iniziato ad essere serializzata su Topolino libretto n.1, è un uomo proveniente dal futuro (anno 2447) e dal centro della Terra. Nella storia di Eta Beta e la cometa la cometa Beta è dotata di speciali poteri: la sua coda produce una “polvere magica” che fa fluttuare gli esseri viventi come se fossero senza peso, e che accelera la nascita e la crescita dei fiori (in Topolino e la Cometa Beta e Topolino & Eta Beta e la Cometa Teta sembra che soltanto Beta abbia questo potere, mentre in Topolino e Eta Beta e la coda delle comete anche le altre “comete bambine” possiedono, in parte, la capacità di far nascere i fiori e di respingere gli esseri malvagi). Eta Beta, il personaggio creato da Bill Walsh e Floyd Gottefredson Pubblicazione a cura dell’Ufficio Agenda 21 del Comune di Udine Impaginato e stampato presso il Centro Stampa del Comune di Udine ©2012