WWF e Legambiente: «No a un insediamento che il territorio non

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WWF e Legambiente: «No a un insediamento che il territorio non
Comunicato stampa del 29 marzo 2016
Giovedì 31 Conferenza di Servizi sulla PowerCrop: i cittadini presidieranno la sede della Regione
WWF e Legambiente: «No a un insediamento che il territorio non vuole»
Si sono ufficialmente espressi contro Comuni e associazioni, a cominciare da quelle dei coltivatori
che hanno da tempo ritirato la loro firma dall’Accordo di Riconversione
Ormai non la vuole nessuno, ma la centrale PowerCrop continua a incombere minacciosa sulla
Marsica. Quanto meno sino a giovedì 31 quando, nella sede regionale di via Passolanciano, a
Pescara, presso la Direzione Servizio Politica Energetica, Qualità dell'Aria e SINA, è in calendario
una Conferenza di servizi convocata per decidere sull’autorizzazione.
Dalla lettura dello studio di Impatto Ambientale del progetto della Powercrop sono state riscontrate
numerose criticità e problematiche tecnico-scientifiche che dovrebbero portare a un rigetto
all’autorizzazione per un inceneritore che brucerebbe 275.000 tonnellate di legno e le cui emissioni
potrebbero creare un grave danno ambientale, pesanti conseguenze negative sulla salute delle
popolazioni del Fucino e dare un colpo mortale all’economia agricola e alle coltivazioni di prodotti
ortofrutticoli di qualità.
«Chiediamo – dichiara Legambiente– che vengano valutati attentamente tutti gli aspetti critici di un
eventuale insediamento della centrale PowerCrop e sia dato parere negativo al progetto. Non va
dimenticato infatti che contro il progetto si sono già espressi il Comune di Avezzano e quello di
Luco dei Marsi (il cui territorio è limitrofo all’area del progetto), l’Adunanza dei Comuni
Marsicani, le Associazioni di categoria dei coltivatori (che si sono dichiarate contrarie alla centrale
già dal 2009, ritirando la firma dall’Accordo di Riconversione), i Comitati di cittadini residenti sul
territorio e le Associazioni Ambientaliste. È un insediamento che non vuole nessuno, salvo i
proponenti, ed è ora di smetterla di gestire il territorio ignorando le scelte e le attese di chi lo abita».
Una delegazione di cittadini tra l’altro sarà presente il 31 davanti alla sede della Regione per
testimoniare, durante la riunione della Conferenza di Servizi, la propria contrarietà all’impianto
PowerCrop, che è, non dimentichiamolo, una industria insalubre di prima classe che mai e poi mai
potrebbe essere collocata a poche decine di metri da abitazioni, com’è invece previsto.
«Per tutte queste motivazioni – conclude Walter Delle Coste, presidente del WWF Abruzzo
Montano – un impianto con un così grave impatto ambientale ed economico non può essere
autorizzato, meno che mai contro la volontà di coloro che dovrebbero vivere al fianco di un simile
“mostro” per tutto il resto della loro vita».
In allegato: sintesi delle osservazioni contrarie all’insediamento presentate dalle associazioni.
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OSSERVAZIONI
Qui di seguito vengono sintetizzate per punti le osservazioni contrarie all’insediamento di una
centrale a biomasse in tenimento del Comune di Avezzano (Progetto PowerCrop) che saranno
presentate in occasione della Conferenza dei Servizi del 31 marzo.
1. IMPOSSIBILITÀ DI REPERIMENTO DELLA BIOMASSA LEGNOSA.
La tecnologia proposta (trattasi di tecnologia industriale presente in applicazioni dei cicli
termodinamici a vapore) prevede la combustione di almeno 275.000 mc di biomassa legnosa non
disponibile nel territorio, come ampiamente dettagliato nelle note del Corpo Forestale dello Stato
(prot. N.15411 del 01/10/2008 e prot. N. 1626 del 24/03/2009) circa le criticità connesse al piano di
approvvigionamento proposto dalla Powercrop, nonché le criticità ambientali connesse
all’eventuale realizzazione della Centrale. La scelta del sito non può prescindere dalla oramai
acclarata non disponibilità locale della biomassa legnosa, anche in ambito provinciale o
regionale in relazione alle potenze proposte per l’impianto.
2.
POTENZA TERMICA E RENDIMENTO TERMODINAMICO
Non risulta tra l’altro attendibile la potenza termica dell’impianto dichiarata dall’azienda
proponente nel progetto in 88,5 MWt: dividendo, infatti, il consumo di cippato di 270.000
tonnellate annuo per il tempo di funzionamento di 8000 ore all’anno, viene calcolato un consumo di
33,75 tonnellate di biomassa all’ora. Il potere calorifico inferiore del cippato di pioppo è di
18,5MJ/h, che moltiplicato per il consumo orario dà come risultato un potere calorifico inferiore
totale di 624.375 MJ equivalenti a 173,4 MWt. Anche il rendimento termodinamico rimane, per
questa tipologia d’impianti molto basso, intorno al 25%, comportando di conseguenza la forte
richiesta di legna: 275.000 tonnellate/anno.
3.
APPROVVIGIONAMENTO IDRICO
Il progetto presentato dalla società proponente prevede la costruzione di una centrale a vapore
caratterizzata da elevatissimi consumi di acqua (1 milione di mc l’anno), del tutto incompatibili
con le necessità di approvvigionamento del comprensorio fucense sia per il consumo umano che
per quello agricolo. Dovrà essere vagliata con molta attenzione la capacità del C.A.M. di poter
fornire tale quantità di acqua, che contrasta con il contingentamento della fornitura dell’acqua per la
Città di Avezzano, dove i cittadini vengono serviti solamente per poche ore al giorno.
4.
SMALTIMENTO ACQUE
Ulteriore problema è quello dello scarico delle acque necessarie alla produzione industriale:
verranno scaricate 412.000 m3 nel Fosso 1 senza alcun trattamento di depurazione. Tenendo
conto della pericolosità per la salute umana dei reagenti chimici utilizzati nelle acque di
raffreddamento, lo scarico delle acque determinerà problemi di natura idraulica, chimica,
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fisica e batteriologica al sistema irriguo dei canali della Piana del Fucino. E la qualità delle
acque, già classificate scadente nel Canale Collettore, andrà a peggiorare incidendo negativamente
anche su quelle del fiume Liri, dove confluiranno dopo il passaggio nell’inghiottitoio dell’Incile.
5.
IMPATTI SULL’HABITAT NATURALE
Il progetto nella sua complessità prevede interventi e attività che incidono su molti altri Comuni e
in particolare anche su aree SIC e ZPS a loro volta ricadenti in aree nazionali protette.
Data l’importanza strategica della Riserva del Monte Salviano all’interno della rete naturalistica
che collega i parchi abruzzesi con i Monti Simbruini (che interessano anche la Regione Lazio),
il Progetto Powercrop è assolutamente incongruente con la politica ambientale regionale. E,
in ogni caso, la Valutazione di Incidenza è carente perché non ha preso in considerazione questa
interconnessione tra le diverse aree protette e i vari corridoi ecologici.
6.
INQUINAMENTO ATMOSFERICO
La nuova centrale termica a biomasse legnose nel funzionamento di 8000 ore, che corrispondono
circa 334 giorni, emetterà le seguenti quantità di inquinanti espresse in tonnellate:
 Ossidi di azoto 335,36
 Ossidi di solfo 104,8
 Ossido di carbonio 272,48
 Particolato 20,96
 Acido cloridrico 20,96
 Ammoniaca 6,9168
Questi inquinanti andranno a sommarsi a quelli emessi nell’aria del Nucleo Industriale di Avezzano
e riportati nel Piano di Tutela dell’Aria, totalizzando un effetto cumulo pari a:
 Ossidi di Azoto 600,36 t/anno,
 Particolato 148,96 t/anno
Il Decreto Legislativo n. 155/2010 prescrive di: mantenere la qualità dell’aria ambiente, laddove
buona e migliorarla negli altri casi.
Le emissioni in atmosfera durante il normale esercizio dell’impianto produrranno un sicuro
peggioramento della qualità dell’aria nel bacino del Fucino comportando ciò un significativo
aumento del rischio per le popolazioni marsicane di formazione di tumori, già ampiamente esistente
come dimostrato dai recenti studi effettuati in materia.
Tale peggioramento in particolare è dovuto alle polveri sottili (PM 10, PM 5 e PM 2,5), agli ossidi
di azoto (NOx), agli ossidi di zolfo (SOx) e ossido di carbonio (CO) e altri inquinanti acido
cloridrico (HCl) e ammoniaca (NH3).
Il D.lgs. 152/06 e succ. modifiche (T.U. Ambiente) in tema di immissioni di inquinanti in
atmosfera, prevede per ogni sostanza inquinante dei valori limite e da calcoli effettuati i parametri
HCL e NH3+HCL supereranno le soglie di tolleranza.
La collocazione dell’impianto in un sito con un microclima caratterizzato da una stabilità verticale
dell’atmosfera che si accentua maggiormente durante il periodo invernale, avrà come conseguenza
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una mancanza di ricambio delle masse d’aria e una scarsa diluizione delle nubi inquinanti. Nelle
giornate d’inverno, con aria fredda e terra non riscaldata avremo nei centri abitati, in
particolare ad Avezzano e Luco dei Marsi, e nel Fucino per settimane una nube persistente di
nebbie con presenza di gas di combustione, e connessa formazione di vapor acido. Un altro reale
rischio associato all'impianto è l'acidificazione dei terreni del Fucino in seguito alla
condensazione e ricaduta degli ossidi di azoto, zolfo, acido cloridrico emessi dalla centrale sotto
forma di piogge acide, con conseguente perdita in termini di fertilità e rese produttive dei terreni
stessi.
Come riportato dal Piano Regionale di Tutela dell’aria, il Fucino è a rischio ozono; a seguito della
interazione/reazione chimica con l’ozono, l’ossido di azoto si trasformerebbe in biossido di azoto,
gas che crea significativi problemi respiratori e che inibisce la normale funzione clorofilliana delle
piante con gli annessi rischi di riduzione delle rese produttive delle coltivazioni agricole.
7.
DANNI ALL’ECONOMIA
Tenendo conto della presenza nell'Altopiano del Fucino di produzioni di elevata qualità come IGP
della carota e IGP della patata, nonché produzioni biologiche destinate anche alla preparazione di
omogeneizzati, appare del tutto evidente la incompatibilità della localizzazione proposta per
l’impianto. Nella documentazione Powercrop (pag. 5-113 SIA) si riporta erroneamente che “tutta la
Piana del Fucino non prevede coltivazioni di rilevante pregio”.
L'impianto proposto, quindi, è incompatibile sotto il profilo socio economico con il territorio.
A fronte dei vantaggi per l’Azienda proponente si possono elencare i seguenti costi economicosociali per il territorio che dimostrano inequivocabilmente l’impatto sulla struttura economica della
Marsica fucense:
 danni reali e di immagine connessi ai prodotti agricoli d’eccellenza della piana del Fucino
(carote e patate IGP , produzioni biologiche, ortaggi, etc.);
 ripercussioni negative sulle circa 5000 aziende agricole del Fucino e sull’indotto delle
attività agricole (Cooperative per le sementi, rivenditori di attrezzi e mezzi agricoli, attività
commerciali connesse all’agricoltura, Banche e servizi finanziari);
 impoverimento della struttura sociale del territorio, calo del reddito pro capite, calo dei
consumi e quindi ripercussioni sul terziario.
8.
MANCATO RISPETTO ACCORDO DI PROGRAMMA
L’accordo di riconversione produttiva dello zuccherificio di Celano del 19/09/2007, prevedeva:
 una filiera agro-energetica (punto 2.1.1) da fonti rinnovabili attraverso la realizzazione di
un “impianto di generazione elettrica a ciclo combinato cogenerativo di circa 30 Mwe” con
annessa “possibilità di avvio di coltivazioni in serra per accrescere il valore delle
produzioni agricole attraverso la cessione di calore della centrale” e, per il reperimento
della biomassa lignocellulosica, l’avvio di una filiera agro-energetica con la messa in
coltivazione di circa 4.500 ettari di specie legnose che forniranno circa 135.000 tonnellate di
materia lignocellulosica;
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 una filiera orticola (punto 2.1.2) attraverso la realizzazione di un “Centro di Trasformazione
Orticola” per la valorizzazione delle carote e delle patate, al fine di offrire al mondo agricolo
il riassorbimento degli areali fucensi un tempo destinati alla coltura bieticola.
Per quanto riguarda questo punto, ad oggi, non sono state indicate le possibilità di una sua
realizzazione presente né tantomeno futura.
Per il primo punto invece il progetto della centrale a biomasse predisposto dalla Powercrop,
discusso in Conferenza di Servizi del 24.03.2015, prevede una centrale termoelettrica a vapore
(ciclo Rinkine) senza cogenerazione, mentre con la sottoscrizione dell’Accordo di riconversione la
Powercrop si impegnava a presentare un progetto per una centrale ad alta efficienza, a ciclo
combinato, cogenerativa. Il rendimento di tale centrale è pari al 25%, a dimostrazione delle basse
prestazioni dell'impianto di combustione proposto, che non giustificano assolutamente la scelta di
una tecnologia fortemente impattante sotto il profilo ambientale e sanitario, oltre che socioeconomico soprattutto se la biomassa non è reperita da filiera corta. Risulta evidente, quindi, che il
progetto della centrale a biomasse Powercrop risulta non conforme a quanto previsto
nell'Accordo.
9.
CONCLUSIONI
In definitiva il WWF Abruzzo Montano unitamente a Legambiente auspica che nella Conferenza di
servizi, prevista il 31 Marzo 2016 a Pescara, siano valutati attentamente tutti gli aspetti critici di un
eventuale insediamento della centrale PowerCrop e sia dato parere negativo al progetto presentato,
tenendo in debito conto le contrarietà dichiarate dal Comune di Avezzano, dal Comune di Luco dei
Marsi (il cui tenimento è limitrofo all’insediamento industriale di cui si discute), dall’Adunanza dei
Comuni Marsicani del 16/03/2016, dalle Associazioni di categoria dei coltivatori (le quali in data
06/03/2009 si dichiararono contrarie alla centrale, ritirando la firma dall’Accordo di
Riconversione), dei Comitati di cittadini residenti sul territorio e delle Associazioni Ambientaliste.
Si sottolinea che il D.M. 5 settembre 1994 definisce l’elenco delle industrie insalubri di cui all’art.
216 del Testo Unico delle leggi sanitarie, in base al quale l’impianto PowerCrop rientra tra le
Industrie di Prima Classe, che debbono essere isolate nelle campagne e tenute lontano dalle
abitazioni. Tale condizione non è soddisfatta dalla localizzazione prevista dalla società proponente,
vista l’immediata adiacenza della frazione abitata di Borgo Incile (70 m.), Borgo Via Nuova (1500
m.), del Comune di Avezzano e del Comune di Luco dei Marsi.
PER TUTTE QUESTE MOTIVAZIONI UN IMPIANTO A COSÌ GRAVE IMPATTO
AMBIENTALE ED ECONOMICO NON PUÒ ESSERE AUTORIZZATO, PERDIPIÙ
SENZA IL CONSENSO DI COLORO CHE DOVRANNO CONVIVERE CON ESSO PER
IL RESTO DELLA LORO VITA.
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