Commercio e turismo nella Magnifica Terra 02-05-2012

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Commercio e turismo nella Magnifica Terra 02-05-2012
Benvenuti al
Terzo incontro di
‘BRICIOLE DI POLENTA’
Incontri sulla storia locale da gustare in
Biblioteca
2 maggio 2012
Commercio e turismo a Bormio
- Più commercio che turismo dal XIV al XVIII secolo
- Più turismo ‘partecipato’ che commercio nel XIX secolo
- Quasi esclusivamente turismo nel XX secolo
Durante il Contado di Bormio
L’importanza delle strade
L’apertura annuale delle strade ad opera dei rotteri
(stipendiati comunali) favorì il transito sul territorio
bormino
Le vie
Sulla cartina del 1768 le vie riportate erano:
-Sulla
la via
Imperiale
che le
davie:
Milano giungeva a Bormio dopo aver attraversato l’Adda a
cartina
del 1768
Tirano saliva da Sernio, Lovero, Tovo, Mazzo…. al di là del fiume da Cepina ad
Osteglio e quindi Bormio, Premadio (con ponte), Turripiano, Pedenosso, Isolaccia,
-Da
Milano
giungeva
la via eImperiale
che dopo
aver attraversato
l’Adda
a Tirano
Semogo,
Trepalle,
Livigno
da CROCETTA
(confine
del contado)
si divideva
fra
saliva
da
Sernio,
Lovero,
Tovo,
Mazzo,
per
poi
riattraversare
il
fiume
nelle
vicinanze
Zernez e Scanff . Questa via rappresentava il così detto passo delle mercanzie.
di Grosotto, seguiva per Grosio e poi ritornava sul versante opposto del fiume a
Cavalcabile
nel 1779
in 2,45
ore da Bormio
a Fraele,
Tiolo,
Bolladore,
Prese,
Morignone,
S. Antonio,
Tola. 3,15
Al di all’osteria.
là del fiume‘Carrettabile’
da Cepina ad
solo
con
carri
di
Bormio.
Con
numerose
manutenzioni
alle
scale.
Osteglio e quindi Bormio, Premadio, Turripiano, Pedenosso, Isolaccia, Semogo,
- la via dell’Umbrail
Bormio,fra
verso
Molina,
i Bagni e S. Maria Monastero (con
Trepalle,
Livigno, per da
li dividersi
Zernez
e Scanff
due ponti), cavalcabile in 3,15 ore fino all’osteria di confine
- non
segnalata
la via per
il Gavia
peri ilBagni
Veneto,
solo nel
-La
viaveniva
dell’Umbrail
da Bormio,
verso
Molina,
e S. cavalcabile
Maria Monastero
periodo estivo con 8,30 ore per giungere a Ponte di Legno
-Neppure veniva citata la via per il Gavia solo cavallabile
Sia affittavano i cavalli ad
ora e il costo cresceva con
l’accrescere del peso di carico
La via Imperiale
La via d’Umbrail
Dal baratto alla moneta
A seguito del baratto nasce già in epoca romana la moneta, ma in Bormio ancora
nel XVI secolo spesso entrambe convissero.
….. 1518/19 il canipario dispensa per
Sul quaderno dei ricevuti della sorte invernale
spese d’ inquisizione tanto lire imperiali, quanto in vino e grani
Monete carolingie S Maritno
(875 d .c.)
Monete in bronzo di S. Bartolomeo
Il valore della moneta
Una libbra d’argento
variava tra 380 g e 552 g
…..
e con essa si potevano forgiare 240 denari
12 denari costituivano 1 soldo
La circolazione di molte monete
Il quattrino della metà del Cinquecento (tre dei quali faceva 1 soldo)
Il ducatone milanese del 1599
Lo scudo di Luigi XII
Il blozzero delle Tre Leghe
Il commercio di ‘transito’ e il
commercio interno
Si commerciava passando per Bormio:
- vino dalla Valtellina verso nord, con regolamentazioni statutarie a partire dalla
fine del XIV secolo che vietavano l’acquisto sopra Tirano
- sale di Halle, dal nord verso sud
- grani da Milano sulla via imperiale
- spezie e tessuti di Venezia dal Gavia e dal passo di S. Marco sopra Morbegno
Per ospitare i passanti esistevano in paese
11 ‘ricoveri’ in via Roma già nel 1304
Esisteva, inoltre, un necessario
commercio di sussistenza interno al paese
e un’esportazione regolata di prodotti locali
(grassine, carne, panno bormino, legname,
brstiame)
I dazi imposti
Il commercio di transito prevedeva il pagamento del dazio (gabella di passaggio) a
Serravalle o ai Bagni direttamente nelle mani dei daziari comunali
Il vino
1 soma era circa 126 litri
- Il vino veniva venduto nelle osterie comunali e in numerose “bettole”.
- tutta la gestione del vino aveva norme precise e produceva libri contabili detti
“ragioni di taverna”.
- il capitolo statutario 109 riporta di come gli ufficiali di taverna non potessero stipare
in magazzino più di 9 congi di vino per carro acquistato in Valtellina con eccezione
di Teglio e non lo potevano adulterare e annacquare
I cereali di Milano
Nonostante la coltivazione di cereali fosse incentivata, Bormio non riusciva a
soddisfare la domanda interna, per cui se ne acquistava dal milanese.
I tessuti veneti e veneziani
Grosio nel XVI secolo vede l’introduzione nel vestito da sposa delle sete veneziane
e del panno battuto veneto per i cappelli introdotti da passo di S. Marco, che
certamente Bormio per vicinanza conosceva, restando comunque legato al
tradizionale e coltivabile lino e al panno locale.
Il commercio interno
Il canipario introitava per il comune:
La decima parte del raccolto (decima)
La quarta parte del bestiame ovino (quartella)
Gli alpeggi
Dalla fine del XV secolo gli alpeggi iniziarono ad essere locati non senza problemi a
pastori provenienti dal Trentino (tesini) per il pascolo delle loro pecore. La modalità
verrà interrotta con l’introduzione dell’art. 245 degli statuti del 1548.
Si affittavano, comunque, i soli pascoli eccedenti all’uso delle vicinanze pur
creando difficoltà per l’uso di acquistare e locare bestie che poi vendute o restituite
aumentavano il reddito.
L’epoca d’oro dell’allevamento è
fra il XVI e il XVII secolo.
Necessitava pagare
l’erbatico.
Il bestiame e il miele
L’eccellenza del bestiame bormino, prima del XVIII secolo, era fonte di reddito per la
popolazione che solitamente aspettava la fiera di S. Michele a Tirano per vendere i
propri capi
Bardea affermava di come dopo d’allora
il bestiame si fosse squalificato
geneticamente e di come invece fosse
ancora eccellente il miele prodotto
Le ‘grassine’ e le carni
Le ‘gride’ (poste nelle prime pagine dei verbali di consiglio) riportavano il calmiere
dei prezzi per lo smercio di grassine e carni tanto dentro che fuori paese. Gli articoli
statutari ne impedivano le adulterazioni e il cap. 250 impediva la vendita del burro
fuori dal Contado, se non a quelli della Val Venosta e dal 1548 al 1563 alle Tre
Leghe.
Gli statuti cap. 200 – 201 riguardano
le carni
Il panno di lana
L’antico capitolo statutario n. 202 stabiliva la dimensione del panno di lana da
vendersi a rotolo, le possibili misure delle pezze minori e il pagamento dovuto ai
tessitori per ogni braccio di panno prodotto.
Il cap. 203 riferisce dell’obbligatoria misurazione dei panni di lana, lino e canapa
con la cimosa, senza poterli tirare.
Per capitolo statutario 242 si doveva appaltare il pedaggio annuale della lana per
l’esportazione della stessa da Bormio che corrispondeva a 1 denaro a libbra.
L’appalto delle balle di panno verso l’Engadina era di 5 soldi per carico.
Il legname
Il commercio del legname era stabilito dagli statuti e la tutela dei boschi
rappresentava sicuramente la parte più corposa e antica degli stessi (XIV secolo)
Per la loro tutela si eleggevano due
procuratori a S. Gallo che si
servivano per la vigilanza degli zalapoteri
Per statuto:
Se una slavina cadeva su un terreno la legna restava al
proprietario del luogo
Il turismo come secondo aspetto
economico
I Bagni di Bormio (Bagni Vecchi) o Bagni di San Martino, costituivano uno
xenodoco e una delle osterie comunali del Contado di Bormio
In questa località il turismo per le sue acque termali viveva unito al commercio,
perché su una via di transito
L’articolo statutario 140 (1398) impediva di frequentare i Bagni ai maschi adulti di
lunedì e venerdì e alle donne con bimbi nei rimanenti giorni.
Sui quaderni di consiglio dove sono riportate
integralmente le locazioni dello stabile ad osti
affittuari o a salariati scelti dal Contado
A Santa Caterina si scoprì la fonte
ferruginosa nel 1680 (da Baldassarre Bellotti).
Bardea nel 1784 le definiva ‘acque forti’
Il ‘salto di qualità’ delle osterie
Sui verbali di consiglio delle sorti
Invernali 1683/84 e 1684/85 si segnala
la necessità, su richiesta dei forestieri, di
predisporre un’osteria ‘a beneficio dei
viandanti’.
La stessa doveva possedere:
- insegna all’estero,
- disponibilità di alloggio, senza esclusione
- almeno 4 posti letto
- disponibilità di pane, vino e convenienti
viveri in ogni momento dell’anno
- necessarie candele e boccali bollati
- possibilità di sboccalare anche ai paesani
Doveva essere unica con un appalto di tre anni
e assegnata ai fratelli Mazzoni, Carlo Schena e Carlo Trabucchi
L’Ottocento
Le vie di comunicazione
Nel 1810 si pensa ad treno elettrico e l’Impresa Alessi di Roma redige il progetto
che verrà accantonato
Ancora un po’ di commercio
Si è ancora indirizzati al commercio,
come dimostra il forno
Cornelliani di Premadio (1853 – 1875),
che non voleva smettere la tradizione
fusoria nata nel XIII secolo
.
Nasce l’escursionismo
Nel 1804 un cacciatore di nome Joseph Pilcher, abitante in Val Passiria, compì la
prima ascensione sull’Ortles, dando il via a numerose scalate d’intento scientifico
- topografico. Quarantasei anni dopo lo svizzero Coaz conquistò la cima Bernina
e nel 1854 lo studente bavarese Stefan Steinberger raggiunse la cima del Gran
Zebrù partendo dalla IV Cantoniera dello Stelvio
Anche il ghiacciaio dei Forni a
Santa Caterina divenne un’ambita
meta alpinistica e la sua accessibilità
favorì la nascita dell’escursionismo
femminile
Il CAI Valtellinese 1872
Luigi Torelli
Le spedizioni e il numero dei partecipanti ai “gruppi montagna” aumentarono
con costanza, tanto da incentivare la costruzione di rifugi alpini e l’istituzione
anche in Valtellina, nel 1872, della prima sede del Club Alpino Italiano sotto
la presidenza di Luigi Torelli.
‘Turismo associato’ : i Bagni Nuovi
La costruzione dell’immobile
dal 1828 al 1836
La fonte pliniana
Santa Caterina - 1834
Nel 1834 Antonio Clementi edificò l’albergo a servizio della fonte
L’acqua ferruginosa sgorgava dal terreno per essere convogliata in un legno
di larice che sporgeva dal terreno perpendicolarmente per 115 cm, sulla piana
di Magliavacca
Si commerciava in paese
Dal 1825 al 1858
Il Novecento
Santa Caterina Novecentesca
Alla montagna si chiedeva aria pura ed ossigenata per ritemprare il corpo e
risanare la mente, in cambio di lunghi e scomodi viaggi attivati su strade non
idonee.
Per aumentare questo ‘primordiale turismo’ gli
slogan pubblicizzarono,
servendosi di grandi e accattivanti manifesti
murali, le fonti ferruginose di Santa Caterina
I padiglioni
La fonte ferruginosa
In località Magliavacca
(dove ora si trova la
partenza della pista di
sci nordico), sull’uscita
dal suolo della fonte
ferruginosa si impiantò
una struttura in legno a
guglie che conteneva
l’impianto di
imbottigliamento.
L’acqua sembrava
avesse proprietà
curative contro ‘l’anemia
e l’esaurimento
nervoso’.
L’Albergo Clementi che
ospitava i villeggianti si
rinominò Tresero
Albergo Cepina - 1915
Appartenuto con probabilità alla famiglia Landebergano già nel XVII secolo, come
testimonia l’Estimo di Cepina del 1640.
Dapprima di piccole dimensioni rettangolari, ottenne nel 1915 una ricostruzione per
volontà dell’allora proprietario Giuseppe Piccagnoni, diventando da quel momento
in poi l’Albergo Cepina. La gestione del fratello Gaspare Piccagnoni riuscì a creare
all’interno dell’immobile una sala thé conosciuta dai più illustri musicisti milanesi
d’allora ,e dal 1936 anche un centro benessere per lo sfruttamento dell’acqua
Lievissima ora Levissima
I Bagni Vecchi e Nuovi
Le temperate acque termali dei Bagni Nuovi sconfiggevano l’infertilità femminile, la
gotta, i problemi asmatici e quelli epidermici.
La permanenza nei luoghi di cura era solitamente a carattere mensile,
anche se spesse volte risultava stagionale e si spingeva dal 1 giugno al
1 ottobre d’ogni anno.
Bormio nel 1927
Bormio nacque come stazione turistica estiva ai primi del ‘900 e possedeva
periodi d’alta stagione che dal primo luglio andavano al 13 settembre.
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Le strutture ricettive di maggior spiccò d’allora erano gli affittacamere che
ottennero istituzionalità dopo l’attivazione dei propri registri contabili (riportanti le
.generalità degli ospiti) nel 1927 con:
- 74 appartamenti disponibili e 261 camere
utilizzabili in case private
- 161 unità abitative si raggiunsero nel 1938
- 58 stabili nel periodo bellico compreso
fra il 1943 e il 1946
Nascita della stazione di cura nel
1927
Il Ministero dell’ Interno, con circolare 19 giugno 1926, impartì le
disposizioni ai Prefetti del Regno affinché iniziassero la procedura di
classificazione delle Stazioni di Cura presso i Comuni in possesso dei
requisiti evidenziati dal D.L. 15.04.1926.
Per accelerare la raccolta dei dati, i Comuni interessati autocertificarono
le proprie “risorse naturali speciali” avvalendosi di deliberazioni consiliari,
da inoltrare alla “Confederazione Nazionale Enti Autarchici” di Sondrio,
atta a garantire il Turismo per migliorarne i servizi, coordinarne le attività,
curarne le inserzioni a stampa e garantire ogni forma di propaganda.
Il 7 gennaio 1927 il Comune di Bormio, per ordine del proprio sindaco
Protasio Sassella, aderì a tale Confederazione con una spesa
associativa di 13 centesimi per abitante, riferiti ai dati statistici della
popolazione al primo dicembre 1921 e divenne Stazione di Cura
Il potere della pubblicità dal 1927 al
1937
La conca di Bormio iniziò così a farsi conoscere attraverso i sui depliant e si
avvalse dell’“Istituto Nazionale Luce” che, in virtù della Legge 05.11.1925,
proiettava film di propaganda turistica in tutti i cinematografi italiani ed esteri.
Il 20 giugno 1927 Bormio partecipa alla “Mostra dei
Comuni e della Stazioni di Cura” all’interno della fiera
campionaria di Padova, per illustrare le sue bellezze
naturali, le splendide condizioni climatiche e i vantaggi
sanitari legati ad un eventuale soggiorno.
Si avvalse inoltre della propaganda turistica su giornali
diversi quali: il “Popolo d’Italia”, il “Secolo – sera” e
il “Sole.
Nel 1937, alla fiera di Milano, le copie della
“guida turistica della Valtellina” distribuite sono un
migliaio.
Viaggi di studio dal 1928 al 1939
Nel 1928 l’Ente Nazionale per le Industrie Turistiche di Roma organizzò il
quinto “Viaggio di studio per medici stranieri” introducendo nel tragitto
“Milano - Viareggio” i territori del bormiese
Il 8 agosto 1938 il Liceo musicale di Siena proposte concerti al Caffè Clementi
e ai Bagni Nuovi, sponsorizzati dal comune
Nel 1939 gli studenti dell’Istituto Gonzaga di Milano pernottarono all’Hotel
Clementi, attivando durante il periodo invernale l’inizio di una lunga carrellata di
scolaresche in Bormio a prezzi vantaggiosi.
Si migliorano le strade dal 1929
Nel 1929 la percorrenza del tratto “Bormio – Colico” era tanto difficoltosa da
rendersi quasi impraticabile alle automobili, venne quindi rivolto un appello alla
Prefettura per non compromettere la stagione estiva del 1930 anche in virtù degli
sconti del 50% ottenuti dal pericoloso concorrente, l’Alto Adige
(si ricorda che 1846 il percorso in carrozza richiedeva nove ore di tempo).
Nascono pertanto nuove corse di linea fra Bormio e Tirano e nuove coincidenze
per San Moritz, il Bernina, Merano e Milano, quest’ultimo per permettere ai mariti
lontani di raggiungere la famiglia tutti i fine settimana.
Nel 1936 vennero posati gli idranti stradali per
garantire pulizia e nel 1934 nacque dall’idea
dell’ing. Bombardini la piantumazione della Strada
Nazionale, che si concludeva
alle Autolinee Perego e al giardino pubblico
antistante casa Colturi, nelle cui vicinanze
vennero posti due pompe di benzina per
garantire il rifornimento di carburante a chi vi
transitava.
Gli alberghi e la nascita dell’imposta di
soggiorno nel 1934
Il 12 maggio 1934 si identificò, con deliberazione del podestà di Bormio, la
nuova imposta dovuta al comune da ogni albergatore per il soggiorno dei
propri pensionati.
.
L’importo fu stabilito fra le 10 e le 30 £. e risultò dimezzato per il soggiorno di
- __________
____
___
_ ___
domestici o di ___
fanciulli
sotto
i dodici
anni._____________ __ ____ _ _____
_____ _____ ________ __ ___________ ________ _____ ______
__________ __ _____
_ ______ __________ _________ __ ______ ________ __ _______
____
_____ ____ _ ________
Con deliberazione consigliare n. 125 del 21.01.1938 si stabilì per le tipologie
d’albergo una casistica di prezzi diversi da un minimo di 20 a un massimo di
60 £. giornaliere per cliente.
Categorie alberghiere
Di classe B, Hotel Bagni Nuovi
Di classe C, Hotel Clementi
Di classe D, Hotel S. Lorenzo
Di classe E, Albergo Stella, Posta, Nazionale, Torre e Terminus
Di classe F, Albergo Braulio e Ristorante Alpino
Di classe G, le diverse trattorie con alloggio
Nel 1938 solo 20 alberghi erano aperti tutto l’anno
Il 30 giugno 1946 negli hotel erano disponibili 555 posti letto, oltre ai 93 delle piccole
locande: Genziana, Braulio, Milano, Pozzi, IV Cantoniera, Sertorelli e dipendenza
del Posta
Categorie alberghiere
Nacque il primo campeggio 1937
Il 24.06.1937 fu attivato un campeggio che l’Ente Promozionale per il Turismo
promosse a Rovinaccia
Gli sport estivi del 1936
Lo sport maggiormente praticato in estate era il tennis e per questo motivo
il 12.06.1936 venne richiesta al commissario prefettizio Ugo Merizzi la
derivazione dell’acqua dalla conduttura di via Roma,attraverso vicolo Picci,
alfine di rifornire il “costruendo campo da tennis”:
Altro svago era costituito dalla “pallacorda” praticato nel campo situato nei
pressi di via Mulini.
Non bisogna dimenticare, inoltre, le consuete
Passeggiate.
Le ispezioni sanitarie dal 1940
Nel 1940 ben 22 appartamenti furono esclusi dall’ottenimento
dell’autorizzazione sanitaria perché privi di servizi igienici e acqua
corrente.
Essendo Bormio un posto di cura, le ispezioni sanitarie furono d’obbligo e
rivolte ad ogni cliente che soggiornasse più di 15 giorni, per escludere i
tubercolotici
Il vantaggio per i turisti era che potevano col solo
certificato del proprio medico curante, vistato dalla
Prefettura, garantirsi una vacanza di
mesi interi nella ridente località turistica,
e nel 1942 ben 87 furono gli ospiti che
ricorsero a tale vantaggio perché affetti
da polmonite.
Cura dei fabbricati dal 1932 al 1942
Molta importanza era data dal turista a piacevoli giardini estivi e per tale
motivo, dal 1934 al 1942, l’A.E.M. sponsorizzò un concorso a premi per
allestire florealmente facciate, balconi e finestre.
Anche l’Azienda di Cura si prodigò per migliorare i giardini a carattere
permanente provvisti di muri di cinta, i cancelli, le ville, le palazzine e le
case rurali, con un altro concorso.
Ne 1940, per migliorare l’attrezzatura ricettiva, si attivò un concorso che
aveva come premio in denaro ben 5.000 £.
Il turismo incentivò il commercio
Sul censimento delle ‘macchine agrarie’ del 1937 compaiono quelle utilizzate
dalla gelateria Toldo Filitesta che producevano fra luglio e agosto quattro
quintali di gelato.
La lavorazione del latte era affidata al “Sindacato Agricoltori Gestione Alpi e
Latterie” situato in via De Simoni 10 (costituitosi nel 1930), che con due
operai e apertura dal 01.01 - 15.06 e 15.10 - 31.12, lavorava 2202 hl. di latte
di vacca per creare 65 q. di burro dolce di crema d’affioramento, 157 kg. di
formaggio magro locale e 1800 hl di siero per l’alimentazione del bestiame.
La splendida farmacia Attilio Peloni
proponeva ritrovati erboristici tratti
delle essenze di erbe alpine.
Il turismo incentivò il commercio
il turismo vuole ricordi visivi e il laboratorio fotografico Falchi, posto in via
Roma 3, con 260 giorni lavorativi all’anno e 25 kl. di carta fotografica
produceva 15.000 cartoline per la vendita.
Il turismo invernale
L’08.11.1937 si ottiene il nulla osta dal Ministero dell’Agricoltura e delle Foreste di
Sondrio per il taglio delle piante che permetteranno la costruzione della prima pista
di “discesa sciistica del Vallecetta”, voluta dalla Fisj per lo svolgimento dei
Campionati Nazionali di sci di 2°e 3°categoria da disputarsi nel 1938.
Il Dopolavoro dell’Azienda Elettrica di Milano verrà
incaricato di sistemare la pista “Vallecetta –
Campolungo – Bormio” e di costruire il trampolino
di salto per le esercitazioni
Il 30.12. 1938 Bruno Cradaro , Presidente del comitato per la costruzione della
funivia Bormio – Vallecetta, inoltrò la domanda di mutuo
L’ingegnere Lombardini propose il progetto preliminare per garantire stagioni
turistiche anche invernali.
Il comune di Bormio ringrazia per la partecipazione