Continua l`avventura di Giada Agasucci,LA
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Continua l`avventura di Giada Agasucci,LA
CONTINUA L’AVVENTURA DI GIADA AGASUCCI Il percorso di Giada all’interno del programma la vede tra i primi allievi ad accedere alla scuola, direttamente dai provini, diventa titolare di un banco già nella prima puntata. Il suo rendimento è stato sempre degno di nota, lo conferma il fatto di non aver mai avuto la maglia nera o di non essere mai stata messa in sfida e si è conquistata senza intoppi il semaforo verde di passaggio al serale. Questa è la sua descrizione ripresa dal sito ufficiale di Amici 13: – 18 anni di Pomezia, canta da quando ha 7 anni. – Vive con i suoi genitori e sua sorella. – Frequenta il quinto anno di ragioneria. Oltre al canto le piace ballare la salsa cubana. Fa la catechista ad un gruppo di bambini. Non sopporta la maleducazione, l’arroganza, l’incoerenza e l’indecisione. Le piacciono infatti le persone determinate e che “sanno tener testa”. Vorrebbe essere meno impulsiva. Pensa di non piacere a nessuno al primo impatto risultando antipatica e risoluta, anche se si definisce molto estroversa, disponibile e generosa. Si sente inadeguata in compagnia di persone più grandi di lei. Pensa che sia stata la musica a scegliere lei. “Per me la musica è libertà, perché riesco ad esprimere ciò che non riesco a d esprimere in altro modo”. Noi pometini la conosciamo bene, abbiamo avuto la gioia di sentirla cantare sul palco del nostro Pomezia free Music già 10 anni fa, quando il suo talento iniziava a farsi sentire, così come nelle edizioni successive, mentre le sue doti vocali diventavano sempre più una certezza negli anni. Prima di arrivare ad Amici, nonostante sia così giovane, Giada ha avuto già diverse soddisfazioni, partecipando a molti festival e concorsi, vincendo l’Anzio’s Got Talent e il Festival Canoro Sognando le stelle 2013. Il passaggio al serale di Amici la vede nella squadra blu capitanata dal direttore artistico Miguel Bosè, L’abbiamo vista duettare con i “grandi della musica” tra cui Kylie Minogue. Personalmente la sua esibizione che ho preferito è stata XO di Beyoncè, un pezzo che non conoscevo e che la voce di Giada mi ha fatto apprezzare più dell’originale. E oggi finalmente, decisamente in ritardo rispetto agli altri concorrenti, arriva il suo primo inedito “Da capo”. Un pezzo melodico, molto delicato, perfetto per la sua voce limpida. Le premesse ci sono tutte, il talento non manca… In bocca al Lupo LA GRANDE BELLEZZA: AD OGNUNO LA SUA… Ho guardato questo film sul divano, insieme a mio marito, senza saperne nulla, se non che aveva vinto l’Oscar e che Sorrentino non è stato il massimo nella cerimonia di ringraziamento. Insomma, giusto un paio di pettegolezzi… Non sono un esperta di cinema e non pretendo di esserlo, scrivo queste come una spettatrice qualsiasi, seduta sul divano dopo cena, perciò non vi aspettate una recensione, questa vuole essere solo una timida riflessione. La trama è solo un filo sottile, un sottofondo, quasi un pretesto del regista per poter raccontare dei momenti e mettere in scena le sue visioni. E’ come se avesse bene in mente quei due o tre passaggi importanti e poi tutto il resto fosse di contorno. Il protagonista Jep Gambardella mi ha ricordato una versione moderna di “Scrooge”, il protagonista del canto di Natale di Dickens, solo che il suo “peccato” non è l’avarizia, ma l’accidia. Osserva il mondo che lo circonda, le persone di cui si è circondato e vede il nulla, si rende conto che le loro vite sono solo un enorme contenitore vuoto, fatto di feste, botulino e pettegolezzi. Citando uno dei suoi monologhi: «Mi chiedono perché non ho più scritto un libro. Ma guarda qua attorno. Queste facce. Questa città, questa gente. Questa è la mia vita: il nulla. Flaubert voleva scrivere un romanzo sul nulla e non ci è riuscito: dovrei riuscirci io?». I primi 10 minuti mi hanno messo a dura prova, sono lo scoglio invalicabile, il punto di non ritorno; una volta superati si va avanti fino alla fine. Si parte lentamente, poi si accelera, poi si rallenta di nuovo, poi di nuovo di corsa, è un film intermittente. Anche se siamo sempre lì, a volte è come se fossimo in altri posti, è un continuo susseguirsi di situazioni sconnesse tra loro ma comunque successive nel tempo, salvo qualche flashback che lo riporta al suo unico vero amore, quello che non ha mai avuto il coraggio di vivere e ancora oggi lo tormenta. ROMA… Roma fa da sfondo a tutto il film, con il suo splendore, il particolare interno dei palazzi e la bellezza dell’antichità, la passeggiata lungotevere dove Jep si presenta al pubblico con: “Non volevo essere semplicemente un mondano, volevo diventare il re dei mondani. Io non volevo solo partecipare alla feste, io volevo avere il potere di farle fallire!” Credo che molto del valore del film sia dovuto a Luca Bigazzi, direttore della fotografia, certo, con un soggetto come Roma magari si è avvantaggiati, ma la composizione e l’interazione con certi luoghi attibuiscono un tono del tutto particolare alle parole e agli avvenimenti in essi ambientati. In alcuni spazi Roma non è solo sfondo, ma protagonista al pari degli altri personaggi che la vivono. Il tutto è sapientemente amalgamato da una colonna sonora sempre calzante e affascinante, che segue il ritmo altalenante del film accompagnando lo spettatore dentro la scena. Toni Servillo è straordinario, semplice e statuario allo stesso tempo, il suo personaggio non parla molto, ma quando lo fa è sempre molto concreto, sarebbe interessante sentirne il doppiaggio, in quanto quel suo napoletano addolcito da tanti anni vissuti a Roma e quasi sussurrato, è parte integrante del suo personaggio. La scena che più mi ha colpito è quella di una dei tanti dopo cena a casa Gambardella, dove una “donna con le palle” chiede a Jep di darle la sua opinione su se stessa e lui che si definisce un gentiluomo non vuole infierire e glissa, ma lei insiste e lui inzia con: “di fronte all’affermazione donna con le palle crollerebbe qualsiasi gentiluomo… vuoi sapere come la penso…” e inizia ad infilare le parole una dietro l’altra senza fiato e apparentemente con freddezza, le fa un quadro semplice e squallido della sua triste e vuota vita con dovizia di particolari, lo fa in un modo talmente naturale da essere sconvolgente, per lei, per gli amici ed anche per lo spettatore, secondo me solo questa scena vale l’Oscar. Ma alla fine in molti ci siamo chiesti, che cos’è questa Grande Bellezza? La bellezza di Roma? La bellezza della vita? e di quale vita? Forse è proprio questa l’idea, che per ognuno “la vita è bella” a modo suo e non esiste una sola interpretazione. La Grande Bellezza è un racconto onirico e poetico. E i sogni non sempre possono essere interpretati, la poesia per essere bella non deve per forza essere spiegata. E secondo me questo film è bello, non un capolavoro, ma è bello. E il bello ovviamente è sostanzialmente soggettivo, nel cinema come in tutte le forme di arte. Non so quali siano stati i criteri di assegnazione della statuetta, ad oggi non penso sia un film da Oscar, ma magari domani, dopo averlo rivisto, forse. In fondo si sa, le cose belle non sempre si apprezzano subito, bisogna studiarle e osservarle a lungo per coglierne tutte le sfumature. UN POSTO NEL MONDO… A POMEZIA! PARTIRÀ LUNEDÌ 10 MARZO IL PROGETTO “UN POSTO NEL MONDO… A POMEZIA!” REALIZZATO DAL COMUNE DI POMEZIA IN COLLABORAZIONE CON L’ASSOCIAZIONE FAMILIY TIME ONLUS, APPROVATO E FINANZIATO DALLA REGIONE LAZIO. Di cosa si tratta? E’ un progetto rivolto a bambini dai 7 agli 11 anni in condizioni di disagio sociale ed economico, che con la realizzazione di un spazio ludico ha come obiettivo quello promuovere l’aggregazione e prevenire atteggiamenti di asocialità in soggetti già in difficoltà. Gli spazi messi a disposizione dal Comune sono quelli del Centro Diurno Raggio di Sole, in Via B. Buozzi snc. In questo modo, l’Amministrazione offrirà un servizio utile e qualificato, utilizzando uno spazio attrezzato ed idoneo, altrimenti inutilizzato nelle ore pomeridiane. Il servizio sarà attivo infatti tutti i pomeriggi dalle 16.30 alle 19.00 (escluso il mercoledì) ed il Sabato mattina dalle 10.00 alle 12.30. Lo spazio del sabato mattina sarà dedicato al confronto con le famiglie dei bambini che accedono alla ludoteca. Cosa sarà possibile fare? Offrire uno spazio protetto, finalizzato alla crescita ed alla socializzazione. Promuovere attività finalizzate al potenziamento dell’autonomia personale e dell’autostima, e volte alla valorizzazione dei rapporti interpersonali spontanei. Promuovere iniziative finalizzate all’integrazione multiculturale. Implementare la partecipazione attiva dei ragazzi, educandoli alla libera scelta, al pensiero critico e creativo, alla responsabilizzazione sociale, alla capacità empatica. Offrire relazioni significative con adulti competenti e spazi di ascolto e di confronto, dentro e fuori la ludoteca. Con quali strumenti sarà portato avanti il progetto? Laboratori a tema per il potenziamento dell’autostima. Laboratori per la prevenzione del fenomeno del bullismo. Attività di gioco libero, o strutturato e socializzazione. Corsi di hip hop e break dance. Potenziamento cognitivo con il metodo Feuerstein. Spazio “biblioteca” per favorire la lettura, la narrazione di testi, lo scambio dei libri. Laboratori di gioco “mediato”: puzzle, costruzioni, ecc. Laboratori di bioenergetica per bambini. Attività creative e manipolative. Gli operatori che si occuperanno dei minori durante l’orario di apertura della Ludoteca saranno educatori professionali, psicologi dell’età evolutiva, applicatori del Metodo Feuerstein (dell’associazione Family Time Onlus) e istruttori delle discipline di danza (della Scuola Universo Danza di Pomezia). Il servizio sarà totalmente gratuito ed accoglierà 40 bambini, per presentare la domanda potete seguire il seguente link http://www.comune.pomezia.rm.it/flex/cm/pages/ServeBLOB.php/L/IT/IDPagina/2406 dove troverete il modulo da compilare e consegnare all’ufficio protocollo del Comune con allegata la dichiarazione ISEE 2012, entro il 05/03/2014. ROGER WATERS AD APRILIA Per chi non lo sapesse Roger Waters è uno dei fondatori dei Pink Floyd, gruppo in cui ha svolto il ruolo di bassista, cantante e compositore. Quello che forse non sapevamo è il nome di suo padre: Eric Fletcher Waters e la sua storia. Parliamo di un sottufficiale delle forze armate britanniche morto durante la seconda guerra mondiale nelle campagne apriliane. Questa scoperta si deve alle ricerche dell’inglese Harry Shindler, che è riuscito a risalire al preciso ritrovamento del punto geografico dove morirono molti del suo reparto dei Fucilieri Reali Inglesi, tra questi Eric Fletcher Waters. Shindler, con la collaborazione dell’amministrazione apriliana, ed in seguito dell’Istituto Rosselli e di altre organizzazioni, ha fortemente voluto la costruzione di un monumento simbolico in onore del padre di Waters e di tutti i caduti nel territorio di Aprilia che non trovarono sepoltura poichè i loro corpi non vennero mai ritrovati. E ieri Roger Waters è stato ad Aprilia proprio per commemorare suo padre, nel giorno esatto del 70° anniversario della sua morte in battaglia. Il culmine della cerimonia si è svolto ieri presso l’Istituto Rosselli di Aprilia, cerimonia che vi voglio raccontare con gli occhi di chi l’ha vissuta da vicino, uno dei protagonisti di questa giornata, il Maestro Pietro Deiana, che da anni dirige il coro multietnico della scuola, con una breve “intervista a caldo”. “Qualche settimana fa il Preside mi ha annunciato l’evento e mi sono subito messo a lavoro, ho passato una notte intera a documentarmi e studiarmi la biografia di Waters e i suoi pezzi.. fino a che mi sono imbattuto in questo brano bellissimo e molto toccante che non conoscevo “When the Tigers broke free”… scritta da Waters proprio sul tema della morte del padre in guerra… Non potevi scegliere un pezzo più adatto alla circostanza, come nasce l’idea del nuovo arrangiamento? “L’ho subito pensato adattissimo all’evento in questione… la struttura del brano è composta da tre strofe, coro più solista, ho dovuto trovare una soluzione al fatto che il pezzo era costruito su una voce maschile con estensione vocale straordinaria per raggiungere le tonalità più acute, quindi il lampo di genio di far provare la parte solista ad una ex allieva del Coro Rosselli che ora studia al Conservatorio… Luisiana De Marco” Come si è svolta la giornata? “L’inaugurazione della stele commemorativa si è svolta fuori dall’auditorium, nello spazio antistante l’ingresso del Rosselli ed è stato un momento ricco di segni… l’esecuzione del Silenzio in onore dei militari caduti, la mano di Waters sulla stele, le preghiere e la benedizione di don Lorenzo… Il monumento è stato scoperto, sono state deposte corone delle ambasciate inglesi, canadesi e italiani” Come ha reagito Waters alla vostra performance? “Alla fine della nostra performance, Waters è schizzato in piedi, commosso e al tempo stesso felice, ringraziando ed applaudendo lungamente, l’emozione è stata davvero immensa… Addirittura durante la successiva conferenza stampa ha voluto rivolgere un sorprendente, ulteriore specifico ringraziamento…” Cosa ti rimane di questa esperienza? “Al di là della mia soddisfazione che è cosa di poco conto, quella che a mio avviso è la cosa più importante, è il valore della memoria di quanto avvenuto… siamo abituati a dare per scontate certe cose… sapere, studiare e ricordare, che per la nostra libertà si sono immolate decine di migliaia di vite di giovani soldati è una cosa dalla quale non possiamo prescindere… la stele all’interno della Scuola ricorderà a tutti gli studenti e alle loro famiglie che dobbiamo essere grati a quanti sacrificarono la propria vita per salvare quella del nostro popolo… non dobbiamo dimenticarlo mai… e lavorare affinchè non venga dimenticato mai…” POMEZIA SU FACEBOOK Facebook è un mare di persone che si ritrovano, si incontrano e si scontrano, è un mare di notizie e informazioni ed è utile saper nuotare all’interno del social per non fare “brutti” incontri, o non incappare in “cattive” notizie. Questa è solo una breve premessa che meriterebbe una tesi di laurea in scienze della comunicazione per essere sviluppata, quindi oggi, mi soffermerò sull’effetto Social nella nostra città. Facebook raggiunge una popolazione estremamente eterogenea in termini di età, e le informazioni possono arrivare a tutti, ognuno secondo le sue esigenze o preferenze. Prima fra tutte la pagina ufficiale del nostro comune https://www.facebook.com/pomezia dove vengono riportate tutte le news che vengono inserite nel sito ufficiale de Comune. Ma troviamo anche tante altre pagine di informazione cittadina (tra cui ovviamente anche la nostra), legate ai nostri giornali locali, alle nostre associazioni territoriali, o comitati di quartiere, tante pagine o profili di esercenti che attraverso facebook ci fanno conoscere prodotti e offerte, o anche gruppi di confronto tra mamme, gruppi di scambio e compravendita di usato. Un piccolo comune virtuale dove ci si confronta commentando una notizia o un evento, o chiedendo consigli su dove andare a comprare qualcosa, dove andare a cena e tanto altro, tutto all’interno del nostro territorio, privilegiando le risorse che ci sono nel nostro comune senza dover per forza varcarne i confini. Insomma , basta condividere un link per passare le informazioni che più riteniamo interessanti ai nostri amici e tutto diventa un tam tam che rimbalza da un profilo all’altro. Così scopri che è stata emessa quella determinata delibera, o che è in preparazione un evento organizzato da qualche associazione, o che c’è un offerta speciale in quel negozio, il tutto solo accedendo alla tua homepage di FB. Pomezia anni 50 Ultimamente è nata anche una divertente pagina “Il cameriere della città” che riporta la descrizione “Notizie autenticamente false”, pagina dedicata alla satira locale e non, dal commento sarcastico e pungente, che ci trasmette con occhio irriverente i fatti quotidiani. L’ironia dei toni è come sempre in questi casi dolce amara, ed ha come intento quello di provocare una risata nel lettore commentando le notizie “vere” da un punto di vista più ironico e leggero. Ma veniamo al fenomeno del momento, che è quello che mi ha dato l’ispirazione per scrivere queste due righe che è il gruppo “Sei di Pomezia se…”, ideato da due nostri concittadini, che in pochissimi giorni ha superato i 2000 iscritti… Esempio perfetto di cosa è un social… in questo gruppo si sono ritrovate diverse generazioni di Pometini ed ognuno sta portando un pezzettino della sua storia, un ricordo, una foto, ognuno secondo la sua età e la sua esperienza personale. Post dopo post ci si rende conto che alla fine è vero che a Pomezia ci conosciamo un po’ tutti. Quello che ne sta venendo fuori è un puzzle di ricordi, tanti piccoli pezzi , che messi insieme fanno la storia della nostra città… ed è bello vedere che nonostante tutto, forse ci sentiamo Pometini veramente.