03 03 16 Pomezia Casa gratis, guai per il superconsulente

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03 03 16 Pomezia Casa gratis, guai per il superconsulente
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CRONACHE
n. 350 - dal 3 al 9 marzo 2016
POMEZIA L’avvocato Pascone condannato a pagare 200 mila euro di affitti mai versati per la casa di Roma in cui ha abitato
Casa ‘gratis’, guai per il superconsulente
E
nnesima condanna per Pascone.
Questa volta i guai per il "superconsulente", come è noto alle cronache
il funzionario del Comune di Pomezia, non
arrivano però da accuse di evasione fiscale
milionaria, che lo scorso anno gli sono costate una condanna a due anni e mezzo di
reclusione da parte del Tribunale di Latina,
né da quelle di danno erariale relativo ai
tanti incarichi assunti contemporaneamente presso enti pubblici, per cui la Corte dei
Conti del Lazio gli ha imposto di risarcire
2,6 milioni di euro. I problemi per l’avvocato Giovanni Pascone in questo caso riguardano la pigione di casa. E per non aver pagato i canoni all’Inps il legale è stato condannato in via definitiva a versare 206.667
euro all’Istituto previdenziale e a liberare
l’appartamento nella centralissima via dei
Prefetti, a Roma, che aveva avuto in locazione.
Pascone è balzato agli onori della cronaca nazionale dopo aver collezionato nell’arco di dieci anni, tra il 1999 e il 2009, 62 incarichi da parte della pubblica amministrazione, alcuni anche dai Comuni di Latina e
Aprilia. Il funzionario dell’ente pometino,
ex giudice del Tar, è stato direttore della
Siae, dirigente dell’Agenzia spaziale italiana, dell’acquedotto pugliese, consigliere di
governo e molto altro ancora. Consulenze e
posti di potere che lo hanno portato però ad
avere anche grane sia dai magistrati contabili che dalla Procura di Latina. Ora spunta
pure la vicenda degli affitti.
GIOVANNI PASCONE
È stato anche dirigente all’Avvocatura del
Comune di Pomezia
L’avvocato, il 28 giugno 1999, aveva siglato un contratto di locazione ad uso abitativo di un immobile di proprietà dell’Inpdai,
l’Istituto previdenziale dei dirigenti d’azienda, poi assorbito dall’Inps. Un appartamento a Roma, in via dei Prefetti, tra via della
Scrofa e via del Corso. Quando l’Istituto
previdenziale, rappresentato dalla Romeo
Gestioni spa, società che si occupa del patrimonio immobiliare di diversi enti, ha notato che mancavano i pagamenti di diversi
canoni, ha fatto causa a Pascone. E il 3 novembre 2011 il Tribunale di Roma, accogliendo il ricorso, ha dichiarato risolto per
inadempimento il contratto di locazione
dell’immobile, condannando il legale a lasciarlo immediatamente libero e a pagare
gli oltre 200mila euro, oltre a canoni e oneri
accessori, maturati e maturandi fino all’effettivo rilascio. Una sentenza confermata
nel 2012 dalla Corte d’Appello di Roma e
ora dalla Cassazione.
Inutile il tentativo di Pascone di sostenere che Inps e Romeo non avevano “alcuna
attinenza, diretta o indiretta, con il contratto di locazione stipulato e mai modificato
tra” lui e “l’Inpdai”. E vana anche la mossa
di sostenere che i canoni precedenti il 1
marzo 2009 fossero prescritti. Il ricorso è
stato dichiarato dalla Suprema Corte inammissibile e per il funzionario di Pomezia
“salasso” e niente casa nella Capitale.
Clemente Pistilli
POMEZIA Problemi nel settore urbanistica: uffici comunali affannati e con poco personale, l’appello di geometri e architetti
Pratiche bloccate e le case non si possono vendere
G
eometri e architetti puntano il dito
contro le lungaggini dell'ufficio condono del Comune di Pomezia che
sta bloccando la vendita di centinaia di immobili. Sono esasperati anche dalla carenza
di personale che spesso nei giorni di ricevimento al pubblico è assente allo sportello
perché dirottato altrove. Così i professionisti aderenti all'Alpro (Associazione liberi
professionisti di Pomezia) hanno chiesto al
Sindaco, Fabio Fucci, di rendere più efficiente l'ufficio. «I nostri clienti non possono
stipulare contratti di compravendita perché
manca l'agibilità dell'edificio - si legge sulla
lettera firmata dal presidente Lionello Lupi
- o perché le pratiche di condono edilizio
sono ferme da anni. Il permanere della crisi
economica ed il suo espandersi a tutti gli
strati sociali e, non ultimo, la perdita del lavoro sempre più diffusa, ha indotto molti
proprietari di abitazioni a tentare di alienare il proprio bene, per far fronte alla ormai
conclamata impossibilità di pagare i mutui,
le tasse comunali, o a cercare di rifinanziare
mutui già erogati. Molti tecnici - prosegue
Lupi - hanno presentato all'ufficio Urbanistica domande di condono edilizio, integrazioni e pagamenti per conto di clienti che
hanno estrema necessità di completare
l'iter per il ritiro di permessi di costruire in
sanatoria, e agibilità». Secondo l'Alpro le
pratiche in giacenza sono «centinaia e centinaia - si legge ancora - questa giacenza è
responsabilità oggettiva di tutte le amministrazioni che si sono succedute negli ultimi
30 anni, ma, a sentire ciò che viene pubblicizzato dalla sua amministrazione, sembrerebbe invece che finalmente queste prati-
che vengano ora rilasciate con estrema
semplicità e velocità mentre invece non ci
risulta che ciò corrisponda al vero. Emerge,
innvece che, anche durante i giorni di apertura la pubblico, non si riesca a parlare con
i tecnici perché spesso impegnati in altre attività, oppure, se si riesce colloquiare, ci si
sente rispondere che, per esaminare la pratica, c’è bisogno ancora di mesi e mesi. Risulta anche che diverse pratiche, già completate ed integrate da quasi 2 anni, non siano ancora state esaminate e noi purtroppo
non sappiamo cosa rispondere ai cittadini
ed ai clienti». Il presidente Lupi chiede infine «di pubblicare il numero dei permessi a
costruire in sanatoria (differenziati tra quelli a destinazione abitativa e non) rilasciati
nel 2014 e nel 2015 (risulterebbe, dal sito
istituzionale, che quelli del 2016 ammontino
a solo 5)» e sollecita il Sindaco «a prendere
urgenti provvedimenti - conclude - per rendere efficiente il settore».
Secca la replica di Fucci. «L'elevato numero di richieste inevase - dice - viene dal
passato. Abbiamo ricostituito l'ufficio, ma
le istanze di condono arretrate hanno necessità di tempo e verifiche prima di essere
accolte».
Moira Di Mario