Voglio scriverti dentro una poesia

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Voglio scriverti dentro una poesia
Bologna più che una città … è una famiglia!
Voglio scriverti dentro una poesia
Di Gianluca Nadalini
Voglio scriverti dentro una poesia, te la scrivo leggera, semplice, sul colore del sangue che
abbiamo perso sopra le colline del nostro arrivederci, te la scrivo a occhi aperti, cosicché, nei graffi
fermati tra i battiti del cuore, germoglino morbidi e durevoli sorrisi, vorrei sapere dove la sera
decide il posto delle stelle per la notte, quale seggiola crepiterà nei tuoi sogni, quante
metamorfosi hanno poi capacità di riconoscersi, vorrei profumare di scriverti dentro una poesia
leale, come fosse una menzogna degna di appendersi sull’albero più strano, una mano lenta sulle
anime ingiallite attorno ai bordi di ogni pensiero, che mi ricordo di te come se tu mi avessi avuto
adesso o mai, che c’erano giovani sui treni della vita, sortilegi di fate che vendevano bacchette
magiche e croissant al burro, una poesia che somigli al paese di Gordes e ai campi immensi di
lavanda, qualcosa per cui ti aggiusterai di me, che ne so … Una poesia per legarti i capelli, una
poesia per lavarti le mani, per i piedi, insomma … Per quello che abbiamo cercato.
Vorrei scriverti dentro una poesia … Come quando i gatti dormono in cortile.
Bologna più che una città … è una famiglia!
Se vuoi vengo a cercarti
Di Gianluca Nadalini
Se vuoi vengo a cercarti, magari un giorno che sei in silenzio, mi metto al posto del tuo dolore e
facciamo una torta solo per noi, non sono bravo a dosare la farina, però se vuoi, dico un giorno che
sei in silenzio, vengo e disegno sul tagliere una faccia che ride con una riga all’insù…Se vuoi
facciamo finta di essere felici, esagerando, anche sposati da due ore, magari il vino lo porto io,
porto tutto quello che non si può dimenticare, una favola, un pretesto, una barca di carta da “
scivolarci” sull’acqua, se vuoi ti parlo di qualcosa di nuovo, invento una storia dove noi siamo
qualcuno, niente ipocrisie, solo città reali e buste della spesa, un inverno, un’estate, una foglia
raccolta per caso prima di suonare il tuo campanello, prima di specchiarmi un’ultima volta sul
vetro della macchina, vanità del primo bacio, del primo appuntamento, del “ rosso di sera bel
tempo si spera”….Ironia che sposta paura, dico che se vuoi, se vuoi guardiamo il giorno diventare
notte, una poesia che lenta cuoce nel forno, dico la torta di prima, anzi no la poesia, non lo so, ma
se vuoi vengo a cercarti senza fretta, con la solidità di “chi cerca trova”, con la saggezza nelle mani
e la voglia di imparare a trovarti un po’ di felicità, di perfette cotture all’interno, che si taglia bene
e il coltello non si attacca…Ma solo se vuoi, dico che se riusciamo a trovarci proveremo a cercare
un piatto piano per due, per noi, come il profumo che sentivamo da bambini, una torta sul tavolo
della cucina, dico….Dico che se vuoi io parto anche ieri, arrivo prima che ancora è oggi, magari
porto un tovagliolo per asciugarti le lacrime, e lo zucchero a velo per decorare le tue labbra.
Se vuoi vengo a cercarti….. In un giorno di festa o feriale non importa, un giorno che hai silenzio
nello stomaco, un giorno che se vuoi…Facciamo anche una torta e disegno una riga all’insù.