Giornale online 2016 pag 4

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Giornale online 2016 pag 4
In fuga dalle guerre,
centinaia di migliaia di migranti verso l’Europa
ROMA - L’arrivo di migliaia di migranti in Europa è uno dei principali
problemi che deve affrontare oggi l’Ue e coincide con il più grande
problema umanitario dell’Africa e del Medio Oriente: le terribili guerre
civili in corso in paesi come Libia e Siria costringono centinaia di
migliaia di persone alla fuga. A questo si aggiunge il problema degli
scafisti, che portano clandestinamente i migranti in Italia e Grecia
facendosi pagare molto per un viaggio su barconi sovraffollati in
condizioni disumane. Si è ipotizzato che tra questi migranti si potessero
nascondere dei terroristi pronti a “evadere” dai centri di accoglienza per
compiere attentati terroristici in Europa. Un terzo problema è quello
dell’accoglienza: ormai a Lampedusa e in tutta Italia non si sa più in
quali strutture dare ospitalità a queste persone e molti paesi anche per
questo motivo stanno chiudendo le frontiere. Gli aiuti dell’Europa sono
molto pochi e l’Italia non sa più come uscire da questa emergenza che,
nonostante numerose manifestazioni di solidarietà da parte dei cittadini
di Lampedusa e di altre città d’Italia, si fatica a gestire per mancanza di
fondi e di spazio nei ricoveri. Ma perché i migranti fuggono dai loro
paesi? “La paura dei migranti è la stessa che abbiamo noi in Europa e si
chiama Isis: i jihadisti devastano le zone che non sono estremiste e i
migranti che arrivano nei nostri paesi sono semplicemente scappati
prima che il Califfato li uccidesse”, afferma Antonio, studente della
scuola madia Luigi Settembrini. “Secondo me – osserva Flavia, un’altra
studentessa - i migranti arrivano in Italia perché nei loro paesi di origine
c’è la guerra e le condizioni di lavoro e le retribuzioni sono disumane e
basse, pensano che in Italia ci sia lavoro, ma in realtà non c’è nemmeno
per gli italiani”.
Antonio Lepri
Un calcio al Razzismo.
La bella storia della Liberi Nantes
ROMA - Roma da un calcio al razzismo. Da 2007
nel Quartiere Pietralata esiste una squadra di
calcio, la Liberi Nantes, composta da rifugiati
originari per lo più di paesi dell’Africa come
Gambia, Mali, Togo, Costa d'Avorio, Somalia,
Nigeria e Senegal. In passato nelle sue fila hanno
giocato anche richiedenti asilo provenienti
dall'Afghanistan e dall'Iran. Sono tutte vittime di
migrazione forzata. In Italia, hanno trovato asilo e
la squadra di calcio Liberi Nantes Pietralata dove
giocare.
La squadra è composta da circa una trentina di
rifugiati e dal 2008 disputa il campionato di terza
categoria regionale della Figc. Ma nel campo di
Pietralata possono allenarsi tutti gli ospiti dei
centri di accoglienza di Roma e possono
partecipare anche gli abitanti del quartiere. La
prima vera partita ufficiale in casa la Liberi Nantes
l’ha potuta giocare nel 2010. Si è dovuto aspettare
molto tempo prima di un incontro ufficiale in casa
perchè il campo della squadra era ridotto
veramente male ed è stato completamente
rinnovato.
La maggior parte dei rifugiati non conosceva
l’Italiano, ragion per cui l’Associazione Liberi
Nantes ha creato anche una scuola di italiano,
proprio nel circolo in cui si trova il campo. I colori
della bandiera della squadra sono quelli delle
Nazioni Unite.
Giancarlo Acquaviva e Manfredi Fosso
GiornalistiinErbaal
lavoronel
laboratoriodi
informatica.
Il sacrificio per la verità. Ricordiamo il giornalista Peppino Impastato
ROMA - Il 9 maggio a Cinisi, vicino a Palermo, è stata ricordata la figura di Peppino Impastato, giornalista e attivista contro la mafia.
Nato in una famiglia mafiosa, Giuseppe – detto Peppino – si era da sempre ribellato alle regole delle cosche e il 9 maggio 1978 è stato
ucciso su ordine del boss mafioso Tano Badalmenti, condannato poi all’ergastolo per l’omicidio.
Per ricordare Impastato il 9 maggio sono giunti a Cinisi 300 studenti che hanno partecipato al progetto con fini di educazione alla legalità
“Sulle orme dei veri eroi”. I ragazzi hanno preso parte a un corteo e ad alcune attività che approfondivano argomenti collegati alla
criminalità organizzata. Ancora oggi i giornalisti che denunciano la mafia sono minacciati e lo Stato mette in campo molti sforzi per
proteggere quelli divenuti obiettivi della malavita per via delle loro costanti denunce.
In occasione dell’anniversario della morte, il fratello di Impastato, Giovanni, ha chiesto che il casolare in cui è stato ucciso il fratello
venga finalmente riconsegnato alla collettività. “Dobbiamo salvare il casolare da ogni speculazione”, ha detto.
Dal balcone di Casa Memoria a Cinisi è stato esposto uno striscione con su scritto a caratteri cubitali “Verità per Giulio Regeni”, in
memoria del giovane universitario, ma anche attivista umanitario, torturato e massacrato a gennaio 2016 in Egitto. Impastato e Regeni,
sono accomunati dalla negata libertà di stampa o pensiero, che li ha condannati a pagare con la vita.
Gabriele Severino