Olympus E3 – Il formato 4/3 si rinnova!

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Olympus E3 – Il formato 4/3 si rinnova!
Olympus E3 – Il formato 4/3 si rinnova!
Testo e foto di Pino Caprio
Olympus è un marchio fotografico che ha scritto pagine importanti della storia di questo settore,
introducendo per prima importanti innovazioni poi adottate da altri costruttori; anche nella
transizione al digitale Olympus non ha voluto essere da meno. Interrotta prematuramente la
rimpianta serie OM, il sistema digitale Olympus fu inaugurato nel 2003 con la E1, eccellente
macchina purtroppo penalizzata dall’avere “solo” 5 Mpx e dalla impossibilità di utilizzare le ottiche
già esistenti in commercio, avendo optato coraggiosamente per un formato completamente nuovo e
studiato appositamente per il digitale; tale formato, denominato 4/3 come il rapporto tra i lati del
sensore, prevede un fattore di correzione della focale dell’ottica di 2x.
Il sistema digitale Olympus portava significative innovazioni: il sensore era dotato di un sistema di
pulizia automatico mediante oscillazione dello stesso, gli obiettivi erano progettati con schemi ottici
telecentrici per mantenere i raggi il più possibile perpendicolari al piano del sensore, il SW in
dotazione permetteva la correzione totale della distorsione e vignettatura, peraltro già minime nel
sistema ottico. Queste innovazioni sono oggi state adottate praticamente da tutti i produttori, segno
che ancora una volta Olympus aveva visto giusto; ma ancora non bastava. Dopo un periodo di
limbo, che ha visto l’uscita di prodotti di fascia medio-bassa, con la solita (anche se validissima) E1
a lottare contro i 6, poi 8, poi 10 Mpx della concorrenza, un altro colpo di genio: la E330
introduceva la funzionalità Live view, ovvero la possibilità, fino ad allora impossibile per una
reflex, di comporre l’immagine anche guardano il display posteriore e non solo dal pentaprisma,
alla stregua delle compatte. La E330 segna un punto di svolta, le vendite cominciano ad aumentare,
molti amatori riscoprono il marchio, si accorgono della eccellenza degli obiettivi; tuttavia mancava
ancora qualcosa. Il sensore 4/3, per via delle piccole dimensioni, è ancora troppo rumoroso per
competere con la concorrenza, oltre 400 iso compare la tanto temuta (in verità fin troppo e ben oltre
il necessario, se pensiamo a quanto avevamo con la pellicola) grana digitale.
L’introduzione della Olympus 510IS, con l’innovazione dello stabilizzatore di immagine sul
sensore ed un livello di rumore finalmente più che accettabile, porta immediatamente su il marchio;
ora le reflex digitali Olympus hanno tutto quanto si può desiderare: 10 Mpx di risoluzione,
stabilizzatore sul sensore che quindi stabilizza tutti gli obiettivi montati, sistema di eliminazione
della polvere, live view, rumore molto basso almeno fino a 800 iso.
La ciliegina sulla torta è, finalmente, la nuova reflex professionale, targata E3, a significare il
grande miglioramento rispetto alla E1 tanto da saltare un numero della serie. Sono passati solo 4
anni, ma nell’era digitale sembra un secolo.
Test della Olympus E3 a cura di Pino Caprio
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La E3 messami a disposizione ha matricola D70501226, e firmware 1.0; Il costo al pubblico è di
euro 1.749 solo corpo, allineato a quello della Nikon D300 e poco superiore a quello della Sony
Alpha700, con le quali condivide le caratteristiche professionali. Segnalo che fino al 31-12-2007
registrando la fotocamera si ha diritto al portabatteria aggiuntivo in omaggio, che ha un costo di
circa 250 euro, quindi conviene approfittarne se si intende acquistarla.
L’imballo si presenta spartano, la riduzione dei costi si vede anche da qui oltre che dalla
fabbricazione in Cina, ma questa prassi è oramai comune a tutti i marchi fotografici (e non solo…),
escluso in parte Leica. La dotazione è la solita, batteria, caricabatteria, tracolla, cavo USB e video,
manuale di istruzioni e SW Olympus Master 2, più la versione demo di Olympus Studio,
quest’ultimo eccellente ma a pagamento.
Le caratteristiche di targa della E3 sono di tutto rispetto: 10 Mpx, nuovo processore di immagine
rispetto alla 510IS (responsabile delle superiori prestazioni riscontrate), stabilizzatore di immagine
dichiarato in grado di compensare fino a 5 stop, sistema di pulizia automatica del sensore, otturatore
garantito per 150.000 scatti, live view, nuovo mirino a pentaprisma con visione 100% e
ingrandimento 1,15x, doppio slot di memoria per schede CF e XD, display posteriore da 2.5’’
orientabile a piacimento (attualmente è l’unica reflex digitale professionale a permetterlo),
autofocus migliorato tanto da essere ritenuto da Olympus allo stato il più veloce del mondo con
ottica 12-60/2.8-4. La macchina è completamente tropicalizzata.
Il nuovo modulo AF consta di 11 punti tutti a croce, con rilevazione biassiale, e rilevamento su 49
aree; è possibile ridurre il numero di punti di fuoco a piacimento, nonché selezionare gruppi di
sensori attivi. Sinceramente non dubito dei test di Olympus, l’autofocus è certamente molto
migliorato e velocissimo, ma ad occhio non saprei dire se sia più veloce di Canon e Nikon; oramai
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la velocità è tale per cui su tale punto i diversi marchi sono molto simili, utilizzando ottiche con
motore interno. In ogni caso con il nuovissimo 12-60/2.8-4 l’AF è davvero una scheggia.
E’ possibile scattare in RAW, JPEG in varie compressioni e RAW+JPEG; il formato JPEG può
essere impostato con bassissima compressione (modalità SQ) con un peso medio del file di circa 6.5
Mb. Con questi ingombri non vedo alcuna remora a scattare in RAW.
Il corpo macchina si presenta con una estetica non molto attraente, anche se personalmente non mi
dispiace; le linee e le forme sono tese e spigolose, non molto allineate alle rotondità che vanno di
moda oggi. La costruzione è robusta (ed il peso lo testimonia), il corpo macchina è tropicalizzato
(ovviamente per un uso sotto la pioggia vanno utilizzati obiettivi water proof n.d.r.); il display
posteriore, di ottima fattura, è orientabile in tutte le direzioni. La risoluzione è buona ma non a
livello degli ultimi schermi da 3’’ visti in casa Sony e Nikon.
La batteria è la stessa della E1 e questo non può che far piacere; l’autonomia migliora quella già
ottima della E1, ovviamente con stabilizzatore disattivato, e si raggiungono con facilità i 1.000
scatti con un uso moderato del monitor. Con lo stabilizzatore attivato permanentemente (ancora di
più con ottiche stabilizzate quali le Panasonic/Leica) l’autonomia grosso modo dimezza, ma questo
succede anche alla concorrenza. Il battery grip, al momento del test non ancora disponibile,
dovrebbe risolvere ogni problema. Lo stabilizzatore funziona certamente meglio di quello della
510IS, e il traguardo dei 4 stop è certamente raggiunto, almeno in grandangolare (contro i 2-3 della
510IS); il peso del corpo macchina contribuisce anch’esso alla fermezza dei fotogrammi.
Il mirino è tra i migliori mai provati, confortevole, luminoso ma soprattutto molto contrastato,
permette con facilità la messa a fuoco manuale; in modalità live view è possibile ingrandire fino a
10x la visione per una messa a fuoco di estrema precisione; l’oculare è provvisto di correzione
diottrica e chiusura per evitare luce parassita in posa B. Tutti i tasti di uso frequente sono disponibili
sul corpo macchina, e questo è un bene, in quanto si accede poco al menù che non è il piatto forte di
questa fotocamera, presentendosi poco intuitivo e con qualche traduzione approssimativa.
L’otturatore, con tempi da 60s a 1/8000s con sincro-flash a 1/250, è garantito per 150.000 scatti,
valore sicuramente in linea per un uso professionale dello strumento; il rumore dello scatto è un po’
sordo, non piacevole come la Nikon D200, non metallico come Canon, in ogni caso si sente ma è
sufficientemente discreto.
Il flash incorporato è ottimo, si alza molto riducendo l’insorgenza degli occhi rossi, può essere
programmato a piacere e può anche pilotare in TTL senza fili i nuovi flash esterni Olympus FL36R
e FL50R, al momento del test non ancora disponibili; ad ogni modo i risultati del flash interno sono
eccellenti, così come quelli utilizzando flash esterni montati sopra la slitta; del resto l’esposizione
flash TTL è stato sempre un vanto di Olympus.
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Il test si è svolto sia scattando in JPEG, minima compressione, che RAW, con tutti i settaggi a zero,
quindi con le impostazioni di fabbrica; da notare che, nonostante in RAW la riduzione del rumore
non abbia effetto, i file a 1600 e 3200 iso sono meno rumorosi dei JPEG, dove pure vi è una
riduzione del rumore effettuata dal SW della macchina. In particolare fino a 800 iso il rumore può
ritenersi virtualmente assente; comincia a vedersi a 1600 iso (ma occorre ingrandire davvero tanto),
per diventare evidente a 3200 iso, sensibilità peraltro davvero elevata.
La sensibilità impostabile, come detto, va da 100 a 3200 iso impostabile a passi di 1/3 stop, ma
salendo oltre i 1600 l’indicatore lampeggia, segnalando l’utilizzo di una sensibilità ritenuta
qualitativamente non conforme allo standard Olympus.
Nell’uso sorprende la velocità e precisione dell’autofocus, che permette di focheggiare quasi al
buio, andando in difficoltà ben oltre marchi più diffusi; ovviamente è meglio usare, in caso di luce
scarsa, obiettivi luminosi che aiutano i sensori AF. Una prestazione eccellente, che diventa di
vertice con le nuove ottiche con motore interno, tipo il 12.60 testato che spunta tempi di
focheggiatura da record.
Nella visione delle immagini non si può non apprezzare il perfetto bilanciamento dei colori, anche
in situazioni molto sfavorevoli e complesse da gestire in automatismo (Olympus 11-22/2.8-3.5 a
tutta apertura, 100 Iso) , come il tramonto della foto che segue:
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Questa caratteristica, unita all’ottimo bilanciamento del bianco già presente nella E1, pone le
Olympus mediamente un gradino sopra la concorrenza. Anche sul piano della velocità di scatto c’è
ben poco da lamentarsi, 5 ft/s sono una prestazione assolutamente soddisfacente per la quasi totalità
degli usi.
Sul piano della nitidezza, già eccellente con la 510IS, siamo a livelli assoluti per una 10 Mpx, anche
grazie alla grande qualità delle ottiche; sugli obiettivi occorre spendere qualche parola aggiuntiva:
in considerazione della luminosità, mediamente di un diaframma maggiore della concorrenza,
sembrano avere una marcia in più, la massima apertura non pone alcun imbarazzo qualitativo, e per
di più vignettatura e distorsione sono davvero minime.
La progettazione telecentrica, appositamente realizzata per i sensori digitali fa la differenza, non
esistono al mondo altre ottiche che a F2 sono in grado di simili prestazioni a questi costi e pesi
(molto inferiori alla concorrenza), che aumentano minimamente chiudendo il diaframma.
Nella foto che segue si noti la estrema nitidezza, nel particolare croppato (Olympus 150 F2
diaframmato a F2.8, 800 iso), per giunta ad una sensibilità già elevata; il nuovo processore fa
davvero bene il suo dovere, fino a 800 iso non è dato di vedere alcuna riduzione di risolvenza.
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L’unico vero problema riscontrato, in un quadro altrimenti idilliaco, è stato il manifestarsi del
fenomeno di banding, ovvero di strisce orizzontali nell’immagine scattando in JPEG; tale fenomeno
è ben visibile a 3200 iso nel caso di sfondi uniformi, e qualche traccia resta anche a 1600 iso.
Nel crop riportato di fianco le linee orizzontali sono state
cerchiate in rosso. Credo che il tutto dipenda esclusivamente
dal firmware non ancora definitivo, e sono certo che a breve
vedremo un aggiornamento in grado di risolvere il problema.
Un fenomeno simile è stato riscontrato in passato nei primi
esemplari della Nikon D200, anche questo risolto grazie ad un
aggiornamento del SW interno alla macchina. Vi è da dire che
scattando in RAW il fenomeno non si è manifestato, per cui
consiglio, nel caso si voglia provare l’ebbrezza dei 3200 iso,
di utilizzare il formato RAW (cosa in realtà sempre
consigliabile). Stranamente, ed è la prima volta che mi
succede in una digitale, i RAW sembrano meno rumorosi dei
Jpeg, normalmente è il contrario.
Per il resto la E3 rappresenta un bel salto di qualità rispetto alla E1, che lancia il corredo Olympus
finalmente anche nel settore professionale. Un plauso particolare agli obiettivi, di qualità altissima,
di luminosità inconsueta e di costo ragionevole.
La costruzione ottica telecentrica permette una resa a tutta apertura (che in molti casi, anche zoom,
significa F2!) eccelsa, rende ininfluenti distorsione e vignettatura, e fornisce una grande plasticità di
immagine, contraddicendo le teorie che vogliono questo parametro appannaggio dei sensori di
grande formato.
Chi ha un corredo da ereditare potrebbe trovare conveniente restare in famiglia, per tutti gli altri
Olympus sarà una piacevolissima sorpresa, e farà risparmiare soldi e pesi; tanto per fare un
confronto, l’Olympus 150/2, che equivale ad un 300 F2, pesa e costa la metà rispetto ai Canon e
Nikon 300/2.8, pur essendo più luminoso di un diaframma! Lo stesso vale per il 50/2 macro, per
l’11-22/2.8-3.5, per il 14-50/2.8-3.5, per il 50-200/2.8-3.5 ecc.
Personalmente credo che da sole le ottiche valgano il corredo, e finalmente tali gioielli hanno un
corpo macchina che non teme confronti con nessuno.
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Voto finale 9/10
Pro:
•
Mirino ampio e confortevole
•
Rumore molto basso nonostante il taglio ridotto del sensore
•
sistema di pulizia automatica del sensore
•
live view
•
Autofocus velocissimo
•
Costruzione robusta
•
Tropicalizzazione
•
Durata della batteria
•
Stabilizzatore di immagine
•
Bilanciamento del bianco in luce artificiale
•
Monitor orientabile
•
Doppio slot per schede CF e XD
•
Ottiche di alta qualità
Contro:
•
Estetica poco accattivante
•
Rumore forte a 3200 iso
•
Costo elevato in assoluto (ma adeguato alle prestazioni)
•
Menù poco intuitivi
•
Tracce di banding a 1600 e 3200 iso in JPEG
Pino Caprio, 15 dicembre 2007
N.B. Le fotografie della Olympus E3 sono tratte dal sito www.olympus.it.
Si ringrazia Ottica De Cesare, Galleria Umberto I n. 12 – 80132 Napoli, per aver messo a
disposizione la Olympus E3 e relative ottiche per il presente test.
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