studiare criolo in italia

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studiare criolo in italia
Adattamento della
“Gramática do Crioulo Guineense”
realizzata da L. Scantamburlo
Dr.ssa Daniela Gelso
STUDIARE CRIOLO IN ITALIA
INTRODUZIONE
Guinea Bissau: lingue africane, portoghese e criolo
Nel piccolo territorio della Guinea Bissau (poco piú grande di Veneto e Lombardia
messi insieme) sono presenti circa 30 etnie, ciascuna delle quali comunica per
mezzo di una lingua propria: Balanta, Fula, Mandinga, Papel, Bijagó, Felupe…
Il portoghese - lingua degli antichi colonizzatori - possiede lo statuto di unica
lingua ufficiale. Tuttavia, benché la scolarizzazione avvenga quasi esclusivamente in
lingua portoghese, la maggior parte della popolazione non é in grado di esprimersi
correttamente in questa lingua.
Il criòlo é lingua di comunicazione per eccellenza in Guinea, la piú parlata in tutto il
territorio nazionale.
Nato in Guinea Bissau e Capo Verde durante la dominazione portoghese (14961974), il criolo guineense é composto da un lessico derivato per l’80% dal
portoghese e da una struttura grammaticale africana, mutuata dalle lingue Bantu.
Contrariamente al diffuso pregiudizio che identifica il criolo con un “português mal
falado” (portoghese storpiato), é possibile affermare che il guineense é una lingua
vera e propria, dotata di caratteristiche specifiche ed in continua evoluzione.
Malgrado lo scarso valore attribuitogli dalle autoritá officiali, dopo l’indipendenza
(1974) é diventato lingua veicolare per i diversi gruppi etnici presenti in Guinea.
Si definisce “créolo” ogni lingua nata dal contatto tra due comunitá linguistische
differenti. Una delle parti, tentando di apprendere la lingua dell’altra, finisce per
creare una nuova lingua. Il criolo guineense é un créolo nato dal tentativo di
apprendere il portoghese da parte di gruppi africani verso la fine del XV sec.
La nuova lingua serví inizialmente alla comunicazione tra portoghesi e africani e poi,
molto rapidamente, alla comunicazione tra africani di etnie differenti.
1
FONOLOGIA
Per comunicare tra loro, gli esseri umani utilizzano suoni dotati di valore distintivo,
i fonemi. Ogni lingua ha un proprio sistema di suoni, che si compone di un numero
variabile di vocali e consonanti.Il criolo Guineense presenta un sistema fonologico
simile a quello del portoghese, ma con alcune differenze.
Purtroppo in Guinea non esiste ancora una grafia ufficiale del criolo guineense.
La grafia qui adottata, proposta da L. Scantamburlo ed in uso nelle scuole
dell’Arcipelago delle Bijagós, si basa sul principio di non contraddizione tra i
grafemi della lingua portoghese (giá esistenti) e quelli del criolo (non ancora
ufficializzati).
Per esigenze di chiarezza e semplificazione, quando il portoghese presenta piú di
un segno per lo stesso fonema, é scelto per il criolo il piú conveniente (es. s per i
quattro segni ç, c, s, x del portoghese), secondo un principio di economia che
prevede la presenza di un segno grafico per ogni suono.
Il criolo presenta un sistema fonologico composto da 22 consonanti, 2 semivocali e
9 vocali, per un totale di 33 fonemi. Nell’alfabeto qui adottato sono sufficienti 27
grafemi (o segni grafici) per rappresentare i 33 fonemi:
- 5 vocali: i grafemi a, e, i, o, u rappresentano i 2 fonemi delle semivocali e i 9
fonemi delle vocali
- 22 consonanti: 19 rappresentano fonemi equivalenti in portoghese e in criolo; 3
sono specifiche del criolo guineense (tc, dj, n’)
LE 9 VOCALI
Grafia del Criolo
i
misa
i (breve)
misa
u
lagua
e
sera
e (aperto)
sera
a (breve)
kala
a
kala
o
bota
o (aperto)
bota
Grafia del Portoghese
i
Missa
mijar
u
lagoa
e
cera
e
serrar
trança
a
calar
o
botar
o
bota
Traduzione italiana
Messa
urinare
laguna
cera
segare
treccia
tacere
lanciare, gettare
stivale
LE 2 SEMIVOCALI
Grafia del Criolo
u
uaga
i
iagu
ioga
Grafia del Portoghese
semear
água
y
yoga
2
Traduzione italiana
seminare
acqua
yoga
LE 22 CONSONANTI
(nei casi piú complessi, tra parentesi é riportata la pronuncia corretta)
Grafia del Criolo
p
pape
t
tiu
k
Kusa
kin
b
batata
d
dana
g
gosta
guera (ghéra)
f
fatu
s
seku
segu
kalsa
splika
ch
cha (sciá)
chelin (scelín)
v
vivi
Z
zinka (sinca)
(pronuncia
kaza (casa)
sonora, come in
izami (isami)
“rosa”)
Grafia del Portoghese
p
pai
t
tio
c
coisa
qu
quem
b
batata
d
danar
g
gostar
gu
guerra
f
fato
seco
S
cego
c
calça
ç
explicar
x
ch
chá
x
xelim
v
viver
z
zincar
s
casar
x
exame
Traduzione italiana
padre, papá
zio
cosa
chi
patata
danneggiare
piacere, gradire
guerra
abito, vestito
secco
cieco
pantaloni
spiegare
thé
scellino
vivere
zincare
sposare (q.no)
esame
J
beju
jeral
j
g
beijo
geral
bacio
generale
tc
dj
m
n
nh
n’ *
l
li
r
x
tcuba (ciúba)
djuda (giúda)
mame
nobu
nha (gná)
n’ na bai
libru
bilia
rema
fixa (fícsa)
m
n
nh
l
lh
r
x
chuva
ajudar
mãe
novo
minha
eu vou
livro
bilha
remar
fixar
pioggia
aiutare
madre, mamma
nuovo
mia
io vado
libro
biglia
remare
fissare
(pronuncia come
il francese “je”)
* Il fonema /N/ viene scritto con il segno n’ (n + apostrofo + spazio) quando
rappresenta il pronome personale della 1ª persona singolare (  io) e con il segno n
in tutti gli altri casi.
Il criolo non possiede consonanti doppie e non usa l’accento; in quest’ultimo caso, il
contesto della frase e la categoria grammaticale della parola sono sufficienti per
orientare il lettore nei casi di omonimia, come nelle parole “pa” (per) e “pá” (pala).
3
PRONTUARIO RAPIDO … per chi si accontenta!
Buongiorno!
Buon pomeriggio! (dalle 12 in poi)
Buonanotte!
(dalle 19 in poi)
Come va? Come stai?
Sto bene, grazie.
Grazie.
Prego / Di niente.
Come va a casa? Come sta la famiglia?
I miei stanno bene.
Tutto bene, grazie.
Come ti sei svegliato? Hai dormito bene?
Ho dormito bene, grazie. E tu?
Come ti chiami?
Mi chiamo Marco. E tu?
Di dove sei?
Vengo dall’Italia / Sono italiano.
Dove abiti?
Abito a Milano.
Come hai detto? Non ho capito.
Parla lentamente, per favore!
Non parlo criolo, solo un po’.
Parli francese / inglese?
Com’é la Guinea? Ti piace?
La Guinea mi piace.
Com’é andato il viaggio?
Il viaggio é andato bene.
Cosa fai (nella vita)?
Vado a scuola.
Io lavoro.
Dove stai andando?
Vado in spiaggia/ a passeggiare/a casa
Hai fame / sete?
Ho fame / Non ho fame.
Ti piace il pesce?
Mi piace / Non mi piace.
Vuoi del riso?
Ne voglio / Non ne voglio.
Oggi fa molto caldo.
Piove / Sta piovendo.
Vuol piovere. La pioggia sta arrivando.
Bon dia!
Boa tardi!
Boa noti!
Kuma? Kuma di kurpu? Kuma ke bu sta?
Kurpu sta ben / N’ sta ben, obrigadu.
Obrigadu.
I ka nada.
Kuma di bu kasa? Kuma di familia?
Familia sta ben.
Tudu ben, obrigadu.
Kuma ke bu mansi?
N’ mansi ben, obrigadu.I abo?
Kuma ke bu nomi?
Nha nomi i Marco.I abo?
Abo i di nunde?
Ami i di Italia / Ami (i) italianu.
Nunde ke bu mora nel?
N’ mora na Milano.
Bu fala kuma? N’ ka ntindi.
Papia divagar, di fabur!
N’ ka papia kriol, son mbokadu.
Bu ta papia fransis / inglis?
Kuma di Guine? Bu gosta di Guine?
N’ gosta di Guine.
Kuma di bias?
Bias kuri diritu / ben.
Ke ki bu ta fasi?
Ami n’ ta bai skola.
Ami n’ ta tarbadja / N’ tene tarbadju.
Nde ki bu na bai?
N’ na bai praia/pasia/kasa
Bu tene fomi / sedi?
N’ tene fomi / N’ ka tene fomi.
Bu gosta di pis?
Si, n’ gosta / Nau, n’ ka gosta.
Bu misti arus?
N’ misti / N’ ka misti.
Aos i ten manga di kalur.
Tcuba na tcubi.
Tcuba misti tcubi. Tcuba na bin.
4
LE DOMANDE PIU’ FREQUENTI … (CON TANTO DI RISPOSTA!)
Hai dei soldi?
Bianco, dammi 100 franchi/una penna/soldi
Non ho soldi (o almeno … non ne ho per te!)
Bianco, mi piaci.
Ti voglio!
…Io invece no!!! (Io non ti voglio!)
Ho già un marito/moglie/ragazzo/ragazza
Lasciami in pace!
Devo andare.
Bu tene dinheru?
Branku, patin sen franku/kaneta/dinheru
N’ ka tene dinheru.
Branku, n’ gosta di bo.
N’ mistiu!
Ami n’ ka mistiu!!
N’ tene dja omi/mindjer/rapas/badjuda
Dan tempu!
N’ dibi di bai.
Le note grammaticali che seguono sono state adattate per venire incontro alle
esigenze di apprendenti italiani desiderosi di comunicare in lingua criola.
Sono di seguito presentati alcuni atti linguistici, inseriti in contesti comunicativi
significativi.
La metodologia adottata si propone una riflessione sulle regole grammaticali
utilizzate nelle frasi presentate.
5
1. MI PRESENTO
Nota culturale - In Africa i saluti sono molto importanti. Nel villaggio (tabanka)
bisogna salutare tutte le persone piú anziane, anche quando non le si conosce.
- Bon dia!
- Kuma? Bu sta bon?
- N' sta bon obrigadu.
Buongiorno!
Come va? Stai bene?
Sto bene, grazie.
- Kuma?
- Alin' li.
- Kuma ke bu mansi?
- N’ mansi ben.
Come (stai)?
Bene (“eccomi qui”)
Come ti sei svegliato?
(“hai dormito bene?”)
Mi sono svegliato bene.
- Kuma di kurpu?
- Kurpu sta bon.
- Kuma di familia?
- E sta ben.
Come stai? Come va?
Sto bene.
Come sta la (tua) famiglia?
Stanno bene.
- No sta dritu, obrigadu.
- Kuma di bu ermon?
- I sta ben/ Tudu ben.
- Aos bo lanta sedu.
Noi stiamo bene, grazie.
Come sta tuo fratello?
Sta bene/Tutto bene.
Oggi vi siete alzati presto.
- Kuma ki bu nomi?
- Ami, nha nomi i Pedru.
- Ami i Fula, abo gora?
- Ami i Italianu. Ana, i ke?
- El i Balanta.
- Abo i di nunde?
- Ami i di Italia.
- Nunde ke bu mora nel?
- Ami n’ mora na Milano.
- Abos i kal rasa?
- Anos i Fransis.
- Elis e tene novi anus e
sta na tersera klas.
- Abos i Guinensi?
- Nau. Anos i Senegalis.
Come ti chiami?
(Io,) il mio nome é Pedro.
Io sono Fula, e tu?
Io sono italiano. E Anna?
Lei é Balanta.
(Tu) di dove sei?
Io vengo dall’Italia.
Dove abiti?
Io abito a Milano.
A quale etnia appartenete?
Noi siamo francesi.
Loro hanno 9 anni e fanno
la 3ª classe.
Voi siete Guineensi?
No, noi siamo Senegalesi.
6
1.Pronomi personali soggetto:
In criolo i pronomi personali
presentano due forme: una
principale e una secondaria.
forma principale
Mentre in italiano si può
omettere, in criolo il pronome è
obbligatorio e precede il verbo
1ª sing.
2ª sing.
3ª sing.
1ª plur.
2ª plur.
3ª plur.
N’
BU
I
NO
BO
E
 io
 tu
 lui, lei
 noi
 voi
loro
forma secondaria
Non è obbligatoria, serve per
dare enfasi al soggetto.
Precede sempre la forma
principale (v. francese: moi, je suis..)
1ª sing. AMI  io (pron: amí)
2ª sing. ABO  tu (abó)
3ª sing.
EL  lui, lei
1ª plur. ANOS  noi (anós)
2ª plur. ABOS  voi (abós)
3ª plur. ELIS  loro (élis)
- I ami
- I ka ami.
- I ka bardadi? I el.
- Nhu sta bon?
Sono io
Non sono io.
Non é vero? E’ così.
Sta bene, signore?
La forma secondaria é usata da
sola soltando quando ha funzione
predicativa
Per la 3ª persona sing. sono
spesso usate le forme di
rispetto:
NHU (signore)
NHA (signora)
I COLORI
Bianco
Giallo
Azzurro
Blu
Arancione
Rosa
 branku
 amarelu
 asul
 asul
 kor di larandja
 kor di rosa
Nero
 pretu
Rosso
 burmedju
Verde  birdi
Marrone  kastanhu
Grigio  sinzentu
Viola
 dilas (pron: dilásc)
7
2. DOV’E’?
Ieri Mario é venuto qui nel
pomeriggio.
Dov’é il cane?
Non so. Era qui ora
Il cane correva, si é fermato
lá.
2. Gli avverbi di luogo:
- Alal la.
- Alin’ li.
- Ali nha amigu.
- Nunde Mariu?
- Alil li.
- Alinu li!
Eccolo lá.
Eccomi qui.
Ecco qui il mio amico.
Dov’é Mario?
Eccolo qui.
Eccoci qui.
- Forme ALIN’ LI/ALAL LA
 eccomi qui, eccolo là
- Nha omi sta na kasa.
- Bu pape na labra orta.
- Si mame bai fera.
Mio marito è in casa.
Tuo papà sta coltivando l’orto
Sua madre è andata al
mercato.
Due muratori hanno costruito
la nostra casa.
I vostri professori hanno già
comprato le loro biciclette.
3. Aggettivi possessivi:
- Aonti, Mariu tciga li di
tardi.
- Nunde katcur?
- N’ ka sibi. I staba li gosi.
- Katcuru kuri, i firma la.
- Dus pedreru kumpu no
kasa.
- Bo pursoris kumpra dja se
bisikleta.
- LI indica un luogo vicino a
chi parla  qui
- LA indica un luogo lontano
da chi parla  lá, lí
Agli avverbi ALI/ALA sono
suffissati eventuali pronomi
personali complemento
NHA
BU
SI
NO
BO
SE
 mio (mia, miei..)
 tuo
 suo
 nostro
 vostro
 loro
VOCABOLARIO – Le professioni
Bindidur
Nfermeru
Soldadu
Tokadur
Alfaiati
Pursor
Pulisia
Kusinheru
– venditore
– infermiere
– soldato
– musicista
– sarto
– professore
– poliziotto
– cuoco
Bakiadur
Pedreru
Kabelereru
Marinheru
Labradur
Piskadur
Mekaniku
Komersianti
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- pastore
- muratore
- parrucchiere
- marinaio
- agricoltore
– pescatore
– meccanico
- commerciante
3. IN FAMIGLIA
4. Genere e numero
- Kantu fidju ke Iva tene?
- I padi son dus fidju
matcu.
- Nha ermon femia ka
tene omi.
Quanta figli ha Iva?
Ha partorito solo due
figli maschi.
Mia sorella non ha un
marito.
- Normalmente il genere é indicato
dall’aggettivo MATCU/FEMIA 
maschio – femmina:
fidju matcu/femia  figlio, figlia
gatu matcu/femia  gatto, gatta
ermon matcu/femia fratello,
sorella
- Esistono poche parole com
distinzione di genere:
rapas/badjuda  ragazzo, ragazza
omi/mindjer
 uomo, donna
netu/neta
 nipote
LA FAMIGLIA
Mamma
Papà
Figlio/a
Fratello
Sorella
Nonno/a
Cugino/a
- mame (pron:mamé)
- pape (pron: papé)
- fidju matcu / femia
- ermon matcu
- ermon femia
- dona
- primu
Nipote
Suocero/a
Cognato
Zio
Zia
Matrigna
Padrigno
- subrinhu
- sogru
- kunhadu
- tiu
- tia
- mamesinhu
- papesinhu
5. Plurale e singolare:
- Aonti nha dona fasi
festa di aniversariu:
manga di si netu ku
neta patil tabaku tciu.
- Nha ermon bindi tris
baka.
Generalmente il criolo non usa il
Ieri mio nonno ha fatto una plurale. Il numero é indicato
festa per il suo compleanno: attraverso l’uso di aggettivi di
molti suoi nipoti gli hanno
quantitá, avverbi o numerali:
regalato molto tabacco.
Mio fratello ha venduto 3
mucche.
9
TUDU  tutto, ogni
TCIU  molto
MANGA DI  molti
- Pekadur bali si ta
rispita utru pekaduris
- Ami n’ ka tene
mindjer, nha pape
tene dus mindjeris.
Un uomo vale se rispetta gli
altri uomini.
Io non ho moglie, mio padre
ha due mogli.
N’ kumpra kamati.
Carlos tene tris kabra
Ho comprato dei pomodori.
Carlo ha 3 capre.
10
- Alcuni nomi indicano il plurale
aggiungendo –S/-IS:
dia/dias
 giorno, giorni
pekadur/pekaduris  uomo, uomini
! Il plurale non si usa quando
designa una realtá collettiva o
quando il nome é accompagnato da
un numerale.
4. CHE LAVORO FAI?
- Kin ku (=ku+bu) misti odja?
- Ke ki na fasi la?
- Kal ki bu tarbadju?
- Ami i pulisia.
- Kal ku bu na toma?
- Kin ki tciga aonti?
- Abo i kin?
- Kil omi i kin?
- Nunde ku bu ta tarbadja?
- N' ta tarbadja na Bissau.
- Kantu ku bu ta nganha?
- N' ta nganha sinkuenta
mil franku.
- Nunde ku bu mora nel?
- N' mora na bairu di
Ajuda, abo gora?
- Kuma di bias?
- Bias kuri dritu.
- Pa nunde ku na bai?
- Di nunde ki tciga?
- Kuandu ku na kaba?
- Kantu ki na kusta?
- Kuma ki nomi di bu omi?
Chi vuoi vedere?
Cosa sta facendo lì?
Qual è il tuo lavoro?
Io sono poliziotto.
Quale prendi?
Chi è arrivato ieri?
Chi sei? (“tu sei chi?”)
Chi è quell’uomo?
Dove lavori?
Lavoro a Bissau.
Quanto guadagni?
Guadagno 50.000 franchi CFA.
Dove abiti?
Abito nel quartiere di Ajuda, e
tu?
Com’è andato il viaggio?
Il viaggio è andato bene.
Dove stai andando?
Da dove viene?
Quando finirai?
Quanto costa?
Come si chiama tuo marito?
6. Frasi interrogative:
Possono essere introdotte da:
- pronomi interrogativi
KIN KI
KE KI/KE KU
KAL KI
 chi
 che
 quale
Normalmente questi pronomi si
trovano all’inizio della frase,
ma in presenza della copula “i”
si posizionano immediatamente
dopo il verbo.
- avverbi interrogativi
di causa
PABIA
di luogo
NUNDE  dove
di modo
KUMA
 perché
 come
di quantità KANTU  quanto
di tempo
KAL ORA  a che ora
KUANDU  quando
KAL DIA  che giorno
7. Frasi interrogative
indirette: introdotte da
- I fala kuma i na bai studa.
Puntal si gosta di Guine.
Ha detto che andrá a studiare.
Chiedigli se gli piace la Guinea.
11
KUMA  che
SI
 se
5. VITA QUOTIDIANA
8. Pronomi personali complemento
- Gosi mininu na kontanu
tudu.
- Un mindjer patin pratu di
bianda.
- N’ pidi bos di limpa skola.
- Omi garandi na patiu
kabra si bu labral orta.
- Ka bu punta di mi!
- Dia dumingu no na sta ku
bos.
- No studa djuntu ku bo.
- N’ kunsi bu tia, aonti propi
n’ bai fera ku el.
- E karpinteru bin Bubaki
pa tarbadja pa nos.
Ora i bambini ci
racconteranno tutto.
Una donna mi ha offerto
un piatto di cibo.
Vi ho chiesto di pulire la
scuola.
L’anziano ti darà una
capra se tu gli coltiverai
l’orto.
Non chiedere di me!
Domenica staremo con
voi.
Abbiamo studiato insieme
a voi.
Conosco tua zia, proprio
ieri sono andato con lei al
mercato.
Questo falegname é
venuto a Bubaque per
lavorare per noi.
- Complemento oggetto (diretto):
Si collocano immediatamente dopo il
verbo; i primi 4 sono suffissati al
verbo:
-N (i odjan)
 egli mi ha visto
-U (n’ odjau)
 io ti ho visto
-L (n’ ka kunsil)  non lo conosco
-NU(i na mostranu) egli ci mostra
BOS (i na odja bos)  egli vi guarda
ELIS (i na odja elis)  egli li guarda
- Complemento indiretto:
MI
 a me, di me, con me …
BO
 a te
EL (SIL)  a lui
NOS
 a noi
BOS
 a voi
ELIS (SELIS)  a loro
- Mininu toma kaneta ki ka
di sil.
Il bambino ha preso una
penna che non é sua.
Le forme SIL/SELIS sono rette
dalla preposizione DI
- I da si fidju (indiretto)
kumida (diretto).
- Nha mame partin pon.
Lei ha dato del cibo a suo
figlio.
Mia madre mi ha dato del
pane.
John, dammi quel pallone
- Doppio complemento oggetto:
- Djon, dan kil bola.
12
Il criolo colloca sempre il compl.
indiretto prima del compl. oggetto
(in italiano é il contrario!)
6. PER ORIENTARSI
- I lundju un bokadu.
Dove siamo? Non ricordo la
strada.
Qui é Santa Lucia.
Dov´é il mercato di
Bandim?
Vai dritto: laggiú, vai a
sinistra.
Quindi il mercato é lontano
da qui?
É un po’ lontano.
- Aonti no sta na kasa.
- Djubi kil katcu la riba.
- Nha kamisa sta la bas.
- Pon sta riba di mesa
- Bu pudi odjal na kasa, la
tras.
- Sai la fora.
- Manga di alunu fika fora
di sala.
- N' ta tarbadja lundju.
- Nha ermon femia mora
pertu di bu kasa.
- No na ianda dentru di
matu.
Ieri eravamo in casa.
Guarda quel passero lassú.
La mia camicia é lá in basso.
Il pane é in sulla tavola.
Puoi vederlo in casa, lá
dietro.
Vai (= esci) lá fuori.
Molti alunni restarono fuori
dalla classe.
Lavoro lontano.
Mia sorella abita vicino a
casa tua.
Camminiamo dentro la
foresta.
- Nunde ki no sta nel? N'
ka lembra kaminhu.
- Li i Santa-Lusia.
- Nunde ki fera di Bande
sta?
- Bai di kumpridu: la, bu
ta bai pa skerda.
- Nta, fera lundju di li?
9. Avverbi di luogo
Aggiungendo DI, si ottengono le
relative preposizioni
es. bas (avverbio), bas di (preposizione)
NA
 in
BAS
 sotto
RIBA
 sopra
DENTRU
 dentro
FORA
 fuori
DIANTI
 davanti
TRAS
 dietro
LUNDJU
 lontano
PERTU
 vicino
FILADU KU  di fronte a
NA RODA DI  intorno
NA DIRETA,
NA MON DIRETU  a destra
NA SKERDA,
NA MON SKERDU  a sinistra
SOLUZIONI
- Tcabi sta na porta.
- Kopu sta riba di mesa.
- Gatu sta bas di kau di
sinta.
- Kaminhu sta bu dianti.
- Basora sta tras di kasa.
- Nha mindjer sta na
kasa.
- Fos sta pertu di fugon.
- I mora filadu ku mi.
- N' ka tene nada na bolsu
La chiave é nella porta.
Il bicchiere é sulla tavola.
Il gatto é sotto la sedia (= luogo per
… PROVA A TRADURRE !
sedersi).
La strada é davanti a te.
La scopa é dietro la casa.
Mia moglie é in casa.
Il fiammifero é vicino ai fornelli.
Egli abita di fronte a me.
Non ho nulla in tasca.
13
7. IN VIAGGIO
10. I verbi
- Aonti, no bai Farim.
No toma kandonga, no
paga dus mil franku.
Na Mansaba, roda fura,
pregu ki fural.
Na Farim, no kamba riu.
- Gosi no na bai Bafata.
No na toma kandonga
na fera di Bande, no na
paga dus mil i kinhentus
franku.
Ieri siamo andati a
Farim. Abbiamo preso un
autobus, abbiamo pagato
2000 franchi.
A Mansaba la ruota si é
bucata, l’ha bucata un
chiodo.
A Farim abbiamo
attraversato il fiume.
Adesso stiamo andando a
Bafata.
Prenderemo un autobus al
mercato di Bandim e
pagheremo 2500 franchi.
Il 1ª testo presenta un’azione compiuta,
conclusa; il 2ª, una che non si é ancora
realizzata.
In criolo la particella NA indica
l’aspetto irrealizzato.
Il sistema verbale del criolo - come
tutte le lingue africane - privilegia
l’aspetto e la durata dell’azione
(azione conclusa, continua, incompiuta..),
piuttosto che il tempo dell’azione
(presente – passato – futuro), come
invece accade in italiano.
Nel criolo bisogna distinguere 2 gruppi
di verbi, che si comportano in maniera
differente:
-
verbi di azione (fasi > fare)
verbi di stato (pudi > potere)
ANALISI DEI VERBI
Dal punto di vista di chi parla, l’azione o
lo stato del verbo di sviluppa:
A)
B)
C)
D)
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nel presente (tempo simultaneo)
nel passato (tempo anteriore)
nel futuro (tempo posteriore)
nella possibilitá/impossibilitá
A) tempo simultaneo
- Maria kume.
- Maria badja.
- Maria na kume.
- Maria na badja.
- Teresa i duenti.
- aspetto realizzato (concluso)
Maria ha mangiato.
Maria ha ballato.
marca 0 + verbo
Maria mangia/sta
mangiando.
Maria balla/sta ballando.
Teresa é malata.
(esiste solo per i verbi di azione;
corrisponde al nostro tempo passato.
L’azione é giá conclusa: Maria ha
mangiato, ma adesso non mangia piú)
- aspetto non realizzato (non concluso):
NA + verbo (verbi di azione)
marca 0 + verbo (verbi di stato)
(L’azione non é ancora conclusa,
continua nel presente. Corrisponde al
nostro presente)
- Luis ta kume pis ku
arus.
- Na nha tabanka,
djintis ka ta tarbadja
tciu.
- Dia dumingu, no ta
diskansa.
Luigi mangia (sempre)
pesce e riso.
Nel mio villaggio, la gente
non lavora molto.
- Ami n’ kumeba dja anti
di bu tciga.
Io avevo giá mangiato
prima che tu arrivassi.
- N' ka kumpra nada na
fera, n' diskisiba
dinheru na kasa.
Non ho comprato nulla al
mercato, avevo
dimenticato i soldi a casa.
- aspetto realizzato (concluso)
marca 0 + verbo + BA (verbi di
azione)
Il suffisso –BA si lega al verbo
(L’azione é anteriore ad un’altra azione
passata)
- Ami n’ na kumeba pis
ora ki bu tciga.
- Utranu Teresa
duensiba.
Stavo mangiando del
pesce quando sei arrivato.
L’anno scorso Teresa era
malata.
- aspetto non realizzato (incompiuto)
NA + verbo + BA (verbi di azione)
marca 0 + verbo + BA (verbi di
stato)
- Utranu Luis ta
tarbadjaba li.
- Marta ta baiba fera
tudu dia.
L’anno scorso Luigi
lavorava qui.
Marta andava al mercato
ogni giorno.
Domenica noi ci riposiamo.
15
- aspetto continuo (esprime l’idea di
un’azione abituale):
TA + verbo (verbi di azione e di
stato)
B) tempo anteriore (passato)
- aspetto abituale
TA + verbo + BA (verbi di azione e di
stato)
C) tempo posteriore (futuro)
- aspetto realizzato e non realizzato
- Ami n’ na bin kume.
- Maria na bin badja.
Io mangeró.
Maria ballerá.
- Paulo na kiri Binta.
Paolo amerá Binta.
NA + verbo (verbi di stato)
- Mariu, bu na bai ta
labra orta tudu dia.
Mario, andrai a coltivare
l’orto ogni giorno.
- aspetto abituale
- N’ na bin bin kanta.
NA BIN/NA BAI + verbo
(verbi di azione)
Equivale al nostro tempo futuro
NA TA/NA BAI TA + verbo
(verbi di azione e di stato)
Se si parla di un futuro molto lontano,
distante nel tempo, si aggiunge la marca
Io canteró.
BIN (NA BIN BIN/NA BIN BAI)
D) modo possibile/impossibile
- Si i na bin li, bu
kontan.
Se dovesse venire qui,
dimmelo.
- Si n’ sibilba, n’ ta
baiba.
Se l’avessi saputo, sarei
andato.
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- puó esserci possibilitá solo con i tempi
simultaneo e posteriore. La frase é
introdotta da:
SI
 se
NA KAZU KE  nel caso che
- l’impossibilitá usa la marca del tempo
anteriore –BA, suffissata al verbo.
8. AL MERCATO
- E kamati i kantu?
- Sen franku.
- Es, kantu ku na bindil?
- Es i sinkuenta franku,
ma kil gros i sentu i
sinkuenta franku.
- Dan dus.
- N' misti un pakoti di
sigaru, tris kacha di
fos, un garafa di binhu.
- Binhu ka ten.
- N’ fika na kintu lugar.
Quanto costano questi
pomodori?
100 franchi.
Questo, a quanto lo
vendi?
Questo é 50 franchi ma
quello grosso costa 150
franchi.
Dammene due.
Voglio un pacchetto di
sigarette, tre scatole
di fiammiferi e una
bottiglia di vino.
Il vino non c’é.
Sono rimasto al 5º
posto.
11. I numerali
- numerali cardinali
UN

DUS

TRIS

KUATRU 
SINKU 
SEIS

SETI

OITU 
NOVI 
DES

uno
ONZI
 undici
due
DOZI
 dodici
tre
VINTI
 venti
quattro TRINTA  30
cinque KUARENTA  40
sei SINKUENTA  50
sette
SEN  100
otto KINHENTUS  500
nove
MIL
 1000
dieci
- numerali ordinali
PURMERU  1º SUGUNDU  2º
TERSERU  3º
KUARTU  4º
KINTU
 5º SESTU
 6º
SETIMU  7º OITAVU  8º
NONU
 9º DESIMU  10º
DESIMU PURMERU  11º
- numerali moltipilcativi
- Kil kama dibi di sedu
dus bias mas garandi.
Quel letto dev’essere 2
volte piú grande.
numero cardinale + BIAS
DUS BIAS, TRIS BIAS  2, 3 volte
12. I Dimostrativi
- Kuma ki e sugundafera kuri?
- N' ka kunsi kil omi.
Com’é andato questo
lunedi?
Non conosco quell’uomo.
- Es i nha bistidu.
- N' ka kunsi kilas.
Questo é il mio vestito.
Quelli non li conosco.
17
- aggettivi dimostrativi (seguiti dal nome)
E
 questo
KIL  quello
- pronomes demostrativos:
ES  questo
KILA  quello
Per dare enfasi, a volte si aggiunge LI, LA
(kila la  quello lá)
VOCABOLARIO - FRUTTA E VERDURA
Cipolla
 sebola
Patata
 batata
Patata dolce  batata dosi
Pomodoro
 kamati
Miglio
 midju
Fagiolo
 fison
Zucca
 bobra
Cetriolo
 pipinu
Insalata
 alfasi
Melanzana  brinjela
Aglio
 adju
Banana
Mango
Cocco
Ananas
Papaia
Limone
Arancia
Pompelmo
Mandarino
Mela
Anguria
Da conoscere in Guinea …
Kandja - mankara - tceben - djakatu – baguitc - malgueta
Kadju – pinha – goiaba – mampatas – kola - furta-pon – foli - veludu
18
 banana
 mangu
 kukunete
 ananas
 papaia
 limon
 laranja
 turanja
 tanjerina
 masa (pron: massà)
 melansia
9. ABBIGLIAMENTO
I giorni della settimana
- E panu burmedju i kantu?
- Dus mil franku.
- I karu, e utru li gora?
- Kil panu azul? Tris mil.
- Panu burmedju mas azul
baratu.
- Dimingu kansadu otca
panu bonitu, na fera di
prasa.
Quanto costa questo vestito
rosso?
2000 franchi CFA.
E’ caro. E quello lá, invece?
Quel vestito blu? 3000.
Il vestito rosso é piú
economico di quello blu.
Di domenica é difficile trovare
bei vestiti al mercato centrale
(=di piazza).
Sumana tene seti dia:
(la settimana ha 7 giorni)
sugunda fera  lunedi
tersa fera
 martedi
kuarta fera
 mercoledi
kinta fera
 giovedi
sesta fera
 venerdi
dia sabadu
 sabato
dia dimingu
 domenica
VOCABOLARIO – I VESTITI
ropa
 vestito (in generale)
kalson  pantaloncini
kamisa  camicia
kalsinha  mutande (da donna)
sapatu  scarpa
bistidu  vestito
kalsa
 pantaloni
kamisola  maglietta
trus
 mutande (da uomo)
chinelu  infradito
panu  vestito
saia
 gonna
tcepen  cappello
lensu  foulard
meia  calza
13. L’aggettivo
- Partin kil panu amarelu.
Ho conosciuto un bel
ragazzo.
Dammi quel vestito giallo.
L’aggettivo ha 2 funzioni:
- qualifica il nome
- Pedru na bin gurdu.
- Kil badjuda kumpridu
Pietro diventerá grasso.
Quella ragazza (é) alta.
- ha funzione predicativa.
Si accompagna al verbo essere:
- N’ kunsi rapas bonitu.
I/SEDU + aggettivo
- E mindjer bunituba.
- Otca n’ pikininuba, n’ ta
tcoraba tudu dia.
Questa donna (era) bella.
Quando ero piccolo,
piangevo tutto il giorno.
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Il verbo essere é spesso omesso.
In quel caso, l’aggettivo prende la
marca del verbo
Es. bonituba (bonitu + ba)
14. Gradi dell’aggettivo
- Bu tia i bonitu dimas.
- Abo, bu muitu djiru!
- Bu tene bistidu branku
fandan.
- Iagu limpu pus.
Tua zia é davvero molto
bella.
Tu sei molto intelligente!
- superlativo assoluto:
MUITU + aggettivo
aggettivo. + DIMAS (= troppo)
Alcuni aggettivi sono accompagnati
da una particella (derivata dalle lingue
africane) che ne intensifica il
significato:
Hai un vestito bianchissimo.
L’acqua é pulitissima.
pretu nok
 nerissimo
branku fandan  bianchissimo
limpu pus
 pulitissimo
- Comparativo di maggioranza:
- Pedru ma Luis kumpridu.
- Abo mas mi kansadu.
Pietro é piú alto di Luigi.
Tu sei piú stanco di me.
MA/MAS + 2º termine di
paragone + aggettivo
- Antonio ta studa suma si
ermon.
- Maria ka bonitu suma
purmeru.
Antonio studia come suo
fratello.
Maria non é piú bella come
prima.
- Comparativo di uguaglianza:
- Djon ma mi forti.
Per dire: io sono meno forte
di John 
John é piú forte di me.
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SUMA  come
- Comparativo di minoranza:
In criolo non esiste: é possibile
rendere l’idea attraverso il compl.
di maggioranza, invertendo i
termini di paragone.
10. AL PORTO
- Abo i marinheru?
- Nau, ami i piskadur.
Aos i ten pis di bindi.
- Bu tene pis di bindi?
- N' tene un bokadu,
djubi.
- Kantu ku (ke+bu) ta
bindi bentana?
- Duzentus franku kada
un son.
- Mbe! Pis karu gora!
- Abo, bu riku!
Tu sei marinaio?
No, sono pescatore. Oggi
c’é del pesce in vendita.
Hai del pesce da vendere?
Ne ho un po’, guarda.
A quanto vendi la bentana?
Ciascuna, a 200 franchi.
Alcuni pesci della Guinea:
bika/bentana (carpa)/teinha/pis
reia/pis banda/atun (tonno)
molluschi: kombe/ostra
(ostrica)/lingron/kamaron;
kakri (granchio)/karanguis
Beh! Il pesce é caro!
(Ma) tu sei ricco!
15. Il verbo essere
Il verbo essere ha funzione
predicativa; indica una situazione o
una qualitá permanente
Sono io.
Questo cane é mio.
Quel cane non é mio.
I
- Kin ki no sedu?
Chi siamo?
SEDU  quando il verbo si colloca alla
fine della frase; quando il verbo non è al
presente
- Nha pape seduba
montiadur.
Mio padre era cacciatore.
Tempo anteriore (passato) 
- Nha fidju na bin sedu
pursor.
Mio figlio sará professore.
- Kaminhu sta bu dianti.
- Bu sta diritu?
- N’ sta li.
- Pedru sta na kume.
La strada é davanti a te.
Stai bene?
Io sono qui.
Pietro sta mangiando.
- I ami.
- E katcur i di mi.
- Kil katcur i ka di mi.
Ha due forme:
 forma usata nel t. presente
SEDUBA
Tempo posteriore (futuro) 
NA BIN SEDU
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16. Verbo STA  essere, stare
Indica una situazione o qualitá
temporanea
11. UN PASTO
- Bin, no kume.
- Obrigadu, n' farta.
N' kume dja.
- Ke ku kume?
- N' kume pis ku arus.
- Djubi bu fidju, i na brinka
ku kaleron!
- Nduba, ka bu pui mon!
Vieni, mangiamo.
Grazie, sono sazio.
Ho giá mangiato.
Cos’hai mangiato?
Ho mangiato pesce e riso.
Guarda tuo figlio, sta
giocando col la pentola!
Nduba, non toccare!
- Sindi fugu!
- Bo ialsa kabesa!
- Abos dus, bo lanta!
- Bai kumpra pon!
- Sinta!
Accendi il fuoco!
Alzate la testa!
Voi due, alzatevi!
Vai a comprare del pane!
Siediti!
- Kala, bu kume!
Stai zitto e mangia!
- Ka bu pui mon na fos!
- Ka bo sinta li!
Non toccare i fiammiferi!
Non sedetevi qui!
VOCABOLARIO- I PASTI
Matabitcu  colazione
Djanta
 pranzo
Sia
 cena
Generalmente l’africano mangia una
volta al giorno, nel primo pomeriggio
17. Imperativo
Il soggetto é sempre espresso,
eccetto la 2ª pers. sing. nelle frasi
affermative (kume!  mangia!)
Nella 2ª pers. sing. il soggetto puó
essere espresso nella frase
successiva.
Nell’imperativo negativo, si colloca
KA davanti al soggetto, il quale é
sempre espresso
(Es. ka bu sindi!  non accendere!)
18. Pronomi possessivi
A differenza degli aggettivi
possessivi, non sono seguiti da un
nome
- Es li i di mi.
- Gatu i ka di nos, i di bo.
- Kamisa i di sil.
- Elis e kumpu di selis, ami
n’ na kumpu di mi.
Quello là è mio.
Il gatto non è nostro, è
vostro.
La camicia è sua.
Essi hanno costruito il loro,
io sto costruendo il mio.
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DI + pronome personale
complemento indiretto
DI
DI
DI
DI
DI
DI
MI
BO
SIL
NOS
BOS
SELIS
 mio
 tuo
 suo
 nostro
 vostro
 loro
12. IN CUCINA
Fatima na finka kaleron na
fugu, i na pui un bokadu di
siti, dipus i na buri sebola,
ora ki sebola kusidu, i na
buri iagu.
Na fin, i na pui padas di
kamati ku batata.
I ta bulbuli ku kalma.
- No kontra ku omi i na
tcoraba.
- I entra, ninguin ka odjal.
- N’ ka sibi si n’ dibi di
ngabau o kritikau.
- N’ misti bai ma n’ ka pudi.
Fatima mette la pentola sul
fuoco, mette un po’ di olio
di palma, poi aggiunge la
cipolla. Quando la cipolla è
cotta, aggiunge dell’acqua.
Alla fine, mette pezzi di
pomodori e di patate.
Mescola con un mestolo.
Abbiamo incontrato un
uomo che stava piangendo.
E’ entrato, nessuno l’ha
visto.
Non so se devo lodarti o
criticarti.
Voglio andare ma non posso.
19. Struttura della frase
La struttura della frase è SVO:
soggetto + verbo + complemento
Il soggetto viene sempre espresso
(ad eccezione della 2ª pers. sing.
dell’ imperativo affermativo).
Normalmente, il complemento
oggetto segue il verbo
Generalmente le frasi sono legate
tra loro attraverso:
- la semplice giustapposizione
- la punteggiatura (virgole, punti)
- le congiunzioni KU, MA, O
VOCABOLARIO – IN CUCINA
pentola  kaleron/panela
mestolo  kalma
coltello  faka
pentolino  kasarola
cucchiaio  kudjer
fornelli  fugon
padella
 fritadera
forchetta  garfu
piatto
 pratu
PROVERBIO: Saku limpu ka ta firma!
(un sacco vuoto non sta in piedi  senza mangiare non si è in grado di lavorare)
Come si prepara il siti (olio di palma)
Kuma ki siti ta kumpudu
Ora ki tceben burmedju, si katcu ta kortadu, i
ta pantcidu, dipus i ta firbintidu na un tanki
garandi. Ora ki tceben boia, no tene siti.
Quando il frutto della palma è maturo, la sua
scorza dev’essere tagliata, sminuzzata, poi
cotta in un grande recipiente. Quando il
frutto della palma bolle, otteniamo il siti.
23
13. IL CORPO UMANO
- Mariu duensi propi.
- I bardadi. Bariga na del.
- I dibi di bai nunde mediku!
- N' na lebal la amanha, si i ka sinti mindjoria
Mario sta proprio male.
E’ vero. Gli fa male la pancia.
Deve andare dal dottore!
Lo porterò là domani, se non si sente meglio.
- Kuma di bu fidju?
- I duensi sumana pasada, gosi i mindjoria,
ma i ka san inda.
- N' odja Pedru, n' kuda i duensi tan.
- Ke ki tenel?
- Febri panhal.
Come sta tuo figlio?
Si è ammalato la settimana scorsa, ora sta
meglio ma non sta ancora bene del tutto.
Ho visto Pietro. Penso che anche lui sia malato.
Che cos’ha? (“che cosa lo possiede”)
Ha la febbre (“la febbre lo ha preso”).
LE PARTI DEL CORPO:
corpo  kurpu
occhio  udju
mento  barba
bocca  boka
collo
 garganti
polmone  bof-bof
pancia  bariga
mano
 palmu di mon
gamba  perna
pelle  pele
testa
 kabesa
naso
 naris
barba  kabelu di barba
dente
 dinti
petto
 pitu
schiena  kosta
ombelico  biku
dito
 dedu
piede
 pe
sedere  rabada
organi genitali maschili  matcundadi
capelli
orecchio
baffi
lingua
cuore
seno
braccio
unghia
ginocchio
 kabelu
 oredja
 bigodi
 lingu
 korson
 mama
 mon
 unghia
 djudju
organi genitali femminili  midjerindadi
20. Verbi TEN/TENE
- Sumu ten.
- Fos ka ten.
C’è del succo.
Non ci sono fiammiferi.
TEN  c’è, ci sono
- Anos, no ka tene fiansa nel.
Noi non abbiamo fiducia in lui
TENE  verbo avere
- Dus sinema ki ten na
Mansoa i ka tene spasu pa
risibi manga di djintis.
I due cinema che ci sono a
Mansoa non hanno spazio per
accogliere molte persone.
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(idea di possesso)
- Sinhor, ten pena di nos!
- Ten pasensa, djudan!
Signore, abbi pietà di noi!
Per favore, aiutami!
- Eccezioni:
TEN PENA
 avere pietà
TEN PASENSA  per favore
Alcune malattie
febbre
tosse
sifilide
pus
 febri
 tusi
 siflis
 materia
diarrea
AIDS
TBC
epilessia
Kabesa na den.
Garganti na den.
Aos n’ ka sta diritu.
N' lanha mon.
N’ dibi di bai ospital.
Mariu tene naris ki na tcubi.
I kobra ki murdil na pe.
Ora ku na bedju, bu na pirdi kabelu.
Djon duensi? Nau, i kansa nan son.
 panga bariga
 sida
 tuberkulozi
 epilepsia
morbillo 
filariosi 
malaria 
sarampu
kantimbon
paludismu
Mi fa male la testa.
Mi fa male il collo/la gola.
Oggi non mi sento bene.
Mi sono tagliato il braccio.
Devo andare in ospedale.
Mario ha il naso che cola (gocciola).
E’ un serpente che l’ha morso sulla gamba.
Quando sarai vecchio, perderai i capelli.
Giovanni è malato? No, è solo stanco.
Tarbadju di kasa - Skirbi nomi di tudu kusa ku kunsi:
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