il linguaggio grafico del bambino dall`età prescolare alla prima

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il linguaggio grafico del bambino dall`età prescolare alla prima
IL LINGUAGGIO GRAFICO DEL
BAMBINO
DALL’ETÀ PRE-SCOLARE ALLA 1^ ALFABETIZZAZIONE
DOCENTE RELATORE:
DIRIGENTE SCOLASTICO
dott.ssa M. Tiziana Santomauro
PREMESSA
Il bambino per istinto è attratto dalle tracce
lasciate sul foglio, quali tracce di sé che si
trasformano e modificano in linee, tratti,
puntini, forme sempre più vicine alla realtà.
I segni diventano immagini e
i colori attribuiscono una connotazione
affettiva a quei segni in grado di
comunicare/esprimere come un vero e
proprio LINGUAGGIO.
STADI E CARATTERISTICHE DELL’EVOLUZIONE DEL
DISEGNO INFANTILE:
LO SCARABOCCHIO
•
•
15 MESI
•
22 MESI
•
•
3 ANNI
•
Disegnare per disegnare, per
lasciare tracce casuali mediante il
movimento della mano che impugna
un mezzo grafico su una
superficie in grado di registrare il
gesto.
Le tracce grafiche sono
intenzionali, correlate ad un
perfezionamento della
coordinazione visuo-motoria:
gesto finalizzato; tratti verticali,
orizzontali e circolari.
Primi tentativi di
rappresentazione della figura
umana con l’uso della forma
rotonda anche per i particolari in
continua evoluzione.
STADI E CARATTERISTICHE DELL’EVOLUZIONE DEL
DISEGNO INFANTILE:
PRE- SCHEMATISMO
1.
• 4 – 7 ANNI
INIZIALE
SVILUPPO DI
SIMBOLI;
2. PRIME
RAPPRESENTAZION
I DELLA FIGURA
UMANA
3. RAFFIGURAZIONE
DELLA
REALTA’ESTERNA
STADI E CARATTERISTICHE DELL’EVOLUZIONE DEL
DISEGNO INFANTILE:
SCHEMATISMO
1.
• 7 – 9 anni
Prosegue lo sviluppo
di simboli;
2. Si nota uno schema
per le figure umane,
gli oggetti, la
composizione, il
colore;
3. Si afferma l’uso di
una linea base
STADI E CARATTERISTICHE DELL’EVOLUZIONE DEL
DISEGNO INFANTILE:
REALISMO
•
9 – 11 anni
1.
Miglioramento dell’abilità di
rendere profondità spaziale e
colore della natura;
2.
Aumento della rigorosità
dell’espressione artistica;
3.
Consapevolezza della figura
umana e dell’ambiente;
Aumento dei dettagli;
4.
5.
Comparsa di tecniche,
sfumature, personalizzazioni,
rappresentazione dei
sentimenti.
IL linguaggio grafico:
tipica espressione dell’uomo
La persona struttura ed usa linguaggi
mediante funzioni intellettive complesse,
le cui strutture psichiche si evolvono seguendo delle tappe
(J. Piaget)
Già il neonato conosce l’ambiente esterno
e sviluppa l’intelligenza utilizzando condotte motorie
e la correlata attività percettiva:
INTELLIGENZA PERCETTIVA o SENSOMOTORIA.
Le soluzioni adottate a livello cognitivo
sono espresse mediante atteggiamenti percettivo-motori.
IL linguaggio grafico
e la funzione rappresentativa
• Gli atti d’intelligenza vanno oltre il campo percettivomotorio e includono la capacità rappresentativa.
• Il bambino può rievocare mentalmente il contenuto di
esperienze precedenti e non più presenti percettivamente.
• Il bambino può organizzare mentalmente le percezioni
grazie alla MEMORIA, con la quale rievoca col pensiero ciò
che si è percepito precedentemente, mantenendo l’immagine
rappresentativa dell’oggetto stesso.
IL CAMPO RAPPRESENTATIVO E’ PIU’ AMPIO RISPETTO
ALL’ORIZZONTE PERCETTIVO.
LA FUNZIONE RAPPRESENTATIVA
DETERMINA LO SVILUPPO DEL
LINGUAGGIO
LINGUAGGIO
=
Segno orale-scritto-grafico usato per definire la realtà di cui
il soggetto possiede il concetto, costruito attraverso la
funzione rappresentativa (SIGNIFICATO),
con l’uso di un mezzo differente dalla realtà (SIGNIFICANTE)
PROCESSO SEMIOTICO
( ad es. la parola ALBERO (significante), evoca la REALTA’
ALBERO (significato), ma è diversa dalla realtà albero
stessa).
IL linguaggio grafico
AREA DELLA
RAPPRESENTAZIONE
AREA DEL LINGUAGGIO
ORALE
GRAFICO
MIMICO
REALTA’ – CONCETTO
SIGNIFICATO
FUNZIONE
Processo di
SIGNIFICANTE
SEMIOTICA
significazione
IL linguaggio grafico – i linguaggi
L’uomo sviluppa una pluralità di linguaggi
grazie al nesso tra significato e
significante ( parola, disegno, suono,
gesto,drammatizzazione).
• Linguaggio gestuale: movimenti del corpo;
• Linguaggio grafico: schemi grafici;
• Linguaggio orale: emissioni foniche
CODICI LINGUISTICI:
SISTEMI DI SIGNIFICANTI.
IL LINGUAGGIO GRAFICO E IL DISEGNO:
2 LINGUAGGI TIPICI DELL’ETA’INFANTILE
IL LINGUAGGIO ORALE
Consente di risalire al
significato solo se si
appartiene o si conosce la
cultura in cui si utilizza quel
significante.
La PAROLA è un segno
convenzionale proprio di una
cultura, in cui un dato oggetto
viene denominato con un
determinato nome
convenzionalmente utilizzato.
E’ vasto e articolato.
IL LINGUAGGIO GRAFICO
È caratterizzato da una
comunicazione immediata. Il
disegno ad es. consente di
risalire dal significante al
significato, dallo schema
grafico alla realtà
rappresentata.
L’aspetto iconico è una
caratteristica significativa del
disegno infantile.
IL DISEGNO
E’ UN LINGUAGGIO
DI TIPO ICONICO.
IL LINGUAGGIO GRAFICO
• Utilizza SCHEMI GRAFICI, non parole, che devono
somigliare percettivamente alla realtà da rappresentare;
• Il suo avvio coincide con il raggiungimento dell’ICONISMO
RAPPRESENTATIVO, dopo lo scarabocchio, verso la
strutturazione dei primi schemi;
• Il suo sviluppo diventa un’attività tesa a saper produrre
messaggi iconici e, al tempo stesso, “leggere” quei messaggi
già nella s. dell’infanzia.
• I GRAFISMI, propri del bambino di 3-4 anni, non sono dei
veri e propri messaggi comunicativi, poiché non sono ancora
utilizzati in senso iconico, tali da evocare nella mente
dell’osservatore, l’oggetto rappresentato e avviare il
processo semiotico, così come avviene per i vocalizzi e
balbettii (privi ancora di significato comunicativo verbale)
L’EVOLUZIONE
DELLE PRODUZIONI GRAFICHE
• Le prime manifestazioni del disegno infantile,
intese come prodotti iconici, si hanno verso l’inizio
del 3° anno, anche se l’attività figurativa compare
verso la fine del 2° e non sono rari i casi in cui i
bambini organizzano i loro disegni verso i 4-5 anni;
• La genesi temporale della produzione graficoiconica è connessa al ritmo di maturazione psicofisica. La presenza di eventuali disturbi di una o
più funzioni inibisce la capacità espressiva e la
manifestazione dell’attività raffigurativa;
• Il fattore motivazionale è in grado di incidere
positivamente o negativamente sulle produzioni
grafiche del bambino.
L’EVOLUZIONE DELLE PRODUZIONI GRAFICHE:
INIZIO DELLA FASE PRE-ICONICA
LO SCARABOCCHIO
E’ un segno grafico lasciato da un mezzo grafico guidato dalla
mano che compare intorno ai 18 mesi. La strutturazione dei
gesti alla base dell’azione è dovuta alle molteplici precedenti
esperienze:
• Tracciare segni con le dita nel cibo o nell’acqua;
• Schiacciare, rompere, solcare, tagliare, segnare trasferire,
lasciare impronte e tracce di sé nell’intento di scoprire gli
oggetti, essere autore e produttore di avvenimenti;
• Deambulare
attraverso cui il bambino amplia le sue capacità esplorative e ne
diventa consapevole grazie al ruolo dei genitori (rimproveri,
gratificazioni, tentativi di intepretazioni soggettive)
L’EVOLUZIONE DELLE PRODUZIONI GRAFICHE:
INIZIO DELLA FASE PRE-ICONICA
LO SCARABOCCHIO MOTORIO
Il gesto, l’attività cinestetica si è obiettivata,
ha cioè lasciato un segno.
Il bambino comprende la sua capacità di poter produrre grafismi e
scarabocchi.
•
Questi primi segni grafici non hanno forme, né direzioni; si diversificano a
seconda della diversa posizione del bambino che disegna.
•
In seguito, il bambino produce segni grafici di forma ovoidale, ellittica,
circolare, più o meno arrotondata, con un solo colore che coprono spesso
tutta la superficie del foglio e, spesso, fuoriescono dai margini. La
pressione è continua. Il bambino, positivamente motivato, in questa fase
chiede fogli di continuo.
•
Verso il 3° anno le tracce grafiche le tracce grafiche assumono
configurazioni paraboliche; le linee formano fasci con direzioni oblique; i
segni grafici diventano linee parallele verticali e orizzontali rispetto al
piano del foglio. La direzione è più marcata verso il corpo del bambino.
INIZIO DELLA FASE PRE-ICONICA:
LA FORMA
Le forme dei grafismi
sono correlate all’organizzazione delle funzioni motorie.
• All’inizio sono caotiche, dovute a movimenti poco coordinati in
relazione alla presa palmare che impedisce una costante visione dei
tracciati. I segni grafici assumono configurazioni rotatorie che
escono dai margini per la scarsa capacità di controllo fine dei
movimenti. L’interruzione della traccia grafica, molto marcata,
avviene per la richiesta di altri fogli.
• Con il progressivo movimento dell’avambraccio, il bambino è in grado
di eseguire tracciati parabolici non circolari (presa palmare). Per
variare la collocazione dei tracciati sul foglio e la loro direzione, il
bambino sposta il foglio e non l’appoggio del gomito.
CON IL MIGLIORAMENTO E L’AFFINAMENTO DELLE CAPACITA’
MOTORIE DEGLI ARTI SUPERIORI E DEL MONDO PSICHICO
(CAPACITA’ PERCETTIVE) SI VERIFICA UNA PROGRESSIVA
EVOLUZIONE DEI SEGNI GRAFICI
LO SCARABOCCHIO MOTORIO
•
•
•
•
•
.
Il bambino segue le particolari forme grafiche che
va tracciando;
Prende coscienza dei propri movimenti;
Scopre le correlazioni fra i suoi gesti e i segni
grafici, gli effetti delle sue azioni (relazione
causa-effetto);
Rallenta i gesti motori a favore di un’intensa
produzione di scarabocchi misti;
Si sofferma sulla linea avviandosi a forme
grafiche meglio strutturate.
LO SCARABOCCHIO COORDINATO:
scarabocchio intenzionale
Con la maturazione delle funzioni neuro-motorie,
• lo scarabocchio si organizza, scompaiono i tratti marcati,
compaiono i ghirigori, le linee diventano tortuose;
• Attraverso gli esercizi ripetuti, il bambino evita
sovrapposizioni di linee e chiede altri fogli;
• I segni assumono configurazioni circolari irregolari o
quadrangolari;
• Il bambino permane più a lungo sullo stesso foglio;
• I segni grafici diventano più minuziosi in relazione alla
maggiore dinamicità polso-mano (prensione digitale).
FINALIZZAZIONE DEI MEZZI GRAFICI:
• Il bambino fa iniziare intenzionalmente le proprie tracce
grafiche da un punto determinato e guidarle fino a punti
prestabiliti.
LA PRIMA CONQUISTA:
LA FIGURA UMANA
• L’interesse per la figura umana sta
indicare una precisa direzione
dell’esperienza del bambino e dei
contenuti che rappresenta
graficamente.
• La prima figura umana è composta da
elementi essenziali: testa- gamba o
solo testa.
LA PRIMA CONQUISTA:
LA FIGURA UMANA
• Occorre evitare ogni tentativo teso a
limitare, contenere, correggere;
• Occorre evitare domande inutili:
“Fai sempre gli omini? –
• Favorire la tendenza a produrre elaborati
grafici orientati alla presenza di persone:
“IO e…la mamma, il papà, i fratellini, gli
amici….”
L’EVOLUZIONE
DELLA FIGURA UMANA
3 anni
4 anni
5 anni
6 anni
Capelli
Gambe
Tronco
Piedi
Capelli
Gambe
Tronco
Braccia
Piedi
Capelli
Gambe
Tronco
Braccia
Mani
Viso
Bocca
Occhi
Naso
Piedi
Capelli
Gambe
Tronco
Braccia
Mani
Dita
Viso
Bocca
Occhi
(Orecchie)
Naso
Viso (naso)
Bocca
Occhi
6,5 tratti
Viso (naso)
Bocca
Occhi
8,5 tratti
10 tratti
11,7 tratti
LO STADIO
PRE-SCHEMATICO
• Si tratta di una fase preparatoria al
raggiungimento delle forma grafiche:
gli SCHEMI.
• Ogni schema è più o meno ricco a
seconda delle conoscenze attive che
il bambino riesce ad esprimere in
termini figurativi.
LO STADIO PRE-SCHEMATICO
• Il bambino impara a TRASFERIRE NEL
DISEGNO le conoscenze, intese come
continue scoperte, attraverso la
costruzione di schemi ricchi e dinamici,
risultato di una continua provocazione
della sua esperienza.
Domande utili
• Che cosa hai disegnato?
• Che fa quella persona?
• Dove sono le mani? Non ci sono? Le
disegnerai la prossima volta!....
LO STADIO PRE-SCHEMATICO
In genere al termine della s. dell’infanzia
• Il testa-piedi, diventa testa-piedi-braccia… e si
aggiungeranno gli schemi uomo-albero-casa-spazio-coloreanimale-fiore….
• Le figure non sono più isolate, bensì organizzate in un tutto
unico in relazione alla idea generale che è nella mente del bambino.
•
E’ possibile che il bambino si scoraggi e tenda a ripetere gli stessi
disegni.
•
Sarebbe opportuno impegnare graficamente il bambino nel terreno
noto alla sua esperienza che lo ha visto protagonista o partecipe:
IO e il gioco a scuola, IO e la mia casa, IO e la mia festa di
compleanno….
LO STADIO PRE-SCHEMATICO
Spesso può verificarsi
la REGRESSIONE a stadi inferiori
proprio per l’insicurezza determinata da
vissuti personali o da un errato rapporto
educativo.
Affermazioni inutili
“Smetti di pasticciare – Guarda come si fa –
Hai fatto la testa troppo grossa – Fai
meglio le mani – Sbrigati- Come sei lento”
LA COMPARSA DELL’INTENTO RAPPRESENTATIVO:
LA PRESENTAZIONE
• I segni grafici divengono rappresentativi, legati
nel rapporto significante/significato;
• I segni grafici acquisiscono significato semiotico
ed aprono la via al linguaggio iconico (come la
pronuncia dei primi morfemi dopo la lallazione);
• Lo scarabocchio viene associato ad un nome;
• IL BAMBINO CERCA DI ATTRIBUIRE ALLA
TRACCIA GRAFICA LA RAPPRESENTAZIONE
DELLA REALTÀ, DI UN OGGETTO.
LA PRESENTAZIONE
Anche se per un osservatore è difficile
identificare i grafismi prodotti dal
bambino anche dopo la denominazione, per
il bambino sono riconoscibili,
contestualizzati e affatto casuali.
Spesso, imitando i grafemi della lingua
scritta, il bambino rimanda all’adulto la
capacità di “leggere” ciò che è disegnato.
LA PRESENTAZIONE
•
•
•
•
•
•
Le unità grafiche incominciano a differenziarsi per grandezza e colore
(presentazione formale).
Le rappresentazioni presentano campiture cromatiche.
La limitata capacità di lettura, decodificazione, interpretazione e
rappresentazione della realtà rende ancora lontani questi prodotti
dall’iconismo.
La presenza di UNA PERCEZIONE GENERICA SINCRETICA (3/4anni) non
consente di cogliere rapporti analitici tra le “cose” che si traduce in
un’assenza di particolari nelle rappresentazioni.
La scoperta degli oggetti (non delle loro caratteristiche), fa sì che tracce
rotonde o linee non rappresentano oggetti di quella forma, ma oggetti che il
bambino vuole disegnare.
La percezione dell’inadeguatezza dei suoi tracciati richiede l’uso della lingua
verbale. E’ la perplessità dell’adulto nella lettura dei suoi disegni che lo
stimola a migliorare le sue rappresentazioni, analizzando gli oggetti e la loro
collocazione nello spazio.
IL BAMBINO SCOPRE LA NECESSITA’ DI USARE TRATTI
CONVENZIONALI, NON APPARTENENTI AL CODICE GRAFICO:
PRIMI SCHEMI ICONICI.
I PRIMI SCHEMI ICONICI
• Si tratta di schemi che trovano corrispondenza
con particolari categorie di oggetti (schema uomo,
casa, albero, sole) che somigliano agli oggetti
rappresentati e possono essere decifrati
dall’adulto.
• I TRATTI SEMPLICI E ORGANIZZATI
ASSUMONO UNA CARATTERIZZAZIONE
ICONICA (ICONISMO).
• Si tratta di schemi caratterizzati da un’errata
collocazione spaziale, schemi piatti dovuti
all’incapacità di cogliere distanze, dimensioni,
simmetrie e da una percezione dei rapporti
spaziali TOPOLOGICI (ordine, vicinanza,
inclusione).
I PRIMI SCHEMI ICONICI:
gli “errori”
• Il bambino all’inizio tende ad applicare uno
stesso schema agli oggetti di una stessa
classe (schema casa). Produce disegni dal
vero, nominando l’oggetto, senza averlo
davanti.
• La RIPETIZIONE è indice anche della
difficoltà a strutturare nuovi moduli
rappresentativi, di insicurezza di fronte ad
un nuovo oggetto da disegnare, di paura di
sbagliare. Lo schema già noto è più
soddisfacente.
I PRIMI SCHEMI ICONICI:
gli “errori”
Nelle presentazioni si osserva verso i 3-4 anni:
• il RIBALTAMENTO la raffigurazione degli
oggetti o delle persone mediante il solo
mutamento dell’inclinazione dell’asse dello schema
che rimane identico (persone/oggetti coricati);
• La TRASPOSIZIONE DI SIGNIFICATI negli
schemi, per cui lo schema uomo diventa lo schema
cane con la testa umana (animismo), ottenuto
aggiungendo allo schema iniziale (uomo) particolari
più pertinenti e discriminanti più attenti ai
caratteri della realtà (cane).
I PRIMI SCHEMI ICONICI:
gli “errori”
• Man mano che il bambino, per rappresentare una
realtà inserisce per la prima volta una nuova
caratteristica, la mette in contrasto con lo
schema generale, in modo da farla risultare
ingrandita.
• Il modulo iconico assume un significato sempre più
descrittivo, ma evidenzia una MANCANZA DI
SINTESI.
• Con la ripetizione questa situazione si risolve: il
bambino organizza il suo disegno riproducendo un
oggetto attraverso linee, le parti dell’oggetto
stesso.
IL DISEGNARE UNO SCHEMA EQUIVALE
ALLA ENUMERAZIONE DELLE PARTI
COSTITUTIVE DELL’OGGETTO.
IN ETA’ INFANTILE
IL BAMBINO
DISEGNA CIO’ CHE CONOSCE COME
ESISTENTE, CIO’ CHE SA
E NON CIO’ CHE VEDE.
Ne consegue la caratteristica
assenza di prospettiva
I PRIMI SCHEMI ICONICI:
gli “errori”
• Intorno ai 4 anni, il bambino tralascia la
prospettiva ottica e rappresenta la realtà in
termini realistici non visivi: TRASPARENZA.
• Raffigura parti o oggetti che non è possibile
vedere, ma sono graficamente rappresentati come
se le parti sovrastanti siano trasparenti: case
prive di muri in cui si vedono arredamenti e
persone.
• Solo verso i 5 anni circa tale caratteristica
scompare; scompare il realismo e i bambini
disegnao ciò che vedono;
• Compaiono i CORPI OPACHI.
TIPI DI
RAPPRESENTAZIONE ICONICA
IL DISEGNO ANALITICORAPPRESENTATIVO
CERCA DI RIPRODURRE LA REALTA’
SECONDO LE
CARATTERISTICHE
DELL’OGGETTO, COSI’ DA
POTER OFFRIRE UNA
FOTOGRAFIA.
LA RAPPRESENTAZIONE E’
ANALITICA e richiede l’impegno
delle capacità percettive e
intellettive.
GLI SCHEMI SONO PRECISI, chiari,
riconoscibili.
IL BAMBINO ENUMERA E
DENOMINA CIO’ CHE STA
DISEGNANDO mentre disegna.
IL DISEGNO NARRATIVO
IN CUI L’INTENTO NARRATIVO
DOMINA QUELLO ANALITICO
RAPPRESENTATIVO.
LA PRODUZIONE/
RAPPRESENTAZIONE E’ CAOTICA,
le figure a volte sovrapposte ma
con una logica interna.
LO SFORZO MAGGIORE E’
DEDICATO ALLA NARRAZIONE.
Alla successione temporale del
racconto non corrisponde una
successione grafico-spaziale delle
sequenze.
IL DISEGNO E’ SINCRONICO, dalle
sequenze indistinte.
IL DISEGNO NARRATIVO
Quando il bambino riuscirà a focalizzare,
dividere il racconto in sequenze
e dedicare a ciascuna un parte del foglio,
si potranno osservare scene meno curate nei
particolari,
ma emergeranno scelte creative
di soluzioni grafiche attuate dal bambino:
DISEGNO SINCRONICO
DISEGNO DIACRONICO
LO SPAZIO GRAFICO
Esiste una stretta correlazione tra schemi e spazio
grafico, la superficie su cui il bambino traccia
intenzionalmente le proprie rappresentazioni in
termini di:
• Posizione dello spazio grafico;
• Quantita’ dello spazio grafico inglobata nello
schema grafico
che rispondono a precise leggi psicologiche legate
alla SIMBOLOGIA DELLO SPAZIO.
La posizione degli schemi nello spazio è una
caratteristica importante dei disegni infantili in
grado di individuare l’età del bambino.
LO SPAZIO GRAFICO
Lo SPAZIO per il bambino è ciò che lo
circonda;
Gli oggetti vengono disposti così come il
bambino li intende: egli non è un essere che
poggia i piedi per terra circondato da
oggetti con una precisa collocazione
spaziale.
Il bambino esprime concetti come: “ qui c’è
un albero, c’è una persona, una macchina, …”
non ha l’esigenza di mettere gli schemi in
relazione tra loro.
•
•
•
•
•
ASSENZA DI RIFERIMENTI
SPAZIALI (2-3 ANNI)
Il bambino colloca i suoi schemi, alternando
continuamente il verso del foglio;
Gli schemi non sono correlati tra loro;
Ogni figura/rappresentazione è
indipendente dalle altre;
Anche sul piano linguistico i
termini/enunciati non hanno legami
sintattici;
Il concetto di spazio grafico del bambino è
diverso da quello dell’adulto.
PRIMA MANIFESTAZIONE
DELL’ORIENTAMENTO
SPAZIALE (3-4 ANNI)
Gli schemi
•
Rispettano la coordinata spaziale verticale;
•
Considerano la direzione alto/basso anche se collocati in zone diverse del
foglio (arti inferiori paralleli – figure parallele);
Rispettano la coordinata spaziale dell’altezza;
I personaggi sono posti su una linea ideale, il piano base che determina il
ricorso alla linea di terra e di cielo;
La LINEA DI TERRA diviene un supporto sul quale si reggono le figure;
Gli omini hanno in genere la testa in alto e i piedi in basso;
Le figure sono sopra una linea orizzontale, la terra, il suolo dipinto in genere
con colori scuri o verde; quella superiore , il cielo, di colore azzurro o blu;
La linea cielo serve ad orientare lo spazio indicando ciò che sta sopra i
personaggi.
•
•
•
•
•
•
USO DELLA LINEA
TERRA-CIELO (4-5 ANNI)
L’uso della linea terra-cielo come derivazione del piano base non
può essere insegnato.
• A volte si verifica un uso non funzionale della linea terracielo.
• E’ importante il significato dato dall’adulto/genitore:
abbellimento o elemento di organizzazione del disegno?
• Se non viene utilizzata come derivazione del piano base,
con la diventa una linea da mettere in basso al foglio,
privata della funzione strumentale e del suo significato
spaziale, usata perchè “deve”.
• Accade che spesso il bambino utilizzi prevalentemente la
parte inferiore del foglio in relazione alla conquista della
linea-terra (3-4 anni)
SIMBOLISMO
DELLO SPAZIO GRAFICO
ZONA INFERIORE: degli istinti primordiali, di
conservazione della vita, elettiva degli astenici,
dei nevrotici e dei depressi;
ZONA SUPERIORE: dell’espansione,
dell’immaginazione, dei sognatori e degli idealisti;
ZONA SINISTRA: del passato, di chi tende a
regredire verso l’infanzia, verso le origini
(angolo), dell’introversione, dell’immagine materna;
ZONA DESTRA: dell’avvenire, della realizzazione del
successo (angolo), del futuro, dell’estroversione,
dell’immagine paterna;
La DIAGONALE tra queste 2 zone rappresenta la
linea della vita, il grafico del progresso.
SIMBOLISMO
DELLO SPAZIO GRAFICO
secondo le teorie psico-analitiche
I bambini che disegnano:
• Nella metà superiore hanno più possibilità di successo e
mirano al suo conseguimento (per gli adulti, invece,
indicherebbe mancanza di fiducia in se stessi);
• Sul lato sinistro sarebbero portati all’introversione in
quanto hanno maggiore coscienza di sé;
• In fondo alla pagina indicano stabilità e calma;
• Al centro sono indice di equilibrio, buon adattamento,
egocentrismo;
• Sul lato destro, denotano ribellione, nichilismo.
SIMBOLISMO
DELLO SPAZIO GRAFICO
In campo didattico,
e’ più concreto cogliere come
la conquista dello spazio grafico
e la distribuzione degli schemi,
inquadrati nell’ambito
del processo grafico,
seguono una logica di tipo
grafico- rappresentativa.
SIMBOLISMO
DELLO SPAZIO GRAFICO:
un processo grafico
1.
2.
1.
2.
3.
Organizzazione spaziale intrinseca all’uso
del foglio;
Comprensione della necessità
del piano – base;
Apprendimento grafico;
Rispetto delle coordinate spaziali;
Organica rappresentazione grafica alla
base della scelta dello spazio grafico.
SIMBOLISMO
DELLO SPAZIO GRAFICO: proporzionalità
La progressiva conquista
dello spazio grafico fa emergere
un’altra caratteristica
del disegno infantile:
il mancato rispetto
dei rapporti di
proporzionalità interna tra schemi.
LO SPAZIO GRAFICO: LA SPROPORZIONE
Ne derivano schemi grafici
caratterizzati da:
UNIFORMITA’:
tutti i personaggi hanno la stessa
discriminazione quantitativa negli
schemi.
LO SPAZIO GRAFICO: LA SPROPORZIONE
ASSENZA DI PROPORZIONI
Le persone, anche se realizzate con
schemi differenziati, secondo un
criterio di quantità di elementi, in
realtà non presentano discriminazione
sul piano delle dimensioni:
la figura umana risulta
più grande o più piccola.
LO SPAZIO GRAFICO: LA SPROPORZIONE
RISPETTO PARZIALE DELLA PROPORZIONALITA’
Lo schema padre, ad es. è solo maggiorato rispetto
ad uno schema-figlio.
La caratteristica soluzione grafica
si evolve, nell’arco della s. dell’infanzia, in relazione
alla maturazione dello sviluppo cognitivo
in ordine ai concetti di grandezza, misura,
ma permangono fattori emotivi,
soprattutto nella rappresentazione
del nucleo familiare,
in relazione al legame affettivo.
IL CROMATISMO GRAFICO
IL COLORE E’ UN ELEMENTO FONDAMENTALE
DEL CODICE GRAFICO-ICONICO.
Nella relazione esistente fra il disegno-schema ed il colore,
il bambino utilizza il colore
per identificare-caratterizzare – descrivere
una realtà raffigurata e per esprimere reazioni emotive di
fronte ad una realtà.
IL COLORE, PROPRIO DELLA REALTA’ POLICROMA,
AVVINCE IL BAMBINO SUL PIANO PERCETTIVO.
LA SCELTA E L’IMPIEGO DEL COLORE E’ CORRELATA
ALL’EVOLUZIONE PSICOLOGICA ED ALLA
MATURAZIONE DELLE FUNZIONI INTELLETTIVE,
piuttosto che alla sensibilità soggettiva.
IL CROMATISMO GRAFICO
• Nella fase dello scarabocchio motorio e
coordinato, il colorare non attrae molto il bambino,
impegnato nel piacere provato nel produrre segni.
La scelta è subordinata al tracciato grafico.
Al bambino, in questa fase, occorre offrire
l’opportunità di tracciare linee per migliorare la
sua coordinazione motoria.
Suggerimenti utili
• Il pennello ha un’impugnatura difficile; le
sgocciolature distrarrebbero il bambino dalla sua
attività grafica;
• I colori a dita attraggono il bambino per la
pastosità con lo stesso effetto del pennello.
IL CROMATISMO GRAFICO
Nella fase della presentazione il bambino:
• usa i colori in modo sempre più intenzionale;
• attribuisce funzioni rappresentative alle tracce
grafiche;
• scopre il cerchio come significativo della “cosità”
delle cose;
• arricchisce lo schema-cerchio di particolari
cromatici coerenti con la sua visione sincretica;
• utilizza il colore per caratterizzare le forme
chiuse che per lui hanno un significato:
CAMPISMO CROMATICO.
CAMPISMO CROMATICO
•
Il bambino riempie le prime figure geometriche di colore,
incominciando ad abbinare i concetti di pieno/chiuso.
•
LA SCELTA DEI COLORI CADE prevalentemente SU TINTE
SATURE E PRIMARIE: ROSSO-GIALLO.
Il bambino accosta di solito colori molto contrastanti per dare
risalto alle cose rappresentate: giallo/ross, verde/rosso,
nero/giallo… .
NON E’ POSSIBILE SCOPRIRE UNA RELAZIONE FRA IL
COLORE USATO E LE REALTA’ DENOMINATE DAL BAMBINO,
se non l’evoluzione delle sue realtà percettive e verbali.
Alcune ricerche hanno evidenziato che il bambino usa in modo
particolare i colori che ha denominato per primi.
•
•
•
•
•
Prevale in quest’età l’uso frequente del rosso-giallo-arancio.
Più inusuale l’uso del grigio-rosa-blu-marrone, non subito conosciuti.
IL CROMATISMO GRAFICO
• Verso i 4-5 anni i bambino abbandonano le forme
geometriche e traducono le realtà percettive con
l’ausilio del solo colore.
• IL COLORE DIVIENE UN VERO E PROPRIO
CODICE ESPRESSIVO, in grado di rappresentare
una particolare esperienza emotiva;
• Viene impiegato per rappresentare l’accettazione
o il rifiuto di determinate realtà.
• LA SCELTA CROMATICA DIVIENE
L’ESPRESSIONE DI PARTICOLARI REAZIONI
EMOTIVE AGLI STIMOLI AMBIENTALI.
IL CROMATISMO GRAFICO
Nella fase dello schematismo l’attenzione alla
produzione di schemi determina la contrazione
dell’impiego del colore. Ritornano i segni grafici
monocromatici.
Successivamente all’assestamento dei primi schemi,
il bambino torna a colorare per “vestire” il disegno
e renderlo più evidente e riconoscibile a chi lo
osserva.
Progressivamente la stereotipia di alcuni schemi
determina una stereotipia anche nel colore:,
erba/verde, sole/giallo, cielo/azzurro ….
IL CROMATISMO GRAFICO
• La caratterizzazione dell’oggetto attraverso lo
schema e la cristallizzazione del colore dello
schema stesso si realizzano in modo sincrono.
Vengono usati prima i colori più conosciuti, più
vivaci e brillanti.
• Successivamente il colore viene scelto
intenzionalmente per riprodurre alcune
caratteristiche cromatiche dell’oggetto:
RELAZIONE COLORE-OGGETTO.
• Un colore, colto percettivamente, può diventare il
colore generale della rappresentazione o di tutta
la figura, ad es. il colore del vestito della mamma…
IL CROMATISMO GRAFICO
• Verso il 5° anno i disegni divengono
più realistici. La scelta dei colori è
ancora condizionata da pressioni
adulte verso i colori non usati, verso
l’alternanza cromatica.
• Verso il 6° anno il bambino si avvia
verso il REALISMO CROMATICO
IL REALISMO CROMATICO
• Il colorare, un’intensa e prolungata attività motoria della
mano, consente il perfezionamento della coordinazione
motoria.
I DISEGNI INFANTILI SI CARATTERIZZANO PER
• Una stesura incidentale che attribuisce alla traccia colorata
la stessa funzione della traccia grafica dello schema al posto
della matita;
• Una stesura parziale per cui in alcuni disegni solo alcune
parti sono ricoperte dal colore;
• Una stesura totale su tutto lo spazio grafico, dal momento
che il bambino resiste di più alla fatica necessaria all’azione
della coloritura.
• Alle tracce grafiche confuse, discontinue, uscenti dai
margini (3/4 anni), succedono tracce più lineari, accostate ai
margini più diversificate e articolate, sintomo di una
coordinazione motoria più evoluta.
L’INTERPRETAZIONE
DELLE PRODUZIONI
GRAFICO-ICONICHE
GLI “ERRORI”
NELLE PRODUZIONI GRAFICO-ICONICHE
La mancanza di riferimenti spaziali,
gli schemi disgiunti e incompiuti,
l’uso improprio del colore
sono stati considerati, col tempo,
in chiave psicologica,
in rapporto allo sviluppo dell’intelligenza e
della personalità
sul piano emotivo-affettivo-motivazionale.
LE PRODUZIONI GRAFICHE,
soprattutto
nella s. dell’infanzia e primaria,
possono rappresentare
un valido e utile strumento
per educatori e insegnanti per:
*scoprire aspetti della personalità e
*cogliere lo sviluppo di dinamiche
affettive e situazioni conflittuali,
sfruttando i meccanismi di proiezione.
L’interpretazione
delle produzioni grafiche
Rapporto personalità/disegno
Personalità
Disegno
Produzione
LA PERSONALITA’
PRODUCE IL DISEGNO
L’interpretazione
delle produzioni grafiche
Rapporto personalità/disegno
Personalità
Disegno
Intepretazione
LA PERSONALITA’ SI INTERPRETA
ATTRAVERSO IL DISEGNO:
ad es. : il colore nero è indice di conflitto, gli schemi più piccoli
in basso indicano regressione, ecc…
LA PERSONALITA’ SI ESPRIME
NEI PRODOTTI GRAFICO-ICONICI
La personalità non si esprime direttamente nel
disegno; essa utilizza un “medium” espressivo.
, LA PERSONA PRODUCE IL DISEGNO
ATTRAVERSO
LE FUNZIONI GRAFICO-ICONICHE
per cui diventa possibile interpretare la personalità
cogliendo alcuni dati imprescindibili:
fattori motori, percettivi, cognitivi.
Tali fattori consentono di rivedere il concetto di
“errore”nelle produzioni grafico-iconiche.
“Errori” interpretativi
• Sproporzionalità
• Disegni trasparenti
• Disegni a destra
• Assenza di colore
Accentuata carica
affettiva verso il
soggetto raffigurato?
Problemi affettivi?
Buon umore, slancio
verso il futuro?
Vuoto affettivo,
tendenza antisociale?
“Errori” interpretativi
Tali caratteristiche (non “errori”) attengono
ad aspetti intellettivi propri di specifiche
funzioni psichiche collegate allo sviluppo
cognitivo ed alle proprietà del medium
pittorico.
E’ importante conoscere la funzione
proiettiva del disegno, il processo, cioè,
con cui il soggetto che disegna organizza e
struttura un’esperienza, proiettandovi la
struttura della sua personalità.
LA FUNZIONE PROIETTIVA
DEL DISEGNO
Un’analisi corretta dei disegni richiede il rispetto di
alcuni criteri:
• DATAZIONE: giorno di esecuzione, età del
bambino in anni/mesi;
• MOTIVAZIONE (perché) delle figure
rappresentate;
• TEMA RAFFIGURATO imposto o orientato (non
libero)
• OSSERVAZIONE DEL BAMBINO NEL DISEGNO
(MECCANISMI DI DIFESA della propria
autostima e da ansie)
I MECCANISMI DI DIFESA:
la razionalizzazione
Si tratta si un ragionamento teso a motivare
l’assunzione di decisione o esecuzione di
atti con giustificazioni non accettabili,
perchè create successivamente all’evento
rappresentato. L’intento è quello di
dimostrare la scarsa incidenza di un
conflitto in cui il bambino , invece, è molto
coinvolto
Ad es. “non ci sono perché ero appena nata”
per fissare la situazione familiare al
momento in cui non era neonato.
I MECCANISMI DI DIFESA:
la soppressione
E’ intesa come
negazione della realtà
che provoca dispiacere,
escludendo personaggi dai nuclei
familiari, di parti della figura umana
che sa riprodurre o rifiuto a
rappresentare determinati oggetti.
I MECCANISMI DI DIFESA:
lo spostamento
Il bambino attribuisce ad altri
i tratti indesiderati di propri comportamenti;
esagera qualità negative.
Si ottengono figure mal realizzate, giudicate
negative dal bambino stesso.
Occorre verificare se realmente
l’oggetto/persona rappresentata ha un
ruolo negativo o se invece, sta solo
spostando le caratteristiche della propria
persona non accettate socialmente.
I MECCANISMI DI DIFESA:
valorizzazione/svalorizzazione
La differenziazione grafico-iconica delle figure si
basa su:
• Utilizzazione di schemi più o meno strutturati;
• Numero di tratti;
• Aggiunta di accessori;
• Colorazione.
Il personaggio valorizzato rappresenta
la persona/oggetto che domina emotivamente
il vissuto del bambino.
I MECCANISMI DI DIFESA:
la sproporzione
Si osserva rispetto
al livello di proporzionalità raggiunto.
La grandezza del personaggio
indica
lo spazio psicologico
occupato nella vita del bambino.
I MECCANISMI DI DIFESA:
la cancellazione
Il bambino tende ad eliminare un certo personaggio già disegnato o in
corso di rappresentazione verso cui presenta difficoltà nei
rapporti interpersonali. Questo si traduce in:
• incertezza e/o incapacità nel disegno;
• cancellazione della figura, in modo da troncare il rapporto o
scaricare una parte di aggressività;
• uso del colore in modo da coprire lo schema, farlo sparire e
renderlo irriconoscibile;
• esclusione di un personaggio, sintomo di conflitto, aggressione,
rivalità per ripristinare una situazione vissuta come più serena;
• autoesclusione laddove è tutta la situazione ad essere vissuta
negativamente e denota depressione, regressione, svalutazione di
sé, paura e senso di colpevolezza.
Il bambino si giustifica per difesa “non sono capace a disegnare mio
fratello – non ci sono perché me ne ero andato – non ero ancora
nato – non c’è posto nel foglio”
L’ORDINE DI ESECUZIONE
• Di solito viene eseguito per primo l’elemento da valorizzare.
Per il nucleo familiare, occorre considerare l’ordine
anagrafico. Il bambino in età di s. dell’infanzia, tende a
rappresentare per primi i genitori; è importante, quindi
considerare altri elementi: tratti, schemi, colorazione,
collocazione spaziale.
• Nelle rappresentazioni vengono utilizzati schemi
per suddividere il foglio in più zone, per creare
spaccature/ostacoli, sintomo di conflitti nei
confronti di un genitore. Ulteriori elementi si possono
acquisire in caso di valorizzazione di schemi, numero minore
di tratti, cattiva cura nella rappresentazione.
LE FIGURE OMBRA
• Sono figure non molto riconoscibili, spesso ritenute errori,
tentativi di rappresentazione abbandonati.
• Occorre osservare se la presenza di tali figure coincide con
la mancanza di alcuni personaggi della famiglia.
Il bambino vuole eliminare la persona con cui è in conflitto
senza escluderla. Dal compromesso nasce la figura-ombra.
• Con domande precise si può capire quanto questa persona
incida realmente nella vita del bambino, anche se è estranea
alla famiglia.
• A differenza della cancellazione (dopo aver completato lo
schema),
la figura ombra manca della strutturazione
schematico-iconica, è un esserci che non c’è.
RIFIUTO A DISEGNARE
Già prima di entrare nella s. dell’infanzia,
nei primi tentativi di espressione figurativa,
non sempre la famiglia
ha accolto con apprezzamento
i primi scarabocchi infantili,
suscitando un’iniziale inibizione e
frustrazione.
RIFIUTO A DISEGNARE
Nella s. dell’infanzia, trattandosi di avviare i bambini
ad un esercizio intellettuale in autonomia,
occorre non scoraggiare i bambini,
proseguire con l’apprezzamento ed il sostegno alle sue
iniziative.
Suggerimenti utili
•
•
•
“Fate un disegno che vi piace”, vuol dire dare la possibilità di
esprimersi solo a coloro che hanno a fuoco esperienze intense;
Scegliere argomenti/contenuti astratti può inibire la produzione
grafica;
Scegliere contenuti forti per l’esperienza del bambino, perché il
bambino spesso non sa cosa disegnare.
CREARE E’ DIFFICILE, COPIARE E’ FACILE.
RIFIUTO A DISEGNARE
• Rifiuto per il disegno della famiglia,
sintomo di problemi di ordine
familiare;
• Rifiuto per l’attività grafica, indice di
stanchezza, mancata motivazione,
spesso dopo l’insistenza dell’adulto.
Tabella per la rilevazione
grafico-intepretativa degli indici
Indice
Svalorizzazione
Valorizzazione di:
Schemi,
tratti
Colori
accessori
Sproporzionalità
Cancellazione
Esclusione
Figure-ombra
Rifiuto del disegno
Personaggio
Intensità
I MEZZI GRAFICI
• Rappresentano il tramite necessario
alla creazione. L’attivazione dei
processi emozionali e l’interesse per
l’espressione figurativa nascono dalle
linee lasciate dallo strumento.
• La varietà dei mezzi grafici deve
essere coerente con le fasi evolutive
dell’espressione grafica.
I MEZZI GRAFICI:
la matita
• Idonea nello stadio pre-schematico, nello
scarabocchio.
• Può causare inibizione e frustrazione, rinuncia e
disimpegno se, l’adulto di fronte alle richieste: “te
l’ho già appuntita 3 volte oggi! – non farlo più – non
calcare – stai leggero sul foglio”., equivalenti a
“non disegnare e non esprimerti”.
• Il bambino ha necessità di sperimentare
movimenti e grovigli; ha bisogno di un’applicazione
continua per il tempo in cui desidera esprimersi.
• Spuntandosi facilmente, interrompe il lavoro del
bambino, suscitando indecisione e insicurezza.
I MEZZI GRAFICI:
la gomma, negativa per la creazione.
Per alcuni indispensabile all’esecuzione del disegno:
• Favorisce gli errori;
• Provoca insoddisfazione;
• Toglie la decisione indispensabile al processo creativo;
• Indebolisce la fiducia di base, per cui
LA POSSIBILITA’ DI CANCELLARE
DIVIENE OBBLIGO A CANCELLARE.
• I bambini non sanno usare le gomme (rottura di fogli, macchie,
sovrapposizione di tracciati) con la conseguenza di provare
insoddisfazione per il loro prodotto.
• I bambini usano la gomma per imitare l’adulto che riesce a rendere
più completo un disegno.
LA GOMMA DIVENTA UNO STRUMENTO PER IMITARE
E NON PER CREARE.
Non è la gomma rendere un disegno più bello.
I MEZZI GRAFICI:
la penna e feltro, ispiratrice della creazione
• Il pennarello è uno dei mezzi più idonei a
stimolare la creatività, incoraggiare i
bambini, ispirare la loro espressività.
• Il bambino è in grado di usarla come una
matita o biro, linearmente.
• Il pennarello riesce a motivare anche i
bambini più refrattari, abituati a copiare,
perché in grado di scuotere la loro
creatività.
I MEZZI GRAFICI:
la penna a sfera, un mezzo eccellente
• E’ un ottimo mezzo di espressione
grafica: non si spunta, è sempre
pronta all’uso, è disponibile in più
colori, è resistente al movimento,
lascia trasparire i segni orizzontali e
verticali.
• E’ in grado di orientare il bambino a
scegliere tra disegno lineare e
disegno a colori.
I MEZZI GRAFICI:
i pastelli a cera, sicuro effetto creativo
• A differenza dei pastelli comuni che richiedono molto sforzo
nel coprire superfici, non sono brillanti ed hanno lo stesso
effetto della matita, i pastelli a cera, consentono un
contatto diretto con il colore; danno un prodotto immediato,
vivace, brillante anche se si rompono facilmente.
• La punta grande determina la necessità di lavorare in grande
e stimola il bambino a coprire le superfici dei suoi disegni.
Suggerimenti utili:
• Non invitare il bambino a fare il disegno prima con la matita
e poi a coprirlo con il pastello, come se fosse una matita,
equivale a chiedergli di fare il disegno due volte.
SUGGERIMENTI OPERATIVI:
CORREGGERE IL DISEGNO
SI CORREGGE CIO’ CHE E’ SBAGLIATO
•
•
•
•
•
E poiché si è detto che non esistono “errori” nei disegni
infantili, risulta evidente che probabilmente si tratta di
“errori educativi”:
Mancato approfondimento del processo di realizzazione del
prodotto;
Scarsa capacità di comprendere il senso di linee malferme,
colori impropri;
Dimostrare a tutti i costi “come si fa”;
Fornire modelli da colorare (“io disegno e tu colori”);
Definire “sbagliato” un prodotto realizzato.
SUGGERIMENTI OPERATIVI
2 sono le cause degli “errori”:
1. Rappresentazioni cariche di
emotività in cui la logica grafica è
subordinata alla logica del
sentimento;
2. Conquiste conoscitive per cui
l’attenzione è focalizzata sul dato
conoscitivo e non sulla qualità del
prodotto grafico.
SUGGERIMENTI OPERATIVI
Atteggiamenti inutili:
• Dire al bambino che ha sbagliato;
• Dimostrare “come si fa”;
• Proporre libri stampati da riempire di colore
imitando un modello (non vi è alcuna relazione
emotiva tra il modello e il bambino e alcuna
attivazione di processi mentali);
• Far riempire disegni realizzati da adulti (schede).
Il disegno dell’adulto è eseguito alla maniera
adulta. Equivale a indurre il bambino a volere
sempre copiare dall’adulto e a sentirsi sempre più
inadeguato a creare.
Aspetti pedagogici nella
programmazione didattica
1.
Il disegno è un’attività spontanea,
liberatrice, espressione della creatività .
Qualsiasi intervento dell’adulto sul
disegno è inopportuno.
2. Il disegno richiede un intervento diretto
sulle produzioni grafiche per guidare
l’ispirazione, indicare schemi, correggere
errori.
Indirizzi metodologici
Le rappresentazioni iconiche sono il risultato
dell’interazione di molteplici funzioni psicofisiche:
1. Motricità, impugnatura del mezzo grafico;
2. Capacità cognitive: funzione semiotica, ricezione
di messaggi/elaborazione/risposte, codificazione,
comunicazione, creatività, ristrutturazione del
medium linguistico;
3. Sfera emotivo-affettiva: motivazione,
connotazione emotivo-affettiva dei messaggi,
proiezione del linguaggio delle proprie esperienze.
Indirizzi metodologici
Sotto la spinta del bisogno di espressione
(campo emotivo),
in relazione a quanto percepito/scoperto nell’ambiente
(campo percettivo),
la persona elabora una comunicazione con le modalità di
codificazione apprese nell’ambiente
(campo cognitivo)
nelle quali può operare personali modificazioni
(creatività, funzione cognitiva divergente)
e la estrinseca sul piano iconico, usando tracce grafiche
(funzione motorio-percettiva)
Indirizzi metodologici:
Il bisogno di espressione
• Promuovere l’espressività è importante in
quanto il bambino è altamente
condizionabile e influenzabile per la sua
scarsa capacità critica.
• Favorire lo sviluppo grafico è
imprescindibile proprio per la iniziale
difficoltà che incontra il bambino
nell’organizzazione grafica da cui si
difende copiando (disegni stereotipati e
poco spontanei), se non opportunamente
indirizzato e sostenuto.
Indirizzi metodologici:
la comunicazione
La progressiva acquisizione
del codice iconico nella s. dell’infanzia
avviene con lo sviluppo e
la maturazione delle capacità psichiche
non sempre conosciute,
con il rischio
di separare il linguaggio dalla sua
matrice cognitiva.
Aspetti pedagogici per sviluppare la capacità
linguistica a livello grafico
•
•
•
Ampliare l’esperienza del bambino,
Valorizzare e dinamizzare l’espressività;
Sviluppare le capacità comunicative con
l’uso del medium iconico
Da cui derivano 2 fondamentali obiettivi
dell’azione educativa nella s. dell’infanzia:
1. Arricchire e problematizzare la realtà;
2. Sviluppare il codice iconico.
Arricchire e problematizzare la realta’
• Favorisce la tensione espressiva che stimola a trovare forme
grafiche nuove;
• Fa nascere l’urgenza di esprimersi;
• Favorisce la curiosità verso l’ambiente;
• Favorisce il coinvolgimento nell’esperienza e l’analisi plurisensoriale della realtà;
• Favorisce la traduzione in esperienze grafico-pittoriche.
Il disegno libero rappresenta un limite, poiché garantisce la
spontaneità, ma presuppone esperienze significative da
comunicare e motivazione alla base.
La scuola deve offrire opportunità educative in grado di
ricollegarsi all’ambiente socio-culturale soprattutto per
coloro che vivono in ambienti poveri culturalmente.
Sviluppare il codice iconico
• Il linguaggio grafico usa il medium iconico inteso
dome repertorio di tracce grafiche (linee, segni,
punti, forme, schemi) e tinte cromatiche.
• Il medium iconico non può essere insegnato.
• Il bambino si deve appropriare delle strutture
iconiche per rappresentare le proprie espressioni
personali, ampliando le possibilità grafiche
(proporzionalità, maggiorazione o riduzione di
forme, accostamento di colori, particolari grafici);
• L’attenzione deve essere focalizzata sullo sviluppo
delle funzioni grafico iconiche e non
sull’apprendimento di tecniche.
Il disegno come linguaggio grafico:
obiettivi specifici
Area della espressione
Area della comunicazione
Ricevere e decodificare
stimoli
Utilizzare il messo grafico
Rispondere agli stimoli con
forme linguistiche
Strutturare gli schemi iconici
Organizzare risposte con il
linguaggio grafico-iconico
Rappresentare
cromaticamente gli schemi
Utilizzare forme
differenziate di espressione
iconica
Elaborare creativamente il
linguaggio iconico
Fasi dello sviluppo della capacità di
codificazione iconica
Indicando le fasi evolutive
della capacità di codificazione iconica,
è possibile, cogliere
le capacità di base
da cui partire, per il passaggio
a fasi successive più evolute,
in chiave programmatoria.
Fasi dello sviluppo della capacità di
codificazione iconica
•
•
•
•
•
•
Capacità di strutturazione degli schemi:
Iniziale configurazione iconica;
Schemi sommativi;
Schemi dettagliati;
Schemi con fusione degli elementi;
Proporzionalità;
Produzione di un numero maggiore di
schemi.
Fasi dello sviluppo della capacità di
codificazione iconica
La collocazione spaziale
•
•
•
•
Schemi verticali;
Piano base funzionale;
Linea di terra;
Linea di cielo.
Fasi dello sviluppo della capacità di
codificazione iconica
•
•
•
•
•
La rappresentazione cromatica
Colorazione indifferenziata;
Colorazione parzialmente realistica;
Stesura del colore indipendentemente
dalle forme;
Stesura del colore entro i contorni degli
schemi;
Uso di pennarelli, pastelli, pastelli a
cera/olio, gessi, tempere, colori a dita.
Fasi dello sviluppo della capacità di
codificazione iconica
Uso di tecniche
•
•
•
•
Pittura,
collage a strappo,
mosaico,
graffito…
Fasi dello sviluppo della capacità di
codificazione iconica
•
•
•
•
Forme di rappresentazione grafica
Analitica;
Narrativa;
Narrativa con un’unica
rappresentazione;
Narrativa suddivisa in sequenze
LA VALUTAZIONE DEI
PRODOTTI GRAFICI
Il ruolo dell’adulto
nella valutazione dei prodotti grafici
è molto importante.
Spesso riflette il proprio gusto e
tende a classificare gli elaborati
in “belli e brutti”.
In questi casi, molto spesso,
l’attenzione verte sul risultato
e non sul processo.
Il “bello”
nel prodotto grafico
Criteri interpretativi secondo una logica estetica:
• Ritmo ed equilibrio degli schemi;
• Distribuzione armonica di linee e figure;
• Buona organizzazione degli elementi figurativi
nello spazio grafico;
• Grado di soddisfazione del bambino mentre
produce, mentre dà sfogo alla sua emotività ed
esercita la sua conoscenza.
IL BAMBINO DISEGNA CIO’ CHE SA
E NON CIO’ CHE VEDE.
LA VALUTAZIONE DEI
PRODOTTI GRAFICI
Criteri valutativi:
1. Il grado della creatività;
2. La corrispondenza del disegno con l’età;
3. L’evoluzione del prodotto grafico secondo
le fasi di sviluppo;
4. Le potenzialità evolutive coerenti con lo
sviluppo intellettivo, tenendo conto del
punto di partenza.
L’insegnante attua interventi di:
• DECONDIZIONAMENTO per rimuovere pregiudizi,
difficoltà, condizionamenti negativi, valorizzare il disegno
infantile;
• PROGRAMMAZIONE/PROGETTAZIONE nell’ottica
dell’arricchimento e della problematizzazione e non della
direttività nella fase della strutturazione degli schemi
grafici per favorire LA SCOPERTA DELLA FIGURA e una
continua ricerca personale di nuove forme rappresentative.
• Apprendimento di nuove tecniche.
In questa fase occorre evitare di proporre:
copiature, modelli grafici da completare, schemi
stereotipati,album da colorare, esposizione di disegni e
stampe strutturati le cui finalità sono diverse dall’attività
grafico-pittorica (percettive, logiche, pre-calcolo, prelettura, coordinazione oculo-manuale)