Le Catene alimentari
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Le Catene alimentari
CATENA ALIMENTARE In tutti gli ecosistemi naturali la fonte di energia primaria è il sole. La maggior parte di questa energia viene persa sotto forma di calore, mentre una piccolissima parte viene utilizzata nella fotosintesi, fotosintesi, come primo gradino della catena alimentare. PRODUTTORI AUTOTROFI: vegetali che, tramite il processo di fotosintesi clorofilliana sono grado di sintetizzare la materia organica partendo da sostanze inorganiche, utilizzando la luce solare come fonte di energia: 12 H20 + 6 C02 = C6H1206 + 6 02 + 6H20 CONSUMATORI (ETEROTR0FI): animali erbivori (consumatori primari) e carnivori (consumatori secondari, terziari etc.) etc.) che si nutrono di altri organismi viventi. DECOMPOSITORI (Saprofiti): eterotrofi (principalmente batteri, protozoi, funghi) che ottengono la loro energia sia demolendo tessuti organici morti, sia assorbendo materia organica disciolta. Rimettono in circolazione la materia organica. Le catene alimentari sono numerose, in quanto diversi consumatori si nutrono di più più tipi di cibo. Gli animali che appartengono a più più di una catena alimentare collegano una catena all’ all’ altra formando una rete alimentare Le Catene alimentari Gli organismi dell'Ecosistema sono organizzati in costruzioni ad anelli dette catene alimentari. alimentari. 1 Gli anelli o “livelli” della catena alimentare Energia entrante Piante Energia uscente Erbivori pascolanti Carnivori predatori di erbivori Carnivori predatori di erbivori e carnivori AMBIENTE Catena alimentare e livelli energetici Flusso di Energia I° livello: piante (produttori). II° II° livello: erbivori (consumatori primari). III° III° livello: carnivori predatori degli erbivori (consumatori secondari) IV° IV° livello: carnivori predatori di altri carnivori o erbivori (consumatori terziari) CATENA DEL PASCOLO 2 CATENA DEL DETRITO …E l’uomo? ? L'uomo, come altri animali onnivori, che si nutrono sia di prodotti vegetali che di prodotti animali, può occupare più di un livello, tra i consumatori. CICLI BIOGEOCHIMICI Il ciclo biogeochimico (o ciclo vitale) è il percorso seguito da un determinato elemento chimico all'interno della biosfera. In ogni ciclo è possibile distinguere due comparti: un pool di riserva, riserva, grande e stabile, dove l'elemento non è immediatamente disponibile per gli organismi e gli scambi sono poco attivi. un pool di scambio, scambio, labile, di dimensioni ridotte ma circolante attivamente, in cui l'elemento è disponibile per gli organismi e gli scambi tra l'ambiente ed essi sono molto più più attivi. 3 CICLI BIOGEOCHIMICI In base alla localizzazione del pool di riserva, i cicli biogeochimici vengono distinti in: gassosi, gassosi, dove il pool di riserva è l'atmosfera l'atmosfera o l'idrosfera l'idrosfera es: ciclo dell'azoto ciclo dell'acqua ciclo del carbonio sedimentari, sedimentari, dove l'elemento è presente in una riserva localizzata nella litosfera es: ciclo del fosforo ciclo dello zolfo ciclo del ferro CICLO DELL’ DELL’ACQUA Il ciclo dell'acqua è un ciclo gassoso che consiste nella circolazione dell'acqua tra l'atmosfera, la terra, le acque superficiali, le acque sotterranee e gli organismi viventi, includendo le i cambiamenti di stato fisico dell'acqua tra la fase liquida, solida e gassosa. CICLO DELL’ DELL’ACQUA I molteplici cicli che compie l'acqua terrestre includono i seguenti processi fisici: evaporazione, evaporazione, condensazione, condensazione, precipitazione, precipitazione, infiltrazione, infiltrazione, scorrimento e flusso sotterraneo. sotterraneo. La scienza che studia il ciclo dell'acqua è l'idrologia l'idrologia.. Quando una molecola d'acqua arriva nel mare, in media ci mette 2.000 anni ad evaporare nuovamente. Rimane nell'atmosfera mediamente per 12 giorni prima di condensarsi e precipitare nuovamente come pioggia, neve o grandine ed infiltrarsi nel suolo. 4 CICLO DELL’ DELL’ACQUA La quantità quantità di acqua che arriva ad infiltrarsi nel terreno dipende principalmente dalla permeabilità permeabilità del suolo o della roccia. Le acque sotterranee tendono a muoversi molto lentamente, così così l'acqua può ritornare alla superficie anche dopo 10.000 anni: in questi casi di lunga permanenza nel sottosuolo è detta “acqua fossile” fossile”. CICLO DELL’ DELL’ACQUA Quindi sotto l’l’azione della forza di gravità gravità l’acqua ritorna alla superficie ad altezza inferiore a quella del punto di infiltrazione. Inizia ora lo scorrimento dell’ dell’acqua, tramite il quale l'acqua superficiale si muove in pendenza verso il mare. mare. L'acqua che scorre nei torrenti e nei fiumi può stazionare nei laghi per un certo tempo. Non tutta l'acqua ritorna al mare per scorrimento; gran parte evapora prima di raggiungere il mare. CICLO DELL’ DELL’ACQUA REGOLAZIONE DEL CLIMA L'acqua riceve energia dal Sole, Sole, che facendo evaporare l’acqua presente negli oceani ne riduce la temperatura. E’ stato calcolato che senza l'effetto di raffreddamento generato dagli oceani l'effetto serra porterebbe la temperatura superficiale del nostro pianeta a 67 °C. 5 CICLO DELL’ DELL’ACQUA CICLO DELL’ DELL’AZOTO Questo ciclo viene definito gassoso poiché poiché il pool di riserva, cioè cioè il serbatoio di questo elemento chimico, chimico, è appunto l'atmosfera, dove l'azoto occupa circa il 78 % del volume totale. Tutti gli esseri viventi devono assimilare l’l’azoto per la formazione di composti organici vitali, quali le proteine e gli acidi nucleici. nucleici. Ad eccezione di particolari batteri, batteri, l'azoto atmosferico non può però essere direttamente assorbito dall’ dall’atmosfera. CICLO DELL’ DELL’AZOTO Le piante possono assimilare l'azoto tramite l'assorbimento di alcuni composti azotati (nitriti (nitriti,, nitrati e sali d'ammonio) d'ammonio) che disciolti nell'acqua nell'acqua del terreno giungono fino alle loro radici. radici. Una volta organicato, l'azoto viene trasferito agli organismi eterotrofi, eterotrofi, come gli animali, animali, mediante la catena alimentare. alimentare. La decomposizione dei resti organici restituisce al terreno l'elemento, che può ritornare nell'atmosfera grazie all'azione di di alcuni batteri specializzati. Questo ciclo risulta molto complesso proprio perché perché l'atomo l'atomo di azoto può entrare a far parte di un elevato numero di molecole: molecole: azoto molecolare, ammoniaca e sali d'ammonio, nitriti, nitrati ed azoto organico. I processi chimici coinvolti per la loro formazione possono essere suddivisi in quattro tipi: azotofissazione, ammonificazione, nitrificazione e denitrificazione. 6 CICLO DELL’ DELL’AZOTO L'azotofissazione L'azotofissazione è un processo con cui l'azoto molecolare (N2) presente nell'atmosfera viene trasformato in ammoniaca (NH3) o nei sali d’ d’ammonio derivati, grazie soprattutto all’ all’attività attività di batteri liberi nel terreno o viventi in simbiosi con le radici di alcune piante, come le leguminose ed alcune felci. felci. Dal punto di vista agricolo la fissazione biologica è una fonte d'azoto molto importante per l'arricchimento del terreno, perché perché il solo uso dei fertilizzanti chimici non potrebbe soddisfare la sua richiesta su scala mondiale. Una pratica agricola che sfrutta questa simbiosi per la fertilizzazione del terreno è il sovescio con le leguminose. CICLO DELL’ DELL’AZOTO Radici di leguminosa: leguminosa: all'interno dei noduli radicali vivono i batteri azotofissatori CICLO DELL’ DELL’AZOTO Tramite l’l’ammonificazione l’azoto organico che si trova negli amminoacidi presenti nei prodotti di rifiuto e nelle sostanze organiche in putrefazione viene trasformato in ammoniaca NH3 o nei sali d’ d’ammonio derivati. Questo processo è attuato da particolari batteri e funghi che degradando l'azoto amminico liberano l'ammoniaca nel terreno, dove può reagire con diversi composti per formare i sali d'ammonio. Le molecole d'ammoniaca che vengono così così liberate nel suolo possono subire un processo chiamato nitrificazione da parte di particolari batteri, che possono trasformare l'ammoniaca in nitriti ((-NO2). Altri batteri poi possono ossidare i nitriti e produrre nitrati ((-NO3). Grazie alla denitrificazione una parte dell'azoto dei nitrati viene trasformato ad opera di batteri denitrificanti specializzati in azoto molecolare che ritorna all'atmosfera. 7 CICLO DELL’ DELL’AZOTO CICLO DELL’ DELL’AZOTO Nella catena alimentare, l'azoto presente nelle piante viene ingerito dagli erbivori, erbivori, successivamente prede dei carnivori di dimensioni modeste che vengono poi predati dagli altri carnivori di dimensioni generalmente più più grosse. In questo modo l'azoto rimane dentro il corpo degli esseri viventi fino alla loro morte: in seguito tramite l'azione degli organismi decompositori esso ritorna nel terreno dove viene riassorbito dalle piante. CICLO DEL CARBONIO In questo ciclo il carbonio viene prelevato, utilizzato e restituito all'ambiente attraverso meccanismi di trasferimento che interessano l'intera biosfera. Il carbonio è presente nell'atmosfera nell'atmosfera terrestre come anidride carbonica, carbonica, che rappresenta solo lo 0,04% circa della composizione dell'atmosfera (percentuale in aumento). 8 CICLO DEL CARBONIO Altri gas contenenti carbonio sono il metano e i clorofluorocarburi (i CFC, totalmente artificiali). Questi sono tutti gas responsabili dell’ dell’effetto serra, serra, la cui concentrazione nell'atmosfera é aumentata negli ultimi decenni, contribuendo probabilmente al riscaldamento globale CICLO DEL CARBONIO Sotto l'effetto della luce solare, mediante il processo di fotosintesi, le piante prelevano dall'atmosfera CO2 la trasformano assieme all'acqua in zuccheri come glucosio. CICLO DEL CARBONIO Parte del carbonio immagazzinato nei tessuti vegetali passa successivamente agli animali che si cibano delle piante ed ai carnivori che si cibano degli erbivori. 9 CICLO DEL CARBONIO Parte del carbonio presente nei tessuti degli organismi viventi, animali o vegetali, viene ritrasformato in CO2 attraverso la respirazione e restituito all’ all’atmosfera. Quando le piante e gli animali muoiono, i loro tessuti vengono attaccati dagli organismi decompositori, liberando gli elementi che la costituiscono. Quindi anche il carbonio viene liberato sotto forma di CO2 e restituito anch’ anch’esso nell’ nell’atmosfera. CICLO DEL CARBONIO CICLO DEL FOSFORO Il ciclo del fosforo è tipicamente sedimentario: infatti il comparto di riserva è costituito, quasi esclusivamente, dalle rocce fosfatiche; solo quando esse riemergono per eventi geologici, il fosforo può entrare in circolazione per azione erosiva atmosferica o per solubilizzazione dei fosfati insolubili. I prodotti di erosione, contenenti fosfati solubili, passano dalla litosfera alla pedosfera, dove possono essere assorbiti e organicati dalle piante (assorbimento_del_fosforo). Il fosforo a differenza di elementi come carbonio, azoto, zolfo, viene incorporato nelle molecole organiche senza subire reazioni di riduzione. Il fosforo organicato dalle piante entra poi nelle catene alimentari (flussi di energia e produttività). I microrganismi del suolo che degradano i detriti vegetali e animali liberano nuovamente fosforo inorganico, generalmente sotto forma di fosfati; che vengono riutilizzati dalle piante. Infatti, poiché il fosforo è generalmente scarso, partecipa a un processo di riciclizzazione. Parte dei fosfati presenti nel terreno viene dilavata dalle piogge e portata al mare, dove viene utilizzata parzialmente da alghe e animali marini. Parte del fosfato che arriva in mare viene restituita alla terra da organismi che si cibano di pesci (guano); un'altra parte invece si deposita nei sedimenti della zona litorale e del fondo del mare (fosforo_nei_sedimenti). 10 Lo schema rappresenta in sintesi le direzioni dei flussi di fosforo tra le tre sfere: biosfera, litosfera, idrosfera. L'atmosfera in effetti non entra nel ciclo, dato che il fosforo è presente quasi esclusivamente in forma di fosfato, non volatile. Si vede che gli scambi avvengono sempre mediante la litosfera, salvo il riciclo che avviene nell'ambito della biosfera (se si comprendono anche i resti organici). Guano Il guano è costituito da depositi di escrementi di uccelli marini e rappresenta una riserva di fosfato inorganico che dal mare ritorna alla terraferma, cioè in ciclo; i giganteschi depositi di guano sulle coste del Perù sono correntemente utilizzati dall'uomo per i concimi. Questo trasferimento di fosforo mediato dagli uccelli sta continuando, ma con una velocità inferiore a quella del passato, perciò questa modalità di ritorno del fosforo alla terraferma è attualmente insufficiente per rimpiazzare il fosforo che dalla terraferma torna al mare. Fosforo nei sedimenti Le acque dell'oceano sono stratificate a causa della diversa densità: quelle più dense, più fredde e a maggior contenuto di sali rimangono sul fondo, dove continuano ad arricchirsi di fosfati e di altre sostanze nutritive. Le acque oceaniche profonde circolano lentamente, tanto che occorrono migliaia di anni per una circolazione completa. Piccole quantità di fosfati sono incorporate in sedimenti marini come i fanghi rossi di mare profondo e le rocce carbonatiche. La decomposizione delle sostanze organiche lascia nei sedimenti piccole sfere, (dette pisoliti) di apatiti, fluorofosfato di calcio. Le correnti ascendenti li depositano sulle piattaforme continentali da dove, in parte, ritornano alle terre emerse per fenomeni tettonici. 11