Gonzalez «addomestica» Nadal

Transcript

Gonzalez «addomestica» Nadal
48
Sport
giovedì
25 gennaio 2007
OLTRE LA RETE
RICHARD NEMEC
l'Adige
LA SCHEDA
ANAGRAFE
Richard Nemec, nato a Bratislava (SLO) il 3 maggio 1972.
STATO CIVILE
sposato con Katarina e padre di Dominika e Veronika.
CARRIERA
90/97 Bratislava, 97/98 Friedrichafen (GER), 98/00
Ravenna, 00/01 Salonicco (GRE), 01/04 Treviso, 05/06
Cagliari, 06/07 Trentino Volley.
SUCCESSI
5 Campionato slovacco (93, 94, 5, 96, 97), Coppa di
Germania (98), 2 Supercoppa italiana (01, 03), 2
Campionato italiano (03, 04), Coppa CEV (03), Coppa Italia
(04).
CURIOSITA’
nel tempo libero la famiglia si cimenta in lavoretti manuali
oppure in gare a chi prepara meglio e più in fretta dei cibi.
INTERNO CASA
Richard Nemec
con la moglie
Katarina
e le figlie
gemelle
Dominika e
Veronika nella
loro casa di
Aldeno
Il «colonnello»
è alla sua prima
stagione con
l’Itas
foto Piero
Cavagna
Il «colonnello» ama la tranquillità
Il centrale tra casa e famiglia
IN ALTO. Dominika e
Veronika con papà Richard
di CHIARA VACCARI
TRENTO – Ad un occhio poco avvezzo alle corporature dei
giocatori di pallavolo di prim’acchito Richard Nemec potrebbe incutere quasi soggezione, sia per le indubbie capacità tecniche che la sua possanza fisica: capelli a spazzola
e aspetto da marine, una montagna di muscoli lungo i 202
centimetri di una struttura tutta d’un pezzo e due spalle, come si suol dire, larghe così. Un
insieme che gli è valso il soprannome di colonnello, ma
che in realtà è solo la massiccia porta d’ingresso di una persona estremamente garbata,
cordiale, e delicata, intesa come attenta agli aspetti importanti della vita.
Il centrale slovacco è una
persona tutto pallavolo e famiglia. Una gran bella famiglia,
composta dalla signora Katarina, ex pallavolista della nazionale slovacca (anche lei centrale, manco a dirlo!), e dalle figlie gemelle Dominika e Veronika, due simpatiche e vivaci
ragazzine di 10 anni che frequentano la quinta elementare alle scuole di Aldeno e che
a fine anno sosterranno gli esami sia in Italia che in Slovacchia.
I coniugi ci spiegano subito
per quale motivo hanno preferito un appartamento in periferia.
«In ogni posto in cui siamo
stati abbiamo sempre cercato
abitazioni lontane dal centro
città e possibilmente con un
po’ di giardino per permettere
alle bambine di avere un piccolo spazio dove giocare e
muoversi liberamente. Qui possono uscire da sole, non ci sono pericoli, vanno a scuola con
un’amica vicina di casa».
Le ragazze, cresciute fra Ravenna e Treviso, parlano un italiano perfetto e raccontano con
estrema normalità la loro vita
finora sdoppiata tra la patria,
dove stanno solo pochi mesi, e
il Paese di adozione.
«I nostri amici stanno in Italia, dove abbiamo frequentato
la scuola, in Slovacchia abbiamo praticamente solo i parenti».
Che vengono spesso a trovare la famiglia Nemec.
«Quando stavamo a Treviso
tutti i parenti che venivano a
trovarci hanno sempre voluto
andare a visitare Venezia, per
cui li abbiamo accompagnati
molte volte e ormai la conosciamo a memoria!». «Ci piace
molto – racconta Richard – visitare i posti vicino a dove gioco. Lo scorso anno abbiamo girato l’intera Sardegna a fine stagione, qui abbiamo fatto delle
gite a Verona, a Gardaland, e
sul lago di Garda».
Dal punto di vista squisitamente tecnico, la scorsa stagione nelle due gare contro
Trento Richard firmò ben 16
muri, così piuttosto che trovarselo nuovamente di fronte come avversario la società del
presidente Mosna ha preferito
ingaggiarlo!
Trento e Trentino Volley sono come te l’aspettavi?
«Sì, la città è bella e tranquil-
la, la società è organizzata molto bene. Gabriel Chocholak ci
aveva parlato in termini molto
positivi dell’ambiente e infatti
ci ritroviamo perfettamente
nelle sue descrizioni. Per noi
è anche molto importante essere relativamente vicino a casa».
Bratislava, giusto?
«Sì. Viviamo lì, ora ci stiamo
costruendo una casa per quando torneremo definitivamente
in patria».
Facciamo un passo indietro.
Che cosa accadde nell’estate
del 2004?
«Mi sottoposi ad un intervento di pulizia alla cartilagine del
ginocchio, che poi però mi procurò un’infezione, con conseguente ricovero di due settimane. Questo infortunio compromise l’intera stagione. A quei
tempi giocavo a Treviso (dove
aveva appena conquistato scudetto e Coppa Italia, ndr), la società fu costretta a correre ai
ripari cercando un sostituto
ma mi permise di continuare
Australian Open / La Sharapova vince a fatica il derby con la Chakvetadze e la Clijsters batte al terzo la Hingis
Gonzalez «addomestica» Nadal
In semifinale troverà Haas che la spunta al 5° su Davydenko
Tennis nel mondo
Nel Galles
Azzaro avanza
Stoppini fuori
MANO DE PIEDRA. Fernando Gonzalez, il cileno
TIGRE SIBERIANA. Maria Sharapova, la russa
MELBOURNE (Australia) - «Ha giocato in modo incredibile e sinceramente non so se sarei riuscito a
batterlo anche se fossi stato in buone condizioni fisiche». L’onestà di Rafael Nadal dopo la netta sconfitta contro Fernando Gonzalez (6-2 6-4 6-3) nei quarti di finale degli Open d’Australia. «Non potevo correre come al solito - ha spiegato lo spagnolo - nel
quinto set dell’incontro con Murray era venuto fuori un dolore alla gamba sinistra e mi ha condizionato negli spostamenti». Problemi fisici a parte, Nadal
si è trovato di fronte un avversario che ha giocato il
match della vita. Il cileno praticamente non ha sbagliato nulla, mostrando un gioco in continua evoluzione e più vario nei colpi, soprattutto con il diritto
da "mano de piedra". «Prima pensavo solo a colpire
più forte che potevo- ha spiegato il sudamericano ora scendo più a rete, ho maggiore mobilità e ho un
ventaglio più ampio di soluzioni. Mai avuto un rendimento del genere nella mia carriera». Con il successo di ieri, Gonzalez è diventato il secondo tennista cileno della storia a centrare la semifinale di uno
Slam dopo Marcelo Rios. Quest’ultimo, nel 1998, a
Melbourne arrivò fino alla finale, dove fu però travolto con un triplo 6-2 dal ceco Petr Korda. Il prossimo avversario di Gonzalez sarà Tommy Haas, che
in cinque set (6-3 2-6 1-6 6-1 7-5) ha avuto la meglio
sul russo Nikolay Davydenko, testa di serie n.3. «Ho
fatto una rimonta pazzesca - ha detto il tedesco, che
sul 4-5 del quinto set ha salvato un match point - è
certamente una delle più belle vittorie della mia carriera. Nessuna sorpresa nel derby russo dei quarti
di finale del torneo femminile: Maria Sharapova ha
battuto a fatica 7-6 7-5 Anna Chakvetadze, conquistando la terza semifinale consecutiva in uno Slam.
«Ho giocato in modo discontinuo - ha detto la Sharapova - a volte sono stata troppo frettolosa, mentre quando ho pazientato di più alla fine ho portato
a casa scambi importanti». Sulla strada della Sharapova ci sarà Kim Clijsters, sempre ins emifinale nelle ultime cinque apparizioni australiane tranne il
2005, che ha superato in tre set (3-6 6-4 6-3) la svizzera Martina Hingis. La Hingis deve rinviare almeno
fino a Parigi l’appuntamento con una semifinale dello Slam, che le manca dagli Australian Open del 2002
(sconfitta in finale dalla statunitense Capriati).
JUSTINE HENIN DIVORZIA: Justine Henin, appena
detronizzata dal primo posto della classifica mondiale, ha annunciato formalmente il suo divorzio e il
ritorno alle gare all’Ope Gaz de France a Parigi. Henin ha informato della separazione da Pierre-Yves
Hardenne, con il quale si è sposata nel novembre del
2002, con messaggio sul suo sito. La decisione era
nell’aria dopo che Henin, per i problemi sorti con il
marito ed agente, aveva rinunciato agli open di Australia, decisione che le è costata la prima posizione nel ranking mondiale a beneficio della Sharapova.
TRENTO - Al challenger
di Wrehxam, nel Galles, con
montepremi da 25 mila dollari sorte alterna per i due
big dell’Ata Trentino in A1,
vice campioni d’Italia: il rivano Andrea Stoppini ha
combattuto e perso con il
n.8 l’inglese Bloomfield impostosi per 6-3 5-7 6-4, invece il toscano Leonardo Azzaro ha superato il ceco Navratil per 4-6 6-3 6-0. In doppio i due atini se la vedranno con la coppia francese
formata da Guez e Chardy.
Intanto in vista del torneo
Itf di Ortisei, sul veloce con
75 mila $ di montepremi, si
registra il ritiro della serba
con passaporto australiano Jelena Dokic, già n.4 al
mondo, che deve rimanere
ferma per dieci giorni per il
riacutizzarsi di un infortunio al polso. Tra le wild card
oltre alla ceca Iveta Benesova, trionfatrice nel 2004,
sono state assegnate anche
quelle all’altra ceca Olga
Blahotova ed alle due emergenti azzurre Sara Errani e
Giulia Gabba, baby formidabili che entreranno nel
main draw dove già c’è la
stella altoatesina Karin
Knapp, n.121 al mondo.
ad allenarmi, iniziai così piano
piano a fare pesi e dopo 3 mesi potei unirmi alla squadra. Rimasi lì anche perché ormai le
bambine avevano iniziato la
scuola».
E poi la rinascita a Cagliari.
Una bella differenza rispetto
ad uno dei club più competitivi.
«Certo. Treviso è la società
migliore del mondo, che mi ha
permesso di crescere sotto
ogni aspetto. Dopo un anno di
inattività volevo rientrare nel
campionato italiano e dimostrare di essere ancora all’altezza, per cui ho cercato una
squadra dove poter giocare.
L’anno a Cagliari fu un’esperienza stupenda, in mezzo a
gente speciale, ma la stagione
purtroppo non andò bene e finì con una retrocessione. Però
dal punto di vista personale ritornai sui miei livelli e chiusi al
quinto posto nella classifica generale dei centrali, per cui ebbi di nuovo un peso sul mercato».
Un atleta del tuo valore sarebbe titolare in qualsiasi altra
squadra. Speravi di poter giocare un po’ di più qui a Trento?
«So perfettamente di esser
qui come terzo centrale, finora non ho giocato molto ma mi
piace tanto la concorrenza tra
noi tre, ci alleniamo bene, con
competitività, e finché Andrè
e Stefan continueranno a giocare così è giusto che in campo ci stiano loro».
Come si vive il dopo partita
a casa Nemec?
«Durante la gara – dice Katarina – sono molto nervosa ma
non urlo, vorrei che la squadra
vincesse sempre ma avendo un
passato da giocatrice so perfettamente quanto è difficile.
Dopo la partita però non parliamo mai, né in caso di vittoria né in caso di sconfitta. Piuttosto capita di parlarne durante la settimana, a distanza di
qualche giorno».
Katarina sta portando la propria esperienza pallavolistica
anche nella comunità trentina.
«Alleno una squadra di bambine qui ad Aldeno dove giocano anche Veronika e Dominika.
Ho il cartellino di allenatore e
ho studiato all’università sportiva, quindi mi piace mettere a
disposizione le mie competenze».
Le figlie di una coppia di atleti di primo livello sono già avviate sulla buona strada per seguire le orme dei genitori?
«È ancora troppo presto per
poter dirlo» afferma il papà. «Sicuramente hanno la struttura
per poter diventare alte però
per ora si divertono e basta,
senza pensare al futuro. E a dire il vero giocano a pallavolo
solo due volte in settimana,
mentre vanno a nuoto tre volte. Per ora quella è la loro attività principale».
Come va con i ragazzini locali? Subiscono il fascino di chi
proviene dall’Est?
«Per la prima volta iniziano
ad esserci degli amichetti che
le vengono a cercare a casa. Alcuni si fanno coraggio e suonano il campanello ma se esco io
a vedere chi è si volatilizzano
immediatamente!».
Beh, con quelle spalle larghe
così…