Il medico dice che ho i capezzoli piatti o introflessi. Potrò comunque

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Il medico dice che ho i capezzoli piatti o introflessi. Potrò comunque
La Leche League
Il medico dice che ho i capezzoli piatti o introflessi. Potrò comunque allattare?
È importante ricordare che si allatta "al seno" e non "al capezzolo", quindi l'allattamento è possibile con qualsiasi tipo di
capezzolo. Purché il bambino afferri una buona porzione dell'areola (le labbra e le gengive devono trovarsi sull'areola,
ben oltre il capezzolo), gran parte dei capezzoli piatti o introflessi non saranno un ostacolo per l'allattamento. In alcuni
casi, il bambino potrà avere all'inizio qualche difficoltà ad attaccarsi, ma in genere, curando con particolare attenzione la
posizione e l'attacco e con un po' di pazienza, l'allattamento può procedere senza ulteriori intoppi.
Come posso capire se i miei capezzoli sono piatti o introflessi?
Spesso non basta osservare il seno per rispondere a questa domanda. Premi leggermente tra le dita l'areola a un paio di
centimetri di distanza dal capezzolo. Se il capezzolo non sporge, viene definito piatto. Se si ritrae nel seno o appare
concavo, si considera introflesso. I capezzoli piatti o introflessi non protrudono neppure se esposti al freddo. Se invece al
freddo o alla pressione dell'areola il capezzolo sporge, non è introflesso o piatto e non richiede alcun tipo di trattamento.
Diversi tipi di capezzoli piatti o invertiti
- Infossato: il capezzolo protrude solo parzialmente. Può essere estratto ma non si ritrae immediatamente.
- Unilaterale: solo una mammella ha un capezzolo piatto o introflesso.
- Introflesso: nei casi di introflessione più leggera, un bambino con normali capacità di suzione non avrà grossi problemi
nell'estrarre il capezzolo; un bambino prematuro o con qualche difficoltà di suzione avrà invece qualche problema, almeno
inizialmente. Nelle forme di introflessione da moderata a grave invece, il capezzolo si ritrae nettamente quando l'areola
viene compressa, a volte addirittura si "nasconde" dentro l'areola. In questi casi, il bambino non riesce ad attaccarsi e
l'allattamento può essere molto difficoltoso, ma vi sono alcune tecniche in grado di ovviare a questo problema. È possibile
infatti trattare il capezzolo già in gravidanza. Se la presenza di capezzoli introflessi viene rilevata solo al momento del
parto, è ancora possibile trattare i capezzoli ma sarà particolarmente importante curare posizione e attacco del bambino al
seno.
Trattamento dei capezzoli piatti o introflessi e tecniche per facilitare l'attacco
Le opinioni e le esperienze in questo campo possono variare, ma molte donne hanno trovato utili i trattamenti per i
capezzoli piatti o introflessi e molti esperti di allattamento continuano a consigliarli. Questi esperti non sono d'accordo
inoltre sull'importanza dello screening di tutte le donne in gravidanza, per rilevare la presenza di capezzoli piatti o
introflessi o sulla necessità di prescrivere a tutte le donne interessate trattamenti di preparazione preventiva. Ad esempio,
il British Royal College of Midwives (Collegio Reale Britannico delle Ostetriche) sostiene che i cambiamenti ormonali che
avvengono durante la gravidanza e il parto possono portare alla protrusione spontanea del capezzolo in molte donne.
Sebbene il trattamento dei capezzoli piatti o invertiti nel corso della gravidanza sia oggetto di discussione, se il neonato
incontra difficoltà ad attaccarsi ad un capezzolo piatto o introflesso, potreste trovare utili uno o più di questi suggerimenti.
- I modellatori di capezzolo
Si indossano sotto al reggiseno e aiutano a far protrudere meglio i capezzoli piatti o introflessi. I modellatori sono formati
da due parti e sono in materiale plastico. La parte interna ha un foro in corrispondenza del capezzolo e la pressione sul
tessuto che circonda il capezzolo lo spinge verso l'esterno. I modellatori si usano in gravidanza e sfruttano l'aumento
naturale dell'elasticità della pelle in questi mesi applicando una pressione delicata ma costante sulle aderenze sottostanti
(tessuto connettivo) per far protrudere il capezzolo. Dopo il parto, i modellatori si indossano per una mezzora prima delle
poppate. Non vanno indossati di notte e il latte che si raccoglie al loro interno non deve essere utilizzato.
- La tecnica di Hoffman
Questa procedura contribuisce ad allentare il tessuto connettivo alla base del capezzolo e può essere utilizzata durante la
gravidanza e dopo il parto. Appoggia i pollici alla base del capezzolo (non sull'areola ma esattamente alla base del
capezzolo). Premi con decisione verso la cassa toracica e contemporaneamente allontana i pollici. Questa manovra
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contribuisce a distendere il capezzolo e ad allentare le rigidità nei tessuti alla base del capezzolo stesso, spingendolo
gradualmente a muoversi verso l'alto e verso l'esterno. Ripeti questo esercizio da due fino a cinque volte al giorno,
spostando i pollici attorno alla base del capezzolo.
- Il tiralatte
Dopo il parto, puoi usare un tiralatte efficace (per ulteriori informazioni vedi "Come si sceglie un tiralatte?") per far
sporgere il capezzolo subito prima della poppata e facilitare l'attacco del bambino. Puoi usare il tiralatte anche in altri
momenti della giornata per allentare le rigidità del tessuto connettivo alla base del capezzolo, applicando una pressione
uniforme che parta dal centro del capezzolo stesso.
- Evert-it™
Questo dispositivo è composto da una siringa con un'estremità morbida e flessibile in silicone, che facilita la protrusione
dei capezzoli simulando la suzione. Si usa prima della poppata, come il tiralatte.
- Stimolazione del capezzolo prima della poppata
Se riesci ad afferrare il capezzolo, stringilo tra l'indice e il pollice e muovi le dita avanti e indietro per un minuto o due. Poi
sfioralo rapidamente con una pezzuola imbevuta di acqua fredda o con del ghiaccio avvolto in un telo. Questo metodo
dovrebbe facilitare la protrusione del capezzolo. Non eccedere nell'uso del ghiaccio perché può influire negativamente sul
riflesso di emissione.
- Tirare il tessuto del seno durante l'attacco
Con la mano con la quale reggi il seno durante la poppata (il pollice sopra e le dita sotto al seno e lontani dall'areola) tira
leggermente la pelle verso la cassa toracica per favorire la protrusione del capezzolo.
- Paracapezzolo
Il paracapezzolo è una tettarella in silicone flessibile e sottile che si posa sopra al capezzolo. Grazie ai forellini sulla
punta, consente la fuoriuscita del latte. Se gli altri metodi non portano alcun risultato, il paracapezzolo può aiutare il
bambino ad attaccarsi e poppare, stimolando il palato quindi attivando il suo riflesso di suzione. I paracapezzoli
andrebbero utilizzati solo con l'aiuto di una Consulente per l'allattamento, perché un uso scorretto può creare difficoltà.
Avviare bene l'allattamento
- Un aiuto per posizione e attacco
Per le mamme con capezzoli piatti o introflessi, una mano esperta è molto importante, perché il bambino deve imparare
ad aprire bene la bocca per oltrepassare il capezzolo e afferrare una buona porzione dell'areola. Devi sperimentare
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diverse posizioni per trovare quale sia la più comoda voi due oltre che la più efficace. Alcune mamme trovano che la
presa sottobraccio o la presa di transizione assicurino un maggior controllo e facilitino l'attacco da parte del bambino.
- Allattare presto e spesso
Organizzati in modo da poter allattare il più presto possibile dopo il parto e almeno ogni 2-3 ore dopo il parto. In questo
modo potrai prevenire un eventuale ingorgo e consentirà al tuo bambino di esercitarsi a poppare prima che la produzione
aumenti di volume. Fare molta pratica finché il seno della mamma è morbido, spesso aiuta il bambino a poppare bene
anche quando il seno diventerà più turgido (e un capezzolo piatto è difficile da trovare).
- Curare bene l'attacco
Quando attacchi il bambino al seno, tienilo molto vicino a te, con orecchio, spalla e fianco allineati. Allinea il naso del
bambino al tuo capezzolo. Tira la pelle del seno verso la cassa toracica per facilitargli l'attacco. Solleticagli le labbra con
il capezzolo e aspetta che apra bene la bocca (come quando sbadiglia). Poi attaccalo, assicurandoti che afferri con la
bocca una buona porzione di areola. L'attacco risulta quindi leggermente asimmetrico (il bambino avrà in bocca una
porzione di areola più grande verso il mento che non verso il naso). Il naso del bambino deve sfiorare il seno (non
affondarvi) e le labbra devono essere ben rivolte verso l'esterno.
- Calmare il bambino quando è agitato
Il bambino non deve considerare l'allattamento come un momento di disagio: se si innervosisce, interrompi subito la
poppata e cerca di calmarlo: offrirgli un dito da succhiare, muoviti, cullalo o cantagli qualcosa. Aspetta che si sia calmato
prima di riprovare.
Se il capezzolo si irrita
- L'allentamento dei tessuti connettivi provoca qualche disagio
Alcune mamme riferiscono di aver avuto irritazioni al capezzolo per le prime due settimane, mentre i capezzoli (piatti o
introflessi) si adattavano alla suzione. In caso di irritazioni serie o se l'irritazione non passa dopo un paio di settimane,
contatta la Consulente LLL più vicina o una consulente professionale (IBCLC) per ricevere assistenza. Consulta la
sezione dedicata al trattamento dei capezzoli dolenti.
- Dopo la poppata, si forma dell'umidità nelle pieghe del capezzolo introflesso
Se il capezzolo si ritrae dopo la poppata, potrebbe essere ancora umido danneggiando la pelle. In questo caso, dopo la
poppata asciuga il capezzolo con una pezzuola e applica della lanolina pura.
Se l'irritazione al capezzolo persiste
Può capitare, anche se raramente, che l'irritazione al capezzolo persista più a lungo perché i tessuti connettivi non si
allentano, provocando quindi punti di tensione che possono portare a taglietti o alla formazione di vescichette.
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Se i capezzoli sono profondamente introflessi, il bambino comprime il capezzolo sotto l'areola invece dei dotti lattiferi.
Inoltre, dal momento che il bambino non riesce a posizionare correttamente il capezzolo in bocca, non riceverà una
quantità di latte proporzionale ai suoi sforzi mentre la poppata può provocare dolore alla mamma. In questi casi, un tiralatte
elettrico doppio automatico può essere d'aiuto perché non comprime l'areola ma applica una forza di suzione uniforme
che si diparte dal centro del capezzolo, facendolo protrudere. Col passare del tempo, questa pressione favorisce
l'allentamento del tessuto connettivo che trattiene il capezzolo.
Se il bambino si attacca più facilmente a un seno e riesce a nutrirsi bene, la mamma può continuare l'allattamento solo da
quel seno e usare il tiralatte nel seno che non viene drenato dal bambino finché il capezzolo non protrude. Il bambino
riceverà tutto il latte che gli serve da quell'unico seno, purché vi abbia accesso libero in termini di tempo e di frequenza.
Se entrambi i capezzoli sono gravemente introflessi, la mamma può usare il tiralatte su entrambi i seni per 15-20 minuti
ogni 2 ore e dare il latte al bambino con un dispositivo alternativo finché il bambino non sarà in grado di attaccarsi
efficacemente e serenamente.
Non è possibile stabilire a priori per quanto tempo sarà necessario usare il tiralatte, perché la protrusione spontanea del
capezzolo dipende dalla rigidità del tessuto connettivo e dal grado di introflessione. Ad alcune mamme basta una sola
sessione al tiralatte perché il capezzolo sporga completamente, mentre per altre mamme sarà necessario più tempo. Non
appena il capezzolo resta sporgente dopo la sessione al tiralatte, la mamma può riprendere immediatamente ad allattare.
Quando il capezzolo entra correttamente nella bocca del bambino e questi riesce a poppare efficacemente, la mamma
può finalmente sospendere l'uso del tiralatte e allattare senza avvertire alcun dolore. In qualche rarissima occasione, può
capitare che l'allattamento provochi dolore anche se il capezzolo sporge completamente. Causa di ciò potrebbe essere la
correzione radicale del capezzolo.
Dopo una correzione del capezzolo, questo può introflettersi nuovamente non appena il bambino fa una pausa durante la
poppata. In questo caso, la mamma può aver bisogno di fermarsi e usare di nuovo il tiralatte per qualche minuto prima di
riportare il bambino al seno. In una fase di transizione all'allattamento esclusivo, è possibile ricorrere alla compressione
manuale del seno o all'uso di un dispositivo di allattamento supplementare per incoraggiare il bambino a continuare a
succhiare e a deglutire per evitare che il capezzolo si introfletta.
Altre fonti di informazione
L'arte dell'allattamento materno, la guida all'allattamento de La Leche League, disponibile nella nuova edizione italiana
aggiornata e adattata.
Da mamma a mamma n. 52, 71
L'allattamento moderno n. 38
Il libro delle risposte cap. 13
Puoi trovare i libri de La Leche League e abbonarti alle pubblicazioni periodiche presso una Consulente LLL oppure
scrivendo all'indirizzo [email protected].
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