PROGETTI DELLE ESPOSIZIONI nel periodo EXPO 2015
Transcript
PROGETTI DELLE ESPOSIZIONI nel periodo EXPO 2015
PROGETTI DELLE ESPOSIZIONI nel periodo EXPO 2015 Perugino e Raffaello, Lo Sposalizio della Vergine. Dialogo tra maestro e allievo. 15 Aprile - 12 Luglio 2015 Il Primato del Disegno. I Disegni dei grandi maestri a confronto con i dipinti della Pinacoteca di Brera. Dai Primitivi a Modigliani. 28 Aprile - 19 Luglio 2015 Il bacio di Francesco Hayez: il bel Paese tra unità, gioventù e amore 4 Agosto - 13 Settembre 2015 Tesori di Lombardia Capolavori tutelati nelle collezioni private lombarde 22 Settembre 2015 - 10 Gennaio 2016 Le quattro mostre saranno inserite nel percorso permanente della Pinacoteca di Brera e sono state progettate soprattutto per mettere al centro dell’attenzione i grandi capolavori del museo e per venire incontro alle richieste del pubblico internazionale che visiterà Milano durante l’Expo. Perugino e Raffaello, Lo Sposalizio della Vergine. Dialogo tra maestro e allievo. Pinacoteca di Brera, 15 Aprile – 12 Luglio 2015 A cura della Direzione e dei Funzionari della Pinacoteca di Brera Comitato Scientifico Sandrina Bandera, Emanuela Daffra Raffaello Sanzio Lo Sposalizio della Vergine, 1504 Olio su tavola di legno 174 x 121 cm Milano, Pinacoteca di Brera Pietro Vanucci, detto il Perugino Lo Sposalizio della Vergine, 1499 – 1504 Tempera ed olio su tavola di legno 236 x 186 cm Caen, Musée des Beaux-arts Quando Pietro Vanucci, detto il Perugino, dipinge la sua versione dello Sposalizio della Vergine, ora al museo di Caen, la sua bottega è la più prestigiosa d’Italia. L’importanza dell’artista era innegabile dopo che aveva partecipato con un ruolo primario alla decorazione del registro mediano della cappella Sistina circa vent’anni prima. La fama del Perugino richiamò numerosi artisti presso la sua bottega, tra cui il giovane Raffaello Sanzio, figlio del pittore Giovanni Santi, come testimoniato della preziosa fonte del Vasari. La sua versione dello Sposalizio della Vergine eseguita sul modello dell’opera del Perugino conclude il primo periodo di apprendistato del giovane artista, che nel poi si trasferì a Firenze dove sviluppò ulteriormente la sua personalità. La pala commissionata al Perugino dalla confraternita di San Giuseppe, è stata ideata per la cappella del Santo anello nel duomo di San Lorenzo a Perugia. Eseguito dal 1499 al 1504, il dipinto era affiancato alla reliquia del “santo anello” della Vergine, mentre la pala di Raffaello fu realizzata nel 1504 per la cappella di San Giuseppe nella chiesa di San Francesco a Città di Castello, ad una sessantina di chilometri di distanza. La soluzione compositiva scelta dal Perugino riprende quella che aveva già usato per il celebre affresco della Consegna delle chiavi della Sistina adattandola alla costretta orizzontalità di una pala. Ne ritroviamo l’ambientazione della scena su una piazza in esterno, l’imponente edificio religioso sullo sfondo e la prospettiva centrale, ma i personaggi raggruppati in primo piano sotto la linea dell’orizzonte sono disposti strettamente uno accanto creando una lunga quinta in primo piano. Raffaello propone una disposizione quasi speculare, ma là dove l’opera di quest’ultimo era appiattita sul primo piano, l’Urbinate riesce a dare tridimensionalità alla sua composizione disponendo lo stesso numero di personaggi con più largo respiro e guidando lo sguardo verso l’edificio rialzato del tempio. La presentazione contemporanea delle due pale nella Pinacoteca di Brera durante l’Expo 2015 è un’occasione unica per comprendere come le due opere si richiamino e si valorizzino a vicenda. Se permette di affermare Raffaello come un artista capace di appropriarsi di una formula di grande successo e portarla oltre, questo confronto ci ricorda che il valore di un grande maestro, in questo caso Perugino, si misura anche nella bravura dei suoi allievi. Questa mostra è resa possibile da un’intesa tra i due musei depositari delle opere. In cambio del prestito della pala del Perugino, la Pinacoteca di Brera si è offerta di prestare al museo di Caen la Cena in Emmaus del Caravaggio da Novembre 2015 a Gennaio 2016. Il Primato del Disegno. I Disegni dei grandi maestri a confronto con i dipinti della Pinacoteca di Brera. Dai Primitivi a Modigliani Pinacoteca di Brera, 28 Aprile 2015 – 19 Luglio 2015 A cura della Direzione e dei Funzionari della Pinacoteca di Brera Comitato Consultivo Carmen Bambach, Sandrina Bandera, Giulio Bora, Francesca Rossi, Marzia Faietti, Giorgio Verzotti con la collaborazione di Giorgio Marini e Furio Rinaldi Giovanni Bellini, Pietà Pinacoteca di Brera Andrea Mantegna, Cristo Morto nel sepolcro e tre dolenti Pinacoteca di Brera Giovanni Bellini, Compianto sul Cristo morto Gabinetto dei disegni degli Uffizi, Firenze Andrea Mantegna, Deposizione al sepolcro Pinacoteca Tosio Martinengo Leonardo da Vinci e scuola Guido Reni, L’Assunta Pinacoteca di Brera Daniele Maria Crespi, Detto Spagnoletto Auto-ritratto Pittura e disegno, Pinacoteca di Brera Tintoretto, Il ritrovamento di San Marco Pinacoteca di Brera Tintoretto, Uomo nudo steso Museo Poldi-Pezzoli Per quanto famosa per la presenza di opere pittoriche, la Pinacoteca di Brera, grazie al suo legame con l’Accademia di Belle Arti, cioè con l’istituzione che in epoca neoclassica ha sostenuto la grande tradizione del Disegno, conserva anche un copioso ma poco noto Gabinetto di Disegni. Proprio in nome di questa presenza e di questo interesse nelle sottili trame della storia delle origini del museo, si è voluto puntare l’attenzione all’arte del Disegno, come strumento e passaggio fondamentale per leggere e comprendere la pittura. Attraverso i dipinti della Pinacoteca, molti dei quali espressioni cruciali della storia dell’arte, sarà possibile comprendere il raffinato e poetico rapporto tra la fase dello studio preparatorio e la stesura finale. E sarà anche possibile, per usare le parole di Giovanni Morelli, fondatore di una particolare impostazione della critica artistica basata sul riconoscimento di un artista attraverso i dettagli anatomici, “farne una galleria per studiare meglio le specialità tecniche di quei maestri”. La mostra si prefigge di presentare, attraverso il percorso dal Trecento al Novecento della Pinacoteca di Brera, come la profonda anima della pittura sia il Disegno. Insignita da Giorgio Vasari di un ruolo prioritario rispetto alle altre arti, Pittura Scultura e Architettura, l’arte del Disegno fin dal Trecento ha rappresentato, di fatto, un momento importante per gli artisti già negli anni della formazione, come per altro conferma l’aneddoto di memoria vasariana del giovane Giotto intento a disegnare una pecora. Momenti cardine saranno ovviamente i passaggi più importanti della storia del Disegno, rappresentati da artisti come Pisanello, poi Mantegna e Bellini, Carpaccio, il Quattrocento urbinate, i Leonardeschi, Correggio, il Cinquecento fiorentino e le scuole pittoriche del Cinquecento dell’Italia settentrionale, Paolo Veronese, Barocci, i Carracci e la grande Maniera del tardo Rinascimento, il Neoclassicismo, per giungere fino a Modigliani e Carrà. Al di là della bellezza di molti fogli presenti in mostra, espressioni autonome di arte e bellezza, sarà sicuramente interessante la lettura e lo studio comparato tra disegno e pittura e, forse, si potrà concludere, con un saggio detto longhiano, che “il disegno deve sempre servire per studiare la pittura”. Particolare attenzione sarà posta verso quegli artisti, che hanno avuto un ruolo importante in alcuni fondamentali passaggi generazionali, come Correggio, Barocci, i Carracci fino agli artisti Neoclassici, il cui ruolo è pari e in alcune fasi forse superiore a quello che essi hanno avuto nell’attività pittorica. Poiché il percorso della mostra, che vedrà le opere esposte in sequenza cronologica, potrà fornire anche dati e suggerimenti per evocare una sorta di storia del Disegno, inteso come stile e come tecnica, si è ritenuto doveroso sottolineare i passaggi fondamentali anche con alcune opere particolarmente significative, al di là di un confronto immediato e diretto. Saranno presentati anche alcuni cartoni appartenenti al Gabinetto dei Disegni della Pinacoteca stessa. Oltre a un grande formato di Barocci, sono degni di essere ricordati quelli di Guido Reni e Guercino che costituiscono un concreto esempio della fertilità della scuola emiliana nel Disegno e il ruolo che essa ebbe anche nelle epoche seguenti, per la diffusione dei principi accademici. Il bacio di Francesco Hayez: Il bel Paese tra unità, gioventù e amore Pinacoteca di Brera, 4 Agosto – 13 Settembre 2015 Catalogo e mostra a cura di Sandrina Bandera, Fernando Mazzocca, Isabella Marelli e Cecilia Ghibaudi Francesco Hayez, Il bacio Pinacoteca di Brera Il celebre dipinto di Francesco Hayez, Il bacio, fu presentato all’esposizione di Brera apertasi nel settembre 1859 pochi mesi dopo la conclusione della seconda guerra d’indipendenza combattuta dal Piemonte a fianco delle truppe francesi. Guerra che aveva portato alla liberazione del Lombardo-veneto dal governo austriaco. Fin da subito la tela incontrò una straordinaria fortuna, tanto che allo stesso pittore furono richieste altre quattro diverse, eppure simili, versioni. Le figure dei due giovani che s’abbracciano assumevano, come hanno rivelato gli studi di Fernando Mazzocca, oltre l’esplicito significato sentimentale, quello di vero manifesto del Risorgimento. Lo si legge con maggiore chiarezza nelle versioni successive dove gli abiti dei due protagonisti, attraverso una dichiarata simbologia cromatica, propongono i colori delle due nazioni: bianco, rosso, verde e bianco, azzurro, rosso. Era il manifesto dell’alleanza fra due popoli che aveva portato alla liberazione, se non dell’Italia tutta, di una parte della penisola. E il pittore ne proponeva la celebrazione con un soggetto del tutto inconsueto. Il successo in termini di esaltazione patriottica fu tale che il quadro si trovò citato, di lì a poco, in altre due opere: Il triste presentimento di Gerolamo Induno, e Una triste novella di Giuseppe Reina, entrambi dipinti nel 1862. I due temi, la partecipazione alla guerra e l’ amore, sono esplicitati nel gesto di riflessione triste e pensierosa delle due giovani protagoniste l’una riguardante la riproduzione del quadro, l’altra intenta a leggere una lettera con, alle spalle, le stampe di Garibaldi e del Bacio. Tuttavia il significato politico dell’opera venne ben presto superato da quello più esplicitamente amoroso, in una scena di cui si può indicare un precedente nell’Ultimo addio di Giulietta e Romeo, eseguito dall’Hayez per il conte Francesco Annoni, capitano del “reggimento ussari re di Sardegna” nel 1833. Si trattava in realtà di una replica del soggetto eseguito nel 1823 per il conte Sommariva, cui seguirono, anche in questo caso, altre copie a documentare il gradimento del dipinto. Tornando al significato politico, la felice conclusione della guerra, per quanto con esiti meno eclatanti di quanto i patrioti s’erano aspettati, determinò in quel giro d’anni altre opere in omaggio all’alleanza del regno sardo con l’impero francese. Nel 1858-1859 Vincenzo Vela eseguì il monumento all’ Alfiere sardo, offerto dai patrioti milanesi alle armate che si preparavo a scendere in campo per la liberazione della regione. A questo fece seguito il seducente marmo L’Italia riconoscente alla Francia, commissionato nel 1861-1862 ed esposto al Salon di Parigi nel 1862, donato dalle dame milanesi quale omaggio all’imperatrice Eugenia di Montijo, moglie di Napoleone III. E’ un altro abbraccio, squisitamente simbolico, fra due donne, l’una regina, l’altra seminuda a significare, come scrisse lo stesso Vela, che “l’unità della penisola non era ancora al completo”. Si tratta di due esempi palesi della gratitudine della classe dirigente della città lombarda alla nazione che aveva appoggiato e permesso la liberazione della regione. La Soprintendenza per i Beni storici artistici ed etnoantropologici di Milano sostiene la scelta dell’Amministrazione cittadina, che ha scelto la tela come uno dei simboli del patrimonio artistico della città di Milano e partecipa a questo gesto, che è anche omaggio alle collezioni braidensi, proponendo una mostra, di ridotte dimensioni, che presenti il dipinto nella sua duplice valenza, sentimentale e risorgimentale. Si propone perciò di affiancare alle composizioni sopra citate la scultura raffigurante il bacio fra Faust e Margherita di Antonio Tantardini, le riproduzioni fotografiche seguite all’ingresso della tela nelle collezioni del museo nel 1886, il celebre film di Luchino Visconti Senso con la palese citazione dell’abbraccio amoroso nella famosa scena del bacio fra la contessa Livia Serpieri (Alida Valli) e l’ufficiale Franz Malher (Harley Granger) fino allo sfruttamento popolare e pubblicitario di questa icona dell’Ottocento italiano. Tesori di Lombardia. Capolavori tutelati nelle collezioni private lombarde. (titolo da definire) Pinacoteca di Brera, 22 Settembre 2015 – 10 Gennaio 2016 Catalogo e mostra a cura di Sandrina Bandera e i funzionari della Soprintendenza / Pinacoteca di Brera Maestro della Madonna di Lunata, Lucca, sec. XIII Anthony Van Dyck, The Lamentation (part.) Pompeo Batoni, particolari di dipinti, sec. XVIII Lorenzo Di Credi, Adorazione del Bambino La mostra sarà un omaggio al collezionismo lombardo che nasconde opere di vario genere (sculture, miniature, oreficerie, dipinti) appartenenti alle più varie scuole artistiche in dialogo diretto con le opere della Pinacoteca di Brera. La guida della mostra sarà lo stretto legame fra la Pinacoteca e il collezionismo privato che fin dalla prima metà del XX secolo sorregge la politica dei Soprintendenti in uno scambio reciproco fra il museo e il territorio. Tutte le opere prestate, circa una sessantina dal Trecento al Novecento, saranno inserite nel percorso museale in dialogo stretto con le opere esposte, e costituiranno un riferimento di carattere artistico-estetico ma anche tecnico poiché, come è noto, il collezionismo privato è sempre stato particolarmente orientato verso alle arti decorative. Si tratta di opere non conosciute che saranno esposte per la prima volta. Apriranno un nuovo scenario di interesse sia per il pubblico che per gli studiosi. In considerazione della qualità altissima dei capolavori prestati, la mostra sarà presentata nel periodo più tipicamente milanese comprendente sia Expo che S. Ambrogio, l’apertura della stagione scaligera e le festività natalizie. Anche questa mostra come le altre vedrà al centro dell’attenzione i dipinti fondamentali della Pinacoteca di Brera: Bellini, Mantegna, Piero della Francesca, Raffaello, Pellizza da Volpedo, Modigliani, facendo in modo che sorga un nuovo sguardo sul museo in tutte le sue potenzialità e la sua identità.