Parigi fermata di lusso
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Parigi fermata di lusso
STRATEGIE/Investire all’estero La capitale francese offre una fitta rete di vie commerciali e si caratterizza per la specializzazione in aree merceologiche. Una piazza difficile da conquistare, ma con grandi opportunità di vendite e di visibilità di Raffaele Cerchiaro e Michele Pesce* 82 L e vie dei gioiellieri, quelle del design, quelle della haute couture. Parigi si contende certo con Milano la palma di capitale europea dello shopping. Turisti da tutto il mondo e francesi dal resto del paese percorrono ogni giorno, in qualunque stagione, le vie commerciali di questa città, ricercando in particolare lusso e raffinatezza, oppure l'oggetto imperdibile, il fashion per eccel- AZ FRANCHISING lenza. Dalle passerelle ai viali spaziosi tutto a Parigi è moda. Non a caso nella capitale parigina troviamo le vetrine dei principali brand del mondo, che si contendono una piazza commerciale ambita da tutti. Fin qui poco sembrerebbe differenziare il potenziale di Parigi da quello di altre grandi capitali, ma non va dimenticato il fascino che esercita. Da secoli Parigi è sinonimo di lusso, buon gu- Aprile 2006 sto e alta moda e rappresenta un vero e proprio punto di riferimento per gli acquisti. Il mood che si avverte a Parigi ha in qualche modo condizionato la “mappa commerciale” del territorio francese. A differenza di altri paesi europei, dove è fondamentale essere presente nelle principali città per incontrare tutti i propri potenziali clienti, in Francia non è così. In partico- Parigi fermata di lusso lare per il mercato del lusso è indispensabile, e probabilmente sufficiente, essere a Parigi. Secondo analisi realizzate da Value Lab il 22 per cento del mercato potenziale per i prodotti di lusso si concentra nella capitale. Un dato che colpisce per la sua importanza e che assume una rilevanza ancora maggiore se confrontato con la forte presenza di alberghi di lusso (oltre 4 stelle) che sul suolo cittadino rappresentano il 20 per cento del totale Francia. Alberghi che attraggono un turismo “leisure” o “business”, comunque di altissimo livello. In particolare in crescita sono i turisti russi, che han- no una grande disponibilità economica e che cercano i marchi più noti, quelli più lussuosi, sia nelle boutique che nei grandi magazzini, qui veri e propri templi del fashion. Tutte informazioni da valutare con attenzione qualora si decida di aprire un punto di vendita nella Ville Lumière, che attira i maggiori flussi di lavoro e di consumo di tutto il territorio francese. SHOPPING GRIFFATO Le vie commerciali della città sono potenzialmente tutte interessanti e di buon livello, ma proprio perché la concentrazione commerciale è altis- Aprile 2006 sima occorre valutare con precisione le singole location. Per spiegare come muoversi in un mercato del commercio immobiliare affollatissimo, abbiamo preso come esempio tre viali molto famosi e che evocano nella mente dei turisti di tutto il mondo moda e shopping: Faubourg St.Honoré, Champs Elysées e Boulevard Saint Germain. Date le particolari caratteristiche della città, tutte e tre le vie appartengono a quartieri con un tenore di vita molto elevato e con flussi forti di persone che qui si recano per turismo e per lavoro. Il profilo reddituale dei residenti in AZ FRANCHISING queste zone è altissimo. Nel caso delle prime due strade il 46 per cento dei contribuenti residenti ha un reddito annuo superiore ai 31.000 euro (contro una media cittadina che si attesta intorno ai 17.000), in Boulevard Saint Germain la percentuale di residenti con un reddito superiore a questa cifra è di poco inferiore: 36 per cento. Si tratta, quindi, dell'élite cittadina, di quella fetta di popolazione che, per quanto, rappresenti solo il 2/3 per cento sul totale della popolazione di Parigi, costituisce la fascia che si permette consumi di alto livello. Anche in tre vie ricche e ben 83 STRATEGIE/Investire all’estero In Faubourg St. Honoré lo stile dei negozi è altissimo: difficile avere una buona performance con un brand non "all'altezza" frequentate, oltre che dai residenti, dai turisti, da chi lavora e da chi ci viene per acquisti, vi sono comunque alcune differenze evidenti che vanno analizzate e confrontate con quelle della rete che desidera aprire una nuova location. L'ECCELLENZA DEL FAUBOURG Il lusso per eccellenza trova la sua degna collocazione in Faubourg St.Honoré. Qui hanno aperto insegne come Hermès, Gucci, Christian Lacroix, Versace. Il Faubourg, come lo chiamano i parigini, è di fatto una via Montenapoleone o una via Condotti alla loro massima espressione. Il livello dei negozi, il loro stile, è altissimo e 84 AZ FRANCHISING Aprile 2006 difficile sarebbe avere una buona performance commerciale in questo angolo di mondo con un brand che non possa essere paragonato a quelli citati. Il target I residenti sono solo 40.000, ma come detto appartengono alla fascia alta della popolazione. La gran parte del target dei negozi del Faubourg è costituito da un flusso costante di aspiranti acquirenti, francesi e non, con un elevato potere d'acquisto. A chi conviene Le merceologie vincenti sono gioielli, abbigliamento e accessori d'alta moda. In questa zona potrebbe quindi aprire il proprio punto di vendita un nuovo stilista dell'alta moda, una maison STRATEGIE/Investire all’estero Champs Elysées è lo “struscio” dei turisti per eccellenza. L’offerta è varia: alto di gamma, mall, fast fashion LE NUOVE TENDENZE IN BOULEVARD SAINT GERMAIN di orologi o di accessori di lusso. L'OFFERTA SCINTILLANTE DI CHAMPS ELYSÉES Di livello leggermente più basso, ma con un altissimo tasso di passaggi, è Champs Elysées, lo 'struscio' dei turisti per eccellenza. Qui l'offerta è variegata e spazia dai brand lusso-fashion francesi (Louis Vuitton, Cartier, Paris Saint Germain) ai mall (Arcades du Lido, Galerie des Champs), dagli showroom delle più note case automobilistiche (Peugeot, Renault, Mercedes) ai negozi specializzati (Fnac, Sephora), fino al fast fashion (Zara, Gap). Il target Le caratteristiche urbanistiche di questa via consentono 86 la presenza di spazi di grandi dimensioni e questo spiega la concentrazione di tante merceologie diverse, con un'offerta che spazia dal target giovane, al turista, dall'amante della moda alla famiglia. È probabilmente questa la via commerciale che meglio accoglie chi desidera proporsi sul mercato parigino. Con l'unica accortezza di doversi distinguere in mezzo a una proposta tanto ampia e tanto variegata e tenendo conto dell'abbassamento di livello che ha caratterizzato la zona negli ultimi anni, trasformando i Campi Elisi in un immenso vialone 'multilingue'. A chi conviene Rappresenta comunque la location ideale per una catena di fast-food, per un brand emergente o per marche che si rivolgono al target famiglie. La struttura della via permette che coesistano spazi di grandi dimensioni AZ FRANCHISING Aprile 2006 Per il pubblico giovane, gli studenti o gli intellettuali che affollano Parigi bisogna fare un salto nel Quartiere Latino. Un tempo cuore della vita bohémien, oggi ancora zona pulsante di novità e tendenze e di un flusso non solo dedicato allo shopping. Il target residente è comunque di livello alto e qui risiedono circa 56.000 persone, che vengono affiancate da una fascia importante di day population e di night population che frequenta la zona per svago e divertimento. STRATEGIE/Investire all’estero Un tempo cuore della vita bohémien, oggi Boulevard Saint Germain continua a ispirare le avanguardie Qui si trovano i negozi di Emporio Armani e Sonia Rykiel Il target In Boulevard Saint Germain, sulla Rive Gauche, alta è la concentrazione di brasserie e ristoranti tipici, affiancati da insegne commerciali rivolte a un target più giovane, ma comunque ricercato e raffinato. A chi conviene Questa zona, dove hanno aperto anche Emporio Armani e Sonia Rykiel, potrebbe essere l’ideale per un negozio di pelletteria giovane ma trendy (pensiamo a Piquadro) o di prodotti alimentari tipici. Individuare la giusta location a Parigi significa tenere conto di tutte queste variabili, in particolare del ruolo che la città riveste come piazza commerciale per tutta la Francia e per molti paesi stranieri. Il flusso turistico, che rappresenta una voce importante per gli acquisti anche in altre aree della Francia (in Costa Azzurra a esempio), trova comunque nella capitale la sua massima espressione. Per questo diventa fondamentale tenere conto della provenienza dei turisti, dei loro gusti e del loro potere d'acquisto. “ A PARIGI È FONDAMENTALE TENERE CONTO DI GUSTI E POTERE D’ACQUISTO DEI TURISTI ” * Consulenti di Value Lab [email protected] Aprile 2006 AZ FRANCHISING 89 STRATEGIE/Investire all’estero COME SI DICE CONTRATTO… IN FRANCESE La Féderation Française de la Franchise (FFF) definisce il franchising come un metodo di collaborazione tra due controparti: da una parte un'impresa, detta franchisor, dall'altra una o più imprese, i franchisee. L'oggetto del franchising consiste nello sfruttare una relazione interaziendale messa a punto dal franchisor e realizzata dal franchisee, con un obiettivo comune: il profitto reciproco. Come nella maggior parte dei paesi europei, ad oggi, non esiste in Francia una legislazione propria per il franchising, fatto salvo per alcuni testi di legge che regolano le relazioni precontrattuali tra il franchisor e il franchisee. Tra questi, la più importante in materia di franchising è senza dubbio la Legge n° 891008 del 31 dicembre 1989, relativa allo sviluppo delle imprese commerciali ed artigianali e al miglioramento del loro ambiente economico, giuridico e sociale (la "Legge Doubin"). L'ambito di applicazione della Legge Doubin non è limitato ai contratti di franchising, ma si riferisce a tutti i contratti in cui un soggetto metta “a disposizione di un altro soggetto, una denominazione sociale, un mar- 90 chio o un'insegna pretendendo da esso un obbligo di esclusiva o di semi-esclusiva per l'esercizio della sua attività”. Secondo questa legge, il franchisor deve mantenere un elevato livello di trasparenza nei confronti del franchisee, fornendogli un documento detto Documento d'Informazione Precontrattuale (il "DIP"), che deve contenere una serie di informazioni precise, necessarie affinché il franchisee intraprenda l'attività con cognizione di causa. Detto documento deve essere consegnato al franchisee almeno 20 giorni prima della sottoscrizione del contratto o del versamento di denaro a qualsivoglia titolo. Sebbene nulla venga specificato in relazione alla forma, poiché nella legge si parla di "sottoscrizione" del contratto e di "consegna" del DIP, appare chiaro che i predetti documenti debbano rivestire necessariamente la forma scritta. La Legge Doubin è stata attuata dal Decreto n° 97-337 del 4 aprile 1991 che ha specificato i contenuti del DIP che di seguito elenchiamo brevemente. 1- L'indirizzo della sede dell'impresa e la natura delle sue attività con l'indicazione della forma giuridica e dell'identità del capo dell'impresa nel caso di una persona fisica, dei dirigenti nel caso di una persona giuridica; all'occorrenza, l'importo del capitale sottoscritto. 2- Il numero di registrazione al "Registre du Commerce et des Sociétés" (registro delle imprese) o il numero d'iscrizione al AZ FRANCHISING "Répertoire des Métiers" (Albo dei Mestieri) e, nel caso in cui il marchio oggetto del contratto sia stato acquisito in seguito ad una cessione o ad una licenza, la data e l'iscrizione al registro nazionale dei marchi con l'indicazione, per i contratti di licenza, della durata per la quale la licenza è stata concessa. 3- Le coordinate bancarie dell'impresa. 4. La data di costituzione dell'impresa, con una particolare menzione alle fasi principali del suo sviluppo e un prospetto illustrativo con tutte le informazioni utili alla valutazione dell'esperienza professionale degli affiliati o dell'affiliante. Tali informazioni devono essere integrate da una presentazione dello stato generale e locale del mercato dei prodotti o servizi oggetto del contratto e delle prospettive di sviluppo di questo mercato. A questa sezione del documento devono inoltre essere allegati anche i conti economici degli ultimi due esercizi o, per le società che fanno appello al mercato dei capitali, i bilanci approvati negli ultimi due esercizi. 5- Una presentazione della rete degli affiliati che comprenda: • l'elenco delle imprese che ne fanno parte, completo dei relativi indirizzi, della data di conclusione o di rinnovo dei contratti che le legano all'affiliante; • il numero delle imprese che hanno cessato di far parte della rete nel corso dell'anno precedente a quello del rilascio del documento in questione, precisando se il contratto è venuto a scadenza o se è stato risolto o annullato; Aprile 2006 • l'indicazione della durata del contratto proposto, delle condizioni di rinnovo, di risoluzione e di cessione, nonché l'ambito di esclusività. Il prospetto deve inoltre precisare la natura e l'ammontare delle spese e degli investimenti che si riferiscono all'insegna o al marchio che l'affiliato deve impegnare prima di iniziare l'attività. L'art. 2 del Decreto prevede una pena pecuniaria per chiunque metta a disposizione di un'altra persona un nome commerciale, un marchio o un'insegna, esigendo da questa un accordo di esclusività o di quasi-esclusività per l'esercizio della sua attività, senza avergli consegnato, almeno venti giorni prima della firma del contratto, il documento informativo e la bozza di contratto definitivo. Il DIP deve essere aggiornato ogni anno. L'obbligo di informazione in capo all'affiliante deve rispettare due condizioni: deve essere sincera e deve permettere al candidato affiliato di concludere un accordo con cognizione di causa. Né la Legge Doubin, né il Decreto prevedono sanzioni in caso di inadempimento all'obbligo di informazione e tale mancanza, secondo gli operatori del diritto francese, rischia di essere fonte di numerosi problemi. La mancata consegna del DIP è però sanzionata penalmente con un'ammenda e/o con la carcerazione sino ad un mese. In caso di comportamento recidivo, il periodo di carcerazione può aumentare. Avv. Manuela Biglione Frignani&Associati Studio Legale