Artigianato artistico di Firenze - L`analisi della

Transcript

Artigianato artistico di Firenze - L`analisi della
ANALISI E PROPOSTE PER ARGINARE
LA FORTE CRISI ECONOMICA
E SCRIVERE INSIEME ALLE IMPRESE
UN FUTURO MIGLIORE
ANALISI E VALUTAZIONI SUL COMPARTO
DELL’ARTIGIANATO ARTISTICO
NELLA CITTÀ DI FIRENZE E NELLA PROVINCIA FIORENTINA
Firenze, Giugno 2011
1
La situazione delle imprese del comparto dell’Artigianato Artistico e
tradizionale a Firenze e nella provincia.
L’analisi attuale
La situazione.
La situazione delle nostre imprese è sicuramente molto difficile e complicata. Sappiamo già che molte
imprese hanno chiuso la propria attività negli ultimi mesi e la sensazione è che il 2011 sarà comunque un
anno ancora pesante che porterà, purtroppo, alla chiusura di altre imprese. Siamo in presenza di una vera
e propria emergenza. Le cause di questa situazione sono state lungamente discusse ed analizzate
(globalizzazione e concorrenza internazionale, difficoltà dimensionali e patrimoniali delle imprese, sistema
del credito punitivo, rendita immobiliare e l’incredibile aumento degli affitti, difficoltà logistiche e di accesso
della clientela soprattutto nei centri storici ed in particolare Firenze, difficoltà di esportazione dei prodotti a
causa della diminuzione della domanda soprattutto sul mercato americano). A questi principali motivi ne
potremmo aggiungere altri (livello dei costi fissi aziendali, scarsa capacità di penetrazione nei nuovi mercati,
difficoltà a capire ed inserirsi nella nuova competizione internazionale e, soprattutto, una questione culturale
generalizzata che impedisce al consumatore medio di valutare e distinguere il valore incorporato nei beni
prodotti dalle nostre botteghe artigianali).
Comunque sia, lo scenario è questo e la domanda è cosa si può cercare di fare per affrontare al meglio
questa difficile situazione.
La fotografia del 2010
Secondo i dati contenuti nella pubblicazione “Artigiani d’arte - Mappatura e classificazione delle attività
economiche del comparto nella Provincia di Firenze” a cura della Fondazione per l’Artigianato Artistico di
Firenze, pubblicata agli inizi del 2010, le imprese riconducibili a questo comparto erano complessivamente
1.317. Il dato riguarda l’intera provincia fiorentina.
Interessante il dato che riguarda il Comune di Firenze che vedeva la presenza di 642 imprese che
rappresentano quasi la metà del nostro sistema di imprese che fa riferimento a questo settore.
Tra queste quasi il 20% (263 imprese) è rappresentato dalle lavorazioni del legno (compreso il restauro)
che comprendono lavori di falegnameria e carpenteria, produzioni cornici, doratura ed argentatura delle
cornici, laccatura, intaglio, intarsio, ecc.
Il secondo aggregato riguarda la lavorazione di metalli comuni non pregiati (che comprendono anche il
bronzo e l’ottone e si articolano nelle fasi di lavori in ferro battuto, carpenterie metalliche, paralumi,
lampadari in ferro battuto e/o altri metalli, bigiotteria, ecc.) che, con 144 imprese, rappresenta il 10,93%.
Il terzo aggregato di rilievo è rappresentato dalle lavorazioni di metalli pregiati e di pietre preziose (orafi,
argentieri, gioiellerie) che, con 238 imprese, rappresentano oltre il 18% dell’intero insieme.
Altri dati rilevanti sono l’abbigliamento, calzature ed altro (con contenuto artistico) con 136 aziende
(10.33%) e il restauro (tranne quello dei prodotti lignei), che comprende 132 imprese pari al 10,03%.
Quindi oltre l’80% dell’A.A.T è rappresentato dai settori sopra indicati; completano il quadro altri mestieri,
meno rilevanti come quantità, ma sicuramente straordinariamente importanti quali: la lavorazione della
ceramica, porcellane, maioliche e terrecotte, la lavorazione della carta, rilegatura ed affini, le
decorazioni, addobbi, la riproduzione di opere d’arte e dipinti, la lavorazione della pelle e dei cuoi
artistici, quella delle pietre dure, mosaici e marmo, i lavori di tappezzeria, la fabbricazione e la
riparazione di strumenti musicali, la lavorazione tessili, compresi i ricami, e del vetro e del cristallo.
Altri dati di rilievo: il 64% delle imprese sono ditte individuali, quasi il 29% società di persone ed il restante
6.92% sono società di capitali. Quasi la metà di queste imprese (il 48,75%) sono collocate nel Comune di
Firenze, il 25, 2% nei 10 comuni che costituiscono l’Area Metropolitana Fiorentina, il 13,44% nel Circondario
Empolese ed il 12,66% nei restanti Comuni della Provincia.
2
Questi dati sono stati pubblicati all’inizio del 2010 e purtroppo non abbiamo studi omogenei più recenti per
poter effettuare un raffronto che possa dare qualche risultato attendibile.
I tratti essenziali del settore dell’Artigianato Artistico
I tratti essenziali dell’Artigianato Artistico si possono riassumere nello schema qui sotto presentato:
Natura giuridica: prevalenza netta (in misura assai più forte di quanto accada nell’Artigianato Manifatturiero
preso nel suo insieme) della ditta individuale (64,18%);
Classe d’ampiezza: prevalenza delle classi inferiori da 1 a 3 addetti (77,53%); composizione degli organici
aziendali: il gruppo imprenditoriale prevale numericamente sul lavoro dipendente (53% contro 47%);
Età media alta (49,58 anni) e classe d’età prevalente quella intermedia, compresa fra 40 e 49 anni
(32,42%);
Buona presenza di titoli di studio attinenti al lavoro attualmente svolto (Liceo Artistico; Istituti d’Arte;
Accademia di Belle Arti; Opificio delle Pietre Dure; Architettura; Beni Culturali; ecc.)
Genealogie artigiane: una presenza non così pervasiva come si poteva pensare (la prima genealogia arriva
al 47,84%);
Tecnologie manuali o prevalentemente manuali (ma in alcuni casi le macchine ed anche le attrezzature
elettroniche giocano un ruolo tutt’altro che marginale);
Buona presenza della comunicazione informatica con l’esterno (61,73% per la posta elettronica e
36,45% per i siti web).
Questo è, in estrema sintesi, il quadro generale.
Ma, poi, ci sono varianti settoriali, che hanno un’importanza non secondaria: ad esempio, per quel che
riguarda la natura giuridica, la ditta individuale diventa straripante nel Restauro (80,30%), negli Strumenti
Musicali (76,47%) e nelle Decorazioni(75,00%); per la classe d’ampiezza, settori quali gli Strumenti
Musicali ed il Restauro hanno molti casi di aziende mono-addetto (rispettivamente: 76,48% e 66,67%),
mentre, per converso, Pelletteria (21,43%), Ceramica (14,13%), Tessili e Ricami (13,96%), si vengono a
trovare nella posizione opposta (pesi relativi della classe: “10 addetti ed oltre”).
Riguardo alla composizione degli organici il peso relativo del gruppo imprenditoriale è fortissimo negli
Strumenti Musicali (84,62%), nel Restauro(83,10%) e nella Tappezzeria (73.09%).
Un’attenzione particolare deve essere riservata ai canali elettronici di comunicazione (e.mail e/o sito web)
con l’ambiente esterno (altre aziende, clienti o committenti, istituzioni ed enti pubblici,ecc.). Si registrano
valori particolarmente ed uniformemente elevati per gli Strumenti Musicali (82,35% per la posta elettronica e
70,59% per i siti web) nonché per la Pietra (rispettivamente,81,82% e 72,73%); i Cuoi Artistici presentano
pesi assai alti nella posta elettronica (89,29%) e moderati nei siti web (50,00%); per parte sua, il Restauro è
fortemente presente nella e.mail (81,06%) ed,invece, assai debole è il suo peso nei siti web (28,03%).
Sono sufficienti questi pochi cenni per comprendere il carattere articolato e variegato dell’Artigianato Artistico
oltre i molti ed indubbi tratti comuni.
L’analisi condotta in occasione di questa ricerca, ed ancor più i risultati di altre indagini, sembra autorizzare
l’ipotesi che il mondo dell’Artigianato Artistico si possa grosso modo scomporre in due sezioni:
1) uno strato di “aziende di eccellenza”, non discriminate sulla base della classe d’ampiezza, ma soprattutto
su quella del valore estetico e della capacità inventiva, aziende che operano su mercati di ampio raggio,che
stanno dentro circuiti commerciali, che fanno largo uso dell’informatica comunicativa;
2) un nucleo di aziende che trova il suo elemento di distinzione non tanto sul fronte dei valori qualitativi,
quanto nel fatto di operare su circuiti commerciali più ristretti, spesso su mercati locali.
Cosa è successo in questo periodo
3
Purtroppo non disponiamo di dati omogenei con i quali confrontare, in maniera più scientifica, le tendenze
sopra individuate.
Possiamo cercare di svolgere alcune riflessioni che si basano su dati in nostro possesso.
Ad esempio, un pezzo di Firenze tra i più strategici dell’artigianato, l’Oltrarno, è in una situazione di reale
allarme e preoccupazione. Nel 2010 risultano cessate 57 attività (botteghe) che, sommate alle 95 che
avevano chiuso nel 2009, rendono esplicito e forte questo segnale. Chiudono soprattutto le imprese
dell’artigianato artistico e pezzi importanti di una filiera non più riproducibile.
Pur non disponendo di dati scientifici, questo pezzo della città esprime una tendenza del nostro territorio;
molte delle imprese, già stremate da una crisi le cui avvisaglie risalgono alla fine del 2008, rischiano di
chiudere l’attività nel corso di questo anno.
Un’altra lettura di rilievo è fornita dal ricorso agli ammortizzatori sociali (sospensioni temporanee di attività
lavorativa per i dipendenti gestite dall’Ente Bilaterale Regionale – Ebret - ed il ricorso alla Cassa
Integrazione Speciale in deroga prevista da leggi dello stato ed attuata dalla regione Toscana) da parte delle
imprese del settore artistico e tradizionale della nostra provincia. Anche in questo caso i problemi di
classificazione statistica non ci permettono di ancorare il ragionamento su basi di confronto scientifico ma i
dati in nostro possesso rendono ancora più evidente le difficoltà di un comparto. Nell’ultimo biennio il ricorso
a questi due strumenti è stato rilevante ed ha coinvolto, per la prima volta, anche mestieri e specificità
produttive non coinvolte in maniera significativa da precedenti momenti di difficoltà legati al ciclo economico
altalenante di questi ultimi anni.
E’ del tutto evidente che la lettura dei dati pubblicati all’inizio del 2010 evidenziava forti elementi di fragilità
imprenditoriale (rilevanza delle imprese individuali, età media degli artigiani piuttosto avanzata, dotazione
informatica spesso incerta e sicuramente non all’altezza dei bisogni, ecc); fragilità ed incertezza di
prospettive per le imprese che è sicuramente aumentata nel corso del 2010 e che ora rischia di trasformarsi
in un ostacolo insuperabile nei prossimi mesi.
Chiudere gli occhi su questa realtà non serve; servono, invece, atti ed iniziative concrete se non vogliamo
che una parte consistente del nostro patrimonio di imprese diventi solo un ricordo.
Una crisi lunga, complessa e complicata
La crisi, dunque, si riverbera con particolare durezza sul sistema dell’ Artigianato Artistico e Tradizionale del
territorio fiorentino, rendendosi esplicita attraverso la chiusura di molte attività, soprattutto quelle ditte
individuali dei “mille” mestieri che compongono le filiere del legno- restauro, delle lavorazioni dei metalli
comuni e/o di quelli pregiati, della ceramica, ect.
Sicuramente esistono motivazioni economiche e di mercato, collegate ad una tipologia specialistica di lavoro
che ormai scarseggia da tempo, difficoltà legate alla riscossione del lavoro svolto, costi fissi (prima di tutto gli
affitti) che stanno strangolando sempre più le imprese. Ma questi aspetti non sono sufficienti a spiegare una
crisi come questa.
Vi sono anche aspetti psicologici, legati all’autostima e alla percezione di un futuro anche prossimo che molti
imprenditori non riescono più ad immaginare o sognare. Quindi la parola d’ordine “resistere”, in questo
periodo difficile, va coniugata anche con altre iniziative che vedono nell’ascolto, nell’interesse e nella
vicinanza concreta, ad esempio dell’Associazione, dei Mestieri, dei suoi dirigenti, un complemento
irrinunciabile.
La domanda è sempre la stessa: cosa possiamo ragionevolmente fare, come Associazione, a sostegno delle
imprese.
Firenze, Giugno 2011
4