Cascate del Rovigo (E) - C.A.I Valdarno Superiore

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Cascate del Rovigo (E) - C.A.I Valdarno Superiore
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Cascate del Rovigo (E)
La Badia di Moscheta, complesso religioso fondato dai Vallombrosiani nel X secolo, accoglie ancora
oggi gli escursionisti come i pellegrini un tempo ed
il suo museo racconta la storia di queste montagne
e della sua gente. I torrenti Rovigo e Veccione
scorrono sempre con le loro acque limpide dove
ancora si trovano i gamberi, tra dirupi d’arenaria e
scavano marmitte che invitano a fare il bagno.
“E sempre ho negli occhi quella strada con il
sole… il primo mattino, le fonti dove mi hai fatto bere, la terra che si mescolava ai nostri baci,
quell’abbraccio profondo della luce.” Cosi Sibilla Aleramo ricorda in una sua lettera a Dino Campana la breve stagione del loro amore vissuto appassionatamente proprio in questi monti e in questi
sentieri quasi cento anni fa. Non è cambiato molto da allora. Casetta di Tiara, il piccolo borgo che domina la valle del Rovigo è
ancora pressoché immutato e la strada carrozzabile termina tra le sue case. Nell’estate del 1916 Sibilla manda un biglietto di
congratulazioni per la prima, e unica, opera di Campana, i Canti Orfici, a cui segue un invito a venirlo a trovare su queste
montagne: “Vi piacerebbe dormire un poco sotto la tenda?”. Gli risponde Sibilla. “Non sono più giovane… però ancora buona
camminatrice – codesta occhiata agli Appennini la darei volentieri con voi.. insomma, come mi dovrei equipaggiare?” Seguono incontri e passeggiate che durano lo spazio di una stagione, ma pieni di passione; poi la separazione e l’inesorabile declino delle facoltà di Dino che finirà internato in manicomio dove morirà nel 1932.
Ma la suggestione di queste valli è sempre la stessa. Dai suoi fitti boschi fanno capolino cinghiali e caprioli, le rovine delle
case contadine con i suoi essiccatoi raccontano ancora le storie di una “civiltà del castagno” che ancora non è scomparsa del
tutto. La Valle dell’Inferno non è il nome più adatto a questi luoghi perché qui siamo più vicini al paradiso.
PROGRAMMA
Itinerario: dalla Badia di Moscheta (584 m) si prende la strada che passa davanti al bar-ristorante, si lascia a destra il vecchio cimitero e si scende fino al ponte sul torrente Veccione. Prima di passarlo si prende a destra, seguendo l’indicazione p er
la Valle dell’Inferno e si costeggia la grande vasca che forniva l’acqua al mulino, ormai interrata. Si passa tra le case e si
continua su un comodo sentiero ben battuto, in alto tra le anse rocciose del fiume che s’intravedono nel fitto bosco.
Si supera un seccatoio quasi crollato e poi si arriva, dopo un oretta, alle case di Val d’Inferno (552 m), piccolo borgo situ ato
su un ripiano roccioso da cui si gode uno meraviglioso spettacolo sulla selvaggia vallata. Le case sono ancora in buono stato
e sfidiamo chiunque a non fare un pensiero di poterle ristrutturare e di abitarci. Noi invece continuiamo dritto per entrare in un
castagneto e scendere fino alla valle del torrente Rovigo in località Molinaccio (502 m). Si risale il torrente su di una larga
carrareccia e dopo circa 800 metri arriviamo a un largo specchio d’acqua, che d’estate è una invitante piscina naturale, fino a
pervenire ad un ponticello in località Molino della Lastra (511 m), riconoscibile sia per la grande lastra di pietra che scende a
lambire il fiume sia per la struttura che conserva ancora l’impronta del vecchio mulino. Si segue il sentiero 711 costeggiando
sempre il torrente in un ambiente verdeggiante per raggiungere la piccola, ma suggestiva, cascata del Rio Rovigo situata in
una intima conca rocciosa nascosta tra le fronde dei faggi ad una quota di circa 660 m. E’ un luogo stupendo per una meditazione di qualche minuto. Tornando brevemente sui nostri passi prendiamo il sentiero 741 che sale verso i ruderi di Rovighello a 765m per giungere al borgo abbandonato e panoramico di Pian dell'Aiara (871 m). Queste zone sono state teatro della
guerra di Liberazione e l’escursione si svolge sui sentieri e fra le case che i partigiani usavano per spostarsi e ripararsi, oggi
immerse tra castagni secolari e ciliegi (chi preferisca rendere più corta di circa 5 km l’escursione potrà da qui scendere al
sottostante fiume Rovigo, ed attenderci al Molino della Lastra). Dopo una breve pausa riprenderemo l’ultimo tratto di salita
passando dal bel bivacco di Ca’Cicci per giungere sul crinale a quota 1043 m, massima quota raggiunta durante l’escursione. Si prosegue sul sentiero 701 in leggero saliscendi e dopo aver toccato Poggio Faina (1016 m) e Case Faina si inizia a
scendere sul crinale principale, fin sotto Poggio Roncaccio (1000 m). La via scende ripida mantenendosi sempre sul crinale.
Si toccano Campo Rinaldi (858 m) e Case Mengacci continuando sempre sulla pista principale, percorsa anche da cavalli
(qui allevati allo stato brado) fino ad arrivare al paese di Casette di Tiara (650 m). E’ qui che Sibilla e Dino consumarono il
loro idillio d’amore e una lapide sulla chiesa ricorda una poesia della Aleramo tratta dal loro epistolario. In questo borgo isolato si parla una lingua unica al mondo: il casettino, un idioma che deriva forse dal greco parlato nei territori italiani dell' impero
bizantino. Le origini di questa particolarità risalgono a quando i longobardi conquistarono Ravenna e in pochi riuscirono a
scappare e nascondersi in questi boschi dell' Appennino. Si scende ancora seguendo la vecchia mulattiera di collegamento
tra il paese e il fondovalle (sentiero GEA SOFT) e dopo aver attraversato un gruppo di case in un castagneto si arriva al fiume
Rovigo, che attraverseremo proprio dal ponticello a Molino della Lastra. Da qui si ritorna indietro per lo stesso itinerario
dell’andata (sentiero n. 713) ripercorrendo a ritroso, dal Molinaccio, tutta la Valle dell’inferno, fino alla Badia di Moscheta.
E’ prevista una visita guidata al museo del paesaggio storico dell'Appennino (circa 1 ora)
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Segue circolare 16/2014
Caratteristiche del Percorso
Distanza: circa 20 km (con possibilità di ridurre a 15 con una deviazione)
Tempo di percorrenza: 7 ore circa escluse le soste
Dislivello complessivo: in salita e in discesa 870 m (differenza altimetrica circa 600 m)
Difficoltà:E - EE per via del percorso un po’ lungo, ma con dislivello abbastanza limitato.
Condizioni di Paqrtecipazione
CONDIZIONI DI PARTECIPAZIONE: La quota di partecipazione è di € 20,00 (€ 15,00 per i
soci giovani) da versare al momento delle iscrizioni che inizieranno sabato 17 maggio.
La quota comprende anche il biglietto per la visita al museo.
E’ necessario un adeguato equipaggiamento adeguato con zaino, pedule da trekking (obbligatorie) e giacca a vento per ripararsi in caso di pioggia. Il percorso non presenta particolari difficoltà ma è abbastanza lungo e si richiede pertanto un minimo
di allenamento. Il pranzo a sacco sarà consumato in luogo idoneo scelto dagli Accompagnatori Sezionali
Ernesto Forzini
(335/5431180)
Alessandro Romei
(328/0984899)
N.B. – La Sezione non si assume alcuna responsabilità per eventuali danni arrecati a cose o persone durante lo
svolgimento dell’escursione.
Il Segretario
(Lorenzo Bigi)
Il Presidente
(Mario Bindi)
Il programma potrà subire variazioni ad insindacabile valutazione degli accompagnatori, in funzione delle obiettive situazioni di necessità (in special modo climatiche).