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OGNI CLICK
CONTA
Le elezioni si vincono sui Social Media
Guido Petrangeli
Luca La Mantia
www.ilsocialpolitico.it
Premessa
Il mondo dell’informazione si è addentrato nel nuovo millennio tra centinaia di dubbi e incertezze. Le nuove tecnologie hanno decuplicato la
velocità con la quale rapporti e relazioni sociali s’intessono, vivono e
muoiono. Venti anni fa l’idea di poter comunicare con l’altro capo del
pianeta gratuitamente e stando seduti davanti a una tastiera sembrava
impossibile. Eppure oggi è così. Il web prima e i social media poi hanno
ridotto le distanze aprendo una nuova fase del nostro vivere. Sostiene
il cyberteologo gesuita Antonio Spadaro, intervenuto al Wired Next
Festa tenutosi a Milano lo scorso Maggio, che la nostra esistenza non
si svolge più solo su un piano sensibile e materiale, ma anche digitale.
La rete è parte di tutto quel che facciamo.
Basta trascorrere qualche minuto in metropolitana per rendersene
conto. Decine di persone con gli occhi puntati sugli schermi dei propri
tablet e smartphone. Giocano, dialogano con altri, lavorano, concludono
affari. Un tale modus vivendi, inevitabilmente, ha mutato il modo di percepire e di fruire dell’informazione. Un tempo i giornali dettavano i ritmi
dell’opinione pubblica, informando i lettori su quel che accadeva. Un
fatto eclatante veniva conosciuto ore dopo essersi verificato. La sola televisione aveva accelerato un po’ i tempi, senza, tuttavia, mettere in dubbio il ruolo della carta stampata.
Viceversa il moltiplicarsi delle fonti d’informazione ha velocizzato il tutto.
Oggi siamo in grado di seguire un evento in tempo reale, grazie alle
news pubblicate sulle versioni online di quotidiani e agenzie, o perché,
nel luogo in cui si sta svolgendo il fatto, si trova un nostro contatto Fb o
Twitter, che registra il tutto con un Iphone e lo pubblica sul proprio profilo.
Di qui il primo elemento di crisi di un sistema ancora incardinato sulla
vecchia gerarchia delle fonti. Non solo. Fosse solo l’avvento del Web il
problema, le vecchie testate non impiegherebbero molto ad adeguarsi,
recuperando il proprio ruolo apicale. Il vero nodo è un altro. I Social
Media hanno cambiato il pubblico. Le nuove generazioni non si accontentano più di essere semplici consumatori: vogliono partecipare allo
stesso processo produttivo. E’ stato calcolato che la maggior parte dei
giovani oggi s’informi tramite Facebook e Twitter, cioè attraverso piattaforme di condivisione. Questo ha determinato il nascere di comunità sociali caratterizzate dalla presenza di persone con gusti e interessi
comuni. Far parte di uno di questi gruppi permette agli appartenenti di
ottenere un elevato volume di informazioni su argomenti che lo interessano. Un tempo il lettore medio sfogliava il quotidiano per leggere solo
gli articoli che trovasse soggettivamente rilevanti. Oggi questa “scrematura dell’informazione” non è più fatta dal singolo utenti, ma dai gruppi
sociali. Ne emerge una dimensione comunitaria del flusso di notizie e
approfondimenti.
L’era della condivisione. Così potremo chiamare il contesto sociale che
ci troviamo a vivere. Oggi tutto è messo in comune. Basti pensare allo
strumento del feedback su E-bay, che consente a un potenziale acquirente di sapere, grazie alle esperienze pregresse di altri utenti, se quel
venditore è affidabile. Questo trend ha fagocitato tutto: dall’informazione
tradizionale alla politica, di cui si occupa questo E-Book.
L’esperienza del Socialpolitico.it ci ha fatto vedere da vicino il cambiamento del sistema di comunicazione dei politici. Non più comizi, ma
tweet e post. Non più tribune elettorali, ma ricerca delle partecipazione
dell’elettore. Il processo è stato lungo e, per molti versi, è ancora lontano
dal concludersi. Ma le analisi che abbiamo effettuato, di cui è contenuto
un estratto in questo E-Book, confermano un aspetto quasi rivoluzionario: i Social Media sono uno strumento elettorale straordinario.
zarle e relazioni i Social Media si sono sempre di più affermati come il
contesto dove misurare la popolarità di contenuti, idee e prodotti.
Social media e TV
La televisione rimane ancora il principale mezzo attraverso cui si informano gli italiani. Questa tendenza è confermata dal fatto che la classe
politica italiana ha una visione tv-centrica per la conquista del consenso
elettorale. A questi due dati va però aggiunto come i social media abbiano modificato in maniera radicale sia i tradizionali canali di comunicazione che la fruizione dei contenuti.
Secondo una ricerca del PewResearch Center l’85% degli utenti di
smartphone dice di utilizzare il proprio dispositivo per attività legate alla
social tv almeno una volta alla settimana, il 60% afferma di farlo su base
settimanale e il 39% addirittura quotidianamente. Il lavoro del PewResearch Center rivela che più dell’80% degli utenti fra i 18 e i 24 anni afferma di utilizzare regolarmente il proprio cellulare mentre guarda la TV.
Questi dati rivelano un aspetto molto interessante: le opinioni o le singole dichiarazioni dei leader politici escono sempre di più dal contenitore
televisivo per entrare nell’arena dei social network. All’interno del web
le parole e le situazioni create dalla politica entrano in contatto con un
nuovo modo di vivere la comunicazione dove nulla può essere sottratto
alla forza d’interazione di una nuova opinione pubblica digitale.
Un considerevole flusso in informazioni si sposta così da un contenitore
plastico, dove ogni singola parola è accuratamente sottratta al feedback
con l’utente, ad una sfera liquida dove si forma un nuovo consenso digitale.
Studio della George Washington Graduate School of Political Management:
l’impatto dei social media nelle elezioni presidenziali americane
•
Il 29% del campione ha dichiarato che i social media sono stati
da “moderatamente” a “estremamente” influenti nella definizione delle
opinioni sui candidati e sui temi elettorali;
•
il 63% ha detto che la qualità delle informazioni sui social media
è stata uguale o migliore rispetto a quella dei media tradizionali (ma la
tv rimane la principale fonte di informazione);
•
Il 41% ha affermato di aver preso parte a discussioni politiche
nelle proprie reti sociali e il 28% ha dichiarato apertamente il proprio
voto politico.
•
Il 77% ha donato fondi online;
Stando a questi dati ben il 29% dichiara di essere stato influenzato dai
social media. Una percentuale abbastanza alta, da prendere con la dovuta cautela.
Introduzione
Le evoluzioni delle applicazioni su internet hanno visto emergere la centralità dei Social Media come canali di innovazione del modo in cui leggiamo, apprendiamo e condividiamo contenuti e opinioni sul web. Grazie
alla capacità di creare conversazioni e rafforzare le relazioni i Social
Media si sono sempre di più affermati come il contesto dove misurare
la popolarità di contenuti, idee e prodotti. Le enormi potenzialità dei social media si coniugano con una loro vera e propria espansione in termini di accesso e utilizzo. Sempre più ricerche e studi certificano numeri
da capogiro per Facebook, Twitter e Google plus.
Rapporto eMarketer: Boom dei social network nel mondo,
una persona su quattro li usa
Cresce in modo inarrestabile la popolarità dei social network tanto che
nel 2013 ad utilizzarli sarà il 25% della popolazione mondiale secondo
le stime contenute nel nuovo rapporto di eMarketer “Worldwide Social
Network Users: 2013 Forecast and Comparative Estimates ”.
Il numero di utenti passerà da 1,47 miliardi del 2012 a 1,73 miliardi nel
corso dell’anno corrente con un incremento percentuale impressionante
pari al 18%, mentre si prevede che nel 2017 l’utenza globale tocchi
quota 2,55 miliardi. Il massimo sviluppo si verificherà principalmente nei
paesi emergenti della regione Asia-Pacifico insieme a Medio-Oriente ed
Africa.
Gli altri paesi in cui è previsto un considerevole aumento di utenti sono
India, Indonesia, Cina, Messico e Brasile. Nuovi dati hanno indicato risultati superiori alle attese per India, Giappone, Australia, Corea del Sud,
Brasile, Messico, Russia Medio Oriente e Africa. Stime più elevate
anche per quanto riguarda la crescita dei social network in Gran Bretagna, e una tendenza progressivamente al rialzo nei numeri di Paesi
Bassi, Norvegia, Finlandia, Danimarca e Svezia.
Nel 2013 il numero più alto di utenti di social network al mondo, pari a
777 milioni, si concentra nella regione Asia-Pacifico che registra il 44,8%
dell’utenza globale, una cifra tre volte quella dell’audience dell’America
latina, seconda nella graduatoria regionale mondiale. Nell’Europa occidentale invece gli utenti di social network ammontano a 174,2 milioni, e
nella sola Italia sono 20 milioni.
Nel 2013, secondo eMarketer, il 67,7% degli utenti Internet, indipendentemente dal dispositivo con cui si connettono alla rete, userà un social
network almeno una volta al mese, percentuale destinata ad oltrepassare quota 75% (più di tre persone su quattro) nel 2016.
Report GlobalWebIndex: lo stato dei Social Media in Italia
Facebook
Facebook con oltre 16 milioni di utenti attivi su base mensile rimane e
consolida la sua posizione di Social leader in Italia.
Per la precisione l’esperto Vincenzo Cosenza ha precisato a che “il numero di utenti attivi su base mensile di Facebook comunicato dal social
network stesso è di 23 milioni. 14 milioni si collegano ogni giorno”.
In Italia Facebook è anche il Social Media che cresce più rapidamente:
dal secondo quadrimestre del 2012 al primo quadrimestre 2013 la base
attiva del Social Network di Zuckerberg e’ cresciuta del 47% registrando
il tasso di crescita più alto in Europa (Spagna, Francia, GB, Germania).
Il nostro paese, con quasi 7 utenti attivi su 10, e’ anche quello con la
più alta penetrazione di utenti attivi registrata tra l’EU5 (Italia, Spagna,
Francia, Germania, Regno Unito).
Uno dei fattore che maggiormente incide sulla crescita di Facebook è
la progressiva diffusione di smartphone e tablet che ci consentono di
ampliare e dilatare nel tempo l’esperienza con i social.
I dati confermato questo trend: in Italia sono aumentati di oltre il 28%
coloro che utilizzano dispostivi mobili per accedere al web. A crescere
di più sono i giovanissimi, compresi tra i 16-24 anni, dei quali l’82% degli
aventi accesso ad Internet ha un account usato in maniera attiva su Facebook registrando un tasso di crescita del 41%. Se tra i giovani si registra l’exploit anche tra gli over 55 si notano dati interessanti. Di questi
utenti, definiti “Silver Surfer”, più di uno su due ha un account attivo con
un tasso di crescita del 35% dal secondo quadrimestre 2012 al primo
quadrimestre 2013. Va inoltre sottolineato come stia gradualmente diminuendo la forbice che separa la percentuale di utenti attivi da quelli
passivi, passando dal 35% di un anno fa al 12% attuale.
Twitter
Quando parliamo di Twitter facciamo riferimento al social network che
cresce più rapidamente di tutti, registrando un +44% di crescita a livello
mondiale. Negli Stati Uniti si registra un incremento del 114% rispetto
al secondo quadrimestre del 2012. Va però aggiunto che Cnegli States
si registra ancora una penetrazione piuttosto bassa di utenti attivi rispetto a ciò che ci si rispetto a paesi emergenti come Turchia, Arabia
Saudita ed Indonesia (Vedi infografica Q4 2013).
Nel nostro paese la base attiva e’ cresciuta del 60% rispetto al primo
quadrimestre 2012; questa tendenza è dovuta soprattutto al boom di
utenti attivi registrato nella prima metà del 2012. In Italia la crescita si è
stabilizzata intorno al 18% dell’utenza internet attiva totale, pari a poco
più di 4 milioni di utenti.
Questo dato ci classifica terzi davanti a Germania e Francia e dietro soltanto Gran Bretagna e Spagna. Numeri buoni che ci inducono a pensare
come ci sia ancora molto spazio per crescere e per aumentare la base
attiva di questo Social.
Un dato assolutamente interessante riguarda il trend tutto italiano che
vede i non più giovani come generazione traino per la crescita. In Italia,
diversamente dal resto del mondo e da altri Social Media, si è registrato
un boom di utilizzo nella fascia d’età dei 35/44enni intorno alla seconda
metà dello scorso anno.
La buona notizia arriva dalla diminuzione del gap tra utenti attivi e passivi, considerando che il numero degli account creati è rimasto sostanzialmente invariato nell’ultimo anno (+3%).
Dick Costolo, CEO di Twitter, ha ultimamente rilasciato un intervista a
Bloomberg dove afferma come l’aumento della base attiva sia stato il
principale motivo che ha spinto moltissimi talenti a passare alla sua
corte, oltre che ad attrarre investitori da tutto il mondo. Se Facebook ha
in più di un’occasione reso noto che il suo valore stellare è direttamente
proporzionale alla sua base attiva cosi anche Twitter sogna di poterne
fare il suo punto di forza. La partita si giocherà tutta intorno ai mercati
emergenti, quelli dove ci sono grossi budget da spendere in advertsing
e dove Twitter sembra al momento più debole.
State of the Net : l’Italia e i social media
Il social media strategist di Blogmeter, Vincenzo Cosenza nel corso del
suo intervento di apertura del terzo appuntamento con State of the Net,
ha tratteggiato i cambiamenti delle abitudini degli “internauti” italiani.
Quella di Copresentando una inedita analisi delle opinioni e degli umori
che emergono da Twitter.
Il risultato del lavoro rivela un uso più consapevole di Twitter da parte
degli italiani, testimoniato innanzitutto dalla crescita dell’inserimento
degli hashtag (li utilizza il 30% delle persone, +22% rispetto al 2012) e
dei retweet (il 25% degli utenti li fa, +7% verso il 2012). Cresce anche
la geolocalizzazione, il 3% in più’ rispetto allo scorso anno, ma cala l’inserimento dei link (-2%). Emerge anche una maggior affezione al social
network: i dati rivelano che nei primi mesi del 2013 gli italiani twittano
piu’ uniformemente durante la settimana, con un calo solo nel weekend.
L’orario preferito va dalle 20:00 alle 22:00, conseguenza soprattutto
della nuova abitudine a commentare le trasmissioni televisive attraverso
i tweet, evidenziando l’utilizzo di twitter come second screen. Gli argomenti più caldi» riguardano essenzialmente tre tematiche: le pratiche di
utilizzo del mezzo (#RT, ossia il retweet, utilizzato 988.065 volte); la cronaca che, soprattutto negli ultimi mesi, ha coinciso con la politica (hashtag piu’ popolari sono #elezioni2013, #Berlusconi, #m5s e #Bersani);
i media (#sanremo2013 ha raggiunto il 2* posto nella classifica dei piu’
twittati).
Attraverso l’analisi semantica dei tweet è stato possibile analizzare
l’umore e le emozioni degli italiani . Nei primi quattro mesi dell’anno
l’umore è tendenzialmente negativo, con grossi picchi relativi allo stallo
istituzionale e politico. Unici picchi positivi a Capodanno e a San valentino. Le emozioni espresse su Twitter sono le piu’ varie ma ci sono alcuni
momenti in cui è più’ evidente vederle. Ad esempio durante l’elezione
del Papa le conversazioni sono state caratterizzate da gioia ed espressioni di amore.
Al contrario nella giornata che ha portato alla rielezione di Napolitano si
sono manifestate emozioni di disgusto, tristezza, rabbia. Per quanto riguarda lo «stato» generale della rete, in Italia sono 28,9 milioni gli utenti
attivi al mese -l’80% della popolazione-, in aumento del 1,2% rispetto al
2012, e 14,3 milioni nel giorno medio (+3,8%) (fonte Audiweb – aprile
2013). Cresce anche il tempo speso nel giorno medio, che ammonta a
1 ora e 28 minuti, in aumento del 9% rispetto allo scorso anno. Gli utilizzatori principali di internet durante il giorno medio sono gli uomini (7,8
milioni, + 3%), ma le donne che raggiungono una quota di 6,5 milioni,
registrano una crescita del 5% rispetto al 2012.
I Capitolo
US Election
Il 6 novembre 2102 si è tenuta la cinquantasettesima elezione del presidente degli Stati Uniti D’America. Barack Obama, il presidente
uscente, ha trovato come avversario Mitt Romney, l’uomo su cui il partito
dell’elefantino ha puntato dopo le primarie repubblicane. Le presidenziali Usa si sono contraddistinte per un duro testa a testa fino all’ultimo
giorno di campagna elettorale. Neppure il sondaggista più esperto ha
osato sbilanciarsi più di tanto: il rischio di figuracce era dietro l’angolo.
Se i dubbi hanno frenato le agenzie di sondaggi, sui social network la
situazione è invece apparsa più chiara.
Le presidenziali Usa hanno rappresentato il primo banco di prova delle
nostre indagini sulla politica ed i social media. Nei giorni delle elezioni
a stelle e strisce abbiamo infatti sfornato delle analisi che mettevano in
luce come Obama fosse una sorta di Twitter-star, paragonabile per popolarità soltanto a personaggi tipici dello star system. Nella nostra inchiesta effettuata nei giorni precedenti il voto del 6 novembre abbiamo
rilevato la schiacciante vittoria su Twitter da parte di Obama su Romney.
Proprio nel giorno in cui il popolo statunitense si recava alle urne usciva
la nostra indagine “Obama ha vinto perché su Twitter la marcia è stata
inarrestabile”. Su Facebook invece, abbiamo monitorato come lo sfidante Repubblicano Mitt Romney abbia saputo coinvolgere in maniera
più efficace i propri supporter.
La vittoria di Obama in termini elettorali ci ha dato una indicazione molto
forte su come Twitter, rispetto a Facebook, sia in grado di spostare più
voti all’interno una campagna elettorale particolarmente incerta e dura.
Twitter è il social network che per la sua natura sembra fatta apposta
per la comunicazione politica. I messaggi brevi di 140 caratteri, la velocità con cui si arriva all’interlocutore, la capacità di costruire un’agenda
di discussione tramite gli hashtag sono dei punti di grande convergenza
tra Twitter ed una buona comunicazione politica. Inoltre se Facebook è
orientato ad un consumo ludico e sociale, la piattaforma di Twitter viene
“abitata” da utenti più maturi e politicamente impegnati in grado di orien-
tare in maniera attiva “l’opinione pubblica digitale, specchio dell’opinione
pubblica tradizionale” (cit. Davide Bennato)
Non è un caso che la frase simbolo di queste elezioni, “Four more
years”, sia stata lanciata dal ri-eletto presidente Obama proprio su Twitter. Il Tweet “Four more years”, pubblicato assieme ad una foto con la
moglie Michelle, è diventato il messaggio più condiviso di sempre , uno
dei più popolari della piattaforma.
Obama ha vinto perché su Twitter la marcia è stata inarrestabile
(Dati elaborati dal 29 ottobre al 6 novembre 2012)
I risultati ottenuti dalla nostra indagine, che ha misurato le performance
dei due sfidanti alla Casa Bianca e dei loro vice, mettono in luce come
il testa a testa su Twitter sia stato molto duro. La differenza l’ha fatta
Obama in persona: il suo account era seguito da quasi 22 milioni di
utenti, una performance che lo poneva al quinto posto nella classifica
mondiale. Il presidente in carica su Twitter ha un appeal simile a quello
di una pop star: non a caso all’epoca era preceduto soltanto da personaggi del jet set come Lady Gaga e Rhianna.
Nell’ultimo mese di campagna elettorale la performance di Obama è
stata stratosferica: postando in questo lasso di tempo 1,118 tweet è riuscito ad agganciare 1,221,205 nuovi follower. Il paragone con Romney
è impietoso, considerato che il leader repubblicano era soltanto
611esimo nella classifica globale per numero di follower. Nell’ultimo
mese, fondamentale per la campagna elettorale, Mitt Romney ha postato soltanto la miseria di 125 tweet ed è riuscito ad aumentare il “bottino” dei followers di sole 427,572 unità.
Il Confronto tra gli account twitter
vs
@BarackObama
Follower: 21.834.909
Indice di Leadership 83/100
Elettorato raggiungibile: 132 milioni
@MittRomney
Follower: 1.633.970
Indice di Leadership 79/100
Elettorato raggiungibile: 132 milioni
vs
@JoeBiden
Follower: 316.085
Indice di Leadership 71/100
Elettorato raggiungibile: 87 milionii
@PaulRyanVP
Follower: 540.143
Indice Leadership 74/100
Elettorato raggiungibile: 132 milioni
Gli indici utilizzati
L’indice di leadership è calcolato in base al numero di followers, al numero di
citazioni e retweet da parte dei propri followers, al numero di citazione e retweet di altre persone che non sono followers diretti. Elettori raggiungibili ci da
la misura del numero di elettori raggiungibili dal leader politico, viene calcolato
sulla base del numero dei followers diretti e degli utenti raggiungibili grazie al
retweet dei propri followers.
Facebook: Mitt Romney in vantaggio su Barack Obama
(Dati di Facebook dal 1° settembre al 30 ottobre 2012)
Mentre il risultato delle elezioni presidenziali guardato attraverso i cinguettii di Twitter sembrava già deciso con una schiacciante vittoria di
Obama e dei democratici, così non è stato su Facebook. Il confronto su
Facebook tra i candidati e i vice lo abbiamo misurato attraverso due indicatori: il numero di fan e l’indice di coinvolgimento (parametro che misura la forza della reazione dei fan ai messaggi dei candidati in termini
di commenti, condivisioni e “likes”) durante i dibattiti pubblici.
La nostra analisi mette in luce come Barack Obama era più popolare
del suo contendente con un numero di fan, di circa 32 milioni contro i
12 milioni di Mitt Romney. Il candidato repubblicano, però, negli ultimi
mesi ha sempre raggiunto un indice di coinvolgimento maggiore del
presidente uscente raccogliendo su Facebook più commenti e interazioni.
N° di fans
Barack Obama 32 milioni
Joe Biden 500 mila
Mitt Romney 12 milioni
Paul Ryan 5 milioni
1° Dibattito – 3 ottobre – University of Denver
Obama vs Romney
N° di “Mi piace”
Obama 1,4 milioni
Romney 1,0 milioni
Indice di coinvolgimento
Obama 6%
Romney 14%
2° Dibattito – 11 ottobre – Centre College
Biden vs Ryan
N° di “Mi piace”
Biden 50 mila
Ryan 600 mila
Indice di coinvolgimento
Biden 30%
Ryan 15%
3° Dibattito – 16 ottobre – Hofstra University
Obama vs Romney
N° di “Mi piace”
Obama 1,8 milioni
Romney 1,0 milioni
Indice di coinvolgimento
Obama 3%
Romney 13%
4° Dibattito – 22 ottobre – Lynn University
Obama vs Romney
N° di “Mi piace”
Obama 0,8 milioni
Romney 1,0 milioni
Indice di coinvolgimento
Obama 3%
Romney 11%
I RISULTATI
Barack Obama
Mitt Romney
Joe Biden
Paul Ryan
Presidente (IL)
Vice Presidente (DE)
VOTI
65.899.660
%
51
Presidente (MA)
Vice Presidente (WI)
VOTI
60.932.152
%
47,2
II Capitolo
Le primarie del PD
Dopo un ampio dibattito interno al principale partito italiano di centro
sinistra si sono tenute a fine novembre le elezioni primarie di "Italia.
Bene Comune”. Queste consultazioni hanno avuto l’obiettivo di formalizzare in maniera diretta e democratica il leader della coalizione raggruppante il Partito Democratico, Sinistra Ecologia Libertà e il Partito
Socialista Italiano.La scelta del candidato di centro-sinistra alla presidenza del consiglio dei ministri si è svolta in un clima di forte contrapposizione tra il candidato outsider Matteo Renzi e l’establisment del
partito democratico guidato dal segretario Pierluigi Bersani.
Al primo turno, svoltosi il 25 novembre 2012, nessuno dei cinque candidati ha raggiunto il 50%+1 dei voti, pertanto il 2 dicembre successivo
si è svolto il ballottaggio tra i due candidati che hanno ottenuto il maggior
numero di voti, ossia Pier Luigi Bersani, segretario del PD, e Matteo
Renzi, anch'egli del PD e sindaco di Firenze.
La settimana intercorsa tra il primo turno ed il giorno del ballottaggio è
stata contraddistinta da un forte polemica riguardante le regole scelte
dal partito democratico per organizzare le primarie. Matteo Renzi ed il
suo staff attaccarono in maniera frontale Bersani ed i suoi stretti collaboratori rei di aver impedito di far votare le persone che non si erano
presentate al primo turno. A questo va aggiunto che Renzi si è dovuto
confrontare non solo contro la macchina organizzativa del partito democratico ma anche contro Nichi Vendola che si è apertamente schierato
a favore di Bersani.
Al termine del ballottaggio, grazie anche all’appoggio di Sel, Bersani è
risultato vincitore con oltre il 60% dei voti contro il 39% di Renzi; Bersani
è stato dunque il candidato del centro-sinistra alla Presidenza del Consiglio dei ministri nelle consultazioni politiche del febbraio 2013.
Le nostre indagini sui leader protagonisti della primarie ed i social network sono iniziate fin dal luglio 2012. In quella data abbiamo pubblicato
un’inchiesta (“Nichi Vendola supera anche Matteo Renzi e si aggiudica
le primarie via twitter”) che metteva in luce come il politico più influente
e popolare su twitter fosse a sorpresa Nichi Vendola. Mentre si parlava
in maniera molto approssimativa dell’abilità del giovane sindaco di Firenze sui social, la nostra inchiesta, fatta su numeri precisi, ci diceva
come fosse Nichi Vendola il vero “social” mattatore
Nichi Vendola supera anche Matteo Renzi e si aggiudica le primarie
via twitter – 4 luglio 2012
(dati elaborati tra il 25 giugno ed il primo luglio)
Incredibile ma vero Vendola riesce a superare a Renzi per 2 a 1. Il governatore della Regione Puglia supera il sindaco di Firenze per numero
di elettori raggiungibili e follower contro il maggiore indice di Leadership
di Renzi. Come abbiamo già spiegato l’indice di leadership è calcolato
in base al numero di followers, al numero di citazioni e retweet da parte
dei propri followers, al numero di citazione e retweet di altre persone
che non sono followers diretti. Elettori raggiungibili ci da invece la misura
del numero di elettori raggiungibili dal leader politico, viene calcolato
sulla base del numero dei followers diretti e degli utenti raggiungibili grazie al retweet dei propri followers.
Nichi Vendola
Il Presidente della Regione Puglia e di Sinistra Ecologia Libertà arriva
su twitter il 4 maggio 2009. Le sue statistiche dicono: 5.339 Tweet,
30.875 Following e 209.516 Follower. Gli ultimi 200 tweets di Nichi Vendola sono stati inviati con una frequenza media di 0,4 tweets per ora, o
9.6 tweet al giorno. La maggior parte dei tweets recenti (30%) da parte
di Nichi Vendola sono stati trasmessi nel tardo pomeriggio. Per quanto
riguarda il feedback con gli altri utenti Vendola ha numeri piuttosto bassi.
Solo in 14 tweets – il 7% degli ultimi 200 tweet – un altro utente è stato
menzionato. Solo un tweet (0,5%) era una risposta a un altro utente. I
diversi utenti citati nei tweet sono stati 8. Degli ultimi 200 tweet di Vendola 189 (il 94,5%) sono stati retweettati da altri utenti di Twitter. I tweets
di Vendola sono stati retwettati per un totale di 2.385 volte.
Indice di leadership: 46,1/100
Elettori raggiungibili: 572.722
Matteo Renzi
Il sindaco di Firenze si iscrive su twitter: l’8 gennaio del 2009. I suoi numeri dicono: 2.147 tweet, 422 following e 124.075 follower. Il tempismo
di Renzi nel crearsi un account non lo fa essere però il leader più cinguettante. Gli ultimi 200 tweets del sindaco “rottamatore” sono stati inviati con una frequenza media di 0,1 tweets per ora, o 2,5 tweet al
giorno. La maggior parte dei tweets recenti (20,0%) da parte di Matteo
Renzi sono stati inviati nella tarda mattinata.. A livello di interazione con
gli altri profili twitter il giovane esponente del pd dimostra di cavarsela
bene. Prendendo in considerazione gli ultimi 200 tweets ha menzionato
un altro utente in 71 tweets (35,5%); Le risposte date sono 46 (23,0%),
i diversi utenti citati in questi tweets sono
sono stati 86. Degli ultimi 200 tweets di Renzi ne sono stati retwettati
da altri profile 170 tweets (85%), per un totale di 7,439 volte.
Indice di leadership: 51/100
Elettori raggiungibili: 156.426
Classifica per elettori raggiungibili:
1. Nichi Vendola
2. Mattero Renzi
Classifica per follower:
1. Nichi Vendola
2. Matteo Renzi
Classifica per indice di leadership:
1. Matteo Renzi
2. Nichi Vendola
Secondo le nostre indagini, insomma, per Matteo Renzi il vero avversario da battere su Twitter era Nichi Vendola e non Pierluigi Bersani. Il
segretario del partito democratico è risultato infatti inferiore a Renzi sia
per popolarità che per leadership. Proprio il giorno prima del ballottaggio
abbiamo pubblicato un articolo dove spiegavamo come tra Bersani e
Renzi il più “forte” sui social media sia stato il sindaco fiorentino.
La fortuna di Bersani e la relativa sfortuna di Renzi sono dovute a Nichi
Vendola che ha saputo sfruttare meglio di tutti il social network dai 140
caratteri. L’apparentamento politico tra Vendola e Bersani, con il relativo
travaso di voti a favore del segretario del Pd, è stato parallelo allo strapotere del leader di Sel che ha confermato così la nostra tesi che chi è
più forte sui social media finisce sempre per vincere le elezioni.
Nell’inchiesta scritta a pochi giorni dal voto alle primarie abbiamo messo
uno contro l’altro i 5 candidati ufficiali. Anche in questo caso il nostro approfondimento “Nichi Vendola si aggiudica le primarie via twitter del centrosinistra” ha certificato il maggiore appeal su twitter del leader di
Sinistra Ecologia e Libertà.
Nichi Vendola si aggiudica le primarie via twitter del centrosinistra
(Dati elaborati nella settimana dal 2 al 9 novembre 2012)
In questa indagine abbiamo messo uno contro l’altro i quattro candidati
ufficiali (Tabacci non è presente su twitter) per vedere come si muovono
su twitter. Il candidato più forte è Nichi Vendola: il suo livello di leadership
è il più alto come anche il numero dei suoi follower. Dietro di lui c’è pero’
il rottamatore Renzi che è il candidato in grado di raggiungere più elettori
potenziali anche grazie alla suo ottimi livello di interazione con gli altri
utenti.
Bersani
Pierluigi Bersani apre il suo account su twitter il 30 giugno del 2009, raccogliendo i seguenti numeri di base: 4.487 tweet, 148.522 follower e
5.3670 following. Gli ultimi 200 tweet di Pier Luigi Bersani sono stati inviati con una frequenza media di 0,2 tweet all’ora o 5,7 tweet al giorno.
La maggior parte dei tweet recenti (28,5%) di Pier Luigi Bersani sono
stati inviati nella tarda mattinata. Sul lato dell’interazione con gli altri profili Bersani sforna la seguente performance: negli 200 tweet in 68 tweet
(34,0%) un altro utente è stata menzionato (di questi sono 29 i diversi
utenti citati) ; sono zero i tweet in risposta ad un altro utente. Buono il
numero di retweet “conquistati” da Bersani : degli ultimo 200 191 tweets
sono stati retwettati da altri utenti per un totale di 6,365 volte.
Indice di Leadership: 81,2/100
Elettori raggiungibili: 756.946
Renzi
Il sindaco di Firenze è arrivato su twitter prima di Bersani, l’8 gennaio
del 2009. Le sue statistiche di base dicono: 2,380 tweet, 193,536 followers e 446 following. Renzi non tweeta moltissimo: i suoi ultimi 200
tweet sono stati inviati con una frequenza media di 0,1 tweet all’ora, o
2.0 tweets al giorno. La maggior parte dei tweet recenti (24,0%) di Matteo Renzi sono stati inviati nella tarda mattinata. Il “rottamatore” cura
molto attentamente l’interazione con gli altri utenti: negli ultimi 200 tweet
in 63 (31,5%) un altro utente è stata menzionata e sono 47 i diversi
utenti menzionati in questi tweet. Sono 18 i tweet (9.0%) in risposta ad
un altro utente. Il numero di retweet di Renzi è più basso di quello di
Bersani (170 retweet su 200) ma l’effetto moltiplicatore è altissimo.
I suoi follower, diretti e indiretti, lo hanno retwettato per un totale di
16,010 volte. Anche qui Renzi stacca di netto i suoi pretendenti.
Indice di Leadership: 82,6/100
Elettori raggiungibili: 1.104.473
Vendola
Il governatore della Regione Puglia “sbarca” su twitter il 4 Maggio del
2009, da quel giorno è riuscito a mettere insieme i seguenti numeri:
6,657 tweet, 239,339 follower e 30,789 following. Vendola è il primo tra
i candidati alle primarie per numero di follower. Gli ultimi 200 tweet di
Nichi Vendola sono stati inviati con una frequenza media di 0,5 tweet
all’ora o 12,8 tweets al giorno. La maggior parte dei tweet recenti
(26,5%) di Nichi Vendola sono stati trasmessi in prima serata. delle ultime 200 tweet. Il livello di feedback con gli altri profili di Vendola non è
altissimo:negli ultimi 200 tweet in 43 (21,5%) un altro utente è stata menzionata; 8 tweet (4,0%) sono stati una risposta ad un altro utente e sono
42 i diversi utenti menzionati nella questi tweet. Degli ultimi 200 tweet
di Vendola 187sono stati retwettati dagli altri utenti per un totale di 8,465
volte.
Indice di Leadership: 91,7/100
Elettori raggiungibili: 912.371
Puppato
L’unica donna candidata alle primarie del centro sinistra arriva su twitter
per ultima: il il 26 febbraio del 2012. I suoi numeri di base recitano: 703,
4,294 follower , 280 following. Laura Puppato è la candidata che attualmente tweetta di più: i suoi ultimi 200 tweet sono stati inviati con una
frequenza media di 0,9 tweet all’ora o 21,9 tweets al giorno. La maggior
parte dei tweet recenti (44,0%) di Laura Puppato sono stati inviati in
tarda serata. menzionata. La sfidante donna, insieme a Renzi, è la migliore nel feedback con gli altri utenti di twitter. Negli ultimi 200 tweet in
9 (47,5%) un altro utente è stato menzionato, le risposte agli altri utenti
sono 22 (11.0%) e i diversi profili citati sono 93. Degli ultimi 200 tweet
della Puppato 121 sono stati retwettati dagli altri utenti per un totale di
1,313 volte.
Indice di Leadership: 63,2/100
Elettori raggiungibili: 108.375
Classifica per numero di Follower:
1. Vendola
2. Renzi
3. Bersani
Classifica per Indice di Leadership:
1. Vendola
2. Renzi
3. Bersani
Classifica per elettori raggiungibili:
1. Renzi
2. Vendola
3. Bersani
III Capitolo
Le elezioni poltiche
Un’altra conferma della rilevanza dei Social Network sul voto è stata
rappresentata dalle elezioni parlamentari del 24 e 25 Febbraio 2013.
Alla vigilia della tornata elettorale il quadro politico era incerto.
Il Pd di Pierluigi Bersani, fino a pochi mesi prima dato per strafavaorito,
è arrivato al giorno delle elezioni falcidiato dalle divisioni interne. Da una
parte la corrente di Matteo Renzi, il “rottamatore” sconfitto proprio da
Bersani alle primarie, dall’altra la frangia che faceva riferimento al segretario di partito
.
Viceversa il Pdl, dopo aver ruotato a lungo intorno alla soglia del 1213%, è sembrato rinvigorito dalla nuova discesa in campo di Silvio Berlusconi. Il Cavaliere a fine 2012 aveva annunciato il proprio ritiro dalla
leadership di partito, salvo ripensarci dopo pochi giorni. Il popolo di centrodestra si è riunito attorno al grande capo, pronto a sfidare i media avversi, tra cui la trasmissione “Servizio Pubblico” di Michele Santoro, che
lo ha ospitato in una puntata di fuoco.
“
Scelta Civica” chiudeva il quadro dei partiti in lizza. La lista guidata dall’ex premier Mario Monti si è presentata come la vera novità delle elezioni politiche. Composta per lo più da candidati con un forte profilo
tecnico, “Scelta Civica” è stata a lungo corteggiata dagli altri schieramenti, per poi decidere di non apparentarsi con nessuno, date le frizioni
esistenti tra Berlusconi e Monti e la non condivisione di alcuni punti del
programma dell’ex premier da parte di Bersani.
Il risultato è stato un sostanziale pareggio che ha portato il Paese allo
stallo, sino alla formazione del governo Pd-Pdl-Scelta Civica guidato da
Enrico Letta. Un dato, questo, ampiamente prevedibile analizzando la
posizione dei tre leader su Twitter e Facebook prima del voto. Cosa puntualmente fatta da IlSocialpolitico.it nell’articolo “Chi vince le elezioni?”.
Pierluigi Bersani risultava il capo coalizione più forte su Twitter. Silvio
Berlusconi primeggiava su Facebook. Mario Monti era ben posizionato
su entrambi i social, ma senza picchi, salvo quello dell’interattività (cioè
la capacità di relazionarsi con altri utenti). La paralisi politica post voto
era, dunque, ampiamente prevedibile ove si fosse prestata attenzione
ai dati provenienti dalle reti sociali.
Come era preventivabile chi sarebbe stato il vero vincitore delle elezioni:
Beppe Grillo. Il leader del Movimento 5 Stelle ha fatto della rete e dei
social network la sua casa. Complessivamente le sue performance sui
social media sono state le migliori da tutti i punti di vista. Grazie a Twitter
e Facebook l’ex comico ha trasformato una semplice lista civica con
pochi, fedelissimi, elettori in un movimento a grande respiro popolare,
divenuto primo partito in italia. Lo dimostra la seconda indagine che riportiamo: “Beppe Grillo: Lo Tsunami parte dai Social Media”.
L’ex comico ha utilizzato una tecnica comunicativa unidirezionale tipica
del leader carismarico. La strategia su Twitter del Movimento 5 stelle
sembrava essere quella di un network federale, composto da una miriade di singoli gruppi locali, agganciati ad un grande e potente server,
il profilo di Beppe Grillo.
Chi vince le elezioni sui Social?
(Dati elaborati nella settimana dal 15 al 22 Febbraio 2013)
Abbiamo analizzato come si erano mossi nell’ultima settimana su Twitter
e Facebook i tre leader accreditati alla vittoria finale: Mario Monti, Silvio
Berlusconi e Pierluigi Bersani. La nostra inchiesta confermava come
uno degli slogan più utilizzato dagli addetti ai lavori – ovvero che quella
del 2013 sia stata un campagna elettorale schiacciata sulla televisione
– sia stato molto fuorviante. Alla vigilia del voto il livello di attività sui social network dei tre personaggi presi in considerazione era esponenziale: la conferma veniva proprio dal politico più avvezzo alla tv,
Berlusconi, che risultava il più attivo su Twitter ed il più conosciuto su
Facebook.
Il fenomeno Grillo e altri indicatori come l’altissimo livello di popolarità
raggiunto dai principali politici sui social media dimostrava che la campagna elettorale per le politiche del 2013 sia stata la prima nella quale
hanno avuto un forte peso i social network. Dal nostro reportage emergeva come non ci fosse un personaggio preminente in termini di “social
value” (somma di proattività, interattività e popolarità sui social media)
ma come ognuno dei leader politici prevalesse in un campo piuttosto
che un altro.
Twitter
Livello di Attività. Per misurare il livello di pro attività abbiamo conteggiato quanto i tre politici twettano in termini di post quotidiani. Dalla nostra indagine emergeva un’esplosione di tweet da parte dell’account
Berlusconi2013 (gestito dai militanti “virtuali” del Pdl) che si dimostrava
molto più attivo di Monti e Bersani. Gli ultimi 200 tweet di Berlusconi2013
sono stati inviati con una frequenza media di 172,3 tweets al giorno. Seguiva Monti i con una frequenza media di 26,2 tweets al giorno. Ultimo
Pier Luigi Bersani con una frequenza media di 16,6 tweets al giorno.
Livello di popolarità- Qui, invece, abbiamo considerato sia il numero
di follower che il numero di retweet. Il campione per numero di “seguaci”
su twitter era Pierluigi Bersani che con i suoi 266,478 follower si trovava
davanti a Monti (227,275 follower) e Berlusconi (66,678 follower). Anche
sui retweet il primato andava a Bersani che si confermava così, tra i tre
leader, il più popolare su twitter. Degli ultimi 200 tweet di Bersani 199
erano stati stati retwettati dagli altri utenti di twitter per un totale di 13,757
volte. Seguiva Monti con tutti i suoi ultimi 200 tweet retwettati per un totale di 7,751. Ultimo Berlusconi: solo 170 tweet dei suoi ultimi 200 erano
stati retweettati dagli altri utenti di Twitter per un totale di 629 volte.
Livello d’interazione-Questo indicatore lo avevamo calcolato misurando il grado di feedbak con gli altri utenti di Twitter e messo in relazione con il numero di follower agganciati nell’ultima settimana. Quando
parliamo d’interattività parliamo di un indice strategico in grado di far
crescere in maniera esponenziale il numero di follower. La rilevava come
il più “interattivo” tra i tre leader fosse il Prof. Monti che riusciva a creare
un migliore canale d’interazione con gli utenti di Twitter dimostrandosi
più disponibile a menzioni, citazioni e discussioni con i follower.
Ecco i risultati: Monti nei suoi ultimi 200 tweet citava in totale per 69
volte un altro utente di twitter, menzionando 19 differenti profili di Twitter.
Dopo Monti c’era Berlusconi che in totale citava 56 volte un altro utente,
menzionando 14 utenti differenti di twitter. Ultimo Bersani che citava 40
volte un altro utente menzionando 22 diversi profili di Twitter.Nella settimana che andava dal 14 al 20 febbraio Bersani riusciva ad accaparrarsi 6,590 nuovi follower contro i 4,176 di Monti ed i 787di Berlusconi.
Facebook
Sul social network più diffuso in Italia il leader più conosciuto, quello che
vantava più fan, era Silvio Berlusconi. La pagina del leader del Pdl contava 487.526 “Mi piace” e 54.797 ne parlano, quella di Mario Monti vantava 91.513 “Mi piace” e 106.261 “ne parlano”, quella di Bersani 125.481
“Mi piace” e 27.651 “ne parlano”. Potevamo quindi affermare che Berlusconi fosse il politico più popolare e conosciuto su Facebook. Tuttavia
Monti riusciva ad essere più interattivo su Fb, generando un numero più
alto di conversazioni con i suoi fans. L’indice “ne parlano” è infatti considerato una sorta di termometro quantitativo del flusso di conversazione
generata da una pagina di Facebook.
Questo parametro prende in considerazione i “mi piace” su un post, i
post scritti su quella bacheca, i commenti e le condivisione di un post,
le interazioni con un evento creato dalla pagina, i tag della Pagina in
una foto e le menzioni della Pagina.
Per quanto riguarda il livello di proattività avevamo invece rilevato un
exploit di Pierluigi Bersani nella settimana che va dal 14 al 20 febbraio.
Grazie ai dati elaborati dalla piattaforma Blogmeter avevamo notato
come nei giorni prev-voto la pagina Facebook del segretario del PD arrivasse ad una somma di 162.864 tra like, commenti, condivisioni e post
spontanei dei fan, risultando cosi la pagina più attiva tra i tre contendenti.
Beppe Grillo: Lo Tsunami parte dai Social Network
(Dati elaborati dal 26 Febbraio al 4 Marzo 2013)
.
I risultati del voto ci restituivano una campagna elettorale da matita blu
per Bersani e da matita rossa Berlusconi. Troppa televisione, troppe
prime pagine dei giornali – contenitori rigidi e poco interattivi – avevano
soltanto creato un’autoreferenziale sensazione di vittoria o di grande rimonta senza intaccare minimamente le reali intenzioni di voto. Quello
che emergeva era che invece Grillo, puntando su web e social media,
– contenitori fluidi e interattivi – abbia stravinto la campagna elettorale
arrivando al cuore della gente.
Dalla nostra inchiesta Beppe Grillo risultava essere il politico italiano
con il più alto livello di “social value”. Il leader del Movimento a 5 stelle
su tutti e tre i social media presi in considerazione stravinceva in termini
di popolarità, interattività e pro attività.
Twitter
Indice di popolarità-Con 958.337 Follower Beppe Grillo risultava essere il politico più seguito su Twitter. La sua popolarità lo portava addirittura ad essere, su scala nazionale, l’ottavo profilo twitter con più
follower. Dopo di lui, tra i leader politici, trovvamoamo Renzi (44esima
posizione), Nichi Vendola (51esimo) e Bersani (78esimo). Anche sui retweet, l’altro parametro che misura la popolarità di un leader, avevamo
notato uno strapotere di Grillo. Nella settimana che andava dal
19.02.2013 al 25.02.2013 potevamo rilevare – grazie ai dati elaborati
dalla piattaforma Blogmeter– come Beppe Grillo si aggiudicasse il primo
ed il secondo posto tra i top Tweet (i tweet che hanno avuto la più alta
somma di retweet e risposte). Il primo tra i top tweet di Grillo accumulava
una somma di 2.378 tra retweet e risposte, il secondo 2.093. Dopo l’ex
comico trovavamo Giannino (1.937 tra retweet e risposte) e Matteo
Renzi (1.737).
.
Livello di Interattività- Il campo nel quale Beppe Grillo sembrava dominare rispetto agli altri leader era quello dell’interattività. Il leader del
M5s, con un altissimo numero di menzioni e citazioni, era quello più attento a costruire conversazioni sociali con i propri utenti. Nei suoi ultimi
199 tweet Grillo menzionava in 147 tweets uno o più utenti di Twitter. In
totale 196 volte un altro profilo di twitter era stato menzionato e erano
114 i diversi utenti Twitter menzionati. Per vedere quanto “Beppe” tenesse al feedback con i propri follower bastava considerare i numeri di
suoi due illustri sfidanti. Berlusconi in totale aveva citato 56 volte un altro
utente, menzionando 14 utenti differenti di twitter; Bersani aveva citato
40 volte un altro utente menzionando 22 diversi profili di Twitter.
Facebook
Se su Twitter Beppe Grillo lasciava indietro gli avversari su Facebook
neanche li vedeva con lo specchietto retrovisore. Il primo dei grillini doppiava gli avversari: con i suoi 1.191.559 “Mi piace” risultava il politico
più popolare sul social network più diffuso in Italia. Dopo di lui staccati
c’erano Nichi Vendola 538.348 “Mi piace” e Berlusconi 498.628 “Mi
piace”. Bersani era un puntino lontano con i suoi 129.427“Mi piace”. Il
leader del M5s stelle era anche il leader con la pagina facebook in grado
di suscitare il numero più alto di conversazioni sociali sul proprio conto.
Beppe Grillo contava infatti 551.943 ne parlano contro i 144.403 ne parlano di Berlusconi e i 76.634 ne parlano di Vendola. Questo indicatore
prende in considerazione i “mi piace” su un post, i post scritti su quella
bacheca, i commenti e le condivisione di un post, le interazioni con un
evento creato dalla pagina, i tag della Pagina in una foto e le menzioni
della Pagina.
Di conseguenza l’indice “ne parlano” è considerato una sorta di termometro quantitativo del flusso di conversazione generata da una pagina
di Facebook. Beppe Grillo si dimostrava senza mezze misure anche il
leader più proattivo su facebook. Ricorrendo ancora una volta ai numeri
forniti da Blogmeter avevamo notato che Beppe Grillo, nella settimana
che andava dal 19.02.2013 al 25.02.2013, fosse il leader politico con il
maggior livello di engagement (Grillo arrivava a 1.495.885 sommando
like, commenti e condivisioni, post spontanei dei fan). Dopo di lui, il
primo politico, era Berlusconi fermo a 299.435.
IV Capitolo
La corsa al Quirinale
Mentre il Parlamento italiano viveva uno degli stalli più lunghi della sua
storia, le due Camere sono state chiamate a eleggere il Presidente della
Repubblica. Giorgio Napolitano, nonostante gli inviti bipartisan ad un
secondo mandato, ha, per lo meno all’inizio, declinato l’offerta. In una
fase critica come quella che la politica stava vivendo in quei giorni occorreva che i consensi delle forze politiche cosiddette “responsabili” convergessero su un nome condiviso. L’accordo tra Pd, Pdl e Scelta Civica
prevedeva che il candidato fosse scelto tra le fila del partito di Bersani.
La scelta cadde sull’ex Presidente del Senato Franco Marini. Nonostante l’autorevolezza del personaggio, il rischio di inciucio ha scatenato
sui Social Network gli elettori del Pd, che hanno chiesto con forza di virare su un altro nome.
I malumori della rete sono filtrati a Montecitorio e un manipolo di franchi
tiratori del Pd ha impedito che il quorum si raggiungesse, bruciando la
candidatura di Marini.
Incassato il niet della sua base, il Pd ha cambiato rotta, proponendo il
nome del suo fondatore morale: Romano Prodi. Stesso discorso. Le
reazioni sui social network, specie su Twitter, non sono state positive.
Una frangia del Pd ha votato contro e per Prodi la strada verso il Colle
si è rivelata un vicolo cieco. C’erano ovviamente ragioni politiche che
hanno ostato all’elezione dell’ex Premier, ma il ruolo dei social media è
stato determinante.
Le nuove piattaforme permettono di verificare in tempo reale gli umori
degli elettori. In una fase in cui i partiti sono divenuti ostaggio dell’antipolitica diventa fondamentale capire la popolarità delle scelte effettuate.
Eminenti analisti politici hanno riconosciuto il ruolo centrale giocato dai
social media nell’ultima elezione del Presidente della Repubblica. Luca
Sofri, direttore de IlPost.it, a proposito della bocciatura di Marini ha
scritto: “Io credo che in queste 24 ore il parlamento abbia giocato come
allo stadio: col pubblico di casa del centrosinistra che faceva il tifo, e
che facendo il tifo ha fatto vincere il suo desiderio di far saltare Marini
(…).Secondo me qualche anno fa, senza questa presenza dei social
network, Marini sarebbe diventato Presidente della Repubblica”
Senza dimenticare il fattore Rodotà. L’ex Garante della Privacy, caldeggiato dal Movimento 5 Stelle e Sel, è stato il candidato più sostenuto sui
social network. Un nome in grado di far cadere Marini prima e Prodi poi.
Ma, allora, perché Rodotà non è stato eletto? La risposta è presto data.
La scelta del Capo dello Stato avviene attraverso il meccanismo della
democrazia indiretta. Sono i parlamentari, nell’ambito del mandato conferito dagli elettori, a votare. In questo senso saltano gli equilibri che,
come si è visto nelle indagini riportate in precedenza, rendono politicamente più forte chi ha una maggiore presenza sui social media. Pur vantando un sostegno popolare esteso, Rodotà ha dovuto fare i conti con
il veto espresso dai partiti della futura maggioranza: Pd, Pdl e Scelta Civica. Gli stessi, e non è un caso, che di lì a poco avrebbero tirato per la
giacchetta Napolitano sino a convincerlo a farsi rieleggere.
Questa analisi corrisponde alle indagini che abbiamo svolto su IlSocialpolitico.it nei giorni caldi della corsa al Quirinale, che riportiamo di seguito.
Quirinale: Rodotà vince il ballottaggio Social con Prodi
(Dati elaborati tra il 18 e il 19 Aprile 2013)
La rete ha eletto Stefano Rodotà presidente della Repubblica. L’ex numero uno dell’Autorità garante della privacy si è aggiudicato il match finale contro Romano Prodi su social network e motori di ricerca. Del
resto Rodotà godeva del sostegno del Movimento 5 Stelle, che ha fatto
del Web il suo campo di battaglia preferito. Prodi non è uscito con le
ossa rotte dal confronto, ma fortemente ridimensionato. Un giudizio che,
di questi tempi, deve essere preso in seria considerazione. I social network sono ormai diventati il luogo del dibattito pubblico 2.0. Ne sa qualcosa Franco Marini, la cui candidatura per il Quirinale è tramontata dopo
la sonora bocciatura giunta ieri sulle nuove piattaforme di comunicazione. Passiamo ai numeri.
Facebook
A Stefano Rodotà (nei giorni del voto per il Quirinale) erano dedicate
ben 50 pagine Facebook, di cui 49 favorevoli e solo 1 contraria alla sua
ascesa Qurinale. I “mi piace” espressi nei confronti delle pagine pro elezione al Colle dell’ex Garante della Privacy erano circa 30.000, mentre
appena 17 eranoi “like” a quella che ne bocciava la sua candidatura.
Numeri molto diversi per Romano Prodi. L’ex presidente del Consiglio
vantava 17 pagine totali, 9 pro e 8 contro. I “miei piace” postati nei confronti di quelle favorevoli erano più di 10.000, mentre quelli espressi su
quelle contrarie alla sua elezione a Presidente della Repubblica hanno
quasi raggiunto quota 4.000.
Twitter
Twitter ci dimostrava, tuttavia, che Prodi aveva una maggiore capacità
di stimolare discussioni attorno al suo nome. L’hashtag #prodi eran postato in 3.000 tweet l’ora, mentre quelli #rodotà e #rodotàpresidente arrivavano a circa 1.300 tweet l’ora. Questo dato non teneva conto del tenore (pro
o contro) dei tweet. Pertanto sottolinea la natura “politica” della candidatura di Prodi, che, in quanto tale, provoca un maggior flusso di discussioni.
IV Capitolo
Un caso locale: il Campidoglio
Tra la fine di Maggio e l’inizio di Giugno i romani sono stati chiamati a scegliere il nuovo
sindaco della Capitale d’Italia. Due i favoriti: il primo cittadino uscente, Gianni Alemanno, e
Ignazio Marino, candidato del Pd dopo aver vinto le primarie cittadine del partito di Bersani.
La campagna elettorale non si è nemmeno avvicinata, per toni, a quella infuocata che contrappose nel 2008Alemanno a Francesco Rutelli. Il sindaco affrontava la sfida dopo 5 anni
vissuti pericolosamente. Parentopoli, lo scandaloAtac, il degrado e, soprattutto, una politica
di sicurezza che, nonostante le promesse iniziali, non aveva portato i risultati sperati.
Dall’altra parte Marino era sconosciuto per lo più ai romani e aveva ottenuto la vittoria nelle
primarie tra le polemiche. Il quadro, insomma, era difficilmente interpretabile. Ma non per i
social media. Per capire chi avrebbe vinto le elezioni amministrative di Roma abbiamo usato
un metodo diverso. Grazie alla collaborazione con la webagency Pixell abbiamo realizzato
un osservatorio sull’andamento dei profili Twitter dei vari candidati in lizza. Questo strumento
ci ha permesso, in particolare, di verificare in tempo reale la popolarità dei tweet pubblicati dai
diversi account, l’andamento dei retweet e il numero complessivo di menzioni dei profili da
parte degli altri users. Pixell ci ha fornito l’indice Cinguex l’indicatore di sintesi del peso su
Twitter della comunicazione di un singolo politico, calcolato attraverso un algoritmo che prendeva a riferimento, tra gli altri, il numero di follower e la relativa crescita nel tempo, il numero
dei tweet e la loro viralità.
Non abbiamo quindi svolto analisi solo sull’attività degli account, ma abbiamo verificato, settimana per settimana, quale profilo fosse più ricercato e citato dalla rete sociale. Un diverso
approccio che è stato la controprova di quanto sosteniamo.Anche in questo caso il politico
più forte sui social media, in particolare Twitter, ha finito col prevalere. Si è trattato, come si è
visto, di Ignazio Marino.
Alla competizione abbiamo dedicato una rubrica settimanale (“UnTweet Capitale”) collegata
all’hashtag (già lanciato in rete) #elezioniroma. La sfida sui tweet più popolari ha visto un sostanziale pareggio. Su quattro settimane monitorate abbiamo visto per due volte affermarsi
Marino e altrettanteAlemanno.Tuttavia il candidato del Pd ha avuto, mediamente, un indice
Cinguex più alto nel tempo. Il tweet più virale di Alemanno, postato nel corso del confronto
andato in onda su Skytg24 alla vigilia del ballottaggio, ha registrato un Cinguex di 215,16,
mentre quello più popolare di Marino, inviato venerdì 31 Maggio, ha toccato quota 214,9.
Questa leggera prevalenza dell’ex sindaco non deve fuorviare. Nel momento del confronto
televisivo, infatti, il flusso Twitter era sicuramente più alto. Normale che quindi il tweet di Alemanno sia risultato il più forte.
In ogni caso sono stati anche altri gli indicatori della probabile vittoria di Marino.Apartire dalle
menzioni. L’attuale primo cittadino è stato, nel corso del mese di monitoraggio, sempre il più
menzionato da parte di altri utenti. Questo rendeva esplicito il maggior interesse suscitato da
Marino rispetto da Alemanno. C’è poi stato il fattore Sandro Medici. Per chi non lo sapesse
si trattava del presidente del X Municipio (una delle circoscrizioni territoriali in cui si suddivide
Roma Capitale) candidatosi sindaco con una lista della sinistra indipendente. Medici è stata
la versa sorpresa della campagna elettorale, con una straordinaria attività sui social network.
La sua media Cinguex (cioè la somma degli indici dei singoli tweet divisa per il numero dei
giorni monitorati) è stata spesso la più alta, superando lo stesso Marino. Questo flusso elettorale potenziale, espresso dai social network, rappresentava un’ampia parte del voto di sinistra che, al ballottaggio, si è riversato attorno al nome di Marino.
Ultimo dato: i social media hanno percepito il parziale disinteresse dei romani per queste
amministrative, poi confluito in un elevato astensionismo. Lo abbiamo verificato analizzando
gli hashtag dei due contendenti durante il confronto Tv. Nel giorno più caldo delle elezioni lo
slogan di Marino #liberiamoroma è stato citato appena 95 volte, mentre quello diAlemanno
#vincechivota 83. I dati si riferivano alla fascia oraria 21.00 – 23.00 del giorno del confronto,
cioè nel momento in cui il flusso di tweet avrebbe dovuto essere più alto. Numeri così bassi
erano un’evidente avvisaglia dell’astensionismo, poi verificatosi nei giorni del ballottaggio.
Webgrafia
Che futuro
“Lo stato di Facebook, Twitter e Pinterest in Italia secondo GlobalWebIndex” di Marcello Mari
http://www.chefuturo.it/2013/05/lo-stato-attuale-di-facebook-twitter-e-pinterest-in-italia/
Wikipedia
Primarie Italia Bene Comune
http://it.wikipedia.org/wiki/Elezioni_primarie_del_centrosinistra_italiano_del_2012
Elezioni Presidenziali Usa 2012
http://it.wikipedia.org/wiki/Elezioni_presidenziali_statunitensi_del_2012
LaStampa.it
“Volano gli utenti dei social network nel Mondo” di Carlo Lavalle
http://www.lastampa.it/2013/06/20/tecnologia/volano-gli-utenti-dei-social-network-nel-mondouno-su-quattro-li-usa-he9cOMzhsilkHV3oHhZvFK/pagina.html
“Social network: in Italia cresce Facebook, utenti più maturi su Twitter”
http://www.lastampa.it/2013/06/03/tecnologia/social-network-in-italia-cresce-facebook-utentipi-maturi-su-twitter-CXodnNbVMAK56fFiQFEPIK/pagina.html
“Obama, questa volta è merito dei Social” di Antonino Caffo
http://www.lastampa.it/2012/11/07/tecnologia/obama-questa-volta-e-merito-dei-social-78IhjxqRa3Y45oq8MzpECP/pagina.html
Tlc Web Solution
Come Internet e i social media stanno cambiando il modo fare politica” di Davide Sassarini
http://www.tlcws.com/blog/come-internet-e-i-social-media-stanno-cambiando-il-modo-farepolitica.html
IlPost.it
Internet, Bersani e Marini di Luca Sofri
www.ilpost.it
Iltweetpolitico.it
Us Electioni
Primarie PD
www.tweetpolitico.it
Bibliografia
Clay Shirky, Surplus Cognitivo, Codice Edizioni
Luca De Biase, Cambiare Pagina, Bur Rizzoli
Jay David Bolter, Richard Arthur Grusin, Remediation: competizione e integrazione tra
media vecchi e nuovi,Angelo Guerrini eAssociati
Zygmunt Bauman, Vita liquida, Laterza Edizioni