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05/03/2010 : Notizie di oggi
Italia Oggi
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Cartelle rinfrescate
Contributi vincolati alle pensioni
Over 65, Casse in ordine sparso
Milano
Finanza
(MF)
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Pensioni, slitta la busta arancione
Sole 24
Ore, Il
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L'Inps recupera 4,6 miliardi di crediti
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Italia Oggi
"Cartelle rinfrescate"
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Data:
05/03/2010
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ItaliaOggi
sezione: Imposte e Tasse data: 05/03/2010 - pag: 25
autore: di Andrea Bongi
Un provvedimento adegua il documento di pagamento
Cartelle rinfrescate
Crediti Inps, i ricorsi in 40 giorni
La cartella di pagamento si rifà il look e spiega tutto sulle iscrizioni a ruolo di
contributi e premi effettuati direttamente dall'agenzia delle entrate.L'operazione di
manutenzione straordinaria della cartella di pagamento si era necessaria a seguito
dell'intervento normativo operato dall'articolo 32-bis del dl n.185/2008, sulla base
del quale gli uffici dell'agenzia delle entrate, procedono all'iscrizione a ruolo delle
somme dovute dai contribuenti a titolo di contributi previdenziali e premi nonché
interessi e sanzioni relativamente alle dichiarazioni dei redditi relative al periodo
d'imposta in corso al 31 dicembre 2006 e successivi. Si tratta, ad esempio, del
recupero dei contributi previdenziali di artigiani e commercianti a seguito di
accertamenti o ordinarie attività di liquidazione e controllo formale della
dichiarazione dei redditi dagli stessi presentata.Le modifiche alla cartella di
pagamento sono contenute in un provvedimento, a firma del direttore dell'agenzia
delle entrate, pubblicato ieri sul sito internet dell'agenzia delle entrate.La necessità
di procedere ad un adeguamento della cartella esattoriale, si legge nel testo del
provvedimento stesso, deriva dal fatto che la citata disposizione normativa
comporta l'iscrizione a ruolo di crediti aventi una natura extra tributaria la cui
spettanza è di un ente diverso da quello che procede al recupero, con la
conseguente necessità di dover fornire al contribuente, proprio all'interno dello
strumento di pagamento, ogni utile informazione in ordine all'esatta disciplina di
tali crediti.Le modifiche in oggetto riguardano quindi non tanto il corpo della
cartella di pagamento, che rimane sostanzialmente quello finora conosciuto, bensì i
c.d. «fogli avvertenze» che costituiscono di fatto un allegato al documento di
pagamento stesso.In particolare, grazie al provvedimento direttoriale di ieri, le
nuove cartelle di pagamento saranno arricchite di un ulteriore allegato contenente
le avvertenze relative ai ruoli emessi dagli uffici dell'Agenzia delle entrate per il
recupero dei crediti aventi natura previdenziale.Fra le più importanti informazioni
contenute nei suddetti nuovi allegati figurano le istruzioni relative a quando e a chi
presentare il ricorso. Trattandosi infatti di crediti di natura previdenziale e non
tributaria, l'eventuale ricorso dovrà essere presentato al Tribunale ordinario in
funzione del Giudice del Lavoro nella cui circoscrizione ricade la sede Inps preposta
ad esaminare la posizione del contribuente.Il termine per contestare il ruolo e la
cartella di pagamento non è quello ordinario di 60 giorni dalla sua notifica, valevole
per i ruoli aventi natura tributaria, bensì di soli 40 giorni.Eventuali richieste di
rimborso, si legge nelle nuove avvertenze, dovranno essere presentate alla sede
Inps competente ad esaminare la posizione del contribuente.La richiesta di
sospensione potrà essere proposta dal contribuente all'ufficio che ha emesso il
ruolo (agenzia delle entrate).Nelle ulteriori avvertenze allegate alla nuova cartella
esattoriale sono poi riportate anche le modalità di calcolo degli ulteriori oneri
accessori dovuti in aggiunta all'importo dei contributi previdenziali e dei premi
richiesti.Si tratta naturalmente di precisazioni di estrema importanza in assenza
delle quali più di un contribuente, preso visione che il ruolo era di provenienza
dell'agenzia delle entrate, poteva essere tratto in inganno circa le modalità ed i
tempi dell'eventuale impugnativa con tutte le conseguenze del caso. La
pubblicazione del provvedimento direttoriale di ieri sul sito internet dell'agenzia
delle entrate assume la stessa valenza della ordinaria pubblicazione nella Gazzetta
Ufficiale grazie al disposto normativo contenuto nell'articolo 1, comma 361, della
legge 24 dicembre 2007 n.244 (legge finanziaria 2008).
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Italia Oggi
"Contributi vincolati alle pensioni"
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Data:
05/03/2010
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ItaliaOggi
sezione: Periti Industriali data: 05/03/2010 - pag: 30
autore:
Il presidente dell'Eppi commenta la recente sentenza n. 3240 della Corte
di cassazione
Contributi vincolati alle pensioni
Bendinelli: versamenti solo se finalizzati alle indennità
Domanda. Presidente Bendinelli, l'Inps afferma che gli accertamenti ai liberi
professionisti proseguiranno per tutto il 2010, incluso verso chi ha compiuto 65
anni e abbia continuato a lavorare scegliendo di non versare la contribuzione
previdenziale.Risposta. L'Inps è libera di effettuare i controlli opportuni anche se ho
registrato una disponibilità dell'Istituto nazionale ad attendere un parere del
ministero del Welfare prima di continuare l'azione di accertamento. Bisogna però
dire con chiarezza che la previdenza dei professionisti non è tutta uguale: un conto
è essere avvocato o commercialista e aver interrotto il versamento dopo 65 anni,
infrangendo il regolamento della rispettiva Cassa di previdenza. In quel caso si è
evasori. Un altro conto è invece essere perito industriale, psicologo o biologo e
aver optato di non versare più come esplicitamente indicato, ad esempio, dal
regolamento del nostro Ente.D. Cosa cambia nei confronti dell'Inps?R. Credo che
tutta la previdenza privata sia compatta nel sostenere che il contributo a fini
pensionistici deve essere versato ad un unico sportello: in questo caso alla Cassa di
previdenza professionale perché proviene da redditi di libera attività. Conforta un
passaggio giuridico della Cassazione in una sentenza recentissima del 12 febbraio
scorso (la 3240/2010) per cui «ciascuna gestione può ricevere esclusivamente i
contributi di sua competenza». In questo senso, l'operazione Poseidone, se
veramente vuole attrarre risorse verso l'Inps, opera una vera e propria invasione di
campo dato che l'Inps è tecnicamente «incompetente». Il discorso è diverso su chi
debba versare.D. Per quale ragione?R. Ovviamente le Casse di nuova generazione,
come quella che presiedo, che prevedono l'opzione di interrompere il versamento a
65 anni, ritengono che l'invasione di campo dell'Inps sia doppia: non si possono
esigere contributi soprattutto laddove non era richiesto. Diverso è l'atteggiamento
degli enti di previdenza di vecchia generazione i quali salutano l'operazione
Poseidone come un modo per controllare l'evasione dei propri iscritti, ma ritengono
che la contribuzione debba servire alla loro pensione e non debba andare
all'Istituto nazionale.D. La sentenza appena citata ha fatto discutere perché
paragonerebbe la contribuzione previdenziale ad una tassa, sancendone in ogni
caso l'obbligatorietà. Dunque, anche dopo 65 anni non si può scegliere.R. Il
discorso è molto tecnico e anche molto scivoloso, perché la sentenza opera sul
caso specifico di un socio amministratore di una srl. Diciamo che come le tasse
sono determinante in percentuale del reddito prodotto, lo stesso criterio vale anche
per determinare il contributo di un libero professionista all'Ente di previdenza, a
differenza delle altre forme di previdenza obbligatoria Inps le quali sono
predeterminate. La sentenza confronta semplicemente sistemi previdenziali diversi.
Trarre conclusioni giuridiche mi sembra sinceramente un po' forzato. D. Torniamo
sul chi deve versare: c'è una conclusione della Cassazione sull'opportunità del
versamento commisurato al beneficio pensionistico da ottenere.R. In questo caso la
Cassazione opera con oculato buon senso. Essa sostiene che «il legislatore, per non
gravare oltremodo l'attività di lavoro autonomo» può stabilire di rinunciare su di
esso all'onere contributivo «anche considerando che la scarsità di quello spezzone
di contribuzione difficilmente potrebbe condurre al conseguimento di un
trattamento pensionistico».D. Cosa vuol dire?R. Mi sembra una conferma della
legittimità delle disposizione regolamentari degli Enti di previdenza di nuova
generazione. Non è vero in assoluto – attenzione - che l'ordinamento previdenziale
impone sempre e comunque un obbligo di contribuzione a fronte di un'attività. È
vero il contrario: nei casi in cui quella contribuzione è praticamente «inutile» ai fini
previdenziali, il legislatore preferisce non pesare oltremodo sul lavoratore.D.
Facciamo un esempio.R. Se il versamento previdenziale diventasse obbligatorio
dopo 65 anni, e un perito industriale versasse pur il massimale per due anni, l'Ente
gli garantirebbe a titolo di pensione poco più di 70 euro. Questo è esattamente un
caso di «inutilità» del versamento.
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Italia Oggi
"Over 65, Casse in ordine sparso"
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Data:
05/03/2010
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ItaliaOggi
sezione: Professioni data: 05/03/2010 - pag: 29
autore: di Ignazio Marino
I presidenti convocati martedì al ministero dal lavoro per tentare di uscire
dal pantano
Over 65, Casse in ordine sparso
Sui contributi non versati nuova spaccatura fra gli enti
autonomi
Casse di previdenza dei professionisti a rapporto al ministero del lavoro il 9 marzo.
Per cercare una «nuova soluzione» alla problematica dei professionisti over 65
chiamati a versare i contributi alla gestione separata dell'Inps. Già, perché una via
d'uscita era stata trovata (si veda ItaliaOggi del 5/2). Ma poi le casse che si sono
incontrate a inizio febbraio con il Nucleo di valutazione della spesa previdenziale del
ministero del lavoro hanno deciso di «temporeggiare». Anche perchè,
contestualmente, da Via Veneto è arrivata la smentita nei confronti di chi aveva
promesso la «soluzione», ovvero il presidente del Nucleo Alberto Brambilla. Tanto
che martedì prossimo sarà Francesco Verbaro, segretario generale del ministero, a
cercare di mettere d'accordo gli enti. Obiettivo non facile. Visto che i diretti
interessanti, problema nel problema, sulla questione hanno idee piuttosto
divergenti su come sbrogliare la matassa degli ultrasessantacinquenni in pensione
che hanno, a vario titolo, smesso di contribuire ma non di lavorare. Ma
ripercorriamo le tappe. La vicenda inizia con l'operazione Poseidone a fine del 2008
contro l'evasione fiscale e contributiva. Inps e Agenzia delle entrate fanno partire
circa 45 mila avvisi bonari all'interno della quale finiscono anche diversi
professionisti. Una situazione che mette subito in allarme le casse di previdenza
(inondate da segnalazioni da parte degli iscritti), le quali chiedono un incontro
urgente a ministero e Inps.Agli inizi di febbraio 2010 il confronto fra una nutrita
rappresentanza di enti di previdenza privati (ragionieri, periti industriali, periti
agrari, biologi, psicologi, architetti e ingegneri, commercialisti) e alcuni
rappresentanti del ministero del lavoro (fra questi Alberto Brambilla, presidente del
Nucleo di valutazione della spesa previdenziale). Nel corso dell'incontro si trova
l'intesa. La stretta di mano tra le due parti passa per un azzeramento degli avvisi
fino ad oggi mandati dall'Inps verso i liberi professionisti, in cambio
dell'accettazione d'ora in poi del principio di obbligatorietà contributiva per tutti i
produttori di reddito over 65 anni secondo condizioni da definire e nel rispetto della
legge 335/95. Nessuna attrazione, insomma, verso l'Inps (con annessa sanatoria
per il pregresso). Anche perché, sostengono i diretti interessanti, i contributi
versati dai liberi professionisti iscritti d'ufficio all'Inps non potrebbero costituire un
supplemento di pensione né potrebbero essere utilizzati in alcun modo.Le casse
dell'accordo avrebbero dovuto trasferire l'intesa su carta e chiedere alla direzione
previdenziale del ministero di ratificarla. Ma nessuna lettera è mai partita in
direzione Via Veneto. Una posizione che a questo punto sarà illustrata a voce
martedì. In contrapposizione, però, con l'Adepp (l'associazione che dovrebbe
rappresentare tutti ma che solo pochi giorni fa si è nuovamente spaccata). Che
sulla questione non ha dubbi: il pregresso (che gli altri non vorrebbero azzerare) va
recuperato dalle casse che hanno scoperto dei professionisti non in regola con i
versamenti.
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Milano Finanza (MF)
"Pensioni, slitta la busta arancione"
Data:
05/03/2010
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MF
sezione: Denaro & Politica data: 05/03/2010 - pag: 9
autore: di Andrea Bassi
entro l'anno sarà avviato solo un test su un campione tra le 100 e le 400
mila persone
Pensioni, slitta la busta arancione
La lettera con la stima dell'assegno previdenziale era stata
annunciata per il 2010. Ma il sistema non è pronto
La busta arancione, la missiva che il governo invierà ad ogni lavoratore con la
previsione della futura pensione, non sarà pronta per il 2010 come invece aveva
annunciato il ministro del Welfare Maurizio Sacconi. «Ci sono stati dei rallentamenti
che ho prontamente segnalato al ministro», ha spiegato a MF-Milano Finanza
Alberto Brambilla, presidente del nucleo di valutazione della spesa previdenziale e
capo del progetto «busta arancione». Rallentamenti dovuti alla complessità di
un'operazione che coinvolge 25 enti previdenziali. Se alcuni, come l'Inps, sono
praticamente pronti, altri sarebbero decisamente più indietro. «Il primo passo», ha
aggiunto Brambilla, «è quello di arrivare all'estratto conto unificato dei contributi,
ossia un'informazione completa che rispecchi tutti i versamenti del lavoratore nelle
varie gestioni. Su questo», prosegue Brambilla, «ci siamo quasi, nell'arco di un
anno avremo completato tutto». Intanto sarà avviata un'area test che coinvolgerà
tra le 100 e le 400 mila persone, le quali, però, avranno soltanto gli estratti conto
unificati. Il modello che permetterà di avere l'indicazione della futura pensione (e
dunque anche di quanta parte del reddito dovrà essere versato alla previdenza
complementare), sarà effettuato nella fase due. Ma da chi sarà composta
quest'area test? «Ai primi di aprile», spiega Brambilla, «riunirò i gruppi di lavoro
per stabilire le regole generali per l'area test. Ma ovviamente e come prevede la
legge», aggiunge, «riguarderà i lavoratori che sono nel sistema contributivo». Al
test dovrebbe fare seguito una campagna di comunicazione e poi, finalmente, la
busta arancione dovrebbe arrivare a tutti i lavoratori (anche se in realtà non sarà
una vera e propria busta ma un accesso elettronico ai data base). A chi gli fa
notare che secondo alcune voci di mercato il governo avrebbe volutamente
rallentato sul progetto, per timore che rivelare l'effettiva pensione ai lavoratori in
regime contributivo potrebbe comportare tensioni sociali, Brambilla risponde che
«chiunque ha paura della verità fa un danno alle giovani generazioni, anche
considerando che il tasso di sostituzione sarà attorno al 61% degli ultimi stipendi».
Intanto ieri l'Inps ha fatto sapere di aver recuperato nel 2009 crediti per 4,6
miliardi di euro, il 65,9% in più rispetto al 2008 grazie all'azione di contrasto
all'evasione contributiva.
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Sole 24 Ore, Il
"L'Inps recupera 4,6 miliardi di crediti"
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Data:
05/03/2010
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Il Sole-24 Ore
sezione: IN PRIMO PIANO data: 2010-03-05 - pag: 5
autore:
I dati. Per il 2009
L'Inps recupera 4,6 miliardi di crediti
ROMA
Nel 2009 l'Inps ha recuperato crediti per un ammontare di 4,6 miliardi (nel 2008
erano 2,7 miliardi). L'ultimo bilancio dell'istituto di previdenza, che risale a fine
novembre, metteva in evidenza incassi per 4,2 miliardi (si veda «Il Sole 24 Ore»
del 12 dicembre). Ne consegue che in un solo mese l'ente ha recuperato 400
milioni. È uno dei capitoli dell'attività di contrasto all'evasione contributiva, che si
accompagna a quella di vigilanza e di accertamento.
Più in particolare, nel 2009 i crediti sono stati recuperati in gran parte per via
ammini-strativa: 2,8 miliardi (l'anno prima le risorse provenienti da questo canale
erano pari a 1,5 miliardi, con una crescita di quasi l'82 per cento). Un miliardo e
800 milioni sono giunti invece dai concessionari dell'ente di previdenza (nel 2008
erano 1,2 miliardi).
«I nostri ispettori- ha spiegato il presidente dell'Inps Antonio Mastrapasqua accentueranno nel corso di quest'anno l'azione di contrasto al lavoro nero, che vuol
dire assicurare i diritti dei lavoratori e recuperare i dovuti contributi delle aziende».
Nell'attività di contrasto all'evasione, poi, un altro canale è rapprentato dalle
iniziative di accertamento promosse dall'istituto nei confronti di imprese e
lavoratori autonomi che non risultano iscritti alla gestione separata dell'Inps.È
l'operazione«Poseidone », che si svilupperà anche nel 2010 e che ha messo in
allarme le casse di previdenza private libero-professionali, scese in campo a difesa
del principio dell'unicità della posizione (e della contribuzione) previdenziale (si
veda «Il Sole 24 Ore» del 17 febbraio).
«Alla fine del 2009 - ha ricordato Mastrapasqua - abbiamo messo a punto un
campione di 45mila soggetti controllati e nel 2010 andremo a verificare oltre
650mila soggetti. Stimiamo di poter recuperare almeno due miliardi ». Tra le nuove
attività di recupero crediti, controlli sul lavoro nero e accertamenti, l'Inps prevede
di reperire almeno otto miliardi da chi ha evaso l'obbligo contributivo previdenziale.
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