Il Rosario. Catena che ci lega al Paradiso

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Il Rosario. Catena che ci lega al Paradiso
1. IL ROSARIO. LA CATENA CHE CI LEGA AL PARADISO
(a cura del Prof. Corrado Gnerre)
Nel celebre Giudizio universale di Michelangelo della Cappella Sistina, alla destra di
Gesù sono raffigurate delle anime che vengono tirate in Cielo grazie a delle corone di
Rosario a cui sono strettamente attaccate.
Michelangelo non era un teologo, ma aveva
pienamente capito la potenza del Rosario. Potenza che
è tutta nella grandezza di Maria.
Sono tre i motivi per cui la devozione mariana è
indispensabile nella vita del cristiano. Il primo riguarda
la natura stessa della Vergine. Ella, pur non essendo
divina (la Chiesa da sempre ha parlato di
ipervenerazione e non di adorazione), ha una natura
che, come dice san Tommaso, “sfiora” la divinità,
perché è veramente “Madre di Dio”. Il Cristianesimo
non dice che Dio è apparso uomo ma che è diventato
veramente uomo, da qui il paradosso di una creatura
che è veramente madre del Creatore, di una donna che
è, come dice Dante, “figlia di suo Figlio”. Già questo
basterebbe per capire quanto sia necessaria la
devozione mariana.
Il secondo motivo riguarda la salvezza. L’Incarnazione, necessaria per la
Redenzione, si è attuata grazie al “sì” di Maria all’Angelo. Ma cosa sarebbe accaduto
se lei avesse detto “no”? Ci sarebbe stata una nuova possibilità? Chi può dirlo.
Dunque, la possibilità della salvezza di tutti passa attraverso quel “sì” della Vergine
pronunciato in completa libertà.
Il terzo motivo riguarda la vita spirituale. Secondo il Cristianesimo, Dio non decide
d’essere buono ma è costitutivamente buono. I comandamenti altro non sono che la
natura di Dio codificata per la vita dell’uomo. Dunque, il quarto comandamento (onora
il padre e la madre) è prima di tutto nella natura di Dio. Può Dio dire di “no” a Sua
madre?
Da questi tre motivi si capisce la potenza del Rosario, preghiera mariana per
eccellenza, e quindi la sua importanza per la vita d’ogni cristiano.
Queste cose, più o meno, si conoscono. Quello che però viene solitamente trascurato
è il fatto che il Rosario non è solo importante per la vita del singolo cristiano ma anche
per la civiltà cristiana.
A questo proposito i momenti più significativi della storia della civiltà cristiana sono
direttamente o indirettamente legati alla diffusione di questa pratica di pietà.
L’episodio più famoso è senz’altro la battaglia di Lepanto, quando l’allora papa san
Pio V bandì una vera e propria crociata del Rosario e ne ottenne una gloriosa vittoria.
Ma non solo Lepanto. Sull’eresia degli Albigesi, uno storico americano, Henry Lea,
pur essendo molto critico verso l’inquisizione medievale, ha scritto: “(...)
riconosciamo senza esitare che la causa dell’ortodossia non era altro che quella della
civiltà e del progresso. Se il catarismo fosse divenuto dominante o soltanto uguale al
cattolicesimo, non si può dubitare che la sua influenza sarebbe stata disastrosa.”
Ebbene, la causa dell’ortodossia fu soprattutto sostenuta dalla recita del Rosario
praticata e propagandata da san Domenico di Guzman e dai suoi frati, protagonisti
nell’inquisizione di quel tempo.
L’avanzata del Protestantesimo fu arrestata grazie ad una grande intuizione di San
Carlo Borromeo. Quando, dopo il Concilio di Trento, egli iniziò la riforma della
diocesi di Milano, decise d’introdurre la recita pubblica del Rosario in ogni parrocchia.
E il Protestantesimo non invase la Lombardia.
Per non parlare del Rosario per convertire la Russia e abbattere il comunismo,
indicato a Fatima ai tre pastorelli.
E la pratica del Rosario chissà quanto altro
abbia scongiurato senza che noi lo sappiamo.
C’è un episodio molto interessante che
riguardò la vita di san Pio da Pietrelcina,
importante perché fu raccontato da lui stesso.
Stava in preghiera nel coro quando avvertì la
necessità di avvicinarsi ad una finestra. Da
qui vide una piazza piena di nemici che
gridavano a più non posso: “A morte! A
morte!..” Si ritrasse dalla finestra,
spaventato, vide la Madonna e le chiese
aiuto. Allora Ella gli mise fra le mani la
corona del Rosario da manovrare come arma.
Il Frate con la corona fra le mani si riaffacciò
alla finestra e vide cadere a terra, abbattuti,
tutti i nemici che fino a poco prima
gridavano all’impazzata.
Quello che stiamo assistendo ai nostri giorni è una forte scristianizzazione che si
manifesta con la diffusione di una mentalità relativista (tutte le opinioni sono verità) e
nichilista (non esiste alcun valore). La causa sta in un atteggiamento intellettualistico
dell’uomo, prima moderno e poi contemporaneo, che ha creduto e che crede di poter
essere completamente autosufficiente.
Ed ecco perché il Rosario da ormai tanti anni viene indicato dalla Vergine stessa
come la possibilità di rinascita dell’uomo e della civiltà cristiana. Il Rosario è una
catena, e non c’è oggetto più lontano dall’autosufficienza della catena, che lega
l’uomo. Ma è una catena che lega alla Madre, e non c’è persona, più della mamma, di
cui si ha maggiormente bisogno.