P Giovanni Salerno - Parrocchia Cascina Gatti
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P Giovanni Salerno - Parrocchia Cascina Gatti
Cari amici, laudetur lesus Chrìstus. Dopo aver contemplato con voi il ruolo centrale di Santa Maria Madre dei Poveri del Terzo Mondo nel cammino del nostro Movimento, voglio adesso risaltarne alcune conseguenze pratiche. Dedicherò quindi due numeri della "Ut Unum Sint " alla presentazione di quelle espressioni di affetto filiale che ogni Missionario Servo dei Po veri TM è chiamato a vivere ogni giorno nei confronti della Madre di Dio, Madre della Chiesa e Madre nostra. Indiscutibilmente, la recita meditata del Santo Rosario è la più bella espressione d'amore verso la Vergine Maria e appartiene alla tradizione viva della Chiesa e, quindi, dell'Opus ChristiSalvatoris Mundi. Tutti noi - spero - abbiamo fatto l'esperienza personale della forza ed efficacia di questa devozione e di come essa rappresenti inoltre una forma speciale di preparazione eucaristica, dal momento che la contemplazione dei misteri si traduce in uno sguardo mariano agli avvenimenti salvifici della vita del Signore. Tutto questo è vero, ma per noi la recita del Rosario assume un significato più profondo, perché nel nostro lavoro di evangelizzazione ci siamo resi conto che in molti villaggi dell'alta Cordigliera la ripetizione delle avemaria rappresenta un canale provvidenziale attraverso il quale Dio alimenta spiritualmente molte anime che non possono vivere una costante vita sacramentale, a causa dell'assenza di sacerdoti e di persone consacrate: potremmo perfino dire che il Rosario si trasforma in un resistente anello grazie al quale molti indigeni della Cordigliera e di altre zone del Terzo Mondo rimangono misteriosamente uniti alla Chiesa. Per questo motivo, ogni Missionario SPTM recita ogni giorno e con speciale devozione il Santo Rosario, meditando i cinque misteri; e, inoltre, s'impegna a diffonderne la pratica con tutti i mezzi a sua disposizione. Nelle nostre visite ai villaggi e nelle catechesi con gli indigeni della Cordigliera delle Ande Peruviane, il Santo Rosario rappresenta sempre un appuntamento importante; non ci stanchiamo di distribuire corone del Rosario nelle capanne dei villaggi andini e nelle povere case della periferia di Cuzco. Inoltre, per sviluppare e appoggiare la recita del Rosario, distribuiamo nelle famiglie alcune immagini della Vergine Maria, immagini che, una volta appese alle pareti della casa, anche se solo in modo rudimentale, sono un costante richiamo a elevare il pensiero a Lei e rappresentano per di più un'efficace protezione contro molte sette che considerano questa pia devozione come una forma di idolatria. Insieme con la corona del Rosario e le diverse immagini di Maria Santissima, distribuiamo anche medaglie della Vergine della Medaglia Miracolosa, che tutti si cingono al collo con molta devozione, come scudo di protezione. Ci incoraggiano a fare questo le parole che Maria Santissima rivolse a Santa Caterina Labouré, umile religiosa vincenzina, quando le apparve il 27 novembre 1830, vestita di bianco e con a fianco un globo sul quale stava piantata la croce. La Vergine, aprendo le sue mani rifulgenti dalle quali uscivano dei raggi luminosi che scendevano verso la terra, disse: "Questo globo che vedi rappresenta tutto il mondo... dove vivono i miei figli. Questi raggi luminosi sono simbolo delle grazie e benedizioni che io spargo su tutti quelli che mi invocano come Madre. Mi sento tanto contenta di poter aiutare i figli che implorano la mia protezione! Ma molti non m'invocano mai! E molti di questi raggi si perdono, perché poche volte mi si invoca". Un altro momento mariano quotidiano, molto importante per cia-scun Missionario Servo dei Poveri del Terzo Mondo, è la meditazione della "preghiera a Santa Maria", del Padre De Grandmai-son, che viene ripetuta con molta frequenza e specialmente durante l'ora quotidiana di adorazione eucaristica. Questa preghiera, che ci accompagna fin dall'inizio della fondazione del Movimento, è un autentico esame di coscienza. Ci invita a chiedere costantemente al Signore un cuore capace di una vera fiducia in Lui, capace di riconoscerlo in modo speciale nei più poveri e quindi di seguirlo e servirlo incondizionatamente per tutta la vita. Si tratta evidentemente di un progetto che le sole forze umane non possono sostenere; per questo chiediamo l'aiuto della Santissima Vergine Maria, donna della fiducia e dell'abbandono totale, perché ci ottenga «un cuore semplice, che non si ripieghi ad assaporare le proprie tristezze; un cuore grande e indomabile, facile alla compassione; un cuore fedele e generoso, che non dimentichi alcun bene e non serbi rancore di alcun male». Concludo questa prima e rapida presentazione delle nostre devozioni mariane invitando tutti voi ad accompagnare il nostro lavoro missionario con la recita di tre avemaria alla fine di ogni celebrazione eucaristica, per tutte le necessità del Movimento. Al termine della Santa Messa, il sacerdote non dice addio ai fedeli, ma piuttosto li invia: "Ite, Missa est". Si tratta di un autentico invio missionario, affinchè i misteri vissuti nella celebrazione eucaristica si trasformino in vita in tutte le situazioni d'ogni giorno. In quel momento, con le tre avemaria chiediamo a nostra Madre che ci accompagni nei nostri impegni di servizio e protegga le nostre comunità da ogni pericolo o tentazione che possa minacciare la nostra fedeltà al mandato di suo Figlio. P. Giovanni Salerno, msp