Al ritiro dei sacerdoti la meditazione della prof. Ina Siviglia,On line l

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Al ritiro dei sacerdoti la meditazione della prof. Ina Siviglia,On line l
Don Mazzolari nel Giardino
virtuale dei Giusti
“Merita il titolo di Giusto per ciò che ha fatto e per quanto
rappresenta”, spiega con voce sicura il novantenne ebreo Oskar
Tӓnzer, la cui vita si è intrecciata con quella di don Primo
Mazzolari, il parroco di Bozzolo per il quale si è aperta da
poco la causa di beatificazione. “Sono molto emozionato per
questo riconoscimento” ha detto commentando l’inserimento, da
lui fermamente voluto, del sacerdote cremonese nel novero del
Giardino Virtuale “Giusti del Monte Stella” di Gariwo. Un
titolo chiuso in una pergamena consegnata al presidente della
Fondazione don Mazzolari, don Bruno Bignami, a Palazzo Marino,
a Milano, nel pomeriggio di lunedì 6 marzo, in occasione della
Giornata Europea dei Giusti.
Un maestro di dialogo, come gli altri Giusti, capace di
battersi contro l’odio, capace di solidarietà. Una figura,
quella di don Mazzolari che si affianca a cattolici e
musulmani di ieri e di oggi che “ci indicano la strada da
percorrere”, come dice Gabriele Nissim, presidente di Gariwo,
l’associazione internazionale che nel capoluogo lombardo
gestisce (con il Comune e l’Unione delle comunità ebraiche
italiane) il “Giardino dei Giusti di tutto il mondo” presso il
Monte Stella.
Tengono alto il nome della dignità umana e sono così tanti che
lo spazio non è sufficiente per piantare un albero in nome di
ciascuno, anche se quest’anno ne sono stati piantati 5 per
Hamadi Ben Abdesslem, Raif Badawi, Lassana Bathily, Etty
Hillesum e Pinar Selek.
È stato così necessario un Giardino virtuale nel quale ieri
sono stati inseriti 25 nomi, 25 storie di grande umanità come
quella di don Mazzolari.
Tra loro ci sono sacerdoti come don Piero Folli, parroco a
Voldomino, il milanese don Eugenio Bussa, don Francesco
Cavazzuti missionario in Brasile; ci sono consacrati come
Madre Donata Castrezzati madre superiora delle Suore delle
Poverelle a Milano, Suor Enrichetta Alfieri “l’angelo dei
detenuti” di S. Vittore, Padre Placido Cortese; poi militari
come Lucillo Merci, capitano dell’esercito italiano a
Salonicco o il maggiore Ubaldo Pesapane deportato a
Flossenburg, Mbaye Diagne, capitano del contingente delle
Nazioni Unite in Rwanda e poi ancora ingegneri, insegnanti,
coniugi… uomini coraggiosi.
Proprio come il sacerdote della Bassa che nell’ottobre del
1943 si presenta in casa dei Tӓnzer a Bozzolo per offrire loro
un nascondiglio vista la necessaria segnalazione ai tedeschi.
Il parroco sa che la canonica è sotto il controllo dei
militari, così trova una famiglia disposta ad ospitarli di
nascosto. La storia poi andrà diversamente perché i Tӓnzer,
sfollati prima dalla Germania, poi da Milano, sceglieranno la
Svizzera. “Mio padre – ricorda Oskar – non voleva rischiare la
vita di chi ci avrebbe ospitato, preferiva che noi soli
corressimo il rischio di morire”. Ma al termine del conflitto
torneranno a Bozzolo a recuperare i loro beni affidati a don
Mazzolari che nel frattempo glieli ha fatti fruttare. “Il mio
sogno – dice Tӓnzer che oggi, nonostante l’età, va nelle
scuole a raccontare le vicende complesse della sua vita da
ebreo sopravvissuto al nazismo – è vedere don Mazzolari tra i
Giusti dello Yad Vashem”.
Maria Chiara Gamba
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famiglia Tänzer
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Gariwo, la Foresta dei Giusti
Il Comitato per la Foresta dei Giusti-Gariwo onlus ha iniziato
a operare a Milano nel 1999 e si è costituito ufficialmente
nel 2001. È presieduto da Gabriele Nissim, storico e autore di
libri sull’argomento, fondatore insieme a Pietro Kuciukian,
presidente del Comitato Internazionale dei Giusti per gli
Armeni, membro dell’Unione degli Armeni d’Italia, autore di
libri sul genocidio armeno e sui Giusti per gli Armeni ,
console onorario d’Armenia in Italia, a Ulianova Radice e Anna
Maria Samuelli. A Sarajevo è stata fondata Gariwosa, la
sezione di Gariwo per la Bosnia-Erzegovina (Gardens of the
Righteous Worldwide Sarajevo), presieduta da Svetlana Broz.
L’intento di Gariwo, la foresta dei Giusti, è di accrescere e
approfondire la conoscenza e l’interesse sui Giusti.
I Giardini e la Giornata europea dei Giusti
Il 10 maggio 2012 il Parlamento Europeo ha approvato con 388
firme la proposta di Gariwo di istituire il 6 marzo una
Giornata europea dedicata ai Giusti per tutti i genocidi. Il
concetto di Giusto, nato dall’elaborazione del memoriale di
Yad Vashem per ricordare i non ebrei che sono andati in
soccorso degli ebrei, diventa così patrimonio di tutta
l’umanità. Il termine “Giusto” non è più circoscritto alla
Shoah ma diventa un punto di riferimento per ricordare quanti
in tutti i genocidi e totalitarismi si sono prodigati per
difendere la dignità umana.
Nel 2003, dopo l’istituzione di un Giardino dei Giusti in
alcuni luoghi-simbolo, come Yerevan, in Armenia, e la proposta
per Sarajevo, Gariwo ha coinvolto il Comune di Milano nella
creazione di un Giardino dei Giusti che ricordasse coloro che
si sono opposti ai genocidi in ogni parte della terra e che
ancora oggi si oppongono ai crimini contro l’umanità ovunque
siano perpetrati. È nato così, il 24 gennaio, il primo
Giardino dei Giusti di tutto il mondo al Monte Stella e nel
novembre 2008 si è costituita l’associazione per la gestione
del giardino, composta da Gariwo insieme al Comune di Milano e
all’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane. Nel frattempo
sono sorti giardini e altri spazi dedicati ai Giusti in ogni
parte d’Italia, come a Genova, Palermo, Padova, Torino,
Linguaglossa, Levico Terme.
Con il progetto Wefor (Web European Forest of the Righteous)
finanziato dalla Comunità Europea sono stati creati i Giardini
virtuali dei Giusti d’Europa, interattivi, inseriti nel sito
come sezione didattica a questo link it.gariwo.net/wefor.
Al via il pellegrinaggio
diocesano in Terra Santa
Oltre 220 cremonesi guidati dal vescovo Napolioni sono partiti
all’alba di lunedì 6 marzo per la Terra Santa: una parte
dall’aeroporto di Malpensa, un’altra da quello di Linate.
Diverse le rotte aeree ma unica la meta: lo scalo di Tel Aviv,
principale centro economico dello stato di Israele. La
numerosa comitiva, divisa in cinque sottogruppi, giungerà in
serata a Nazareth dove sarà accolta nel Rimonim Hamaayan
Hotel, non lontano dalla Basilica dell’Annunciazione. Don
Roberto Rota, incaricato dell’ufficio di pastorale del turismo
e del tempo libero, coadiuvato da Gianluigi Gremizzi,
direttore dell’agenzia viaggi diocesana Profilotours, si
occuperà di tutti gli aspetti organizzativi. Mons. Alberto
Franzini, don Luigi Mantia, don Marco D’Agostino, don Paolo
Carraro e lo stesso don Rota saranno le guide bibliche dei
cinque gruppi che si riuniranno in occasione delle
celebrazioni liturgiche presiedute dal vescovo Antonio e per
gli altri momenti comuni previsti, come l’incontro con
l’amministratore apostolico di Gerusalemme, mons. Pizzaballa.
Nella foto uno scorcio di Nazareth, prima tappa del
pellegrinaggio
Tante le tappe significative di questo ritorno alle origini:
«Innanzitutto – spiega don Rota – Nazaret, dove, nella
basilica dell’Annunciazione, celebreremo la Messa di apertura
del pellegrinaggio, poi il Tabor, luogo della trasfigurazione,
Cana di Galilea, il lago di Genezaret con Cafarnao, le
Beatitudini e la località di Tabga, luoghi di tanti ricordi
evangelici; dalla Galilea, lungo la valle del Giordano, ci si
sposterà a Gerico, a Betlemme per raggiungere infine
Gerusalemme, dove rimarremo alcuni giorni per le celebrazioni
e le visite ai tanti luoghi santi. Non mancherà una visita
anche allo Yad Vashem, il museo dell’olocausto del popolo
ebraico».
Tra gli appuntamenti più attesi anche l’incontro con la locale
comunità cristiana che sempre di più si sta assottigliando: «I
numeri alti di questo pellegrinaggio – precisa don Rota – non
permettono un rapporto “feriale” con qualche comunità
parrocchiale, come è avvenuto in passato, in qualche
occasione. Tuttavia abbiamo voluto un incontro con
l’Amministratore apostolico di Gerusalemme che è mons.
Pierbattista Pizzaballa, bergamasco, ex custode di Terra
Santa, legato alla nostra diocesi a motivo dei genitori,
originari di Brignano. Sarà l’occasione per capire un po’ più
a fondo, dalla sua esperienza pluriennale, le caratteristiche
e le problematicità di questa terra ed esprimere la nostra
vicinanza e solidarietà».
Su eventuali rischi per i pellegrini don Rota è molto
tranquillo: «Il percorso ufficiale del pellegrinaggio non
tocca “zone calde” per cui escludo che ci possano essere
problemi di sicurezza. I controlli in Israele sono, da sempre,
molto approfonditi, sia negli aeroporti, sia nei luoghi di
massima affluenza. L’invito che mi sento di fare è quello di
attenersi scrupolosamente alle indicazioni che di volta in
volta verranno date, al fine di evitare inconvenienti. Ma sono
certo che, come sempre, tutto andrà per il meglio».
Su questo primo grande pellegrinaggio diocesano guidato dal
vescovo Antonio don Rota si aspetta molto: «Andare alla
sorgente, là dove tutto è iniziato, ha valore se c’è un
ritorno nella vita cristiana ordinaria, ritornando ad
ascoltare con assiduità la Parola di Dio, a meditarla e a
celebrarla nella liturgia. Mi aspetto che lo stile di
fraternità tra Vescovo, sacerdoti e fedeli possa continuare
anche una volta ritornati a casa, soprattutto là dove le
comunità sembrano vivere la rigidità formale dei rapporti. E
non nascondo nemmeno la speranza che questo pellegrinaggio
possa far assaporare a sacerdoti e fedeli la bellezza e
l’importanza di questo strumento ordinario di pastorale».
Il pellegrinaggio potrà essere seguito passo dopo passo sul
nostro portale: ogni giorno saranno pubblicati articoli di
cronaca, ampie photogallery, audio degli interventi del
Vescovo e alcuni video.
Costanti aggiornamenti anche sulla pagina facebook di Diocesi
di Cremona.
PROGRAMMA COMPLETO
Lunedì 6 marzo:
ITALIA/TEL AVIV/NAZARETH
Al mattino partenza dall’Italia con voli di linea e arrivo a
Tel Aviv nel pomeriggio. Proseguimento in pullman GT riservato
per Nazareth; all’arrivo sistemazione in albergo: cena e
pernottamento.
Martedì 7 marzo:
NAZARETH/Escursione Monte Tabor
Trattamento di pensione completa in hotel. Al mattino alle ore
9 celebrazione della S. Messa di inizio pellegrinaggio nella
Basilica dell’Annunciazione; a seguire visita della Basilica,
della Chiesa di S. Giuseppe, del museo francescano, della
Sinagoga e della Chiesa di S. Gabriele. Nel pomeriggio salita
in taxi al Monte Tabor e visita del Santuario della
Trasfigurazione.
Mercoledì 8 marzo:
NAZARETH/Escursione Monte delle
Beatitudini – Lago di Tiberiade
Mezza pensione in hotel. Al mattino partenza per il Lago di
Tiberiade. Sosta al Monte delle Beatitudini
per la
celebrazione della S. Messa alle ore 9. Al termine
proseguimento per Cafarnao ricordata come la città di Gesù e
visita degli scavi dell’antica città con la Sinagoga e la Casa
di Pietro. Proseguimento con la visita ai santuari che
ricordano il Primato di Pietro e la Moltiplicazione dei pani e
dei pesci. Attraversata del Lago in battello e pranzo nel
Kibbutz di En Gev. Nel pomeriggio sosta a Cana di Galilea per
la visita alla chiesa del Miracolo.
Giovedì 9 marzo:
NAZARETH/GERICO/BETLEMME
Dopo la prima colazione partenza per la Valle del Giordano e
sosta a Qasr el Yahud, memoriale del Battesimo di Gesù. Arrivo
a Gerico, visita e pranzo. Continuazione per Betlemme e visita
alla Basilica della Natività e al Campo dei pastori.
Celebrazione della S. Messa alle ore 16 nella Basilica di
Santa Caterina. In serata trasferimento in hotel per la cena
ed il pernottamento.
Venerdì 10 marzo:
BETLEMME/Escursione a Gerusalemme
Mezza pensione in hotel. Partenza per Gerusalemme. Alle ore 9
celebrazione della S. Messa nella Basilica dell’Agonia; a
seguire salita al Monte degli Ulivi e visita dell’edicola
dell’Ascensione, della Chiesa del Pater Noster, della Chiesa
del Dominus Flevit, terminando con la Tomba delle Vergine.
Pranzo in ristorante. Nel pomeriggio alle ore 15 incontro con
Mons. Pizzaballa;
a seguire
percorso della Via Dolorosa
nella città vecchia partendo dal Convento della Flagellazione
ed arrivando alla Basilica del Santo Sepolcro. Visita e tempo
a disposizione.
Sabato 11 marzo:
BETLEMME/Escursione nel Deserto di Giuda
e a Gerusalemme
Mezza pensione in hotel. In mattinata escursione nel Deserto
di Giuda: visita di Qumran, dove in alcune grotte vennero
rinvenuti i più antichi manoscritti della Bibbia. Rientrando a
Gerusalemme sosta al Wadi Qelt. Pranzo in ristorante. Nel
pomeriggio celebrazione della Santa Messa alle ore 15 nella
Chiesa di San Pietro in Gallicantu; a seguire visita del Sion
Cristiano con il Cenacolo, la Chiesa della Dormitio Mariae e
la Valle del Cedron.
Domenica 12 marzo:
BETLEMME/Escursione a Gerusalemme
Mezza pensione in hotel. Partenza per Gerusalemme e visita
della Spianata del Tempio e al Muro occidentale della
preghiera. Visita del nuovo museo francescano e della chiesa
di S. Anna dove alle ore 12 sarà celebrata la S. Messa. Nel
pomeriggio visita dello Yad Vashem, il Museo dell’Olocausto e
continuazione per Ein Karem con la visita ai santuari che
ricordano la Nascita di S. Giovanni e la Visitazione di Maria
ad Elisabetta.
Lunedì 13 marzo:
BETLEMME/GERUSALEMME/TEL AVIV/ITALIA
Dopo la prima colazione eventuale tempo a disposizione sino
al trasferimento in aeroporto a Tel Aviv per il rientro in
Italia.
Educarsi
per
educare,
l'incontro per le religiose
guidato
da
mons.
Dante
Lafranconi
Educare: un verbo per tutte le stagioni della vita. Ecco
dichiarato il motivo per cui sabato 4 marzo una quarantina di
religiose si sono riunite a S. Sigismondo per un incontro di
spiritualità sulla “via dell’educare”. Il tema è stato
approfondito dal vescovo emerito di Cremona, mons. Dante
Lafranconi, che ha presentato la figura di Gesù, l’educatore
per eccellenza, nello scenario delle Beatitudini.
Il Maestro propone uno stile di vita alto rivolgendosi alla
folla accorsa e ai discepoli: due dimensioni che non si
escludono, anzi sono aperte ad accogliere gli itinerari
formativi di Gesù che invita a respirare con il cielo che si
piega sulla terra per sollevare l’uomo dalla polvere.
Gesù invia a tutti il messaggio delle Beatitudini, ma ai
discepoli si rivolge in modo più personalizzato per far loro
comprendere che cosa significhi seguirlo facendo proprie le
prospettive di vita presentate.
Egli vuole i suoi discepoli consapevoli, liberi e radicati in
lui, perciò li educa non solo facendo loro capire la strada,
l’obiettivo, le idee, ma coinvolgendoli nella sua vita, quasi
un tirocinio sperimentale, per aiutarli a creare armonia tra
intelligenza, corporeità, affettività e capacità relazionale.
Il Maestro chiama a porre in essere un’esperienza che abbia
come destinazione un futuro eterno e che non si chiuda in un
orizzonte semplicemente terreno. Il suo messaggio risponde
pienamente alle domande più profonde dell’uomo, al suo
desiderio di libertà, di senso, amore, gioia, di armonia, di
vita compiutamente umana.
Le persone consacrate, che hanno lasciato tutto per seguire
Gesù sono chiamate a muoversi come testimoni dell’invisibile e
ad impegnarsi secondo la prospettiva delineata dal Signore
Gesù, ad educarsi per potersi chinare sulle fatiche dell’uomo
e rialzarsi insieme guardando l’orizzonte della vita piena di
speranza e di gioia.
G. A.
DettoFatto: ecco
edizione 2017
il
Grest
“DettoFatto”: ecco il Grest edizione 2017! La macchina
organizzativa è già in moto. Attivato, infatti, il sito
www.cregrest.it dove, oltre alle informazioni su tema, logo e
obiettivi, sono disponibili i primi materiali di
accompagnamento. Per ogni approfondimento, invece, bisognerà
aspettare aprile, quando nelle macrozone sono in programma gli
incontri di presentazione del Grest promossi dalla Federazione
Oratori Cremonesi. Seguiranno le consuete serata per gli
animatori e, novità di quest’anno, alcuni workshop.
Locandina degli incontri promossi dalla FOCr
Il Grest 2017
“DettoFatto” è il titolo del Grest 2017. Il riferimento è alla
Creazione con la prossima estate oratoriana che intende
offrire a bambini e ragazzi un’esperienza preziosa per
riscoprirsi creature cui è stato consegnato un mondo fatto con
amore e cui viene chiesto di amare allo stesso modo.
“Meravigliose le tue opere” è infatti il sottotitolo. Solo
l’uomo, capace di questo stupore, è allo stesso tempo opera
meravigliosa, cge innalza il suo inno a Dio, come recita il
Salmo 139: “Io ti rendo grazie: hai fatto di me una meraviglia
stupenda; meravigliose sono le tue opere, le riconosce
pienamente l’anima mia”.
Incontri per responsabili
Con il mese di aprire sono in programma i consueti incontri di
presentazione riservati a sacerdoti, catechisti, educatori e
accompagnatori degli adolescenti. L’occasione per introdurre
tema, obbiettivi e materiali.
Tre gli appuntamenti, a cura dello staff della Federazione
Oratori Cremonesi:
lunedì 3 aprile a Cremona, all’oratorio del Boschetto;
martedì 4 aprile a Mozzanica, in oratorio;
mercoledì 5 aprile a Casalmaggiore, in oratorio.
Gli incontri, suddivisi per macro-zone pastorali, avranno
inizio alle 20.45.
Presentazione per animatori
Per tutti gli animatori, invece, l’appuntamento è per due
serate di festa e spettacolo in cui condividere con i propri
coetanei animatori l’avventura del Grest.
Per le zone del Cremonese e del Mantovano l’appuntamento è
domenica 30 aprile, a partire dalle 20.45, presso il
palazzetto dello sport di Cremona (piazza Zelioli Lanzini).
Per le zone della Bergamasca e del Milanese, invece, la serata
sarà posticipata di una settimana: domenica 7 maggio, sempre
alle 20.45, presso il palazzetto dello sport di Caravaggio
(piazza Morettini).
Novità workshop
Novità di quest’anno sono i workshop: incontri di formazione
specifica per alcuni animatori rappresentanti di ogni oratorio
sugli strumenti di animazione del Grest 2017, con focus
specifici per i coordinatori, su giochi, musica, storia e
ambientazione.
Anche in questo caso le location sono state individuate nelle
tre macrozone, con appuntamento nel pomeriggio (a partire
dalle 16) dei due fine settimana centrali di maggio.
domenica 14 maggio a Cremona, all’oratorio
Boschetto;
sabato 20 maggio ad Antegnate, in oratorio;
domenica 21 maggio a Sabbioneta, in oratorio.
del
Il
15
marzo
serata
di
solidarietà
promossa
dall’Associazione
internazionale NewTabor onlus
La sera di mercoledì 15 marzo l’Associazione internazionale
NewTabor onlus, guidata da don Paolo Tonghini, organizza una
serata di solidarietà con una cena di beneficenza
all’agriturismo Val d’Oca di Squarzanella di Viadana, vicino a
S. Matteo delle Chiaviche. Scopo della serata è raccogliere
fondi per ultimare la casa di accoglienza-ostello di Kampala
(Uganda) al fianco della casa delle Suore Oblate
dell’Assunzione che già da tempo e in vari progetti
collaborano con l’associazione NewTabor.
La casa si trova in un quartiere della capitale ugandese,
Kampala, molto povero e con una forte presenza di ragazzi di
strada oltre che di rifugiati e profughi congolesi,
soprattutto che arrivano dal Nord Kivu, teatro di scontri
armati e di guerra civile.
Nella casa
anche uno
l’urgenza e
ragazzi, ma
in costruzione (manca il secondo piano) ci sarà
spazio dedicato al dispensario medico, vista
il bisogno in questo settore sia per i bambini e
anche per adulti.
Alla cena parteciperanno anche due Suore Oblate (una proprio
congolese, della diocesi di Butembo-Beni e che ha lavorato
anche in Uganda) che porteranno la loro personale
testimonianza, come ulteriore conferma del lavoro missionario
che NewTabor sta realizzando in quelle terre africane.
La serata sarà anche l’occasione per parlare di temi sociali
legati all’Africa e per presentare le opere fatte e i progetti
futuri.
Il giorno 24 marzo partirà per l’Uganda una delegazione
dell’Organizzazione umanitaria NewTabor, formata da 4
volontari del territorio viadanese, su mandato di don Paolo e
in sua rappresentanza, in quanto ancora la salute non permette
la missione in terra africana. Lo scopo della missione
umanitaria è visionare i progetti realizzati e il loro
funzionamento, come il Centro scolastico High School di Kihyo,
in diocesi di Kasese, e incontrare i tecnici e le maestranze
del loco che lavorano per il progetto della casa di
accoglienza di Kampala, oltre ad altri impegni che sono stati
programmati. Ci saranno anche incontri con le istituzioni
ugandesi e associazioni del posto, tra cui la segreteria della
Conferenza Episcopale Ugandese, con la quale l’Associazione è
in contatto per un nuovo progetto in fase di realizzazione: il
centro medico di base di Mulamba, sempre in Diocesi di Kasese,
proprio vicino al centro scolastico costruito lo scorso anno e
già operativo.
Il 26 marzo a Mozzanica,
Cremona e Sabbioneta i ritiri
quaresimali con l'ACR
Per la Quaresima e l’estate proposte formative a misura di
ragazzi grazie alle iniziative proposte dall’ACR di concerto
con gli uffici diocesani per la Pastorale giovanile e la
Catechesi. L’Azione Cattolica Ragazzi torna così protagonista
di una prassi di collaborazione sui territori, capace di
coinvolgere anche realtà parrocchiali dove i numeri esigui
spesso impediscono la possibilità di iniziative significative
mirate alle giovani generazioni.
Ritiri quaresimali
Nel cammino verso la Pasqua la proposta concreta è di ritiri
quaresimali interparrocchiali rivolti ai bambini delle
elementari e ai ragazzi delle medie, dal titolo “Esercizi di
gioia”. L’appuntamento è per domenica 26 marzo in tre oratori,
individuati nelle diverse aree della diocesi: Mozzanica, S.
Ilario in Cremona e Sabbioneta. Lo stile della proposta è
quello ormai collaudato dell’ACR, differenziato in due
percorsi: uno per le elementari e uno per le medie. Per
entrambi con una proposta di ascolto, la Messa, il pranzo e
giochi a tema, dalle 9.30 del mattino sino alle 16.
L’Ufficio diocesano di pastorale giovanile invita a convergere
su queste proposte in assenza di specifiche iniziative
organizzate a livello parrocchiale. Le adesioni presso la
Federazione Oratori Cremonesi (tel. 0372- 25336 ;
[email protected]).
Locandina
Campo estivo
Una seconda possibilità riguarda il tradizionale campo estivo
dell’ACR, allargato, oltre agli aderenti di AC, anche ai
ragazzi di elementari e medie che non possono usufruire di
proposte locali analoghe. Da sempre il campo AC è un momento
forte di aggregazione ed esperienza formativa, frutto di
generosa dedizione e anni di esperienza. Si svolgerà dal 13 al
20 agosto a Gandellino, nella Bergamasca, presso la Casa
vacanze Villa Padri Barnabiti, struttura che sarà in
autogestione. Costo di iscrizione 230 euro a ragazzo (sconto
10 euro per gli iscritti ACR, così come in caso di iscrizione
di due fratelli; per tre o più fratelli il costo della quota
scende a 210 euro). Iscrizioni presso la sede dell’AC
diocesana
(tel.
0372-23319;
e-mail
[email protected]).
La vera prova del cuoco:
l'etica oltre alla qualità
del cibo
Cremona per due giorni al centro dell’attenzione
internazionale grazie al congresso “Sprechi alimentari
– Fattori contaminanti – Incidenza sulla mortalità – Gestione
del rischio” in programma venerdì 3 e sabato 4 marzo presso la
Camera di Commercio con la partecipazione di 33 Stati esteri
chiamati a confrontarsi sul tema; occasione anche per incontri
mirati tra addetti commerciali dei Consolati presenti e alcune
aziende locali. In questo contesto proponiamo una riflessione
sullo spreco del cibo a firma di don Bruno Bignami,
responsabile del tavolo di coordinamento pastorale “Nel mondo,
con lo stile del servizio”.
«Dimmi come mangi e ti dirò chi sei». Non passa giorno che la
tv non dia spazio ai volti noti della cucina. Siamo molto
attenti alle diete e ai problemi alimentari. Eppure il nostro
tempo non riesce ad affrontare lo scandalo numero uno del
cibo: lo spreco. I dati sono impietosi, se si pensa che un
terzo della produzione mondiale finisce in discarica. In
Italia ogni giorno si gettano nella spazzatura 4mila
tonnellate di cibo ancora buono. Al termine di un anno sono
circa 6 milioni di tonnellate!
Papa Francesco lo ha denunciato nell’Esortazione apostolica
“Evangelii gaudium”: «Ci scandalizza il fatto di sapere che
esiste cibo sufficiente per tutti e che la fame si deve alla
cattiva distribuzione dei beni e del reddito. Il problema si
aggrava con la pratica generalizzata dello spreco».
C’è chi mangia troppo e chi troppo poco. Sono due facce della
stessa medaglia: il rifiuto etico dell’altro. L’esclusione
alla tavola avviene nella forma della chiusura del cuore,
propria della mentalità del «si salvi chi può».
Lo scarto del cibo non ha il solo risvolto del troppo cibo
cucinato e destinato alla spazzatura. E’ il sistema alimentare
industriale a fare acqua. Si produce a costi così ridotti che
molti lavoratori in campo agricolo non vedono riconosciuta la
loro fatica. Sono strozzati. Inoltre, a monte si assiste a un
colossale spreco di risorse comuni, quali l’acqua,
l’elettricità, il tempo e le energie.
Basti questo dato: nel mondo, per il cibo scartato, in 12 mesi
s’investe un volume di acqua pari al flusso annuo di un fiume
come il Volga, si utilizzano 1,4 miliardi di ettari di terreno
e si provocano 3,3 miliardi di tonnellate di gas serra. Una
gigantesca impronta ecologica che mette in gioco sia la
sostenibilità sia la giustizia tra le generazioni. È una
cultura che non scarta solo rifiuti-oggetti, ma genera rifiuti
umani: contadini che smettono la loro attività, terre in mano
a pochi, perdita della biodiversità, impoverimento e
ingiustizia… Domina la legge del più forte.
Per questo, la risposta è in una diversa cultura alimentare.
Non solo quella che si preoccupa di tramandare ricette con
buoni ingredienti, ma prima ancora quella che richiede cibo
etico. Ci si dovrebbe domandare da dove provengono i prodotti
dell’agricoltura, quale filiera li ha portati sulla tavola di
casa, quale riconoscimento del lavoro si è operato, quale
giustizia si è salvaguardata. Imparare a chiedersi se i propri
acquisti aiutano qualcuno a stare meglio, serve a renderci
operatori di giustizia. Continuare nel disinteresse,
calpestando la dignità di molti e fingendo di non sapere,
potrebbe fare di noi degli operatori di iniquità.
Dimmi «come» mangi corrisponde a rendere conto «di quanto»,
«di che cosa» e «in che modo».
Si mangia con gli occhi aperti sui fratelli e con il cuore,
prima che con la bocca.
Ecco la vera prova del cuoco!
Don Bruno Bignami
Il Convegno di Cremona
L’evento è organizzato dal Centro Incontri Diplomatici, in
partnership con la Fe.N.Co. (Federazione Nazionale Consoli
esteri) e sotto l’Alto patrocinio del Parlamento europeo,
della Presidenza del Consiglio, del Ministero degli Affari
Esteri e della Cooperazione internazionale, del Ministero
dell’Ambiente, del Ministero dell’Agricoltura, del Corpo
Consolare di Milano e della Lombardia, del Corpo Consolare di
Torino e del Consiglio della Regione Lombardia, nonché della
Provincia di Cremona, del Comune di Cremona, della Camera di
Commercio di Cremona e della Fondazione Comunitaria della
provincia di Cremona.
Il Capo dello Stato ha destinato la Medaglia Presidenziale
quale suo premio di rappresentanza proprio al Congresso
Internazionale “Sprechi alimentari – Fattori contaminanti –
Incidenza sulla mortalità – Gestione del rischio”.
Molti i Paesi interessati: per l’Europa – Asia Minore:
Bielorussia, Bosnia, Francia, Italia (con Davide Bradanini,
Secondo Segretario Presso Rappresentanza Permanente Onu –
Roma), Malta (Paese che ha la Presidenza del I semestre
europeo 2017), Portogallo, Repubblica Ceca, Rep. Slovacca,
Romania, Slovenia, Ungheria; Turchia; per il Medio Oriente:
Giordania, Oman, Palestina; per l’Africa: Algeria, Marocco,
Etiopia, Camerun, Senegal.
Per America Latina e Caribe: Bolivia, Brasile, Colombia,
Ecuador, El Salvador, Messico, Nicaragua, Repubblica
Dominicana; inoltre Stati Uniti d’America, per l’Asia:
Bangladesh, Repubblica dell’Unione del Myanmar, Vietnam.
Programma del congresso
Mazzolari, «Ogni uomo è un
portacenere»
Lunedì 6 marzo, nel contesto della Giornata europea dei
Giusti, il nome di don Primo Mazzolari, il sacerdote cremonese
di cui presto si aprirà il processo di beatificazione, sarà
iscritto nel Giardino Virtuale “Giusti del Monte Stella” di
Gariwo [leggi tutto]. Intanto pubblichiamo un suggestivo
quaresimale del parroco di Bozzolo che ci può aiutare
all’inizio di questo tempo forte. Ecco il testo:
Mercoledi, primo giorno di Quaresima, ho benedetto le ceneri.
Calava la notte, che è proprio l’ora della preghiera (ad
vesperum demorabitur fletus et ad matutinum laetitia: alla
sera sopraggiunge il pianto e al mattino, ecco la gioia. Salmo
30,6).
I fanciulli, in abito da coro, mi fanno cerchio all’altare. Il
maggiore porta le ceneri in un bacile di rame, due le candele,
uno l’aspersorio, uno il turibolo. Guardo la scena usuale e mi
sento portar via da una strana impressione, che m’accompagna
mentre distribuisco le ceneri a me e ai miei.
Sono cenere, dico a me, sei cenere, dico ad ognuno mentre
piega la testa. E se ne vanno portandosi tra i capelli la
sentenza del destino comune: e in cenere ritornerai.
Subito, ho l’impressione di essermi baloccato con la morte.
No, la mia gente ed il suo prete possono dimenticarsi di
essere cenere, ma il grumo di cenere che vedo sulla testa di
ognuno fa più senso della dichiarazione. Oltre che cenere,
sono un portacenere; ogni uomo è un portacenere. Di
portaceneri (il focolare non è un portaceneri) ce ne sono di
varie fogge: artistici, dozzinali, volgari e nobili. Sono
sempre però portaceneri, di rado sentirete elogiare la padrona
di casa per codesti aggeggi. Si complimentano i portaceneri,
contenti di essere fabbricanti e commercianti di cenere. (…)
Prima di pulire la casa, la donna vuota i portaceneri. Nessuna
donna di casa, padrona o ancella, li pulisce con garbata
avvertenza. Si tratta di cenere e di arnesi di poco conto. E
qualcuno si meraviglia del poco conto in cui sono tenuti e
trattati dagli uomini. E’ proprio questo inutile carico, con
il suo costoso affanno di fumo e di niente, che si svaluta
davanti ai nostri e agli occhi degli altri. Vale la pena,
gridiamolo una buona volta “dai tetti”, vale la pena di vivere
per imbarcare cenere e fumo? Mi spaventa meno sentirmi dire
“che sono cenere e che in cenere ritornerò”, ma questo
incessante e quotidiano carico di cenere cui mi lascio andare
come all’unica occupazione possibile, mi avvilisce. (…)
Sono un grumo di polvere, coagulato con speranze e sospiri che
non si placano con della cenere; sono un grumo di polvere che
ha bisogno di mettere insieme un pedaggio per andare oltre la
polvere. La Quaresima è la Chiesa che prende maternamente per
mano il portacenere e gli dice: è ora di cambiar mestiere,
figliuolo, se vuoi che “rifiorisca la polvere del tuo fragile
vaso” e che la tua breve giornata si corichi nella speranza
(“requescet in spe”. Salmo 16, 9).
Mazzolari provoca così e sollecita ancora le coscienze in
questo inizio di Quaresima: “Oltre che cenere, sono un
portacenere; ogni uomo è un portacenere”. E la sua conclusione
è un invito più che mai attuale: “La Quaresima è la Chiesa che
prende maternamente per mano il portacenere e gli dice: è ora
di cambiar mestiere… e che la tua breve giornata si corichi
nella speranza…”.
Walter Montini
Il Vescovo ad Arzago: «Fede
non muro, ma ponte»
Mattinata arzaghese quella di domenica 5 marzo per il vescovo
Antonio che alle 10.30, nella chiesa parrocchiale di San
Lorenzo Martire, ha celebrato la Messa nella prima domenica di
Quaresima. Prima dell’Eucaristia però mons. Napolioni,
raccogliendo l’invito del parroco don Enrico Strinasacchi, ha
incontrato gli operatori pastorali. Nel salone “San Lorenzo”
del complesso oratoriale Don Bosco c’erano, fra gli altri,
catechisti, baristi, gruppo Caritas, gruppo missionario,
consorelle, animatori e ministranti: tutto quanto, insomma, è
espressione della vita di questa parrocchia della Bassa
Bergamasca.
Con i volontari il Vescovo ha toccato diverse tematiche, a
cominciare dalla sua introduzione sul senso dell’essere
operatore pastorale oggi, per proseguire con le domande
rivoltegli dai presenti che hanno offerto lo spunto per
diverse riflessioni, prima fra tutte quella sulla chiamata
alla vita cristiana. Per mons. Napolioni “Non sono i numeri
che contano. Conta l’entusiasmo della fede, il medesimo che io
– citando se stesso – ho trovato all’età di 18-19 anni negli
occhi di alcuni laici e che mi hanno fatto riscoprire Gesù
come amico e capire, qualche anno dopo, che lo avrei servito
come sacerdote”.
Cambiano i tempi, cambia anche la Chiess: un’operatrice
presente fra il pubblico è intervenuta per ringraziare “Vostra
Eccellenza” di questa sua presenza ad Arzago. “Le forme della
vita cristiana – ha detto il vescovo collegandosi a quel
Vostra Eccellenza pronunciato qualche secondo prima – cambiano
nel tempo e non tutto quello che viene dal passato va
assolutamente conservato. Alcune cose però sono intoccabili,
come il Vangelo vissuto, la testimonianza, il mistero
pasquale, il culto e l’eucaristia”.
Non poteva mancare una domanda sul fenomeno-immigrazione ed il
possibile pericolo da esso derivante di una rinuncia forzata
alla nostra fede e alle nostre tradizioni. Il Vescovo ha dato
una risposta articolata, premettendo che nessuno nega
l’importanza della problematica-migranti in un mondo che sta
osservando cambiamenti epocali. «Non dobbiamo – ha spiegato –
vivere la fede come un muro, ma come un ponte. Certo, guai a
chi mi tocca il crocifisso, ma non ho paura e non dobbiamo
averla. Al tempo stesso, non dobbiamo dividerci ma unirci,
annunciando, testimoniando e dialogando. Il cristiano deve
essere capace di testimoniare e di dialogare. Il problema è
che a volte è un po’ fiacco, paralizzato dalla paura”.
Infine, si è parlato dei terremotati del Centro Italia. Il
sisma ha colpito duramente anche Camerino, la città di cui è
originario mons. Napolioni che ha voluto dare un ultimo
messaggio di speranza. «Il terremoto – ha affermato – è un
fenomeno che tocca la nostra fede e la nostra vita in un modo
così repentino. È una di quelle esperienze che danno una botta
in negativo oppure in positivo ma quando c’è il miracolo dello
scambio reciproco, allora anche da lì possiamo vedere delle
piccole resurrezioni, così come piccole resurrezioni avvengono
nella vita di tutti i giorni”.
f.c.
cof
Sabato
7
ottobre
Arsenio sarà beato
padre
Si terrà sabato 7 ottobre alle 10 nel Duomo di Milano la
beatificazione del cremonese padre Arsenio da Trigolo, il
francescano (al secolo Giuseppe Migliavacca) fondatore della
Congregazione delle Suore di Maria Santissima Consolatrice. Lo
scorso 20 gennaio Papa Francesco aveva autorizzato la
Congregazione delle Cause dei Santi a promulgare i decreti
riguardanti il miracolo attribuito all’intercessione del Servo
di Dio nato a Trigolo il 13 giugno 1849 e ordinato sacerdote a
Cremona, dopo gli studi nel Seminario vescovile, il 21 marzo
1874.
Egli svolse il suo ministero pastorale a Paderno Ponchielli e
Cassano d’Adda, prima di entrare nella Compagnia di Gesù. Nel
1887, dopo il periodo di formazione e varie esperienze (anche
come educatore nel collegio Vida di Cremona), fu trasferito
come coadiutore spirituale nella Chiesa dell’Assunta a
Venezia.
Dimesso dalla Compagnia di Gesù, padre Giuseppe nel 1892
giunge a Torino: qui è incaricato dall’arcivescovo del
capoluogo piemontese di seguire un gruppo di aspiranti suore:
saranno il primo nucleo della nuova Congregazione delle Suore
di Maria Ss. Consolatrice. Successivamente il sacerdote si
trasferì a Milano per guidare la comunità di suore ivi
residenti: nel 1898 il Noviziato e la Casa Madre da Torino
trovarono sede definitiva nella città ambrosiana.
In seguito a varie vicissitudini, don Giuseppe ottenne di
entrare tra i Cappuccini e dopo l’anno di noviziato a Lovere
(Bg), dove prese il nome di padre Arsenio Maria da Trigolo.
Nel 1903 viene trasferito al convento di Bergamo dove resterà
fino al giorno della sua morte, il 10 dicembre 1909.
Il 21 gennaio dello scorso anno Papa Francesco, ricevendo in
udienza privata il cardinale Amato, prefetto della
Congregazione delle Cause dei Santi, ha autorizzato la
Congregazione a promulgare alcuni decreti, tra i quali quello
riguardante il riconoscimento delle virtù eroiche del servo di
Dio Arsenio da Trigolo.
Il miracolo preso in esame per la causa di beatificazione è
avvenuto il 17 ottobre 1946 in un convento di Voghera dove
suor Maria Consolatrice (al secolo Ausilia Ferraro) fu portata
nella cappella dove era esposto il Santissimo. Proprio durante
l’adorazione una religiosa invitò i presenti a chiedere
l’intercessione di padre Arsenio per la guarigione della
consorella che, dopo la benedizione eucaristica, si alzò
sentendosi guarita. Suor Maria Consolatrici morì molti anni
dopo, di vecchiaia. Il 25 febbraio 2016 il congresso dei
medici della Congregazione delle Cause dei Santi ha espresso
parere favorevole circa l’inspiegabilità scientifica della
guarigione.
Un musical su padre Arsenio
La figura del servo di Dio padre Arsenio da Trigolo è
recentemente stato al centro di uno spettacolo musicale, dal
titolo “Servo di Dio, servo del mondo. Padre Aresenio da
Trigolo, il Musical”, proposto dal gruppo teatrale “La Cometa”
dell’oratorio di Annicco (paese vicino a Trigolo, luogo natale
di padre Arsenio) su un’idea dell’Istituto di Maria
Consolatrice di Milano.
Un’idea
per
far
conoscere
questo
religioso
cremonese,
raccontare la sua vita e diffondere il suo messaggio di
misericordia, umiltà e obbedienza.
Un prodotto artistico nato dalla fantasia di Marialuisa
Bignardi e Mario Pedrinazzi, registi della compagnia, che
hanno steso i testi dei dialoghi e delle canzoni. Per la parte
musicale la compagnia si è avvalsa dell’indispensabile
collaborazione di un musicista professionista come Michele
Lombardi.
Le coreografie sono state affidate a Francesco Lo Cascio e
Chiara Faviana che, attraverso l’espressività delle danze,
hanno animato gli episodi della vita di padre Arsenio; le
scenografie a Giulia Cardia e Davinia Contardi che hanno
disegnato i fondali che consentono di immergersi nelle
vicissitudini, nei luoghi e negli ambienti della vita del
Servo di Dio.
A Massimo Guindani e Giovanni Stefanoni il compito di lavorare
di martello, chiodi, cacciaviti e pialla: sono stati definiti
“gli operai” di padre Arsenio, nel segno del servizio
gratuito.
La creazione dei costumi di scena è stata affidata alla grande
abilità sartoriale di suor Venanzia, Angela Cremona, Romina
Taglietti, Cinzia Pagliari. I personaggi di oggi e di allora
hanno preso vita permettendo allo spettatore di tuffarsi con
il cuore, gli occhi e la mente nella vita del sacerdote
cremonese e delle “sue” suore.
La compagnia teatrale “La Cometa” è una compagnia amatoriale,
quasi familiare, nata dall’esperienza religiosa e di catechesi
svolta all’interno dell’oratorio Piergiorgio Frassati di
Annicco, con la preziosa spinta iniziale data dal diacono
permanente Raffaele Ferri. È composta da intere famiglie,
bambini, ragazzi e genitori che con entusiasmo cercano di
trasmettere la fede attraverso uno strumento alternativo, come
il teatro e la musica.
Il musical su padre Arsenio raccontato nel “Giorno del
Signore”
Biografia sintetica del Servo di Dio
Il Servo di Dio Arsenio da Trigolo nacque nell’omonimo paese
della provincia di Cremona il 13 giugno 1849. Entrato nel
Seminario di Cremona, per la bontà e la capacità oratoria, fu
mandato anzitempo in una parrocchia dovendo così dividersi tra
studio e impegno pastorale. Il 21 marzo 1874 ricevette
l’ordinazione sacerdotale e fu mandato come coadiutore del
parroco a Paderno Ponchielli e poi a Cassano d’Adda, dove
incontrò la giovane Pasqualina Giuseppina Fumagalli.
Per il suo desiderio di dedicarsi completamente a Dio, decise
di diventare religioso, facendo domanda per entrare nella
Compagnia di Gesù. Il Vescovo Geremia Bonomelli accolse la sua
richiesta a malincuore. Il 14 dicembre 1874 il Servo di Dio
iniziava a Les Alleux (Francia) il suo noviziato, emettendo la
Prima Professione religiosa nel 1877.
La Professione solenne fu emessa a Venezia l’anno successivo
come coadiutore spirituale (operarius). Nel suo servizio
apostolico fu stimato da tutti, specialmente dalle comunità
religiose femminili che lo avevano come direttore di esercizi
spirituali e come accompagnatore nella vita interiore.
In
questi
anni
di
grande
impegno
spirituale
incontrò
nuovamente la Fumagalli che era stata dimessa dalle Suore di
Notre Dame du Bon Secours e aveva fondato un Istituto
religioso, chiamato della Consolata, aprendo case a Torino e
Milano.
Dopo alcune traversie, a 53 anni, il 21 giugno 1902, dopo aver
ottenuto il voto favorevole delle Curie di Milano, di Cremona,
di Torino e del Provinciale dei Gesuiti, iniziava, con il
nuovo nome di fra Arsenio da Trigolo, il periodo di noviziato
dai Frati Minori Cappuccini della Provincia di Milano. Al
termine del noviziato, emessi i voti temporanei, fu inviato a
Bergamo per guidare nello spirito i giovani studenti
cappuccini. Fu quindi trasferito per qualche tempo a Lovere,
nella Bergamasca. Trascorse gli ultimi tre anni nel ministero
pastorale e curando il Terz’Ordine. Il Vescovo di Bergamo,
mons. Giacomo Radini Tedeschi, spesso lo chiamava per
consigli.
Nel 1909 il Servo di Dio incominciò ad avere problemi di
salute. Trasferito nell’Infermeria provinciale di Bergamo,
nella notte del 10 dicembre 1909, morì per aneurisma cardiaco.
Il suo funerale, celebrato nella semplicità propria dei
Cappuccini, vide un’imponente partecipazione di popolo che
testimoniava rendendo evidente il bene seminato come
sacerdote. Sepolto nel cimitero di Bergamo, i suoi resti
mortali furono traslati nel 1940 al cimitero di Cepino Imagna
(BG) e successivamente, il 13 ottobre 1953, nella Cappella
della Casa Madre delle Suore di Maria SS. Consolatrice a
Milano.