Al ritiro dei sacerdoti la meditazione della prof. Ina Siviglia,On line l
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Al ritiro dei sacerdoti la meditazione della prof. Ina Siviglia,On line l
Don Mazzolari nel Giardino virtuale dei Giusti “Merita il titolo di Giusto per ciò che ha fatto e per quanto rappresenta”, spiega con voce sicura il novantenne ebreo Oskar Tӓnzer, la cui vita si è intrecciata con quella di don Primo Mazzolari, il parroco di Bozzolo per il quale si è aperta da poco la causa di beatificazione. “Sono molto emozionato per questo riconoscimento” ha detto commentando l’inserimento, da lui fermamente voluto, del sacerdote cremonese nel novero del Giardino Virtuale “Giusti del Monte Stella” di Gariwo. Un titolo chiuso in una pergamena consegnata al presidente della Fondazione don Mazzolari, don Bruno Bignami, a Palazzo Marino, a Milano, nel pomeriggio di lunedì 6 marzo, in occasione della Giornata Europea dei Giusti. Un maestro di dialogo, come gli altri Giusti, capace di battersi contro l’odio, capace di solidarietà. Una figura, quella di don Mazzolari che si affianca a cattolici e musulmani di ieri e di oggi che “ci indicano la strada da percorrere”, come dice Gabriele Nissim, presidente di Gariwo, l’associazione internazionale che nel capoluogo lombardo gestisce (con il Comune e l’Unione delle comunità ebraiche italiane) il “Giardino dei Giusti di tutto il mondo” presso il Monte Stella. Tengono alto il nome della dignità umana e sono così tanti che lo spazio non è sufficiente per piantare un albero in nome di ciascuno, anche se quest’anno ne sono stati piantati 5 per Hamadi Ben Abdesslem, Raif Badawi, Lassana Bathily, Etty Hillesum e Pinar Selek. È stato così necessario un Giardino virtuale nel quale ieri sono stati inseriti 25 nomi, 25 storie di grande umanità come quella di don Mazzolari. Tra loro ci sono sacerdoti come don Piero Folli, parroco a Voldomino, il milanese don Eugenio Bussa, don Francesco Cavazzuti missionario in Brasile; ci sono consacrati come Madre Donata Castrezzati madre superiora delle Suore delle Poverelle a Milano, Suor Enrichetta Alfieri “l’angelo dei detenuti” di S. Vittore, Padre Placido Cortese; poi militari come Lucillo Merci, capitano dell’esercito italiano a Salonicco o il maggiore Ubaldo Pesapane deportato a Flossenburg, Mbaye Diagne, capitano del contingente delle Nazioni Unite in Rwanda e poi ancora ingegneri, insegnanti, coniugi… uomini coraggiosi. Proprio come il sacerdote della Bassa che nell’ottobre del 1943 si presenta in casa dei Tӓnzer a Bozzolo per offrire loro un nascondiglio vista la necessaria segnalazione ai tedeschi. Il parroco sa che la canonica è sotto il controllo dei militari, così trova una famiglia disposta ad ospitarli di nascosto. La storia poi andrà diversamente perché i Tӓnzer, sfollati prima dalla Germania, poi da Milano, sceglieranno la Svizzera. “Mio padre – ricorda Oskar – non voleva rischiare la vita di chi ci avrebbe ospitato, preferiva che noi soli corressimo il rischio di morire”. Ma al termine del conflitto torneranno a Bozzolo a recuperare i loro beni affidati a don Mazzolari che nel frattempo glieli ha fatti fruttare. “Il mio sogno – dice Tӓnzer che oggi, nonostante l’età, va nelle scuole a raccontare le vicende complesse della sua vita da ebreo sopravvissuto al nazismo – è vedere don Mazzolari tra i Giusti dello Yad Vashem”. Maria Chiara Gamba Articoli correlati: Mazzolari e il salvataggio della famiglia ebrea Tänzer L’anteprima del docu-film della RAI su Mazzolari e la famiglia Tänzer La vicenda Tänzer sulle pagine del Corriere della Sera Gariwo, la Foresta dei Giusti Il Comitato per la Foresta dei Giusti-Gariwo onlus ha iniziato a operare a Milano nel 1999 e si è costituito ufficialmente nel 2001. È presieduto da Gabriele Nissim, storico e autore di libri sull’argomento, fondatore insieme a Pietro Kuciukian, presidente del Comitato Internazionale dei Giusti per gli Armeni, membro dell’Unione degli Armeni d’Italia, autore di libri sul genocidio armeno e sui Giusti per gli Armeni , console onorario d’Armenia in Italia, a Ulianova Radice e Anna Maria Samuelli. A Sarajevo è stata fondata Gariwosa, la sezione di Gariwo per la Bosnia-Erzegovina (Gardens of the Righteous Worldwide Sarajevo), presieduta da Svetlana Broz. L’intento di Gariwo, la foresta dei Giusti, è di accrescere e approfondire la conoscenza e l’interesse sui Giusti. I Giardini e la Giornata europea dei Giusti Il 10 maggio 2012 il Parlamento Europeo ha approvato con 388 firme la proposta di Gariwo di istituire il 6 marzo una Giornata europea dedicata ai Giusti per tutti i genocidi. Il concetto di Giusto, nato dall’elaborazione del memoriale di Yad Vashem per ricordare i non ebrei che sono andati in soccorso degli ebrei, diventa così patrimonio di tutta l’umanità. Il termine “Giusto” non è più circoscritto alla Shoah ma diventa un punto di riferimento per ricordare quanti in tutti i genocidi e totalitarismi si sono prodigati per difendere la dignità umana. Nel 2003, dopo l’istituzione di un Giardino dei Giusti in alcuni luoghi-simbolo, come Yerevan, in Armenia, e la proposta per Sarajevo, Gariwo ha coinvolto il Comune di Milano nella creazione di un Giardino dei Giusti che ricordasse coloro che si sono opposti ai genocidi in ogni parte della terra e che ancora oggi si oppongono ai crimini contro l’umanità ovunque siano perpetrati. È nato così, il 24 gennaio, il primo Giardino dei Giusti di tutto il mondo al Monte Stella e nel novembre 2008 si è costituita l’associazione per la gestione del giardino, composta da Gariwo insieme al Comune di Milano e all’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane. Nel frattempo sono sorti giardini e altri spazi dedicati ai Giusti in ogni parte d’Italia, come a Genova, Palermo, Padova, Torino, Linguaglossa, Levico Terme. Con il progetto Wefor (Web European Forest of the Righteous) finanziato dalla Comunità Europea sono stati creati i Giardini virtuali dei Giusti d’Europa, interattivi, inseriti nel sito come sezione didattica a questo link it.gariwo.net/wefor. Al via il pellegrinaggio diocesano in Terra Santa Oltre 220 cremonesi guidati dal vescovo Napolioni sono partiti all’alba di lunedì 6 marzo per la Terra Santa: una parte dall’aeroporto di Malpensa, un’altra da quello di Linate. Diverse le rotte aeree ma unica la meta: lo scalo di Tel Aviv, principale centro economico dello stato di Israele. La numerosa comitiva, divisa in cinque sottogruppi, giungerà in serata a Nazareth dove sarà accolta nel Rimonim Hamaayan Hotel, non lontano dalla Basilica dell’Annunciazione. Don Roberto Rota, incaricato dell’ufficio di pastorale del turismo e del tempo libero, coadiuvato da Gianluigi Gremizzi, direttore dell’agenzia viaggi diocesana Profilotours, si occuperà di tutti gli aspetti organizzativi. Mons. Alberto Franzini, don Luigi Mantia, don Marco D’Agostino, don Paolo Carraro e lo stesso don Rota saranno le guide bibliche dei cinque gruppi che si riuniranno in occasione delle celebrazioni liturgiche presiedute dal vescovo Antonio e per gli altri momenti comuni previsti, come l’incontro con l’amministratore apostolico di Gerusalemme, mons. Pizzaballa. Nella foto uno scorcio di Nazareth, prima tappa del pellegrinaggio Tante le tappe significative di questo ritorno alle origini: «Innanzitutto – spiega don Rota – Nazaret, dove, nella basilica dell’Annunciazione, celebreremo la Messa di apertura del pellegrinaggio, poi il Tabor, luogo della trasfigurazione, Cana di Galilea, il lago di Genezaret con Cafarnao, le Beatitudini e la località di Tabga, luoghi di tanti ricordi evangelici; dalla Galilea, lungo la valle del Giordano, ci si sposterà a Gerico, a Betlemme per raggiungere infine Gerusalemme, dove rimarremo alcuni giorni per le celebrazioni e le visite ai tanti luoghi santi. Non mancherà una visita anche allo Yad Vashem, il museo dell’olocausto del popolo ebraico». Tra gli appuntamenti più attesi anche l’incontro con la locale comunità cristiana che sempre di più si sta assottigliando: «I numeri alti di questo pellegrinaggio – precisa don Rota – non permettono un rapporto “feriale” con qualche comunità parrocchiale, come è avvenuto in passato, in qualche occasione. Tuttavia abbiamo voluto un incontro con l’Amministratore apostolico di Gerusalemme che è mons. Pierbattista Pizzaballa, bergamasco, ex custode di Terra Santa, legato alla nostra diocesi a motivo dei genitori, originari di Brignano. Sarà l’occasione per capire un po’ più a fondo, dalla sua esperienza pluriennale, le caratteristiche e le problematicità di questa terra ed esprimere la nostra vicinanza e solidarietà». Su eventuali rischi per i pellegrini don Rota è molto tranquillo: «Il percorso ufficiale del pellegrinaggio non tocca “zone calde” per cui escludo che ci possano essere problemi di sicurezza. I controlli in Israele sono, da sempre, molto approfonditi, sia negli aeroporti, sia nei luoghi di massima affluenza. L’invito che mi sento di fare è quello di attenersi scrupolosamente alle indicazioni che di volta in volta verranno date, al fine di evitare inconvenienti. Ma sono certo che, come sempre, tutto andrà per il meglio». Su questo primo grande pellegrinaggio diocesano guidato dal vescovo Antonio don Rota si aspetta molto: «Andare alla sorgente, là dove tutto è iniziato, ha valore se c’è un ritorno nella vita cristiana ordinaria, ritornando ad ascoltare con assiduità la Parola di Dio, a meditarla e a celebrarla nella liturgia. Mi aspetto che lo stile di fraternità tra Vescovo, sacerdoti e fedeli possa continuare anche una volta ritornati a casa, soprattutto là dove le comunità sembrano vivere la rigidità formale dei rapporti. E non nascondo nemmeno la speranza che questo pellegrinaggio possa far assaporare a sacerdoti e fedeli la bellezza e l’importanza di questo strumento ordinario di pastorale». Il pellegrinaggio potrà essere seguito passo dopo passo sul nostro portale: ogni giorno saranno pubblicati articoli di cronaca, ampie photogallery, audio degli interventi del Vescovo e alcuni video. Costanti aggiornamenti anche sulla pagina facebook di Diocesi di Cremona. PROGRAMMA COMPLETO Lunedì 6 marzo: ITALIA/TEL AVIV/NAZARETH Al mattino partenza dall’Italia con voli di linea e arrivo a Tel Aviv nel pomeriggio. Proseguimento in pullman GT riservato per Nazareth; all’arrivo sistemazione in albergo: cena e pernottamento. Martedì 7 marzo: NAZARETH/Escursione Monte Tabor Trattamento di pensione completa in hotel. Al mattino alle ore 9 celebrazione della S. Messa di inizio pellegrinaggio nella Basilica dell’Annunciazione; a seguire visita della Basilica, della Chiesa di S. Giuseppe, del museo francescano, della Sinagoga e della Chiesa di S. Gabriele. Nel pomeriggio salita in taxi al Monte Tabor e visita del Santuario della Trasfigurazione. Mercoledì 8 marzo: NAZARETH/Escursione Monte delle Beatitudini – Lago di Tiberiade Mezza pensione in hotel. Al mattino partenza per il Lago di Tiberiade. Sosta al Monte delle Beatitudini per la celebrazione della S. Messa alle ore 9. Al termine proseguimento per Cafarnao ricordata come la città di Gesù e visita degli scavi dell’antica città con la Sinagoga e la Casa di Pietro. Proseguimento con la visita ai santuari che ricordano il Primato di Pietro e la Moltiplicazione dei pani e dei pesci. Attraversata del Lago in battello e pranzo nel Kibbutz di En Gev. Nel pomeriggio sosta a Cana di Galilea per la visita alla chiesa del Miracolo. Giovedì 9 marzo: NAZARETH/GERICO/BETLEMME Dopo la prima colazione partenza per la Valle del Giordano e sosta a Qasr el Yahud, memoriale del Battesimo di Gesù. Arrivo a Gerico, visita e pranzo. Continuazione per Betlemme e visita alla Basilica della Natività e al Campo dei pastori. Celebrazione della S. Messa alle ore 16 nella Basilica di Santa Caterina. In serata trasferimento in hotel per la cena ed il pernottamento. Venerdì 10 marzo: BETLEMME/Escursione a Gerusalemme Mezza pensione in hotel. Partenza per Gerusalemme. Alle ore 9 celebrazione della S. Messa nella Basilica dell’Agonia; a seguire salita al Monte degli Ulivi e visita dell’edicola dell’Ascensione, della Chiesa del Pater Noster, della Chiesa del Dominus Flevit, terminando con la Tomba delle Vergine. Pranzo in ristorante. Nel pomeriggio alle ore 15 incontro con Mons. Pizzaballa; a seguire percorso della Via Dolorosa nella città vecchia partendo dal Convento della Flagellazione ed arrivando alla Basilica del Santo Sepolcro. Visita e tempo a disposizione. Sabato 11 marzo: BETLEMME/Escursione nel Deserto di Giuda e a Gerusalemme Mezza pensione in hotel. In mattinata escursione nel Deserto di Giuda: visita di Qumran, dove in alcune grotte vennero rinvenuti i più antichi manoscritti della Bibbia. Rientrando a Gerusalemme sosta al Wadi Qelt. Pranzo in ristorante. Nel pomeriggio celebrazione della Santa Messa alle ore 15 nella Chiesa di San Pietro in Gallicantu; a seguire visita del Sion Cristiano con il Cenacolo, la Chiesa della Dormitio Mariae e la Valle del Cedron. Domenica 12 marzo: BETLEMME/Escursione a Gerusalemme Mezza pensione in hotel. Partenza per Gerusalemme e visita della Spianata del Tempio e al Muro occidentale della preghiera. Visita del nuovo museo francescano e della chiesa di S. Anna dove alle ore 12 sarà celebrata la S. Messa. Nel pomeriggio visita dello Yad Vashem, il Museo dell’Olocausto e continuazione per Ein Karem con la visita ai santuari che ricordano la Nascita di S. Giovanni e la Visitazione di Maria ad Elisabetta. Lunedì 13 marzo: BETLEMME/GERUSALEMME/TEL AVIV/ITALIA Dopo la prima colazione eventuale tempo a disposizione sino al trasferimento in aeroporto a Tel Aviv per il rientro in Italia. Educarsi per educare, l'incontro per le religiose guidato da mons. Dante Lafranconi Educare: un verbo per tutte le stagioni della vita. Ecco dichiarato il motivo per cui sabato 4 marzo una quarantina di religiose si sono riunite a S. Sigismondo per un incontro di spiritualità sulla “via dell’educare”. Il tema è stato approfondito dal vescovo emerito di Cremona, mons. Dante Lafranconi, che ha presentato la figura di Gesù, l’educatore per eccellenza, nello scenario delle Beatitudini. Il Maestro propone uno stile di vita alto rivolgendosi alla folla accorsa e ai discepoli: due dimensioni che non si escludono, anzi sono aperte ad accogliere gli itinerari formativi di Gesù che invita a respirare con il cielo che si piega sulla terra per sollevare l’uomo dalla polvere. Gesù invia a tutti il messaggio delle Beatitudini, ma ai discepoli si rivolge in modo più personalizzato per far loro comprendere che cosa significhi seguirlo facendo proprie le prospettive di vita presentate. Egli vuole i suoi discepoli consapevoli, liberi e radicati in lui, perciò li educa non solo facendo loro capire la strada, l’obiettivo, le idee, ma coinvolgendoli nella sua vita, quasi un tirocinio sperimentale, per aiutarli a creare armonia tra intelligenza, corporeità, affettività e capacità relazionale. Il Maestro chiama a porre in essere un’esperienza che abbia come destinazione un futuro eterno e che non si chiuda in un orizzonte semplicemente terreno. Il suo messaggio risponde pienamente alle domande più profonde dell’uomo, al suo desiderio di libertà, di senso, amore, gioia, di armonia, di vita compiutamente umana. Le persone consacrate, che hanno lasciato tutto per seguire Gesù sono chiamate a muoversi come testimoni dell’invisibile e ad impegnarsi secondo la prospettiva delineata dal Signore Gesù, ad educarsi per potersi chinare sulle fatiche dell’uomo e rialzarsi insieme guardando l’orizzonte della vita piena di speranza e di gioia. G. A. DettoFatto: ecco edizione 2017 il Grest “DettoFatto”: ecco il Grest edizione 2017! La macchina organizzativa è già in moto. Attivato, infatti, il sito www.cregrest.it dove, oltre alle informazioni su tema, logo e obiettivi, sono disponibili i primi materiali di accompagnamento. Per ogni approfondimento, invece, bisognerà aspettare aprile, quando nelle macrozone sono in programma gli incontri di presentazione del Grest promossi dalla Federazione Oratori Cremonesi. Seguiranno le consuete serata per gli animatori e, novità di quest’anno, alcuni workshop. Locandina degli incontri promossi dalla FOCr Il Grest 2017 “DettoFatto” è il titolo del Grest 2017. Il riferimento è alla Creazione con la prossima estate oratoriana che intende offrire a bambini e ragazzi un’esperienza preziosa per riscoprirsi creature cui è stato consegnato un mondo fatto con amore e cui viene chiesto di amare allo stesso modo. “Meravigliose le tue opere” è infatti il sottotitolo. Solo l’uomo, capace di questo stupore, è allo stesso tempo opera meravigliosa, cge innalza il suo inno a Dio, come recita il Salmo 139: “Io ti rendo grazie: hai fatto di me una meraviglia stupenda; meravigliose sono le tue opere, le riconosce pienamente l’anima mia”. Incontri per responsabili Con il mese di aprire sono in programma i consueti incontri di presentazione riservati a sacerdoti, catechisti, educatori e accompagnatori degli adolescenti. L’occasione per introdurre tema, obbiettivi e materiali. Tre gli appuntamenti, a cura dello staff della Federazione Oratori Cremonesi: lunedì 3 aprile a Cremona, all’oratorio del Boschetto; martedì 4 aprile a Mozzanica, in oratorio; mercoledì 5 aprile a Casalmaggiore, in oratorio. Gli incontri, suddivisi per macro-zone pastorali, avranno inizio alle 20.45. Presentazione per animatori Per tutti gli animatori, invece, l’appuntamento è per due serate di festa e spettacolo in cui condividere con i propri coetanei animatori l’avventura del Grest. Per le zone del Cremonese e del Mantovano l’appuntamento è domenica 30 aprile, a partire dalle 20.45, presso il palazzetto dello sport di Cremona (piazza Zelioli Lanzini). Per le zone della Bergamasca e del Milanese, invece, la serata sarà posticipata di una settimana: domenica 7 maggio, sempre alle 20.45, presso il palazzetto dello sport di Caravaggio (piazza Morettini). Novità workshop Novità di quest’anno sono i workshop: incontri di formazione specifica per alcuni animatori rappresentanti di ogni oratorio sugli strumenti di animazione del Grest 2017, con focus specifici per i coordinatori, su giochi, musica, storia e ambientazione. Anche in questo caso le location sono state individuate nelle tre macrozone, con appuntamento nel pomeriggio (a partire dalle 16) dei due fine settimana centrali di maggio. domenica 14 maggio a Cremona, all’oratorio Boschetto; sabato 20 maggio ad Antegnate, in oratorio; domenica 21 maggio a Sabbioneta, in oratorio. del Il 15 marzo serata di solidarietà promossa dall’Associazione internazionale NewTabor onlus La sera di mercoledì 15 marzo l’Associazione internazionale NewTabor onlus, guidata da don Paolo Tonghini, organizza una serata di solidarietà con una cena di beneficenza all’agriturismo Val d’Oca di Squarzanella di Viadana, vicino a S. Matteo delle Chiaviche. Scopo della serata è raccogliere fondi per ultimare la casa di accoglienza-ostello di Kampala (Uganda) al fianco della casa delle Suore Oblate dell’Assunzione che già da tempo e in vari progetti collaborano con l’associazione NewTabor. La casa si trova in un quartiere della capitale ugandese, Kampala, molto povero e con una forte presenza di ragazzi di strada oltre che di rifugiati e profughi congolesi, soprattutto che arrivano dal Nord Kivu, teatro di scontri armati e di guerra civile. Nella casa anche uno l’urgenza e ragazzi, ma in costruzione (manca il secondo piano) ci sarà spazio dedicato al dispensario medico, vista il bisogno in questo settore sia per i bambini e anche per adulti. Alla cena parteciperanno anche due Suore Oblate (una proprio congolese, della diocesi di Butembo-Beni e che ha lavorato anche in Uganda) che porteranno la loro personale testimonianza, come ulteriore conferma del lavoro missionario che NewTabor sta realizzando in quelle terre africane. La serata sarà anche l’occasione per parlare di temi sociali legati all’Africa e per presentare le opere fatte e i progetti futuri. Il giorno 24 marzo partirà per l’Uganda una delegazione dell’Organizzazione umanitaria NewTabor, formata da 4 volontari del territorio viadanese, su mandato di don Paolo e in sua rappresentanza, in quanto ancora la salute non permette la missione in terra africana. Lo scopo della missione umanitaria è visionare i progetti realizzati e il loro funzionamento, come il Centro scolastico High School di Kihyo, in diocesi di Kasese, e incontrare i tecnici e le maestranze del loco che lavorano per il progetto della casa di accoglienza di Kampala, oltre ad altri impegni che sono stati programmati. Ci saranno anche incontri con le istituzioni ugandesi e associazioni del posto, tra cui la segreteria della Conferenza Episcopale Ugandese, con la quale l’Associazione è in contatto per un nuovo progetto in fase di realizzazione: il centro medico di base di Mulamba, sempre in Diocesi di Kasese, proprio vicino al centro scolastico costruito lo scorso anno e già operativo. Il 26 marzo a Mozzanica, Cremona e Sabbioneta i ritiri quaresimali con l'ACR Per la Quaresima e l’estate proposte formative a misura di ragazzi grazie alle iniziative proposte dall’ACR di concerto con gli uffici diocesani per la Pastorale giovanile e la Catechesi. L’Azione Cattolica Ragazzi torna così protagonista di una prassi di collaborazione sui territori, capace di coinvolgere anche realtà parrocchiali dove i numeri esigui spesso impediscono la possibilità di iniziative significative mirate alle giovani generazioni. Ritiri quaresimali Nel cammino verso la Pasqua la proposta concreta è di ritiri quaresimali interparrocchiali rivolti ai bambini delle elementari e ai ragazzi delle medie, dal titolo “Esercizi di gioia”. L’appuntamento è per domenica 26 marzo in tre oratori, individuati nelle diverse aree della diocesi: Mozzanica, S. Ilario in Cremona e Sabbioneta. Lo stile della proposta è quello ormai collaudato dell’ACR, differenziato in due percorsi: uno per le elementari e uno per le medie. Per entrambi con una proposta di ascolto, la Messa, il pranzo e giochi a tema, dalle 9.30 del mattino sino alle 16. L’Ufficio diocesano di pastorale giovanile invita a convergere su queste proposte in assenza di specifiche iniziative organizzate a livello parrocchiale. Le adesioni presso la Federazione Oratori Cremonesi (tel. 0372- 25336 ; [email protected]). Locandina Campo estivo Una seconda possibilità riguarda il tradizionale campo estivo dell’ACR, allargato, oltre agli aderenti di AC, anche ai ragazzi di elementari e medie che non possono usufruire di proposte locali analoghe. Da sempre il campo AC è un momento forte di aggregazione ed esperienza formativa, frutto di generosa dedizione e anni di esperienza. Si svolgerà dal 13 al 20 agosto a Gandellino, nella Bergamasca, presso la Casa vacanze Villa Padri Barnabiti, struttura che sarà in autogestione. Costo di iscrizione 230 euro a ragazzo (sconto 10 euro per gli iscritti ACR, così come in caso di iscrizione di due fratelli; per tre o più fratelli il costo della quota scende a 210 euro). Iscrizioni presso la sede dell’AC diocesana (tel. 0372-23319; e-mail [email protected]). La vera prova del cuoco: l'etica oltre alla qualità del cibo Cremona per due giorni al centro dell’attenzione internazionale grazie al congresso “Sprechi alimentari – Fattori contaminanti – Incidenza sulla mortalità – Gestione del rischio” in programma venerdì 3 e sabato 4 marzo presso la Camera di Commercio con la partecipazione di 33 Stati esteri chiamati a confrontarsi sul tema; occasione anche per incontri mirati tra addetti commerciali dei Consolati presenti e alcune aziende locali. In questo contesto proponiamo una riflessione sullo spreco del cibo a firma di don Bruno Bignami, responsabile del tavolo di coordinamento pastorale “Nel mondo, con lo stile del servizio”. «Dimmi come mangi e ti dirò chi sei». Non passa giorno che la tv non dia spazio ai volti noti della cucina. Siamo molto attenti alle diete e ai problemi alimentari. Eppure il nostro tempo non riesce ad affrontare lo scandalo numero uno del cibo: lo spreco. I dati sono impietosi, se si pensa che un terzo della produzione mondiale finisce in discarica. In Italia ogni giorno si gettano nella spazzatura 4mila tonnellate di cibo ancora buono. Al termine di un anno sono circa 6 milioni di tonnellate! Papa Francesco lo ha denunciato nell’Esortazione apostolica “Evangelii gaudium”: «Ci scandalizza il fatto di sapere che esiste cibo sufficiente per tutti e che la fame si deve alla cattiva distribuzione dei beni e del reddito. Il problema si aggrava con la pratica generalizzata dello spreco». C’è chi mangia troppo e chi troppo poco. Sono due facce della stessa medaglia: il rifiuto etico dell’altro. L’esclusione alla tavola avviene nella forma della chiusura del cuore, propria della mentalità del «si salvi chi può». Lo scarto del cibo non ha il solo risvolto del troppo cibo cucinato e destinato alla spazzatura. E’ il sistema alimentare industriale a fare acqua. Si produce a costi così ridotti che molti lavoratori in campo agricolo non vedono riconosciuta la loro fatica. Sono strozzati. Inoltre, a monte si assiste a un colossale spreco di risorse comuni, quali l’acqua, l’elettricità, il tempo e le energie. Basti questo dato: nel mondo, per il cibo scartato, in 12 mesi s’investe un volume di acqua pari al flusso annuo di un fiume come il Volga, si utilizzano 1,4 miliardi di ettari di terreno e si provocano 3,3 miliardi di tonnellate di gas serra. Una gigantesca impronta ecologica che mette in gioco sia la sostenibilità sia la giustizia tra le generazioni. È una cultura che non scarta solo rifiuti-oggetti, ma genera rifiuti umani: contadini che smettono la loro attività, terre in mano a pochi, perdita della biodiversità, impoverimento e ingiustizia… Domina la legge del più forte. Per questo, la risposta è in una diversa cultura alimentare. Non solo quella che si preoccupa di tramandare ricette con buoni ingredienti, ma prima ancora quella che richiede cibo etico. Ci si dovrebbe domandare da dove provengono i prodotti dell’agricoltura, quale filiera li ha portati sulla tavola di casa, quale riconoscimento del lavoro si è operato, quale giustizia si è salvaguardata. Imparare a chiedersi se i propri acquisti aiutano qualcuno a stare meglio, serve a renderci operatori di giustizia. Continuare nel disinteresse, calpestando la dignità di molti e fingendo di non sapere, potrebbe fare di noi degli operatori di iniquità. Dimmi «come» mangi corrisponde a rendere conto «di quanto», «di che cosa» e «in che modo». Si mangia con gli occhi aperti sui fratelli e con il cuore, prima che con la bocca. Ecco la vera prova del cuoco! Don Bruno Bignami Il Convegno di Cremona L’evento è organizzato dal Centro Incontri Diplomatici, in partnership con la Fe.N.Co. (Federazione Nazionale Consoli esteri) e sotto l’Alto patrocinio del Parlamento europeo, della Presidenza del Consiglio, del Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione internazionale, del Ministero dell’Ambiente, del Ministero dell’Agricoltura, del Corpo Consolare di Milano e della Lombardia, del Corpo Consolare di Torino e del Consiglio della Regione Lombardia, nonché della Provincia di Cremona, del Comune di Cremona, della Camera di Commercio di Cremona e della Fondazione Comunitaria della provincia di Cremona. Il Capo dello Stato ha destinato la Medaglia Presidenziale quale suo premio di rappresentanza proprio al Congresso Internazionale “Sprechi alimentari – Fattori contaminanti – Incidenza sulla mortalità – Gestione del rischio”. Molti i Paesi interessati: per l’Europa – Asia Minore: Bielorussia, Bosnia, Francia, Italia (con Davide Bradanini, Secondo Segretario Presso Rappresentanza Permanente Onu – Roma), Malta (Paese che ha la Presidenza del I semestre europeo 2017), Portogallo, Repubblica Ceca, Rep. Slovacca, Romania, Slovenia, Ungheria; Turchia; per il Medio Oriente: Giordania, Oman, Palestina; per l’Africa: Algeria, Marocco, Etiopia, Camerun, Senegal. Per America Latina e Caribe: Bolivia, Brasile, Colombia, Ecuador, El Salvador, Messico, Nicaragua, Repubblica Dominicana; inoltre Stati Uniti d’America, per l’Asia: Bangladesh, Repubblica dell’Unione del Myanmar, Vietnam. Programma del congresso Mazzolari, «Ogni uomo è un portacenere» Lunedì 6 marzo, nel contesto della Giornata europea dei Giusti, il nome di don Primo Mazzolari, il sacerdote cremonese di cui presto si aprirà il processo di beatificazione, sarà iscritto nel Giardino Virtuale “Giusti del Monte Stella” di Gariwo [leggi tutto]. Intanto pubblichiamo un suggestivo quaresimale del parroco di Bozzolo che ci può aiutare all’inizio di questo tempo forte. Ecco il testo: Mercoledi, primo giorno di Quaresima, ho benedetto le ceneri. Calava la notte, che è proprio l’ora della preghiera (ad vesperum demorabitur fletus et ad matutinum laetitia: alla sera sopraggiunge il pianto e al mattino, ecco la gioia. Salmo 30,6). I fanciulli, in abito da coro, mi fanno cerchio all’altare. Il maggiore porta le ceneri in un bacile di rame, due le candele, uno l’aspersorio, uno il turibolo. Guardo la scena usuale e mi sento portar via da una strana impressione, che m’accompagna mentre distribuisco le ceneri a me e ai miei. Sono cenere, dico a me, sei cenere, dico ad ognuno mentre piega la testa. E se ne vanno portandosi tra i capelli la sentenza del destino comune: e in cenere ritornerai. Subito, ho l’impressione di essermi baloccato con la morte. No, la mia gente ed il suo prete possono dimenticarsi di essere cenere, ma il grumo di cenere che vedo sulla testa di ognuno fa più senso della dichiarazione. Oltre che cenere, sono un portacenere; ogni uomo è un portacenere. Di portaceneri (il focolare non è un portaceneri) ce ne sono di varie fogge: artistici, dozzinali, volgari e nobili. Sono sempre però portaceneri, di rado sentirete elogiare la padrona di casa per codesti aggeggi. Si complimentano i portaceneri, contenti di essere fabbricanti e commercianti di cenere. (…) Prima di pulire la casa, la donna vuota i portaceneri. Nessuna donna di casa, padrona o ancella, li pulisce con garbata avvertenza. Si tratta di cenere e di arnesi di poco conto. E qualcuno si meraviglia del poco conto in cui sono tenuti e trattati dagli uomini. E’ proprio questo inutile carico, con il suo costoso affanno di fumo e di niente, che si svaluta davanti ai nostri e agli occhi degli altri. Vale la pena, gridiamolo una buona volta “dai tetti”, vale la pena di vivere per imbarcare cenere e fumo? Mi spaventa meno sentirmi dire “che sono cenere e che in cenere ritornerò”, ma questo incessante e quotidiano carico di cenere cui mi lascio andare come all’unica occupazione possibile, mi avvilisce. (…) Sono un grumo di polvere, coagulato con speranze e sospiri che non si placano con della cenere; sono un grumo di polvere che ha bisogno di mettere insieme un pedaggio per andare oltre la polvere. La Quaresima è la Chiesa che prende maternamente per mano il portacenere e gli dice: è ora di cambiar mestiere, figliuolo, se vuoi che “rifiorisca la polvere del tuo fragile vaso” e che la tua breve giornata si corichi nella speranza (“requescet in spe”. Salmo 16, 9). Mazzolari provoca così e sollecita ancora le coscienze in questo inizio di Quaresima: “Oltre che cenere, sono un portacenere; ogni uomo è un portacenere”. E la sua conclusione è un invito più che mai attuale: “La Quaresima è la Chiesa che prende maternamente per mano il portacenere e gli dice: è ora di cambiar mestiere… e che la tua breve giornata si corichi nella speranza…”. Walter Montini Il Vescovo ad Arzago: «Fede non muro, ma ponte» Mattinata arzaghese quella di domenica 5 marzo per il vescovo Antonio che alle 10.30, nella chiesa parrocchiale di San Lorenzo Martire, ha celebrato la Messa nella prima domenica di Quaresima. Prima dell’Eucaristia però mons. Napolioni, raccogliendo l’invito del parroco don Enrico Strinasacchi, ha incontrato gli operatori pastorali. Nel salone “San Lorenzo” del complesso oratoriale Don Bosco c’erano, fra gli altri, catechisti, baristi, gruppo Caritas, gruppo missionario, consorelle, animatori e ministranti: tutto quanto, insomma, è espressione della vita di questa parrocchia della Bassa Bergamasca. Con i volontari il Vescovo ha toccato diverse tematiche, a cominciare dalla sua introduzione sul senso dell’essere operatore pastorale oggi, per proseguire con le domande rivoltegli dai presenti che hanno offerto lo spunto per diverse riflessioni, prima fra tutte quella sulla chiamata alla vita cristiana. Per mons. Napolioni “Non sono i numeri che contano. Conta l’entusiasmo della fede, il medesimo che io – citando se stesso – ho trovato all’età di 18-19 anni negli occhi di alcuni laici e che mi hanno fatto riscoprire Gesù come amico e capire, qualche anno dopo, che lo avrei servito come sacerdote”. Cambiano i tempi, cambia anche la Chiess: un’operatrice presente fra il pubblico è intervenuta per ringraziare “Vostra Eccellenza” di questa sua presenza ad Arzago. “Le forme della vita cristiana – ha detto il vescovo collegandosi a quel Vostra Eccellenza pronunciato qualche secondo prima – cambiano nel tempo e non tutto quello che viene dal passato va assolutamente conservato. Alcune cose però sono intoccabili, come il Vangelo vissuto, la testimonianza, il mistero pasquale, il culto e l’eucaristia”. Non poteva mancare una domanda sul fenomeno-immigrazione ed il possibile pericolo da esso derivante di una rinuncia forzata alla nostra fede e alle nostre tradizioni. Il Vescovo ha dato una risposta articolata, premettendo che nessuno nega l’importanza della problematica-migranti in un mondo che sta osservando cambiamenti epocali. «Non dobbiamo – ha spiegato – vivere la fede come un muro, ma come un ponte. Certo, guai a chi mi tocca il crocifisso, ma non ho paura e non dobbiamo averla. Al tempo stesso, non dobbiamo dividerci ma unirci, annunciando, testimoniando e dialogando. Il cristiano deve essere capace di testimoniare e di dialogare. Il problema è che a volte è un po’ fiacco, paralizzato dalla paura”. Infine, si è parlato dei terremotati del Centro Italia. Il sisma ha colpito duramente anche Camerino, la città di cui è originario mons. Napolioni che ha voluto dare un ultimo messaggio di speranza. «Il terremoto – ha affermato – è un fenomeno che tocca la nostra fede e la nostra vita in un modo così repentino. È una di quelle esperienze che danno una botta in negativo oppure in positivo ma quando c’è il miracolo dello scambio reciproco, allora anche da lì possiamo vedere delle piccole resurrezioni, così come piccole resurrezioni avvengono nella vita di tutti i giorni”. f.c. cof Sabato 7 ottobre Arsenio sarà beato padre Si terrà sabato 7 ottobre alle 10 nel Duomo di Milano la beatificazione del cremonese padre Arsenio da Trigolo, il francescano (al secolo Giuseppe Migliavacca) fondatore della Congregazione delle Suore di Maria Santissima Consolatrice. Lo scorso 20 gennaio Papa Francesco aveva autorizzato la Congregazione delle Cause dei Santi a promulgare i decreti riguardanti il miracolo attribuito all’intercessione del Servo di Dio nato a Trigolo il 13 giugno 1849 e ordinato sacerdote a Cremona, dopo gli studi nel Seminario vescovile, il 21 marzo 1874. Egli svolse il suo ministero pastorale a Paderno Ponchielli e Cassano d’Adda, prima di entrare nella Compagnia di Gesù. Nel 1887, dopo il periodo di formazione e varie esperienze (anche come educatore nel collegio Vida di Cremona), fu trasferito come coadiutore spirituale nella Chiesa dell’Assunta a Venezia. Dimesso dalla Compagnia di Gesù, padre Giuseppe nel 1892 giunge a Torino: qui è incaricato dall’arcivescovo del capoluogo piemontese di seguire un gruppo di aspiranti suore: saranno il primo nucleo della nuova Congregazione delle Suore di Maria Ss. Consolatrice. Successivamente il sacerdote si trasferì a Milano per guidare la comunità di suore ivi residenti: nel 1898 il Noviziato e la Casa Madre da Torino trovarono sede definitiva nella città ambrosiana. In seguito a varie vicissitudini, don Giuseppe ottenne di entrare tra i Cappuccini e dopo l’anno di noviziato a Lovere (Bg), dove prese il nome di padre Arsenio Maria da Trigolo. Nel 1903 viene trasferito al convento di Bergamo dove resterà fino al giorno della sua morte, il 10 dicembre 1909. Il 21 gennaio dello scorso anno Papa Francesco, ricevendo in udienza privata il cardinale Amato, prefetto della Congregazione delle Cause dei Santi, ha autorizzato la Congregazione a promulgare alcuni decreti, tra i quali quello riguardante il riconoscimento delle virtù eroiche del servo di Dio Arsenio da Trigolo. Il miracolo preso in esame per la causa di beatificazione è avvenuto il 17 ottobre 1946 in un convento di Voghera dove suor Maria Consolatrice (al secolo Ausilia Ferraro) fu portata nella cappella dove era esposto il Santissimo. Proprio durante l’adorazione una religiosa invitò i presenti a chiedere l’intercessione di padre Arsenio per la guarigione della consorella che, dopo la benedizione eucaristica, si alzò sentendosi guarita. Suor Maria Consolatrici morì molti anni dopo, di vecchiaia. Il 25 febbraio 2016 il congresso dei medici della Congregazione delle Cause dei Santi ha espresso parere favorevole circa l’inspiegabilità scientifica della guarigione. Un musical su padre Arsenio La figura del servo di Dio padre Arsenio da Trigolo è recentemente stato al centro di uno spettacolo musicale, dal titolo “Servo di Dio, servo del mondo. Padre Aresenio da Trigolo, il Musical”, proposto dal gruppo teatrale “La Cometa” dell’oratorio di Annicco (paese vicino a Trigolo, luogo natale di padre Arsenio) su un’idea dell’Istituto di Maria Consolatrice di Milano. Un’idea per far conoscere questo religioso cremonese, raccontare la sua vita e diffondere il suo messaggio di misericordia, umiltà e obbedienza. Un prodotto artistico nato dalla fantasia di Marialuisa Bignardi e Mario Pedrinazzi, registi della compagnia, che hanno steso i testi dei dialoghi e delle canzoni. Per la parte musicale la compagnia si è avvalsa dell’indispensabile collaborazione di un musicista professionista come Michele Lombardi. Le coreografie sono state affidate a Francesco Lo Cascio e Chiara Faviana che, attraverso l’espressività delle danze, hanno animato gli episodi della vita di padre Arsenio; le scenografie a Giulia Cardia e Davinia Contardi che hanno disegnato i fondali che consentono di immergersi nelle vicissitudini, nei luoghi e negli ambienti della vita del Servo di Dio. A Massimo Guindani e Giovanni Stefanoni il compito di lavorare di martello, chiodi, cacciaviti e pialla: sono stati definiti “gli operai” di padre Arsenio, nel segno del servizio gratuito. La creazione dei costumi di scena è stata affidata alla grande abilità sartoriale di suor Venanzia, Angela Cremona, Romina Taglietti, Cinzia Pagliari. I personaggi di oggi e di allora hanno preso vita permettendo allo spettatore di tuffarsi con il cuore, gli occhi e la mente nella vita del sacerdote cremonese e delle “sue” suore. La compagnia teatrale “La Cometa” è una compagnia amatoriale, quasi familiare, nata dall’esperienza religiosa e di catechesi svolta all’interno dell’oratorio Piergiorgio Frassati di Annicco, con la preziosa spinta iniziale data dal diacono permanente Raffaele Ferri. È composta da intere famiglie, bambini, ragazzi e genitori che con entusiasmo cercano di trasmettere la fede attraverso uno strumento alternativo, come il teatro e la musica. Il musical su padre Arsenio raccontato nel “Giorno del Signore” Biografia sintetica del Servo di Dio Il Servo di Dio Arsenio da Trigolo nacque nell’omonimo paese della provincia di Cremona il 13 giugno 1849. Entrato nel Seminario di Cremona, per la bontà e la capacità oratoria, fu mandato anzitempo in una parrocchia dovendo così dividersi tra studio e impegno pastorale. Il 21 marzo 1874 ricevette l’ordinazione sacerdotale e fu mandato come coadiutore del parroco a Paderno Ponchielli e poi a Cassano d’Adda, dove incontrò la giovane Pasqualina Giuseppina Fumagalli. Per il suo desiderio di dedicarsi completamente a Dio, decise di diventare religioso, facendo domanda per entrare nella Compagnia di Gesù. Il Vescovo Geremia Bonomelli accolse la sua richiesta a malincuore. Il 14 dicembre 1874 il Servo di Dio iniziava a Les Alleux (Francia) il suo noviziato, emettendo la Prima Professione religiosa nel 1877. La Professione solenne fu emessa a Venezia l’anno successivo come coadiutore spirituale (operarius). Nel suo servizio apostolico fu stimato da tutti, specialmente dalle comunità religiose femminili che lo avevano come direttore di esercizi spirituali e come accompagnatore nella vita interiore. In questi anni di grande impegno spirituale incontrò nuovamente la Fumagalli che era stata dimessa dalle Suore di Notre Dame du Bon Secours e aveva fondato un Istituto religioso, chiamato della Consolata, aprendo case a Torino e Milano. Dopo alcune traversie, a 53 anni, il 21 giugno 1902, dopo aver ottenuto il voto favorevole delle Curie di Milano, di Cremona, di Torino e del Provinciale dei Gesuiti, iniziava, con il nuovo nome di fra Arsenio da Trigolo, il periodo di noviziato dai Frati Minori Cappuccini della Provincia di Milano. Al termine del noviziato, emessi i voti temporanei, fu inviato a Bergamo per guidare nello spirito i giovani studenti cappuccini. Fu quindi trasferito per qualche tempo a Lovere, nella Bergamasca. Trascorse gli ultimi tre anni nel ministero pastorale e curando il Terz’Ordine. Il Vescovo di Bergamo, mons. Giacomo Radini Tedeschi, spesso lo chiamava per consigli. Nel 1909 il Servo di Dio incominciò ad avere problemi di salute. Trasferito nell’Infermeria provinciale di Bergamo, nella notte del 10 dicembre 1909, morì per aneurisma cardiaco. Il suo funerale, celebrato nella semplicità propria dei Cappuccini, vide un’imponente partecipazione di popolo che testimoniava rendendo evidente il bene seminato come sacerdote. Sepolto nel cimitero di Bergamo, i suoi resti mortali furono traslati nel 1940 al cimitero di Cepino Imagna (BG) e successivamente, il 13 ottobre 1953, nella Cappella della Casa Madre delle Suore di Maria SS. Consolatrice a Milano.