Break n°3 - gennaio / aprile 2015
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Break n°3 - gennaio / aprile 2015
N. 3 – GENNAIO/APRILE 2015 ■Mete da Scoprire Pisa, la città oltre la Torre Barcellona, movida e voglia di cultura ■Personaggi Debora Garetto Giuliano Noci ■Arte Italia La “Transavanguardia” di Mimmo Paladino ■Archeologia La casa di Augusto torna a svelare i suoi segreti ■Ricette “glocali” Salvia e pomodori in terrazza, l’orto si fa a casa ■Il futuro è adesso Una geologa italiana in “missione” su Marte C’È UNA NUOVA MILANO “DA BERE” BREAK RIVISTA DI BORDO N. 3 - GENNAIO/APRILE 2015 Direttore responsabile NICOLA CATENARO Proprietario ed editore BALTOUR Srl Contrada Piano Delfico - Teramo (TE) Iscrizione Reg. Stampa Tribunale di Teramo N. 4/03 dell’11 febbraio 2003 Redazione Contrada Piano Delfico - Teramo (TE) tel. 0861.554889 - fax 0861.554481 www.baltour.it - [email protected] Progetto grafico POMILIO BLUMM Srl Stampa Coptip - Industrie Grafiche Via Gran Bretagna 50, Modena MO 41122 C.F. e P. IVA 00159910363 Per la pubblicità su “Break” è possibile contattarci all’indirizzo e-mail [email protected] La riproduzione intera o parziale di testi e o fotografie è vietata: tutti i diritti sono riservati. Sommario Mete da Scoprire C’è una nuova Milano “da bere” 6 Pisa, la città oltre la Torre 10 Barcellona, movida e voglia di cultura 12 Il Personaggio Intervista a Debora Garetto: Portalupi, se la crisi diventa una storia di successo 14 Intervista a Giuliano Noci: Politecnico di Milano, l’ateneo che parla al mondo 16 Arte Italia La “Transavanguardia” di Mimmo Paladino 18 A Vicenza la notte illumina l’arte 20 Archeologia La Casa di Augusto torna a svelare i suoi segreti 23 Ricette “glocali” Salvia e pomodori in terrazza, l’orto si fa in casa 25 Moda & Tendenze Leggera e “trasparente”, la donna del 2015 27 E l’uomo per la primavera si veste a “righe” 28 Mondo Tecnologico Apple vs Android, la “disfida” dei cellulari 29 La casa del futuro è “green” e anche un po’ autarchica 30 Il futuro è adesso Francesca Cannarsa e il progetto “ExoMars 2016” Una geologa italiana in “missione” su Marte 31 Bus che Passione Baltour, l’attenzione al cliente 33 Il comfort che ti fa sentire a casa 35 3 Cari giovani, siate preparati e viaggiate! L’intervento Ringrazio la rivista Break che mi ospita e saluto i tantissimi giovani che scelgono di viaggiare. Mi sono informata: sono soprattutto i giovani ad utilizzare gli autobus della Baltour Eurolines: in media la clientela che maggiormente vi ricorre si concentra nella fascia di età tra i 18 e i 35 anni; il 60 per cento è rappresentato da donne. Il viaggio è vacanza e svago, come è giusto che sia, ma è anche conoscenza, occasione di studio o di lavoro, scambio di esperienze, coraggio di affrontare l’ignoto. I ragazzi e le ragazze di oggi cominciano a viaggiare molto presto, ed è una grande fortuna: le esperienze all’estero entrano nei curricula degli studenti, qualificando i percorsi universitari e favorendo l’ingresso nel mondo del lavoro. Come europarlamentare (anche piuttosto giovane), quindi come esponente politico che vede nelle istituzioni europee la sede ideale per offrire opportunità agli Italiani, non posso che guardare con soddisfazione al crescente entusiasmo dei giovani e delle loro famiglie per i viaggi. Le politiche giovanili europee sono incentrate sull’interscambio culturale e meritano di essere comunicate con maggiore convinzione. Il Portale europeo per i giovani è una piattaforma di informazioni utilissima per i giovani che vivono, studiano o lavorano in Europa. Le informazioni sono organizzate per temi, per esempio istruzione e formazione, creatività e cultura. Tra i 4 temi di maggiore interesse, quello dell’occupazione. Lo sapevate che in Europa, dove pure il tasso di disoccupazione giovanile è elevato, quasi la metà delle persone che hanno trovato lavoro negli ultimi anni aveva tra 19 e 29 anni? Pensate all’importanza di uno strumento come Eures, il portale europeo della mobilità professionale, che raccoglie oltre 5 mila uffici pubblici per l’occupazione di tutta Europa, mettendo in contatto persone in cerca di impiego e datori lavoro e offrendo servizi di sostegno attivo. Insomma, cari amici e care amiche, la chiave per realizzare i propri sogni oggi è quella di essere preparati, di informarsi e naturalmente di viaggiare. Sono disponibile attraverso i miei uffici al Parlamento europeo per qualsiasi domanda vogliate rivolgermi. Non arrendetevi, abbiate fiducia e continuate a viaggiare. Congratulazioni alla Baltour Eurolines per i suoi servizi e per essere promotrice di nuove scoperte. Buon viaggio a tutti! on. Lara Comi Europarlamentare gruppo PPE L’Italia torni a creare ricchezza L’editoriale Il sistema Italia ha ormai l’assoluta urgenza di essere riformato. Questo concetto viene fatto proprio da tutte le componenti politiche ed economiche del Paese. Tutti sono convinti della suddetta necessità ma ogni qualvolta si dà avvio al percorso riformatore, i “soggetti” destinatari dei provvedimenti si coalizzano per fermare i processi. Prendiamo a riferimento la riforma costituzionale. Una carta costitutiva di grandissimo valore sui principi ma assolutamente farraginosa nelle procedure. Poteva andar bene nel 1948 quando il mondo viaggiava ancora con i treni a vapore; per andare nelle Americhe si viaggiava con i transatlantici e si impiegavano settimane. Nell’era di internet dove le decisioni e le informazioni sono veloci, fulminee, il nostro sistema costituzionale non risulta idoneo a tale cambiamento e quindi va rapidamente adeguato. Il sistema burocratico della Pubblica Amministrazione, nel quale operano anche valenti Dirigenti, è purtroppo ingolfato dalla presenza di procedure articolate, a volte paralizzanti, che ne rallentano le procedure fino all’immobilismo. Il mondo dell’economia ha necessità anch’esso di rapidità e soprattutto di avere gli strumenti per poter competere nei mercati sempre più globali. Le nostre regole sono ancora legate ad ambiti ristretti che non tengono conto delle evoluzioni che negli ultimi anni si sono susseguite. In questa fase storica, abbiamo la necessità di tornare ad essere quel’Italia intraprendente che ci ha fatto grandi e ci ha consentito di entrare nel novero dei Paesi più industrializzati al mondo. Scrolliamoci di dosso tutte le incrostazioni che negli ultimi decenni ci si sono avvinghiate attorno, molliamo le zavorre, torniamo a creare ricchezza e solo dopo averla creata apriamo il dibattito su come distribuirla. Buon Viaggio. Agostino Ballone Presidente e CEO Gruppo Baltour 5 C’è una nuova Milano “da bere” Mete da Scoprire I Navigli Nei vanitosi e mondani anni Ottanta era il cliché per antonomasia, nell’anno dell’Expo è uno dei tanti simboli della città che si prepara ad essere centro pulsante del pianeta. È la “Milano da bere”, orgoglio e cruccio dei meneghini, motivo d’ammirazione e a volte invidia per il resto del Bel Paese. Era il 1985 quando il celebre slogan fu lanciato tramutandosi in breve tempo in fenomeno di costume e stile di vita. A trent’anni esatti da quella data, i luoghi cult della “Milano da bere” sono in parte rimasti gli stessi, in parte sono cambiati seguendo mode influenzate da nuove tendenze, dall’avvento di internet e dell’era social. Un rito che non accenna mai a passar di moda è l’aperitivo milanese. Risale agli anni Venti, quand’era già d’uso nel capoluogo lombardo stare insieme prima di cena per bere un bicchiere di vino o l’ormai arcinoto Spritz, magari al “Camparino” in Galleria Vittorio Emanuele dov’è praticamente nato l’aperitivo meneghino. Oggi ha un po’ ceduto il passo ai più moderni “Happy hour”, quel che è certo è che dopo una giornata di lavoro o prima di una serata a teatro o in disco, per i milanesi l’appuntamento con “l’ape” resta sempre lo stesso. Per scoprire i luoghi della “Milano da bere” è di rigore partire dai Navigli. Del resto per il 6 capoluogo lombardo sono un po’ come Trastevere per Roma e o la Rive Gauche per Parigi. Di giorno i Navigli sono patria di artisti, turisti e attività commerciali, men- tre di sera (soprattutto nei week end e d’estate) tutta l’area si anima tra locali e pub dove bere un cocktail e ascoltare musica live oppure degustare un piatto Mete da Scoprire > C’è una nuova Milano “da bere” L’happy hour milanese offre occasioni imperdibili per stare insieme della cucina lombarda nelle caratteristiche osterie della vecchia Milano. E ancora, perché no, assistere a divertenti spettacoli di cabaret in bar storici della zona o scatenarsi al ritmo di suoni latini o dance in discoteca. Da un punto d’incontro ormai classico a un altro diventato un must soprattutto negli ultimi anni: il quartiere Isola nell’area nord della città. Molto frequentato da giovani già a partire dall’happy hour, l’Isola offre che locali particolari - di moda adesso ci sono ad esempio le atmosfere e il food scandinavo anche per il classico “brunch” domenicale - e luoghi d’incontro per i tanti studenti che vivono in questo distretto tra i più in movimenti della città. Le Colonne di San Lorenzo restano un punto di riferimento per tanti ragazzi milanesi. Per chi cerca disco o locali glamour magari durante le fashion week o la settimana del design - non c’è che l’imbarazzo della scelta tra la zona Garibaldi e corso Como, o nella sempre trendy zona Era il 1985 quando Sempione. Ancora locali, anche il celebre slogan fu lanciato più tranquilli per un pubblico più tramutandosi in breve tempo adulto, in Porta Romana mentre uno dei quartieri più escluin uno stile di vita sivi della “Milano bene” resta Brera, centro culturale e sin dagli anni ‘70-’80 ritrovo per artitanti posti dove poter bere una sti e personaggi più o meno noti semplice birra o un calice di vino, della città. Suggestivo passegmangiare in ristoranti etnici o giare per le vie di Brera d’estate, passare una classica serata tra quando bar e locali turistici “tiamici al pub. Per gli intenditori, rano fuori” i tavolini per i tantisimperdibile una tappa al Blue simi visitatori che affollano tutta Note, tempio del jazz dove hanno l’area. Sempre d’estate (ma un suonato tantissimi artisti di fama po’ meno negli ultimi anni), ci internazionale. Altra zona diven- si sposta infine in periferia al tata piuttosto frequentata negli “mare di Milano”, l’Idroscalo che ultimi anni è quella di Lambrate ospita ancora discoteche, birree Città Studi. Enoteche (tra le rie e locali all’aperto con concerti più antiche della città) e birrerie ed eventi davvero per tutti i gusti. popolano il quartiere, con pub in perfetto stile inglese ma an- Collegamenti giornalieri BALTOUR per MILANO: •dalla Sicilia due partenze giornaliere da Palermo, Messina, Catania; una partenza giornaliera da Siracusa, Palermo, Agrigento, Canicatti, Caltanissetta, Enna, Bassa, Gela, Modica, Ragusa, Comiso, Lentini, Catania, Messina •dalla Calabria tre partenze a settimana •dalla Campania quattro partenze di cui tre giornaliere e una due volte a settimana •dall’Abruzzo tre partenze giornaliere •da Roma cinque partenze di cui quattro giornaliere e una tre volte a settimana •dall’Umbria una partenza giornaliera •dalle Marche tre partenze giornaliere •dalla Toscana sei partenze di cui quattro giornaliere, una tre volte a settimana e una due volte a settimana •dall’Emilia Romagna cinque partenze di cui tre giornaliere, una quattro volte a settimana e una tre volte a settimana •dal Veneto una partenza giornaliera e una quattro volte a settimana •dal Piemonte due partenze giornaliere 7 Mete da Scoprire > C’è una nuova Milano “da bere” E ORA TRA LE NUOVE TENDENZE SPUNTA IL “CUOCO A DOMICILIO” Milano si sa, è una città che non si ferma mai. Dinamico e innovativo su ogni fronte, il capoluogo lombardo è sempre pronto a lanciare nuove tendenze al pari delle altri grandi metropoli d’Europa. Per restare nel tema della “Milano da bere”, ecco alcune delle ultime mode in voga nel capoluogo meneghino. Sarà anche per colpa della crisi, ma tra le nuove usanze (non solo milanesi a dire il vero) c’è quella del cuoco a domicilio, chef di tutto rispetto che - dall’antipasto al dolce - è a disposizione di chi vuole preparare brunch, pranzi e cene in casa per familiari e amici. Tanti ormai i siti che promuovono questo servizio in modi più o meno originali e sfiziosi. Altrettanto particolare è l’idea dell’ “enoteca itinerante”, “Caràvin Street Wine”, che promuove la cultura del vino “on the road” (il nome deriva dal carrello a rimorchio ossia il “caravan a vino” per spostarsi nella città) puntando in particolare sulle etichette di giovani produttori under 35. Infine, non meno originale, il “Birriciclo”, il ciclo-pub a pedali che si sposta per la città sulla scia del più che eloquente motto «Hai voluto da bere? Adesso pedala». Il tutto nel pieno rispetto dell’ambiente e dell’attività fisica, ma soprattutto della sicurezza sulla strada visto che mentre i “passeggeri” si godono una dissetante “bionda”, il driver deve restar sobrio come recita la maglietta che indosserà, «Io guido, non bevo». 8 Mete da Scoprire > C’è una nuova Milano “da bere” Napoli sotterranea Milano si prepara per l’Expo, l’Esposizione Universale LA GRANDE ATTESA DELL’EXPO, L’EVENTO UNIVERSALE Quasi duecento giorni di eventi, oltre venti milioni di visitatori attesi e più di 130 Paesi partecipanti ospitati nel sito espositivo da un milione di metri quadrati. Milano si prepara all’Expo e lo fa con alcuni numeri che danno il senso di quello che sarà per la città e per l’Italia intera l’Esposizione Universale in programma dal 1° maggio al 31 ottobre 2015. Per sei mesi il capoluogo lombardo si farà capitale e porterà all’attenzione internazionale - con un concetto tutto nuovo di Esposizione universale - il tema quanto mai decisivo per il futuro “Nutrire il Pianeta, Energia per la Vita”. Non una semplice rassegna espositiva insomma, ma un contributo profondo e globale al dibattito sul cibo con un focus su agricoltura sostenibile e alimentazione a livello planetario. Per capire attese e premesse dell’Expo 2015 basta seguire il progetto in progress del sito espositivo, delle aree tematiche e degli eventi a cui si prepara la città. Architetti internazionali come Stefano Boeri, Jacques Herzog e Ricky Burdett sono la “mente” del grandioso sito che si svilupperà su due assi ortogonali richiamando il Cardo e il Decumano della città romana, impreziosito da uno straordinario paesaggio che rievoca un’isola circondata d’acqua. Grandiosi i quattro spazi “cardine”, dalla Lake Arena - bacino d’acqua circondato da gradinate per tremila spettatori e tutto intorno una piazza da 28mila metri quadrati capace di accogliere ventimila persone - all’Open Air Theater che ospiterà fino a undicimila visitatori in occasione di cerimonie ufficiali, concerti e spettacoli teatrali. Ancora, l’Expo Centre e la Collina Mediterranea che riprodurrà vegetazioni e colture dell’ecosistema mediterraneo e, con i suoi 12 metri, sarà il punto più suggestivo e panoramico dell’area espositiva. Sotto i riflettori il Padiglione Italia dove il Bel Paese metterà in mostra il suo bagaglio fatto di eccellenze e tradizioni legate al cibo. Ma tutto il pianeta parteciperà a quest’evento collettivo nei propri padiglioni (alcune presentazioni sono in corso ormai da mesi in città) con esposizioni, laboratori e convegni dal respiro internazionale irripetibile. A completare l’Expo, le grandi mostre e rassegne d’arte - tra queste quella dedicata a Leonardo a Palazzo Reale - che animeranno i 184 giorni dell’Expo, con la città che inevitabilmente si trasformerà in uno straordinario “melting pot” di culture e identità diverse. Il conto alla rovescia è insomma iniziato, Milano, l’Italia, il mondo intero sono pronti all’Esposizione Universale. 9 Pisa, la città oltre la Torre Mete da Scoprire Vivere e scoprire Pisa oltre la Torre. Il legame tra l’antica repubblica marinara e il suo monumento simbolo appare inscindi- È il celebre Campanile pendente ad averla resa tra le mete italiane più visitate di tutto il mondo bile. È il celebre Campanile pendente ad averla resa tra le mete italiane più visitate di tutto il mondo. Eppure, al di là dell’impo- nente torre religiosa nella piazza del Duomo, la città toscana sa come affascinare svelando pian piano, come in uno scrigno di tesori, i suoi luoghi e spazi più preziosi: dalle piazze medievali alle chiese romaniche, dai palazzi d’epoca granducale ai suggestivi Lungarni che ispirarono poeti e scrittori come Byron e D’Annunzio, Leopardi e Montesquieu per citarne solo alcuni. Il cuore di questo scrigno resta la piazza del Duomo o “dei Miracoli”, inserita di diritto tra i patrimoni dell’Umanità dall’Unesco. Stupisce la bellezza di quest’unicum: il candore marmoreo dei monumenti fa da contraltare al verde vivo del tappeto d’erba su cui si ergono. Capolavoro assoluto dell’architettura romanico-pisana è la Cattedrale iniziata nel 1063, dello stesso pregio è il Battistero (XIIXIII sec.) con il pulpito in marmo di Nicola Pisano scolpito con scene della vita di Cristo. Ancora, imperdibile la visita al museo delle Sinopie che custodisce i disegni preparatori degli affreschi del Camposanto monumentale e del museo dell’Opera con una ricca collezione di sculture, pitture e reliquiari antichi. A pochi minuti dalla Torre si apre la rinascimentale Piazza Piazza dei Miracoli Collegamenti giornalieri BALTOUR per PISA: • dalla Sicilia una partenza giornaliera da Siracusa - Palermo - Agrigento Canicatti - Caltanissetta - Enna Bassa - Gela - Modica - Ragusa Comiso - Lentini - Catania - Giardini Messina • dalla Puglia due partenze giornaliere • dalla Campania due partenze di cui una giornaliera e una due volte a settimana • dall’Abruzzo due partenze giornaliere • dalle Marche una partenza giornaliera 10 Mete da Scoprire > Pisa, la città oltre la Torre I suoi luoghi più preziosi: piazze medievali e chiese romaniche, i palazzi d’epoca granducale... dei Cavalieri con i più importanti palazzi e chiese della Pisa granducale. Su tutti il Palazzo dei Cavalieri con la sua maestosa facciata. Tra i quartieri del centro storico si respira invece l’aria della città medievale, a iniziare dalla strada di Borgo Stretto che univa i due ponti di passaggio sui corsi d’acqua Auser (oggi Serchio) a nord, e l’Arno a sud. Tappa imperdibile per chi visita Pisa sono i Lungarni, ricchi di tracce del glorioso passato pisano oltre che scenario di eventi suggestivi come la Notte di San Ranieri (il 16 giugno in onore del patrono), la Regata di San Ranieri e il Gioco del Ponte. I Lungarni sono il luogo perfetto per scoprire il “cuore” profondo di Pisa, spettacolari e unici di notte quando le luci dei lampioni e degli edifici si specchiano nel fiume illuminando la città. “NORMALE” È IL CUORE PULSANTE DEL CAPOLUOGO Da oltre 200 anni è il cuore pulsante e dinamico della cultura della città. La Normale di Pisa, luogo d’eccellenza per la formazione di allievi italiani e non solo, ha conservato nel tempo il suo ruolo di prestigio che la pone tra i pochi atenei italiani presenti nelle classifiche internazionali delle migliori università al mondo. Ultimo tassello di questa lunga storia, la fusione nel 2013 con l’Istituto di Scienze Umane di Firenze. Vivere e studiare alla Normale, per i “normalisti” è però un’esperienza non solo formativa, ma anche di crescita personale e condivisione di un percorso fatto di riti e tradizioni consolidate. Tra le più particolari, c’è ad esempio quella dell’elezione dei ministri che annualmente si devono occupare dell’organizzazione di tutti gli eventi e le attività del dicastero assegnato: dalla musica allo sport, fino al ministero dei giornali e delle attività culturali. Senza “portafoglio” è il ministro della mensa che dovrà curare i menu della Scuola, “testando” anche la soddisfazione degli allievi. E infine c’è il ministero della Festa, quello che dopo i sospirati esami della sessione estiva, dovrà gestire la “festa di fine anno”, l’evento più mondano di tutto l’anno dei normalisti. La Scuola Normale Superiore di Pisa IL “SELFIE” IMPAZZA DAVANTI AL MONUMENTO C’è chi prova a “raddrizzarla” con un dito, chi si esibisce in salti e voli da equilibrista al suo cospetto e chi invece s’accontenta di un più rassicurante selfie ai suoi piedi. Non c’è insomma turista o visitatore che resista a immortalarsi con la Torre e a sfidare ogni regola della prospettiva o giocare con la strana pendenza del Campanile, ormai metafora universale dell’”essere sospeso”. L’originale fenomeno ha reso ancor più celebre il luogo simbolo della città (entrato di diritto tra i monumenti più fotografati al mondo) ed è anche diventato oggetto di un vero e proprio progetto di antropologia sociale, “Save the Torre”, tutto dedicato all’originale moda dei “selfisti della Torre”. Un’immagine da “Savethetorre”, un progetto di Chiara Tarfano. Foto di Chiara Tarfano, logo di Benedetta Bartolucci 11 Barcellona, movida e voglia di cultura Mete da Scoprire Tra le grandi città europee è da sempre tra le più moderne e cosmopolite, metropoli legata alla sua identità più profonda ma con uno sguardo costantemente aperto al futuro. Per tutto questo Barcellona ogni anno è la mèta prediletta di milioni di turi- È da sempre tra le più moderne e cosmopolite, metropoli legata alla sua identità più profonda ma con uno sguardo aperto al futuro sti e, tra loro, tanti giovani che scelgono la capitale catalana per vivere vacanze all’insegna della “movida” senza dimenticare arte e storia. Cultura e divertimento convivono infatti alla perfezione nella seconda città di Spagna: accanto a monumenti e musei (su tutti quello dedicato a Picasso, il Museo marittimo e il Museo di Historia de la Ciutat de Barcelona) Sagrada Familia trovano spazio le discoteche più trendy d’Europa così come vivaci ristoranti e bar del “Barrio Gotico” stici bar all’aperto che animano il prattutto d’estate da turisti prodove gustare le immancabili ta- Porto Vecchio. venienti da tutto il mondo. Dalla pas. E ancora coctelerías e xam- Tappa imperdibile delle notti bar- “vida loca” ai luoghi della cultura panyerias (locali che servono sol- cellonesi sono però le vicine catalana, Barcellona ha tantistanto la cava Catalana, un tipico spiagge, su tutte la famosissima simo da offrire anche ai più giovino effervescente) o i caratteri- Barceloneta presa d’assalto so- vani: tutti restano affascinati dagli 12 Mete da Scoprire > Barcellona, movida e voglia di cultura Pedrera) e la Casa Vicens. Imperdibile la passeggiata sul I più giovani restano suggestivo viale alberato della affascinati dagli storici “Rambla”, altro centro della “movida” barcellonese. Tante sono edifici del “Barrio Gotico”, poi le rassegne dedicate a mucome dalle sorprendenti sica, cinema, danza e altre forme d’arte: dal Bam (Barcellona Azione architetture di Gaudì Musicale) al Sonar (Festival Internazionale di Musica Avanzata storici edifici del “Barrio Gotico”, e Arte Multimediale) fino al festicosì come dalle sorprendenti ar- val di Arte Contemporanea, per cichitetture di Gaudì, espressioni tarne solo alcuni. E infine un conpulsanti del “modernismo ca- siglio anche ai giovani fanatici del talano” dichiarate Patrimonio “fútbol”: se siete a Barcellona e dell’Umanità dall’Unesco. Si va amate la “Liga”, non perdete l’ocdall’incompiuta Sagrada Familia casione di tifare i “blaugrana” al al Parco Güell, fino alle vivaci mitico Camp Nou. Casa Batlló, Casa Milà (detta La I LUOGHI PIÙ VISITATI DAGLI ITALIANI E i turisti italiani cosa visitano quando sono in vacanza nella “Ciudad Condal”, la Città dei Conti com’è anche soprannominata Barcellona? Secondo un sondaggio realizzato da un noto sito turistico del centro catalano al primo posto e non poteva essere altrimenti - c’è la Sagrada Familia con il 14% delle preferenze, seguita da Parc Güell, Casa Batlló e altre opere di Gaudì. Nel complesso, le architetture dell’artista raccolgono ben il 42% del gradimento dei turisti italiani. E C’È CHI LA SCEGLIE PER FUGGIRE Da sempre Barcellona è anche una delle città europee favorite dai giovani (e non solo) italiani a caccia di nuove opportunità di studio e lavoro all’estero. Lo era prima della crisi che ha investito la Spagna e lo è ancora oggi, in questa difficile ma vitale fase di rilancio economico del Paese iberico. Architettura e design, arte e turismo, tradizione e innovazione fanno insomma della capitale catalana uno dei centri più attrattivi per i “nostri” ragazzi. Ad accoglierli, trovano infatti un ecosistema dinamico che fa leva sull’eccellenza universitaria (ben otto atenei) e su un tessuto imprenditoriale giovane (l’età media della popolazione è poco sopra i 30 anni) e dinamico. Un progetto su tutti, la nascita di un nuovo distretto nel cuore della città - 22@Barcelona - interamente dedicato all’innovazione. Sugli oltre 21mila studenti stranieri che arrivano ogni anno Casa Milà nelle università catalane (siamo nella sesta regione europea per universitari internazionali) la maggior parte arriva proprio dall’Italia che surclassa le più vicine Francia e Germania. Non solo, quella italiana ormai da anni è al primo posto tra le comunità straniere più numerose, più di 22mila presenze, e il dato è in costante aumento per effetto della “nostra” crisi. Collegamenti giornalieri BALTOUR per BARCELLONA: • da Napoli una partenza tre volte a settimana • da Roma una partenza sei volte a settimana • dalla Toscana una partenza sei volte a settimana • dall’Emilia Romagna una partenza tre volte a settimana • dal Veneto una partenza tre volte a settimana • da Torino una partenza sei volte a settimana • da Milano una partenza sei volte a settimana 13 Portalupi, se la crisi diventa una storia di successo Il Personaggio > Intervista a Debora Garetto Dalla crisi profonda al successo di una realtà imprenditoriale che guarda al futuro con ottimismo anche in tempi bui come quelli che viviamo. È la storia della Portalupi Salumi, dieci anni fa sull’orlo del fallimento e oggi caso eccellente dell’agroalimentare italiano. Break ha intervistato la protagonista di questa sfida e la vera artefice del percorso di rinascita dell’azienda. la mia avventura, senza sapere di aziende o di salumi, concentrandomi sull’aspetto finanziario: solo passi per quanto avevamo lunga la gamba». tanti esperti mi avevano consigliato di abbandonare e oggi racconto dieci anni di difficoltà superate e altra da superare». Che percorso ha seguito prima di Da dove ha iniziato il risanamento? mettersi alla guida di un’azienda? «Ho indagato sul campo il nostro «Diplomata al liceo scientifico, mi valore per il cliente, era inutile sono laureata per vocazione in avere una produzione efficiente, Economia all’università di Torino, ma senza mercato. Il 2006 è con 110 lode e menzione, parstato un anno durissimo anche lando fluentemente due lingue straniere. Ho iniziato a lavorare in Debora Garetto, la sua è una una joint-venture di Montecarlo di storia di successo: a 27 anni, si una multinazionale inglese ope«Sentivo che l’azienda era legge sul sito de “Il Sole 24 Ore”, rante nella consulenza bancaria, ha preso in affitto un’azienda di vitale, gli operai conoscevano ho seguito progetti in Croazia, in salumi in fallimento in provincia Turchia e Polonia e poi sono tordi Vercelli, l’ha ristrutturata e il mestiere, i clienti erano nata in Italia dove ho iniziato a l’ha rilanciata sul mercato. Come affezionati... Bisognava lavorare in Portalupi, dovevo reha fatto? starci poco tempo…». «Ho preso in affitto la Portalupi mettere in ordine» Salumi, storico salumificio della Oggi la sua azienda che fattuValsessera, che trascinava uno rato esprime e con quali clienti stato di profonda crisi strate- per un’obbligata riduzione del si rapporta? gica, prima che finanziaria da personale, non c’era abbastanza «Oggi abbiamo recuperato il fatanni: mancava una vera politica lavoro per tutti e a chiudere in turato che facevamo prima della del personale, non c’erano nuovi tanti ho preferito, patendo, an- grossa crisi del 2005, circa 11 prodotti, le manutenzioni non dare avanti in pochi. Per rilanciare milioni di euro espressi in 29 erano programmate, era ridotta l’azienda sono stati fondamen- Paesi. Il nostri assortimento è ad un colabrodo. Io però ho sen- tali un’ostinata determinazione molto ricco, e il mantenere antito che l’azienda era vitale, gli per fronteggiare tutti i problemi cora una mentalità artigianale operai conoscevano il mestiere, inattesi e il buon senso, ma non ci permette grande flessibilità i clienti erano affezionati al mar- quello comune, quello imprendi- e personalizzazioni: serviamo chio e ai prodotti: bisognava met- toriale che vede opportunità dove dal soft discount alla gastronotere in ordine. Così ho iniziato gli altri vedono rischio e problemi, mia di alta gamma, dalla mensa 14 Il Personaggio > Intervista a Debora Garetto tegie e sviluppare idee tamponiamo gli errori di dipendenti demotivati, sediamo negli uffici di avvocati e tribunali, rispettiamo tempi burocratici e ascoltiamo consigli d’impresa da bancari, sosteniamo con i nostri utili, e anche con le perdite, i costi di una pubblica amministrazione allo sbando, impreparata e demotivata in troppi casi. al resort cinque stelle lusso alle Maldive, prodotti diversi per esigenze diverse, tutti senza allergeni o glutine, per mia orgogliosa scelta». preparati e da un sistema bancario che rinnega il suo ruolo di volano economico». Non è certo tempo di bilanci per lei, ma se tornasse indietro cosa farebbe di diverso? «Sarei molto più severa con i collaboratori, ho cercato di motivare tantissimo anche chi chiaramente non amava il suo lavoro e non s’impegnava, energie, tempo e soldi sprecati. L’iPhone in Italia non si sarebbe potuto produrre mai». Qual è il personaggio politico «Abbiamo recuperato il Risanamento dei conti, spenche ammira di più in Italia? ding review, minore burocrazia, fatturato che facevamo prima «Io ammiro chi porta risultati e minore pressione fiscale, cerin questi dieci anni ho visto solo del 2005, circa 11 milioni di tezza dei pagamenti da parte Governi che aggravano i problemi. della Pubblica Amministrazione. euro espressi in 29 Paesi» Io ammiro molto alcuni amminiMa qual è secondo lei la vera ristratori locali, a partire dal sincetta perché le imprese possano daco di Guardabosone che segue uscire dalla crisi? in prima persona le aziende e i «Bisogna dare fiducia e rispetto Come giudica gli imprendi- problemi del territorio». agli imprenditori, compiere scelte tori italiani? legislative in quest’ottica. Da un «Gli imprenditori italiani non Con che occhi i ragazzi di oggi lato gli imprenditori sono respon- hanno niente di meno rispetto devono guardare al futuro? sabili dello sviluppo, del benes- ai colleghi stranieri, riusciamo a «Con gli occhi consapevoli di chi sere, dell’innovazione, dell’etica fare impresa nella jungla che è vuole e se lo deve ricostruire». del Paese e dall’altro sono inca- diventato il mercato italiano, ma paci di scegliere i propri collabo- in una jungla non si possono sviratori, sono umiliati da una giu- luppare grandi animali, né grandi stizia costosa, arzigogolata ed aziende, siamo condannati ad inefficiente, da leggi ambigue e una dimensione medio piccola, contradditorie, da burocrati im- perché invece di definire stra- 15 Politecnico di Milano, l’ateneo che parla al mondo Il Personaggio > Intervista a Giuliano Noci Vicerettore dell’Università Tra gli atenei tecnici è all’ottavo posto in Europa e al 31esimo nel mondo. Nel Vecchio Continente solo Oxford e Cambridge fanno meglio quanto a qualità degli studenti in uscita e più del 90% di chi si laurea qui trova lavoro nei primi quattro mesi dal titolo. Per i ranking internazionali è un autentico centro d’eccellenza del sistema universitario italiano che - quando vuole non teme il confronto con le altre realtà mondiali. Stiamo parlando del Politecnico di Milano che, a dispetto dei suoi centocinquanta anni di storia (o forse proprio grazie al suo prestigioso passato), è oggi università aperta alla cultura globale e all’internazionalizzazione. A presentarla a Break è il vicerettore Giuliano Noci. Vicerettore, cosa spinge uno studente a iscriversi al Politecnico di Milano? «Il Politecnico ha tre ambiti di competenza: ingegneria con 27mila iscritti, architettura che ne ha novemila e design con cinquemila universitari. Da noi si laurea il 15% 16 degli ingegneri italiani, il 22% degli architetti e il 45% dei designer. Il 25% degli studenti è straniero Il Politecnico raccoglie dal mercato competitivo più di 130 milioni di euro». «È all’ottavo posto in Europa e al 31esimo nel mondo. Nel Vecchio Continente solo Oxford e Cambridge fanno meglio» Chi può iscriversi al Politecnico? L’università garantisce il libero accesso agli studenti? «Siamo un ente pubblico e quindi seguiamo la normativa nazionale. Ci sono numeri programmati, stabiliti e riconosciuti dal Ministero. L’accesso è più selettivo per Design perché lo impone la programmazione comunitaria». e, tanto per dare un’idea, 900 Cosa pensa del numero chiuso? vengono dalla Cina. Nel 2004 ab- «Avere il numero programmato è un biamo varato una strategia forte- tema fondamentale. La coperta in mente orientata all’internaziona- fondo è corta e gli studenti italiani lizzazione e oggi il 90% dei corsi pagano poche tasse rispetto al resono in inglese al secondo livello sto del mondo. Se vogliono avere della magistrale. È un fattore de- un servizio all’altezza, con i pochi cisivo per la scelta del Politecnico, fondi pubblici disponibili, non si così come i risultati nei ranking può fare diversamente. Già così internazionali e il riconoscimento facciamo miracoli e siamo molto nel mercato del lavoro. Il nostro oltre le medie internazionali». approccio poi privilegia un modello interdisciplinare e, altro elemento Quant’è importante la formafondamentale, c’è uno stretto rap- zione classica per chi sceglie porto con il sistema delle imprese. il Politecnico? Il Personaggio > Intervista a Giuliano Noci Vicerettore dell’Università «La differenza non la fa la formazione classica o scientifica, ma la persona e la motivazione che ha nell’affrontare un percorso comunque impegnativo. Per certi versi chi ha studi classici ne trarrà benefici nel mondo del lavoro perché ha una preparazione più rotonda. Chi si iscrive al Politecnico e ha questo background solo all’inizio avrà “costi di set up” maggiori, ma nulla di più». «La differenza non la fa la formazione classica o scientifica, ma la persona e la motivazione che ha per un percorso impegnativo» Chi si iscrive al Politecnico ha la possibilità di vivere in una sorta di campus all’americana? «Non ci siamo arrivati per il solito problema dei fondi. Il Politecnico, in autofinanziamento, ha costruito il secondo campus di Milano e, dei sei che abbiamo, è quello che ha un po’ il sapore americano ma non ha strutture di intrattenimento e sportive come nei campus internazionali. Noi di sicuro ci caratterizziamo per aule ed edifici all’avanguardia, molte residenze per studenti dove siamo presenti. Le strutture sportive però non riusciamo ancora ad integrarle. I nostri studenti, ci tengo a dirlo, esprimono comunque piena soddisfazione per la vita universitaria al Politecnico». Quant’è importante che l’università “parli” una lingua internazionale come l’inglese? «Ritengo di sì, sempre più le imprese hanno attività globali e gli studenti vivono in contesti multiculturali, per cui è importante dar loro la possibilità di studiare l’inglese e lavorare con colleghi di tutto il mondo». Dove sceglierebbe di fare la sua prima esperienza lavorativa se fosse un neo laureato? «Se fossi un uomo d’impresa andrei in Cina. Indipendentemente dalla crescita del mercato, tutte le imprese sono là e c’è un’ energia positiva che ricorda quella del boom industriale italiano. Per il mondo della finanza, la mèta privilegiata invece è senz’altro Londra». 17 La “Transavanguardia” di Mimmo Paladino Arte Italia di Sergio Di Sabatino Mimmo Paladino è tra i principali esponenti della Transavanguardia, movimento fondato da Achille Bonito Oliva nel 1980. Autore del celebre dipinto “Silenzioso, mi ritiro a dipingere un quadro”, Capace di confrontarsi sia con il piccolo formato che nella dimensione pubblica delle città, Mimmo Paladino ha compiuto un percorso ricco di successi una sorta di dichiarazione programmatica, Mimmo Paladino è protagonista di quel ritorno alla 18 pittura che caratterizza la fine de- sono collocate in alcuni dei pringli anni ’70. La riscoperta della fi- cipali musei internazionali tra cui gurazione pittorica, per Paladino, il Metropolitan Museum of Art di passa attraverso il disegno, il la- New York. voro murale, i pastelli ma anche Nato a Paduli, in provincia di le installazioni e i lavori realizzati Benevento, il 18 dicembre 1948, per spazi pubblici. L’iconografia Mimmo Paladino passa l’infanzia è ricca di segni e simboli, forme a Napoli e nel 1977 si trasferigeometriche, rami, maschere, sce a Milano. Intraprende molteche rimandano a mondi onirici plici percorsi artistici, sperimene fantastici. Capace di confron- tando le diverse tecniche traditarsi sia con il piccolo formato zionali: dal disegno alla pittura, nell’intimità dello studio sia nella alla scultura, al mosaico, all’indimensione pubblica delle città, cisione, dalla fotografia all’imMimmo Paladino ha compiuto magine filmica che gli permetun percorso ricco di successi e tono di rappresentare il proprio di riconoscimenti e le sue opere “mondo interiore”, primordiale e Don Chisciotte Arte Italia > La “Transavanguardia” di Mimmo Paladino Il Guerriero di Capestrano magico, attraverso una figurazione ricca di elementi simbolici. Ad “Aperto ’80”, nell’ambito della Biennale di Venezia di quell’anno, il critico d’arte Achille Bonito Oliva propone e teorizza il movimento artistico italiano della Transavanguardia: Paladino ne diventa protagonista as- La riscoperta della figurazione pittorica passa attraverso il disegno, il lavoro murale, i pastelli ma anche le installazioni e i lavori per spazi pubblici sieme a Sandro Chia, Francesco Clemente, Enzo Cucchi, Nicola De Maria. E la sua fama personale si afferma ben presto in campo internazionale, sancita da critica e pubblico e dalle numerose esposizioni, rendendolo uno dei maestri dell’arte contemporanea fra i più importanti e quotati. Tra le opere più significative di Paladino di certo la più emozionante è Il ciclo dei Dormienti, scultura in terracotta. Fa la sua prima apparizione nel 1998 a Poggibonsi quando Paladino progetta un’installazione nella cittadina senese, all’interno della costruzione Fonte delle Fate del XII secolo composta da trentasei sculture in terracotta, comprendendo venti coccodrilli, anch’essi in terracotta. Nel 1999 l’installazione viene presentata a Londra nello spazio circolare dei Sotterranei della Roundhouse. In questa occasione Paladino si avvale della collaborazione del musicista Brian Eno che compone appositamente un brano della sua musica ambientale, sottofondo e accompagnamento dei Dormienti: l’interazione fra le due forme d’arte rende unica l’esperienza espositiva. Di grande importanza e coinvolgente attrattiva è stato anche l’evento espositivo del 2008 Mimmo Paladino a Villa Pisani, Stra (Venezia): in quell’oc- casione le figure dei Dormienti galleggiavano sull’acqua della vasca centrale, nel parco della villa, in una spettacolare forma scenografica di commistione tra natura e uomo. Recentemente i Dormienti sono stati esposti nella grande mostra monografica a Palazzo Reale (aprile-luglio 2011) dedicata a Mimmo Paladino dalla città di Milano dove per trent’anni l’artista beneventano ha mantenuto studio e abitazione. Trentadue le sculture immerse nella composizione eco-acustica, col sottofondo musicale creato questa volta da David Monacchi, il giovane compositore marchigiano che Paladino ha voluto coinvolgere in una stretta collaborazione artistica. All’esterno, svettava la tanto discussa e ammirata Montagna di sale (35 metri di diametro e 10 metri di altezza), ricostruita a vent’anni di distanza dalla sua prima realizzazione per la ricostruzione di Gibellina. Tra le ultime realizzazioni e non a caso vista la notevole similitudine tra l’immaginario dell’artista e l’evocativo reperto archeologico abruzzese c’è la nuova sala che ospita il Guerriero di Capestrano presso Museo Archeologico di Chieti … assolutamente da visitare! I Dormienti 19 A Vicenza la notte illumina l’arte Arte Italia Vincent van Gogh, Sentiero di notte in Provenza, 1890 «Volevo raccontare una perdita, che si avvicinava e che infine è avvenuta. E volevo farlo evocando i colori della notte, nella luce del crepuscolo, di una prima sera che viene. Mi sembrava bello poter chiamare accanto a me tanti artisti che nella notte si erano perduti, dipingendo». Con queste parole il critico e curatore d’arte Marco Goldin firma l’esposizione “Tutankhamon, Caravaggio, Van Gogh. La sera e i notturni dagli Egizi al Novecento”, l’evento espositivo inaugurato a fine dicembre a Vicenza e tra i principali appuntamenti culturali di questo 2015. Aperta al pubblico fino al 2 giugno alla Basilica Palladiana, la mostra racconta l’immagine della sera e della notte nell’arte, dall’antico Egitto fino ai grandi capolavori della pittura contemporanea. Un percorso ambizioso e affascinante, con la notte che da spazio oscuro si fa luogo e simbolo di un viaggio fino alle origini dell’arte. La mostra si compone di ben 115 opere provenienti da musei e col- 20 lezioni di tutto il mondo e suddivise in sei sezioni tematiche. Dai ritratti del Fayum alle teste scolpite in pietra e le maschere funebri, la prima raccoglie 22 tra reperti e statue dell’antico Egitto (oggi custodite nel Museum of Fine Arts di Boston) rinvenute nelle piramidi. Oggetti che testimoniano l’idea della notte eterna e spirituale, ma nel profondo legata alla vita, presente nella cultura egizia. Al centro la testa del re bambino, Tutankhamon. Molto suggestivo l’allestimento con le opere esposte sotto un cielo stellato a simulare le immense notti del deserto nordafricano. Si viaggia nel tempo e si arriva alla narrazione delle notti nella vita di Cristo: l’adorazione dei pastori e l’orazione nell’orto, la salita del Calvario, la crocifissione e la deposizione nel sepolcro. Tutti momenti immortalati dalla pittura tra fine ‘400 e ‘900. Si va dalle finestre orientate sulla notte di Giorgione e Tiziano a quelle dello spagnolo López García sul finire del XX secolo, passando per Caravaggio e Zurbarán o la contaminazione tra Poussin e Bacon sul tema straziato della crocifissione. Sedici le opere della terza sezione dedicata a due artisti, uno del ‘600, Rembrandt, con le sue figure soffuse dentro la notte; il secondo del ‘700, Piranesi, con gli intensi scorci scenografici nel buio delle sue carceri. L’Ottocento, secolo del gusto romantico, segna l’apice del sentimento notturno, interpretato tanto nella pittura americana (da Allston a Cole, da Church a Lane e Winslow Homer) quanto in quella europea del realismo in Corot e Millet, nelle pitture di Van Gogh nei parchi di Parigi o dello splendido transito di Monet. La mostra affronta poi le esperienze più affascinanti del secondo Novecento, in particolare nell’astrattismo, prima di chiudere con un riassunto di tutti i temi già percorsi attraverso una serie di opere indimenticabili. Tra queste, le deposizioni di Sebastiano del Piombo e Luca Giordano, il Narciso di Caravaggio, il Sentiero di notte in Provenza di Van Gogh e, ancora, Arte Italia > A Vicenza la notte illumina l’arte Madonna Dreyfuss. In mostra anche 100 disegni autografi, alcuni modelli di macchine inventate dal maestro e la possibilità di confrontare la sua arte con quella di altri “grandi” del Rinascimento. MORANDI A BOLOGNA Sarà aperta al pubblico fino al 3 maggio la mostra “Morandi e l’antico”, l’esposizione inaugurata lo scorso novembre dal Museo Morandi di Bologna in occasione Testa del re Tutankhamon, 1336-1327 a.C. del cinquantesimo anniversario della morte del maestro emiliano. la Notte di Natale di Gaugin. Il percorso espositivo analizza il rapporto del pittore con autori del passato da lui amati e studiati. LEONARDO A MILANO La mostra si focalizza dunque In occasione dell’Expo, Milano sul dialogo tra la collezione modedica la più importante mostra randiana e opere comprese tra il a Leonardo Da Vinci che realizzò ‘300 e il ‘700. Tra queste quelle alcune delle sue opere più cele- di Barocci, Crespi, Rembrandt bri durante il soggiorno alla corte van Rijn e Vitale. di Ludovico il Moro sul finire del ‘400. L’esposizione a Palazzo MATISSE A ROMA Reale (15 aprile-19 luglio) presenta opere come il Ritratto di “Matisse Arabesque” è la moMusico, il San Gerolamo o la stra curata da Ester Coen in programma alle Scuderie del Quirinale da marzo fino a inizio giugno. Pittore e incisore, illustratore e scultore, Henri Matisse è stato tra i più importanti esponenti della corrente dei Fauves. L’esposizione romana analizza come il motivo della decorazione e dell’orientalismo diventi per l’artista francese la ragione prima di un’indagine radicale sulla pittura. DELLA MONICA A NAPOLI Gennaro Della Monica fu uno dei quei “napoletani d’Abruzzo” che propugnava un’arte (rinnovata) che si accostasse al vero attraverso “impressioni” e suggestioni colte nell’immediatezza dell’osservazione del paesaggio. A lui sono state dedicate tre mostre nelle città che lo videro protagonista assieme ad altri artisti. Il viaggio è iniziato a Milano, a Palazzo Reale, da luglio a fine agosto 2014, e da poco è approdato, a Castel dell’Ovo, a Napoli (fino al 10 gennaio 2015). Caravaggio, Marta e Maria Maddalena, 1598 21 Fai il pieno di vantaggi con il Gruppo Baltour Baltour Card È una carta sconto personale valida 1 anno su tutta la rete nazionale (Italia) del Gruppo Baltour al costo di 30 euro. Non vi sono limitazioni di utilizzo e su ogni acquisto di biglietti il titolare della Baltour Card usufruisce dello sconto del 15%*, ad eccezione delle linee per la Sicilia. La card è acquistabile online dai siti aziendali (www.baltour.it oppure www.eurolines.it), presso le biglietterie o nelle agenzie di viaggio convenzionate. L’invio della card avviene per posta. Mario Rossi 00521 12/2015 Baltour Card “Studenti” È una carta sconto personale riservata agli studenti universitari valida 1 anno al costo di 10 euro. Non vi sono limitazioni di utilizzo e su ogni acquisto di biglietti il titolare della Baltour Card Studenti usufruisce dello sconto del 15% ad eccezione delle linee Sicilia. Speciale Perugia/Toscana Studenti: Per le tratte da o per la Toscana o da e per Perugia in arrivo o in partenza da Roma/Bologna/Milano/Padova/Venezia/Perugia/Foggia si usufruisce dello sconto del 33%. La card Studenti dietro presentazione del libretto universitario è acquistabile presso le biglietterie del Gruppo Baltour di Torino, Venezia, Bologna, Siena, Roma, Teramo, Pescara, Napoli. Baltour Card “Agevolata” È una carta sconto personale riservata alle persone diversamente abili, ai lavoratori presso il Ministero dei Trasporti e le Forze Armate valida 1 anno su tutta la rete nazionale del Gruppo Baltour al costo di 15 euro. Non vi sono limitazioni di utilizzo e su ogni acquisto di biglietti il titolare della Baltour Card Agevolata usufruisce dello sconto del 15% , ad eccezione delle linee Sicilia. La Card Agevolata, dietro esibizione di materiale attestante l’appartenenza alle categorie succitate, è acquistabile presso le biglietterie del Gruppo Baltour di Torino, Venezia, Bologna, Siena, Roma, Teramo, Pescara, Napoli. PASS Scopri l’Europa: con Eurolines Pass visiti a prezzo fisso e senza limiti chilometrici più di 50 destinazioni europee. È un unico ticket di viaggio che consente con i bus di linea del Gruppo di girare l’Europa in libertà. L’Eurolines Pass consente, infatti, di viaggiare in tutta Europa con km illimitati a prezzo fisso e vantaggioso indipendentemente dal numero e dalla lunghezza delle tratte percorse. Il Pass permette al titolare di viaggiare illimitatamente per il tempo di validità del Pass (15 oppure 30 giorni) nell'ambito di tutte le linee della rete Eurolines. Il Pass comprende: il trasporto di due valigie 150 cm o un’unica valigia di dimensione maggiore oltre al bagaglio a mano, le eventuali traversate in traghetto, i pedaggi autostradali e le tasse sui viaggi. Il Pass non comprende: i diritti di prenotazione delle singole tratte (3/4 euro a prenotazione, a persona). Le tariffe giovani riguardano i passeggeri fino a 26 anni. La Casa di Augusto torna a svelare i suoi segreti Archeologia «Questo è l’uomo di cui spesso odi annunziare l’avvento, Augusto Cesare, figlio del Divo che al Lazio porterà il secolo d’oro di nuovo, sui campi ove un giorno ebbe regno Saturno». Nessun verso come quello dell’Eneide virgiliana riassume meglio l’epopea del Divus Augustus, l’imperatore che fece grande Roma e inaugurò l’età dell’oro lasciando in eredità testimonianze che avrebbero plasmato l’intera cultura d’Occidente. Oggi, nel Bimillenario della sua Un viaggio nella storia e nell’arte dell’area dove il primo principe di Roma decise di vivere morte, la Capitale è tornata a rendere omaggio al vincitore di Azio e, dopo due anni di restauri, a settembre ha aperto al pubblico le porte della dimora privata di Augusto sul colle Palatino insieme a quella della sua terza, amatissima, consorte Livia. Un evento eccezionale, un viaggio nella storia e nell’arte di quest’area monumentale dove il primo principe di Roma decise di vivere nel culto della fondazione della città (la casa fu costruita sul luogo in cui Romolo e Remo furono nutriti dalla lupa). Particolarmente suggestiva, nel La “Stanza delle Prospettive” 23 Archeologia > La Casa di Augusto torna a svelare i suoi segreti nuovo percorso, la visita alla domus augustea e alla Casa di Livia. La dimora costituisce uno degli esempi più raffinati ed eleganti delle pitture che decoravano le residenze patrizie. E per la prima volta si rivela in tutto il suo fascino l’affresco della “Stanza delle prospettive”, così chiamata per le pitture che riescono ad evocare un senso di profondità tra schemi decorativi, edicole, alte paraste e quinte architettoniche. Finalmente visibili anche i dipinti dei locali che avevano la probabile funzione di biblioteche e sale di ricevimento, come l’ampio tablinum. Tra i cubicula privati c’è poi la “Stanza dei festoni di pino” che raffigura finti porticati, quasi a sorreggere festoni di pino aperti sui cortili colonnati. I vivaci affreschi della vicina “Stanza delle maschere” evocano invece una facciata di scena teatrale ellenistica, con paesaggi sacri e santuari agresti. Da ammirare anche i sobri mosaici pavimentali della domus, mentre all’esterno è stato ideato un giardino lì dove con tutta probabilità c’era un’ampia vasca al centro del peristilio. Nella Casa di Livia gli interventi di restauro hanno ridato luce agli affreschi degli ambienti già noti (il cortile su cui si affaccia il ta- Stanza delle maschere blino e le ali che lo affiancano), con un’opera di maquillage delle meravigliose pareti dipinte con festoni di frutta e scene di paesaggio e mitologiche. La straordinaria novità è invece l’ambiente del triclinio con una sorprendente decorazione pittorica di santuari campestri su fondo rosso cinabro (più noto come “rosso pompeiano”), su cui si aprono edicole a svelare paesaggi sacri. Uno di questi è quello che rappresenta il betilo, simulacro di Diana. La dimora conserva infine ancora l’accesso originale tramite un corridoio a piano inclinato in mosaico con fondo bianco e tessere nere isolate. E NEL MUSEO PALATINO SEMBRA DI GUIDARE LA MACCHINA DEL TEMPO Il percorso di visita augusteo parte dal museo Palatino, rinnovato in occasione del Bimillenario. Creato nella seconda metà dell’800 nell’edificio del convento delle monache della Visitazione, conserva alcune testimonianze uniche dell’era augustea. A iniziare da quelle custodite nelle cinque sale tematiche del piano terra dove il “racconto” va dalle origini di Roma, con i reperti preistorici e la storia della fondazione, fino all’epoca della monarchia e della repubblica. Meritano attenzione anche la sala “Il Principato” e quella dedicata all’impero, poi il percorso prosegue al primo piano dove c’è la sala dedicata ad Augusto, dominata dalla spettacolare vetrina che riunisce numerose lastre Campana (rilievi in terracotta utilizzati per decorare edifici, dal nome di Giampietro Campana che catalogò la propria collezione nella prima metà dell’Ottocento, ndr) provenienti dal santuario di Apollo. Conservati nel museo anche i reperti della domus transitoria di Nerone e una carrellata di ritratti provenienti dal palazzo imperiale. Molti ritraggono personaggi di età tardoantica (III-VI sec. D.C.) e altomedioevale (dalla caduta dell’Impero romano d’Occidente, avvenuta nel 476, all’anno 1000 circa) e confermano come la residenza imperiale continuò, anche dopo che Roma cessò di essere capitale dell’Impero, a essere abitata e utilizzata come sede ufficiale da alti funzionari dell’amministrazione statale o dagli imperatori d’Oriente in visita nell’Urbe. 24 Salvia e pomodori in terrazza, adesso l’orto si fa in casa Ricette “glocali” Prezzemolo e salvia si fanno largo sul davanzale, melanzane e zucchine crescono in mezzo ai fiori e per raccogliere piselli e fagioli basta stendere la mano sul balcone. Nulla di strano, dopo gli orti urbani la nuova tendenza “green” è quella di coltivare direttamente in casa verdure e ortaggi a chilometro zero. La campagna si tra- Si va dai tradizionali basilico e prezzemolo alle spezie, come timo e lavanda, belle da guardare e preziose per ogni piatto sferisce insomma sul terrazzo e - un po’ per effetto della crisi e un po’ per la voglia di stili di vita più sani - gli “orti in casa” si diffondono giorno dopo giorno nei condomini di città. Tra le prime a ufficializzare la buona e sana abitudine fu Michelle Obama che, già più di cinque anni fa, confessò di aver 25 Ricette “glocali” > Salvia e pomodori in terrazza, adesso l’orto si fa in casa iniziato ad allestire un “orticello” nel giardino della Casa Bianca. Senza andare così lontano, oggi anche in Italia sono sempre più quelli che scelgono di coltivare la loro passione per i campi direttamente tra le mura di casa. Tutto sta nel cominciare e i consigli giusti non mancano davvero su internet tra community, blog e social network. Il primo passo per diventare “agricoltore 2.0” è la scelta dello spazio da dedicare al proprio orto. In genere basta un terrazzo o qualche davanzale ma in assenza di balconi c’è chi fa di necessità virtù e sfrutta vecchie scale o direttamente le pareti riciclando bottiglie di plastica al posto dei tradizionali vasi. Una soluzione decisamente ingegnosa e rispettosa dell’ambiente. Il secondo step è munirsi degli Il segreto del successo sta nella cura e nel tempo che gli si dedica e nel tener conto dell’esposizione al sole attrezzi del mestiere (vasi, terriccio, semi e tutti gli strumenti giusti) e selezionare accuratamente cosa piantare nell’orto. Si va dai tradizionali basilico e prezzemolo alle spezie, come timo e lavanda, belle da guardare e preziose per insaporire ogni piatto. La scelta varia ovviamente in base alle stagioni, fatto sta che si può coltivare un po’ di tutto tra pomodoro e insalata, cetrioli e fagioli. Il segreto di un orto di successo sta nella cura e nel tempo che gli si dedica, nel tener conto ad esempio dell’esposizione al sole (almeno 4 o 6 ore di luce), quando e quanto annaffiare (il momento ideale della giornata è il tramonto al calar del sole), come concimare la terra. Una volta a regime, l’orto non porta via molto tempo al giorno. Occuparsene diventa più un piacere, un antistress contro i ritmi frenetici della città, oltre che un modo per avere prodotti freschi e genuini sempre a disposizione e a costo quasi zero. Ultimo consiglio per chi ha il balcone in piena città: mai dimenticarsi delle polveri sottili, ciò significa che occorre lavare tutti i frutti dell’orto o, altra soluzione, coprirli con un “tessuto non tessuto” che tiene lontani gli effetti dello smog e fa filtrare acqua e sole. QUANTO COSTA E QUANTO SI RISPARMIA Fare l’orto in casa è una scelta non solo ecologica ma anche economica. Il risparmio rispetto ai prodotti acquistati nei supermarket o al mercato è evidente, tra l’altro l’unico “investimento” richiesto è quello per l’acquisto di materiali e attrezzi e, se serve, di un impianto di irrigazione automatizzato. Tolte però le spese iniziali, quelle di “gestione” sono minime: con pochi euro si possono comprare semi e piantine, mentre per i vasi si possono riciclare vecchi contenitori in terracotta e di plastica come bottiglie o le vaschette delle uova. Per concimare, il compostaggio domestico è la scelta ideale e tra i concimi bio ci sono il terriccio di lombrico e i fondi del caffè. L’APP PER GLI AGRICOLTORI URBANI Per chi è un po’ pigro e non ce la fa proprio a metter su un orto in terrazzo, un valido aiuto arriva dalla tecnologia. Basta infatti scaricare una delle tante app a tema per smartphone e in un attimo si può scegliere dove comprare frutta e verdure fresche. Molte applicazioni consentono di individuare facilmente le aziende agricole più vicine, con gli orari di apertura, i prodotto bio in vendita e i relativi prezzi. C’è poi la possibilità di leggere i commenti di altri clienti, creare gruppi di acquisto con gli altri iscritti o gli amici di Facebook e verificare la presenza di fattorie didattiche e agriturismi. 26 Leggera e “trasparente”, la donna del 2015 ModaDonna La sera è il trionfo dell’eleganza grazie a silhouette «fascianti» in tonalità tenui e pastello Leggerezza, trasparenze e ovviamente tanti colori per salutare l’arrivo della bella stagione. I nuovi trend della moda donna primavera-estate sono questi: via maglioni e cappotti dai guardaroba, al loro posto si fanno spazio abiti leggerissimi in perfetto “nude look”, ma sempre eleganti e sbarazzini con l’aggiunta di ricami e motivi floreali e - perché no - di frange lunghissime in perfetto stile “gitano”. L’outfit per il giorno sarà rigorosamente corto, con abiti sopra il ginocchio e in tinta unita. La sera è invece il trionfo dell’eleganza grazie a silhouette “fascianti” in tonalità tenui e pastello. Per chi vuole osare un po’ di più, basta scegliere vestiti con giochi di trasparenze per lasciare scoperti i punti giusti del corpo. Ma quali saranno gli style che faranno tendenza? Presto detto: le nostalgiche dei fantastici “Seventies” saranno più che contente, gli anni ’70 torneranno di moda questa primavera sia nelle declinazioni “hippie” che nelle versioni più contaminate da influenze “bon ton” dei ’60. Segno dei tempi che cambiano, fatto sta che anche nella moda si fa prepotentemente spazio l’Oriente con outfit ispirati ai kimono giapponesi, di gran fascino e originalità, oppure alla tradizione e alla cultura della “Grande Cina”. Tutto nel segno dell’eleganza e della ricercatezza. Le donne più “sporty” non abbiano però paura: i jeans restano un must, che siano skinny o a sigaretta, magari accompagnati da spolverini in pelle per una serata “easy” tra amiche. I colori più trendy per la primavera saranno le nuance intense dal rosa alla perla alla sabbia, ma l’arrivo dell’estate segnerà il ritorno dei toni accesi del blu elettrico, del rosso e del verde in ogni sua declinazione. Passiamo agli accessori: la borsa bianca si sa non passa mai di moda e per questa primavera il consiglio è di indossarla su un soprabito “tono su tono”. Ai piedi invece ci vuole un tocco sexy con scarpe a punta e tacco a spillo. Femminile ma mai eccessiva, la donna del 2015 sarà così. 27 E l’uomo per la primavera si veste a “righe” ModaUomo gli outfit giusti spazieranno tra pantaloni con doppia pince e caTra i tessuti è il lino micie leggere, oppure coordinati a tornare di moda semplici in grigio o total beige. Nel tempo libero la scelta è tutta mentre per i colori tra l’intramontabile felpa e le masarà ancora il bianco glie iper leggere in tinta unita. Tra i tessuti, è il lino a tornare a fare tendenza di moda mentre per i colori sarà ancora il bianco a fare tendenza, La parola d’ordine per l’uomo intero o spezzato che sia. Altra è osare ma senza strafare. Le tonalità da non sottovalutare, il fashion week parigine e milanesi blu che per questa bella stagione e le sfilate fiorentine hanno det- sarà declinato in tutte le sue tato questa tendenza per la sta- mille sfumature: dal blu petrolio gione primavera-estate 2015. La al navy, dal Klein al blu opaline vera novità è il ritorno prepotente fino alle tonalità del blu mare. del motivo rigato che la farà un Capitolo accessori: la borsa per po’ da padrone ovunque su cami- l’uomo non è più una novità, anzi. cie e pantaloni, giacche e borse Tra i must have della primaveramaschili. Il pantalone sarà di si- estate ci saranno i modelli a tracuro corto e arriverà fin su la ca- colla, shopper e pochette rettanviglia, senza eccessi ovvio. E nei golari. Più “nella norma” il classiguardaroba non potranno man- cissimo ma sempre attuale marcare i completi “sporty couture” supio in pelle. coordinati con giacche in “col- Per le scarpe, bene i sandali e lege style” e abbinati a panta- i modelli etnici, ma per le occaloni formali e mocassini. Un altro sioni più formali è meglio non must della bella stagione sarà la abbandonare mai il “fedele” mocanotta, sia in tonalità chiare e cassino. Ultimi accessori: octrasparenti sia eccentrica e co- chiali da sole e cravatte. Tra i lorata e inserita in look ispirati primi, gli Aviator restano un cult, al mondo della marina che la ma le montature trendy saranno prossima estate saranno deci- quelle rotonde o a specchio, mesamente trendy. Per chi invece glio se colorate da abbinare con non può proprio rinunciare all’e- cravatte dello stesso tono. leganza neanche “sotto il sole”, 28 Apple vs Android, la “disfida” dei cellulari Mondo Tecnologico Se avete un iPhone sarete più Ma qual è l’identikit di questi colti, quasi sicuramente più ricchi due nuovi profili sociali? A delima meno “liberi” dal vostro cellu- nearli ci ha provato il magazine lare di chi usa uno smartphone Forbes incrociando i dati di un Android. La sfida tra i colossi sondaggio di CivicScience che in Apple e Google non si gioca più America ha coinvolto ben 27 misolo a colpi di battaglie legali, in- lioni di persone e raccolto circa novazioni e trucchi di marketing a 300 milioni di risposte. Stando caccia di nuove fette di mercato. alla ricerca, è più probabile che Essere “appleiani” o “androidiani” chi usa il sistema iOS della Apple è ormai questione di stile, una fi- sia più istruito (più 27% di laureati losofia di vita o addirittura uno rispetto alla media americana) di status symbol di questo Terzo chi utilizza lo smartphone Android millennio ipertecnologico. Ecco al- (appena +8%) e abbia anche un lora che su internet e social net- reddito superiore. work si moltiplicano gruppi e com- Chi opta per la piattaforma tarmunity “pro Apple” o “pro Android” gata Mountain View, sede del : c’è chi è disposto a farsi file chi- quartier generale di Google, lometriche pur di avere l’ultimis- svolge invece un lavoro sciensima versione, ci sono i “malati” tifico o tecnico (+50% rispetto delle app e chi invece punta tutto alla media) ed è più appassiosul design. nato di notizie tecnologiche. Altra differenza: due “iPhoner” su tre hanno confessato di non poter fare a meno del cellulare, mentre tra i fan Android la percentuale di “addicted” scende giù al 37%. Le curiosità del report però non finiscono qui. Secondo Forbes, infatti, a preferire i cellulari firmati dalla Mela sono per lo più donne, chi possiede meno automobili (e quindi vive in aree urbane) e chi è meno incline a bere superalcolici. Sondaggi a parte, la contesa tra i due giganti statunitensi è tutta aperta (con Microsoft a fare da terzo incomodo) e a noi consumatori non resta che scegliere da che parte stare: “appleiano” o “androidiano”? Questo è il dilemma. 29 La casa del futuro è “green” e anche un po’ autarchica Mondo Tecnologico tutto risparmiare) energia fa tutto da sé senza bisogno di forniture, allacci e persino fognature. Vale per la corrente elettrica e il riscaldamento, ma vale anche per l’acqua da bere o per lavarsi e cucinare. In Italia la prima abitazione autosufficiente è stata realizzata più di un anno fa nelle Marche, in provincia di Ancona, e la tendenza pian piano si sta diffondendo. Ma come funziona una casa “eco” dalle fondamenta fino al tetto? Il sistema in fondo non è poi così complesso: l’energia elettrica arriva dai pannelli fotovoltaici, l’acqua si distilla dalla pioggia e le toilette sono senza scarichi - dimezzando così il consumo idrico casalingo - alimentando l’impianto di compostaggio domestico che nutre orto e giardino. Ovviamente i termosifoni sono banditi, al loro posto si usano stufe a biomassa e impianti di ventilazione ma, soprattutto, si sfrutta il comportamento “passivo” della casa. La disposizione di tutte le stanze segue infatti le regole dell’“autarchia”, ecco quindi che quelle più “vissute” durante il giorno sono ai piani più alti dove il calore si diffonde prima, menNuovi stili di vita, profezie sull’imminente fine del tre si può risparmiare ulteriormente prevedendo petrolio o più semplicemente voglia di abitare in grandi vetrate in grado di catturare la luce del sole. ambienti davvero “total green”. Poco importa, quel Dagli impianti alla struttura, la filosofia non cambia. che è certo è che le case del futuro saranno sempre I materiali sono totalmente sostenibili e naturali al più autosufficienti ed ecologiche. Di esempi e proto- 100%. Unico neo, i costi per realizzare una casa tipi in giro per il mondo ce ne sono ormai tanti - più “eco” sono ancora alti e i risparmi si vedono solo nel di 12mila le abitazioni sostenibili già sperimentate tempo. C’è però la soddisfazione di vivere in modo in tutto il pianeta - e c’è già chi l’ha ribattezzata la pienamente sostenibile e nel rispetto della natura. “casa autarchica”, visto che per ricavare (e soprat- E non è poco. 30 Una geologa italiana “in missione” su Marte Il futuro è adesso > Francesca Cannarsa e il progetto “ExoMars 2016” Donne d’Italia alla scoperta dello spazio. Solo qualche mese fa il “viaggio” della prima astronauta italiana Samantha Cristoforetti ha riempito d’orgoglio l’intero Paese. In quest’intervista raccontiamo un’altra storia, quella della giovane abruzzese Francesca Tra gli obiettivi scientifici del programma, la ricerca di tracce di vita passata e presente e l’individuazione di rischi per le future missioni Cannarsa, ricercatrice della missione interplanetaria ExoMars lanciata nel 2013 dall’Agenzia Spaziale Europea (ESA) e da quella russa Roscosmos (la prima missione che ha visto partner alla pari Russia ed Europa) per studiare i misteri di Marte, il “pianeta rosso”. Trentotto anni, geologa con un dottorato in tasca, Francesca ha ini- Isaac Asimov ziato presto ad appassionarsi al pianeta Marte e poi al progetto che l’avrebbe portata a dedicare tempo e studi al pianeta più vicino alla Terra. «Ho seguito alcuni corsi sui pianeti durante i miei studi per diventare geologa - racconta - e per la tesi all’università di Chieti-Pescara ho analizzato alcune morfologie terrestri paragonabili a strutture riconosciute sul pianeta Marte». Dalla laurea al dottorato il passo è stato breve: «Ho vinto il concorso e mi sono dedicata alla missione spaziale Exomars 2016». Missione che costituisce il primo tassello del programma Aurora, istituito nel 2001 dall’ESA e dall’European Reserarch Council per pianificare la strategia europea dell’esplorazione spaziale umana e robotica su Marte. «I principali obiettivi scientifici del programma Exomars - spiega Francesca - sono la ricerca di tracce di vita passata e presente sul pianeta, la sua caratterizzazione geochimica, geofisica e geologica e l’individuazione di possibili rischi per le future missioni dell’uomo su Marte». «Gli obiettivi tecnologici - aggiunge - consistono prevalentemente nella validazione di tecnologie chiave per l’esplorazione planetaria come il sistema di ingresso in atmosfera, di discesa e di atterraggio per la missione del 2016 e la mobilità in superficie del rover per la 2018». Gli occhi sono dunque puntati alle due fasi della missione, la prima a gennaio 2016 quando una sonda resterà nell’orbita di Marte per verificare la presenza di metano e altri gas presenti nell’atmosfera possibili indizi di una presenza di vita attiva - mentre un modulo con la stazione meteo “Dreams” e altri strumenti atterrerà sul pianeta. Il secondo step invece è fissato tra poco più di tre anni, quando su Marte sarà portato un rover che ne analizzerà il suolo. Diversi i partner italiani che lavorano al progetto e «dobbiamo esserne fieri» commenta orgogliosa Francesca prima di darci altre notizie su questo pianeta che da secoli affascina l’uomo: «Grazie alle missioni che si sono succedute 31 Il futuro è adesso > Francesca Cannarsa e il progetto “ExoMars 2016” a partire dal primo passaggio vicino al pianeta del Mariner 4 della NASA nel 1964 e nel 1971 con le missioni russe Mars 2 e Mars 3 fino all’ultima importante missione Mars Science Laboratory e il Rover Curiosity atterrato il 6 agosto 2012, oggi possiamo osservare le morfologie di Marte. Ci Le condizioni attuali del pianeta non sono paragonabili a quelle terrestri, ma si può sognare ...e poi chissà sono grandi apparati vulcanici tra cui il più elevato Olympus Mons alto circa 25 chilometri». «Su Marte - aggiunge - c’è poi un importante sistema di canyons nella zona equatoriale Valles Marineris lungo circa cinquemila chilometri. È il più grande del sistema solare». Tante le differenze con la nostra Terra: «Le condizioni attuali del pianeta non sono paragonabili sicuramente a quelle terrestri, basta immaginare che la gravità è pari a un terzo rispetto alla nostra, l’atmosfera è limitata e non si osserva l’acqua in superficie. La superficie è inoltre fortemente craterizzata e mancano i movimenti tettonici che nel nostro pianeta sono causa di attività sismica e orogenesi. Inoltre Marte ha due satelliti naturali e non uno, Fobos e Deimos». Impossibile pensare al pianeta rosso come alla nuova “terra promessa”? Francesca Cannarsa per ora resta con “i piedi per terra” ma una speranza la lascia aperta: «Siamo molto diversi, è vero … ma si può sognare e poi chissà». 32 BUS CHE PASSIONE Baltour, l’attenzione al cliente alla base degli investimenti in tecnologia e qualità Nuovi autobus, nuove linee, bigliettazione elettronica, integrazione con altri servizi di mobilità, soluzioni per ridurre l’inquinamento, formazione del personale. La costante attenzione che Baltour riserva alle esigenze dei propri clienti è visibile nei progetti che, di recente, sono valsi all’azienda l’attribuzione del prestigioso premio “Smart Move” promosso dall’Anav Confindustria (Associazione nazionale autotrasporto viaggiatori). Baltour si è aggiudicata il primo premio nella categoria “Autolinee” per i progetti di miglioramento della qualità del servizio. I riconoscimenti sono stati assegnati da una giuria di esperti guidata dal presidente Enrico Finocchi, direttore generale per il trasporto stradale e l’intermodalità del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, e consegnati dal presidente na- zionale dell’Anav Nicola Biscotti. Baltour ha vinto il primo premio, così si legge nella motivazione, “per la realizzazione di un progetto esemplare di mobilità collettiva accessibile e sostenibile… una delle esperienze migliori di mobilità collettiva nel settore del trasporto con autobus sulle lunghe distanze”. IL SISTEMA INFORMATICO Il sistema informatico di Baltour , già predisposto per una gestione flessibile delle tariffe e delle offerte low cost, punta ora alla gestione automatizzata ed in tempo reale della tariffazione riferita al singolo posto di ciascuna singola corsa. Sono così possibili sia il check-in in tempo reale sia la vendita dei biglietti con la formula “ticketless”, formula che presto sarà estesa e generalizzata anche per le modalità di vendita tradizionali ed on-line. Baltour è anche in grado di instaurare un collegamento diretto e riservato con SISAL, con cui è assicurata la vendita dei biglietti nelle circa 40.000 ricevitorie in ogni angolo d’Italia e la commercializzazione incrociata con i principali vettori europei (appartenenti al circuito Eurolines, di cui è proprietario Baltour, e non solo) tale da dare al cliente italiano la possibilità di effettuare il viaggio, ad esempio, non solo da Roma a Parigi, ma da qui poter proseguire in modo preordinato, prepagato, organizzato ed assistito per Rennes, Bordeux, Rouen, Orleans, Londra o in decine di altre destinazioni mediante il coordinamento dei servizi locali. Il sistema adottato da Baltlour consente di gestire 33 BUS CHE PASSIONE in modo automatizzato una rete di biglietterie e di agenzie che supera i 4.500 punti vendita in ogni parte d’Italia. SERVIZI AI PASSEGGERI Non solo i siti aziendali del gruppo (www.baltour.it, www.eurolines.it) tradotti in ben 9 lingue o il wi-fi gratuito a bordo a testimoniare la costante attenzione di Baltour ai propri clienti, ma anche numerosi altri servizi che, giorno dopo giorno, vengono introdotti di pari passo con l’evoluzione delle tecnologie e l’attuazione dei programmi di custode care. Dal servizio di assistenza telefonica agli utenti , operativo per qualsiasi necessità della clientela tutti i giorni dalle ore 5,45 alle ore 20,00, (con servizio di “help” per problemi di esercizio anche nelle ore notturne) agli sms inviati in caso di ritardo della singola corsa superiore ai 15 minuti a tutti i clienti; dai punti vendita ed assistenza a gestione diretta nelle principali città alla Baltour Card che, al costo assai contenuto (per gli studenti solo euro 10 per un anno di 34 validità), dà diritto ad acquistare un numero “storico” con Trenitalia che prevede l’orgaillimitato di biglietti con lo sconto dal 15 al 33 nizzazione di servizi in coincidenza autobus%. Baltour è la prima azienda italiana di au- treno presso Roma-Tiburtina con emissione da tolinee ad aver introdotto la tariffa low cost ad parte sia di Baltour sia di Trenitalia di un bi1 euro, anche su tratte di lunghissima percor- glietto integrato con tariffa speciale scontata del 20% su entrambe le tratte. renza (per esempio Roma - Torino). LA BIGLIETTAZIONE ELETTRONICA L’intera bigliettazione dei servizi Baltour è informatizzata, mediante il sistema di nostra proprietà e le varie applicazioni ad esso connesse. Il check-in avviene mediante riconoscimento del QR code stampato sul biglietto o riportato nel display del telefonino del passeggero, rendendo superfluo il biglietto cartaceo che viene così sostituito da un sms al cliente. INTEGRAZIONE CON ALTRI SERVIZI DI MOBILITÀ Baltour ha realizzato, unica azienda fra i vettori automobilistici del settore, un accordo PROGRAMMI PER RIDUZIONE INQUINAMENTO Nel programma di costante rinnovo del parco automezzi, Baltour di recente ha acquistato 25 nuovi veicoli Neoplan Euro 6, mezzi che si pongono al primo posto per ciò che riguarda i criteri europei per la riduzione dell’inquinamento. Il restante parco veicoli, che ha un’anzianità media di due anni ed un’anzianità massima di quattro anni, è di categoria EEV , vale a dire superiore all’Euro 5. BUS CHE PASSIONE Il comfort che ti fa sentire a casa anche quando sei in viaggio di Alessandro Smania (*) Sempre più il trasporto in autobus soddisfa le esigenze della mobilità moderna. Frequenza delle corse, capillarità delle destinazioni, flessibilità delle proposte e costo del biglietto rappresentano ormai un plus rispetto a molte altre alternative per muoversi. A fronte di questi vantaggi non è venuto meno il fattore comfort che anzi si è ulteriormente rafforzato grazie sia allo sviluppo tecnico dei mezzi sia all’abbondante applicazione di soluzioni tecnologiche per la mobilità. A bordo di un autobus, oggi è possibile sentirsi a proprio agio fin dal primo momento. Merito innanzi tutto dell’abitacolo, generoso nelle dimensioni ma soprattutto accogliente grazie ad un perfetto mix di colori e materiali. Gli ampi spazi a disposizione sia per i bagagli personali che per la seduta rendono meno pesanti anche i viaggi più lunghi. E questo è merito soprattutto della selleria sempre più evoluta: forme ergonomiche e materiali pregiati permettono al viaggiatore di rilassarsi e di gustare tutto il piacere del viaggio. Per soddisfare anche i passeggeri più esigenti, per ogni posto sono disponibili poggiapiedi, tavolini ribaltabili, retine porta riviste e moderni service set con cui è possibile personalizzare a piacimento l’illuminazione, la ventilazione ed il tipo di intrattenimento. Non importa poi quale tempo ci sia fuori: a bordo c’è sempre * Direttore Marketing & Comunicazione MAN Truck & Bus Italia la temperatura ottimale in ogni stagione. A questo contribuisce, oltre al riscaldamento a convettori per la stagione fredda, anche un potente climatizzatore che risulta efficace anche nelle giornate estive più afose. Anche i più moderni sistemi di intrattenimento contribuiscono a creare una piacevole atmosfera. Che si tratti di musica in sottofondo, di un film o di una trasmissione televisiva, non c’è che l’imbarazzo della scelta. E grazie al wi-fi, anche restare online durante tutto il viaggio non è più un problema potendo dunque condividere con gli amici la propria esperienza di viaggio. Da non sottovalutare infine il comfort acustico a bordo di un autobus. Studi scientifici dimostrano che il range ottimale per il rumore in un mezzo di trasporto va dai 65 ai 75 dB(A). Tale intervallo offre garanzie per il conseguimento del comfort di viaggio proprio perché è stato definito a partire dalle attitudini stesse del passeggero: parlare, ascoltare musica, interagire con i vari sistemi di bordo. A velocità di crociera, un autobus turistico registra valori di rumorosità tra i 65 e i 70 decibel a seconda della posizione anteriore, centrale o posteriore. Un intervallo ampiamente sotto i limiti massimi indicati dallo studio e assolutamente più confortevole di altri mezzi di trasporto. Anche questo aspetto rende il viaggio in autobus una delle migliori soluzioni per muoversi. 35 PayPal è il metodo semplice, rapido e sicuro per pagare e farsi pagare online, anche attraverso dispositivi mobili. Il servizio consente di inviare denaro senza condividere i propri dati finanziari e offre la flessibilità di pagare tramite conto corrente, carta di credito o finanziamento promozionale. 143 milioni di persone usano già PayPal in 193 Paesi. Con PayPal puoi comprare il tuo biglietto online quando vuoi, dove vuoi e in tutta sicurezza. Come funziona? • Apri un conto PayPal gratuitamente su www.paypal.it. • Colleghi una carta al conto PayPal o lo ricarichi tramite bonifico bancario. • Al momento di pagare, selezioni PayPal. • Completi il pagamento su una pagina sicura, senza digitare il numero di carta. I tuoi dati sono protetti sui server sicuri PayPal e non vengono comunicati ai venditori. Perché scegliere PayPal per prenotare il tuo viaggio? 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