Break n°3 - gennaio / aprile 2015

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Break n°3 - gennaio / aprile 2015
N. 3 – GENNAIO/APRILE 2015
■Mete da Scoprire
Pisa, la città oltre la Torre
Barcellona, movida e voglia
di cultura
■Personaggi
Debora Garetto
Giuliano Noci
■Arte Italia
La “Transavanguardia”
di Mimmo Paladino
■Archeologia
La casa di Augusto torna
a svelare i suoi segreti
■Ricette “glocali”
Salvia e pomodori in terrazza,
l’orto si fa a casa
■Il futuro è adesso
Una geologa italiana
in “missione” su Marte
C’È UNA NUOVA
MILANO “DA BERE”
BREAK RIVISTA DI BORDO
N. 3 - GENNAIO/APRILE 2015
Direttore responsabile
NICOLA CATENARO
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tutti i diritti sono riservati.
Sommario
Mete da Scoprire
C’è una nuova Milano “da bere”
6
Pisa, la città oltre la Torre
10
Barcellona, movida e voglia di cultura
12
Il Personaggio
Intervista a Debora Garetto:
Portalupi, se la crisi diventa una storia di successo
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Intervista a Giuliano Noci:
Politecnico di Milano, l’ateneo che parla al mondo
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Arte Italia
La “Transavanguardia” di Mimmo Paladino
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A Vicenza la notte illumina l’arte
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Archeologia
La Casa di Augusto torna a svelare i suoi segreti
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Ricette “glocali”
Salvia e pomodori in terrazza, l’orto si fa in casa
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Moda & Tendenze
Leggera e “trasparente”, la donna del 2015
27
E l’uomo per la primavera si veste a “righe”
28
Mondo Tecnologico
Apple vs Android, la “disfida” dei cellulari 29
La casa del futuro è “green” e anche un po’ autarchica 30
Il futuro è adesso
Francesca Cannarsa e il progetto “ExoMars 2016”
Una geologa italiana in “missione” su Marte
31
Bus che Passione
Baltour, l’attenzione al cliente
33
Il comfort che ti fa sentire a casa
35
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Cari giovani, siate
preparati e viaggiate!
L’intervento
Ringrazio la rivista Break che mi
ospita e saluto i tantissimi giovani
che scelgono di viaggiare. Mi sono
informata: sono soprattutto i giovani
ad utilizzare gli autobus della Baltour
Eurolines: in media la clientela che
maggiormente vi ricorre si concentra
nella fascia di età tra i 18 e i 35
anni; il 60 per cento è rappresentato da donne. Il viaggio è vacanza
e svago, come è giusto che sia, ma
è anche conoscenza, occasione di
studio o di lavoro, scambio di esperienze, coraggio di affrontare l’ignoto.
I ragazzi e le ragazze di oggi cominciano a viaggiare molto presto, ed
è una grande fortuna: le esperienze
all’estero entrano nei curricula degli
studenti, qualificando i percorsi universitari e favorendo l’ingresso nel
mondo del lavoro. Come europarlamentare (anche piuttosto giovane),
quindi come esponente politico che
vede nelle istituzioni europee la
sede ideale per offrire opportunità
agli Italiani, non posso che guardare
con soddisfazione al crescente entusiasmo dei giovani e delle loro famiglie per i viaggi. Le politiche giovanili europee sono incentrate sull’interscambio culturale e meritano di
essere comunicate con maggiore
convinzione. Il Portale europeo per i
giovani è una piattaforma di informazioni utilissima per i giovani che vivono, studiano o lavorano in Europa.
Le informazioni sono organizzate per
temi, per esempio istruzione e formazione, creatività e cultura. Tra i
4
temi di maggiore interesse, quello
dell’occupazione. Lo sapevate che in
Europa, dove pure il tasso di disoccupazione giovanile è elevato, quasi
la metà delle persone che hanno trovato lavoro negli ultimi anni aveva
tra 19 e 29 anni? Pensate all’importanza di uno strumento come Eures,
il portale europeo della mobilità professionale, che raccoglie oltre 5 mila
uffici pubblici per l’occupazione di
tutta Europa, mettendo in contatto
persone in cerca di impiego e datori
lavoro e offrendo servizi di sostegno
attivo. Insomma, cari amici e care
amiche, la chiave per realizzare i propri sogni oggi è quella di essere preparati, di informarsi e naturalmente
di viaggiare. Sono disponibile attraverso i miei uffici al Parlamento
europeo per qualsiasi domanda vogliate rivolgermi. Non arrendetevi,
abbiate fiducia e continuate a viaggiare. Congratulazioni alla Baltour
Eurolines per i suoi servizi e per essere promotrice di nuove scoperte.
Buon viaggio a tutti!
on. Lara Comi
Europarlamentare gruppo PPE
L’Italia torni a creare
ricchezza
L’editoriale
Il sistema Italia ha ormai l’assoluta urgenza di essere riformato.
Questo concetto viene fatto proprio da tutte le componenti politiche ed economiche del Paese.
Tutti sono convinti della suddetta
necessità ma ogni qualvolta si
dà avvio al percorso riformatore,
i “soggetti” destinatari dei provvedimenti si coalizzano per fermare
i processi.
Prendiamo a riferimento la riforma
costituzionale. Una carta costitutiva di grandissimo valore sui principi ma assolutamente farraginosa
nelle procedure. Poteva andar
bene nel 1948 quando il mondo
viaggiava ancora con i treni a vapore; per andare nelle Americhe si
viaggiava con i transatlantici e si
impiegavano settimane.
Nell’era di internet dove le decisioni e le informazioni sono veloci,
fulminee, il nostro sistema costituzionale non risulta idoneo a tale
cambiamento e quindi va rapidamente adeguato.
Il sistema burocratico della
Pubblica Amministrazione, nel
quale operano anche valenti
Dirigenti, è purtroppo ingolfato
dalla presenza di procedure articolate, a volte paralizzanti, che
ne rallentano le procedure fino
all’immobilismo.
Il mondo dell’economia ha necessità anch’esso di rapidità e soprattutto di avere gli strumenti per poter competere nei mercati sempre
più globali.
Le nostre regole sono ancora legate ad ambiti ristretti che non tengono conto delle evoluzioni che negli ultimi anni si sono susseguite.
In questa fase storica, abbiamo
la necessità di tornare ad essere
quel’Italia intraprendente che ci ha
fatto grandi e ci ha consentito di
entrare nel novero dei Paesi più industrializzati al mondo.
Scrolliamoci di dosso tutte le incrostazioni che negli ultimi decenni
ci si sono avvinghiate attorno, molliamo le zavorre, torniamo a creare
ricchezza e solo dopo averla creata apriamo il dibattito su come
distribuirla.
Buon Viaggio.
Agostino Ballone
Presidente e CEO Gruppo Baltour
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C’è una nuova Milano
“da bere”
Mete da Scoprire
I Navigli
Nei vanitosi e mondani anni
Ottanta era il cliché per antonomasia, nell’anno dell’Expo è uno
dei tanti simboli della città che
si prepara ad essere centro pulsante del pianeta. È la “Milano da
bere”, orgoglio e cruccio dei meneghini, motivo d’ammirazione
e a volte invidia per il resto del
Bel Paese. Era il 1985 quando il
celebre slogan fu lanciato tramutandosi in breve tempo in fenomeno di costume e stile di vita. A
trent’anni esatti da quella data, i
luoghi cult della “Milano da bere”
sono in parte rimasti gli stessi,
in parte sono cambiati seguendo
mode influenzate da nuove tendenze, dall’avvento di internet e
dell’era social. Un rito che non
accenna mai a passar di moda
è l’aperitivo milanese. Risale
agli anni Venti, quand’era già
d’uso nel capoluogo lombardo
stare insieme prima di cena per
bere un bicchiere di vino o l’ormai arcinoto Spritz, magari al
“Camparino” in Galleria Vittorio
Emanuele dov’è praticamente
nato l’aperitivo meneghino. Oggi
ha un po’ ceduto il passo ai più
moderni “Happy hour”, quel che
è certo è che dopo una giornata
di lavoro o prima di una serata a
teatro o in disco, per i milanesi
l’appuntamento con “l’ape” resta
sempre lo stesso.
Per scoprire i luoghi della
“Milano da bere” è di rigore partire dai Navigli. Del resto per il
6
capoluogo lombardo sono un po’
come Trastevere per Roma e o la
Rive Gauche per Parigi. Di giorno
i Navigli sono patria di artisti, turisti e attività commerciali, men-
tre di sera (soprattutto nei week
end e d’estate) tutta l’area si
anima tra locali e pub dove bere
un cocktail e ascoltare musica
live oppure degustare un piatto
Mete da Scoprire > C’è una nuova Milano “da bere”
L’happy hour milanese offre occasioni imperdibili per stare insieme
della cucina lombarda nelle caratteristiche osterie della vecchia
Milano. E ancora, perché no, assistere a divertenti spettacoli di
cabaret in bar storici della zona o
scatenarsi al ritmo di suoni latini
o dance in discoteca.
Da un punto d’incontro ormai
classico a un altro diventato un
must soprattutto negli ultimi
anni: il quartiere Isola nell’area nord della città. Molto frequentato da giovani già a partire dall’happy hour, l’Isola offre
che locali particolari - di moda
adesso ci sono ad esempio le
atmosfere e il food scandinavo
anche per il classico “brunch”
domenicale - e luoghi d’incontro
per i tanti studenti che vivono in
questo distretto tra i più in movimenti della città.
Le Colonne di San Lorenzo restano un punto di riferimento
per tanti ragazzi milanesi. Per
chi cerca disco o locali glamour magari durante le fashion week o
la settimana del design - non c’è
che l’imbarazzo della scelta tra
la zona Garibaldi e corso Como,
o nella sempre trendy zona
Era il 1985 quando
Sempione. Ancora locali, anche
il celebre slogan fu lanciato
più tranquilli per un pubblico più
tramutandosi in breve tempo adulto, in Porta Romana mentre uno dei quartieri più escluin uno stile di vita
sivi della “Milano bene” resta
Brera, centro culturale e sin dagli anni ‘70-’80 ritrovo per artitanti posti dove poter bere una sti e personaggi più o meno noti
semplice birra o un calice di vino, della città. Suggestivo passegmangiare in ristoranti etnici o giare per le vie di Brera d’estate,
passare una classica serata tra quando bar e locali turistici “tiamici al pub. Per gli intenditori, rano fuori” i tavolini per i tantisimperdibile una tappa al Blue simi visitatori che affollano tutta
Note, tempio del jazz dove hanno l’area. Sempre d’estate (ma un
suonato tantissimi artisti di fama po’ meno negli ultimi anni), ci
internazionale. Altra zona diven- si sposta infine in periferia al
tata piuttosto frequentata negli “mare di Milano”, l’Idroscalo che
ultimi anni è quella di Lambrate ospita ancora discoteche, birree Città Studi. Enoteche (tra le rie e locali all’aperto con concerti
più antiche della città) e birrerie ed eventi davvero per tutti i gusti.
popolano il quartiere, con pub in perfetto stile inglese ma an-
Collegamenti giornalieri
BALTOUR per MILANO:
•dalla Sicilia
due partenze giornaliere da
Palermo, Messina, Catania;
una partenza giornaliera da
Siracusa, Palermo, Agrigento,
Canicatti, Caltanissetta, Enna,
Bassa, Gela, Modica, Ragusa,
Comiso, Lentini, Catania, Messina
•dalla Calabria
tre partenze a settimana
•dalla Campania quattro partenze
di cui tre giornaliere e una
due volte a settimana
•dall’Abruzzo
tre partenze giornaliere
•da Roma cinque partenze
di cui quattro giornaliere
e una tre volte a settimana
•dall’Umbria
una partenza giornaliera
•dalle Marche
tre partenze giornaliere
•dalla Toscana sei partenze
di cui quattro giornaliere, una
tre volte a settimana e una
due volte a settimana
•dall’Emilia Romagna cinque
partenze di cui tre giornaliere, una quattro volte a settimana
e una tre volte a settimana
•dal Veneto una partenza giornaliera
e una quattro volte a settimana
•dal Piemonte
due partenze giornaliere
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Mete da Scoprire > C’è una nuova Milano “da bere”
E ORA TRA LE NUOVE
TENDENZE SPUNTA IL
“CUOCO A DOMICILIO”
Milano si sa, è una città che
non si ferma mai. Dinamico
e innovativo su ogni fronte, il
capoluogo lombardo è sempre pronto a lanciare nuove
tendenze al pari delle altri
grandi metropoli d’Europa.
Per restare nel tema della
“Milano da bere”, ecco alcune
delle ultime mode in voga nel
capoluogo meneghino. Sarà
anche per colpa della crisi,
ma tra le nuove usanze (non
solo milanesi a dire il vero)
c’è quella del cuoco a domicilio, chef di tutto rispetto
che - dall’antipasto al dolce
- è a disposizione di chi vuole
preparare brunch, pranzi e
cene in casa per familiari e
amici. Tanti ormai i siti che
promuovono questo servizio
in modi più o meno originali
e sfiziosi. Altrettanto particolare è l’idea dell’ “enoteca
itinerante”, “Caràvin Street
Wine”, che promuove la cultura del vino “on the road” (il
nome deriva dal carrello a
rimorchio ossia il “caravan
a vino” per spostarsi nella
città) puntando in particolare
sulle etichette di giovani produttori under 35. Infine, non
meno originale, il “Birriciclo”,
il ciclo-pub a pedali che si
sposta per la città sulla scia
del più che eloquente motto
«Hai voluto da bere? Adesso
pedala». Il tutto nel pieno rispetto dell’ambiente e dell’attività fisica, ma soprattutto
della sicurezza sulla strada
visto che mentre i “passeggeri” si godono una dissetante “bionda”, il driver deve
restar sobrio come recita la
maglietta che indosserà, «Io
guido, non bevo».
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Mete da Scoprire > C’è una nuova Milano “da bere”
Napoli sotterranea
Milano si prepara per l’Expo, l’Esposizione Universale
LA GRANDE ATTESA DELL’EXPO, L’EVENTO UNIVERSALE
Quasi duecento giorni di eventi, oltre venti milioni di visitatori attesi e più di 130 Paesi partecipanti
ospitati nel sito espositivo da un milione di metri quadrati. Milano si prepara all’Expo e lo fa con alcuni
numeri che danno il senso di quello che sarà per la città e per l’Italia intera l’Esposizione Universale
in programma dal 1° maggio al 31 ottobre 2015. Per sei mesi il capoluogo lombardo si farà capitale
e porterà all’attenzione internazionale - con un concetto tutto nuovo di Esposizione universale - il
tema quanto mai decisivo per il futuro “Nutrire il Pianeta, Energia per la Vita”. Non una semplice rassegna espositiva insomma, ma un contributo profondo e globale al dibattito sul cibo con un focus su
agricoltura sostenibile e alimentazione a livello planetario. Per capire attese e premesse dell’Expo
2015 basta seguire il progetto in progress del sito espositivo, delle aree tematiche e degli eventi a
cui si prepara la città.
Architetti internazionali come Stefano Boeri, Jacques Herzog e Ricky Burdett sono la “mente” del
grandioso sito che si svilupperà su due assi ortogonali richiamando il Cardo e il Decumano della
città romana, impreziosito da uno straordinario paesaggio che rievoca un’isola circondata d’acqua.
Grandiosi i quattro spazi “cardine”, dalla Lake Arena - bacino d’acqua circondato da gradinate per
tremila spettatori e tutto intorno una piazza da 28mila metri quadrati capace di accogliere ventimila
persone - all’Open Air Theater che ospiterà fino a undicimila visitatori in occasione di cerimonie ufficiali, concerti e spettacoli teatrali.
Ancora, l’Expo Centre e la Collina Mediterranea che riprodurrà vegetazioni e colture dell’ecosistema
mediterraneo e, con i suoi 12 metri, sarà il punto più suggestivo e panoramico dell’area espositiva.
Sotto i riflettori il Padiglione Italia dove il Bel Paese metterà in mostra il suo bagaglio fatto di eccellenze e tradizioni legate al cibo. Ma tutto il pianeta parteciperà a quest’evento collettivo nei propri
padiglioni (alcune presentazioni sono in corso ormai da mesi in città) con esposizioni, laboratori e
convegni dal respiro internazionale irripetibile. A completare l’Expo, le grandi mostre e rassegne d’arte
- tra queste quella dedicata a Leonardo a Palazzo Reale - che animeranno i 184 giorni dell’Expo, con
la città che inevitabilmente si trasformerà in uno straordinario “melting pot” di culture e identità diverse. Il conto alla rovescia è insomma iniziato, Milano, l’Italia, il mondo intero sono pronti all’Esposizione Universale.
9
Pisa, la città oltre
la Torre
Mete da Scoprire
Vivere e scoprire Pisa oltre la
Torre. Il legame tra l’antica repubblica marinara e il suo monumento simbolo appare inscindi-
È il celebre Campanile
pendente ad averla resa
tra le mete italiane più
visitate di tutto il mondo
bile. È il celebre Campanile pendente ad averla resa tra le mete
italiane più visitate di tutto il
mondo. Eppure, al di là dell’impo-
nente torre religiosa nella piazza
del Duomo, la città toscana sa
come affascinare svelando pian
piano, come in uno scrigno di tesori, i suoi luoghi e spazi più preziosi: dalle piazze medievali alle
chiese romaniche, dai palazzi
d’epoca granducale ai suggestivi
Lungarni che ispirarono poeti e
scrittori come Byron e D’Annunzio,
Leopardi e Montesquieu per citarne solo alcuni. Il cuore di questo scrigno resta la piazza del
Duomo o “dei Miracoli”, inserita
di diritto tra i patrimoni dell’Umanità dall’Unesco. Stupisce la bellezza di quest’unicum: il candore
marmoreo dei monumenti fa da
contraltare al verde vivo del tappeto d’erba su cui si ergono.
Capolavoro assoluto dell’architettura romanico-pisana è la
Cattedrale iniziata nel 1063, dello
stesso pregio è il Battistero (XIIXIII sec.) con il pulpito in marmo di
Nicola Pisano scolpito con scene
della vita di Cristo. Ancora, imperdibile la visita al museo delle
Sinopie che custodisce i disegni
preparatori degli affreschi del
Camposanto monumentale e del
museo dell’Opera con una ricca
collezione di sculture, pitture e reliquiari antichi.
A pochi minuti dalla Torre si
apre la rinascimentale Piazza
Piazza dei Miracoli
Collegamenti giornalieri
BALTOUR per PISA:
• dalla Sicilia
una partenza giornaliera da
Siracusa - Palermo - Agrigento
Canicatti - Caltanissetta - Enna
Bassa - Gela - Modica - Ragusa
Comiso - Lentini - Catania - Giardini
Messina
• dalla Puglia due partenze giornaliere
• dalla Campania due partenze di cui una giornaliera e una due volte a settimana
• dall’Abruzzo due partenze giornaliere
• dalle Marche una partenza giornaliera
10
Mete da Scoprire > Pisa, la città oltre la Torre
I suoi luoghi più preziosi:
piazze medievali e chiese
romaniche, i palazzi d’epoca
granducale...
dei Cavalieri con i più importanti
palazzi e chiese della Pisa granducale. Su tutti il Palazzo dei
Cavalieri con la sua maestosa
facciata. Tra i quartieri del centro storico si respira invece l’aria
della città medievale, a iniziare
dalla strada di Borgo Stretto che
univa i due ponti di passaggio sui
corsi d’acqua Auser (oggi Serchio)
a nord, e l’Arno a sud.
Tappa imperdibile per chi visita
Pisa sono i Lungarni, ricchi di
tracce del glorioso passato pisano oltre che scenario di eventi
suggestivi come la Notte di San
Ranieri (il 16 giugno in onore del
patrono), la Regata di San Ranieri
e il Gioco del Ponte. I Lungarni
sono il luogo perfetto per scoprire
il “cuore” profondo di Pisa, spettacolari e unici di notte quando le
luci dei lampioni e degli edifici si
specchiano nel fiume illuminando
la città. “NORMALE” È IL CUORE PULSANTE DEL CAPOLUOGO
Da oltre 200 anni è il cuore pulsante e dinamico della cultura della città. La
Normale di Pisa, luogo d’eccellenza per la formazione di allievi italiani e non
solo, ha conservato nel tempo il suo ruolo di prestigio che la pone tra i pochi
atenei italiani presenti nelle classifiche internazionali delle migliori università al
mondo. Ultimo tassello di questa lunga storia, la fusione nel 2013 con l’Istituto
di Scienze Umane di Firenze. Vivere e studiare alla Normale, per i “normalisti” è
però un’esperienza non solo formativa, ma anche di crescita personale e condivisione di un percorso fatto di riti e tradizioni consolidate. Tra le più particolari, c’è
ad esempio quella dell’elezione dei ministri che annualmente si devono occupare
dell’organizzazione di tutti gli eventi e le attività del dicastero assegnato: dalla
musica allo sport, fino al ministero dei giornali e delle attività culturali. Senza
“portafoglio” è il ministro della mensa che dovrà curare i menu della Scuola, “testando” anche la soddisfazione degli allievi. E infine c’è il ministero della Festa,
quello che dopo i sospirati esami della sessione estiva, dovrà gestire la “festa
di fine anno”, l’evento più mondano di tutto l’anno dei normalisti.
La Scuola Normale Superiore di Pisa
IL “SELFIE” IMPAZZA DAVANTI
AL MONUMENTO
C’è chi prova a “raddrizzarla” con un dito, chi si esibisce
in salti e voli da equilibrista al suo cospetto e chi invece
s’accontenta di un più rassicurante selfie ai suoi piedi.
Non c’è insomma turista o visitatore che resista a immortalarsi con la Torre e a sfidare ogni regola della prospettiva
o giocare con la strana pendenza del Campanile, ormai
metafora universale dell’”essere sospeso”. L’originale fenomeno ha reso ancor più celebre il luogo simbolo della
città (entrato di diritto tra i monumenti più fotografati al
mondo) ed è anche diventato oggetto di un vero e proprio
progetto di antropologia sociale, “Save the Torre”, tutto
dedicato all’originale moda dei “selfisti della Torre”.
Un’immagine da “Savethetorre”, un progetto di Chiara Tarfano.
Foto di Chiara Tarfano, logo di Benedetta Bartolucci
11
Barcellona, movida
e voglia di cultura
Mete da Scoprire
Tra le grandi città europee è da
sempre tra le più moderne e cosmopolite, metropoli legata alla
sua identità più profonda ma
con uno sguardo costantemente
aperto al futuro. Per tutto questo Barcellona ogni anno è la
mèta prediletta di milioni di turi-
È da sempre tra le più
moderne e cosmopolite,
metropoli legata alla sua
identità più profonda ma con
uno sguardo aperto al futuro
sti e, tra loro, tanti giovani che
scelgono la capitale catalana per
vivere vacanze all’insegna della
“movida” senza dimenticare arte
e storia. Cultura e divertimento
convivono infatti alla perfezione
nella seconda città di Spagna: accanto a monumenti e musei (su
tutti quello dedicato a Picasso, il
Museo marittimo e il Museo di
Historia de la Ciutat de Barcelona)
Sagrada Familia
trovano spazio le discoteche più
trendy d’Europa così come vivaci
ristoranti e bar del “Barrio Gotico” stici bar all’aperto che animano il prattutto d’estate da turisti prodove gustare le immancabili ta- Porto Vecchio.
venienti da tutto il mondo. Dalla
pas. E ancora coctelerías e xam- Tappa imperdibile delle notti bar- “vida loca” ai luoghi della cultura
panyerias (locali che servono sol- cellonesi sono però le vicine catalana, Barcellona ha tantistanto la cava Catalana, un tipico spiagge, su tutte la famosissima simo da offrire anche ai più giovino effervescente) o i caratteri- Barceloneta presa d’assalto so- vani: tutti restano affascinati dagli
12
Mete da Scoprire > Barcellona, movida e voglia di cultura
Pedrera) e la Casa Vicens.
Imperdibile
la passeggiata sul
I più giovani restano
suggestivo viale alberato della
affascinati dagli storici
“Rambla”, altro centro della “movida” barcellonese. Tante sono
edifici del “Barrio Gotico”,
poi le rassegne dedicate a mucome dalle sorprendenti
sica, cinema, danza e altre forme
d’arte: dal Bam (Barcellona Azione
architetture di Gaudì
Musicale) al Sonar (Festival
Internazionale di Musica Avanzata
storici edifici del “Barrio Gotico”, e Arte Multimediale) fino al festicosì come dalle sorprendenti ar- val di Arte Contemporanea, per cichitetture di Gaudì, espressioni tarne solo alcuni. E infine un conpulsanti del “modernismo ca- siglio anche ai giovani fanatici del
talano” dichiarate Patrimonio “fútbol”: se siete a Barcellona e
dell’Umanità dall’Unesco. Si va amate la “Liga”, non perdete l’ocdall’incompiuta Sagrada Familia casione di tifare i “blaugrana” al
al Parco Güell, fino alle vivaci mitico Camp Nou.
Casa Batlló, Casa Milà (detta La
I LUOGHI PIÙ VISITATI DAGLI
ITALIANI
E i turisti italiani cosa visitano
quando sono in vacanza nella
“Ciudad Condal”, la Città dei Conti
com’è anche soprannominata
Barcellona? Secondo un sondaggio
realizzato da un noto sito turistico
del centro catalano al primo posto e non poteva essere altrimenti - c’è
la Sagrada Familia con il 14% delle
preferenze, seguita da Parc Güell,
Casa Batlló e altre opere di Gaudì.
Nel complesso, le architetture
dell’artista raccolgono ben il 42%
del gradimento dei turisti italiani.
E C’È CHI LA SCEGLIE PER FUGGIRE
Da sempre Barcellona è anche una delle città europee favorite dai giovani (e non
solo) italiani a caccia di nuove opportunità di studio e lavoro all’estero. Lo era
prima della crisi che ha investito la Spagna e lo è ancora oggi, in questa difficile ma vitale fase di rilancio economico del Paese iberico. Architettura e design,
arte e turismo, tradizione e innovazione fanno insomma della capitale catalana
uno dei centri più attrattivi per i “nostri” ragazzi. Ad accoglierli, trovano infatti un
ecosistema dinamico che fa leva sull’eccellenza universitaria (ben otto atenei)
e su un tessuto imprenditoriale giovane (l’età media della popolazione è poco
sopra i 30 anni) e dinamico. Un progetto su tutti, la nascita di un nuovo distretto
nel cuore della città - 22@Barcelona - interamente dedicato all’innovazione. Sugli
oltre 21mila studenti stranieri che arrivano ogni anno
Casa Milà
nelle università catalane
(siamo nella sesta regione
europea per universitari
internazionali) la maggior
parte arriva proprio dall’Italia che surclassa le più
vicine Francia e Germania.
Non solo, quella italiana
ormai da anni è al primo
posto tra le comunità straniere più numerose, più di
22mila presenze, e il dato
è in costante aumento per
effetto della “nostra” crisi.
Collegamenti giornalieri
BALTOUR per BARCELLONA:
• da Napoli una partenza
tre volte a settimana
• da Roma una partenza
sei volte a settimana
• dalla Toscana una partenza
sei volte a settimana
• dall’Emilia Romagna una partenza
tre volte a settimana
• dal Veneto una partenza
tre volte a settimana
• da Torino una partenza
sei volte a settimana
• da Milano una partenza
sei volte a settimana
13
Portalupi, se la crisi
diventa una storia di
successo
Il Personaggio > Intervista a Debora Garetto
Dalla crisi profonda al successo
di una realtà imprenditoriale che
guarda al futuro con ottimismo
anche in tempi bui come quelli
che viviamo. È la storia della
Portalupi Salumi, dieci anni fa
sull’orlo del fallimento e oggi
caso eccellente dell’agroalimentare italiano. Break ha intervistato la protagonista di questa
sfida e la vera artefice del percorso di rinascita dell’azienda.
la mia avventura, senza sapere
di aziende o di salumi, concentrandomi sull’aspetto finanziario:
solo passi per quanto avevamo
lunga la gamba».
tanti esperti mi avevano consigliato di abbandonare e oggi racconto dieci anni di difficoltà superate e altra da superare».
Che percorso ha seguito prima di
Da dove ha iniziato il risanamento? mettersi alla guida di un’azienda?
«Ho indagato sul campo il nostro «Diplomata al liceo scientifico, mi
valore per il cliente, era inutile sono laureata per vocazione in
avere una produzione efficiente, Economia all’università di Torino,
ma senza mercato. Il 2006 è con 110 lode e menzione, parstato un anno durissimo anche lando fluentemente due lingue
straniere. Ho iniziato a lavorare in
Debora Garetto, la sua è una
una joint-venture di Montecarlo di
storia di successo: a 27 anni, si
una multinazionale inglese ope«Sentivo
che
l’azienda
era
legge sul sito de “Il Sole 24 Ore”,
rante nella consulenza bancaria,
ha preso in affitto un’azienda di vitale, gli operai conoscevano
ho seguito progetti in Croazia, in
salumi in fallimento in provincia
Turchia e Polonia e poi sono tordi Vercelli, l’ha ristrutturata e il mestiere, i clienti erano
nata in Italia dove ho iniziato a
l’ha rilanciata sul mercato. Come affezionati... Bisognava
lavorare in Portalupi, dovevo reha fatto?
starci poco tempo…».
«Ho preso in affitto la Portalupi mettere in ordine»
Salumi, storico salumificio della
Oggi la sua azienda che fattuValsessera, che trascinava uno
rato esprime e con quali clienti
stato di profonda crisi strate- per un’obbligata riduzione del si rapporta?
gica, prima che finanziaria da personale, non c’era abbastanza «Oggi abbiamo recuperato il fatanni: mancava una vera politica lavoro per tutti e a chiudere in turato che facevamo prima della
del personale, non c’erano nuovi tanti ho preferito, patendo, an- grossa crisi del 2005, circa 11
prodotti, le manutenzioni non dare avanti in pochi. Per rilanciare milioni di euro espressi in 29
erano programmate, era ridotta l’azienda sono stati fondamen- Paesi. Il nostri assortimento è
ad un colabrodo. Io però ho sen- tali un’ostinata determinazione molto ricco, e il mantenere antito che l’azienda era vitale, gli per fronteggiare tutti i problemi cora una mentalità artigianale
operai conoscevano il mestiere, inattesi e il buon senso, ma non ci permette grande flessibilità
i clienti erano affezionati al mar- quello comune, quello imprendi- e personalizzazioni: serviamo
chio e ai prodotti: bisognava met- toriale che vede opportunità dove dal soft discount alla gastronotere in ordine. Così ho iniziato gli altri vedono rischio e problemi, mia di alta gamma, dalla mensa
14
Il Personaggio > Intervista a Debora Garetto
tegie e sviluppare idee tamponiamo gli errori di dipendenti demotivati, sediamo negli uffici di
avvocati e tribunali, rispettiamo
tempi burocratici e ascoltiamo
consigli d’impresa da bancari,
sosteniamo con i nostri utili, e
anche con le perdite, i costi di
una pubblica amministrazione
allo sbando, impreparata e demotivata in troppi casi.
al resort cinque stelle lusso alle
Maldive, prodotti diversi per esigenze diverse, tutti senza allergeni o glutine, per mia orgogliosa scelta».
preparati e da un sistema bancario che rinnega il suo ruolo di
volano economico».
Non è certo tempo di bilanci per
lei, ma se tornasse indietro cosa
farebbe di diverso?
«Sarei molto più severa con i collaboratori, ho cercato di motivare tantissimo anche chi chiaramente non amava il suo lavoro e non s’impegnava, energie,
tempo e soldi sprecati. L’iPhone
in Italia non si sarebbe potuto
produrre mai».
Qual è il personaggio politico
«Abbiamo recuperato il
Risanamento dei conti, spenche ammira di più in Italia?
ding review, minore burocrazia, fatturato che facevamo prima «Io ammiro chi porta risultati e
minore pressione fiscale, cerin questi dieci anni ho visto solo
del 2005, circa 11 milioni di
tezza dei pagamenti da parte
Governi che aggravano i problemi.
della Pubblica Amministrazione. euro espressi in 29 Paesi»
Io ammiro molto alcuni amminiMa qual è secondo lei la vera ristratori locali, a partire dal sincetta perché le imprese possano
daco di Guardabosone che segue
uscire dalla crisi?
in prima persona le aziende e i
«Bisogna dare fiducia e rispetto Come giudica gli imprendi- problemi del territorio».
agli imprenditori, compiere scelte tori italiani?
legislative in quest’ottica. Da un «Gli imprenditori italiani non Con che occhi i ragazzi di oggi
lato gli imprenditori sono respon- hanno niente di meno rispetto devono guardare al futuro?
sabili dello sviluppo, del benes- ai colleghi stranieri, riusciamo a «Con gli occhi consapevoli di chi
sere, dell’innovazione, dell’etica fare impresa nella jungla che è vuole e se lo deve ricostruire».
del Paese e dall’altro sono inca- diventato il mercato italiano, ma
paci di scegliere i propri collabo- in una jungla non si possono sviratori, sono umiliati da una giu- luppare grandi animali, né grandi
stizia costosa, arzigogolata ed aziende, siamo condannati ad
inefficiente, da leggi ambigue e una dimensione medio piccola,
contradditorie, da burocrati im- perché invece di definire stra-
15
Politecnico di Milano,
l’ateneo che parla
al mondo
Il Personaggio > Intervista a Giuliano Noci Vicerettore dell’Università
Tra gli atenei tecnici è all’ottavo
posto in Europa e al 31esimo nel
mondo. Nel Vecchio Continente
solo Oxford e Cambridge fanno meglio quanto a qualità degli studenti
in uscita e più del 90% di chi si laurea qui trova lavoro nei primi quattro mesi dal titolo. Per i ranking internazionali è un autentico centro
d’eccellenza del sistema universitario italiano che - quando vuole non teme il confronto con le altre
realtà mondiali. Stiamo parlando
del Politecnico di Milano che, a
dispetto dei suoi centocinquanta
anni di storia (o forse proprio grazie al suo prestigioso passato), è
oggi università aperta alla cultura
globale e all’internazionalizzazione.
A presentarla a Break è il vicerettore Giuliano Noci.
Vicerettore, cosa spinge uno studente a iscriversi al Politecnico
di Milano?
«Il Politecnico ha tre ambiti di competenza: ingegneria con 27mila
iscritti, architettura che ne ha novemila e design con cinquemila
universitari. Da noi si laurea il 15%
16
degli ingegneri italiani, il 22% degli architetti e il 45% dei designer.
Il 25% degli studenti è straniero
Il Politecnico raccoglie dal mercato competitivo più di 130 milioni
di euro».
«È all’ottavo posto in Europa
e al 31esimo nel mondo.
Nel Vecchio Continente
solo Oxford e Cambridge
fanno meglio»
Chi può iscriversi al Politecnico?
L’università garantisce il libero
accesso agli studenti?
«Siamo un ente pubblico e quindi
seguiamo la normativa nazionale.
Ci sono numeri programmati, stabiliti e riconosciuti dal Ministero.
L’accesso è più selettivo per
Design perché lo impone la programmazione comunitaria».
e, tanto per dare un’idea, 900 Cosa pensa del numero chiuso?
vengono dalla Cina. Nel 2004 ab- «Avere il numero programmato è un
biamo varato una strategia forte- tema fondamentale. La coperta in
mente orientata all’internaziona- fondo è corta e gli studenti italiani
lizzazione e oggi il 90% dei corsi pagano poche tasse rispetto al resono in inglese al secondo livello sto del mondo. Se vogliono avere
della magistrale. È un fattore de- un servizio all’altezza, con i pochi
cisivo per la scelta del Politecnico, fondi pubblici disponibili, non si
così come i risultati nei ranking può fare diversamente. Già così
internazionali e il riconoscimento facciamo miracoli e siamo molto
nel mercato del lavoro. Il nostro oltre le medie internazionali».
approccio poi privilegia un modello
interdisciplinare e, altro elemento Quant’è importante la formafondamentale, c’è uno stretto rap- zione classica per chi sceglie
porto con il sistema delle imprese. il Politecnico?
Il Personaggio > Intervista a Giuliano Noci Vicerettore dell’Università
«La differenza non la fa la formazione classica o
scientifica, ma la persona e la motivazione che ha
nell’affrontare un percorso comunque impegnativo.
Per certi versi chi ha studi classici ne trarrà benefici
nel mondo del lavoro perché ha una preparazione
più rotonda. Chi si iscrive al Politecnico e ha questo
background solo all’inizio avrà “costi di set up” maggiori, ma nulla di più».
«La differenza non la fa la formazione
classica o scientifica, ma la persona
e la motivazione che ha
per un percorso impegnativo»
Chi si iscrive al Politecnico ha la possibilità di vivere in una sorta di campus all’americana?
«Non ci siamo arrivati per il solito problema dei fondi.
Il Politecnico, in autofinanziamento, ha costruito il
secondo campus di Milano e, dei sei che abbiamo, è
quello che ha un po’ il sapore americano ma non ha
strutture di intrattenimento e sportive come nei campus internazionali. Noi di sicuro ci caratterizziamo per
aule ed edifici all’avanguardia, molte residenze per
studenti dove siamo presenti. Le strutture sportive
però non riusciamo ancora ad integrarle. I nostri studenti, ci tengo a dirlo, esprimono comunque piena
soddisfazione per la vita universitaria al Politecnico».
Quant’è importante che l’università “parli” una lingua internazionale come l’inglese?
«Ritengo di sì, sempre più le imprese hanno attività
globali e gli studenti vivono in contesti multiculturali,
per cui è importante dar loro la possibilità di studiare
l’inglese e lavorare con colleghi di tutto il mondo».
Dove sceglierebbe di fare la sua prima esperienza
lavorativa se fosse un neo laureato?
«Se fossi un uomo d’impresa andrei in Cina.
Indipendentemente dalla crescita del mercato, tutte
le imprese sono là e c’è un’ energia positiva che
ricorda quella del boom industriale italiano. Per il
mondo della finanza, la mèta privilegiata invece è
senz’altro Londra».
17
La “Transavanguardia”
di Mimmo Paladino
Arte Italia
di Sergio Di Sabatino
Mimmo Paladino è tra i principali
esponenti della Transavanguardia,
movimento fondato da Achille
Bonito Oliva nel 1980. Autore
del celebre dipinto “Silenzioso,
mi ritiro a dipingere un quadro”,
Capace di confrontarsi sia
con il piccolo formato che
nella dimensione pubblica
delle città, Mimmo Paladino
ha compiuto un percorso
ricco di successi
una sorta di dichiarazione programmatica, Mimmo Paladino è
protagonista di quel ritorno alla
18
pittura che caratterizza la fine de- sono collocate in alcuni dei pringli anni ’70. La riscoperta della fi- cipali musei internazionali tra cui
gurazione pittorica, per Paladino, il Metropolitan Museum of Art di
passa attraverso il disegno, il la- New York.
voro murale, i pastelli ma anche Nato a Paduli, in provincia di
le installazioni e i lavori realizzati Benevento, il 18 dicembre 1948,
per spazi pubblici. L’iconografia Mimmo Paladino passa l’infanzia
è ricca di segni e simboli, forme a Napoli e nel 1977 si trasferigeometriche, rami, maschere, sce a Milano. Intraprende molteche rimandano a mondi onirici plici percorsi artistici, sperimene fantastici. Capace di confron- tando le diverse tecniche traditarsi sia con il piccolo formato zionali: dal disegno alla pittura,
nell’intimità dello studio sia nella alla scultura, al mosaico, all’indimensione pubblica delle città, cisione, dalla fotografia all’imMimmo Paladino ha compiuto magine filmica che gli permetun percorso ricco di successi e tono di rappresentare il proprio
di riconoscimenti e le sue opere “mondo interiore”, primordiale e
Don Chisciotte
Arte Italia > La “Transavanguardia” di Mimmo Paladino
Il Guerriero di Capestrano
magico, attraverso una figurazione ricca di elementi simbolici. Ad “Aperto ’80”, nell’ambito della Biennale di Venezia di
quell’anno, il critico d’arte Achille
Bonito Oliva propone e teorizza
il movimento artistico italiano
della Transavanguardia: Paladino
ne diventa protagonista as-
La riscoperta della
figurazione pittorica passa
attraverso il disegno, il lavoro
murale, i pastelli ma anche
le installazioni e i lavori
per spazi pubblici
sieme a Sandro Chia, Francesco
Clemente, Enzo Cucchi, Nicola De
Maria. E la sua fama personale si
afferma ben presto in campo internazionale, sancita da critica e
pubblico e dalle numerose esposizioni, rendendolo uno dei maestri dell’arte contemporanea fra i
più importanti e quotati.
Tra le opere più significative di
Paladino di certo la più emozionante è Il ciclo dei Dormienti,
scultura in terracotta. Fa la sua
prima apparizione nel 1998 a
Poggibonsi quando Paladino progetta un’installazione nella cittadina senese, all’interno della
costruzione Fonte delle Fate del
XII secolo composta da trentasei
sculture in terracotta, comprendendo venti coccodrilli, anch’essi
in terracotta. Nel 1999 l’installazione viene presentata a
Londra nello spazio circolare dei
Sotterranei della Roundhouse. In
questa occasione Paladino si avvale della collaborazione del musicista Brian Eno che compone
appositamente un brano della
sua musica ambientale, sottofondo e accompagnamento dei
Dormienti: l’interazione fra le due
forme d’arte rende unica l’esperienza espositiva. Di grande importanza e coinvolgente attrattiva
è stato anche l’evento espositivo
del 2008 Mimmo Paladino a Villa
Pisani, Stra (Venezia): in quell’oc-
casione le figure dei Dormienti
galleggiavano sull’acqua della
vasca centrale, nel parco della
villa, in una spettacolare forma
scenografica di commistione tra
natura e uomo.
Recentemente i Dormienti sono
stati esposti nella grande mostra monografica a Palazzo Reale
(aprile-luglio 2011) dedicata a
Mimmo Paladino dalla città di
Milano dove per trent’anni l’artista beneventano ha mantenuto
studio e abitazione. Trentadue
le sculture immerse nella composizione eco-acustica, col sottofondo musicale creato questa
volta da David Monacchi, il giovane compositore marchigiano
che Paladino ha voluto coinvolgere in una stretta collaborazione artistica. All’esterno, svettava la tanto discussa e ammirata Montagna di sale (35 metri
di diametro e 10 metri di altezza),
ricostruita a vent’anni di distanza
dalla sua prima realizzazione per
la ricostruzione di Gibellina.
Tra le ultime realizzazioni e non
a caso vista la notevole similitudine tra l’immaginario dell’artista
e l’evocativo reperto archeologico
abruzzese c’è la nuova sala che
ospita il Guerriero di Capestrano
presso Museo Archeologico di
Chieti … assolutamente da visitare!
I Dormienti
19
A Vicenza la notte
illumina l’arte
Arte Italia
Vincent van Gogh, Sentiero di notte in Provenza, 1890
«Volevo raccontare una perdita, che si avvicinava
e che infine è avvenuta. E volevo farlo evocando
i colori della notte, nella luce del crepuscolo, di
una prima sera che viene. Mi sembrava bello poter
chiamare accanto a me tanti artisti che nella notte
si erano perduti, dipingendo». Con queste parole il
critico e curatore d’arte Marco Goldin firma l’esposizione “Tutankhamon, Caravaggio, Van Gogh. La sera
e i notturni dagli Egizi al Novecento”, l’evento espositivo inaugurato a fine dicembre a Vicenza e tra
i principali appuntamenti culturali di questo 2015.
Aperta al pubblico fino al 2 giugno alla Basilica
Palladiana, la mostra racconta l’immagine della
sera e della notte nell’arte, dall’antico Egitto fino
ai grandi capolavori della pittura contemporanea.
Un percorso ambizioso e affascinante, con la notte
che da spazio oscuro si fa luogo e simbolo di un
viaggio fino alle origini dell’arte. La mostra si compone di ben 115 opere provenienti da musei e col-
20
lezioni di tutto il mondo e suddivise in sei sezioni
tematiche. Dai ritratti del Fayum alle teste scolpite
in pietra e le maschere funebri, la prima raccoglie
22 tra reperti e statue dell’antico Egitto (oggi custodite nel Museum of Fine Arts di Boston) rinvenute
nelle piramidi. Oggetti che testimoniano l’idea della
notte eterna e spirituale, ma nel profondo legata
alla vita, presente nella cultura egizia. Al centro la
testa del re bambino, Tutankhamon. Molto suggestivo l’allestimento con le opere esposte sotto un
cielo stellato a simulare le immense notti del deserto nordafricano.
Si viaggia nel tempo e si arriva alla narrazione delle
notti nella vita di Cristo: l’adorazione dei pastori e
l’orazione nell’orto, la salita del Calvario, la crocifissione e la deposizione nel sepolcro. Tutti momenti
immortalati dalla pittura tra fine ‘400 e ‘900. Si
va dalle finestre orientate sulla notte di Giorgione
e Tiziano a quelle dello spagnolo López García sul
finire del XX secolo, passando per Caravaggio e
Zurbarán o la contaminazione tra Poussin e Bacon
sul tema straziato della crocifissione.
Sedici le opere della terza sezione dedicata a due
artisti, uno del ‘600, Rembrandt, con le sue figure soffuse dentro la notte; il secondo del ‘700,
Piranesi, con gli intensi scorci scenografici nel
buio delle sue carceri. L’Ottocento, secolo del gusto romantico, segna l’apice del sentimento notturno, interpretato tanto nella pittura americana
(da Allston a Cole, da Church a Lane e Winslow
Homer) quanto in quella europea del realismo in
Corot e Millet, nelle pitture di Van Gogh nei parchi
di Parigi o dello splendido transito di Monet. La mostra affronta poi le esperienze più affascinanti del
secondo Novecento, in particolare nell’astrattismo,
prima di chiudere con un riassunto di tutti i temi
già percorsi attraverso una serie di opere indimenticabili. Tra queste, le deposizioni di Sebastiano del
Piombo e Luca Giordano, il Narciso di Caravaggio, il
Sentiero di notte in Provenza di Van Gogh e, ancora,
Arte Italia > A Vicenza la notte illumina l’arte
Madonna Dreyfuss. In mostra anche 100 disegni autografi, alcuni
modelli di macchine inventate dal
maestro e la possibilità di confrontare la sua arte con quella di
altri “grandi” del Rinascimento.
MORANDI A BOLOGNA
Sarà aperta al pubblico fino al
3 maggio la mostra “Morandi e
l’antico”, l’esposizione inaugurata
lo scorso novembre dal Museo
Morandi di Bologna in occasione
Testa del re Tutankhamon, 1336-1327 a.C.
del cinquantesimo anniversario
della morte del maestro emiliano.
la Notte di Natale di Gaugin.
Il percorso espositivo analizza il
rapporto del pittore con autori del
passato da lui amati e studiati.
LEONARDO A MILANO
La mostra si focalizza dunque
In occasione dell’Expo, Milano sul dialogo tra la collezione modedica la più importante mostra randiana e opere comprese tra il
a Leonardo Da Vinci che realizzò ‘300 e il ‘700. Tra queste quelle
alcune delle sue opere più cele- di Barocci, Crespi, Rembrandt
bri durante il soggiorno alla corte van Rijn e Vitale.
di Ludovico il Moro sul finire del
‘400. L’esposizione a Palazzo MATISSE A ROMA
Reale (15 aprile-19 luglio) presenta opere come il Ritratto di “Matisse Arabesque” è la moMusico, il San Gerolamo o la stra curata da Ester Coen in
programma alle Scuderie del
Quirinale da marzo fino a inizio
giugno. Pittore e incisore, illustratore e scultore, Henri Matisse è
stato tra i più importanti esponenti della corrente dei Fauves.
L’esposizione romana analizza
come il motivo della decorazione
e dell’orientalismo diventi per l’artista francese la ragione prima di
un’indagine radicale sulla pittura.
DELLA MONICA A NAPOLI
Gennaro Della Monica fu uno
dei quei “napoletani d’Abruzzo”
che propugnava un’arte (rinnovata) che si accostasse al vero
attraverso “impressioni” e suggestioni colte nell’immediatezza
dell’osservazione del paesaggio.
A lui sono state dedicate tre mostre nelle città che lo videro protagonista assieme ad altri artisti.
Il viaggio è iniziato a Milano, a
Palazzo Reale, da luglio a fine
agosto 2014, e da poco è approdato, a Castel dell’Ovo, a Napoli
(fino al 10 gennaio 2015).
Caravaggio, Marta e Maria Maddalena, 1598
21
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Mario
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00521
12/2015
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La Casa di Augusto
torna a svelare
i suoi segreti
Archeologia
«Questo è l’uomo di cui spesso
odi annunziare l’avvento, Augusto
Cesare, figlio del Divo che al Lazio
porterà il secolo d’oro di nuovo,
sui campi ove un giorno ebbe regno Saturno». Nessun verso come
quello dell’Eneide virgiliana riassume meglio l’epopea del Divus
Augustus, l’imperatore che fece
grande Roma e inaugurò l’età
dell’oro lasciando in eredità testimonianze che avrebbero plasmato l’intera cultura d’Occidente.
Oggi, nel Bimillenario della sua
Un viaggio nella storia
e nell’arte
dell’area dove
il primo principe di Roma
decise di vivere
morte, la Capitale è tornata a
rendere omaggio al vincitore di
Azio e, dopo due anni di restauri,
a settembre ha aperto al pubblico
le porte della dimora privata di
Augusto sul colle Palatino insieme
a quella della sua terza, amatissima, consorte Livia. Un evento
eccezionale, un viaggio nella storia e nell’arte di quest’area monumentale dove il primo principe di Roma decise di vivere nel
culto della fondazione della città
(la casa fu costruita sul luogo in
cui Romolo e Remo furono nutriti
dalla lupa).
Particolarmente suggestiva, nel
La “Stanza delle Prospettive”
23
Archeologia > La Casa di Augusto torna a svelare i suoi segreti
nuovo percorso, la visita alla domus augustea e alla Casa di Livia.
La dimora costituisce uno degli
esempi più raffinati ed eleganti
delle pitture che decoravano le
residenze patrizie. E per la prima
volta si rivela in tutto il suo fascino l’affresco della “Stanza
delle prospettive”, così chiamata
per le pitture che riescono ad
evocare un senso di profondità
tra schemi decorativi, edicole,
alte paraste e quinte architettoniche. Finalmente visibili anche i
dipinti dei locali che avevano la
probabile funzione di biblioteche
e sale di ricevimento, come l’ampio tablinum.
Tra i cubicula privati c’è poi la
“Stanza dei festoni di pino” che
raffigura finti porticati, quasi a
sorreggere festoni di pino aperti
sui cortili colonnati. I vivaci affreschi della vicina “Stanza delle
maschere” evocano invece una
facciata di scena teatrale ellenistica, con paesaggi sacri e santuari agresti. Da ammirare anche i sobri mosaici pavimentali
della domus, mentre all’esterno
è stato ideato un giardino lì dove
con tutta probabilità c’era un’ampia vasca al centro del peristilio.
Nella Casa di Livia gli interventi
di restauro hanno ridato luce agli
affreschi degli ambienti già noti
(il cortile su cui si affaccia il ta-
Stanza delle maschere
blino e le ali che lo affiancano),
con un’opera di maquillage delle
meravigliose pareti dipinte con festoni di frutta e scene di paesaggio e mitologiche.
La straordinaria novità è invece
l’ambiente del triclinio con una
sorprendente decorazione pittorica di santuari campestri su
fondo rosso cinabro (più noto
come “rosso pompeiano”), su cui
si aprono edicole a svelare paesaggi sacri. Uno di questi è quello
che rappresenta il betilo, simulacro di Diana. La dimora conserva
infine ancora l’accesso originale
tramite un corridoio a piano inclinato in mosaico con fondo bianco
e tessere nere isolate.
E NEL MUSEO PALATINO SEMBRA DI GUIDARE LA MACCHINA DEL TEMPO
Il percorso di visita augusteo parte dal museo Palatino, rinnovato in occasione del Bimillenario. Creato
nella seconda metà dell’800 nell’edificio del convento delle monache della Visitazione, conserva alcune
testimonianze uniche dell’era augustea. A iniziare da quelle custodite nelle cinque sale tematiche del
piano terra dove il “racconto” va dalle origini di Roma, con i reperti preistorici e la storia della fondazione,
fino all’epoca della monarchia e della repubblica. Meritano attenzione anche la sala “Il Principato” e
quella dedicata all’impero, poi il percorso prosegue al primo piano dove c’è la sala dedicata ad Augusto,
dominata dalla spettacolare vetrina che riunisce numerose lastre Campana (rilievi in terracotta utilizzati
per decorare edifici, dal nome di Giampietro Campana che catalogò la propria collezione nella prima
metà dell’Ottocento, ndr) provenienti dal santuario di Apollo. Conservati nel museo anche i reperti della
domus transitoria di Nerone e una carrellata di ritratti provenienti dal palazzo imperiale. Molti ritraggono
personaggi di età tardoantica (III-VI sec. D.C.) e altomedioevale (dalla caduta dell’Impero romano d’Occidente, avvenuta nel 476, all’anno 1000 circa) e confermano come la residenza imperiale continuò,
anche dopo che Roma cessò di essere capitale dell’Impero, a essere abitata e utilizzata come sede
ufficiale da alti funzionari dell’amministrazione statale o dagli imperatori d’Oriente in visita nell’Urbe.
24
Salvia e pomodori
in terrazza, adesso
l’orto si fa in casa
Ricette “glocali”
Prezzemolo e salvia si fanno largo
sul davanzale, melanzane e zucchine crescono in mezzo ai fiori
e per raccogliere piselli e fagioli
basta stendere la mano sul balcone. Nulla di strano, dopo gli orti
urbani la nuova tendenza “green”
è quella di coltivare direttamente
in casa verdure e ortaggi a chilometro zero. La campagna si tra-
Si va dai tradizionali basilico
e prezzemolo alle spezie,
come timo e lavanda,
belle da guardare
e preziose per ogni piatto
sferisce insomma sul terrazzo e
- un po’ per effetto della crisi e
un po’ per la voglia di stili di vita
più sani - gli “orti in casa” si diffondono giorno dopo giorno nei
condomini di città.
Tra le prime a ufficializzare
la buona e sana abitudine fu
Michelle Obama che, già più di
cinque anni fa, confessò di aver
25
Ricette “glocali” > Salvia e pomodori in terrazza, adesso l’orto si fa in casa
iniziato ad allestire un “orticello”
nel giardino della Casa Bianca.
Senza andare così lontano, oggi
anche in Italia sono sempre più
quelli che scelgono di coltivare la
loro passione per i campi direttamente tra le mura di casa. Tutto
sta nel cominciare e i consigli giusti non mancano davvero su internet tra community, blog e social
network.
Il primo passo per diventare “agricoltore 2.0” è la scelta dello spazio da dedicare al proprio orto. In
genere basta un terrazzo o qualche davanzale ma in assenza di
balconi c’è chi fa di necessità
virtù e sfrutta vecchie scale o
direttamente le pareti riciclando
bottiglie di plastica al posto dei
tradizionali vasi. Una soluzione
decisamente ingegnosa e rispettosa dell’ambiente.
Il secondo step è munirsi degli
Il segreto del successo
sta nella cura e nel tempo
che gli si dedica
e nel tener conto
dell’esposizione al sole
attrezzi del mestiere (vasi, terriccio, semi e tutti gli strumenti giusti) e selezionare accuratamente
cosa piantare nell’orto. Si va dai
tradizionali basilico e prezzemolo
alle spezie, come timo e lavanda,
belle da guardare e preziose per
insaporire ogni piatto. La scelta
varia ovviamente in base alle stagioni, fatto sta che si può coltivare un po’ di tutto tra pomodoro
e insalata, cetrioli e fagioli. Il segreto di un orto di successo sta
nella cura e nel tempo che gli si
dedica, nel tener conto ad esempio dell’esposizione al sole (almeno 4 o 6 ore di luce), quando
e quanto annaffiare (il momento
ideale della giornata è il tramonto
al calar del sole), come concimare la terra. Una volta a regime,
l’orto non porta via molto tempo
al giorno. Occuparsene diventa
più un piacere, un antistress contro i ritmi frenetici della città, oltre che un modo per avere prodotti freschi e genuini sempre a
disposizione e a costo quasi zero.
Ultimo consiglio per chi ha il balcone in piena città: mai dimenticarsi delle polveri sottili, ciò significa che occorre lavare tutti i
frutti dell’orto o, altra soluzione,
coprirli con un “tessuto non tessuto” che tiene lontani gli effetti
dello smog e fa filtrare acqua e
sole.
QUANTO COSTA E QUANTO SI RISPARMIA
Fare l’orto in casa è una scelta non solo ecologica ma anche economica. Il risparmio rispetto ai prodotti
acquistati nei supermarket o al mercato è evidente, tra l’altro l’unico “investimento” richiesto è quello
per l’acquisto di materiali e attrezzi e, se serve, di un impianto di irrigazione automatizzato. Tolte però
le spese iniziali, quelle di “gestione” sono minime: con pochi euro si possono comprare semi e piantine,
mentre per i vasi si possono riciclare vecchi contenitori in terracotta e di plastica come bottiglie o le
vaschette delle uova. Per concimare, il compostaggio domestico è la scelta ideale e tra i concimi bio ci
sono il terriccio di lombrico e i fondi del caffè.
L’APP PER GLI AGRICOLTORI URBANI
Per chi è un po’ pigro e non ce la fa proprio
a metter su un orto in terrazzo, un valido
aiuto arriva dalla tecnologia. Basta infatti
scaricare una delle tante app a tema per
smartphone e in un attimo si può scegliere
dove comprare frutta e verdure fresche.
Molte applicazioni consentono di individuare
facilmente le aziende agricole più vicine, con
gli orari di apertura, i prodotto bio in vendita
e i relativi prezzi. C’è poi la possibilità di leggere i commenti di altri clienti, creare gruppi
di acquisto con gli altri iscritti o gli amici di
Facebook e verificare la presenza di fattorie
didattiche e agriturismi.
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Leggera e
“trasparente”,
la donna del 2015
ModaDonna
La sera è il trionfo
dell’eleganza grazie
a silhouette «fascianti»
in tonalità tenui e pastello
Leggerezza, trasparenze e ovviamente tanti
colori per salutare l’arrivo della bella stagione. I nuovi trend della moda donna primavera-estate sono questi: via maglioni e
cappotti dai guardaroba, al loro posto si
fanno spazio abiti leggerissimi in perfetto
“nude look”, ma sempre eleganti e sbarazzini con l’aggiunta di ricami e motivi floreali e - perché no - di frange lunghissime
in perfetto stile “gitano”.
L’outfit per il giorno sarà rigorosamente corto, con abiti sopra il ginocchio e
in tinta unita. La sera è invece il trionfo dell’eleganza grazie a silhouette “fascianti” in tonalità tenui e pastello. Per chi vuole osare un po’ di più, basta
scegliere vestiti con giochi di trasparenze per lasciare scoperti i punti giusti del corpo. Ma quali saranno gli style che faranno tendenza? Presto
detto: le nostalgiche dei fantastici “Seventies” saranno più che contente, gli anni ’70 torneranno di moda questa primavera sia nelle declinazioni “hippie” che nelle versioni più contaminate da influenze
“bon ton” dei ’60.
Segno dei tempi che cambiano, fatto sta che anche nella moda si
fa prepotentemente spazio l’Oriente con outfit ispirati ai kimono
giapponesi, di gran fascino e originalità, oppure alla tradizione
e alla cultura della “Grande Cina”. Tutto nel segno dell’eleganza
e della ricercatezza.
Le donne più “sporty” non abbiano però paura: i jeans restano
un must, che siano skinny o a sigaretta, magari accompagnati
da spolverini in pelle per una serata “easy” tra amiche. I colori
più trendy per la primavera saranno le nuance intense dal rosa
alla perla alla sabbia, ma l’arrivo dell’estate segnerà il ritorno dei
toni accesi del blu elettrico, del rosso e del verde in ogni sua declinazione.
Passiamo agli accessori: la borsa bianca si sa non passa mai di moda e per
questa primavera il consiglio è di indossarla su un soprabito “tono su tono”.
Ai piedi invece ci vuole un tocco sexy con scarpe a punta e tacco a spillo.
Femminile ma mai eccessiva, la donna del 2015 sarà così.
27
E l’uomo per la
primavera si veste
a “righe”
ModaUomo
gli outfit giusti spazieranno tra
pantaloni
con doppia pince e caTra i tessuti è il lino
micie leggere, oppure coordinati
a tornare di moda
semplici in grigio o total beige.
Nel tempo libero la scelta è tutta
mentre per i colori
tra l’intramontabile felpa e le masarà ancora il bianco
glie iper leggere in tinta unita.
Tra
i tessuti, è il lino a tornare
a fare tendenza
di moda mentre per i colori sarà
ancora il bianco a fare tendenza,
La parola d’ordine per l’uomo intero o spezzato che sia. Altra
è osare ma senza strafare. Le tonalità da non sottovalutare, il
fashion week parigine e milanesi blu che per questa bella stagione
e le sfilate fiorentine hanno det- sarà declinato in tutte le sue
tato questa tendenza per la sta- mille sfumature: dal blu petrolio
gione primavera-estate 2015. La al navy, dal Klein al blu opaline
vera novità è il ritorno prepotente fino alle tonalità del blu mare.
del motivo rigato che la farà un Capitolo accessori: la borsa per
po’ da padrone ovunque su cami- l’uomo non è più una novità, anzi.
cie e pantaloni, giacche e borse Tra i must have della primaveramaschili. Il pantalone sarà di si- estate ci saranno i modelli a tracuro corto e arriverà fin su la ca- colla, shopper e pochette rettanviglia, senza eccessi ovvio. E nei golari. Più “nella norma” il classiguardaroba non potranno man- cissimo ma sempre attuale marcare i completi “sporty couture” supio in pelle.
coordinati con giacche in “col- Per le scarpe, bene i sandali e
lege style” e abbinati a panta- i modelli etnici, ma per le occaloni formali e mocassini. Un altro sioni più formali è meglio non
must della bella stagione sarà la abbandonare mai il “fedele” mocanotta, sia in tonalità chiare e cassino. Ultimi accessori: octrasparenti sia eccentrica e co- chiali da sole e cravatte. Tra i
lorata e inserita in look ispirati primi, gli Aviator restano un cult,
al mondo della marina che la ma le montature trendy saranno
prossima estate saranno deci- quelle rotonde o a specchio, mesamente trendy. Per chi invece glio se colorate da abbinare con
non può proprio rinunciare all’e- cravatte dello stesso tono.
leganza neanche “sotto il sole”,
28
Apple vs Android, la
“disfida” dei cellulari
Mondo Tecnologico
Se avete un iPhone sarete più Ma qual è l’identikit di questi
colti, quasi sicuramente più ricchi due nuovi profili sociali? A delima meno “liberi” dal vostro cellu- nearli ci ha provato il magazine
lare di chi usa uno smartphone Forbes incrociando i dati di un
Android. La sfida tra i colossi sondaggio di CivicScience che in
Apple e Google non si gioca più America ha coinvolto ben 27 misolo a colpi di battaglie legali, in- lioni di persone e raccolto circa
novazioni e trucchi di marketing a 300 milioni di risposte. Stando
caccia di nuove fette di mercato. alla ricerca, è più probabile che
Essere “appleiani” o “androidiani” chi usa il sistema iOS della Apple
è ormai questione di stile, una fi- sia più istruito (più 27% di laureati
losofia di vita o addirittura uno rispetto alla media americana) di
status symbol di questo Terzo chi utilizza lo smartphone Android
millennio ipertecnologico. Ecco al- (appena +8%) e abbia anche un
lora che su internet e social net- reddito superiore.
work si moltiplicano gruppi e com- Chi opta per la piattaforma tarmunity “pro Apple” o “pro Android” gata Mountain View, sede del
: c’è chi è disposto a farsi file chi- quartier generale di Google,
lometriche pur di avere l’ultimis- svolge invece un lavoro sciensima versione, ci sono i “malati” tifico o tecnico (+50% rispetto
delle app e chi invece punta tutto alla media) ed è più appassiosul design.
nato di notizie tecnologiche. Altra
differenza: due “iPhoner” su tre
hanno confessato di non poter
fare a meno del cellulare, mentre
tra i fan Android la percentuale
di “addicted” scende giù al 37%.
Le curiosità del report però non
finiscono qui. Secondo Forbes, infatti, a preferire i cellulari firmati
dalla Mela sono per lo più donne,
chi possiede meno automobili (e
quindi vive in aree urbane) e chi è
meno incline a bere superalcolici.
Sondaggi a parte, la contesa tra
i due giganti statunitensi è tutta
aperta (con Microsoft a fare da
terzo incomodo) e a noi consumatori non resta che scegliere
da che parte stare: “appleiano”
o “androidiano”? Questo è il dilemma.
29
La casa del futuro
è “green” e anche
un po’ autarchica
Mondo Tecnologico
tutto risparmiare) energia fa tutto da sé senza bisogno di forniture, allacci e persino fognature. Vale per
la corrente elettrica e il riscaldamento, ma vale anche per l’acqua da bere o per lavarsi e cucinare. In
Italia la prima abitazione autosufficiente è stata realizzata più di un anno fa nelle Marche, in provincia di
Ancona, e la tendenza pian piano si sta diffondendo.
Ma come funziona una casa “eco” dalle fondamenta fino al tetto? Il sistema in fondo non è poi
così complesso: l’energia elettrica arriva dai pannelli fotovoltaici, l’acqua si distilla dalla pioggia e
le toilette sono senza scarichi - dimezzando così il
consumo idrico casalingo - alimentando l’impianto di
compostaggio domestico che nutre orto e giardino.
Ovviamente i termosifoni sono banditi, al loro posto
si usano stufe a biomassa e impianti di ventilazione
ma, soprattutto, si sfrutta il comportamento “passivo” della casa. La disposizione di tutte le stanze
segue infatti le regole dell’“autarchia”, ecco quindi
che quelle più “vissute” durante il giorno sono ai
piani più alti dove il calore si diffonde prima, menNuovi stili di vita, profezie sull’imminente fine del tre si può risparmiare ulteriormente prevedendo
petrolio o più semplicemente voglia di abitare in grandi vetrate in grado di catturare la luce del sole.
ambienti davvero “total green”. Poco importa, quel Dagli impianti alla struttura, la filosofia non cambia.
che è certo è che le case del futuro saranno sempre I materiali sono totalmente sostenibili e naturali al
più autosufficienti ed ecologiche. Di esempi e proto- 100%. Unico neo, i costi per realizzare una casa
tipi in giro per il mondo ce ne sono ormai tanti - più “eco” sono ancora alti e i risparmi si vedono solo nel
di 12mila le abitazioni sostenibili già sperimentate tempo. C’è però la soddisfazione di vivere in modo
in tutto il pianeta - e c’è già chi l’ha ribattezzata la pienamente sostenibile e nel rispetto della natura.
“casa autarchica”, visto che per ricavare (e soprat- E non è poco.
30
Una geologa italiana
“in missione”
su Marte
Il futuro è adesso > Francesca Cannarsa e il progetto “ExoMars 2016”
Donne d’Italia alla scoperta dello
spazio. Solo qualche mese fa il
“viaggio” della prima astronauta
italiana Samantha Cristoforetti
ha riempito d’orgoglio l’intero
Paese. In quest’intervista raccontiamo un’altra storia, quella della
giovane abruzzese Francesca
Tra gli obiettivi scientifici
del programma, la ricerca
di tracce di vita passata
e presente e l’individuazione
di rischi per le future missioni
Cannarsa, ricercatrice della missione interplanetaria ExoMars
lanciata nel 2013 dall’Agenzia
Spaziale Europea (ESA) e da quella
russa Roscosmos (la prima missione che ha visto partner alla pari
Russia ed Europa) per studiare i
misteri di Marte, il “pianeta rosso”.
Trentotto anni, geologa con un dottorato in tasca, Francesca ha ini-
Isaac Asimov
ziato presto ad appassionarsi al
pianeta Marte e poi al progetto
che l’avrebbe portata a dedicare
tempo e studi al pianeta più vicino alla Terra. «Ho seguito alcuni
corsi sui pianeti durante i miei
studi per diventare geologa - racconta - e per la tesi all’università
di Chieti-Pescara ho analizzato alcune morfologie terrestri paragonabili a strutture riconosciute sul
pianeta Marte».
Dalla laurea al dottorato il passo è
stato breve: «Ho vinto il concorso
e mi sono dedicata alla missione
spaziale Exomars 2016». Missione
che costituisce il primo tassello
del programma Aurora, istituito
nel 2001 dall’ESA e dall’European
Reserarch Council per pianificare
la strategia europea dell’esplorazione spaziale umana e robotica
su Marte. «I principali obiettivi
scientifici del programma Exomars
- spiega Francesca - sono la ricerca
di tracce di vita passata e presente sul pianeta, la sua caratterizzazione geochimica, geofisica e
geologica e l’individuazione di possibili rischi per le future missioni
dell’uomo su Marte». «Gli obiettivi tecnologici - aggiunge - consistono prevalentemente nella validazione di tecnologie chiave per
l’esplorazione planetaria come il
sistema di ingresso in atmosfera,
di discesa e di atterraggio per la
missione del 2016 e la mobilità in
superficie del rover per la 2018».
Gli occhi sono dunque puntati alle
due fasi della missione, la prima a
gennaio 2016 quando una sonda
resterà nell’orbita di Marte per verificare la presenza di metano e
altri gas presenti nell’atmosfera possibili indizi di una presenza di
vita attiva - mentre un modulo con
la stazione meteo “Dreams” e altri strumenti atterrerà sul pianeta.
Il secondo step invece è fissato
tra poco più di tre anni, quando su
Marte sarà portato un rover che
ne analizzerà il suolo.
Diversi i partner italiani che lavorano al progetto e «dobbiamo esserne fieri» commenta orgogliosa
Francesca prima di darci altre notizie su questo pianeta che da secoli affascina l’uomo: «Grazie alle
missioni che si sono succedute
31
Il futuro è adesso > Francesca Cannarsa e il progetto “ExoMars 2016”
a partire dal primo passaggio vicino al pianeta del Mariner 4 della
NASA nel 1964 e nel 1971 con
le missioni russe Mars 2 e Mars
3 fino all’ultima importante missione Mars Science Laboratory
e il Rover Curiosity atterrato il 6
agosto 2012, oggi possiamo osservare le morfologie di Marte. Ci
Le condizioni attuali
del pianeta non sono
paragonabili a quelle terrestri,
ma si può sognare ...e poi
chissà
sono grandi apparati vulcanici tra
cui il più elevato Olympus Mons
alto circa 25 chilometri». «Su
Marte - aggiunge - c’è poi un importante sistema di canyons nella
zona equatoriale Valles Marineris
lungo circa cinquemila chilometri.
È il più grande del sistema solare».
Tante le differenze con la nostra
Terra: «Le condizioni attuali del pianeta non sono paragonabili sicuramente a quelle terrestri, basta immaginare che la gravità è pari a un
terzo rispetto alla nostra, l’atmosfera è limitata e non si osserva
l’acqua in superficie. La superficie
è inoltre fortemente craterizzata e
mancano i movimenti tettonici che
nel nostro pianeta sono causa
di attività sismica e orogenesi.
Inoltre Marte ha due satelliti naturali e non uno, Fobos e Deimos».
Impossibile pensare al pianeta
rosso come alla nuova “terra promessa”? Francesca Cannarsa per
ora resta con “i piedi per terra”
ma una speranza la lascia aperta:
«Siamo molto diversi, è vero … ma
si può sognare e poi chissà».
32
BUS CHE PASSIONE
Baltour, l’attenzione
al cliente alla base
degli investimenti in
tecnologia e qualità
Nuovi autobus, nuove linee, bigliettazione elettronica, integrazione con altri servizi di mobilità, soluzioni per ridurre l’inquinamento,
formazione del personale. La costante attenzione che Baltour riserva alle esigenze dei
propri clienti è visibile nei progetti che, di recente, sono valsi all’azienda l’attribuzione del
prestigioso premio “Smart Move” promosso
dall’Anav Confindustria (Associazione nazionale autotrasporto viaggiatori). Baltour si
è aggiudicata il primo premio nella categoria “Autolinee” per i progetti di miglioramento
della qualità del servizio. I riconoscimenti
sono stati assegnati da una giuria di esperti
guidata dal presidente Enrico Finocchi, direttore generale per il trasporto stradale e l’intermodalità del Ministero delle Infrastrutture e
dei Trasporti, e consegnati dal presidente na-
zionale dell’Anav Nicola Biscotti. Baltour ha
vinto il primo premio, così si legge nella motivazione, “per la realizzazione di un progetto
esemplare di mobilità collettiva accessibile e
sostenibile… una delle esperienze migliori di
mobilità collettiva nel settore del trasporto con
autobus sulle lunghe distanze”.
IL SISTEMA
INFORMATICO
Il sistema informatico di Baltour , già predisposto per una gestione flessibile delle tariffe e
delle offerte low cost, punta ora alla gestione
automatizzata ed in tempo reale della tariffazione riferita al singolo posto di ciascuna singola corsa. Sono così possibili sia il check-in in
tempo reale sia la vendita dei biglietti con la
formula “ticketless”, formula che presto sarà
estesa e generalizzata anche per le modalità
di vendita tradizionali ed on-line. Baltour è
anche in grado di instaurare un collegamento
diretto e riservato con SISAL, con cui è assicurata la vendita dei biglietti nelle circa 40.000
ricevitorie in ogni angolo d’Italia e la commercializzazione incrociata con i principali vettori
europei (appartenenti al circuito Eurolines, di
cui è proprietario Baltour, e non solo) tale da
dare al cliente italiano la possibilità di effettuare il viaggio, ad esempio, non solo da Roma
a Parigi, ma da qui poter proseguire in modo
preordinato, prepagato, organizzato ed assistito per Rennes, Bordeux, Rouen, Orleans,
Londra o in decine di altre destinazioni mediante il coordinamento dei servizi locali. Il sistema adottato da Baltlour consente di gestire
33
BUS CHE PASSIONE
in modo automatizzato una rete di biglietterie
e di agenzie che supera i 4.500 punti vendita in
ogni parte d’Italia.
SERVIZI AI
PASSEGGERI
Non solo i siti aziendali del gruppo (www.baltour.it, www.eurolines.it) tradotti in ben 9 lingue o il wi-fi gratuito a bordo a testimoniare la
costante attenzione di Baltour ai propri clienti,
ma anche numerosi altri servizi che, giorno
dopo giorno, vengono introdotti di pari passo
con l’evoluzione delle tecnologie e l’attuazione
dei programmi di custode care. Dal servizio
di assistenza telefonica agli utenti , operativo
per qualsiasi necessità della clientela tutti i
giorni dalle ore 5,45 alle ore 20,00, (con servizio di “help” per problemi di esercizio anche
nelle ore notturne) agli sms inviati in caso di
ritardo della singola corsa superiore ai 15 minuti a tutti i clienti; dai punti vendita ed assistenza a gestione diretta nelle principali città
alla Baltour Card che, al costo assai contenuto
(per gli studenti solo euro 10 per un anno di
34
validità), dà diritto ad acquistare un numero “storico” con Trenitalia che prevede l’orgaillimitato di biglietti con lo sconto dal 15 al 33 nizzazione di servizi in coincidenza autobus%. Baltour è la prima azienda italiana di au- treno presso Roma-Tiburtina con emissione da
tolinee ad aver introdotto la tariffa low cost ad parte sia di Baltour sia di Trenitalia di un bi1 euro, anche su tratte di lunghissima percor- glietto integrato con tariffa speciale scontata
del 20% su entrambe le tratte.
renza (per esempio Roma - Torino).
LA BIGLIETTAZIONE
ELETTRONICA
L’intera bigliettazione dei servizi Baltour è informatizzata, mediante il sistema di nostra
proprietà e le varie applicazioni ad esso connesse. Il check-in avviene mediante riconoscimento del QR code stampato sul biglietto o
riportato nel display del telefonino del passeggero, rendendo superfluo il biglietto cartaceo
che viene così sostituito da un sms al cliente.
INTEGRAZIONE CON
ALTRI SERVIZI DI
MOBILITÀ
Baltour ha realizzato, unica azienda fra i vettori automobilistici del settore, un accordo
PROGRAMMI
PER RIDUZIONE
INQUINAMENTO
Nel programma di costante rinnovo del parco
automezzi, Baltour di recente ha acquistato
25 nuovi veicoli Neoplan Euro 6, mezzi che si
pongono al primo posto per ciò che riguarda
i criteri europei per la riduzione dell’inquinamento. Il restante parco veicoli, che ha un’anzianità media di due anni ed un’anzianità
massima di quattro anni, è di categoria EEV ,
vale a dire superiore all’Euro 5.
BUS CHE PASSIONE
Il comfort che ti fa
sentire a casa anche
quando sei in viaggio
di Alessandro Smania (*)
Sempre più il trasporto in autobus soddisfa le esigenze della mobilità moderna. Frequenza delle corse, capillarità delle destinazioni, flessibilità delle
proposte e costo del biglietto rappresentano ormai un plus rispetto a molte
altre alternative per muoversi. A fronte di questi vantaggi non è venuto meno
il fattore comfort che anzi si è ulteriormente rafforzato grazie sia allo sviluppo
tecnico dei mezzi sia all’abbondante applicazione di soluzioni tecnologiche
per la mobilità.
A bordo di un autobus, oggi è possibile sentirsi a proprio agio fin dal primo
momento. Merito innanzi tutto dell’abitacolo, generoso nelle dimensioni ma
soprattutto accogliente grazie ad un perfetto mix di colori e materiali. Gli ampi
spazi a disposizione sia per i bagagli personali che per la seduta rendono meno
pesanti anche i viaggi più lunghi. E questo è merito soprattutto della selleria
sempre più evoluta: forme ergonomiche e materiali pregiati permettono al
viaggiatore di rilassarsi e di gustare tutto il piacere del viaggio. Per soddisfare
anche i passeggeri più esigenti, per ogni posto sono disponibili poggiapiedi,
tavolini ribaltabili, retine porta riviste e moderni service set con cui è possibile personalizzare a piacimento l’illuminazione, la ventilazione ed il tipo di
intrattenimento. Non importa poi quale tempo ci sia fuori: a bordo c’è sempre
* Direttore Marketing & Comunicazione MAN Truck & Bus Italia
la temperatura ottimale in ogni stagione. A questo contribuisce, oltre al riscaldamento a convettori per la stagione fredda, anche un potente climatizzatore
che risulta efficace anche nelle giornate estive più afose.
Anche i più moderni sistemi di intrattenimento contribuiscono a creare una
piacevole atmosfera. Che si tratti di musica in sottofondo, di un film o di una
trasmissione televisiva, non c’è che l’imbarazzo della scelta. E grazie al wi-fi,
anche restare online durante tutto il viaggio non è più un problema potendo
dunque condividere con gli amici la propria esperienza di viaggio. Da non
sottovalutare infine il comfort acustico a bordo di un autobus. Studi scientifici
dimostrano che il range ottimale per il rumore in un mezzo di trasporto va dai
65 ai 75 dB(A). Tale intervallo offre garanzie per il conseguimento del comfort
di viaggio proprio perché è stato definito a partire dalle attitudini stesse del
passeggero: parlare, ascoltare musica, interagire con i vari sistemi di bordo.
A velocità di crociera, un autobus turistico registra valori di rumorosità tra i
65 e i 70 decibel a seconda della posizione anteriore, centrale o posteriore. Un
intervallo ampiamente sotto i limiti massimi indicati dallo studio e assolutamente più confortevole di altri mezzi di trasporto. Anche questo aspetto rende
il viaggio in autobus una delle migliori soluzioni per muoversi.
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