maggio/agosto 2015
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maggio/agosto 2015
N. 4 – MAGGIO/AGOSTO 2015 ■Mete da Scoprire Viaggio in Svizzera, Paese dei 26 cantoni Berlino e il Muro 25 anni dopo ■De Gustibus Dal Sol Levante alle tavole italiane, impazza la sushi-mania ■Arte & Dintorni Bauhaus, la scuola del design moderno ■Musica Giaime, il rapper ventenne da 2 milioni di click ■Mondo Tecnologico Le auto elettriche conquistano il cuore degli italiani GENOVA LA “SUPERBA” TRA MERAVIGLIE E CARUGGI Break n. 4 - 2015 05-08.indd 1 23/04/15 17:21 Break n. 4 - 2015 05-08.indd 2 23/04/15 17:21 BREAK RIVISTA DI BORDO N. 4 – MAGGIO/AGOSTO 2015 Direttore responsabile NICOLA CATENARO Proprietario ed editore BALTOUR Srl Contrada Piano Delfico – Teramo (TE) Iscrizione Reg. Stampa Tribunale di Teramo N. 4/03 dell’11 febbraio 2003 Redazione Contrada Piano Delfico – Teramo (TE) tel. 0861.554889 – fax 0861.554481 www.baltour.it – [email protected] Progetto grafico POMILIO BLUMM Srl Stampa Coptip – Industrie Grafiche Via Gran Bretagna 50, Modena MO 41122 C.F. e P.IVA 00159910363 Foto copertina: Porto Boccadasse, Genova Sommario Mete da Scoprire Genova la “Superba” tra meraviglie e caruggi6 Viaggio in Svizzera, Paese dei 26 cantoni8 Berlino e il Muro 25 anni dopo10 Il Personaggio Intervista a Stefano Ragazzi A caccia dei misteri dell’Universo12 Intervista a Riccardo Ruscalla «La vera sfida è vincere in Paesi lontani»14 Focus Economia Con le nuove regole del lavoro il precariato va in soffitta?16 Letteratura D’Annunzio e la nostalgia per la cucina d’Abruzzo18 Cinema Milano “underground” e le altre storie sotterranee20 Per la pubblicità su “Break” è possibile contattarci all’indirizzo e-mail [email protected] Musica Giaime, il rapper ventenne da 2 milioni di click22 Arte & Dintorni Bauhaus, la scuola del design moderno24 De Gustibus Dal Sol Levante alle tavole italiane, impazza la sushi-mania26 Moda L’estate “esplode” all’insegna di vitalità e allegria28 Mondo tecnologico Le dieci migliori app del 201530 Le auto elettriche conquistano anche il cuore degli italiani32 La riproduzione intera o parziale di testi e o fotografie è vietata: tutti i diritti sono riservati. Break n. 4 - 2015 05-08.indd 3 Baltour – Le opportunità Sconti sulle tariffe, fidelity card e nuovi sistemi di pagamento 34 3 23/04/15 17:21 La scelta del viaggio, la possibilità di tornare e restare L’intervento Siete ben quattro milioni, ogni anno, a scegliere di viaggiare sulle linee Baltour Eurolines in giro per l’Italia e per l’Europa, siete tantissimi a scegliere questi autobus come mezzo di trasporto per raggiungere i vostri cari e i vostri amici, per visitare nuove città, per studiare, per cercare lavoro o trovarne uno nuovo, per espandere i vostri orizzonti, conoscere, scoprire. Il viaggio è oggi sempre di più non solo un’esigenza, dettata dal lavoro o dalla famiglia, ma sempre di più una scelta che soprattutto i giovani abbracciano coraggiosamente e con entusiasmo. Una scelta legata alla voglia di scoprire, di sperimentarsi altrove nello studio, nella ricerca, nella conoscenza delle lingue, ma anche e soprattutto, non neghiamolo, per la ricerca di un lavoro. Per lungo tempo, lo sappiamo, per noi italiani partire ha significato soprattutto “emigrare”, siamo stati un popolo di emigranti che, un po’ per spirito d’avventura e molto per necessità, ha dovuto lasciare il proprio paese, la propria città alla ricerca di un nuovo inizio per la propria famiglia. Anche io sono nato in Svizzera, da una famiglia di emigranti che ha poi scelto di rientrare in Italia, in Abruzzo, per continuare qui, con non pochi sacrifici, a far crescere i propri figli. Da qualche anno in seguito alla crisi economica che ha colpito diversi paesi europei, 4 Break n. 4 - 2015 05-08.indd 4 On. Giulio Sottanelli Deputato – VI Commissione Finanze migliaia di giovani, tra i quali tanti italiani, hanno ripreso la via dell’emigrazione. Viaggiare è tornato ad essere non solo una scelta, quindi, ma di nuovo una necessità per tanti giovani e tante famiglie alla ricerca di una stabilità che in Italia sembra essere venuta meno. Per chiunque come me riveste un ruolo istituzionale credo che quello di rendere l’Italia un Paese dove i giovani abbiano di nuovo voglia di vivere e di tornare sia uno dei principali obiettivi. Far ripartire l’economia, rendere più semplice il mercato del lavoro, puntare sul merito e semplificare la pubblica amministrazione devono servire soprattutto a questo, a far tornare l’Italia un Paese ospitale e accogliente per i nostri giovani. Qualcosa inizia a muoversi in questo senso, si avvertono i primi segnali – speriamo – di ripresa, molte riforme, come quella del lavoro, iniziano a dare i frutti ma c’è ancora molto da fare perché l’Italia non sia solo un Paese dal quale partire ma sempre di più un Paese nel quale voler tornare e rimanere. E questo significa anche semplificare la vita alle imprese e ai professionisti, uno degli obiettivi della mia attività in Parlamento, affinché il nostro sistema economico di piccole e medie imprese possa tornare attrattivo e competitivo, per chi resta e per chi vuole tornare. Infine, un augurio a tutti voi viaggiatori: se la partenza è stata una scelta auguro a tutti voi che il ritorno possa essere una possibilità sempre aperta. Buon viaggio e un grazie alla grande famiglia Baltour Eurolines che rende il vostro viaggio oltre che una scelta anche un grande piacere! 23/04/15 17:21 Il mio impegno per l’Abruzzo, emblema dell’Italia in crisi L’editoriale La mia recente elezione a presidente di Confindustria Abruzzo mi spinge a condividere con i lettori del nostro giornale alcune riflessioni sulla grave crisi che sta attraversando l’economia italiana. E la riflessione sull’Abruzzo, regione che si trova a metà del guado (è stata la prima nel Meridione a uscire dall’Obiettivo 1, ma stenta a trovare una propria strada anche a causa del devastante sisma del 2009), può essere facilmente applicata all’intero nostro Paese, oggi così bisognoso di cure forti e di ottimismo. Il primo tema che ho posto sul tavolo delle priorità dell’Abruzzo riguarda la necessità di pervenire ad un modello di governo del territorio e dell’economia che rifugga i tatticismi e gli interessi di parte. Nella società odierna, fare rete e condividere progetti e intenti, in poche parole remare dalla stessa parte, è importante tanto quanto agire in team all’interno di un’azienda. È ineludibile poi la necessità di inquadrare la programmazione e le scelte di carattere strategico in un contesto di trasparenza, legalità, certezza delle regole e chiarezza istituzionale. Detto questo, il ruolo dell’impresa quale motore di sviluppo, occupazione e benessere, nella costruzione di un qualsiasi programma di governo orientato alla crescita Break n. 4 - 2015 05-08.indd 5 economica e sociale, appare davvero centrale. Se è vero che la tassazione locale riduce la competitività di un territorio, è altrettanto vero che la mancanza di investimenti e una burocrazia asfissiante restano il problema maggiore. L’imperativo è migliorare i servizi pubblici e garantire qualità ed efficienza a minor costo. A tale scopo, servizi come quelli riguardanti i trasporti pubblici locali, il servizio idrico, la raccolta dei rifiuti, la sanità, devono essere liberalizzati, all’occor- Agostino Ballone renza privatizzati e aperti Presidente e CEO Gruppo Baltour alla piena concorrenza anche del pubblico, nell’ottica passato ormai lontano era stata della massima trasparenza, dell’ef- un modello di sviluppo per l’intera ficienza e del rispetto dei diritti Europa ma che adesso necessita garantiti dei cittadini. Un ruolo fon- urgentemente di interventi drastici damentale deve essere riservato e di grande impatto. L’approccio anche alla programmazione comu- ai problemi, ormai in assenza di nitaria, strumento indispensabile risorse finanziarie, diventa fonper reperire risorse finanziarie. damentale e non può più essere Sono obiettivi, questi, ai quali oggi perseguito secondo le consuete non si può rinunciare se si vuole logiche politiche e amministrache un territorio torni ad essere tive. L’Abruzzo (ma penso anche attraente anche per le imprese. all’Italia) del futuro devono essere Infine, non posso che rimarcare capaci di generare coesione la necessità di un grande salto sociale, valorizzare le giovani genedi qualità e di un grande scatto razioni, dare fiducia nel futuro. E di responsabilità per rilanciare e l’impresa deve tornare ad essere sostenere una regione che in un al centro di tale progetto. 5 23/04/15 17:21 Genova la “Superba” tra meraviglie e caruggi Mete da Scoprire «Città dei contrasti, dei grandi palazzi e dei miseri caruggi». Così Genova la “superba” si offriva agli occhi di Vicente Blasco Ibáñez sul finire dell’Ottocento. Più di cent’anni sono passati dai versi dello scrittore spagnolo eppure, ancora oggi, il capoluogo ligure conserva intatte le sue insanabili contraddizioni tra vicoli nascosti – i celebri caruggi appunto – ed edifici sontuosi. Ruvida e arroccata sui colli liguri che scendono al mare, la città della Lanterna custodisce uno dei massimi esempi in Europa di cen- A più di cent’anni dai versi di Blasco Ibáñez, il capoluogo ligure conserva insanabili contraddizioni tro medievale pressoché intatto. I caruggi (da quadrivium con l’apporto di “carro”, per alcuni invece dal francese charriage) disegnano quest’intricato dedalo che si articola tra stradine e piazzette nascoste svelando tesori inestimabili: portici medievali e chiese con capolavori del Romanico e del Rococò, edicole barocche, botteghe artigiane, musei e gallerie d’arte. Tra i monumenti più importanti da visitare nella Genova Vecchia ci sono la Porta Soprana e le mura 6 Break n. 4 - 2015 05-08.indd 6 del Barbarossa, costruite nel XII come i Magazzini del Cotone, il secolo per difendere la città dalle Molo Vecchio, i Quartieri Antichi e mire dell’imperatore Barbarossa. l’Acquario. Quest’ultimo ospita, in Poco distante ecco la casa di 27mila metri quadrati di superficie, Cristoforo Colombo, ricostruzione la più grande esposizione di biosettecentesca dell’edificio in cui diversità acquatica in Europa con da giovane visse lo scopritore 15mila animali di 400 specie. Altre delle Americhe (la casa originale fu attrazioni sono l’ascensore panodistrutta nel bombardamento fran- ramico Bigo, la Biosfera (struttura cese del 1684). Accanto sorge il di vetro e acciaio con un insieme chiostro (XII secolo) dell’antico con- complesso di organismi tropicali vento di Sant’Andrea. Il trecentesco animali e vegetali), il museo intePalazzo Ducale rievoca il potere rattivo della Città dei Bambini e il politico dell’antica Repubblica Museo Luzzati, dedicato al famoso marinara genovese mentre Piazza scenografo genovese. Imperdibile, San Matteo fa rivivere i Caruggio di Genova fasti della famiglia Doria tra palazzi dalle caratteristiche bande bianche e nere. Altri luoghi simbolo sono la barocca Chiesa del Gesù e la Cattedrale di San Lorenzo (eretta nel 1099) con la splendida cappella rinascimentale dedicata a San Giovanni Battista. Dal centro storico al Porto Antico il passo è breve. L’area portuale è stata restituita alla città in seguito al grande restauro progettato da Renzo Piano per il 500esimo anniversario della scoperta dell’America nel 1992. L’area è costituita da grandi spazi aperti ed edifici 23/04/15 17:21 Mete da Scoprire > Genova la “Superba” tra meraviglie e caruggi I LUOGHI CHE L’UNESCO HA TENUTO A BATTESIMO Nel 2006 l’UNESCO ha dichiarato Patrimonio dell’Umanità “Le Strade nuove e il sistema dei palazzi dei Rolli”, primo esempio in Europa di progetto di sviluppo urbano con una struttura unitaria, pianificato da un’autorità pubblica e associato a un modello di ospitalità pubblica in residenze private. Il sito include 42 palazzi rinascimentali e barocchi caratterizzati da spettacolari scaloni, cortili e logge che si affacciano su giardini costruiti su livelli diversi. I grandi palazzi residenziali furono eretti sulla Strada Nuova (ora Via Garibaldi) nel tardo ’500 e formavano il quartiere della nobiltà. La stessa che, dal 1528, aveva assunto il governo della Repubblica. TANTI PERSONAGGI ILLUSTRI, DA COLOMBO A DE ANDRÉ Naviganti e poeti, politici e grandi artisti. Sono tanti i personaggi della storia italiana che devono i natali alla Città della Lanterna. Il più noto è Cristoforo Colombo che qui nacque, nel 1451, e passò gli anni della gioventù prima di cambiare la storia con la scoperta delle Americhe. Ma genovesi furono anche Leon Battista Alberti (1404), Papa Innocenzo VIII e il compositore Niccolò Paganini (1782). Nell’800 il capoluogo ligure fu la patria di Giuseppe Mazzini, Nino Bixio e poi di Palmiro Togliatti. Si arriva al “secolo breve” e Genova diventa una delle città più floride della cultura italiana grazie al Nobel Eugenio Montale, agli scrittori Edoardo Sanguineti e Fernanda Pivano e all’architetto Renzo Piano. Grandi nomi del cinema e non solo sono nati a Genova: da Vittorio Gassman e Pietro Germi fino ad Enzo Tortora. Per la musica, negli anni ’60, la “scuola genovese” rivoluzionò la canzone d’autore italiana. Fra tutti, chi ha saputo davvero raccontare l’anima di Genova attraverso le sue note è l’indimenticabile Faber, Fabrizio De André. PIazza Raffaele De Ferrari Un intricato dedalo tra stradine e piazzette che svelano tesori inestimabili infine, il vero simbolo di Genova: la Lanterna ricostruita nel 1543. Sorge su una roccia alta 40 metri e, salendo i 172 scalini che portano alla prima terrazza, si gode una vista mozzafiato sul porto e sulla città antica. GENOVA Collegamenti BALTOUR per GENOVA (a partire da giugno): • Una partenza giornaliera dall’Abruzzo, Campania, Emilia Romagna, Lazio, Lombardia, Marche, Umbria, Toscana, Veneto • Due partenze a settimana dal Friuli • Una partenza settimanale dalla Sicilia 7 Break n. 4 - 2015 05-08.indd 7 23/04/15 17:21 Viaggio in Svizzera, Paese dei 26 cantoni Mete da Scoprire Fontana Jet d’Eau, Ginevra La Svizzera che non t’aspetti. All’ombra delle Alpi, tra vette innevate e panorami mozzafiato, la piccola confederazione elvetica – composta da 26 “Cantoni” o Stati – sa come stupire con un’offerta fatta di storia e tesori d’arte da scoprire in ogni periodo dell’anno. Tre le tappe di questo percorso attraverso altrettante moderne città e i loro luoghi simbolo. La cosmopolita Ginevra, immersa Zurigo e il quadrante di St. Peter nell’insenatura in cui il Rodano lascia il lago Lemano, è nota anche come la “capitale della pace”. La città francofona è infatti il “quartiere generale” europeo delle Nazioni Unite e la sede principale della Croce Rossa. Il monumento più celebre è il Jet d’Eau, lo spettacolare getto d’acqua che s’innalza nel lago di Ginevra fino a raggiungere i 140 metri d’altezza. Imperdibile poi una visita alla “città vecchia” tra le caratteristiche vie lastricate. Qui si trova la cattedrale di San Pietro e la Maison Tavel, sede del Museo d’Arte e Storia. Suggestivo anche il borgo Carouge, sul fiume L’Arve, con le sue botteghe artigiane e i caffè degli artisti, mentre Rue de Rive e Rue du Rhone sono la meta ideale per gli amanti dello shopping. Imperdibile infine una gita in funivia sul monte Saleve, così come un’escursione di trekking lungo i tanti sentieri presenti. Altra metropoli tutta da vivere è Zurigo. Affacciata sul lago e circondata dalle Alpi innevate, la città offre un insieme unico grazie ai suoi cinquanta musei (ben 14 quelli dedicati all’arte, con le collezioni Dalla cosmopolita Ginevra alla Zurigo tutta da vivere e poi ancora Lugano dal clima mite 8 Break n. 4 - 2015 05-08.indd 8 23/04/15 17:21 Mete da Scoprire > Viaggio in Svizzera, Paese dei 26 cantoni SVIZZERA Collegamenti BALTOUR GINEVRA, ZURIGO, LOSANNA, LUGANO, BELLINZONA, LUCERNA • Quattro partenze (di cui due giornaliere) da Milano e da Torino • Quattro partenze (di cui una giornaliera) da Aosta • Tre volte a settimana da Genova Lugano La piccola confederazione elvetica sa come stupire offrendo storia e tesori d’arte più significative al Kunsthaus e al Museo Nazionale), oltre cento gallerie, tantissimi locali e grandi nomi della moda e marchi urbani. A far da sfondo, il monte cittadino Uetliberg. Oltre all’immenso patrimonio museale il simbolo di Zurigo è la chiesa di Grossmünster, nel caratteristico Limmatquai. Secondo la leggenda fu eretta per volere di Carlo Magno sulle tombe dei santi patroni Felix e Regula. Da qui, nel XVI secolo, partì la riforma protestante svizzerotedesca mentre la scuola teologica, allora annessa al convento, fece da culla all’università cittadina. La chiesa più antica di Zurigo è però quella di Saint Peter (IX secolo) che vanta il quadrante più grande d’Europa. La chiesa di Fraumünster conserva le cinque vetrate realizzate negli anni ’70 da Marc Chagall e famose in tutto il modo. Altri luoghi da visitare sono il Teatro dell’Opera, il Schauspielhaus o il Tonhalle. Ultima tappa del nostro viaggio è Lugano, destinazione ideale già in primavera per il suo clima più mite Break n. 4 - 2015 05-08.indd 9 L’ELDORADO DEGLI ITALIANI ORA FA I CONTI CON NUOVE LEGGI Fino a poco tempo fa era una sorta mercati esteri, sono stati soprattutto di “piccolo Eldorado” per molti italiani. i commercianti italiani di confine Burocrazia snella e cambio favorevole, tornati ad essere più appetibili. Altra facilità nel creare un’impresa e bassa “rivoluzione” non da poco, il referendum pressione fiscale, stipendi mediamente con cui, l’anno scorso, gli svizzeri più alti ed efficienza nei servizi avevano hanno votato a favore delle limitazioni, reso la Svizzera una delle mete preferite a partire dal 2017, all’ingresso di di imprenditori e lavoratori “in fuga” dal cittadini stranieri nella Confederazione Belpaese. E con la crisi il fenomeno elvetica. Una decisione che, se il era cresciuto ancor di più se è vero governo non interverrà, potrebbe avere notevoli conseguenze per i tanti italiani che, già nel 2013, la comunità italiana rappresentava più del 22% dei circa 8 “transfrontalieri” che oggi lavorano in milioni di abitanti. A cambiare le carte in Svizzera, in tutto circa 290mila persone. tavola, però, sono state le ultime pesanti Banca Nazionale Svizzera, sede di Berna novità in campo fiscale e legislativo. Da gennaio la Banca Nazionale Svizzera ha infatti abbandonato il cambio fisso Franco/Euro, rendendo decisamente meno conveniente fare acquisti in Svizzera o lavorare Oltralpe. Ad avvantaggiarsi della novità, rispetto alle imprese svizzere diventate improvvisamente troppo care sui rispetto alle altre città. Il “cuore” della città più grande del Ticino è senz’altro il suo lago. Da qui si può visitare il Parco Civico, ornato di magnolie, camelie, piante subtropicali e opere d’arte moderna. Dall’alto delle due cime che dominano Lugano, i monti San Salvatore e Brè, si ammira il magnifico panorama sulla città. Arte e cultura si respirano invece nel Museo cantonale d’arte che espone opere di Klee, Jawlensky, Degas e Renoir, per citarne alcuni. Negli ultimi decenni, inoltre, il Ticino e Lugano hanno dato vita a un’importantissima scuola d’architettura i cui rappresentanti più famosi sono Mario Botta e Luigi Snozzi. 9 23/04/15 17:21 Berlino e il Muro 25 anni dopo Mete da Scoprire Checkpoint Charlie oggi – © Rosa G. (http://goo.gl/5Ja8Kh) Da simbolo della divisione nel cuore dell’Europa a capitale cosmopolita e aperta al confronto. Venticinque lunghissimi anni sono passati dall’evento che avrebbe cambiato la storia di una città, di un popolo e del mondo intero. Era il 9 novembre del 1989: un’immensa folla umana si riversava in strada per festeggiare la caduta del muro di Berlino e, con essa, la definitiva pacificazione della Germania post-guerra “tagliata” in due dalla cortina lunga ben 155 chilometri ed eretta in una notte (fra il 12 e il 13 agosto del 1961) per arginare l’esodo verso l’Ovest. Per il resto dell’umanità, quell’atto di libertà avrebbe significato la fine della Guerra Fredda, delle contrapposizioni est-ovest e l’inizio di una nuova era carica di speranze ma anche di contraddizioni non tutte risolte. Lo scorso novembre, due milioni di persone hanno 10 Break n. 4 - 2015 05-08.indd 10 celebrato l’anniversario sulle note dell’Inno alla gioia e all’ombra della Porta di Brandeburgo inondata di colori e immagini di un passato che sembra finalmente lontano. Berlino oggi è una città completamente diversa. Multiculturale e innovativa, la capitale riunificata è una delle mete europee preferite (soprattutto dai giovani) per il suo insieme unico fatto di arte, cultura, ma anche nuove tendenze e luoghi cult del divertimento. Nell’anniversario della caduta del Era il 9 novembre del 1989: un’immensa folla si riversava in strada per festeggiare la pacificazione post-guerra muro, qualsiasi visita a Berlino non può che iniziare dai luoghi simbolo della divisione. Il percorso del muro è segnato da una doppia fila di ciottoli. Dalla East Side Gallery, in cui vi è la sezione più lunga del muro, si viaggia nel tempo attraverso monumenti commemorativi, resti ed ex torri di guardia. I passaggi di confine s’incontrano nella Heinrich-HeineStrasse e al celebre Checkpoint Charlie in Friedrichstrasse. Qui, imperdibile è il Mauermuseum (Museo del Muro) così come significativa è una visita al Museo degli Alleati che racconta il fragile equilibrio storico dalla fine della guerra alla riunificazione tedesca. L’area della Topographie des Terrors include i resti di 200 metri del Muro. Il percorso arriva alla Bernauer Strasse e il Gedenkstätte Berliner Mauer con la Cappella 23/04/15 17:21 Mete da Scoprire > Berlino e il Muro 25 anni dopo E UNA FERMATA DOPO C’È SZCZECINEK, CITTÀ POLACCA DA VISITARE Szczecinek, che per gli autobus Baltour è la fermata successiva a Berlino, è una delle città più interessanti della Polonia. Si tratta di un posto particolare che unisce perfettamente i vantaggi di un centro industriale con tutti i benefici dovuti alla posizione geografica eccezionale fra i laghi e boschi del distretto dei Laghi di Drawsko. La città e il distretto offrono diversi prodotti e attrattive turistiche, fra cui l’impianto per lo sci nautico e il wakeboard (il più lungo in Europa), il tram nautico, nave per escursioni turistiche, spiagge custodite, autodromi, rete di piste ciclabili e ambienti naturali diversificati e ricchi, dalle belle brughiere nell’area dell’ex poligono dell’Armata Rossa fino ai numerosi boschi di conifere e di alberi a foglie che garantiscono emozioni indimenticabili in ogni stagione dell’anno. Ulteriori informazioni sul sito web www.szczecinek.pl o www.strefaekonomiczna.eu. della Riconciliazione, memoria storica della divisione e del valore del perdono. Gli altri monumenti che hanno reso Berlino celebre nel mondo sono la Porta di Brandeburgo (sul lato opposto si trova il Memoriale agli Ebrei assassinati d’Europa) o la splendida cattedrale protestante nella zona nord dell’Isola di Sprea. Una delle più belle piazze è Gendarmenmarkt. La Torre della Televisione è invece uno dei punti migliori da cui godere la vista di Berlino. Altri luoghi da ammirare infine sono l’Orologio del mondo, l’ottocentesco Rotes Rathaus o Municipio Rosso (danneggiato durante la guerra, fu ristrutturato e durante la divisione della città fu sede del consiglio comuBerlino oggi è una città nale di Berlino Est) e il Quartiere San diversa. Multiculturale Nicola. Poco più avanti ha sede la e innovativa, la capitale Cancelleria Federale. Il viaggio si conclude nella Potsdamer Platz con riunificata è una delle mete la sua modernissima architettura e europee preferite dai giovani poi al Friedrichstadt-Palast con il suo moderno teatro di rivista. Panorama di Berlino – © Werner Kunz (http://goo.gl/dCOuhX) GERMANIA Collegamenti BALTOUR Monaco, Norimberga, Berlino, Francoforte, Colonia, Dortmund, Hannover, Düsseldorf, Amburgo • Due partenze (di cui una giornaliera) da Genova, Brescia • Una partenza giornaliera da Alessandria • Due partenze (di cui una giornaliera) da Torino • Cinque partenze (di cui due giornaliere) da Milano • Tre partenze (di cui una giornaliera) da Verona, Bolzano • Due partenze a settimana da Napoli, Roma, Firenze, Bologna, Modena, Trento L’AMORE CHE SEPPE SUPERARE LA BARRIERA INVALICABILE Famiglie separate in un solo giorno, amicizie e grandi amori improvvisamente divisi da una barriera invalicabile. La triste e lunga storia del muro di Berlino è legata alla memoria e ai racconti di tanti legami personali strappati alla normalità dall’incomunicabilità della Mauerei (il muro appunto). «Il nostro amore sarà più forte di ciò che attualmente ci separa», scriveva Dorothea al fidanzato Christoph. Il loro legame sopravvisse al muro e la loro corrispondenza è conservata al Tränen Müseum, a Friedrichstraße, stazione dalla quale Dorothea riuscì a fuggire superando il confine verso Ovest grazie a un passaporto falso. Altra storia simbolo è quella di Helga e Wolfgang Aue. Per loro, i funzionari del Partito Socialista Unificato chiesero il divorzio. La coppia invece sfidò il sistema e restò unita, sopravvivendo a quasi 30 anni di divieti e brevi incontri fugaci prima della caduta del muro. La loro vicenda ispirò anche un romanzo che fece scalpore nella Germania divisa. 11 Break n. 4 - 2015 05-08.indd 11 23/04/15 17:21 A caccia dei misteri dell’Universo Il Personaggio > Intervista a Stefano Ragazzi Abbiamo incontrato Stefano collegamento tra l’infinitamente picRagazzi, direttore dei Laboratori colo, cioè la fisica delle particelle nazionali del Gran Sasso. I elementari, e l’infinitamente esteso Laboratori dipendono dall’INFN, che è l’astrofisica, la cosmologia». l’Istituto Nazionale di Fisica Ragazzi, Nucleare, uno degli enti pubblici Quali sono le linee di ricerca più Stefano direttore dei laboratori del Gran Sasso di ricerca governati dal Ministero importanti che seguite? dell’Istruzione, dell’Università e «C’è un problema che è iniziato è evidente oggi è che l’ottanta per della Ricerca. L’intervista è stata ad emergere addirittura negli anni cento della materia di cui è costituun’esperienza straordinaria, un po’ Trenta del Novecento ed è diven- ito l’Universo non la conosciamo». come entrare nella pancia della tato drammatico negli ultimi anni montagna per conoscere da vicino per tutte le conferme che si hanno Perché si chiama materia oscura? chi sta dando la caccia ai misteri a scala cosmologica. È quello «Prende il nome di materia oscura dell’Universo. della materia oscura. Quello che perché in tutto l’Universo c’è evidenza di questa materia, tuttavia Direttore, che obiettivo persenon è una materia che conosciamo a livello elementare, a livello parguono i Laboratori e che cosa «Studiamo i neutrini ticellare, in definitiva non sapfanno in questo momento? generati dal Sole, «I laboratori hanno come obietpiamo che cosa sia. È l’ottanta per tivo principale la ricerca in un set- cerchiamo tracce cento del totale e dunque capisce tore fondamentale che da qualche che quando si va in una direzione anno prende il nome di fisica delle della materia oscura» in cui si pretende di conoscere astroparticelle. È un settore di tutto, almeno a livello fondamentale, ecco, lasciarsi sfuggire l’otSede del centro direzionale di Assergi – © Francesco Arneodo tanta per cento del totale è un po’ imbarazzante…» 12 Break n. 4 - 2015 05-08.indd 12 La ricerca a che punto si trova nella conoscenza della materia oscura? «Con la materia oscura si potrebbe dire che siamo un po’ più indietro di quanto erano gli antichi greci con l’elettricità… Tuttavia si iniziano a formulare delle ipotesi. In base ad alcune di queste, se ne può rinvenire traccia nella materia ordinaria in diverse forme. Nei laboratori del Gran Sasso si cercano queste tracce, questi segnali molto deboli. 23/04/15 17:21 Il Personaggio > Intervista a Stefano Ragazzi Interno dei laboratori del Gran Sasso – © Schiavon E questo giustifica il fatto di lavorare a 1.500 metri sotto terra perché in questo modo si riduce molto il rumore, chiamiamolo così, che si ha in superficie. Quel rumore prodotto da sciami di particelle che stanno nell’atmosfera e a cui siamo esposti tutti i giorni». questo momento è il più sensibile apparato al mondo per la misura di neutrini del Sole». «Qui ci sono ricercatori da tutto il mondo, spesso sono giovani e arrivano dall’estero» mondo, prevalentemente giovani perché ormai in tutto il mondo la ricerca la fanno i giovani, dottorandi o con borse post dottorato. Quelli che noi chiamiamo utenti scientifici dei Laboratori sono circa novecento, due terzi dei quali provenienti dall’estero. Ma ci sono anche ingegneri e altro personale tecnico che aiutano la progettazione e la realizzazione degli apparati con cui si conduce la ricerca». Un po’ come chiudersi in una scatola nera per schermarsi dalla luce, giusto? «Esatto. Qui si cerca materia oscura, si cercano neutrini generati nelle Ci sono novità attese nel breve La maggior parte dei ricercatori stelle. A settembre dello scorso periodo? proviene dall’estero? anno, l’esperimento Borexino ha «Per la fine dell’estate di quest’anno «Sì. Per capire è sufficiente penriportato la prima misura al mondo avremo il più sensibile apparato al sare che per ogni docente unidi neutrini generati nella reazione mondo per la ricerca di un certo tipo versitario, all’estero, ci sono più nucleare principale di produzione di materia oscura, l’esperimento dottorandi che stanno facendo di energia nel Sole, che è la fusione Xenon 1T che sta per Xenon One la tesi di quanti ne abbiamo in di due protoni. Una verifica della Ton cioè da una tonnellata. Xenon Italia. Un esempio? L’università di nostra conoscenza del Sole». ci darà risultati significativi entro Heidelberg, in Germania, solo per due anni, poi se ci sarà evidenza fisica ha seicento dottorandi». Cosa vuol dire esattamente? di materia oscura sarà necessa«Da che esiste l’uomo, conosciamo rio più tempo per le conferme, cioè C’è qualcosa che accomuna i il Sole attraverso la luce. La luce è altri esperimenti che corroborino ricercatori di qualsiasi età, comenergia che si produce nel nucleo l’osservazione. Ma Xenon potrebbe preso lei? del Sole e che impiega centomila dirci anche che materia oscura del «Una grandissima curiosità per la anni a propagarsi verso la super- tipo ipotizzato che sta cercando ne conoscenza, se vuole per acquisire ficie e arriva in forma degradata. I esiste meno di una certa quantità». nuove conoscenze, per conoscere neutrini sono prodotti nel nucleo la natura delle cose. Una passione del Sole e arrivano a noi in otto Chi lavora dentro i laboratori e che per la ricerca intesa nel senso di acquisizione di conoscenza geneminuti, il tempo di viaggio per la ruoli riveste? luce dalla Terra al Sole. Borexino in «Ci sono ricercatori da tutto il rata da noi». 13 Break n. 4 - 2015 05-08.indd 13 23/04/15 17:21 «La vera sfida è vincere in Paesi lontani» Il Personaggio > Intervista a Riccardo Ruscalla Riccardo Ruscalla ha un cognome rappresentato il lavoro come una nostre filiali, l’innovazione di proimportante e una grande responsa- attività estremamente seria ma al dotto e l’internazionalizzazione in bilità, quella che ha portato l’omo- contempo divertente». nuovi paesi». nimo gruppo di famiglia ad essere protagonista nel mercato mondiale Lei è uno dei fondatori dell’incubatore iStarter. In cosa consiste delle opere civili. Nato a Torino nel «Sono entrato in azienda 1983, rappresenta la terza genein punta di piedi dopo il master il progetto e quali risultati avete razione all’interno del business ottenuto finora? e una serie di esperienze di famiglia. Dopo la laurea ed il «iStarter rappresenta una splenmaster in economia aziendale ini- fuori dal contesto familiare» dida avventura imprenditoriale che zia la sua carriera negli Stati Uniti. seguo dal 2012 quando con un Dal 2008 lavora in Tubosider, pringruppo di amici abbiamo fondato cipale società del Gruppo Ruscalla, uno dei primi incubatori/acceleraleader mondiale nella produzione Di cosa si è occupato e di cosa tori per startup completamente a di barriere stradali. Segue diversi si occupa nell’azienda di famiglia? capitale privato in Italia». investimenti attraverso la holding «Sono entrato in azienda in punta di famiglia concentrandosi sugli di piedi dopo il master e una serie Di che si tratta in concreto? investimenti immobiliari e finan- di esperienze fuori dal contesto «L’idea, che poi si è realizzata, era ziari. Dal 2012 è co-fondatore di familiare. Ho iniziato nel più sem- quella di avere sul territorio una iStarter un incubatore/accelera- plice dei modi ovvero diventando struttura altamente professionale tore di impresa e dal 2013 è socio l’ombra di mio padre e di un paio attraverso la quale dare un contridei nostri manager. Per quasi due buto sotto il profilo delle compedel Club degli Investitori di Torino. anni la mia unica attività è stata tenze e della ricerca dei capitali Riccardo, qual è stato il per- quella di spettatore. Seguivo ogni a tutte quelle persone che hanno corso che l’ha portata a diventare riunione in silenzio e prendevo idee imprenditoriali e necessitano imprenditore? appunti. In poco tempo ho svilup- di crescere in fretta e posizionarsi «Sono nato e cresciuto in una con- pato uno spirito abbastanza cri- sul mercato. Nel giro di pochi mesi dizione familiare che ha sicura- tico che mi permetteva di capire abbiamo avviato importanti collamente aiutato e stimolato la mia cosa era giusto e cosa no. Il mio borazioni con le principali aziende propensione all’imprenditoria sia primo vero incarico è stato come italiane ed il mondo finanziario. nei riguardi delle attività di fami- assistente del nostro responsa- Oggi iStarter è composta da 70 glia sia per altre iniziative intra- bile dell’ufficio acquisti e dopo soci, ha due sedi pienamente opeprese negli ultimi anni. La vera due anni ho iniziato a seguire il rative, Torino e Londra, un ottimo fortuna è stato l’atteggiamento controllo di gestione. Oggi seguo track record di successi e abbiamo costruttivo di mia madre e di tre progetti, l’integrazione del sul tavolo importanti progetti mio padre che mi hanno sempre controllo di gestione per tutte le di espansione». 14 Break n. 4 - 2015 05-08.indd 14 23/04/15 17:21 Il Personaggio > Intervista a Riccardo Ruscalla IL CLUB DEGLI INVESTITORI Il Club degli Investitori è composto da un gruppo di imprenditori, professionisti e manager piemontesi che investe in società, di nuova o recente costituzione, con contenuto innovativo ed elevato potenziale di crescita. Il Club non è una finanziaria o un fondo di investimento: i soci investono personalmente col proprio patrimonio nelle singole iniziative, acquisendo quote di partecipazione nelle società. Partito nel 2008 con 6 imprenditori, oggi il Club degli Investitori conta più di 80 soci che, sull’esempio dei business angel americani, affiancano la crescita dell’azienda, come veri e propri “angeli custodi”. L’iscrizione al Club degli Investitori avviene attraverso la presentazione da parte di uno dei soci. Info: www.clubdeglinvestitori.it Riccardo Ruscalla, imprenditore e cofondatore dell’incubatore iStarter «Oggi guardiamo con grande interesse alcuni Paesi del Sud America e l’Asia» Cos’è il Club degli investitori di nuove mete alle quali oggi gli cui lei è socio? imprenditori guardano con più «Il Club degli Investitori di Torino interesse? è un gruppo di imprenditori, pro- «Per quanto riguarda la mia azienda fessionisti e manager piemontesi la vera sfida è mettersi nelle conche investe in società, di nuova o dizioni di competere e vincere in recente costituzione, con conte- paesi lontani... Oggi guardiamo nuto innovativo ed elevato poten- con grande interesse alcuni paesi ziale di crescita. Sono entrato a far del Sud America e Asia». parte del Club nel 2013 per poter dare un’occhiata a cosa succede Che significa per lei essere fuori dai muri dell’azienda e diver- imprenditore? sificare le mie attività». «Rappresento la terza generazione e oggi ho ben delineato in Quali sono le nuove sfide della testa dove voglio arrivare. Ho stuglobalizzazione e quali sono le diato la storia di mio nonno così Break n. 4 - 2015 05-08.indd 15 come quella di mio padre e grazie a loro ho avuto la possibilità di vedere tante cose nel mondo comprendendo così l’importanza di due aspetti: essere imprenditore e farlo bene. Nel mio caso la prima è anche un po’ dovuta ai sacrifici fatti da chi c’era prima e questo è un valore da coltivare e per il quale essere riconoscenti. Il secondo punto invece sta alla base di tutto: è un dovere verso se stessi, i propri collaboratori e la collettività che, dai risultati che verranno, potrà pianificare il proprio futuro». 15 23/04/15 17:21 Con le nuove regole del lavoro il precariato va in soffitta? Focus Economia di Stefano Cianciotta* Nei primi due mesi del 2015 sono stati oltre 79.000 gli assunti con contratto a tempo indeterminato. Si tratta di un incremento del 38%, che arriva al 43% per i giovani sotto i 29 anni. Il segnale di una ripresa economica che concede alle imprese una migliore capacità di programmazione è evidente. In molti settori dell’industria, infatti, la ristrutturazione imposta dalla crisi internazionale viene 16 «Nei primi due mesi dell’anno sono stati oltre 79.000 gli assunti a tempo indeterminato» valutata come conclusa e si torna così a privilegiare un’occupazione cui offrire maggiori stabilità. Anche le filiere produttive di alcuni distretti industriali si sentono più stabili e quindi hanno ripreso ad assumere. Sta ora alla politica economica fornire strumenti di sostegno per l’internazionalizzazione e l’accesso al credito che permettano alla manifattura italiana di sfruttare pienamente la scelta della BCE di immettere liquidità nel sistema, per sostenere una domanda ancora in fase critica. Le scelte di politica del lavoro, considerati i primi dati del 2015, (*) Docente di Comunicazione di Crisi Università di Teramo, Opinionista economico Break n. 4 - 2015 05-08.indd 16 23/04/15 17:21 Focus Economia > Con le nuove regole del lavoro il precariato va in soffitta? «Sono stati creati nuovi posti di lavoro o è stata una semplice rimodulazione delle forme contrattuali?» Il docente universitario Stefano Cianciotta interviene a Uno Mattina vanno sicuramente a sostegno di una nuova fase dell’economia. La domanda che ci si è posta però è la seguente: sono stati creati nuovi posti di lavoro o si assisterà a una semplice rimodulazione delle forme contrattuali determinata dal Jobs Act e dagli sgravi contributivi previsti dalle norme della Legge di Stabilità? Realisticamente di queste 80.000 nuove persone che hanno ottenuto un contratto a tempo indeterminato solo per 20.000 si tratta di assunzioni a tempo indeterminato, mentre IL JOBS ACT IN SINTESI A quali lavoratori è applicato il regime delle tutele crescenti? A tutti i nuovi assunti, ovvero ai lavoratori assunti a tempo indeterminato dal 1º marzo 2015 con un contratto a tutele crescenti (che non si applica ai dipendenti pubblici). Per tutti gli altri valgono invece le vecchie regole, articolo 18 compreso. Cos’è un contratto a tutele crescenti? È un normale contratto a tempo indeterminato normato diversamente nella parte relativa ai licenziamenti. Solo in pochissimi casi è previsto il reintegro nel posto di lavoro mentre in tutti gli altri si ricorre al risarcimento economico che cresce (da qui la formula “a tutele crescenti”) in base all’anzianità di servizio. A crescere, dunque, è l’importo del risarcimento. Con l’entrata in vigore di questa normativa cosa succede in caso di licenziamento ingiustificato? A differenza del passato, se il dipendente sarà licenziato per un motivo economico che non esiste (es. non c’è ristrutturazione o crisi dell’azienda in corso, il lavoratore poteva essere impegnato in altre mansioni, ecc.) non ci sarà reintegro nel posto di lavoro, come prevedeva l’articolo 18 dello Statuto dei lavoratori, ma solo risarcimento. Cos’è la conciliazione standard? Per evitare il ricorso al giudice, l’imprenditore, entro 60 giorni dal licenziamento, offre al lavoratore un importo che non sarà considerato reddito imponibile ai fini Irpef (quindi esentasse). Il versamento sarà effettuato tramite assegno circolare; accettando l’assegno il lavoratore rinuncia a fare causa e il rapporto di lavoro si considera chiuso. La conciliazione potrà avvenire in sede sindacale, presso la Direzione Territoriale del Lavoro, altri collegi e commissioni individuati dalla legge. per i restanti tre quarti abbiamo assistito al mutamento della forma contrattuale. Nonostante questo assunto di fondo, però, i presupposti del Jobs Act e degli strumenti finanziari a supporto, sembrano essere stati perfettamente raggiunti. Tra gli obiettivi del Governo, infatti, vi sono il superamento del dualismo di tutele e diritti che era giunto a penalizzare i lavoratori e a rendere inefficiente il funzionamento del lavoro stesso, e al contempo l’eliminazione della piaga del precariato, eliminando i contratti a progetto e a collaborazione (Co. Co.Co. e Co.Co.Pro.). Il dato del primo bimestre 2015 – il primo effetto di norme annunciate ma non ancora operative – in buona sostanza ci indica quindi che un numero crescente di lavoratori avrà un contratto con maggiori tutele, soprattutto nell’ottica di riunificare un mercato del lavoro sul quale gravavano 46 tipologie di contratti diversi, e che era diventato discriminante per i più giovani che entravano con un sistema di tutele pesantemente svantaggiato rispetto a quello offerto alle generazioni precedenti. 17 Break n. 4 - 2015 05-08.indd 17 23/04/15 17:21 D’Annunzio e la nostalgia per la cucina d’Abruzzo Letteratura di Enrico Di Carlo* Per un personaggio poliedrico, eccentrico, come Gabriele d’Annunzio, potrebbe apparire marginale o addirittura trascurabile passare in rassegna le testimonianze sui rapporti con la gastronomia della regione nativa. Ma, evidentemente, non è così perché quello che conta in d’Annunzio è l’essenzialità storica della cucina abruzzese: una essenzialità fatta di calore umano, di ricordi di tempi lontani, di sentimenti, di affetti familiari, di nostalgia per il tempo perduto e non ritrovato. Ed è proprio la nostalgia la chiave di lettura, il filo rosso che lega tra loro il salamino pepato della Maiella, le triglie allo spiedo, il cacio vermicoloso, il brodetto di pesce alla vastese, i maccheroni alla chitarra, preparati con una “specie di arpa cuciniera a sezione rettangolare, e che si suona con le mani in piano orizzontale”. È la nostalgia per la sua terra, che si fa sempre più struggente col passare degli anni, fino a diventare malinconia nel Notturno e nel Libro segreto, al centro dei quali si pongono preminenti i due grandi amori del poeta: la madre e la città natale. A questi motivi si ricollegano i frequenti richiami della memoria: “la zuppa rustica all’uso del paese, ricca di zenzero, colorita e odorante”, che Giorgio e Ippolita, nel Trionfo della morte, mangiano sul terrazzo dell’eremo rustico di San Vito Chietino; il cacio pecorino che un servitore gli porta ogni mattina su un antico piatto in ceramica di Castelli (Libro segreto); la “porchetta d’oro” regalatagli dal ministro Giacomo Acerbo, conterraneo, che ispira a d’Annunzio uno dei più nostalgici sonetti dialettali; e il dolce Parrozzo di Luigi D’Amico, da quel pane rozzo dei contadini abruzzesi, attaccandosi al quale avverte la suggestione di succhiare da esso la parte più genuina della sua regione. Per lui questi elementi semplici, di una cucina realmente povera, rappresentano il pretesto per recuperare un 18 (*) Studioso e autore del libro Gabriele d’Annunzio e l’enogastronomia della memoria, presentazione di Lia Giancristofaro, copertina di Marco Martellini, Castelli, Verdone, 2013, terza edizione arricchita del libro Gabriele d’Annunzio e la gastronomia abruzzese (2010) Break n. 4 - 2015 05-08.indd 18 23/04/15 17:21 Letteratura > D’Annunzio e la nostalgia per la cucina d’Abruzzo D’Annunzio visto da Marco Martellini. Pagina accanto: Lettera a Luigi D’Amico; Carducci e d’Annunzio visti da Nasica (1901) È la nostalgia la chiave di lettura, il filo rosso che lega tra loro il salamino pepato della Maiella, le triglie allo spiedo, il cacio vermicoloso, il brodetto di pesce alla vastese, i maccheroni alla chitarra… rapporto lontano con la sua terra bestiale. Ho ingoiato tutte le triglie Sardegna tra i Sepolcri dei Giganti e la sua gente. Ogni riferimento dell’Adriatico. E sono stato molto e le Case delle Fate». positivo a quello che in apparenza male, dopo: e sto ancora male». Eppure, è ancora una volta dai sembrerebbe cibo del popolo, va Nel libro si approfondisce anche il liquori abruzzesi che egli prova le inquadrato per ciò che esso è rapporto dello scrittore con il vino e suggestioni più intense. Così come realmente, cioè cibo della casa e, con l’alcol. D’Annunzio era astemio, intenso è il rapporto epistolare quindi, della madre. come confermano i suoi più accre- con Amedeo Pomilio, creatore del Non si comprenderebbe ciò se ditati biografi. liquore Aurum. Davanti a una cassa ci fermassimo a pensare quanto Egli era convinto che il vino “colma di doni” che gli «toccano la poco mangiava il poeta, soprat- potesse essere escluso dal vitto cima del cuore prima di deliziare il tutto durante gli anni del Vittoriale di un gastronomo, arrivando addi- palato», d’Annunzio avverte addidove aveva introdotto per sé e per rittura a sostenere «che non si rittura la presenza della mamma gli altri un vero e proprio regime poteva essere un buon ghiottone che gli sorrideva dall’ombra: «E la dietetico. Al pittore Francesco essendo anche un buon beone». E mia tristezza estuava come la foce Paolo Michetti, che lo era andato su questa teoria sfidò il giornalista della nostra Pescara». a trovare, scrive: «Certo, ignori la e scrittore tedesco Hans Barth, al Mentre, nella lista dei vini e dei regola del Vittoriale. Io, Abruzzese momento della pubblicazione del liquori, presenti nella cantina del schietto, da gran tempo ho abo- libro guida alle osterie d’Italia. Vittoriale, compaiono due bottilito l’abbottatura in forma di rimpa- L’occasione è propizia per tes- glie di Amaro Majella, prodotto dal triata. Esporrò, a te igienista antico, sere le lodi della Vernaccia di chietino Giulio Barattucci che, nel la mia teoria del digiuno. Per esem- Corniglia, sul litorale delle Cinque 1858, aveva ottenuto il Corfinio pio, mentre scrivo, son digiuno da Terre, «celebrata già dal Boccaccio dalla distillazione di 42 erbe rac38 ore. Alla mezzanotte prenderò e annoverata dal poeta tra le deli- colte lungo i sentieri della Maiella. un lieve pasto». zie offerte agli ospiti vegnenti nella Il poeta, ancor giovane, aveva defiNon sempre, in realtà, questi pasti feria d’agosto»; e dell’olente vino nito “odoroso” quel liquore che erano lievi. Ultimati i digiuni, ripren- d’Oliena al quale d’Annunzio lega aveva contribuito a plasmare l’atdeva a mangiare “come un feroce il ricordo di quando, in compagnia mosfera delle dimore dannunziane lupo della Maiella”. «Stanotte – con- di Edoardo Scarfoglio e Cesare e soprattutto quella del Cenacolo fessa – ho mangiato con una furia Pascarella, giunse nella «ospitale francavillese. 19 Break n. 4 - 2015 05-08.indd 19 23/04/15 17:21 Milano “underground” e altre storie sotterranee Cinema > Il progetto del regista Giovanni Esposito Grazie al suo “Milano underground” ha vinto il Roma Web Fest, il festival più importante delle produzioni per Internet, e si è visto aggiudicare ben due riconoscimenti (premio alla miglior regia e premio Rai Fiction per la miglior web-serie) al Cortinametraggio 2015 a Cortina d’Ampezzo. Inoltre media e tv nazionali, l’anno scorso, ne hanno parlato a go-go e in termini molto lusinghieri. Si chiama Giovanni Esposito, quest’anno compie 36 anni, vive a Milano (anche se ha origini abruzzesi, è nato a Teramo per la precisione) e ha conquistato il cuore di tutti con le storie del suo format video basato sul crowdsourcing e prodotto da One Production e Bananas. Una serie di episodi autoconclusivi ambientati nella metropolitana milanese che si svolgono nell’arco della stessa giornata. Ma c’è molto di più. Lo abbiamo chiesto al diretto interessato, che per l’occasione si è mostrato (come si può evincere dalle foto a corredo dell’articolo) in un simpatico look “samurai”. siamo abituati. Erano tutti lì. Tutti in un unico vagone ed era davvero come racchiudere la città in un viaggio. Così ho iniziato a vedere la metropolitana sotto un’altra ottica, proprio come le vene che attraversano il cuore pulsante della città». Come hai fatto materialmente a realizzare il progetto? «La prima cosa è stata quella di cercare un produttore che si innamorasse del progetto e che finanziasse poi l’opera. La parte più interessante l’abbiamo sperimentata utilizzando una forma di sviluppo che si chiama crowdsourcing, cosa ben diversa dal crowdfunding con cui spesso viene confusa. I finanziamenti, infatti, noi li abbiamo avuti direttamente dalla produzione, mentre con il crowdsourcing abbiamo lasciato il progetto aperto Bello il tuo “Milano Underground”, come la metropolitana da quale riflessione è nato? stessa, nel senso che «È nato da un’esperienza. Sai, la abbiamo chiesto al popolo prima volta che andai in metropo- della rete se voleva conlitana, a Londra, rimasi colpito. Mi tribuire ad incrementare ritrovai immerso tra tutti gli stereo- la serie è così è stato. tipi possibili inglesi, dal punk-rock Abbiamo trovato in queche credevamo estinto all’uomo sto modo molte risorse: con la bombetta. Era pieno di tutto dai soggetti agli attori, dai quell’immaginario londinese a cui grafici all’ufficio stampa». Milano Underground può considerarsi una serie conclusa? «No, assolutamente no, anzi Milano Underground ci piace definirla la stagione zero. Abbiamo realizzato quattro episodi perché quattro ad oggi sono le linee della metropolitana a Milano. Adesso abbiamo Giovanni Esposito 20 Break n. 4 - 2015 05-08.indd 20 23/04/15 17:21 Cinema > Il progetto del regista Giovanni Esposito «Abbiamo chiesto al popolo della rete se voleva contribuire ad incrementare la serie è così è stato» Giovanni Esposito durante le riprese di “Milano underground” già messo le basi per un’altra città che sarà Roma. Ma il progetto è per sua natura aperto a tutte le città che hanno una metropolitana come Torino, Catania, Brescia, Napoli. Il nostro intento è quello di realizzare una serie in ogni città di Europa che abbia una metro, cioè in 72 città». Perché hai scelto una web-serie e non una serie tv tradizionale? «Semplicemente perché il mercato è abbastanza saturo e spesso si ha difficoltà, se non altro si allungano molto i tempi di un’operazione comunque così innovativa e coraggiosa. Impossibile andare da un’emittente televisiva e dire: vorrei realizzare una serie ma non ho le sceneggiature come abbiamo fatto noi ricorrendo al crowdsourcing. Poi c’è da dire che siamo una serie atipica nel senso che non abbiamo il classico sviluppo orizzontale dei personaggi. Gli episodi nel nostro caso sono quattro e autoconclusivi, ambientati però nella stessa giornata. I protagonisti dei vari episodi si incrociano, si incontrano e si scontrano tra di loro come poi accade tra i reali passeggeri della metropolitana. Per cui convincere un’emittente a realizzare una cosa così sarebbe stato sicuramente molto ma molto più complesso. Io avevo voglia di correre, voglia di Break n. 4 - 2015 05-08.indd 21 realizzarlo, anche perché a Milano con l’Expo sarebbe stato impossibile farlo per almeno due anni. Il web ha questa grandissima possibilità, ognuno può fare quello che vuole, questa massima libertà artistica espressiva». che firma la regia di un episodio, gli altri sono Chiara Battistini, Marco Chiarini e Cosimo Alemà. E faremo lo stesso con Roma Underground. Avere più mani è una cosa che si fa in tutte le serie, da “Twin peaks” ad “House of cards”, tutte le grandi serie hanno questa cosa. Il creatore, il produttore artistico è sempre uno ma i registi cambiano di episodio in episodio perché è giusto dare uno stile diverso a seconda del tema e del genere che si tratta. Ah, dimenticavo: c’è anche la fan page www.facebook.com/ milanounderground da visitare». Come sei diventato regista? «È una cosa che ho sempre voluto fare. Ho avuto la fortuna di perce«Erano tutti lì. Tutti in un pirlo già in adolescenza, per cui unico vagone ed era davvero ho semplicemente orientato i miei studi e la mia carriera verso questo come racchiudere la città sogno. Ho fatto le prime esperienze in un viaggio» già a Cinecittà come assistente scenografo, poi nei vari viaggi e spostamenti che ho avuto la fortuna di Cosa pensi delle produzioni fare, dall’Inghilterra all’Argentina e tradizionali? agli Stati Uniti, ho sempre collabo«Ho molti amici, colleghi che stanno rato in produzioni più o meno imporscrivendo, riscrivendo sceneggia- tanti, fino a quando nel 2002 mi ture di serie, di film aspirando alla sono stabilito qui a Milano». tv e alle sale cinematografiche ma è chiaro che il mercato è cambiato, Milano patria dei videclip? non si può ignorare questa cosa. È «Sì, e della pubblicità, per cui è come oggi uno scrittore che ignora un’ottima gavetta perché in un l’ebook e che vuole stampare un solo format ti dà la possibilità di libro in maniera tradizionale. Ormai realizzare una produzione a tutto non si fa più così. Si tratta sem- tondo. C’è infatti bisogno delle plicemente di un metodo attuale. stesse figure di un grande film, Ecco tutto». però hai tempi di produzione molto più ristretti. Pensa che nei primi Per Milano Underground ti sei due anni di attività abbiamo reaavvalso della collaborazione di lizzato una quarantina di video clip altri registi, giusto? all’anno. Insomma, era ed è un’ot«Sì, ogni episodio è firmato da un tima palestra». regista diverso. Oltre al sottoscritto, 21 23/04/15 17:21 Giaime, il rapper ventenne da 2 milioni di click Musica Aveva solo undici anni quando ini- piace. Mi piace e mi ci ritrovo abbaziò a buttar giù qualche verso sal- stanza perché tutto quello che vando le canzoni nei file del proprio scrivo, tutto quello che dico è frutto pc. Era un approccio diverso, a di esperienze o di cose viste o visvolte fin troppo banale dice lui, alla sute in parte, insomma cose che scrittura. Due anni dopo arrivò la mi appartengono. Sicuramente non consapevolezza di volersi espri- parlo di cose che non conosco o mere attraverso il rap. Fu una non mi appartengono». svolta. Perché presto, ad appena sedici anni, giunse anche il successo, consacrato dalle visualizza«Tutto quello che dico è frutto zioni che uno dei suoi pezzi ebbe su Youtube: quasi due milioni di esperienze o di cose viste di visualizzazioni. Il nome d’arte, o vissute in parte» Giaime, coincide con il nome di battesimo. E di battaglia. Perché Giaime, che ha solo venti anni e fa parte di una squadra di rap- Cosa significa per te fare rap? per che risponde al nome di “Zero «È un bel concetto da spiegare. Due”, è uno tosto. Con le idee Ognuno avrà la sua visione, per chiare e la determinazione di un me sicuramente è banale dire: è uomo maturo. Il suo primo disco, una valvola di sfogo. Però sicura“Blue Magic”, pubblicato da indi- mente è iniziata così, giusto per pendente, ha avuto una discreta dire qualcosa, per mettersi al cennotorietà. E così il rapper milanese tro dell’attenzione anche con se (con radici a Pescara) è tornato in stessi, semplicemente per esprisala di registrazione per sfornarne mere se stessi». un altro su cui, però, ci ha chiesto con eleganza di far scivolare un Esprimere cosa in particolare? velo riservatezza. «Esprimere quello di cui magari è un po’ difficile parlare con gli altri oppure Giaime, ti chiamano il rapper in giro. È una specie di barriera che realista. Ti riconosci in questa ti consente di dire un po’ qualsiasi definizione? cosa tu voglia, anche le cose più «Sai, non avevo mai letto questa personali, più intime, che magari di definizione, però sicuramente mi solito non diresti in giro ecco». 22 Break n. 4 - 2015 05-08.indd 22 Quando ti sei accorto che stavi cominciando ad avere successo? «Alla fine del 2011, pubblicando il video di una canzone che si chiama “Sulla linea del limite”, che per ora è quella con più click…». Cioè quanti click? «Su YouTube ne ha 1.976.000, siamo prossimi ai due milioni. Si tratta di un brano come un altro, nel tempo ho fatto brani molto più orecchiabili, molto più belli e più intensi. Però evidentemente avrà colpito il fatto che eravamo due ragazzi molto piccoli che comunque, nel bene o nel male, si districavano in queste cose e riuscivano ad esprimere le loro sensazioni. Nel video ci siamo io e un altro rapper, MastaRais. Il successo è un’altra cosa, però c’è stata un po’ di visibilità e di interesse da parte degli altri e così ho fatto la mia pagina Facebook che ora conta circa 40.000 persone e ho continuato a fare video e più di uno ha superato il milione di visualizzazioni, altri viaggiano su numeri abbastanza alti». Come vedi il tuo futuro? Continuerai a fare musica? «Per ora non ho strade alternative e comunque punto tutto su questo». 23/04/15 17:21 Musica > Giaime, il rapper ventenne da 2 milioni di click «Il rap? Per me è banale dire: è una valvola di sfogo, ma sicuramente è iniziata così» La tua famiglia che dice di questa tua scelta, ti appoggia? «Papà e mamma da sempre, da quando ho iniziato mi hanno sempre appoggiato, sono sempre stati bravi, gentilissimi e sempre interessati. Venivano e vengono spesso alle serate che faccio e ai concerti. Quindi, grandioso!» Break n. 4 - 2015 05-08.indd 23 M.F. Photography Parlami della tua scrittura, di quando scrivi, se è una cosa complessa o se ti viene naturale, quale metodo usi… «Ci sono momenti in cui sono par ticolarmente ispirato per cui scrivere non ti dico che sia un gioco da ragazzi però è sicuramente molto più un piacere. Ci sono invece giornate in cui, visto che comunque ne voglio fare un lavoro, mi metto lì, quasi come se mi imponessi di scrivere, e magari faccio un po’ più fatica. Per quanto riguarda i metodi, ne ho diversi. Spesso si scrive direttamente sulla base musicale sulla quale poi si va ad incidere il pezzo e allora ti lasci guidare dalla musica e dal tempo. A volte invece uno può scrivere anche senza niente sotto, pensieri liberi che magari poi andrai ad aggiustare appunto per renderli a tempo…». 23 23/04/15 17:21 Bauhaus, la scuola del design moderno Arte & Dintorni Non solo una scuola, erede delle I fondamenti, i programmi e gli Bauhaus: al nucleo di docenti chiaavanguardie antecedenti alla Prima scopi della scuola furono scritti mati da Gropius, come Johannes Guerra Mondiale, ma un vero punto da Gropius nel Programma del Itten o Lyonel Feininger, si aggiundi riferimento per tutti i movimenti 1919 ma subirono successive sero successivamente anche che furono in grado di portare l’in- modifiche anche ad opera dei Klee, Georg Muche, Kandinskij, novazione nei settori del design successivi direttori del Bauhaus. Schlemmer, László Moholy-Nagy e dell’architettura del XX secolo. Nonostante il programma preve- ed ex allievi della scuola come Basterebbero queste brevi consi- desse di affiancare al maestro- Josef Albers o Marcel Breuer. Nel derazioni per capire per1923 il Bauhaus orgaché di Bauhaus si parla nizzò un’esposizione dei lavori di studenti e maeancora oggi. stri in cui fu realizzata Inizialmente si chiamava anche una casa-tipo, Staatliches Bauhaus ed era una scuola di archisebbene non vi fosse tettura, arte e design ancora una sezione per tedesca. Nacque come l’architettura. istituto statale nel 1919 La finalità principale della scuola era quella di unia Weimar, in Germania, ficare nel design l’insee a fondarla fu Walter gnamento di tutte le arti Gropius. Il nome Bauhaus (architettura, scultura e richiamava nelle intenzioni il termine medievale decorazione) colleganBauhütte che indicava la dovi anche la possibilità loggia dei muratori. Il sucdi produrre in serie gli oggetti. La tendenza ad cesso del movimento è legato soprattutto a chi abbracciare ogni tipo ne diffuse le basi e l’indi arte e professione è segnamento, come Vasilij anche tipica del movimento, la cui riflessione Kandinskij, Paul Klee, Marcel Breuer e Oskar investe sia la forma come Schlemmer, artisti e figure rappresentazione sia l’utiprovenienti da diverse lizzo che si fa dell’edificio, nazionalità ma accomudel mobile o dell’oggetto nati dalla capacità di che si crea. Frequente esprimere la cultura eurol’impiego di materiali pea ai livelli più elevati. È moderni come il tubolare anche per questo che il Bauhaus è artista un maestro-artigiano, i cromato nella creazione del telaio stato in grado di rappresentare pie- primi anni di attività furono carat- di molti arredi. Fotografia, disenamente, a livello pratico e teorico, terizzati da un’impronta quasi gno, editoria, i vestiti e persino la ciò che chiamiamo industrial design totalmente artistica. L’importanza scrittura (con la creazione di un esercitando al contempo una pro- della scuola è comunque testimo- font dedicato) diventano oggetto fonda influenza sull’architettura e niata dal fatto che tutti i più qua- di interesse del Bauhaus. Che, sulla cultura artistica d’avanguardia lificati esponenti dell’avanguardia nell’interpretazione di oggi, elegge fra le due guerre mondiali. figurativa europea insegnarono al la funzione e l’armonia ispirata alla 24 Break n. 4 - 2015 05-08.indd 24 23/04/15 17:21 Arte & Dintorni > Bauhaus, la scuola del design moderno In alto: la sedia Wassily di Marcel Breuer (1925); a destra, la Wagenfeld Lampe di Wilhelm Wagenfeld e Karl Jucker (1924); a sinistra, teiera di Marianne Brandt (1924). Pagina accanto: Joost Schmidt, poster della mostra Bauhaus a Weimar (1923). natura a proprio fondamento. Per questo i materiali usati (naturali o creati dalle tecnologie) devono rispondere a requisiti di leggerezza, trasparenza, bellezza del design e razionalità. Gli arredi prodotti dal Bauhaus furono il seme del design moderno. Molte idee, prototipi e oggetti di uso comune hanno prodotto negli ultimi ottanta anni successi senza precedenti. E i mobili progettati presso la scuola Bauhaus sono tuttora fra i classici degli arredi moderni (vedi per tutti i modelli proposti da Ikea). Se dunque è vero che il Bauhaus – le cui testimonianze a Weimar e Dessau sono state dichiarate patrimonio dell’UNESCO – non divenne un vero movimento popolare e in un certo senso fallì nell’intento di conciliare arte, artigianato e industria, è altrettanto vero che fornì le basi (e le idee) del nuovo design così come lo intendiamo oggi. MUSICA E ARTE SI FONDONO IN “SPAXIANO” Non capita spesso che musica e arte si fondano dando vita a un mix unico. È il caso di “SpAXiano”, il nuovo album del compositore partenopeo Giuseppe De Rosa, un’opera musicale per sassofono e pianoforte, che si colloca ai confini tra il linguaggio jazzistico e quello colto della musica moderna. Ogni brano dell’album ha ispirato un dipinto del pittore teramano Enzo D’Ignazio (a lato, la copertina) e la sinergia artistica creatasi tra la musica e la pittura, come si legge nella nota di presentazione, rievoca il ritorno di un mondo impressionista. «Con l’amico De Rosa – racconta D’Ignazio – ho affrontato una prova impensabile, quella di dipingere la colonna visiva di un’opera che non è solo un originale e valido omaggio a Bach, ma nasconde nelle note del pianoforte e del sax anni di impegno e di studi». 25 Break n. 4 - 2015 05-08.indd 25 23/04/15 17:21 Dal Sol Levante alle tavole italiane, impazza la sushi-mania De Gustibus Tutti pazzi per il sushi. La passione degli italiani per la cucina del Sol Levante non è una novità. In grandi città come Milano i primi, ormai storici, ristoranti giapponesi hanno aperto i battenti già negli anni ’70 sull’onda della moda arrivata dall’America. Da allora la tradizione del prelibato piatto a base di pesce crudo si è pian piano affermata anche nel resto del Belpaese e oggi, complice il successo delle formule “all you can eat” (in soldoni “mangi quel che vuoi pagando un prezzo fisso”), è una realtà consolidata nelle abitudini alimentari di molti aficionados del food asiatico. Un dato su tutti: secondo il colosso online del take away a domicilio, JustEat, il cibo etnico già nel 2013 ha surclassato la “nostra” pizza (53% delle prenotazioni) e proprio il pesce crudo giapponese è tra i piatti che crescono di più nelle preferenze degli italiani con un terzo delle ordinazioni totali in alcune città come Milano. Ma come scegliere un buon sushi senza incappare in qualche “falso d’autore”? Iniziamo da alcuni “termini” di base. Alla lettera, sushi significa “acido” e altro non è che riso bianco farcito di pesce crudo e alghe. Si mangia intinto in salsa di soia e, in genere, utilizzando le tradizionali bacchette. Le varietà di sushi sono tante e dipendono dalle guarnizioni, dai ripieni e dalle loro diverse combinazioni. C’è il Makizushi (il sushi arrotolato) che ha la forma di una conica o cilindrica poggiata su un tappeto di bambù, il makisu. Il sushi “pressato” è invece l’Oshizushi, 26 Break n. 4 - 2015 05-08.indd 26 23/04/15 17:21 De Gustibus > Dal Sol Levante alle tavole italiane, impazza la sushi-mania Il sushi si mangia accompagnandolo con salsa di soia – senza però “sporcare” e inzuppare il riso – e pasteggiato con tè o sake. Il galateo vuole che si gusti appena servito, anche se il piatto è già freddo, in un sol boccone ed eventualmente con le mani se con le preparato su una specifica forma in bacchette s’incontra qualche diflegno (l’oshibako). Il Nigirizushi viene ficoltà di troppo (non fatelo però modellato a mano, con una punta con il sashimi!). Le bacchette, nei di wasabi, mentre il Chirashizushi momenti di pausa, vanno riposte o Barazushi è una ciotola di riso una accanto all’altra sulla tavola sushi unito con altri ingredienti. e non devono mai essere usate Insomma, fermandoci qui, non per infilzare il riso: in Giappone c’è che l’imbarazzo della scelta. Il il cibo s’infilza solo quando lo si sashimi è invece il pesce crudo fre- offre ai morti. Ultimo consiglio, sco senza il riso (a volte è a base di arrivati a fine cena ringraziate il carne cruda) mentre la tempura è cuoco con un gentile e soddisfatto un piatto a base di verdure e pesce, «Gochisousama deshita». immersi separatamente in una leggera pastella e poi fritti. IL RISCHIO ANISAKIS Per essere sicuri di ciò che si man- Il rischio del consumo di pesce è gia, il pesce rigorosamente fresco la contaminazione di diversi microre non d’allevamento deve essere ganismi che possono causare infecucinato – al momento e con tagli zioni e intossicazioni. Il pericolo già preparati – da un cuoco giap- maggiore è l’Anisakis, parassita ponese o che ha studiato nel Sol intestinale presente in mammiLevante dove esistono scuole di feri marini e pesci. Quando l’uomo cucina specializzate. Detto questo, mangia pesce infetto, le larve s’imle porzioni non sono mai abbon- piantano sulla parete dell’appadanti e si compongono general- rato gastrointestinale attaccando mente di un massimo di otto pezzi. le mucose e provocando una parassitosi. I sintomi si manifestano con dolori addominali, nausea e vomito. Per evitare l’Anisakis, non si devono consumare pesce e molluschi crudi non congelati, il pesce va eviscerato al momento della cattura e, in caso di consumo casalingo, sottoposto a temperature superiori ai 100 ºC oppure molto basse (-20 ºC) per 24 ore. ALCUNI CONSIGLI PER IL FAI DA TE Ed ora ecco alcuni consigli per un buon “sushi fai da te”. Il riso migliore è il Koshihikari a chicchi piccoli. Va bollito 30 minuti in acqua senza calcare, non più di un’ora e mezza prima della preparazione del piatto. Il pesce deve essere fresco e, per evitare l’Anisakis, va conservato in congelatore fino al giorno prima dell’utilizzo. Per tradizione il sushi è un piatto semplice, quindi gli ingredienti sono essenziali: bastano aceto di riso, le alghe nori in fogli, salsa di soia e wasabi. La creatività entra in gioco con le composizioni, le farciture a base di verdure e frutta (ideale se riuscite a trovarlo è lo Yuzu, agrume dell’isola di Shikoku) e la presentazione sulle tradizionali forme in legno o nelle ciotole. 27 Break n. 4 - 2015 05-08.indd 27 23/04/15 17:21 R n L’estate “esplode” all’insegna di vitalità e allegria Moda Esplosiva e coinvolgente, comoda ma mai banale. E, perché no, finalmente “leggera” in barba ad ansie e grigiori dei nostri tempi. È una donna nuova – quasi “post-crisi” verrebbe da dire – quella che si prepara a vivere un’estate all’insegna della positività e dell’allegria. Partendo proprio dal guardaroba che si riempie di colori e vitalità grazie al trionfo di tutte le tonalità del rosso e del giallo. Lunghi e avvolgenti per la sera o corti e trasparenti per il giorno, gli outfit estivi parlano dunque di passione. La parola d’ordine è una soltanto: osare giocando con la fantasia. Tra le tendenze più in voga, un must è il nude look con organze e pizzi per look sensuali ed eleganti. E che dire dell’optical anni Sessanta? Tra geometrie, righe enigmatiche e quadretti astratti, lo stile dei favolosi Sixties sembra non voler davvero passare più di moda. Stesso discorso per il gipsy style e l’etno chic con balze, pizzi e ruches a farla da padrona un po’ ovunque. Le più romantiche e “tradizionaliste” non abbiano però paura: il mood “floreale” con tonalità pastello è ancora uno dei top trend sia che si tratti di una cena galante sia nel caso di un semplice aperitivo al tramonto in spiaggia. Passiamo ai must have dell’armadio. Nei guardaroba estivi torna 28 Break n. 4 - 2015 05-08.indd 28 a far la sua comparsa un grande classico come il trench, autentico passepartout da indossare nelle sue declinazioni più rigorose o da reinventare con un pizzico di sensualità e femminilità in più. Ancora, spazio a camicie colorate (total white se non si vuol proprio strafare) e jeans cortissimi e stretti. Per la sera, infine, lasciatevi trasportare dalle atmosfere estive e indossate gonne fascianti e coloratissime, abiti a trapezio oppure un originalissimo tailleur dal taglio deciso e maschile. Stupire in fondo è sempre di moda, anche d’estate. per l’immancabile happy hour dopo un’intera giornata al sole. PER LUI PANTALONI ALLA CAVIGLIA Si respira un’aria nuova e leggera anche nell’armadio dell’uomo 2015. A dettare la tendenza come sempre sono state le passerelle di Parigi, Firenze e Milano: disinvoltura e nonchalance sono i dettami PER LEI COSTUMI ANNI CINQUANTA Un ritorno ai memorabili anni Cinquanta e un omaggio alle prorompenti pin-up dell’epoca. È questo il mood destinato a trionfare sulle spiagge dell’estate 2015. Il pezzo più trendy del beachwear sarà infatti lo slip a vita alta, comodo e decisamente perfetto per silhouette molto femminili e sinuose. Il costume intero e il bikini parleranno anche loro un po’ retrò e s’ispireranno a fantasie vintage con effetti optical e quasi tridimensionali. Out il floreale – almeno in spiaggia – l’estate 2015 segna infine il trionfo degli abitini da mare: caftani, parei e vestiti in tono con il costume per una festa in barca o 23/04/15 17:22 Moda > L’estate “esplode” all’insegna di vitalità e allegria da seguire sia che s’indossi un abito importante sia che si vesta casual per andare in spiaggia. Il motivo rigato sarà ancora un mood su tutti i fronti, così come il look navy rivisitato in chiave più raffinata ed elegante con maglie a righe in toni pastello, blazer a tinta unita e jeans chiari. Tra i pezzi più trendy, immancabile il pantalone alla caviglia, ormai “onnipresente” anche nei guardaroba invernali, mentre il must estivo quest’anno è la canotta da indossare in spiaggia o per un aperitivo al tramonto in spiaggia. Gli outfit per cene e occasioni più informali richiedono anche d’estate completi eleganti ma leggeri, con cravatte a righe se necessario, mentre per una notte folle in disco il look giusto è presto detto: giacca denim e jeans total black attillati. Passando ai colori, le tonalità più in voga sono quelle del blu mare e del verde mela, senza però dimenticare “evergreen” come i colori sabbia e il grigio. Un ultimo consiglio infine sul capitolo accessori: pollice in alto per zaini e borse a tracolla (anche con decori e fibbie se si vuole strafare), ma l’accessorio più cool dell’estate è di sicuro il bracciale in acciaio. Dalle creazioni più basic ai modelli più elaborati e originali non c’è che l’imbarazzo della scelta, l’importante è non lasciar mai scoperto il polso. 29 Break n. 4 - 2015 05-08.indd 29 23/04/15 17:22 Le dieci migliori app del 2015 Mondo tecnologico Guardare un film mentre si fanno acquisti, gestire tutti gli appuntamenti della propria agenda ascoltando musica e, subito dopo, iscriversi a un corso di lingue o scaricare le migliori ricette. Tutto a portata di mano, o meglio di smartphone. Il mercato della tecnologia mobile si gioca insomma sul filo delle app, le applicazioni scaricabili sul cellulare diventate in breve tempo strumenti per gestire tecnologicamente tutti i momenti della propria giornata. Sempre più sofisticate e orientate al consumatore, le app più in voga seguono alcuni trend ben definiti del mobile marketing. In crescita ad esempio i servizi basati sulla geolocalizzazione, in grado di fornire informazioni dettagliate in base alla posizione dell’utente. Anche i video continuano ad essere tra i contenuti più richiesti, così come i sistemi di mobile payment e mobile shopping, cioè quelli che consentono di confrontare prezzi, prenotare e fare acquisti in rete. Le stime in quest’ultimo settore finanze via cellulare. Dedicata alle parlano di circa 2 miliardi di per- donne e alla loro salute è iGyno, sone che, entro il 2017, avranno l’app che fornisce consulti ginecoeffettuato almeno una transa- logici arrivando a calcolare persino zione tramite sistema mobile. C’è le probabilità di una gravidanza. infine l’ultima tendenza, la più evo- Per gli amanti della buona tavola luta, quella delle applicazioni che il consiglio è di scaricare Artusi, puntano a offrire all’utente un’e- autentico “manuale tecnologico” sperienza sempre più personaliz- della cucina italiana dove scozata. In gergo si chiamano “micro prire ricette e segreti della nostra moments” e c’è da scommettere che il futuro della telefonia sia racchiuso proprio in queste due parole. Ma torniamo all’universo delle app e scopriamo 10 applicazioni davvero imperdibili per il 2015. S’inizia da Superburst Camera, che permette di catturare dalle 6 alle 25 foto al secondo e, nello stesso campo, Afterlight per la rielaborazione e il ritocco delle immagini. Nel settore degli acquisti da segnalare invece Calcola lo sconto per districarsi tra i saldi applicati dai negozi “reali”, mentre con aMoney - Money Management è possibile addirittura gestire le proprie 30 Break n. 4 - 2015 05-08.indd 30 23/04/15 17:22 Mondo tecnologico > Le dieci migliori app del 2015 tradizione culinaria. Di sicuro L’applicazione permette – a chiunappeal è poi uCiC, che sta per «you que si trovi a Milano – di utilizzare see I see» (tu vedi io vedo). L’app la geolocalizzazione per conoscere serve a selezionare un’area qualsi- gli eventi in città, gratuiti o a pagaasi del pianeta e comunicare con mento, ed eventualmente acquile persone del posto prescelto stare i biglietti. ricevendo informazioni su una richiesta qualsiasi tramite video TUTTI IN FORMA o immagine. Utile e con una fina- CON IL TELEFONINO lità importante è Breathometer, in Tra le app da sempre più scaricate grado di connettersi all’etilome- da cellulare ci sono quelle deditro Breeze e dunque di valutare lo cate al fitness e la salute. Tra le stato di ebbrezza. L’app tra l’altro più evolute “in casa” Apple c’è è collegata anche a compagnie di senz’altro Fitnet che mette a dispotaxi, hotel e altri servizi, per cui – sizione video gratuiti ed esercizi se compare il bollino rosso per un di fitness con la registrazione dei bicchiere di troppo – c’è la possi- punti raggiunti tramite webcam bilità di lasciare l’auto in sosta e live e il monitoraggio del battito del stare al sicuro. Privacy al riparo da cuore. Sul fronte Android, invece, occhi indiscreti invece grazie a Blur ricordiamo Hi.q, applicazione che your identity che protegge le pas- addirittura mette in contatto persword scelte dall’utente, i paga- sone “tornate in forma” con chi menti, l’indirizzo mail e altri dati sta provando a farlo. L’obiettivo è personali. Infine un’app da seguire condividere consigli e scelte di chi nell’anno dell’Expo è Spotlime. ha vinto la sua sfida con la bilancia. Un’applicazione social a tutti gli effetti insomma, e con un vanto in più: Hi.q è stata creata con la collaborazione di medici, dietisti e altri esperti della salute. 31 Break n. 4 - 2015 05-08.indd 31 23/04/15 17:22 Le auto elettriche conquistano il cuore degli italiani Mondo tecnologico Scelta ecosostenibile o, più sem- percentuale di crescita è stata serie di batterie ricaricabili. Per plicemente, un’alternativa per del 47%. Il trend è più contenuto “fare il pieno” vanno collegate traridurre i consumi in tempi di crisi. per i veicoli “full-electric”: nel mite cavo a una presa di corrente Fatto sta che anche in Italia la 2014 si contano comunque circa o a un’apposita colonnina di rica“rivoluzione” delle auto elettriche cento nuovi veicoli al mese e, forti rica. In alcuni modelli, ancora poco inizia pian piano a farsi strada di questi numeri, c’è da scom- diffusi, la ricarica avviene grazie recuperando ritardi storici rispetto mettere che il futuro del mercato all’impianto frenante rigenerativo ad altri mercati come quello nor- automobilistico parlerà sempre (regenerative braking) che converte damericano, ben 95mila vet- più “green” grazie anche ai passi l’energia cinetica in elettrica nella ture vendute nel 2013, o di altri da gigante fatti dalla tecnologia in fase di decelerazione. In ogni caso Paesi europei tradizionalmente questo settore. il costo di un rifornimento è quasi più attenti ai temi della mobilità Del resto le auto elettriche ormai nullo rispetto ai carburanti tradisostenibile. I mezzi ibridi – quelli sono del tutto simili alle loro zionali – circa 6 euro per oltre 320 cioè che si alimentano sia ad ener- “cugine” a benzina per affidabilità km – e il risparmio diventa masgia elettrica sia con un motore e performance. La differenza sta simo se si ha in casa un impianto tradizionale – l’anno scorso tutta nel motore che è appunto fotovoltaico. Gli effetti positivi in hanno raggiunto l’1,5% delle auto elettrico, e non a scoppio, men- termini ambientali sono ancora più immatricolate nel Belpaese e la tre al posto del serbatoio c’è una considerevoli: le auto elettriche 32 Break n. 4 - 2015 05-08.indd 32 23/04/15 17:22 Mondo tecnologico > Le auto elettriche conquistano il cuore degli italiani MA NON SI TRATTA AFFATTO DI UN’INVENZIONE RECENTE Sbaglia chi pensa che l’auto elettrica sia un’invenzione recente. La prima vettura a batteria risale infatti al XIX secolo. Siamo nel pieno della Rivoluzione industriale quando, tra il 1832 e il 1839, l’imprenditore Poster pubblicitario del Detroit Electric Brougham scozzese Robert Anderson creò la prima (1920). © Alden Jewell (http://goo.gl/6cpvLi) carrozza elettrica. Negli stessi anni un professore olandese, Sibrandus Stratingh, e il suo assistente, Christopher Becker, costruirono una piccola auto elettrica. Sul finire del secolo la vettura si diffuse in Francia e Gran Bretagna grazie ad alcuni miglioramenti delle batterie che consentirono di abbattere il muro dei 100 km/h. Poi i limiti tecnologici e l’avvento del motore ne frenarono la diffusione e le auto “total green” pian piano scomparvero dalle strade di tutto il mondo. E, con loro, il sogno di una mobilità davvero sostenibile. Oggi, finalmente, quel sogno può tornare a farsi realtà grazie a una nuova sensibilità dei consumatori e a una maggiore attenzione delle case automobilistiche e delle istituzioni per l’ambiente. non generano fumi di scarico né vapore acqueo, per cui le emissioni di ossidi di azoto e anidride carbonica sono pari a zero. Sul fronte delle prestazioni le auto elettriche non si discostano da quelle a motore se non per l’assenza del gruppo cambio-frizione. La guida invece è decisamente più fluida, dolce e “silenziosa”. Quanto a tenuta di strada e reattività poi, le differenze sono nulle. Altro vantaggio è l’affidabilità del motore che necessità di una minore manutenzione perché dotato di parti in movimento. L’altra faccia della medaglia per chi sceglie di guidare “eco” è nei costi ancora troppo Break n. 4 - 2015 05-08.indd 33 elevati (circa 10-15mila euro in più delle concorrenti a benzina) e non compensati né dagli incentivi statali che, per il 2015 prevedono uno sconto del 15% sul totale dell’acquisto, né da quelli locali con l’esenzione dal bollo fino a 5 anni a seconda delle regioni italiane. Molti modelli, inoltre, hanno tempi di ricarica ancora lunghi ed è necessario fermarsi più volte quando si effettuano viaggi lunghi. In Italia poi, le colonnine per la ricarica sono ancora poche e soltanto negli ultimi anni si stanno diffondendo grazie alla maggiore attenzione di amministrazioni locali o aziende private. 33 23/04/15 17:22 BALTOUR – LE OPPORTUNITÀ Sconti sulle tariffe, fidelity card e nuovi sistemi di pagamento Tariffe scontate, nuovi strumenti di pagamento, un sito ancora più facile da consultare. Baltour migliora costantemente i servizi offerti alla propria clientela cercando ogni giorno soluzioni in linea con le più disparate esigenze. Ecco una rassegna delle principali novità che Baltour ha predisposto per la stagione estiva. TARIFFE PERSONALIZZATE Puoi scegliere le tariffe più adatte a te, selezionandole dal sito www.baltour.it. Eccole nel dettaglio: Gold Smart Economy Low-cost › Cambio data gratuito fino a un’ora dopo la partenza La tariffa Smart, è una tariffa ridotta del 15% rispetto alla Gold. 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