15 luglio 2009 Bob Dwyer intervistato dal Corriere del Veneto
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15 luglio 2009 Bob Dwyer intervistato dal Corriere del Veneto
Rugby, parla il guru «La sarà dura ma cosi crescerete» • \ A 77 tecnico australiano Bob Dwyer parla del nuovo impegno europeo del Benetton * f .• rm.à TREVISO — «Nel 1991 vidi una partita del Queensland in cui una giovane seconda linea, pur giocando per soli venti minuti, mi fece un'ottima impressione. Chiesi informazioni al suo allenatore, che era John Connelly. Mi disse: "Un ragazzo di buone potenzialità, fra due o tre anni sarà pronto per giocare con l'Australia". Qualche giorno dopo lo convocai e quindi lo schierai immediatamente titolare contro il Galles. Si chiamava John Eales». Forse sta proprio nella consapevolezza e nel coraggio delle scelte la differenza tra il buon allenatore — come Connelly, in seguito al timone dello Stade Frangais, del Bath e della stessa Australia — ed un grandissimo allenatore. Bob Dwyer appartiene a questa ristrettissima categoria, con una World Cup vinta alla guida dei Wallabies (è stato inserito anche nella Hall of Fa- me della palla ovale australiana) ed una lunga lista di scoperte: catapultato a vent'anni sugli scenari internazionali, John Eales sarebbe divenuto uno dei giocatori più decisivi di tutti i tempi ed il faro della migliore Australia che si ricordi. Assieme al fidato Mike Penistone, a lungo tecnico del Leicester, il «guru» di Sidney si trova in queste settimane in Italia per una serie di workshop organizzata da Piazza Rugby, che vede Dwyer impegnato ad insegnare i segreti della palla ovale a giocatori di ogni età ed ogni latitudine. Con l'umiltà di chi l'insegnamento e la formazione se li sente dentro, come vocazione. «Nel rugby italiano ritrovo un travolgente entusiasmo e allo stesso tempo anche grossi limiti tecnici e caratteriali — inizia a spiegare il coach australiano — c'è moltissimo da fare per crescere, ma non manca la voglia di imparare. Per il miglioramento del movimento, comunque, devono crescere soprattutto i tecnici: in questo senso io e Mike speriamo di poter dare qualcosa con la nostra esperienza». Sull'avventura italiana in Celtic League, Dwyer si allinea alla schiera di quelli che la vedono durissima, tanto per il Benetton Treviso quanto per gli Aironi Viadana: «Le migliori, come Ospreys e Munster, sono squadre che lotterebbero per il titolo anche in Inghilter- ra o Francia, ma non è il caso di crearsi illusioni sulla debolezza delle altre. Il Connacht, ultima classificata, ogni anno si leva la soddisfazione di battere Munster o Leinster e certo non avrà voglia di perdere contro gli italiani. Del Benetton conosco Vittorio Munari, un ottimo conoscitore di rugby, e Brendan Williams, un giocatore che sarebbe potuto arrivare molto in alto in Australia se non avesse qualche problema caratteriale. A lungo termine ci sono delle buone prospettive per Treviso, ma l'impatto sarà davvero molto impegnativo». Dwyer glissa elegantemente alla richiesta di un giudizio sul commissario tecnico azzurro Nick Mallett e sull'Italia («è lontana dall'esprimere le sue potenzialità, ma gli unici al mondo che oggi lo fanno sono il Sud Africa e, su un altro livello, la Scozia»), mentre ritiene lo sbarco in Celtic League un passo importante per il movimento azzurro. «Confrontarsi con i più forti servirà a fare il salto di qualità — assicura — e quanto al legame tra campionato e franchigie non mi preoccuperei, in Australia ad esempio non c'è nessun rapporto fra un club come il Randwick (il principale di Sidney e fucina di grandi campioni, ndr) e le squadre di Super 14. Al di là della politica sportiva, i giocatori italiani dovranno crescere fisicamente e mentalmen- te attraverso il lavoro in allenamento». Insomma, tanta fatica sul campo e in palestra, tanta applicazione e, soprattutto, tan- ta pazienza, nella consapevolezza che ottenere subito risultati eclatanti in Celtic sarà impossibile. E al Benetton il concetto deve essere già ben chiaro, considerato che Fran- co Smith ha messo in programma domani una seduta modello triathlon, con bicicletta da Treviso a Jesolo seguita da corsa e nuoto. Eiwis Lucchese Nazioni Quelle rappresentate in Celtic: Galles, Scozia, Irlanda, Italia Italiane Due le franchigie inserite nel torneo: Treviso e Aironi Viadana Rugby Bob Dwyer, «vate» della palla ovale mondiale, parla del futuro del movimento in Italia e di Benetton e Aironi, le due realtà inserite nella Celtic Leaque