Cum véla? Benessum!
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Cum véla? Benessum!
Chiacchiere&Distintivo, Nr. 12 Cum véla? Benessum! Tutti quelli fra voi che considerano le tre parole del titolo un’autentica espressione della lingua latina che si parlava ai tempi di Cicerone, hanno bisogno urgente di ripassare le principali espressioni de IL GERGO BOLOGNESE 1a PUNTATA getto in quanto assolutamente incapace di intendere e di volere. Es.: "Mi sono preso una cassa assurda!" esclamerà il morigerato impiegato del Tecnico la giornata susseguente alla ‘festa di addio’ di un collega che va in pensione. CIOCATA: rimprovero, cazziatone. Più correttamente "cioccàta", in cui la doppia "c" viene immolata senza troppi rimorsi sull'altare della corretta pronuncia felsinea. "Ho preso una ciocàta pazzesca" asserirà correttamente il Controllo, ripreso di fronte alla platea di compagni di lavoro dall’ Ispettore che lo ha "sgamato" mentre aveva abbandonato al suo destino il Cis 3. BAGAGLIO (o anche "ZAVAGLIO"): sostantivo che può indicare indifferentemente qualsiasi oggetto (o persona) con accezione negativa. Definisce sinteticamente la condizione di attrezzo inutile il cui unico attributo è quello di possedere un peso senza, nonostante tutto, svolgere correttamente la propria funzione. DARE LA MOLLA: mollare, scaricare. Utilizzato princi"Cos'è quel bagaglio lì?" domanderà con aria di supe- palmente nel senso di liberarsi della persona con cui si era soliti accomriorità il più aggiornato degli Addetti Antincendio, addipagnarsi. Alla tando il vecchio cellulare del collega dalle dimensioni domanda "Dove di un cabina telefonica. l'hai messa la BATEDO: letteralmente equivalente morosa?" il boloalla locuzione "una gran quantità di". gnese che vorrà Il termine, pur nella sua sinteticità distinguersi per estrema, esprime con disarmante eleganza e moefficacia l'immagine onomatopeica del dernità risponderà tamburellare incessante di qualcosa convenientemente che si abbatte senza concedere tre"Cioé, le ho dato la gua alcuna. "Ho preso un batedo (o molla, mi aveva anche, ci pare: un battello, ndr) troppo zagnato i mad'acqua!" esclamerà correttamente roni!" (vedi anche "zagnare"). l'ignaro cicloturista in gita col Cral, rincasato fradicio dopo l'ennesima DELLA SERIE...: incipit per eccellenza che prelude ad bizza metereologica di queste mezze una categoria di cui l'evento che viene commentato si stagioni ritornate prepotentemente di ritiene faccia parte. Fondamentale la "s" sibilante e la moda. "e" molto aperta affinché la locuzione sia effettivamente giovane ed efficace. BAZZA: intrallazzo, conoscenza tattica volta all'ingresso in discoteca senza sottostare a FANGA: scarpa. Tendenzialmente schivo e scarsacode di ore o allo scambio fra una Tessera Stampa del mente esibizionista il giovane felsineo apostroferà il SANA e l’acquisto del settimo aperitivo consecutivo al suo interlocutore appoggiando un lieve: "Ho comprato Bar del Pad. 30. delle fanghe in centro che sono di un'altra" . SOCMEL BONA LE’: basta. Locuzione sintetica ma esaustiva per sancire il termine di qualsiasi attività o discussione. "Bona lè, riga! Non ne voglio mezza!" affermerà perentoria la giovane Addetta Informazioni all'incipiente quarantasettesimo tentativo di "intomellamento" ad opera del maldestro allestitore/maraglio di turno. FARE IL PROPRIO NUMERO: locuzione di rimprovero che colpisce la giovane mente bolognese fin dalla più tenera età, pronunciata ora dall'amico di turno ora dalla dolce consorte la quale, prontamente avvedutasi dell'imminente, ricorrente fragorosa digestione del compagno nel corso del pranzo di nozze della sorella, lo apostroferà così: "Non farai mica di nuovo il tuo BULBO: capelli. Al bolognese verrà spontaneo affernumero?!" mare al collega scapigliato dalla corrente nell’Area 48: "Con questo vento hai un bulbo che non si affronta!" GAGGIA: mento di notevoli dimensioni e sproporzionato rispetto al resto del viso. Tra gli esempi più famoCARTOLA: tipo giusto, molto fico, essere di un'altra si citiamo Celìne Dion e Michael Shumacher. (prima, o primissima categoria): se si "ha la càrtola" significa che si possiedono tutte le caratteristiche ne- GEBBO (o geppo): scarso, maldestro, personaggio di cessarie per fare colpo sull'universo femminile. scarso spessore. Aggettivo dispregiativo utilizzato per additare persona sfigata di cui si nutre scarsa consideCASSA: o meglio "essere in cassa" (Rosaria & C. per razione. L'espressione può essere rafforzata ulteriorstavolta ovviamente non c’entrano); la locuzione defimente da specificazioni peggiorative come nei seguennisce lo stato comatoso conseguente ad abuso di soti esempi: "gebbo di ultima", "gebbo da fuoco". stanze alcooliche e depone a grande sfavore del sog<continua nel prossimo numero> < < < Articolo scaricato dal sito www.POSTFIERA.org> > > Chiacchiere&Distintivo, Nr. 13 Cum véla? Benessum! Tutti quelli fra voi che considerano le tre parole del titolo un’autentica espressione della lingua latina che si parlava ai tempi di Cicerone, hanno bisogno urgente di ripassare le principali espressioni de IL GERGO BOLOGNESE vi è modo di recuperare lo strappo e, per traslato, sottolinea l'ineluttabilità di un evento senza che si possa fare niente per evitarlo o per negarlo. "Devo mettermi a dieta, non c'è pezza!" esclamerà non senza una nota di tristezza l’Addetto ai mezzi di sollevamento, imbolsito da vagonate di tigelle e crescentine. 2a PUNTATA NON SI AFFRONTA: locuzione atta ad indicare situazioni od immagini al limite della gestibilità, o comunIMPALUGARE: allappare, invischiare. Tipico verbo da que sgradevoli a qualunque dei cinque sensi (vedi eusare durante gare di Orzoro, pangrattato a cucchiaiasempio precedente) te senza bere. L’Addetta Informazioni che tronfia estrarrà dal suo zainetto il mitico "tortino Porretta" o il NON VOLERNE (più) MEZZA: essere saturo di una non meno temibile "Buondì classico" (privo dell'effetto cosa al punto di non volerne più sentire parlare. Appalubrificante della marmellata o della copertura di cioc- re evidente il superiore impatto emozionale della locunea al confronto colato) per la merenda si troverà irrimediabilmente zione felsidel ben più proimpalugata e quindi bisognosa di ettolitri di liquido, lisso ed inefficace per la gioia di Mangone e colleghi. corrispondente INTAPPO: abbigliamento particolare, Vedi italiano. look. Utilizzato in modo particolarmenanche "scendere te efficace per riferirsi a travestimenti la catena". o agghindature finalizzate alla partePAGLIA: sigaretcipazione a feste a tema (es: intappo ta. Tipica l'espresanni 70’ per la festa di fine anno di sione dell’Addetto POSTFIERA). L'arrivo della collega al Controllo al bar dotata di zampa di elefante e stivaVertice, il quale, letto in pelle con cerniera laterale dopo avere sorsegverrà convenientemente salutato giato il quinto "mohito", si con un efficacissimo: "Meerda, che rivolge elegantemente agli allestitori seduti al tavolo intappo! Sei troppo di un'altra!" accanto al proprio, biascicando: "Oh, raga, avete una INTORTARE (da cui il sostantivo paglia?" "intorto"): circuire, ammansire con discors i PANNO: coperta (del letto). Viene chiamato a gran possibilmente lunghi e fastidiosi, a voce dal galantuomo bolognese al sopraggiungere dei fini persuasivi. La pratica dell'intorto sarà tipicamente attuata dall’Ispettore di tendenza primi freddi, apostrofando così la signora: "Oh, Cesira, che, sfoggiando camicia "di primissima" ed il dodicesi- tira fuori il panno, ca iò beli fradd!" mo calice di frizzantino al bar del 29, dia prova di proPEZZA: sostantivo derivato dal verbo "impezzare" rompente logorrea alla Cassiera in surplus da Controlossia usare la dialettica per chiudere all'angolo un allo, al fine palese di ottenere favori di natura sessuale. tro individuo contro la sua volontà, come chi, dopo LESSO: tipo scarsamente sveglio. "Lui lì è un lesso!" alcune orette trascorse al CPD, sbotterà alla collega esclamerà la sagace Addetta al Controllo Allestimenti "Cioé, mi stai tirando una pezza allucinante! Non ti si additando il collega di passaggio che, la sera prece- affronta: basta". Vedi anche "tomella" dente, alla visione della suddetta in soli autoreggenti e PILLA (fresca): soldi, denaro. Sostantivo generalsandali con tacco vertiginoso, non ha compreso le mente utilizzato per sottolineare le capacità economimalcelate intenzioni sessuali della focosa compagna. che famigliari, che permettono al giovene Addetto AnMARAGLIO: aggettivo sostantivato utilizzato per i- tincendio di sfilare di fronte al "Calice" sull'ultima spidentificare ragazzi/e abbastanza grezzi che si mettono der in compagnia della gnocca di turno "Merda che in mostra in modo vistoso e cafone. La collega Inter- ferro! Lui lì si che ha della gran pilla!" prete di passaggio nel Parcheggio Dipendenti affermePOLLEGGIARSI: riposarsi, stare calmi. Viene utilizzarà "Che gran maraglio!", indicando platealmente il ta spesso la forma imperativa del verbo, in tono intimipossessore della Renault 5 turbo con ruote iperlarghe datorio, per raffreddare i bollori del maraglio di turno e adesivi sul genere "turbo", "Rabbit", "O'neill". che spinge per non fare la coda al buffet della festa NON C’E’ PEZZA: locuzione ermetica che affonda le organizzata dal Cral:"Oh, polleggiati subito!" radici ai tempi di vacche magre in cui le pezze poteva< la terza ed ultima puntata nel prossimo no sancire la salvezza di un capo di abbigliamento ornumero di Chiacchiere & Distintivo > mai logoro. Quando "non c'è pezza" significa che non SOCMEL < < < Articolo scaricato dal sito www.POSTFIERA.org> > > Chiacchiere&Distintivo, Nr. 14 Cum véla? Benessum! Tutti quelli fra voi che considerano le tre parole del titolo un’autentica espressione della lingua latina che si parlava ai tempi di Cicerone, hanno bisogno urgente di ripassare le principali espressioni de IL GERGO BOLOGNESE 3a E ULTIMA PUNTATA RIGA: basta, finito. La citazione della linea che determina la fine dell'elenco degli addendi nella somma del verduraio definisce per traslato la fine di ogni attività. Si fa seguire spesso e volentieri a "bona lè" (cfr.) RUSCO: pattume, spazzatura. "Cacciala nel rusco!" si sentirà dire il tapino presentatosi al lavoro col Diane 6 amaranto del ‘75, dopo aver perso il tubo di scappamento al Blocco Michelino e il paraurti anteriore a lato del Padiglione 29... fisica di qualsiasi oggetto divenuto inutile o comunque sgradito. "Soccia che stereo!" si dirà appena saggiata la potenza sonora dell'ultimissimo ritrovato acustico situato in casa dell'amico "...e che ne hai fatto di quello vecchio?" "L'ho sfrombolato giù dalla finestra!" SGHETTO (andare di): espressione volta all'identificazione di contesti fortunosi che hanno consentito il concretizzarsi di eventi altrimenti improbabili. Tipico l'incipit dello studente universitario nullafacente e vitajolo che, all'ingresso dell'aula dove si tiene l'esame di "scienza delle costruzioni", con la fiata ancora turbata dall'alcool ingerito la notte precedente esclama rivolto ai colleghi: "Oh raga, se passo questa mi va fatta di sghetto!" SPANIZZO: persona che si fa notare, che non si tira indieSBARBINA: ragaztro, che osa in za piccola di età, maniera evidennon oltre i 12/13 te ma comunque anni, usato meno degna di ammifrequentemente razione. L'immaanche riferito ai gine, per quanto ragazzi. "Quando possa sembrare ero sbarbino..." somigliante ad una prima lettura SBORONE: esisuperficiale, differibizionista, persce sensibilmente sonaggio che si da quella dello fa notare rumo"sborone", in quanto rosamente, privo del benché m i n i m o non comprende l'accezione negativa caratteristica di senso di misura, tatto ed quest'ultimo. eleganza. La diffusione del malco- TIRO: è l'azione di schiacciare il bottone che apre il stume nazionalpopolare di portone del palazzo, o (per estesione) sblocca elettristampo catodico tipico di questo periodo camente il meccanismo di apertura di un cancello. storico ci offre continui e- Quando il gentiluomo dell’Operosa, rientrando in quarsempi di " s b o r o n i " tiere dopo le pulizie di Piazza Costituzione, si troverà il che spaziano dagli osten- cancello scorrevole chiuso, apostroferà così la Borsetti: tatori di status simbol (auto, moto, abiti griffati, acces- "Ue, signora, allora ce lo dai il tiro?" soristica elettronica di vario genere) accomunati dalla caratteristica di avere elevati prezzi senza possederne TOMELLA: si riferisce all'atto di "intomellare" ossia di corrispondenti contenuti, ai più classici autocelebratori riversare fiumi di parole sul prossimo cercando di condi prestazioni sportive, sessuali nonché spacciatori di vincerlo delle cose più disparate. "Cioé, mi hai fatto una tomella assurda, mollami subito!" dirà elegantefalsissime amicizie altolocate. mente l’Addetta Informazioni ‘incantonata’ dal prode SCENDERE LA CATENA: tipica espressione che co- Addetto Antincendio, intento a tesserle le lodi del suo munica il disarmo finale nei confronti di qualsivoglia nuovo telefonino spazial-satellitare, che suona, balla e evento al punto da non "volerne più mezza". Le due prepara il caffè. Vedi anche "pezza". espressioni si rafforzano spesso in un confronto sintattico, che porta L’Addetto al Controllo alla quinta ora di ZAGNARE: rompere, infastidire. Forma verbale tipicaun sabato del Motorshow ad affermare convinto: mente utilizzata nella più ampia locuzione "zagnare i “Bona lì, riga! Mi è scesa la catena: non ne voglio più maroni" dove l'azione si eleva ad una forma catartica ed universale che colpisce inevitabilmente le parti più mezza”. intime e sensibili della corporalità maschile, ultimo ed SFROMBOLARE: gettare via, lanciare. Verbo che ben ineluttabile bersaglio delle persone più insopportabili descrive gesti plateali e definitivi volti all'eliminazione che la vita ci para dinanzi. SOCMEL < < < Articolo scaricato dal sito www.POSTFIERA.org > > >