n. 2 - maggio 2015 - Confesercenti Ravenna
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n. 2 - maggio 2015 - Confesercenti Ravenna
2 Giugno 2015 - Numero 2 - Mensile - Poste Italiane SpA - Spedizione in abbonamento postale D.L. 353/2003 (Conv.ni L. 27/02/2004 n. 46) art. 1, comma 2 DCB - Filiali di Forlì e Ravenna Cesena Forlì Ravenna n. Pillole di ripresa. Ma i consumi faticano a ripartire Orari di apertura dei negozi: No a Imbroglia Italia 2 Confesercenti non demorde e per l’ennesima volta ha rilanciato al Parlamento italiano la richiesta di rivedere il regime di liberalizzazioni degli orari di apertura dei negozi, introdotto con il decreto inopinatamente definito “SalvaItalia” del 2012. Fin dal primo momento Confesercenti aveva definito quel provvedimento “IMBROGLIA ITALIA” non a caso. Il Governo Monti lo aveva promosso, affermando che la liberalizzazione avrebbe rilanciato consumi, concorrenza e occupazione: niente di tutto ciò è accaduto, se non un ulteriore spostamento di quote di mercato dei negozi tradizionali alla grande distribuzione. Confesercenti si batte da tre anni per una revisione della normativa, partendo dal presupposto che le competenze in materia di aperture domenicali e festive debbano tornare alle Regioni, enti di governo più vicini alle peculiarità dei territori e delle popolazioni. Un obbiettivo condiviso con i 50.000 firmatari della legge di iniziativa popolare per la revisione della deregulation, che Confesercenti ha portato segue a pag. 7 Tra Perle e pol(l)i! Le cronache locali di queste settimane hanno informato di alcune iniziative e situazioni che riguardano il mondo del commercio e che sono l’emblema della politiche contraddittorie e sbagliate di amministratori e/o governanti in Italia e all’estero. E sono la conferma delle giuste battaglie, delle valutazioni e degli appelli che Confesercenti fa da anni, troppo spesso inascoltata, salvo poi certificarne a posteriori le ragioni e l’evidenza. Di cosa parliamo. 1.Nella Repubblica di San Marino (stato estero e autonomo) a due passi dalla Romagna nella località di Rovereta il Governo ha esaminato e posto all’approvazione del Consiglio Grande una variante al PRG di quella località per consentire la realizzazione di un progetto privato denominato Luxury Departement Store S. Marino, che prevede il coinvolgimento dei marchi più rinomati a livello internazionale della moda e del lusso, un vero e proprio “Polo del Lusso” su migliaia e migliaia di metri quadrati (25.000 mq?) con le “solite” motivazioni: posti di lavoro, altri investimenti per 30 milioni di euro, benessere, turismo, lavoro per segue a pag. 8 Non è tempo di facili ottimismi perché l’andamento dell’economia e delle vendite è sotto gli occhi di tutti. Si registrano alcuni segnali, anche contrastanti tra loro, che evidenziano una propensione ai consumi che non decolla, insieme alla debolezza della “decantata ripresa” (l’Istat segnala un paese ancora invischiato nella stagnazione mentre la commissione europea prevede una ripresina verso il 2016), ma anche pillole o nicchie in controtendenza. Se da un lato il registro imprese della Camera di Commercio evidenzia nel primo quadrimestre 2015 un saldo tra aziende cessate e iscritte negativo, in particolare nel commercio (-66 a Ravenna, - 49 a Forlì-Cesena) e un meno 39 anche nel turismo e nei pubblici esercizi (ma minore degli stessi, più negativi degli ultimi 5 anni), dall’altro lato il Settore alimentare registra finalmente un piccolo e incoraggiante segno più (+1,4 nel campione monitorato in Provincia di Ravenna) dopo mesi e mesi sotto. Mentre l’extralimentare è ancora fermo con dati anche peggiori, dati in cui anche il tempo ci ha messo del suo; le immatricolazioni di auto (dopo i tonfi avuti) segnano una inversione migliorativa; chi fa commercio con l’estero (certo una piccola percentuale) si avvantaggia del deprezzamento dell’euro sul dollaro con vendite in aumento. segue a pag. 7 E45-E55 in buca: no al taglio dal piano delle grandi opere Grande delusione è stata espressa dalla Confesercenti alla notizia dell’esclusione della E55 dal piano delle grandi opere. Il nuovo programma per le infrastrutture ha infatti tagliato in maniera drastica il programma della Legge Obiettivo e a finire sotto la “mannaia” del ministro Delrio vi è stato anche l’ammodernamento dell’asse viario E45-E55. Nel novembre dell’anno scorso, il Cipe aveva dato via libera al potenziamento della E45 che si sarebbe dovuta trasformare in autostrada, e al nuovo itinerario autostradale che si sarebbe dovuto chiamare Nuova Romea, E55, un percorso di circa quattrocento chilometri che avrebbe collegato Orte a Mestre. Il progetto è stato considerato da molti strategico perché facilitava l’accesso ad una zona votata al turismo come la Costa emiliano romagnola, per cui molto trafficata, garantendo tutti gli standard di sicurezza che ad oggi, la nota Romea, non è più in grado di garantire: ne sono conferma il numero altissimo di incidenti che si registrano annualmente su questa strada. segue a pag. 8 1 Imprese di successo La Ricetta I Mazzini sulla piazza con successo, da 50 anni I CALAMARI FRITTI CON POMODORO PROFUMATO DEL “GABBIANO” DI ZADINA, A CESENATICO 50 anni di attività sono quelli che quest’anno festeggia Mario Mazzini, che esercita l’attività di commercio su aree pubbliche nei mercati di Lugo, Massa Lombarda, Bagnacavallo Castel S. Pietro Terme e Medicina, in società con la figlia Maria Elisa. Nei mercati della Bassa Romagna lo conoscono tutti fin da quanto lavorava come collaboratore familiare nell’attività di famiglia fondata dal padre, Mazzini Innocente, vendendo Jeanseria e capi da lavoro nei principali mercati della provincia. L’intuizione giusta nel momento giusto, quando cioè il Jeans, in tutte le sue numerose variabili di foggia e di marca, è il genere più richiesto da uomini e donne di tutte le età. Infatti il banco di Jeans di Mazzini era, ed è tutt’ora, visitato da clienti provenienti anche da fuori provincia alla ricerca di quello che difficilmente riescono a trovare altrove. Poi, negli anni, l’attività si ingrandisce con l’apertura del primo negozio a Massa Lombarda di abbigliamento ricercato di alta qualità; negozio gestito in società con la madre Eda a cui è seguita, poco dopo, l’apertura di un secondo punto vendita a Lugo di abbigliamento da donna. Negli anni la professionalità di Mario si specializza sempre più nell’attività di commercio su aree pubbliche; il lavoro che gli è sempre piaciuto, tra la gente, con i suoi “famosi” jeans, lasciando al fratello Attilio la gestione dei due negozi. Nel 1991 Mario si mette in proprio, svolgendo l’attività come ditta individuale, poi dal 2005 in società con la moglie Alessandra e le due figlie Maria Elisa e Chiara. Oggi sono Mario e Maria Elisa a portare avanti l’azienda con passione, dedizione, intraprendenza e coraggio; doti che non sono mai mancate nella famiglia Mazzini. Report Rai3 evidenzia le incongruità del marchio Igp sulla Piadina Domenica sera 10 maggio, all’interno della rubrica “Nutrire il Pianeta”, della popolare trasmissione Report (Rai 3) è andato in onda il servizio video realizzato a Cesena nei giorni scorsi sulla piadina. Il giornalista Giuliano Marrucci, giunto a Cesena lo scorso aprile per registrare la trasmissione, ha realizzato alcune interviste per parlare della opposizione al marchio Igp per la Piadina Romagnola mossa dalla Confesercenti e da Slow Food. Nella trasmissione, per approfondire l’argomento sulle incongruenze di questo controverso Igp, sono andate in onda le dichiarazioni di Graziano Gozi, direttore della Confesercenti Cesenate e Gianpiero Giordani, coordinatore della Associazione per la Valorizzazione della Piadina Romagnola. Le riprese si sono soffermate a raccogliere le opinioni di alcune storiche piadaiole. Nella trasmissione è stato anche intervistato un coltivatore del ravennate sanzionato con una multa di circa 4.000 euro dal Corpo Forestale dello Stato, per aver posto in vendita in un mercato piadina prodotta utilizzando la sua farina, con la scritta “Piadina Romagnola”, “evocando in tal modo il prodotto di qualità Piadina Romagnola Igp”. Questo caso (si tratta del primo), paventato proprio tra le più negative e infauste conseguenze derivanti dall’emanazione di questa Igp che va a favorire solo la piadina industriale, desta non poca preoccupazione per il fatto che chi produce da sempre nella maniera più tradizionale la piadina potrebbe ora subire analoghe sanzioni se continuasse a utilizzare la dicitura “Piadina Romagnola”. Chi ha promosso e venduto questo riconoscimento come una vittoria del patrimonio gastronomico romagnolo dovrebbe spiegare 2 Questa settimana la nostra rubrica fa tappa al Ristorante - Pizzeria “Gabbiano”, di Zadina di Cesenatico, spiaggia Zadina - tel. 0547-82128. Aperto da fine marzo a ottobre. Orario: pranzo e cena. Prezzo medio 35 euro escluse le bevande. La famiglia Zani gestisce dal 1995 questo luogo sito in una posizione speciale, in un angolo di spiaggia senza ombrelloni, con il mare di fronte e la quieta pineta alle spalle. I fratelli Daniele e Massimo accolgono con simpatia e calore gli avventori proponendo ai buongustai i piatti che vengono aggiunti quotidianamente al menù, a seconda del pescato giornaliero locale. La pasta dei primi e i dolci sono fatti rigorosamente in casa. In cucina la mamma di Daniele e Massimo, Piera, aiuta l’abile chef Luigi Tavicca, forte ai fornelli grazie anche alle sue plurime esperienze. Qui si prediligono i piatti semplici e tradizionali. Cominciate con la calamari fritti al pomodoro profumato al basilico, oppure con i sardoncini su carta da forno o con le crudità. Tra i primi: risotto alla marinara, tagliatelle alla ventresca di tonno e olive taggiasche, strozzapreti alle vongole. Continuate scegliendo tra il gran fritto misto di pesce con verdure, o i calamari in carta da forno. Per finire il tiramisù, il gelato alla crema mantecato al rum e la zuppa inglese. Si possono gustare anche fragranti e ottime pizze cotte nel forno a legna. La carta dei vini offre etichette regionali e nazionali, con qualche “bollicina” dal territorio del Franciacorta e dallo Champagne. LA RICETTA Ingredienti per 4 persone: 20 calamari di media pezzatura; 4 pomodori maturi; 4 pomodori ciliegino; farina q.b.; 1 spicchio di aglio; ½ bicchiere di acqua; olio extravergine di oliva q.b.; olio di girasole, per friggere q.b.; basilico fresco e timo q.b.; peperoncino q.b. PREPARAZIONE perché una piadina prodotta con ingredienti locali, ma che non rispetta al 100% gli ingredienti previsti nel disciplinare di produzione, peraltro scritto da pochi, grandi produttori, non possa fregiarsi della dicitura “romagnola”. L’IGP non solo significherà uniformazione e standardizzazione prettamente industriale, che non ha nulla a che vedere con la varietà e la tipicità propria dei chioschi e dei piccoli laboratori artigianali, ma anche costi aggiuntivi per queste attività che, aderendo al consorzio, dovranno sostenere le spese per l’organismo di controllo chiamato a verificare il rispetto di un disciplinare che non hanno contribuito a scrivere e che non condividono. Si ricorda infatti che da alcuni mesi chi espone cartelli che richiamano la piadina romagnola senza il marchio IGP e chi non ne rispetta il relativo disciplinare è passibile purtroppo di pesanti sanzioni. Per questo anche attraverso l’Associazione per la Valorizzazione della Piadina Romagnola continueremo a batterci per la difesa della vera cultura gastronomica romagnola, perché la vera piadina romagnola è quella fresca dei chioschi e dei ristoranti”. Pulire i calamari, infarinarli e friggerli in olio bollente. Dopo pochi minuti di cottura, scolarli. Fare una dadolata di pomodori maturi con l’aggiunta di pomodorini ciliegino, mettere quindi in una padella con olio extravergine di oliva, uno spicchio di aglio e mezzo bicchiere di acqua. A metà cottura aggiungere basilico e timo, un pizzico di peperoncino e finire di cuocere. Nel frattempo mettere nel piatto i calamari precedentemente fritti e versare il pomodoro profumato sopra ai calamari. Guarnire con basilico fresco e servire ben caldi. Nella foto Daniele e Massimo del Ristorante “Gabbiano” di Zadina di Cesenatico. Fabrizio Albertini, presidente della Confesercenti di Cesenatico e vicepresidente regionale Assohotel Emilia-Romagna e Filippo Donati, presidente nazionale Assohotel, gettano uno sguardo sulle opportunità e le previsioni della stagione estiva Le sensazioni che stiamo avendo, dall’inizio di questa stagione estiva, se vogliamo tracciare una previsione, sembrerebbero buone, per diversi fattori. Sicuramente a livello climatico fare peggio dell’estate scorsa, statisticamente, è quasi impossibile. Inoltre alcuni segnali di ripresa della domanda del nostro prodotto turistico si sono evidenziate già con le Feste Natalizie e di Capodanno, quando il comparto ricettivo ha avuto risposte incoraggianti, così come per i ponti di primavera. I presupposti per una stagione che possa portare soddisfazione agli operatori ci sono, purtroppo non è tutto oro quel che luccica. Le difficoltà del turismo della nostra Riviera e delle imprese che ruotano intorno ad esso sono lampanti e ancor oggi difficili da attenuare; con la crisi dei consumi e l’aumento della tassazione, le aziende hanno visto precipitare la redditività delle proprie imprese e questo tutto a scapito dello sviluppo, dell’ammodernamento, dell’innovazione, dell’occupazione. Oggi un’azienda è troppo focalizzata sul bilancio, a fare tagli , a occuparsi di burocrazia e a contenere i costi; azioni basilari per sopravvivere, ma deleterie sotto l’aspetto economico e per l’approccio al futuro. Spesso ci chiediamo se Nella foto Fabrizio Albertini il modello turistico della nostra Riviera Adriatica, che finora ha ben funzionato e che rappresenta il secondo polo mondiale per affluenza turistica, balneare e termale, con oltre 48 milioni di presenze annuali, sia ancora attuale oppure da cambiare. Una cosa è certa bisogna andare al passo con i tempi, svecchiarsi, aver coraggio di cambiare, senza dimenticare il passato, senza dimenticare le nostre origini e le nostre tradizioni. Rivisitare il passato in chiave moderna sarà la chiave per il nostro futuro; già lo fanno per le auto, la cucina, la moda, perché non dobbiamo farlo per il turismo. Rimodulare un’offerta attrattiva che parta dal concetto che il mondo oggi è cambiato e si evolve ogni giorno. Siamo più proiettati ai social network, alle comunicazioni virtuali di massa, ma se pensiamo che aggiornarci tecnologicamente possa bastare, facciamo un errore grossolano, sicuramente aiuta ma non dimentichiamo che le regole del marketing, sempre più spesso, insegnano a trasmettere emozioni, unicità, particolarità, territorio, professionalità. Sono questi gli elementi che se miscelati nella giusta proporzione ci porteranno nel futuro risollevando un comparto che per tradizione, territorialità ed importanza, abbraccia un indotto che va oltre la costa. L’impegno di Confesercenti nel proprio ruolo di “Casa” dei commercianti e degli imprenditori, verte proprio sulla risoluzione dei principali problemi delle imprese con una relazione continua con le istituzioni locali e nazionali . A livello nazionale i grandi temi in discussione sono numerosi, fra i quali ci sono ai primi posti burocrazia, tassa di soggiorno, contratto nazionale lavoratori del turismo, antincendio per le imprese ricettive. Sono i temi caldi che Assohotel (Sindacato Nazionale degli Albergatori) pone quotidianamente ai tavoli dei vari Ministeri interessati al settore. Tanto lavoro quindi abbiamo fatto e tanto ci aspetta ancora, sia a livello nazionale sia a livello regionale, sia a livello locale. Grazie alle idee dei nostri soci, negli anni abbiamo creato come Confesercenti numerosi eventi che si consolidano e crescono con il passare degli anni. A Cesenatico la manifestazione Ciclo e Vento, le iniziative sul Pesce nei mesi di marzo e di novembre, che danno lustro e portano presenze turistiche fuori stagione. Come Associazione infatti stimoliamo e progettiamo insieme agli imprenditori tutta una serie di manifestazioni per cercare di destagionalizzare il più possibile per permettere alle imprese di poter lavorare tutto l’anno anche in un comparto, quello turistico, che fin troppo ancora è ancorato ad una stagionalità che purtroppo non regge più confrontato con le attuali esigenze delle imprese. Home Restaurant: se fa impresa rispetti le normative d’impresa Oggi il fenomeno delle cene a pagamento a casa di privati, che da anni viene sottoposto all’attenzione delle Amministrazioni Comunali del territorio, ha un nome e sta esplodendo con forza grazie a piattaforme on line e alla promozione sui Social Network : si tratta dell’Home Restaurant, una espressione della Economia della Condivisione (Sharing Economy) che purtroppo in assenza di quadro normativo chiaro e sull’onda dell’attenzione mediatica sul Cooking rischia di aggiungersi ad altre forme di concorrenza sleale nel settore della Somministrazione Alimenti e Bevande. L’Home Restaurant si profila come il fenomeno principe del Social Eating e nasce per favorire momenti di condivisione della cultura enogastronomica locale oltre che di socializzazione. Oggi chiunque, appassionato di cucina con o senza capacità culinarie, può aprire le porte della propria casa a chiunque voglia vivere una esperienza alternativa. E’ difficile però cogliere i limiti tra l’occasionale percezione di un rimborso in denaro per l’allestimento della cena e la sistematica produzione di un reddito che è facilmente assimilabile a un reddito di impresa. Gli Home Restaurant si svolgono senza alcun regime autorizzativo e perciò non sono sottoposti a Comunicazioni di inizio attività, né ai regolamenti di Igiene e Sanità Pubblica, né alle normative fiscali e tributarie cui si attengono i Pubblici Esercizi, per non parlare dei tributi locali come la Tariffa Rifiuti, vera e propria spina nel fianco di chi fa somministrazione alimenti e bevande. La stessa parola Restaurant nella definizione di Home Restaurant fa subito nascere il forte dubbio che a celarsi dietro questo fenomeno possano ambiguamente operare strutture imprenditoriali parallele e quindi sleali concorrenti nei confronti di Pubblici Esercizi. Quando la “pratica dell’ospitare” diventa occasione di produzione di reddito e quindi Impresa?? Confesercenti tiene alta l’attenzione e il monitoraggio su questo fenomeno, pronta a segnalare i casi sospetti alle autorità competenti, e solleciterà in tutte le opportune sedi la regolamentazione dell’Home Restaurant affinché ci sia un quadro normativo chiaro di riferimento, poiché in assenza di norme è appurato si possano insinuare forme ambigue, benchè malcelate, di imprenditorialità parallela. L’Antitrust su Booking.com: non ci siamo. Lo dice Filippo Donati presidente nazionale Assohotel La decisione dell’Antitrust sul caso Booking.com lascia lamaro in bocca perché ha di fatto costretto a correggere le politiche di parità tariffaria che gravano sugli albergatori da parte di Booking.com, lasciandola però di fatto immutata sui canali on-line. La scelta penalizza sia gli albergatori che il consumatore finale, il quale non può avere la possibilità di ottenere la migliore tariffa sul mercato digitale. Ulteriormente deludente è il periodo (5 anni) durante i quali saranno monitorati gli effetti sul mercato che, possiamo anticiparlo da subito, saranno praticamente nulli. Ora sta ai consumatori ed alle imprese lanciare segnali chiari perché si comprenda che il problema reale riguarda la libertà di mercato. Un mercato che la richiede fortemente e che ha fatto proprio della libertà tariffaria, ove possibile, la sua forza. 3 Turismo & Pubblici Esercizi Sarà bella, la bella stagione? Ravenna Tari 2014: rivedere il costo per il non domestico, con il saldo di giugno, stangata per molte imprese lo smaltimento dei rifiuti speciali, dovranno pagare per intero anche la TARI; aumenti che si andranno ad aggiungere a quelli già previsti. Per quanto riguarda il Piano d’Ambito dei rifiuti, le Associazioni hanno sollecitato Provincia e Comuni a valutare con attenzione le proposte inviate dallo scrivente lo scorso marzo e per la quale non si è avuta ancora risposta alcuna. Le Associazioni hanno chiesto con urgenza un incontro prima dell’approvazione dei Bilanci dei Comuni, termine ultimo per poter modificare le norme regolamentari. “Le Associazioni di categoria tutte insieme sono nuovamente intervenute con una lettera aperta e pubblica ai Sindaci della Provincia sulla Tari”. Nel 2014 con l’introduzione della TARI, la nuova tassa sui rifiuti che si paga in base alla metratura di capannoni e aree scoperte, il sistema delle Imprese ha registrato aumenti rilevanti, che in alcuni casi hanno superato abbondantemente il 50%. Nel corso dei molteplici incontri svoltisi lo scorso anno, ci era stato assicurato che tutti i produttori di rifiuti speciali (rifiuti che non possono essere conferiti nei cassonetti e per i quali, quindi, le imprese pagano direttamente lo smaltimento) avrebbero mantenuto inalterata l’opportunità di ottenere gli sgravi consentiti negli anni precedenti con la tariffa rifiuti. Ci era stata inoltre assicurata la modifica del Regolamento allo scopo di semplificare l’accesso a tali sgravi, evitando l’inutile iter burocratico da ripetersi tutti gli anni. Anche a seguito di queste rassicurazioni, alcuni mesi fa il Tavolo delle Associazioni ha inviato formalmente le proprie Osservazioni ai Comuni e alla Provincia nelle quali questi punti e la necessità di rivedere l’equilibrio tra domestico e non domestico affinché le categorie con tariffa e/o gettito più alti (ristoranti, bar,negozi alimentari, etc.) possano vedere una sensibile diminuzione del costo annuo, erano definiti come prioritari. Con rammarico si è riscontrata invece la risposta ricevuta lo scorso 14 aprile dall’Assessore Provinciale Roncuzzi dove nei fatti nulla è cambiato. Le aziende che nello svolgimento della propria attività producono rifiuti speciali, non avranno più gli sgravi, che in precedenza oscillavano dall’11 al 39%. Quindi, in breve, tutte queste imprese oltre a pagare direttamente Le Agenzie d’Affari e in Mediazione e gli Agenti Rappresentanti di Commercio hanno una nuova coordinatrice: Sara Reali Abusivismo e illegalità nel turismo e nella ristorazione La Confesercenti continua la propria iniziativa di denuncia e segnalazione concreta delle attività che operano senza rispettare le normative nazionali e regionali in materia. Oltre che con esposti diretti alle diverse autorità la Confesercenti (insieme alla Confcommercio) ha incontrato nei giorni scorsi Comuni, Polizia Municipale e Prefetto anche per chiedere il coordinamento delle azioni di controllo. In particolare con la Polizia Municipale di Ravenna sono stati stabiliti percorsi di monitoraggio e verifica periodica delle rilevazioni effettuate dall’Associazione. 4 A seguito dell’interruzione del rapporto di lavoro con l’Associazione di Giulio Di Ticco, avvenuta a fine marzo Sara Reali è stata nominata la nuova coordinatrice provinciale della FIARC (l’Associazione di categoria degli agenti e rappresentanti di commercio) e dell’ANAMA (l’Associazione degli Agenti e Mediatori d’affari). Nella foto Sara Reali Il mercato immobiliare che esternamente sembra semplice nella realtà spesso si riempie di inconvenienti se non di vere e proprie insidie. Acquistare o vendere un immobile o una attività economica e/o commerciale comporta per sua natura una situazione impegnativa e importante nella quale è bene conoscere regole e mercato, oltre che dedicarvi tempo e attenzione. Anche per questo è utile rivolgersi ad una agenzia immobiliare, rapportandosi con persone competenti e professionali, in regola con le normative e al servizio vero del cliente, rispettando un codice di etica professionale. Agenzie quindi che conoscano queste problematiche e che siano capaci di affrontare e risolvere i problemi. In un contesto di normative in continuo cambiamento far da sé spesso porta a trovarsi in difficoltà, di conseguenza, affidandosi ad Agenzie specializzate si ottiene consulenza in una prima fase e successivamente una mediazione per ottenere le migliori condizioni di mercato e massimizzare il proprio investimento. L’agente immobiliare per poter esercitare deve essere iscritto presso la Camera di Commercio di Ravenna dopo avere sostenuto l’esame obbligatorio per la professione. Se non è iscritto non può essere mediatore, così come non ha diritto a richiedere alcuna mediazione. Anche per questo il conferimento all’Agenzia dell’incarico deve contenere i dati e gli estremi di questa iscrizione. Si invita a segnalare alle Autorità competenti, come alle stesse Associazioni di Categoria, eventuali persone che facciano intermediazione abusivamente e senza averne titolo per farlo e peraltro con tutti i rischi del caso anche per chi vende. Anche in momenti di difficoltà e dove in tanti ricercano economie è utile rivolgersi a persone competenti e abilitate, ad agenti immobiliari professionali che assicurino assistenza nel percorso della vendita. Alberto Gualdrini Presidente ANAMA - Confesercenti della Provincia di Ravenna Nella foto Alberto Guardini FIPAC in piazza per bonus e salute Nella foto i pensionati della Fipac con il Direttore Nazionale Lino Busà, al centro, al mercato di Ravenna per la settimana della salute. A sinistra la fisioterapista presente alla giornata, durante la quale sono state raccolte centinaia di adesioni alla petizione della FIPAC. Un bando per il sostegno alle nuove imprese 2015 Ravenna A proposito di compravendite: perché rivolgersi ad una Agenzia immobiliare Nell’ambito delle iniziative promozionali volte a favorire lo sviluppo del sistema economico locale, la Camera di Commercio ha emesso un bando per favorire la creazione ed il sostegno alle nuove imprese. Il Bando è rivolto alle: 1. PMI di tutti i settori economici, attive ed iscritte al Registro Imprese della Camera di Commercio di Ravenna nel periodo fra l’01/01/2015 ed il 31/12/2015; 2. con sede e/o unità locale operativa, destinataria dell’investimento, nel territorio della provincia di Ravenna. I soggetti beneficiari sono altresì tenuti a rispettare le condizioni di seguito elencate a far data dalla concessione del contributo ovvero dalla data di pubblicazione della graduatoria delle istanze ammesse. Il contributo erogabile è pari al 50% dell’ammontare complessivo delle spese ammesse (al netto di IVA e di altre imposte e tasse), sino ad un massimo di € 5.000. Potranno comunque beneficiare del contributo solo i progetti d’impresa il cui costo minimo (spese ammesse) sia pari o superiore a € 5.000. Il contributo concesso non è cumulabile con altri contributi pubblici richiesti per le medesime tipologie di spesa. Sono finanziabili (al netto di IVA e di altre imposte e tasse) diverse spese, sostenute nel periodo dall 01/1/2015 alla data d’invio della domanda riconducibili agli interventi previsti dal bando realizzati nella sede/unità locale ubicata in provincia di Ravenna: consulenze, dagli onorari all’acquisto dei beni strumentali, agli impianti, all’hardware, etc. Le domande di contributo andranno inviate fino alle ore 12,00 del 15/01/2016 esclusivamente: da una casella di posta elettronica certificata (PEC) e firmate digitalmente dal legale rappresentante dell’impresa a: promozione. [email protected] all’attenzione dell’Ufficio Nuove Imprese ed incentivi indicando all’oggetto: “Domanda di contributo Bando crea impresa 2015”. Per consulenze e pratiche rivolgersi presso gli uffici credito della Confesercenti. 5 Nuova lettera aperta degli operatori: su Viale delle Nazioni a Marina di Ravenna continuano i mercatini, mentre gli operatori continuano a essere relegati in Piazzale Adriatico, sottraendo oltre 60 parcheggi “Con la presente siamo ancora a manifestare frustrazione e sconcerto di fronte al disinteresse dell’Amministrazione comunale di Ravenna verso la nostra situazione: mentre i mercati della Pro Loco locale proseguono su viale delle Nazioni, noi siamo senza risposte e ci è stata negata la possibilità di terminare le ultime giornate festive nella medesima collocazione: l’Amministrazione persevera nel considerarci imprenditori di serie B, se non peggio. Invece siamo stati costretti a concludere questa stagione all’interno di piazzale Adriatico, sottraendo oltre 60 posteggi per auto e una quindicina di posteggi per i motocicli in un momento in cui la località comincia a necessitare, specie nel fine settimana, di più parcheggi possibili. Già al momento della ricollocazione, a settembre 2014, avevamo fatto notare come questo trasferimento avrebbe causato notevoli disagi alle attività che di questi stalli usufruiscono, ma siamo rimasti, tanto per cambiare, inascoltati. Benché l’ordinanza preveda di fatto la chiusu- ra di metà del piazzale per ospitare i posteggi ricavati per i nostri banchi, nessuno dall’Amministrazione è mai venuto a controllare e ci siamo ritrovati in queste ultime settimane a essere letteralmente circondati dalle auto. Abbiamo sempre cercato, pur nel malessere, di non estendere il nostro disagio ai nostri colleghi delle attività limitrofe e ai fruitori del parcheggio: ci siamo anche disposti aggregati su un’unica fila per non sottrarre inutilmente parcheggi, col risultato di avere le auto a ridosso dei banchi, con grave pregiudizio della sicurezza e della circolazione dei pedoni. Sebbene ne avessimo diritto, da noi non è mai partita una chiamata per richiedere la rimozione delle auto. Crediamo però di non meritare di subire una situazione che non abbiamo contribuito a creare, nella più completa indifferenza dell’Amministrazione riguardo al nostro lavoro e alla nostra situazione. Il problema resta sul tappeto e richiede una risposta diversa.” Al via sulla costa la campagna contro l’abusivismo commerciale in spiaggia. In ogni attività un manifesto per invitare i clienti a non comprare dagli abusivi rischiando anche le multe. In vigore il nuovo regolamento UE sull’etichettatura dei prodotti alimentari: le novità sull’indicazione obbligatoria degli allergeni Il 13 dicembre 2014 è entrato in vigore il Regolamento europeo n. 1169/2011 relativo alla fornitura di informazioni sugli alimenti ai consumatori: questa normativa uniformerà l’etichettatura dei prodotti agroalimentari in tutti i Paesi membri, sostituendo le precedenti leggi comunitarie e nazionali. Il Regolamento incorpora gran parte della precedente legislazione nazionale, ma prevede alcune importanti novità, estese per la prima volta anche alle somministrazioni alla collettività, come i pubblici esercizi, le mense, i catering e la vendita on line. La principale novità è l’indicazione, obbligatoria ed evidenziata rispetto agli altri ingredienti, degli allergeni contenuti in un determinato alimento. Per allergeni s’intendono quegli alimenti che, pur presenti normalmente nelle diete di ciascuno di noi, in taluni individui possono sviluppare intolleranze o reazioni allergiche; sebbene qualsiasi alimento possa in teoria sviluppare intolleranze. Il Regolamento ne individua 14 principali, di cui vanno considerati ovviamente, per ognuno, i relativi derivati: ci sono i cereali contenenti glutine, i molluschi, i crostacei e il pesce, le uova e il latte, le arachidi, la soia e la frutta a guscio in generale, i lupini, i semi di sesamo, il sedano e la senape, 6 l’anidride solforosa e i solfiti. L’obbligo di indicazione evidenziata vale sia per gli alimenti preimballati, la cui etichetta deve riportare questi costituenti in maniera evidente (solitamente attraverso l’utilizzo del grassetto) sia per gli alimenti venduti sfusi o preincartati negli esercizi alimentari come gastronomie, rosticcerie, gelaterie, pasticcerie, forni e rivendite. Per questi esercizi, nei quali si utilizza il cartello unico degli ingredienti, è necessario indicare su quest’ultimo, sempre in maniera evidenziata, gli allergeni utilizzati. Come già riportato anche i pubblici esercizi devono, per la prima volta, rendere disponibile questa indicazione prima che il cliente consumi i prodotti, attraverso l’inserimento degli allergeni direttamente nel testo delle preparazioni dei menù, oppure riportando in questi, o in specifici cartelli da affiggere in maniera ben visibile, una dicitura apposita che rimandi a un ricettario a parte, richiedibile dalla clientela al personale di servizio, in cui siano riportati gli allergeni contenuti nei cibi disponibili nel locale. Quest’ultima possibilità è ovviamente preferibile qualora non s’intenda appesantire la carta del menu, o in quei casi dove il menu cambi frequentemente. Da dicembre 2016, inoltre, tutte le attività che effettuano produzione per la vendita a terzi (business to business), dovranno obbligatoriamente riportare anche l’etichetta nutrizionale, fino ad ora facoltativa. Questa disposizione, in ogni caso, non si applicherà alle attività che vendono direttamente alla clientela, ma solo a quelle che si configurano come fornitori di altre imprese le quali poi si occupano di cedere al consumatore finale. Per informazioni dettagliate e specifiche circa le nuove disposizioni previste dal Regolamento, dopo gli incontri svolti sulla materia si invita comunque a contattare la sede Confesercenti di riferimento, dove è disponibile anche un vademecum completo utile per l’applicazione della normativa. Rete Imprese Italia: “Bene i decreti, adesso le altre priorità per le imprese” Rete Imprese Italia valuta con favore la decisione di prevedere che sia la fattura elettronica sia la trasmissione telematica dei corrispettivi, resti nella libera scelta dell’imprenditore. Libera scelta a cui corrispondono dei vantaggi in termini di riduzione di altri obblighi di comunicazione, nonché la perdita della valenza fiscale dello scontrino o della ricevuta. Tuttavia, la scelta di adottare la fattura elettronica nei rapporti tra imprese o, l’obbligo, per quanto concerne le operazioni effettuate nei confronti della pubblica amministrazione, riteniamo debba portare in tempi brevi al superamento dei metodi di riscossione dell’Iva quali lo “split payment” e il “reverse charge”. Sistemi che stanno danneggiando irrimediabilmente i già deboli equilibri finanziari delle imprese. È positivo, inoltre, che dal 2016, sia prevista la messa a disposizione di sistemi di generazione e trasmissione delle fatture elettroniche gratuiti. Riteniamo che anche la conservazione delle fatture dovrebbe essere fornita gratuitamente a tutti i contribuenti. Purtroppo mancano all’appello misure tese a ridurre una pressione fiscale troppo alta ed iniqua a favorire la capitalizzazione delle imprese e segue da pagina 1 Orari di apertura dei negozi in Parlamento nel 2013, grazie alla campagna “Libera la domenica”. I risultati di quella forte iniziativa sindacale, ad oggi, sono estremamente deludenti: l’aula della Camera dei Deputati, pressoché sorda, ha infatti di recente approvato una proposta di legge sugli esercizi commerciali, contraddittoria ed insufficiente. La riforma, che ora passa all’esame del Senato, riduce in modo del tutto inadeguato gli effetti dannosi prodotti dal governo Monti, con il decreto SalvaItalia. In sostanza verrebbe introdotto un calendario di 12 festività in cui rispettare l’obbligo di chiusura dei punti di vendita, con la possibilità per gli imprenditori, previa comunicazione all’Amministrazione territoriale, di ridurre, a scelta, le giornate di chiusura su base annuale, fino ad un minimo di sei. A dire poco sconfortante risulta essere la lettura degli atti della I Commissione della Camera dei Deputati, che si è occupata del provvedimento. Sia l’analisi del quadro legislativo, volta a chiarire se la competenza in materia debba essere attribuita alle Regioni (in quanto riguardante materia delegata, quale è il commercio) oppure statale (in quanto rilevante ai fini della concorrenza), sia l’analisi rispetto alla corrispondenza con gli indirizzi comunitari sulla libertà d’iniziativa, appaiono insufficienti se non pretestuose. In fondo, tutto parrebbe essere piuttosto semplice. Se uno Sta- a far si che l’obbligo di pagare le imposte sorga solo in relazione a ricavi incassati. Rete Imprese Italia auspica, pertanto, che il decreto, possa essere ancora migliorato nell’iter parlamentare e che si proceda, in tempi strettissimi, all’approvazione dei decreti che danno attuazione ai principi della legge delega che stanno a cuore alle imprese. In particolare: • l’avvio, concreto, di uno dei tanti fondi “taglia tasse” istituiti e finalizzati a redistribuire tra le imprese le maggiori entrate provenienti dalla lotta all’evasione ovvero dalla riduzione della spesa pubblica; • l’istituzione dell’Imposta sul reddito delle imprese (IRI) per offrire concreti benefici fiscali a chi lascia nella propria azienda gli utili; • la tassazione del reddito delle imprese in contabilità semplificata secondo criteri di cassa; • la definizione dei parametri che escludono le piccole imprese ed i professionisti dalla tassazione IRAP; • la riforma del contenzioso tributario, la revisione delle sanzioni amministrative e penali-tributarie e la riforma della riscossione coattiva. to può imporre sei domeniche di chiusura, ne può imporre, a discrezione, quante ne vuole. Poiché è stato stabilito senza dubbi ed in modo incontestabile, a livello del diritto comunitario, che uno Stato può imporre giornate festive di chiusura, non regge l’alibi a nessuno. Almeno due sentenze, sono da anni a disposizione di chi volesse: 26 febbraio 1991 Merchandise (C - 332/89) e 2 giugno 1994 (Boemans C - 401/92 e C - 402/92), laddove senza alcuna possibilità di equivoco, viene sentenziato che il divieto di apertura domenicale non contrasta con il diritto di stabilimento e di libera prestazione dei servizi, nonché con il diritto comunitario della concorrenza in quanto il divieto di lavoro domenicale è inteso a perseguire l’obiettivo di tutela sociale. Quindi è del tutto corretto e lecito sostenere, così come più volte ha ribadito la Corte di Giustizia europea, la piena legittimità delle discipline interne relative alla regolazione degli orari commerciali. Allora il parlamento Italiano si deve assumere le responsabilità di modificare il provvedimento IMBROGLIA ITALIA, motivato esclusivamente dall’aver voluto favorire in modo spudorato, la grande distribuzione. Servendosi di una citazione tanto cara ai romani, quanto meno ai romanisti, per riportare la chiesa al centro del villaggio, il Parlamento italiano deve restituire alle centinaia di migliaia di piccoli imprenditori ed ai milioni di lavoratori loro dipendenti, la dignità ed il diritto ad un orario di lavoro rispettoso della loro dimensione umana, familiare e sociale. segue da pagina 1 Pillole di ripresa Anche l’andamento dell’occupazione a seguito dei provvedimenti intrapresi in questi mesi segna un trend di assunzioni a tempo indeterminato di alcune centinaia di persone nelle aziende del commercio e del turismo delle due province: 356 con la decontribuzione e 96 a tempo indeterminato (certo prevalentemente si tratta di stabilizzazioni di rapporti precedenti comunque precari e a termine, ma segno di interesse e di attenzione ad un costo del lavoro più sopportabile dalle aziende). Alcune aziende che lavorano nella compravendita di immobili e attività segnalano una ripresa di contatti e attenzione, anche sull’apertura di esercizi. I prestiti del sistema bancario (che rimangono comunque selettivi) anche a seguito delle azioni della BCE e ai tassi di interesse attuali evidenziano una leggera propensione di fiducia alimentando una domanda di prestiti in particolare per finanziare gli acquisti di beni durevoli come le auto, ad esempio, ma anche sul residenziale. Resta forte il fronte delle sofferenze. Sono gocce nella vasca, certo, ma ci sono, cominciano ad esserci. Al tempo stesso non bisogna dimenticare che il gap tra grande distribuzione e le piccole e medie imprese del commercio si allarga anche nel contesto della fase che stiamo vivendo. Tra gli indicatori più significativi dello stato di difficoltà del sistema imprenditoriale c’è la lunghezza dell’arco di vita delle imprese, che va sempre più accorciandosi nel paese come in Romagna. A fine dicembre 2014 la percentuale di imprese del commercio che è cessata entro i primi 3 anni di vita è stata tra il 45 ed il 50% mentre dieci anni fa era del 25/27%. Alcune misure adottate dal Governo vanno nella direzione giusta (es. quelle sul lavoro) ma ne servono altre e strutturali, scongiurando in primis nuovi aumenti dell’Iva, utilizzando meglio e appieno lo scenario e le circostanze economiche internazionali più favorevoli: misure della Banca Centrale Europea, cambio Euro/Dollaro, prezzo del petrolio, indici economici e di fiducia in ripresa a partire dall’America, il nuovo piano di sviluppo deciso dalla Comunità Europea. Ora ci vogliono le misure strutturali e le riforme attese: dalla riduzione del carico fiscale sulle imprese, alle infrastrutture, alla burocrazia imperante da ridurre, a misure urgenti per le piccole e medie imprese e per rilanciare la domanda interna. Se si vuole aiutare la crescita e rilanciare i consumi interni, come recita il documento di economia e finanza per il 2015, sono queste le criticità da superare: su questo serve mettere la fiducia e soprattutto l’impegno coerente del Governo: sono queste le aspettative delle imprese che vogliono giocare il loro ruolo ma che hanno bisogno di un ambiente favorevole e socio per davvero in tutto e non solo riscuotitore. Con l’avvio importante dell’Expo come dell’Anno Giubilare straordinario dichiarato dal Papa (due eventi che rappresentano anche una formidabile occasione di promozione per il paese) occorre poi rafforzare al massimo la potenzialità del turismo. Insomma ora serve un Italicum per l’economia. 7 segue dalla prima pagina Tra perle e pol(l)i le aziende, 2 milioni di visitatori previsti, ecc. Un lavoro per il quale si dovrà spostare anche una centrale elettrica, fare bretelle, ecc. Ferma la opposizione delle Associazioni locali, ma intanto si va avanti con l’iter burocratico e con il progetto. Non ci sarà di mezzo anche lo zampino dell’IVA favorevole? 2.Il Resto del Carlino invece ha pubblicato un servizio sullo stato del Centro Commerciale “Le Perle” di Faenza, meglio chiamato Lifestyle Village, fermo nei lavori da anni con le strutture principali realizzate e in disarmo. Il centro era stato corteggiato e magnificato anche come risposta occupazionale (ricordate i dipendenti Omsa) con 100 negozi, oltre 20.000 mq di superficie di vendita, ecc. Ora è un cantiere abbandonato e in disarmo con padiglioni e Astronavi simbolo del centro in malora. Perfino il Comune che ne ha sostenuto e difeso la realizzazione (anche in tribunale contro le due Associazioni che avevano fatto anche ricorso al Tar) ha chiesto di escutere la fidejussione che assicurava il rispetto dei patti economici. 3.Di recente Savignano, l’altro polo commerciale della Romagna, ha inaugurato il centro commerciale esistente unificato perchè precedentemente costruito su più parti, mentre a Ravenna si è autorizzato il raddoppio dell’IPERESP. E il Governo Monti aveva dato il via alla liberalizzazione totale di aperture ed orari perché sarebbero state foriere di consumi e lavoro. I risultati si sono visti e si vedono e dovrebbero servire da monito anche per chi continua a pensare che lo sviluppo di grandi superfici commerciali più o meno titolate sia la panacea di tutti i mali e simbolo dello sviluppo urbano e dei consumi. Niente di più falso. Non ce ne sarebbe bisogno ma si invita ad andare a Faenza (l’ultima cattedrale nel deserto in ordine) per ricredersi anche altrove, prima che sia troppo tardi e prima che la qualità della vita dei territori riceva altri colpi. L’estero insegna. Cosa si aspetta a mettere mano ad un nuovo modo di governare e normare le politiche urbanistiche e commerciali? Confesercenti: Venturi lascia l’incarico di Presidente, le sue funzioni saranno svolte dal Vice Presidente Vicario Vivoli Marco Venturi lascia l’incarico di Presidente Nazionale di Confesercenti. A dare l’annuncio è stato lo stesso Venturi, nel corso della riunione di Presidenza Confesercenti che ha avuto luogo oggi a Roma. La decisione di Venturi di fare un passo indietro arriva a metà del mandato di Presidente, che sarebbe scaduto naturalmente tra due anni. D’ora in avanti, come previsto dallo statuto della Confederazione, le funzioni di Presidente saranno svolte dal Vice Presidente Vicario Massimo Vivoli, al quale, da questo momento, spetta la legale rappresentanza della Confesercenti Nazionale. “Ho ritenuto che fosse giunto il momento di favorire il ricambio e la crescita della Confederazione - ha spiegato Venturi - In questi anni abbiamo fatto importanti passi avanti, consolidando e rilanciando Confesercenti nonostante la grave crisi sociale e politica che ha colpito il nostro Paese e le nostre imprese. Una lunga crisi che ha rafforzato la nostra volontà di affermare la nostra forza e la nostra autonomia. Non dobbiamo avere timori per il futuro, la saggezza e l’entusiasmo dei nostri dirigenti e dei nostri imprenditori, l’impegno dei nostri dipendenti e dei nostri collaboratori, rappresentano la migliore garanzia per la nostra Confederazione. L’unità, la condivisione e la determinazione di tutti noi - ha sottolineato Venturi - si tradurranno sicuramente in ulteriori successi”. “Per me è un grande onore succedere a Venturi in questo incarico - ha commentato Vivoli - Sarà mio particolare impegno raccoglierne il testimone e promuovere all’interno della confederazione, a tutti i livelli, il ricambio da lui auspicato. Allo stesso tempo, lavorerò affinché Confesercenti continui a rafforzare il proprio ruolo di rappresentanza delle micro, piccole e medie imprese italiane nei confronti di istituzioni e politica, affrontando con grande forza i temi del fisco, del credito e della legalità. Allo stesso tempo, proseguirà con la stessa convinzione di sempre il nostro impegno in Rete Imprese Italia. Una realtà importante, fortemente voluta dal Presidente Venturi, che dal 2006 rappresenta oltre 2,5 milioni di imprese e che ha portato ad una vera rivoluzione della rappresentanza, anche negli incontri ufficiali con il Governo, permettendoci di dare maggior forza al mondo delle piccole e medie imprese e dell’impresa diffusa. Lavoreremo affinché Rete Imprese Italia possa essere un interlocutore sempre più forte del Governo e del Parlamento, qualificando ulteriormente la nostra capacità di interagire con le commissioni parlamentari. Sono molte le sfide future che attendono Confesercenti e le imprese che rappresentiamo: ci lasciamo alle spalle un 2014 ancora segnato dal perdurare della crisi, e le PMI italiane non hanno ancora intercettato una ripresa che è molto attesa, ma che ancora non si è concretizzata. Ci aspetta dunque un lavoro di particolare importanza per il nostro Paese e per le imprese del nostro mondo. Dobbiamo arrivarci con un’organizzazione più che mai viva e vitale, al centro come in periferia, capace di raccogliere le sfide aperte ma anche di fare comunità. Un obiettivo che, con la collaborazione di tutti, potremo sicuramente raggiungere”. VIII 8 segue dalla prima pagina E45-E55 in buca Per la Confesercenti “l’E55 è un’opera strategica, di cui si parla ormai da decenni. Non farla significa continuare a penalizzare fortemente soprattutto dal punto di vista turistico la costa dell’Emilia Romagna e in particolare l’area ferrarese e ravennate così come a limitare i collegamenti con romagna e porto. Pensare che l’unica arteria che collega queste località con Venezia possa essere la Romea, come se le esigenze di mobilità di oggi fossero le stesse di duemila anni fa, è assolutamente inadeguato. La Confesercenti chiede al Governo e al Ministro Delrio di ritornare sui loro passi e di inserire la E55 nel piano delle infrastrutture strategiche; rivolgiamo anche un appello alla Regione e al presidente Bonaccini affinché sostenga con forza tale necessità: questi territori, infatti, non possono nemmeno contare su collegamenti e adeguate infrastrutture ferroviarie. A giudizio del presidente regionale della Confesercenti Roberto Manzoni: “con la costruzione della E55, la Romea potrebbe diventare la strada turistica del Parco del Delta e del territorio della costa emiliano romagnola, per dirottare invece nella nuova autostrada il traffico pesante legato alle merci e alle lunghe percorrenze. Questo contribuirebbe anche ad alleggerire il nodo di Bologna.” Al tempo stesso il tracciato esistente dell’E45 in particolare nel tratto romagnolo, costantemente sconnesso e in certi tratti anche pericoloso oltre che fonte di traffico rallentato, va sistemato e manutentato con regolarità. Cosa questa che non avviene con costanza. Dopo l’appello della Confesercenti anche altre istituzioni e associazioni sono intervenute e hanno condiviso queste due esigenze: rientrare nelle grandi opere e manutenzione costante. Cesena Forlì Ravenna 2 n. Proprietario: Confesercenti provinciale forlivese Autorizzazione tribunale di Forlì n. 6/2004 Autorizzazione del tribunale di Ravenna n. 1226/2004 Redazione: Via Grado n. 2 Forlì tel. 0543 375701 Direttore Responsabile Giancarlo Corzani Recapito Confesercenti Ravenna Piazza Bernini 7 tel. 0544 292711 Recapito Confesercenti Cesena Via IV Novembre 145 tel. 0547 622601 Stampa Full Print Ravenna Hanno collaborato a questo numero: da Ravenna Roberto Lucchi, Barbara Montanari, Riccardo Ricci Petitoni, Franca Piombini, Riccardo Santoni, Chiara Venturi e Andrea Casadei Dalla Chiesa; da Cesena Gianpiero Giordani, Graziano Gozi; da Forlì Giancarlo Corzani, Lores Frignani, Stefania Bartoletti. Chiuso in tipografia giovedì 28 maggio 2015