n. 2 - maggio 2015 - Confesercenti Ravenna

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n. 2 - maggio 2015 - Confesercenti Ravenna
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Giugno 2015 - Numero 2 - Mensile - Poste Italiane SpA - Spedizione in abbonamento postale D.L. 353/2003 (Conv.ni L. 27/02/2004 n. 46) art. 1, comma 2 DCB - Filiali di Forlì e Ravenna
Cesena
Forlì
Ravenna
n.
Pillole di ripresa.
Ma i consumi faticano
a ripartire
Orari di apertura dei negozi:
No a Imbroglia Italia 2
Confesercenti non demorde e per l’ennesima
volta ha rilanciato al Parlamento italiano la richiesta di rivedere il regime di liberalizzazioni
degli orari di apertura dei negozi, introdotto con
il decreto inopinatamente definito “SalvaItalia”
del 2012.
Fin dal primo momento Confesercenti aveva definito quel provvedimento “IMBROGLIA
ITALIA” non a caso. Il Governo Monti lo aveva
promosso, affermando che la liberalizzazione
avrebbe rilanciato consumi, concorrenza e
occupazione: niente di tutto ciò è accaduto,
se non un ulteriore spostamento di quote di
mercato dei negozi tradizionali alla grande distribuzione. Confesercenti si batte da tre anni
per una revisione della normativa, partendo dal
presupposto che le competenze in materia di
aperture domenicali e festive debbano tornare alle Regioni, enti di governo più vicini alle
peculiarità dei territori e delle popolazioni. Un
obbiettivo condiviso con i 50.000 firmatari della
legge di iniziativa popolare per la revisione della deregulation, che Confesercenti ha portato
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Tra Perle e pol(l)i!
Le cronache locali di queste settimane hanno
informato di alcune iniziative e situazioni che riguardano il mondo del commercio e che sono
l’emblema della politiche contraddittorie e sbagliate di amministratori e/o governanti in Italia e
all’estero. E sono la conferma delle giuste battaglie, delle valutazioni e degli appelli che Confesercenti fa da anni, troppo spesso inascoltata,
salvo poi certificarne a posteriori le ragioni e l’evidenza. Di cosa parliamo.
1.Nella Repubblica di San Marino (stato estero
e autonomo) a due passi dalla Romagna nella
località di Rovereta il Governo ha esaminato
e posto all’approvazione del Consiglio Grande una variante al PRG di quella località per
consentire la realizzazione di un progetto privato denominato Luxury Departement Store
S. Marino, che prevede il coinvolgimento
dei marchi più rinomati a livello internazionale della moda e del lusso, un vero e proprio
“Polo del Lusso” su migliaia e migliaia di metri
quadrati (25.000 mq?) con le “solite” motivazioni: posti di lavoro, altri investimenti per 30
milioni di euro, benessere, turismo, lavoro per
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Non è tempo di facili ottimismi perché l’andamento dell’economia e delle vendite è sotto
gli occhi di tutti. Si registrano alcuni segnali,
anche contrastanti tra loro, che evidenziano
una propensione ai consumi che non decolla,
insieme alla debolezza della “decantata ripresa”
(l’Istat segnala un paese ancora invischiato nella stagnazione mentre la commissione europea
prevede una ripresina verso il 2016), ma anche
pillole o nicchie in controtendenza.
Se da un lato il registro imprese della Camera
di Commercio evidenzia nel primo quadrimestre
2015 un saldo tra aziende cessate e iscritte
negativo, in particolare nel commercio (-66 a
Ravenna, - 49 a Forlì-Cesena) e un meno 39
anche nel turismo e nei pubblici esercizi (ma minore degli stessi, più negativi degli ultimi 5 anni),
dall’altro lato il Settore alimentare registra finalmente un piccolo e incoraggiante segno più
(+1,4 nel campione monitorato in Provincia
di Ravenna) dopo mesi e mesi sotto. Mentre
l’extralimentare è ancora fermo con dati anche
peggiori, dati in cui anche il tempo ci ha messo
del suo; le immatricolazioni di auto (dopo i tonfi
avuti) segnano una inversione migliorativa; chi
fa commercio con l’estero (certo una piccola
percentuale) si avvantaggia del deprezzamento
dell’euro sul dollaro con vendite in aumento.
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E45-E55 in buca: no al taglio
dal piano delle grandi opere
Grande delusione è stata espressa dalla
Confesercenti alla notizia dell’esclusione della E55 dal piano delle grandi opere. Il nuovo
programma per le infrastrutture ha infatti tagliato in maniera drastica il programma della
Legge Obiettivo e a finire sotto la “mannaia” del
ministro Delrio vi è stato anche l’ammodernamento dell’asse viario E45-E55. Nel novembre
dell’anno scorso, il Cipe aveva dato via libera al
potenziamento della E45 che si sarebbe dovuta
trasformare in autostrada, e al nuovo itinerario
autostradale che si sarebbe dovuto chiamare Nuova Romea, E55, un percorso di circa
quattrocento chilometri che avrebbe collegato
Orte a Mestre. Il progetto è stato considerato
da molti strategico perché facilitava l’accesso
ad una zona votata al turismo come la Costa
emiliano romagnola, per cui molto trafficata,
garantendo tutti gli standard di sicurezza che
ad oggi, la nota Romea, non è più in grado di
garantire: ne sono conferma il numero altissimo
di incidenti che si registrano annualmente su
questa strada.
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Imprese di successo
La Ricetta
I Mazzini sulla piazza con successo, da 50 anni
I CALAMARI FRITTI CON
POMODORO PROFUMATO
DEL “GABBIANO” DI
ZADINA, A CESENATICO
50 anni di attività sono quelli che quest’anno
festeggia Mario Mazzini, che esercita l’attività
di commercio su aree pubbliche nei mercati di
Lugo, Massa Lombarda, Bagnacavallo Castel
S. Pietro Terme e Medicina, in società con la figlia
Maria Elisa. Nei mercati della Bassa Romagna
lo conoscono tutti fin da quanto lavorava come
collaboratore familiare nell’attività di famiglia
fondata dal padre, Mazzini Innocente, vendendo
Jeanseria e capi da lavoro nei principali mercati
della provincia.
L’intuizione giusta nel momento giusto, quando
cioè il Jeans, in tutte le sue numerose variabili
di foggia e di marca, è il genere più richiesto da
uomini e donne di tutte le età. Infatti il banco di
Jeans di Mazzini era, ed è tutt’ora, visitato da
clienti provenienti anche da fuori provincia alla
ricerca di quello che difficilmente riescono a trovare altrove.
Poi, negli anni, l’attività si ingrandisce con l’apertura del primo negozio a Massa Lombarda di
abbigliamento ricercato di alta qualità; negozio
gestito in società con la madre Eda a cui è seguita, poco dopo, l’apertura di un secondo punto
vendita a Lugo di abbigliamento da donna.
Negli anni la professionalità di Mario si specializza sempre più nell’attività di commercio su aree
pubbliche; il lavoro che gli è sempre piaciuto,
tra la gente, con i suoi “famosi” jeans, lasciando al fratello Attilio la gestione dei due negozi.
Nel 1991 Mario si mette in proprio, svolgendo
l’attività come ditta individuale, poi dal 2005 in
società con la moglie Alessandra e le due figlie
Maria Elisa e Chiara.
Oggi sono Mario e Maria Elisa a portare avanti
l’azienda con passione, dedizione, intraprendenza e coraggio; doti che non sono mai mancate
nella famiglia Mazzini.
Report Rai3 evidenzia le incongruità
del marchio Igp sulla Piadina
Domenica sera 10 maggio, all’interno della rubrica “Nutrire il Pianeta”, della popolare trasmissione Report (Rai 3) è andato in onda il servizio
video realizzato a Cesena nei giorni scorsi sulla
piadina. Il giornalista Giuliano Marrucci, giunto a
Cesena lo scorso aprile per registrare la trasmissione, ha realizzato alcune interviste per parlare
della opposizione al marchio Igp per la Piadina
Romagnola mossa dalla Confesercenti e da
Slow Food. Nella trasmissione, per approfondire
l’argomento sulle incongruenze di questo controverso Igp, sono andate in onda le dichiarazioni
di Graziano Gozi, direttore della Confesercenti
Cesenate e Gianpiero Giordani, coordinatore
della Associazione per la Valorizzazione della
Piadina Romagnola. Le riprese si sono soffermate a raccogliere le opinioni di alcune storiche
piadaiole.
Nella trasmissione è stato anche intervistato un
coltivatore del ravennate sanzionato con una
multa di circa 4.000 euro dal Corpo Forestale
dello Stato, per aver posto in vendita in un mercato piadina prodotta utilizzando la sua farina, con
la scritta “Piadina Romagnola”, “evocando in tal
modo il prodotto di qualità Piadina Romagnola
Igp”. Questo caso (si tratta del primo), paventato
proprio tra le più negative e infauste conseguenze derivanti dall’emanazione di questa Igp che va
a favorire solo la piadina industriale, desta non
poca preoccupazione per il fatto che chi produce da sempre nella maniera più tradizionale la
piadina potrebbe ora subire analoghe sanzioni
se continuasse a utilizzare la dicitura “Piadina
Romagnola”. Chi ha promosso e venduto questo
riconoscimento come una vittoria del patrimonio gastronomico romagnolo dovrebbe spiegare
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Questa settimana la nostra rubrica fa tappa al Ristorante - Pizzeria “Gabbiano”, di Zadina di Cesenatico,
spiaggia Zadina - tel. 0547-82128. Aperto da fine
marzo a ottobre. Orario: pranzo e cena. Prezzo medio
35 euro escluse le bevande. La famiglia Zani gestisce
dal 1995 questo luogo sito in una posizione speciale,
in un angolo di spiaggia senza ombrelloni, con il mare
di fronte e la quieta pineta alle spalle. I fratelli Daniele e
Massimo accolgono con simpatia e calore gli avventori
proponendo ai buongustai i piatti che vengono aggiunti quotidianamente al menù, a seconda del pescato
giornaliero locale. La pasta dei primi e i dolci sono fatti
rigorosamente in casa. In cucina la mamma di Daniele
e Massimo, Piera, aiuta l’abile chef Luigi Tavicca, forte
ai fornelli grazie anche alle sue plurime esperienze. Qui
si prediligono i piatti semplici e tradizionali. Cominciate
con la calamari fritti al pomodoro profumato al basilico,
oppure con i sardoncini su carta da forno o con le
crudità. Tra i primi: risotto alla marinara, tagliatelle alla
ventresca di tonno e olive taggiasche, strozzapreti alle
vongole. Continuate scegliendo tra il gran fritto misto
di pesce con verdure, o i calamari in carta da forno.
Per finire il tiramisù, il gelato alla crema mantecato
al rum e la zuppa inglese. Si possono gustare anche
fragranti e ottime pizze cotte nel forno a legna. La
carta dei vini offre etichette regionali e nazionali, con
qualche “bollicina” dal territorio del Franciacorta e dallo
Champagne.
LA RICETTA
Ingredienti per 4 persone: 20 calamari di media
pezzatura; 4 pomodori maturi; 4 pomodori ciliegino;
farina q.b.; 1 spicchio di aglio; ½ bicchiere di acqua;
olio extravergine di oliva q.b.; olio di girasole, per friggere q.b.; basilico fresco e timo q.b.; peperoncino q.b.
PREPARAZIONE
perché una piadina prodotta con ingredienti locali, ma che non rispetta al 100% gli ingredienti
previsti nel disciplinare di produzione, peraltro
scritto da pochi, grandi produttori, non possa
fregiarsi della dicitura “romagnola”. L’IGP non
solo significherà uniformazione e standardizzazione prettamente industriale, che non ha nulla a
che vedere con la varietà e la tipicità propria dei
chioschi e dei piccoli laboratori artigianali, ma
anche costi aggiuntivi per queste attività che,
aderendo al consorzio, dovranno sostenere le
spese per l’organismo di controllo chiamato a verificare il rispetto di un disciplinare che non hanno
contribuito a scrivere e che non condividono.
Si ricorda infatti che da alcuni mesi chi espone
cartelli che richiamano la piadina romagnola senza il marchio IGP e chi non ne rispetta il relativo
disciplinare è passibile purtroppo di pesanti sanzioni. Per questo anche attraverso l’Associazione per la Valorizzazione della Piadina Romagnola
continueremo a batterci per la difesa della vera
cultura gastronomica romagnola, perché la vera
piadina romagnola è quella fresca dei chioschi
e dei ristoranti”.
Pulire i calamari, infarinarli e friggerli in olio bollente. Dopo pochi minuti di cottura, scolarli. Fare una dadolata di pomodori maturi con l’aggiunta di pomodorini ciliegino, mettere quindi in una padella con olio extravergine di oliva,
uno spicchio di aglio e mezzo bicchiere di acqua. A metà cottura aggiungere basilico e timo,
un pizzico di peperoncino e finire di cuocere. Nel frattempo mettere nel piatto i calamari precedentemente fritti e versare il pomodoro profumato sopra
ai calamari. Guarnire con basilico fresco e servire ben
caldi. Nella foto Daniele e Massimo del Ristorante “Gabbiano” di
Zadina di Cesenatico.
Fabrizio Albertini, presidente della Confesercenti di Cesenatico e vicepresidente regionale
Assohotel Emilia-Romagna e Filippo Donati, presidente nazionale Assohotel, gettano uno sguardo
sulle opportunità e le previsioni della stagione estiva
Le sensazioni che stiamo avendo, dall’inizio di questa stagione estiva, se
vogliamo tracciare una previsione, sembrerebbero buone, per diversi fattori.
Sicuramente a livello climatico fare peggio dell’estate scorsa, statisticamente, è quasi impossibile. Inoltre alcuni segnali di ripresa della domanda del
nostro prodotto turistico si sono evidenziate già con le Feste Natalizie e di
Capodanno, quando il comparto ricettivo ha avuto risposte incoraggianti,
così come per i ponti di primavera.
I presupposti per una stagione che possa portare soddisfazione agli operatori
ci sono, purtroppo non è tutto oro quel che luccica. Le difficoltà del turismo
della nostra Riviera e delle imprese che ruotano intorno ad esso sono lampanti e ancor oggi difficili da attenuare; con la crisi dei consumi e l’aumento
della tassazione, le aziende hanno visto precipitare la redditività delle proprie imprese e questo tutto a scapito dello sviluppo, dell’ammodernamento,
dell’innovazione, dell’occupazione.
Oggi un’azienda è troppo focalizzata sul bilancio, a fare tagli , a occuparsi di
burocrazia e a contenere i costi; azioni basilari per sopravvivere, ma deleterie
sotto l’aspetto economico e per l’approccio al futuro. Spesso ci chiediamo se
Nella foto Fabrizio Albertini
il modello turistico della nostra Riviera Adriatica, che finora ha ben funzionato
e che rappresenta il secondo polo mondiale per affluenza turistica, balneare e
termale, con oltre 48 milioni di presenze annuali, sia ancora attuale oppure da
cambiare. Una cosa è certa bisogna andare al passo con i tempi, svecchiarsi,
aver coraggio di cambiare, senza dimenticare il passato, senza dimenticare
le nostre origini e le nostre tradizioni. Rivisitare il passato in chiave moderna
sarà la chiave per il nostro futuro; già lo fanno per le auto, la cucina, la moda,
perché non dobbiamo farlo per il turismo.
Rimodulare un’offerta attrattiva che parta dal concetto che il mondo oggi è
cambiato e si evolve ogni giorno. Siamo più proiettati ai social network, alle
comunicazioni virtuali di massa, ma se pensiamo che aggiornarci tecnologicamente possa bastare, facciamo un errore grossolano, sicuramente aiuta
ma non dimentichiamo che le regole del marketing, sempre più spesso,
insegnano a trasmettere emozioni, unicità, particolarità, territorio, professionalità. Sono questi gli elementi che se miscelati nella giusta proporzione
ci porteranno nel futuro risollevando un comparto che per tradizione, territorialità ed importanza, abbraccia un indotto che va oltre la costa.
L’impegno di Confesercenti nel proprio ruolo di “Casa” dei commercianti e
degli imprenditori, verte proprio sulla risoluzione dei principali problemi delle
imprese con una relazione continua con le istituzioni locali e nazionali .
A livello nazionale i grandi temi in discussione sono numerosi, fra i quali ci sono
ai primi posti burocrazia, tassa di soggiorno, contratto nazionale lavoratori del
turismo, antincendio per le imprese ricettive. Sono i temi caldi che Assohotel
(Sindacato Nazionale degli Albergatori) pone quotidianamente ai tavoli dei
vari Ministeri interessati al settore.
Tanto lavoro quindi abbiamo fatto e tanto ci aspetta ancora, sia a livello
nazionale sia a livello regionale, sia a livello locale.
Grazie alle idee dei nostri soci, negli anni abbiamo creato come Confesercenti
numerosi eventi che si consolidano e crescono con il passare degli anni. A
Cesenatico la manifestazione Ciclo e Vento, le iniziative sul Pesce nei mesi
di marzo e di novembre, che danno lustro e portano presenze turistiche fuori
stagione. Come Associazione infatti stimoliamo e progettiamo insieme agli
imprenditori tutta una serie di manifestazioni per cercare di destagionalizzare
il più possibile per permettere alle imprese di poter lavorare tutto l’anno anche
in un comparto, quello turistico, che fin troppo ancora è ancorato ad una
stagionalità che purtroppo non regge più confrontato con le attuali esigenze
delle imprese.
Home Restaurant: se fa impresa rispetti le
normative d’impresa
Oggi il fenomeno delle cene a pagamento a
casa di privati, che da anni viene sottoposto
all’attenzione delle Amministrazioni Comunali
del territorio, ha un nome e sta esplodendo con
forza grazie a piattaforme on line e alla promozione sui Social Network : si tratta dell’Home
Restaurant, una espressione della Economia
della Condivisione (Sharing Economy) che purtroppo in assenza di quadro normativo chiaro e
sull’onda dell’attenzione mediatica sul Cooking
rischia di aggiungersi ad altre forme di concorrenza sleale nel settore della Somministrazione
Alimenti e Bevande.
L’Home Restaurant si profila come il fenomeno
principe del Social Eating e nasce per favorire
momenti di condivisione della cultura enogastronomica locale oltre che di socializzazione.
Oggi chiunque, appassionato di cucina con o
senza capacità culinarie, può aprire le porte della
propria casa a chiunque voglia vivere una esperienza alternativa. E’ difficile però cogliere i limiti
tra l’occasionale percezione di un rimborso in
denaro per l’allestimento della cena e la sistematica produzione di un reddito che è facilmente
assimilabile a un reddito di impresa.
Gli Home Restaurant si svolgono senza alcun
regime autorizzativo e perciò non sono sottoposti
a Comunicazioni di inizio attività, né ai regolamenti di Igiene e Sanità Pubblica, né alle normative fiscali e tributarie cui si attengono i Pubblici
Esercizi, per non parlare dei tributi locali come la
Tariffa Rifiuti, vera e propria spina nel fianco di chi
fa somministrazione alimenti e bevande.
La stessa parola Restaurant nella definizione di
Home Restaurant fa subito nascere il forte dubbio che a celarsi dietro questo fenomeno possano ambiguamente operare strutture imprenditoriali parallele e quindi sleali concorrenti nei
confronti di Pubblici Esercizi. Quando la “pratica
dell’ospitare” diventa occasione di produzione di
reddito e quindi Impresa??
Confesercenti tiene alta l’attenzione e il monitoraggio su questo fenomeno, pronta a segnalare
i casi sospetti alle autorità competenti, e solleciterà in tutte le opportune sedi la regolamentazione dell’Home Restaurant affinché ci sia un
quadro normativo chiaro di riferimento, poiché
in assenza di norme è appurato si possano insinuare forme ambigue, benchè malcelate, di
imprenditorialità parallela.
L’Antitrust su Booking.com:
non ci siamo. Lo dice Filippo
Donati presidente nazionale
Assohotel
La decisione dell’Antitrust sul caso Booking.com lascia l’amaro in bocca perché
ha di fatto costretto a correggere le politiche di parità tariffaria che gravano sugli
albergatori da parte di Booking.com, lasciandola però di fatto immutata sui canali
on-line. La scelta penalizza sia gli albergatori che il consumatore finale, il quale
non può avere la possibilità di ottenere la
migliore tariffa sul mercato digitale. Ulteriormente deludente è il periodo (5 anni)
durante i quali saranno monitorati gli effetti
sul mercato che, possiamo anticiparlo da
subito, saranno praticamente nulli. Ora sta
ai consumatori ed alle imprese lanciare segnali chiari perché si comprenda che il problema reale riguarda la libertà di mercato.
Un mercato che la richiede fortemente e
che ha fatto proprio della libertà tariffaria,
ove possibile, la sua forza.
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Turismo & Pubblici Esercizi
Sarà bella, la bella stagione?
Ravenna
Tari 2014: rivedere il costo per il non domestico,
con il saldo di giugno, stangata per molte imprese
lo smaltimento dei rifiuti speciali, dovranno pagare per intero anche la TARI;
aumenti che si andranno ad aggiungere a quelli già previsti.
Per quanto riguarda il Piano d’Ambito dei rifiuti, le Associazioni hanno
sollecitato Provincia e Comuni a valutare con attenzione le proposte inviate dallo scrivente lo scorso marzo e per la quale non si è avuta ancora
risposta alcuna.
Le Associazioni hanno chiesto con urgenza un incontro prima dell’approvazione dei Bilanci dei Comuni, termine ultimo per poter modificare le
norme regolamentari.
“Le Associazioni di categoria tutte insieme sono nuovamente intervenute
con una lettera aperta e pubblica ai Sindaci della Provincia sulla Tari”.
Nel 2014 con l’introduzione della TARI, la nuova tassa sui rifiuti che si
paga in base alla metratura di capannoni e aree scoperte, il sistema delle
Imprese ha registrato aumenti rilevanti, che in alcuni casi hanno superato
abbondantemente il 50%.
Nel corso dei molteplici incontri svoltisi lo scorso anno, ci era stato assicurato che tutti i produttori di rifiuti speciali (rifiuti che non possono
essere conferiti nei cassonetti e per i quali, quindi, le imprese pagano direttamente lo smaltimento) avrebbero mantenuto inalterata l’opportunità
di ottenere gli sgravi consentiti negli anni precedenti con la tariffa rifiuti.
Ci era stata inoltre assicurata la modifica del Regolamento allo scopo di
semplificare l’accesso a tali sgravi, evitando l’inutile iter burocratico da
ripetersi tutti gli anni. Anche a seguito di queste rassicurazioni, alcuni mesi
fa il Tavolo delle Associazioni ha inviato formalmente le proprie Osservazioni ai Comuni e alla Provincia nelle quali questi punti e la necessità di
rivedere l’equilibrio tra domestico e non domestico affinché le categorie
con tariffa e/o gettito più alti (ristoranti, bar,negozi alimentari, etc.) possano vedere una sensibile diminuzione del costo annuo, erano definiti
come prioritari.
Con rammarico si è riscontrata invece la risposta ricevuta lo scorso 14
aprile dall’Assessore Provinciale Roncuzzi dove nei fatti nulla è cambiato.
Le aziende che nello svolgimento della propria attività producono rifiuti
speciali, non avranno più gli sgravi, che in precedenza oscillavano dall’11
al 39%. Quindi, in breve, tutte queste imprese oltre a pagare direttamente
Le Agenzie d’Affari e in Mediazione
e gli Agenti Rappresentanti di
Commercio hanno una nuova
coordinatrice: Sara Reali
Abusivismo e illegalità nel turismo
e nella ristorazione
La Confesercenti continua la propria iniziativa di denuncia e segnalazione concreta delle attività che operano senza rispettare le normative
nazionali e regionali in materia.
Oltre che con esposti diretti alle diverse autorità la Confesercenti (insieme alla Confcommercio) ha incontrato nei giorni scorsi Comuni, Polizia
Municipale e Prefetto anche per chiedere il coordinamento delle azioni
di controllo. In particolare con la Polizia Municipale di Ravenna sono
stati stabiliti percorsi di monitoraggio e verifica periodica delle rilevazioni
effettuate dall’Associazione.
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A seguito dell’interruzione del rapporto di lavoro con l’Associazione
di Giulio Di Ticco, avvenuta a fine marzo Sara Reali è stata nominata
la nuova coordinatrice provinciale della FIARC (l’Associazione di categoria degli agenti e rappresentanti di commercio) e dell’ANAMA
(l’Associazione degli Agenti e Mediatori d’affari).
Nella foto Sara Reali
Il mercato immobiliare che esternamente sembra semplice nella realtà spesso si riempie di
inconvenienti se non di vere e proprie insidie.
Acquistare o vendere un immobile o una attività
economica e/o commerciale comporta per sua
natura una situazione impegnativa e importante
nella quale è bene conoscere regole e mercato,
oltre che dedicarvi tempo e attenzione.
Anche per questo è utile rivolgersi ad una agenzia
immobiliare, rapportandosi con persone competenti e professionali, in regola con le normative e
al servizio vero del cliente, rispettando un codice
di etica professionale. Agenzie quindi che conoscano queste problematiche e che siano capaci
di affrontare e risolvere i problemi.
In un contesto di normative in continuo cambiamento far da sé spesso porta a trovarsi in difficoltà, di conseguenza, affidandosi ad Agenzie specializzate si ottiene consulenza in una prima fase
e successivamente una mediazione per ottenere
le migliori condizioni di mercato e massimizzare il
proprio investimento.
L’agente immobiliare per poter esercitare deve
essere iscritto presso la Camera di Commercio
di Ravenna dopo avere sostenuto l’esame obbligatorio per la professione.
Se non è iscritto non può essere mediatore, così
come non ha diritto a richiedere alcuna mediazione. Anche per questo il conferimento all’Agenzia
dell’incarico deve contenere i dati e gli estremi di
questa iscrizione.
Si invita a segnalare alle Autorità competenti,
come alle stesse Associazioni di Categoria,
eventuali persone che facciano intermediazione
abusivamente e senza averne titolo per farlo e
peraltro con tutti i rischi del caso anche per chi
vende.
Anche in momenti di difficoltà e dove in tanti
ricercano economie è utile rivolgersi a persone
competenti e abilitate, ad agenti immobiliari professionali che assicurino assistenza nel percorso
della vendita.
Alberto Gualdrini
Presidente ANAMA - Confesercenti
della Provincia di Ravenna
Nella foto Alberto Guardini
FIPAC in piazza per bonus e salute
Nella foto i pensionati della Fipac con il Direttore Nazionale Lino Busà, al centro, al mercato di
Ravenna per la settimana della salute. A sinistra la fisioterapista presente alla giornata, durante
la quale sono state raccolte centinaia di adesioni alla petizione della FIPAC.
Un bando per il
sostegno alle nuove
imprese 2015
Ravenna
A proposito di compravendite: perché
rivolgersi ad una Agenzia immobiliare
Nell’ambito delle iniziative promozionali volte
a favorire lo sviluppo del sistema economico
locale, la Camera di Commercio ha emesso un
bando per favorire la creazione ed il sostegno
alle nuove imprese.
Il Bando è rivolto alle:
1. PMI di tutti i settori economici, attive ed iscritte
al Registro Imprese della Camera di Commercio di Ravenna nel periodo fra l’01/01/2015
ed il 31/12/2015;
2. con sede e/o unità locale operativa, destinataria dell’investimento, nel territorio della
provincia di Ravenna.
I soggetti beneficiari sono altresì tenuti a rispettare le condizioni di seguito elencate a far data
dalla concessione del contributo ovvero dalla
data di pubblicazione della graduatoria delle
istanze ammesse.
Il contributo erogabile è pari al 50% dell’ammontare complessivo delle spese ammesse (al
netto di IVA e di altre imposte e tasse), sino ad
un massimo di € 5.000. Potranno comunque
beneficiare del contributo solo i progetti d’impresa il cui costo minimo (spese ammesse) sia
pari o superiore a € 5.000. Il contributo concesso non è cumulabile con altri contributi pubblici richiesti per le medesime tipologie di spesa.
Sono finanziabili (al netto di IVA e di altre imposte e tasse) diverse spese, sostenute nel
periodo dall 01/1/2015 alla data d’invio della
domanda riconducibili agli interventi previsti dal
bando realizzati nella sede/unità locale ubicata in provincia di Ravenna: consulenze, dagli
onorari all’acquisto dei beni strumentali, agli
impianti, all’hardware, etc.
Le domande di contributo andranno inviate fino
alle ore 12,00 del 15/01/2016 esclusivamente: da una casella di posta elettronica certificata (PEC) e firmate digitalmente dal legale
rappresentante dell’impresa a: promozione.
[email protected]
all’attenzione dell’Ufficio Nuove Imprese ed incentivi
indicando all’oggetto: “Domanda di contributo
Bando crea impresa 2015”.
Per consulenze e pratiche rivolgersi presso gli
uffici credito della Confesercenti.
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Nuova lettera aperta degli operatori: su
Viale delle Nazioni a Marina di Ravenna
continuano i mercatini, mentre gli operatori
continuano a essere relegati in Piazzale
Adriatico, sottraendo oltre 60 parcheggi
“Con la presente siamo ancora a manifestare
frustrazione e sconcerto di fronte al disinteresse dell’Amministrazione comunale di Ravenna
verso la nostra situazione: mentre i mercati della Pro Loco locale proseguono su viale
delle Nazioni, noi siamo senza risposte e ci è
stata negata la possibilità di terminare le ultime
giornate festive nella medesima collocazione:
l’Amministrazione persevera nel considerarci
imprenditori di serie B, se non peggio.
Invece siamo stati costretti a concludere questa
stagione all’interno di piazzale Adriatico, sottraendo oltre 60 posteggi per auto e una quindicina di posteggi per i motocicli in un momento
in cui la località comincia a necessitare, specie
nel fine settimana, di più parcheggi possibili.
Già al momento della ricollocazione, a settembre 2014, avevamo fatto notare come questo
trasferimento avrebbe causato notevoli disagi
alle attività che di questi stalli usufruiscono, ma
siamo rimasti, tanto per cambiare, inascoltati.
Benché l’ordinanza preveda di fatto la chiusu-
ra di metà del piazzale per ospitare i posteggi
ricavati per i nostri banchi, nessuno dall’Amministrazione è mai venuto a controllare e ci
siamo ritrovati in queste ultime settimane a
essere letteralmente circondati dalle auto. Abbiamo sempre cercato, pur nel malessere, di
non estendere il nostro disagio ai nostri colleghi
delle attività limitrofe e ai fruitori del parcheggio:
ci siamo anche disposti aggregati su un’unica
fila per non sottrarre inutilmente parcheggi, col
risultato di avere le auto a ridosso dei banchi,
con grave pregiudizio della sicurezza e della
circolazione dei pedoni. Sebbene ne avessimo
diritto, da noi non è mai partita una chiamata
per richiedere la rimozione delle auto.
Crediamo però di non meritare di subire una
situazione che non abbiamo contribuito a creare, nella più completa indifferenza dell’Amministrazione riguardo al nostro lavoro e alla nostra
situazione.
Il problema resta sul tappeto e richiede una risposta diversa.”
Al via sulla costa la campagna contro l’abusivismo commerciale in spiaggia. In ogni attività
un manifesto per invitare i clienti a non comprare dagli abusivi rischiando anche le multe.
In vigore il nuovo regolamento UE sull’etichettatura dei prodotti
alimentari: le novità sull’indicazione obbligatoria degli allergeni
Il 13 dicembre 2014 è entrato in vigore il Regolamento europeo n. 1169/2011 relativo alla fornitura di informazioni sugli alimenti ai consumatori:
questa normativa uniformerà l’etichettatura dei
prodotti agroalimentari in tutti i Paesi membri,
sostituendo le precedenti leggi comunitarie e
nazionali.
Il Regolamento incorpora gran parte della precedente legislazione nazionale, ma prevede alcune
importanti novità, estese per la prima volta anche alle somministrazioni alla collettività, come i
pubblici esercizi, le mense, i catering e la vendita
on line.
La principale novità è l’indicazione, obbligatoria
ed evidenziata rispetto agli altri ingredienti, degli allergeni contenuti
in un determinato alimento.
Per allergeni s’intendono quegli
alimenti che, pur presenti normalmente nelle diete di ciascuno
di noi, in taluni individui possono
sviluppare intolleranze o reazioni
allergiche; sebbene qualsiasi alimento possa in teoria sviluppare
intolleranze. Il Regolamento ne individua 14 principali, di cui vanno
considerati ovviamente, per ognuno, i relativi derivati: ci sono i cereali contenenti glutine, i molluschi,
i crostacei e il pesce, le uova e il
latte, le arachidi, la soia e la frutta
a guscio in generale, i lupini, i semi
di sesamo, il sedano e la senape,
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l’anidride solforosa e i solfiti.
L’obbligo di indicazione evidenziata vale sia per
gli alimenti preimballati, la cui etichetta deve
riportare questi costituenti in maniera evidente
(solitamente attraverso l’utilizzo del grassetto)
sia per gli alimenti venduti sfusi o preincartati
negli esercizi alimentari come gastronomie, rosticcerie, gelaterie, pasticcerie, forni e rivendite.
Per questi esercizi, nei quali si utilizza il cartello
unico degli ingredienti, è necessario indicare su
quest’ultimo, sempre in maniera evidenziata, gli
allergeni utilizzati.
Come già riportato anche i pubblici esercizi devono, per la prima volta, rendere disponibile questa
indicazione prima che il cliente consumi i prodotti, attraverso l’inserimento degli allergeni direttamente nel testo delle preparazioni dei menù,
oppure riportando in questi, o in specifici cartelli
da affiggere in maniera ben visibile, una dicitura
apposita che rimandi a un ricettario a parte, richiedibile dalla clientela al personale di servizio,
in cui siano riportati gli allergeni contenuti nei cibi
disponibili nel locale. Quest’ultima possibilità è
ovviamente preferibile qualora non s’intenda appesantire la carta del menu, o in quei casi dove il
menu cambi frequentemente.
Da dicembre 2016, inoltre, tutte le attività che
effettuano produzione per la vendita a terzi (business to business), dovranno
obbligatoriamente riportare anche
l’etichetta nutrizionale, fino ad ora
facoltativa. Questa disposizione,
in ogni caso, non si applicherà alle
attività che vendono direttamente
alla clientela, ma solo a quelle che
si configurano come fornitori di altre imprese le quali poi si occupano
di cedere al consumatore finale.
Per informazioni dettagliate e specifiche circa le nuove disposizioni
previste dal Regolamento, dopo
gli incontri svolti sulla materia si
invita comunque a contattare la
sede Confesercenti di riferimento, dove è disponibile anche un
vademecum completo utile per
l’applicazione della normativa.
Rete Imprese Italia:
“Bene i decreti, adesso le altre
priorità per le imprese”
Rete Imprese Italia valuta con favore la decisione di prevedere che sia la fattura elettronica
sia la trasmissione telematica dei corrispettivi,
resti nella libera scelta dell’imprenditore. Libera scelta a cui corrispondono dei vantaggi in
termini di riduzione di altri obblighi di comunicazione, nonché la perdita della valenza fiscale
dello scontrino o della ricevuta.
Tuttavia, la scelta di adottare la fattura elettronica nei rapporti tra imprese o, l’obbligo, per
quanto concerne le operazioni effettuate nei
confronti della pubblica amministrazione, riteniamo debba portare in tempi brevi al superamento dei metodi di riscossione dell’Iva quali lo
“split payment” e il “reverse charge”. Sistemi
che stanno danneggiando irrimediabilmente i
già deboli equilibri finanziari delle imprese.
È positivo, inoltre, che dal 2016, sia prevista la
messa a disposizione di sistemi di generazione
e trasmissione delle fatture elettroniche gratuiti. Riteniamo che anche la conservazione delle
fatture dovrebbe essere fornita gratuitamente
a tutti i contribuenti.
Purtroppo mancano all’appello misure tese a
ridurre una pressione fiscale troppo alta ed iniqua a favorire la capitalizzazione delle imprese e
segue da pagina 1
Orari di apertura dei negozi
in Parlamento nel 2013, grazie alla campagna
“Libera la domenica”.
I risultati di quella forte iniziativa sindacale, ad
oggi, sono estremamente deludenti: l’aula della
Camera dei Deputati, pressoché sorda, ha infatti
di recente approvato una proposta di legge sugli
esercizi commerciali, contraddittoria ed insufficiente.
La riforma, che ora passa all’esame del Senato,
riduce in modo del tutto inadeguato gli effetti
dannosi prodotti dal governo Monti, con il decreto SalvaItalia. In sostanza verrebbe introdotto un calendario di 12 festività in cui rispettare
l’obbligo di chiusura dei punti di vendita, con la
possibilità per gli imprenditori, previa comunicazione all’Amministrazione territoriale, di ridurre,
a scelta, le giornate di chiusura su base annuale,
fino ad un minimo di sei.
A dire poco sconfortante risulta essere la lettura
degli atti della I Commissione della Camera dei
Deputati, che si è occupata del provvedimento.
Sia l’analisi del quadro legislativo, volta a chiarire
se la competenza in materia debba essere attribuita alle Regioni (in quanto riguardante materia
delegata, quale è il commercio) oppure statale
(in quanto rilevante ai fini della concorrenza), sia
l’analisi rispetto alla corrispondenza con gli indirizzi comunitari sulla libertà d’iniziativa, appaiono
insufficienti se non pretestuose. In fondo, tutto
parrebbe essere piuttosto semplice. Se uno Sta-
a far si che l’obbligo di pagare le imposte sorga
solo in relazione a ricavi incassati.
Rete Imprese Italia auspica, pertanto, che il decreto, possa essere ancora migliorato nell’iter
parlamentare e che si proceda, in tempi strettissimi, all’approvazione dei decreti che danno
attuazione ai principi della legge delega che
stanno a cuore alle imprese. In particolare:
• l’avvio, concreto, di uno dei tanti fondi “taglia
tasse” istituiti e finalizzati a redistribuire tra le
imprese le maggiori entrate provenienti dalla
lotta all’evasione ovvero dalla riduzione della
spesa pubblica;
• l’istituzione dell’Imposta sul reddito delle imprese (IRI) per offrire concreti benefici fiscali
a chi lascia nella propria azienda gli utili;
• la tassazione del reddito delle imprese in contabilità semplificata secondo criteri di cassa;
• la definizione dei parametri che escludono
le piccole imprese ed i professionisti dalla
tassazione IRAP;
• la riforma del contenzioso tributario, la revisione delle sanzioni amministrative e penali-tributarie e la riforma della riscossione
coattiva.
to può imporre sei domeniche di chiusura, ne può
imporre, a discrezione, quante ne vuole.
Poiché è stato stabilito senza dubbi ed in modo
incontestabile, a livello del diritto comunitario,
che uno Stato può imporre giornate festive di
chiusura, non regge l’alibi a nessuno.
Almeno due sentenze, sono da anni a disposizione di chi volesse: 26 febbraio 1991 Merchandise (C - 332/89) e 2 giugno 1994 (Boemans
C - 401/92 e C - 402/92), laddove senza alcuna
possibilità di equivoco, viene sentenziato che il
divieto di apertura domenicale non contrasta
con il diritto di stabilimento e di libera prestazione dei servizi, nonché con il diritto comunitario
della concorrenza in quanto il divieto di lavoro
domenicale è inteso a perseguire l’obiettivo di
tutela sociale. Quindi è del tutto corretto e lecito
sostenere, così come più volte ha ribadito la Corte di Giustizia europea, la piena legittimità delle
discipline interne relative alla regolazione degli
orari commerciali.
Allora il parlamento Italiano si deve assumere
le responsabilità di modificare il provvedimento
IMBROGLIA ITALIA, motivato esclusivamente
dall’aver voluto favorire in modo spudorato, la
grande distribuzione.
Servendosi di una citazione tanto cara ai romani, quanto meno ai romanisti, per riportare
la chiesa al centro del villaggio, il Parlamento
italiano deve restituire alle centinaia di migliaia di
piccoli imprenditori ed ai milioni di lavoratori loro
dipendenti, la dignità ed il diritto ad un orario di
lavoro rispettoso della loro dimensione umana,
familiare e sociale.
segue da pagina 1
Pillole di ripresa
Anche l’andamento dell’occupazione a seguito
dei provvedimenti intrapresi in questi mesi segna un trend di assunzioni a tempo indeterminato di alcune centinaia di persone nelle aziende
del commercio e del turismo delle due province:
356 con la decontribuzione e 96 a tempo indeterminato (certo prevalentemente si tratta di
stabilizzazioni di rapporti precedenti comunque
precari e a termine, ma segno di interesse e di
attenzione ad un costo del lavoro più sopportabile dalle aziende). Alcune aziende che lavorano
nella compravendita di immobili e attività segnalano una ripresa di contatti e attenzione, anche
sull’apertura di esercizi. I prestiti del sistema
bancario (che rimangono comunque selettivi)
anche a seguito delle azioni della BCE e ai tassi
di interesse attuali evidenziano una leggera propensione di fiducia alimentando una domanda
di prestiti in particolare per finanziare gli acquisti
di beni durevoli come le auto, ad esempio, ma
anche sul residenziale. Resta forte il fronte delle
sofferenze. Sono gocce nella vasca, certo, ma
ci sono, cominciano ad esserci. Al tempo stesso
non bisogna dimenticare che il gap tra grande
distribuzione e le piccole e medie imprese del
commercio si allarga anche nel contesto della
fase che stiamo vivendo. Tra gli indicatori più
significativi dello stato di difficoltà del sistema
imprenditoriale c’è la lunghezza dell’arco di vita
delle imprese, che va sempre più accorciandosi
nel paese come in Romagna.
A fine dicembre 2014 la percentuale di imprese
del commercio che è cessata entro i primi 3 anni
di vita è stata tra il 45 ed il 50% mentre dieci anni
fa era del 25/27%.
Alcune misure adottate dal Governo vanno nella
direzione giusta (es. quelle sul lavoro) ma ne servono altre e strutturali, scongiurando in primis
nuovi aumenti dell’Iva, utilizzando meglio e appieno lo scenario e le circostanze economiche
internazionali più favorevoli: misure della Banca
Centrale Europea, cambio Euro/Dollaro, prezzo del petrolio, indici economici e di fiducia in
ripresa a partire dall’America, il nuovo piano di
sviluppo deciso dalla Comunità Europea. Ora ci
vogliono le misure strutturali e le riforme attese:
dalla riduzione del carico fiscale sulle imprese,
alle infrastrutture, alla burocrazia imperante da
ridurre, a misure urgenti per le piccole e medie
imprese e per rilanciare la domanda interna.
Se si vuole aiutare la crescita e rilanciare i
consumi interni, come recita il documento di
economia e finanza per il 2015, sono queste
le criticità da superare: su questo serve mettere la fiducia e soprattutto l’impegno coerente
del Governo: sono queste le aspettative delle
imprese che vogliono giocare il loro ruolo ma
che hanno bisogno di un ambiente favorevole
e socio per davvero in tutto e non solo riscuotitore. Con l’avvio importante dell’Expo come
dell’Anno Giubilare straordinario dichiarato dal
Papa (due eventi che rappresentano anche
una formidabile occasione di promozione per
il paese) occorre poi rafforzare al massimo la
potenzialità del turismo. Insomma ora serve un
Italicum per l’economia.
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segue dalla prima pagina
Tra perle e pol(l)i
le aziende, 2 milioni di visitatori previsti, ecc.
Un lavoro per il quale si dovrà spostare anche
una centrale elettrica, fare bretelle, ecc. Ferma la opposizione delle Associazioni locali,
ma intanto si va avanti con l’iter burocratico
e con il progetto. Non ci sarà di mezzo anche
lo zampino dell’IVA favorevole?
2.Il Resto del Carlino invece ha pubblicato un
servizio sullo stato del Centro Commerciale
“Le Perle” di Faenza, meglio chiamato Lifestyle Village, fermo nei lavori da anni con le
strutture principali realizzate e in disarmo. Il
centro era stato corteggiato e magnificato
anche come risposta occupazionale (ricordate i dipendenti Omsa) con 100 negozi, oltre
20.000 mq di superficie di vendita, ecc. Ora è
un cantiere abbandonato e in disarmo con padiglioni e Astronavi simbolo del centro in malora. Perfino il Comune che ne ha sostenuto
e difeso la realizzazione (anche in tribunale
contro le due Associazioni che avevano fatto
anche ricorso al Tar) ha chiesto di escutere
la fidejussione che assicurava il rispetto dei
patti economici.
3.Di recente Savignano, l’altro polo commerciale della Romagna, ha inaugurato il centro
commerciale esistente unificato perchè precedentemente costruito su più parti, mentre
a Ravenna si è autorizzato il raddoppio dell’IPERESP.
E il Governo Monti aveva dato il via alla liberalizzazione totale di aperture ed orari perché sarebbero
state foriere di consumi e lavoro.
I risultati si sono visti e si vedono e dovrebbero
servire da monito anche per chi continua a pensare che lo sviluppo di grandi superfici commerciali più o meno titolate sia la panacea di tutti i mali
e simbolo dello sviluppo urbano e dei consumi.
Niente di più falso. Non ce ne sarebbe bisogno
ma si invita ad andare a Faenza (l’ultima cattedrale nel deserto in ordine) per ricredersi anche
altrove, prima che sia troppo tardi e prima che la
qualità della vita dei territori riceva altri colpi. L’estero insegna. Cosa si aspetta a mettere mano
ad un nuovo modo di governare e normare le
politiche urbanistiche e commerciali?
Confesercenti: Venturi lascia l’incarico di Presidente, le sue
funzioni saranno svolte dal Vice Presidente Vicario Vivoli
Marco Venturi lascia l’incarico di Presidente Nazionale di Confesercenti. A dare l’annuncio è stato
lo stesso Venturi, nel corso della riunione di Presidenza Confesercenti che ha avuto luogo oggi a
Roma. La decisione di Venturi di fare un passo indietro arriva a metà del mandato di Presidente,
che sarebbe scaduto naturalmente tra due anni. D’ora in avanti, come previsto dallo statuto della
Confederazione, le funzioni di Presidente saranno svolte dal Vice Presidente Vicario Massimo Vivoli, al quale, da questo momento, spetta la legale rappresentanza della Confesercenti Nazionale.
“Ho ritenuto che fosse giunto il momento di favorire il ricambio e la crescita della Confederazione
- ha spiegato Venturi - In questi anni abbiamo fatto importanti passi avanti, consolidando e rilanciando Confesercenti nonostante la grave crisi sociale e politica che ha colpito il nostro Paese e
le nostre imprese. Una lunga crisi che ha rafforzato la nostra volontà di affermare la nostra forza
e la nostra autonomia. Non dobbiamo avere timori per il futuro, la saggezza e l’entusiasmo dei
nostri dirigenti e dei nostri imprenditori, l’impegno dei nostri dipendenti e dei nostri collaboratori,
rappresentano la migliore garanzia per la nostra Confederazione. L’unità, la condivisione e la determinazione di tutti noi - ha sottolineato Venturi - si tradurranno sicuramente in ulteriori successi”.
“Per me è un grande onore succedere a Venturi in questo incarico - ha commentato Vivoli - Sarà
mio particolare impegno raccoglierne il testimone e promuovere all’interno della confederazione,
a tutti i livelli, il ricambio da lui auspicato. Allo stesso tempo, lavorerò affinché Confesercenti continui a rafforzare il proprio ruolo di rappresentanza delle micro, piccole e medie imprese italiane nei
confronti di istituzioni e politica, affrontando con grande forza i temi del fisco, del credito e della
legalità. Allo stesso tempo, proseguirà con la stessa convinzione di sempre il nostro impegno
in Rete Imprese Italia. Una realtà importante, fortemente voluta dal Presidente Venturi, che dal
2006 rappresenta oltre 2,5 milioni di imprese e che ha portato ad una vera rivoluzione della rappresentanza, anche negli incontri ufficiali con il Governo, permettendoci di dare maggior forza al
mondo delle piccole e medie imprese e dell’impresa diffusa. Lavoreremo affinché Rete Imprese
Italia possa essere un interlocutore sempre più forte del Governo e del Parlamento, qualificando
ulteriormente la nostra capacità di interagire con le commissioni parlamentari. Sono molte le sfide
future che attendono Confesercenti e le imprese che rappresentiamo: ci lasciamo alle spalle un
2014 ancora segnato dal perdurare della crisi, e le PMI italiane non hanno ancora intercettato
una ripresa che è molto attesa, ma che ancora non si è concretizzata. Ci aspetta dunque un
lavoro di particolare importanza per il nostro Paese e per le imprese del nostro mondo. Dobbiamo
arrivarci con un’organizzazione più che mai viva e vitale, al centro come in periferia, capace di
raccogliere le sfide aperte ma anche di fare comunità. Un obiettivo che, con la collaborazione di
tutti, potremo sicuramente raggiungere”.
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segue dalla prima pagina
E45-E55 in buca
Per la Confesercenti “l’E55 è un’opera strategica, di cui si parla ormai da decenni. Non farla
significa continuare a penalizzare fortemente
soprattutto dal punto di vista turistico la costa
dell’Emilia Romagna e in particolare l’area ferrarese e ravennate così come a limitare i collegamenti con romagna e porto. Pensare che
l’unica arteria che collega queste località con
Venezia possa essere la Romea, come se le
esigenze di mobilità di oggi fossero le stesse di
duemila anni fa, è assolutamente inadeguato.
La Confesercenti chiede al Governo e al Ministro Delrio di ritornare sui loro passi e di inserire
la E55 nel piano delle infrastrutture strategiche;
rivolgiamo anche un appello alla Regione e al
presidente Bonaccini affinché sostenga con
forza tale necessità: questi territori, infatti, non
possono nemmeno contare su collegamenti e
adeguate infrastrutture ferroviarie. A giudizio
del presidente regionale della Confesercenti Roberto Manzoni: “con la costruzione della
E55, la Romea potrebbe diventare la strada turistica del Parco del Delta e del territorio della
costa emiliano romagnola, per dirottare invece
nella nuova autostrada il traffico pesante legato
alle merci e alle lunghe percorrenze. Questo
contribuirebbe anche ad alleggerire il nodo di
Bologna.”
Al tempo stesso il tracciato esistente dell’E45
in particolare nel tratto romagnolo, costantemente sconnesso e in certi tratti anche pericoloso oltre che fonte di traffico rallentato, va
sistemato e manutentato con regolarità. Cosa
questa che non avviene con costanza. Dopo
l’appello della Confesercenti anche altre istituzioni e associazioni sono intervenute e hanno
condiviso queste due esigenze: rientrare nelle
grandi opere e manutenzione costante.
Cesena Forlì Ravenna
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n.
Proprietario: Confesercenti provinciale forlivese
Autorizzazione tribunale di Forlì n. 6/2004
Autorizzazione del tribunale
di Ravenna n. 1226/2004­­­­­
Redazione: Via Grado n. 2 Forlì tel. 0543 375701
Direttore Responsabile Giancarlo Corzani
Recapito Confesercenti Ravenna
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Stampa Full Print Ravenna
Hanno collaborato a questo numero:
da Ravenna Roberto Lucchi, Barbara Montanari,
Riccardo Ricci Petitoni, Franca Piombini,
Riccardo Santoni, Chiara Venturi
e Andrea Casadei Dalla Chiesa;
da Cesena Gianpiero Giordani, Graziano Gozi;
da Forlì Giancarlo Corzani,
Lores Frignani, Stefania Bartoletti.
Chiuso in tipografia giovedì 28 maggio 2015