18 Dieci omicidi per l`ispettore Callaghan

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18 Dieci omicidi per l`ispettore Callaghan
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Dieci omicidi per l’ispettore Callaghan
di Giorgio Molinari
“E’ il nono Callaghan!” il tenente Dagarty guardò i freddi e neri occhi del suo miglior ispettore
di tutto il dipartimento di polizia di San Francisco. La nebbia avvolgeva il Golden Gate. I
tralicci rossi svettavano sopra le nuvole basse e gonfie. La spiaggia era deserta e la sabbia
era appiattita da un vento teso e freddo.
“Lo so Dagy. Non c’è bisogno che me lo ricordi. Lo so.” Rispose Callaghan guardandosi la
punta dei suoi stivali da cowboy che strusciava disegni astratti sulla sabbia.
“E’ tutto quello che sai dire?” Poi lo scimmiottò imitandone il tono freddo: “Lo so Dagy, lo so.”
Riprese il tono normale “Cristo Herry! Tutti poliziotti, ti rendi conto? Ma che razza di figura ci
facciamo? Non riusciamo a trovare nemmeno chi ammazza i nostri, come può la popolazione
avere fiducia in noi?”
“Già. Me lo chiedo anche io, Dagy. Come fa ad avere fiducia in noi?”
“Si dice che erano corrotti, ma non ci credo. Dacci dentro Herry, portami risultati.”
“Non è facile come credi, Dagy.”
“Non è mai stato facile. Non c’è niente di facile in questo nostro lavoro del cazzo. Possibile
che non hai una pista, una traccia? Cazzo ne ha fatti fuori nove mica uno Avrà pure lasciato
uno straccio di indizio.”
“Niente Dagy. A parte il fatto che sono tutti poliziotti e tutti del nostro dipartimento, le modalità
sono diverse: tutte e nove le volte. Nove tipi diversi di arma: una calibro 9, un coltello,
un’ascia, una corda, uno è volato dal quindicesimo piano. Poi con un fucile a pompa ha ridotto
in briciole il povero Joe. Te lo ricordi Joe? Gesù! magro come un grissino, tutto nervi; poi ha
tagliato i freni dell’auto a Mikey. Un vero peccato una Mustang Mark IV del ’79. Va a
schiantarsi giù dalla Lombard Street. L’ottavo l’ha fatto secco con una mazza da base-ball; e
l’ultimo – Gesù santo – ha usato una mitraglietta UZI…Sonny era diventato padre da pochi
mesi.” Scosse la testa e continuò: “Cazzo, Dagy. Sonny era…era…”
Il tenente Dagarty sospirò e si grattò il naso: “Harry forse ti ho strippato troppo. Perché non ti
prendi un paio di giorni…”
Con un gesto della mano Callaghan lo interruppe: “Non se ne parla capo.” Lo fissò e Dagarty
si sentì trafiggere da quello sguardo algido come un iceberg.
“Tu” Dagarty gli puntò l’indice contro facendolo ondeggiare “tu hai qualche traccia e non me lo
vuoi dire. Vero Harry?”
Gli occhi freddi e glaciali puntati sul suo capo come buchi di un canne mozze.
“Sì. Dagy. So che colpirà ancora un’ultima volta.”
“Dove? Quando? Come? E…come fai a sapere che sarà l’ultima Harry?”
“Ora. Qui. E con la sua arma preferita.”
Callaghan sfoderò la sua Smith & Wesson 44 Magnum e sparò.
Il corpo di Dagarty volò indietro atterrando sulla sabbia.
Callaghan guardò ancora una volta il viso del suo capo che fissava il cielo. Respirava ancora.
Ma per poco, lo sapeva Callaghan. Una 44 non ti lascia molto tempo ovunque ti colpisca.
“Tu eri l’ultimo, Dagy. Il Club dei dieci. E’ così che vi chiamavate vero? Mazzette in cambio di
sconti di pena.”
Il sole stava tingendo il cielo di un rosso cremisi e si faceva largo tra le nuvole.
Callaghan si allontanò sulla spiaggia; la 44 dondolava nella mano lungo il fianco.
“Hai ragione Dagy, è proprio un lavoro del cazzo il nostro.”