allevamento con metodo biologico quale possibilità di

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allevamento con metodo biologico quale possibilità di
dr. Maurizio Arduin (zoonomo – pubblicista)
.
“Tecniche di Agricoltura biologica: produzioni animali”
ALLEVAMENTO CON METODO BIOLOGICO QUALE
POSSIBILITÀ DI DIVERSIFICAZIONE DELLE PRODUZIONI
ZOOTECNICHE: DISPONIBILITÀ DI SOGGETTI.
RIASSUNTO
Sono state prese in esame le specie, con le relative razze o varietà, che compongono l’articolato
panorama dalla biodiversità zootecnica oggi disponibile in Italia. La conoscenza delle caratteristiche
morfologiche, produttive e la capacità all’adattamento a svariati ecotipi ambientali consente di
diversificare e qualificare le produzioni zootecniche condotte con metodo biologico. La particolare
tecnica d’allevamento del metodo biologico (allevamento estensivo e libero) permette poi anche di
qualificare produzioni tipiche e stabilire un legame indissolubile tra queste e l’ambiente naturale
dove vengono realizzate.
PAROLE CHIAVE: diversificazione, zootecnia biologica, razze, varietà
Le razze rustiche e locali sono idonee
per l’allevamento con metodo biologico e
consentono di valorizzare le produzioni
legandole alla tipicità delle aree protette
e alle tradizioni locali.
PREMESSA
Il regolamento comunitario 1804/99 individua nelle produzioni animali un’attività che deve
contribuire all’equilibrio dei sistemi di produzione agricola concorrendo a mantenere i rapporti di
complementarità tra terra, vegetale, animale e impresa agricola.
Il terzo capitolo delle norme dettate dalla comunità porta il titolo di “Origine degli animali” ,
individuando in questo argomento una base fondamentale per lo sviluppo del settore, precisando
inoltre che dovrà essere verificata la disponibilità di animali da destinare alle produzioni biologiche.
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Maurizio Arduin
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“Tecniche di Agricoltura biologica: produzioni animali”
Al fine di facilitare gli operatori del settore nella scelta e nell’acquisto degli animali da destinare a
produzioni zootecniche con metodo biologico e per favorire la verifica della disponibilità di detti
animali, prevista per il 31 dicembre 2003, l’Associazione Italiana
di Zootecnia Biologica e
Biodinamica ha realizzato, e mantiene aggiornato, un monitoraggio sugli animali disponibili da
destinare ad allevamento con metodo biologico.
MATERIALI E METODI
Avvalendosi dell’esperienza personale degli aderenti all’Associazione Italiana Zootecnia Biologica
e Biodinamica è stato elaborato un elenco, diviso per specie, delle razze o varietà il cui impiego si
consiglia nell’allevamento con metodo biologico. Nella scelta delle razze o delle varietà sono state
prese in considerazione le caratteristiche degli animali e delle aziende produttrici. Per le razze o
varietà vengono preferite quelle rustiche idonee a sopportare l’allevamento estensivo (che
dimostrano una superiore resistenza alle malattie e una vitalità maggiore) e le norme indicate per il
metodo di produzione biologico, mentre sono state trascurate razze e ceppi usualmente utilizzati per
la zootecnia intensiva. L’elenco suddivide le razze e le varietà di ogni specie in due gruppi: razze
rustiche e razze locali, dove vengono elencate le razze particolarmente adattatesi ad aree
geografiche definite.
L’elenco attualmente proposto non ha certo l’ambizione di essere esaustivo o completo e a tale
scopo l’Associazione Italiana Zootecnia Biologica e Biodinamica è a disposizione per integrazioni
e/o correzioni che possono essere inviate al sito www.zoobiodi.it .
RISULTATI E DISCUSSIONE
Sono oltre 200 le razze e le varietà attualmente disponibili per l’allevamento biologico. Tra le
quattordici specie considerate (attualmente non sono state ancora considerati cavalli, lumache, api e
struzzi) le più rappresentate sono gli ovicaprini che rappresentano circa il 50% della biodiversità
attualmente disponibile. Se si prende poi in considerazione la possibilità di realizzare incroci di
prima generazione tra le razze individuate la diversificazione produttiva possibile risulta veramente
molto ampia.
Razza
Burlina
Razza
Bruna
Per la specie bovina sono attualmente state individuate 36 razze, di cui 7 sono da considerarsi
rustiche (Bruna Alpina, Charolaise, Jersey, Limousine, Pezzata Rossa Italiana, Reggiana e
Simmental Pezzata Rossa) mentre le restanti 29 sono tipicamente locali: Valdostana, Piemontese,
Agerolese, Cinisara ecc. Sia per le razze rustiche, che per le razze locali, sono presenti associazioni
produttori e libri genealogici. È quasi del tutto assente la disponibilità di vitelli meticci (incroci di
prima generazione) sia da destinare alla produzione di carne che per la produzione di latte. Nella
maggior parte dei casi le razze locali sono coinvolte in produzioni di qualità e marchi vari che
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spesso non giustificano il passaggio a produzioni con metodo biologico. La disponibilità di animali
allevati con metodo biologico è comunque limitata dato che nella maggior parte dei casi
l’allevamento viene condotto con metodo convenzionale. Per le produzioni condotte con metodo
biologico è comunque possibile recuperare, e acquistare prima del 6° mese di età, soggetti allevati
con metodo tradizionale idonei per l’allevamento estensivo.
La specie caprina è rappresentata, nel nostro paese, con ben 45 razze di cui 5 sono da considerarsi
rustiche: Camosciata delle Alpi, Girgentana, Orobica, Saanen e Sarda. Le razze locali sono invece
40, abbastanza ben distribuite sul territorio nazionale. Dato il tipo d’allevamento estensivo per tutte
le razze si può parlare di un’attività di selezione mirata anche alla resistenza alle malattie e alla
capacità di pascolamento. Diversi sono gli esempi di razze coinvolte in produzioni tipiche e locali a
volte protette anche da marchio. Per alcune razze sono presenti anche finanziamenti pubblici e
programmi di recupero. Per quasi tutte le razze sono presenti standard di razze nonché libri
genealogici e registri anagrafici per le popolazioni locali.
Razza Alpagota
La specie ovina è la più rappresentata con 60 ecotipi. La maggior parte (49 ecotipi censiti) è
comunque costituita da razze locali mentre quelle rustiche sono 11. Dato il tipo di allevamento, in
genere legato al pascolo, si tratta comunque di razze rustiche che bene si prestano al metodo
biologico. Numerose sono poi le produzioni tipiche alle quali quasi tutte le razze sono interessate.
Diffusi sono anche i finanziamenti pubblici sia relativi ai Piani di Sviluppo Rurale che a progetti
singoli di recupero e salvaguardia. Quasi tutte le razze sono identificabili con uno standard e sono
presenti libri genealogici o registri anagrafici.
Per la specie suina è possibile recuperare una razza rustica e sette razze locali. Gli animali che si
adattano meglio alla vita all’aperto sono di mantello scuro o colorato, per resistere meglio ai raggi
del sole. E’ considerato preferibile utilizzare suini con orecchie in avanti sul grugno, per difendere
meglio gli occhi dal sole e dai rovi. Una razza rustica molto diffusa è il Duroc di mantello brunorossiccio, molto rustica, capace di rapidi accrescimenti e abbastanza prolifica. Non sempre docile
può essere usata sia in purezza che per meticciamento. Esiste una Associazione produttori, standard
di razza e ampia disponibilità, anche come seme per fecondazione artificiale. Per quanto riguarda le
razze locali si ricorda la Cinta Senese sicuramente la più diffusa e la Mora Romagnola per la quale
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esiste un presidio Slow Food. Altre razze di cui c’è una discreta disponibilità è il Nero dei Nebrodi
e il Nero delle Madonne. Consistenza limitata invece per la Casertana, la Napoletana e il Nero di
Parma.
Suino Nero
di Parma
Suino di razza Mora Romagnola
Per la specie asinina sono sei le razze disponibili nel mercato italiano e per ognuna di queste è
presente lo standard di razze e il libro genealogico o il registro anagrafico. La produzione è
sufficiente a soddisfare le limitate richieste.
Asino Sardo
Asino
dell’Amiata con
l’inconfondibile
zebratura
agli arti
La specie coniglio ha delle notevoli opportunità nell’allevamento con metodo biologico ma
attualmente le produzioni stentano a partire. È stato comunque possibile censire 7 razze di cui 5
rustiche (Argentata di Champagne, Bianca di Vienna, blu di Vienna, Fulvo di Borgogna e Rossa di
Nuova Zelanda) e due locali (Grigio di Carmagnola e Leprino d Viterbo) che bene si adattano
all’allevamento con metodo biologico. Non sono attualmente presenti produzioni tipiche ne
programmi di valorizzazione. Gli allevatori sono uniti in associazioni ed è presente lo standard di
razza. L’attività di selezione operata sulle razze individuate, anche se attuata da aziende a
conduzione convenzionale, è conforme alle indicazioni dettate dal regolamento comunitario
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rendendo facile il reperimento di animali per le aziende interessate ad iniziare attività con metodo
biologico.
Coniglio “Nostrano Veneto”
particolarmente diffuso nell’area
sud occidentale del veneto e
idoneo per l’allevamento in garenna
La specie pollo è presente con 21 ecotipi: 14 razze e varietà rustiche e 7 razze locali. La
disponibilità maggiore è rappresentata dalle razze e dalle varietà rustiche che sono presenti anche in
quantitativi maggiori in grado di soddisfare le esigenze anche degli allevatori più intraprendenti. Si
tratta di varietà da carne, uova o a duplice attitudine con buona capacità di pascolo e idonee
all’allevamento biologico. Nelle produzioni di nicchia e nei progetti di valorizzazione sono
coinvolte specialmente le razze locali anche se qualche esempio coinvolge anche qualche razza
rustica come l’Ermellinata, la Maculata e la Limonata.
Galline di
razza
Ermellinata
di Rovigo …
….. e galli
Le varietà sono prodotte da incubatoi italiani e francesi. Le imprese realizzano comunque
programmi di selezione mirati ad evitare malattie specifiche connesse con le varietà selezionate
invece per produzioni intensive.
Per le razze, sia rustiche che locali, sono presenti gli standard e anche qualche esempio di
associazione allevatori. La disponibilità di animali, provenienti quasi esclusivamente da
allevamento convenzionali, è comunque sufficiente a soddisfare le esigenze produttive nazionali.
Per quanto riguarda la categoria delle anatre, oltre all’anatra Pechino, all’anatra Muta e all’ibrido
Mulard sono disponibili anche anatre Caki, Germani reali e anatre Germanate. La loro disponibilità
è tale da soddisfare appieno le eventuali richieste delle produzioni con metodo biologico. La
produzione, costituita da varietà e non da vere e proprie razze, viene offerta da incubatoi italiani,
ungheresi e francesi.
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Germinata
Veneta
KaKi
Campbell
Per la specie faraona siamo in presenza di una varietà (faraona comune) largamente diffusa e di
una razza locale, la faraona Camosciata, limitatamente diffusa ma oggetto di un programma di
recupero e coinvolta in produzioni tipiche. La faraona comune, prodotta da incubatoi italiani e
francesi, è comunque oggetto di un’attività di selezione che le consente di adeguarsi all’allevamento
estensivo e biologico.
Faraona
Panata
Faraona
Camosciata
La specie oca è rappresentata da quattro ecotipi: cignoide, media, pesante e di Tolosa. Non si tratta
di razze ma di varietà che comunque dimostrano una buona resistenza alle malattie e una rusticità
tale da essere allevate con metodo estensivo e biologico. Sono presenti in alcune zone produzioni
tipiche ma mancano gli standard e le associazioni produttori. La produzione viene fornita da
incubatoi italiani, ungheresi e francesi.
La specie tacchino è presente nel mercato con una varietà rustica, il tacchino comune, e due razze
rustiche: il tacchino comune bronzato e il tacchino ermellinato. Si tratta di animali con un’ottima
vitalità e idonei per l’allevamento estensivo e biologico. Specialmente le due razze sono coinvolte
in produzioni tipiche e sono presenti gli standard di razza. La disponibilità della varietà rustica è
ampia e viene soddisfatta sia da incubatoi italiani che francesi.
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Oca di
Tolosa
Tacchino di
Bourbon
CONCLUSIONI
Dall’indagine risulta che la disponibilità di razze e varietà rustiche idonee per l’allevamento
condotto con metodo biologico è ampiamente diffusa. La maggior parte delle produzioni viene però
realizzata da aziende condotte con metodo convenzionale e appare difficile che entro il prossimo 31
dicembre del 2003 si possa disporre di sufficienti disponibilità di riproduttori allevati con metodo
biologico. Le aziende convenzionali impegnate nella selezione di razze e varietà rustiche attuano
comunque programmi di selezione idonei per le produzioni biologiche. Pertanto se non sembra
prevedere la sospensione della revoca per quanto riguarda l’origine biologica degli animali, sembra
invece fattibile l’individuazione di razze e varietà se pur prodotte con metodo convenzionale ma
idonee per l’allevamento con metodo biologico. Per un vero e ragionato sviluppo della zootecnia
biologica si auspica pertanto la realizzazione, da parte delle istituzioni, di un elenco delle
disponibilità, escludendo le varietà e le razze selezionate per le produzioni intensive, e che la
totalità delle informazioni sia libera e a disposizione di tutti attraverso un Ente o un’Associazione
come per esempio avviene nel settore delle sementi biologiche con il servizio al quale è stato
delegato l’Ente Nazionale Sementi Elette.
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BIBLIOGRAFIA
Bonadonna T. (1976). Etnologia Zootecnica, UTET (Torino)
Curto G.M. (1980). Allevamento del suino, Edagricole (Bologna)
Ghigi A. (1968). Trattato di avicoltura, UTET (Torino)
Lucifero M. (1981). Allevamento della capra, Edagricole (Bologna)
Tortorelli N. (1980). Allevamento della pecore. Edagricole (Bologna)
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Lavoro presentato al Congresso di Cuneo, "Parliamo di ... globalizzazione e diversificazione in zootecnica" - 26 e 27
settembre 2002 –
in collaborazione con Valentina Ferrante (Università di Milano) e Giovanni Matteotti (libero professionista)
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