La storia - Comune di Faggeto Lario
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La storia - Comune di Faggeto Lario
Il ritrovamento di alcuni massi avelli a Palanzo e a Lemna testimonia una presenza abitativa già dal tardo impero romano. Con la diffusione del cristianesimo i tre abitati dipesero dalla pieve di Nesso dalla quale si resero indipendenti nel XVII secolo. Dalla Bolla di Alessandro III del 14 Aprile 1162 risulta che Palanzo era possesso dell'Arcivescovo di Milano a testimonianza della posizione strategica come via di collegamento tra il ramo di Como e la Vallassina. Nei secoli XVII e XVIII su tutto il territorio fu rilevante il fenomeno dell’emigrazione, dovuto a cause economiche e fiscali; tra i documenti più antichi e autorevoli che descrivono questo fenomeno vi è una umanista lettera del grande comasco Paolo Giovio (31 gennaio 1544), che sottolinea tra le cause principali «le inaudite acerbità di essazioni» che spinsero numerosi abitanti di Palanzo ad emigrare nel territorio veneziano, oltre l’Adda. Con il XVIII secolo molti cercarono fortuna all'estero. I Galli ed i Silo di Lemna si distinsero nella fabbricazione di barometri e cannocchiali in Inghilterra, e nell’industria serica a Lione. I Pizzala di Molina furono famosi nell'arte orafa: Carlo Pizzala fu orefice a Madrid e lavorò per la Regina di Spagna. I Franchi e i Braga di Palanzo fecero fortuna in Germania, come mercanti di tessuti. Gli emigranti delle tre frazioni dimostrarono sempre un forte attaccamento alla propria terra, sostenendo e arricchendo notevolmente la vita religiosa e sociale delle comunità (ad esempio con il rifacimento delle chiese parrocchiali e l’acquisizione di splendide suppellettili sacre). Dai testi antichi Sul territorio, già a partire dal secolo XIII si erano costituiti tre comuni con un'amministrazione autonoma. Ne esiste la conferma storica negli Statuti di Corno del 1281, del 1296 durante il periodo comunale e poi nel 1335 durante il periodo visconteo. In questi documenti, in modo esplicito, si fa riferimento ai « Comunia de Careno, de Quarzano, de Palanzo, de Rippalempna, (Rippa Lempia), de Molina ». La citazione riguarda l'impegno della consegna di 40 libbre di pesce sul mercato di Como durante il mercoledì e il sabato di quaresima. Nel 1809-1810 si ha una ristrutturazione amministrativa territoriale che avrebbe portato al sorgere di un'aggregazione di comuni sotto la denomi- nazione: Municipalità del Comune di Pognana ed Unite. È quanto si può dedurre dalla copia di un duplice esposto di reclamo presentato il 16 febbraio 1810 dal comune di Palanzo e da quello di Lemna al « Signor Consigliere di Stato Direttore Generale dell'Amministrazione dei Comuni ». Nella lettera si afferma che aver assegnato la denominazione municipale a Pognana - quindi anche gli uffici amministrativi - nel Cantone II di Bellagio, Distretto 111, Dipartimento del Lario, nasce o da un equivoco, per cui si ritiene che Pognana sia al centro del territorio oppure da « un errore di scritturazione ». I responsabili amministrativi dei due comuni aggregati affermano che Palanzo è situata in posizione centrale con una strada più comoda ed accessibile. Pertanto spetta a questo comune il grado denominativo di Municipalità, non a Pognana che ha strade « angustie ». « Inoltre la Comune di Palanzo è più cospicua di molto delle altre due di Pognana e di Lemna in popolazione, in estimo, in commercio », come può essere documentato dalle imposte dirette e indirette. Palanzo « ha una larga spiaggia per lo sbarco... il prestino del pane bianco e venale alla Riva del lago, che somministra anche alle comuni di Lemna, e di Pognana, ed alle piccole terre aggregate, alle quali per la tenue popola- zione non avvi nemmeno alcun prestinaio... ». Palanzo « tiene due osterie, nelle quali si può avere alloggio in tempo di notte: una terza osteria con prestino ». Oltre all'esposto citato, esiste una lettera del comune di Palanzo che, nel marzo 1820, domanda la revoca del provvedimento al « Direttore Genera- le dei Comuni ». È firmata dal Sindaco « scaduto », che si chiamava Francesco Cossa e da due consiglieri. Da quest'ultima lettera si può dedurre che il Consiglio Amministrativo della Municipalità di Pognana ed Unite era costituito da 15 consiglieri, 5 per ogni Comune, con a capo un sindaco, il cui voto valeva il doppio degli altri. A riguardo di questa ristrutturazione amministrativa si hanno dei precisi documenti. Nell'archivio parrocchiale c'è un avviso in cui si notifica: « L' Amministrazione municipale del comune di Pognana vuole affittare per un decennio la casa con l'edificio ad uso di Torchio d'olio e di vino di ragione della frazione di Palanzo. Il Sindaco Paolo Maggio Dall'Ufficio Municipale del Comune di Pognana Cantone II, Distretto 111, Dipartimento del Lario, Li 14 gennaio 1813 ». Inoltre anche alcuni avvisi e circolari di carattere governativo sono trasmessi al parroco di Palanzo dal Sindaco di Pognana con l'intestazione: « Municipalità di Pognana e Comuni aggregati ». Non si conosce la data precisa di questa ristrutturazione territoriale, che ben presto scomparve per dare luogo all'amministrazione autonoma di ogni comune. Nel 1816, infatti, si parla di « Nuova Comune di Palanzo ». Non si hanno notizie circa l'eventuale aggregazione del comune di Molina forse a quello di Torno. È certo che all'interno delle singole parrocchie ogni comune del territorio ha avuto una sua storia, che merita di essere ricostruita, pur nell'esiguità dei documenti a disposizione.