LINEE GUIDA ATTIVITÁ AGONISTICA

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LINEE GUIDA ATTIVITÁ AGONISTICA
LINEE GUIDA
ATTIVITÁ AGONISTICA
PRINCIPI GIOVANISSIMI ALLIEVI
Per le categorie giovanissimi e allievi, sono validi gli stessi principi metodologici e
specifici, relativi al calcio, esposti nel cappello introduttivo del manuale. E’ necessario
tuttavia integrarlo con alcuni aspetti peculiari in riferimento all’età evolutiva in questione
(12 -16 anni).
Man mano che il giovane giocatore cresce, il calcio assume le caratteristiche dello
sport degli adulti. Il processo, benché naturale, deve rispettare delle tappe e un’ordinata
progressione.
Ci troviamo in un periodo particolare dell’età evolutiva che, benché sia cospicua
di particolari criticità, è anche un momento di fondamentale importanza per la crescita
e ricca di grandi opportunità di sviluppo: “L’adolescenza è quella fase della vita umana
normalmente compresa fra gli 11 e i 18 anni, nel corso della quale l’individuo acquisisce le
competenze e i requisiti necessari per assumere le responsabilità di adulto. Nel processo
di transizione verso lo stato adulto entrano in gioco
Area Tecnica - Attività agonistica
IL CALCIO:
DAL GIOCO AL GIOCATORE
(passione, teoria, pratica)
ed interagiscono fra loro fattori di natura biologica,
psicologica e sociale” (Palmonari, 1997).
E’ pertanto il bravo istruttore che dovrà,
attraverso una conoscenza attenta dei propri ragazzi,
una comunicazione adeguata, una metodologia
efficace, una leadership funzionale, saper formare il calciatore adolescente.
Le attività proposte cambiano rispetto alle categorie precedenti, assumendo
progressivamente, qualità e quantità simili ai mezzi d’allenamento classici del gioco del
calcio.
DAL GESTO … ALL’AZIONE
Lo sviluppo del pensiero tattico, che rappresenta l’obiettivo generale primario del
manuale, si realizza nel progressivo passaggio dal gesto tecnico (sensibilità cinestesica),
all’azione motoria finalizzata e idonea, in riferimento alla soluzione della situazione di
gioco (comportamento tattico).
Quindi la programmazione tecnica nelle due fasce d’età, si differenzia in particolare
sull’attenzione posta ad alcuni obiettivi generali e sulla diversificazione dei contenitori
delle attività :
Giovanissimi (noi, la palla, gli avversari):
• Miglioramento della tecnica calcistica con incremento del lavoro tecnico analitico
• Miglioramento della tattica individuale con intervento mirato su marcamento e
smarcamento.
Allievi (il gioco del calcio):
• Miglioramento della tattica collettiva in fase offensiva e difensiva.
• Utilizzo di sistemi di gioco con modulo a zona con 4 difensori.
Si ritiene utile e necessario, come introduzione, definire i focus segnalati in rosso,
in maniera molto semplice, prima di approfondire gli obiettivi e le attività delle due
categorie.
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2 Principi di tattica individuale: marcamento e smarcamento
Per saper marcare, in fase di non possesso, s’intende:
Marcare in anticipo: il marcatore deve impedire di ricevere la palla all’avversario,
ponendosi nella posizione ideale per intercettare un eventuale passaggio.
Marcare all’interno: il marcatore si deve porre, rispetto all’antagonista da marcare,
verso l’interno del campo e mai verso l’esterno. Questo per impedire che l’avversario
possa ricevere la palla e puntare centralmente verso la porta.
Marcare in ostacolo: l’avversario diretto è in possesso palla con le spalle girate
alla porta da difendere. Il marcatore deve riuscire a non farlo girare, portarlo verso zone
non pericolose per il tiro a rete.
Marcare la palla: il marcatore deve mantenere l’attenzione visiva sulla palla, senza
farsi ingannare dalle finte dell’avversario.
La capacità di smarcamento, in fase di possesso, per attaccare uno spazio vuoto,
per creare spazio, per porsi in appoggio o a sostegno, ad un compagno con la palla,
eludendo la marcatura dell’avversario, è di notevole importanza nella formazione
individuale del giocatore. E’ importante il dove, come e quando ci si deve smarcare:
quando ci si smarca si deve sempre valutare se la palla è coperta o scoperta, cioè se il
compagno in possesso palla è pressato oppure no.
E’ implicito che lo smarcamento deve essere effettuato in zona luce ma soprattutto
dove uno spazio sia raggiungibile dal passaggio del possessore (in pratica chi si smarca
deve ‘vedere la palla’); come ci si smarca? Con corse diagonali - verticali – orizzontali,
utilizzando movimenti d’inganno o cosiddetti “contromovimenti”, con i quale il giocatore
si muove nella direzione opposta a quella dove intende andare (movimenti corto – lungo
o lungo – corto) e successivamente con un veloce cambio di direzione e velocità si
attacca lo spazio dove ricevere; il compagno si deve smarcare quando il portatore palla
è nelle condizioni di vederlo e di passargli la stessa. Quindi d’importanza fondamentale
sono i tempi di smarcamento e la comunicazione tra i due giocatori in possesso palla.
I principi di tattica collettiva in fase offensiva e difensiva
Un altro obiettivo importante di questo manuale, è quello di trasmettere una
filosofia di gioco fondata sul possesso palla. In particolare sulla costruzione dell’azione
dal basso, cioè cha parta dal portiere e dai difensori, passando dal centrocampo e
raggiungendo gli attaccanti per la finalizzazione.
Pertanto è fondamentale conoscere i principi di fase offensiva (possesso) per
organizzare la propria squadra:
• Scaglionamento
• Penetrazione,profondità
•Ampiezza
• Mobilità
• Imprevedibilità
Sostanzialmente per scaglionamento s’ intende il mantenimento del possesso
palla e la conquista dello spazio in avanti senza assumere posizioni e schieramenti in
linea. Si tratta di formare triangoli tra i giocatori in possesso palla in modo di dare la
possibilità di sviluppare l’azione in diverse direzioni, con distanze e angolazioni diverse e
con maggiori appoggi e sostegni al portatore. Inoltre si tende ad escludere la possibilità
di giocare le cosiddette “palle orizzontali” che sono facilmente intercettabili.
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Penetrazione e profondità permettono la maggior conquista di spazio in avanti.
E’ un principio che caratterizza anche la differenza di qualità specifica di alcuni
centrocampisti: quelli che sono in grado di “vedere” il gioco lungo e chi invece ha solo
una visione “corta” dello sviluppo del gioco. Le applicazioni di questo principio trovano
senso e assenso nel caso di un pressing alto subito, che obbliga soprattutto i difensori
a cercare la profondità per superare gli avversari. Si tratta in pratica, di giocare la palla
in verticale per superare un avversario, un blocco difensivo e per conquistare spazio in
avanti.
L’ampiezza permette di sfruttare la larghezza del campo e allargare lo sviluppo
del gioco. Ciò avviene attraverso il cosiddetto cambio di gioco e l’utilizzo di giocatori
esterni che mantengono una posizione vicino alla linea laterale. Questo principio è
coerente con il fatto che in possesso palla è opportuno allargare gli spazi per evitare il
concentramento dei difensori cercando di aggirare il blocco difensivo.
La mobilità dei giocatori in campo, che sottende il contrario della staticità, è
implicitamente il principio vitale alla costruzione del gioco.
Infatti, questo principio potrebbe essere posto prima di ogni altro, poiché senza
mobilità non ci sarebbe scaglionamento, profondità o ampiezza. Inoltra la mobilità dei
giocatori senza palla, permette al giocatore in possesso palla di avere più soluzioni
possibili.
Sviluppare l’imprevedibilità in riferimento a dei principi sarebbe incoerente rispetto
all’obiettivo. Semmai l’organizzazione di una squadra, diventa imprevedibile, grazie
all’alternanza dei principi visti sinora nello sviluppo di gioco. Grazie inoltre alla presenza
di talenti in grado di essere, appunto imprevedibili nella scelta della soluzione.
Ad ogni principio di fase offensiva si contrappone un principio in fase difensiva
(non possesso):
• Scaglionamento – scaglionamento
• Penetrazione,profondità – azione ritardatrice
•Ampiezza – concentrazione
• Mobilità – equilibrio
• Imprevedibilità – controllo e cautela
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Scaglionamento: i difensori non devono mai farsi trovare su una linea cosiddetta
“piatta”, ma porsi in modo da assicurare la copertura a chi attacca il portatore palla.
Nel coprire si occupa uno spazio e si modifica la propria posizione in riferimento alla
posizione dell’ avversario in appoggio. Il concetto non è limitato alla linea di difesa ma
riguarda tutti i reparti che si scaglionano in fase difensiva in tutte le zone del campo.
Chiaramente si contrappone allo scaglionamento avversario.
Azione ritardatrice: questo principio è in funzione di due situazioni particolari:
cambia l’atteggiamento della fase difensiva in condizione di palla scoperta (cioè che
l’avversario in possesso palla abbia spazio in avanti senza pressione e possa giocare
la palla) che impone un cosiddetto “temporeggiamento” in posizione di attesa e di
eventuale abbassamento della squadra. In caso di palla coperta (cioè che l’avversario
in possesso stia subendo la pressione di un compagno e non sia in grado di giocare palla
in avanti) la squadra sale in pressing sfruttando il fuorigioco. In entrambi i casi si tende
a modificare e ritardare i tempi di gioco della squadra avversaria e impedire il gioco in
profondità.
Concentrazione: si tratta di accorciare e stringere la squadra verso la palla, in
particolare si tende a portare più giocatori possibili dietro la linea della palla chiudendo
gli spazi tra quest’ultima e la porta da proteggere. Inoltre si tende ad avere sempre la
superiorità numerica rispetto agli avversari nella zona di costruzione. Questo principio è
coerente con il fatto che in non possesso palla è opportuno stringere gli spazi.
Equilibrio: l’occupazione di tutti gli spazi e la possibilità di avere sempre una
copertura reciproca nonostante il movimento degli avversari e della palla consente di
avere sempre l’equilibrio in fase difensiva. In particolare il bilanciamento tra i reparti
assicura un assetto della squadra proporzionato.
Controllo e cautela: la lettura della situazione che comprende l’osservazione e il
controllo di tutti gli elementi del gioco, palla, compagni, avversari, spazi, porta consente
di non essere mai colti di sorpresa ad un eventuale sviluppo imprevedibile.