Estratti e derivati vegetali - Nutrition Foundation of Italy

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Estratti e derivati vegetali - Nutrition Foundation of Italy
Ciclo di Conferenze
L’EVOLUZIONE TECNOLOGICA
NELLA PRODUZIONE DEGLI ALIMENTI
Impatto su qualità e sicurezza
Effetti sulla salute
Importanza di una corretta informazione
ESTRATTI E DERIVATI DEL MONDO VEGETALE E SALUTE:
UN MONDO IN RAPIDA EVOLUZIONE
Patrizia Restani, Dipartimento di Scienze
Farmacologiche e Biomolecolari,
Università di Milano
----------------------------------------------------------------------------------È tempo di sfatare qualche mito. Il più diffuso nell’immaginario collettivo associa il concetto di
“naturale” con quello di “salute”. Da questo deriva la convinzione per molti che i principali rischi
associati all’alimentazione derivino da mondo industriale.
Così non è: il “naturale” non è “sicuro” per definizione. I prodotti che contengono principi vegetali
sono regolamentati da diverse legislazioni: quella alimentare relativa ad alimenti vegetali, alimenti
con aggiunta di vegetali (tal quali o derivati) e integratori alimentari con “botanicals”, in alternativa
la legislazione più propriamente farmaceutica, per i farmaci convenzionali o OTC (over the counter),
per i farmaci di medicina tradizionale e per quelli di medicina alternativa (es. omeopatici).
Gli aspetti che più contano nella gestione dei prodotti a base/contenenti “botanicals” sono: qualità
della materia prima; informazioni su costo, composizione e raccomandazioni d’uso; pubblicità non
sempre trasparente; corretta informazione del pubblico, delle possibili interazioni tra farmaci e
integratori; infine i possibili usi illeciti.
La sicurezza dei “botanicals” dipende in ugual misura dalla certezza che i prodotti sul mercato
contengano le molecole attive nella concentrazione utile e che al contrario siano assenti contaminanti
naturali (es. micotossine) e ambientali anche industriali (es. PCB).
Aziende produttrici e organismi istituzionali di controllo fanno la loro parte, soprattutto in Italia. Il
consumatore, dal canto suo, ha il diritto di fruire di prodotti efficaci e sicuri, ma anche il dovere di
utilizzare il buon senso: la qualità di una produzione che garantisca efficacia e sicurezza ha un costo:
offerte scontatissime, o di prodotti che “assomigliano”, ma “non sono”, devono mettere in guardia.
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Ultimo, ma non per importanza: il consumatore spesso ignora che i “botanicals”, in quanto composti
contenenti migliaia di molecole chimiche, possono interagire con alcuni farmaci tradizionali dando
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Il secondo trabocchetto per il consumatore è un prodotto che contiene abusivamente molecole ritirate
dal commercio dalle autorità competenti perché riconosciute dannose, ma che “passano” se vendute
come ingredienti naturali (es. sibutramina). Il terzo trabocchetto è la promessa di un effetto immediato
e miracoloso garantito dal prodotto “naturale”: si tratta di truffa, in cui spesso all’ingrediente di
derivazione vegetale sono aggiunte sostanze classificate come farmaci o dopanti.
effetti dannosi. Esempi: tè verde + statine = aumento degli effetti collaterali delle statine; il Gingko
+ aspirina, ibuprofene, o l’anticoagulante warfarin = aumento del rischio di emorragie.
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In conclusione. Fatti salvi gli obblighi da parte del produttore e degli organismi di controllo, al
consumatore spetta la consapevolezza che nessun integratore può sostituire il corretto stile di vita,
mentre contribuisce a mantenere il benessere. Per questo, i prodotti efficaci e sicuri non possono
costare poco: il passaparola o la dicitura “tutto naturale” non sono garanzia di sicurezza né di efficacia.
INTERVISTA AD ALESSANDRO COLOMBO
Presidente Gruppo Integratori Alimentari – AIIPA, Associazione Italiana Industrie Prodotti
Alimentari
----------------------------------------------------------------------------------D.: Il Gruppo Integratori Alimentari di AIIPA che lei presiede è oggi attiva su due fronti, nazionale
ed europeo. Quali sono le principali iniziative per il mercato degli Integratori a base vegetale?
R: A livello europeo siamo impegnati a promuovere, come membri dell’Associazione Industriale di
categoria Food Supplements Europe, una strategia che si pone l’obiettivo di assicurare nella Comunità
Europea delle regolamentazioni omogenee su qualità, sicurezza e claims (indicazioni approvate
dell’attività che un prodotto può vantare) degli Integratori a base vegetale.
In Italia, dove il tema sicurezza e qualità è implementato da tempo sia dalle Aziende, sia dalle Autorità
competenti e viene costantemente aggiornato senza bisogno di sollecitazioni, ciò che più ci preme
sono l’aggiornamento delle conoscenze sul corretto uso degli Integratori (anche a base di
“botanicals”) tra i farmacisti (che sono tra i principali punti di riferimento dei consumatori), in
parallelo con la promozione delle conoscenze tra i consumatori stessi.
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D.: E in Italia, che già ha questi comportamenti virtuosi?
R.: Da gennaio 2015, proprio come AIIPA, abbiamo preparato e promosso, di concerto con
Federfarma, un programma di Formazione a Distanza dedicato al farmacista, per un aggiornamento
completo sugli integratori, anche a base vegetale. Il programma tocca i tre temi fondamentali: scienza,
legislazione, gestione dei prodotti in farmacia verso il consumatore finale. Com’è facile intuire,
obiettivo ultimo è garantire l’uso più corretto dell’integratore in base alle specifiche situazioni di
salute di ogni consumatore, che deve sempre più potersi affidare al consiglio del proprio farmacista
di fiducia.
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D.: Partiamo dall’Europa. Come vi state muovendo?
R.: In Europa è stato proposto un documento strategico sugli Integratori a base vegetale che poggia
sulla realizzazione di quattro pilastri fondamentali:
1) una lista positiva di piante considerate “sicure”, approvata e condivisa dai 28 membri. Per ora,
abbiamo infatti il solo riferimento promosso da Belgio-Francia-Italia (lista Bel-Fr-It), che si vorrebbe
ampliato, discusso e, appunto, condiviso e rispettato da tutti i Paesi UE. Tengo a sottolineare che
l’Italia non è stata solo promotrice della lista Bel-Fr-It, ma che il Ministero l’ha già recepita e la sta
attivamente applicando.
2) la sicurezza del consumatore in tutta l’Unione. Anche in questo caso, l’Italia è un esempio virtuoso.
Le Aziende produttrici devono seguire un processo di notifica per tutti gli Integratori, inviando alle
autorità ministeriali competenti composizione, quantità e claim relative al prodotto , anche a
base/contenente “botanicals”. Se approvato, il prodotto entra in una lista di pubblica consultazione.
Tale procedura è del tutto assente in non pochi Paesi UE
3) la creazione di una linea-guida di Good Manufacturing Practice (GMP) specifica per gli integratori
a base di “botanicals” che, ricordo, sono inclusi nella legislazione alimentare. Oggi abbiamo soltanto
le norme HCCP, che però garantiscono soltanto l’igiene dei prodotti.
4) l’attivazione di un Registro Europeo di Nutrivigilanza (segnalazioni di eventuali eventi avversi)
in tutti i 28 paesi Membri UE. Anche in questo caso, l’Italia è portabandiera: da noi esiste già un
processo di nutrivigilanza, anche se ancora poco utilizzato nella pratica.
Infine rimane il grande tema dei claims: gli Integratori a base di botanicals non hanno ancora un
processo di valutazione dei claims attivo a livello europeo ; una possibile via d’uscita che abbiamo
proposto è il riferirsi all’uso tradizionale di questi estratti vegetali.
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D.: Parliamo allora dell’utente. Che cosa propone AIIPA in favore del consumatore?
R.: Se come partner per l’aggiornamento del farmacista abbiamo scelto Federfarma, per rivolgerci
ai consumatori abbiamo stretto un accordo proprio con l’Unione Nazionale Consumatori. Grazie a
questa partnership, abbiamo messo a disposizione di tutti i consumatori una App gratuita sul mondo
degli integratori, non solo come prodotti in sé, ma anche come tasselli utili per mantenere il proprio
stato di benessere all’interno in uno stile di vita salutare , fatto di alimentazione corretta e attività
fisica. Infine abbiamo sviluppato un sito web denominato “IntegratorieBenessere” pensato proprio
per il consumatore , ricco di informazioni e aggiornamenti molto utili sia sugli Integratori , sia sui
corretti stili di vita .
INTERVISTA A MARIA LAURA COLOMBO
Dipartimento di Scienza e Tecnologia del Farmaco, Università di Torino
----------------------------------------------------------------------------------D.: Quali sono le figure professionali che in Italia sono deputate a consigliare il consumatore
nell’acquisto di prodotti a base vegetale?
R.: Il consumatore deve sapere che, a monte del prodotto che acquista, ci sono la preparazione e
l’aggiornamento continuo di due figure professionali dedicate: il farmacista e l’erborista laureato.
L’attuale corso di Laurea in Farmacie e CTF (Chimica e Tecnologia Farmaceutiche) prevede infatti
anche una formazione specifica in chimica degli alimenti e dei prodotti dietetici.
In particolare, nelle sedi di Torino, Milano, Padova, Bologna, Pisa, Roma, Napoli, Salerno e Bari
(oltre ai nomali corsi di laurea in Farmacia e CTF) sono presenti anche Corsi di Laurea triennale,
dedicati a tutto ciò che, pur venduto in farmacia, non è farmaco: vale a dire prodotti alimentari anche
funzionali, dietetici, integratori alimentari e cosmetici (che in parte entrano nel tema odierno). Questo
perché la tradizione erboristica in Italia è molto forte, essendo radicata sin dalla cultura degli Antichi
Romani.
Nella UE soltanto il Portogallo ha la stessa connotazione e infatti riconosce tale laurea triennale.
Tutto ciò mi permette di precisare che soltanto in ambito universitario si possono acquisire i titoli
necessari alla gestione, al consiglio e alla dispensazione di estratti vegetali e loro derivati. Qualunque
altro titolo conseguito dopo aver seguito corsi tenuti da organizzazioni private (naturopata, iridologo
e così via) non è riconosciuto e non abilita alla gestione di tali preparati, a meno che non siano già
confezionati, e meno che mai abilita a trattare pazienti (fatto questo che è di pertinenza solo del
medico).
D.: Che cosa possiamo dire a proposito della sicurezza dei prodotti che troviamo nella grande
distribuzione?
R.: Le norme di legge impongono criteri stringenti per la preparazione e la sicurezza di tutti i prodotti
contenenti estratti e derivati vegetali, siano essi destinati alla dispensazione in farmacia/erboristeria,
o alla vendita nella grande distribuzione. In generale, le Aziende che producono per la grande
distribuzione non producono per il canale farmacia/erboristeria. E viceversa, tuttavia le norme di
legge sia italiane che europee sono le stesse ed analoghi i controlli qualità.
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D.: Un cenno alla collaborazione tra Università e Industria.
R.: La collaborazione è costante e non potrebbe essere altrimenti, perché la tecnologia si evolve di
continuo e la ricerca non chiude mai, soprattutto sui prodotti di origine vegetale. L’aggiornamento
del farmacista e dell’erborista laureato è continuo, soprattutto perché non c’è consolidamento
culturale di ciò che si apprende nella pratica quotidiana, senza una sistematizzazione istituzionale.
INTERVISTA A BRUNO MALAVASI
“Davide Campari”, Milano
----------------------------------------------------------------------------------D.: A quando risalgono le prime testimonianze scritte dell’impiego di piante officinali, medicinali
o aromatiche, in preparazioni alcooliche?
R.: Le proprietà delle piante officinali, medicinali o aromatiche, sono conosciute da sempre. Tracce
di queste nozioni si ritrovano a tutte le latitudini e in tutte le aree. Documentazioni certe, databili tra
il 300 a.C. e i primi decenni d.C., in merito all’uso di vini aromatizzati con piante officinali (assenzio
per primo) nel mondo greco-latino ci vengono da Aristotele, Apicio, Ippocrate, ma anche Plinio il
Vecchio. I vini medicati (Ippocratici) a valenza farmacologica accompagnano gli uomini fino alla
Prima Crociata. Il contatto con la cultura araba, le cui conoscenze sulla distillazione dell’alcol e sul
suo uso come solvente per ottenere medicamenti più ricchi in principi attivi e più purificati, fanno sì
che la Scuola Salernitana dia un forte impulso innovativo a questi preparati. Da citare nei secoli
successivi sono gli alchimisti Arnaldo da Villanova, Bacone, Paracelso e Alari, che formulano elisir
terapeutici.
D.: Qualche secolo dopo arriviamo a Caterina De’ Medici, che non solo introdusse l’uso della
forchetta alla Corte di Francia, ma che fece conoscere in tutta Europa vini e distillati fortificati.
R.: Sì, perché nei secoli i sistemi di distillazione erano migliorati, il costo dell’alcol si era ridotto e la
produzione di vini fortificati stabili era diventato più semplice. Questo aveva aperto la strada alla
popolarità dei liquori dolci, a uso edonistico. La tradizione più propriamente salutistica prosegue in
parallelo, con gli “amari tonici”: nel Settecento, Venezia se ne fa interprete con le “teriache”, ricette
segretissime prodotte dalle spezierie lagunari, aggiornando con spezie ed erbe orientali le ricette più
antiche.
D.: Veniamo all’oggi. Quali sono gli usi delle droghe vegetali e come sono regolamentati?
R.: Nella liquoristica ed enologia moderne, la finalità dell’impiego di estratti da droghe vegetali ha
carattere esclusivamente edonistico, per il contributo aromatico che esse possono apportare sulle basi
alcoliche e vinose. Le piante officinali e le droghe vegetali derivate sono, nel quadro della Normativa
Alimentare Europea, un prodotto primario (vedi art. 2 comma 1 lettera b del Reg. CE 852/2004) che
necessita di essere adeguatamente trasformato prima di divenire “ingrediente alimentare”.
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D.: Che cosa deve prevedere la filiera produttiva?
R.: È opportuno avere presente, lungo la filiera produttiva, tutti i requisiti fondamentali dettati dalla
legislazione alimentare, in vista dell'inevitabile passaggio di trasformazione a “preparazione
aromatizzante”: additivo alimentare che, in quanto tale, deve rispondere ai requisiti normati
legalmente con il Regolamento CE 1334/2008.
La European Herbal Infusions Association ha inoltre pubblicato linee-guida (GAHP, giugno 2014)
per coltivazione, raccolta, essicazione, confezionamento, magazzinaggio e trasporto delle droghe in
linea con le Normative Alimentari Europee (Reg CE 852/2004 e 1019/2008) le quali propongono
anche una analisi dei rischi per la sicurezza alimentare in accordo con i principi del Codex
Alimentarius (HACCP). Queste linee guida sono state recepite, a livello nazionale, da Assoerbe, in
uno specifico Compendium.
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D.: Come si gestiscono Qualità e Sicurezza nella produzione industriale di bevande a base alcolica,
in cui si impiegano preparati aromatici ricavati da droghe vegetali?
R.: La produzione industriale di qualità non può prescindere da attenti Sistemi di Gestione. In
Campari il Sistema di Gestione per la Qualità e la Sicurezza alimentare è imperniato su quattro
principi cardine:
 Lavorare esclusivamente con partner professionalmente affidabili per garantire il controllo
necessario di quegli aspetti di identità, pulizia, prevenzione da contaminazioni chimiche e
microbiologiche che costituiscono pre-requisiti fondamentali per consentire assicurare una
idonea qualità sensoriale e sicurezza alimentare.
 Applicare su tutte le partite di erbe aromatiche in ingresso in tutti i nostri stabilimenti nel
mondo un rigoroso piano di controllo analitico che rispecchia sostanzialmente quanto definito
dalle Linee Guida GAHP, con alcune peculiarità legate in primo luogo alle particolari
caratteristiche dei processi di estrazione idroalcolica ed agli impieghi delle droghe. Particolare
focus, quindi, viene posto sulla corretta identità e qualità delle droghe ricevute, sulla presenza
di residui di pesticidi, facilmente estraibili e concentrabili negli estratti idroalcolici e sulla
possibile proliferazioni di muffe con formazione di aflatossine, anch’esse facilmente estraibili
e non degradabili in ambiente idroalcolico
 Assicurare condizioni di stoccaggio e controllo atte a prevenire degradazioni aromatiche,
infestazioni, proliferazioni di muffe con sviluppo di micotossine sino al momento
dell’utilizzo.
 Garantire, attraverso analisi specifiche condotte su tutti i propri prodotti messi in commercio,
il rigoroso rispetto dei limiti di concentrazione di quei principi attivi per i quali, secondo le
diverse Normative vigenti nel mondo e in primo luogo in Europa, sia previsto un limite legale.