International Public Sector Accounting Standard 36 XX

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International Public Sector Accounting Standard 36 XX
IPSASB
Principio contabile internazionale (IPSAS) 26
Riduzione di valore delle attività generatrici di flussi
finanziari
Febbraio 2015
Exposure Draft
October 2011
Comments due: February 29, 2012
International Public Sector Accounting Standards Board
Principio contabile
internazionale per il settore
pubblico (IPSAS) 26
Riduzione di valore delle attività
generatrici di flussi finanziari
TRADUZIONE A CURA DEL CNDCEC
DAL TESTO ORIGINALE INGLESE PUBBLICATO DA IPSASB
1
Traduzione dall’inglese
Eugenio Virguti, Dottore Commercialista
Supervisione della traduzione dall’inglese
Mariarita Cafulli
(Ufficio traduzioni CNDCEC)
Elena Florimo
(Ufficio traduzioni CNDCEC)
Matteo Pozzoli
(Ricercatore CNDCEC)
Elisa Sartori
(Ricercatore IRDCEC)
Consiglieri CNDCEC Delegati Area Internazionale
Giovanni Gerardo Parente
Ugo Mario Pollice
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529 Fifth Avenue, 6th Floor
New York, New York 10017 USA
Il presente documento è stato pubblicato dall’International Federation of
Accountants (IFAC). L’IFAC è un’organizzazione internazionale al servizio del
pubblico interesse, la sua missione è quella di rafforzare la professione contabile in
ogni parte del mondo e di contribuire allo sviluppo di economie internazionali forti
mediante la definizione e la promozione di standard professionali di elevata qualità,
favorendo la convergenza a livello internazionale su tali standard e contribuendo al
dibattito sulle questioni di interesse pubblico nelle quali le competenze professionali
sono maggiormente rilevanti. È possibile scaricare la pubblicazione in lingua inglese
gratuitamente, esclusivamente per uso personale, sul sito dell’IPSASB
www.ipsasb.org.
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Papers, e altre pubblicazioni dell’IPSASB sono pubblicate dall’IFAC cui appartiene
il copyright delle stesse. Il testo approvato di tutte le pubblicazioni dell’IFAC è
quello pubblicato dall’IFAC nella versione originale inglese.
IPSASB e IFAC declinano ogni responsabilità diretta o indiretta per le conseguenze
derivanti dall’uso e dall’applicazione della presente pubblicazione, siano esse
causate da negligenza o altro.
I loghi IPSASB, ‘International Public Sector Accounting Standards Board’,
‘IPSASB’, ‘International Public Sector Accounting Standards’ ‘IPSAS’, i loghi
IFAC, ‘International Federation of Accountants’, e ‘IFAC’ sono marchi registrati
dell’IFAC.
Copyright © giugno 2013 dell’International Federation of Accountants (IFAC). Tutti
i diritti riservati. È necessario il permesso di IFAC per riprodurre, custodire o
trasmettere il presente documento, eccetto per quanto consentito dalla legge. A tal
fine è possibile contattare: [email protected].
ISBN: 978-1-60815-151-6
IPSAS 26
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Il presente principio “Riduzione di valore delle attività generatrici di flussi
finanziari” dell’International Public Sector Accounting Standards Board (IPSASB) è
stato pubblicato in lingua inglese dall’International Federation of Accountants
(IFAC) all’interno dell’Handbook of International Public Sector Accounting
Pronouncements nel giugno 2013. È stato tradotto in italiano dal Consiglio
Nazionale dei Dottori Commercialisti e degli Esperti Contabili nel 2014 e riprodotto
con il permesso dell’IFAC. Il processo di traduzione dell’Handbook of International
Public Sector Accounting Pronouncements è stato approvato dall’IFAC e la
traduzione è stata svolta in conformità al “Policy Statement—Policy for Translating
and Reproducing Standards Published by IFAC.” Il testo approvato dell’Handbook
of International Public Sector Accounting Pronouncements è quello pubblicato
dall’IFAC in lingua inglese.
Testo in lingua inglese dell’IPSAS 26 “Impairment of cash-generating assets” ©
2013 International Federation of Accountants (IFAC). Tutti i diritti riservati.
Testo in lingua italiana dell’IPSAS 26 “Riduzione di valore delle attività generatrici
di flussi finanziari” © 2014 International Federation of Accountants (IFAC). Tutti i
diritti riservati.
Titolo originale IPSAS 26: Impairment of cash-generating assets - ISBN 978-160815-151-6
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IPSAS 26
IPSAS 26 – RIDUZIONE DI VALORE DELLE ATTIVITÀ
GENERATRICI DI FLUSSI FINANZIARI
Ringraziamenti
Il presente Principio contabile internazionale per il settore pubblico (IPSAS) è
tratto principalmente dal Principio contabile internazionale IAS 36 Riduzione di
valore delle attività, pubblicato dall’International Accounting Standards Board
(IASB). Parti dello IAS 36 sono riprodotte in questa pubblicazione
dell’International Public Sector Accounting Standards Board (IPSASB) della
International Federation of Accountants (IFAC) con il consenso dell’International
Financial Reporting Standards (IFRS) Foundation.
Il testo approvato degli International Financial Reporting Standards (IFRS) è
quello pubblicato dallo IASB in lingua inglese; le copie si possono ottenere
direttamente presso l’IFRS Publications Department, primo piano, 30 Cannon
Street, Londra EC4M 6XH, Regno Unito.
E-mail: [email protected]
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Gli IFRS, gli IAS, le Exposure Draft e le altre pubblicazioni IASB sono protetti da
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Standards” e “International Financial Reporting Standards” sono marchi registrati
della IFRS Foundation e non possono essere utilizzati senza il consenso della IFRS
Foundation.
.
IPSAS 26
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IPSAS 26 – RIDUZIONE DI VALORE DELLE ATTIVITÀ
GENERATRICI DI FLUSSI FINANZIARI
Storia dell’IPSAS
La presente versione include i cambiamenti risultanti dagli IPSAS emessi fino al
15 gennaio 2012.
L’IPSAS 26 Riduzione di valore delle attività generatrici di flussi finanziari è stato
pubblicato a febbraio 2008.
Da allora, l’IPSAS 26 è stato modificato dai seguenti IPSAS:

Miglioramenti agli IPSAS 2011 (pubblicato a ottobre 2011)

Miglioramenti agli IPSAS (pubblicato a gennaio 2010);

IPSAS 27 Agricoltura (pubblicato nel dicembre 2009);

L’IPSAS 29 Strumenti finanziari: Rilevazione e valutazione (pubblicato a
gennaio 2010);

IPSAS 31 Attività immateriali (pubblicato a gennaio 2010),

Miglioramenti agli IPSAS (pubblicato a novembre 2010)
Tabella dei paragrafi modificati nell’IPSAS 26
Paragrafo modificato
Tipo di modifica
Modificato da
Introduzione
Eliminato
Miglioramenti agli IPSAS
ottobre 2011
2
Modificato
IPSAS 27 dicembre 2009
IPSAS 29 gennaio 2010
IPSAS 31 gennaio 2010
8
Modificato
IPSAS 27 dicembre 2009
IPSAS 29 gennaio 2010
9
Modificato
IPSAS 29 gennaio 2010
27
Modificato
Miglioramenti agli IPSAS
novembre 2010
123
Modificato
Miglioramenti agli IPSAS
gennaio 2010
126A
Nuovo
Miglioramenti agli IPSAS
gennaio 2010
857
IPSAS 26
Paragrafo modificato
Tipo di modifica
Modificato da
126B
Nuovo
Miglioramenti agli IPSAS
gennaio 2010
126C
Nuovo
IPSAS 31 gennaio 2010
IPSAS 26
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Febbraio 2008
IPSAS 26 – RIDUZIONE DI VALORE DELLE ATTIVITÀ
GENERATRICI DI FLUSSI FINANZIARI
SOMMARIO
Paragrafo
Finalità ...................................................................................................
1
Ambito di applicazione ...........................................................................
2–12
Definizioni ..............................................................................................
13–20
Attività generatrici di flussi finanziari .............................................
14–18
Ammortamento ................................................................................
19
Riduzione di valore ..........................................................................
20
Identificazione di un’attività che può aver subito una riduzione di valore
21–30
Determinazione del valore recuperabile .................................................
31–70
Determinazione del valore recuperabile di un’attività immateriale
con una vita utile indefinita ......................................................
37
Fair value dedotti i costi di vendita .................................................
38–42
Valore d’uso ....................................................................................
43–70
Criteri di stima dei flussi finanziari futuri ................................
46–51
Composizione delle stime dei flussi finanziari futuri ...............
52–66
Flussi finanziari futuri in valuta estera .....................................
67
Tasso di attualizzazione ............................................................
68–70
Rilevazione e determinazione di una perdita per riduzione di valore di una singola
attività ..............................................................................................
71–75
Unità generatrici di flussi finanziari .......................................................
76–97
Identificazione dell’unità generatrice di flussi finanziari alla quale un’attività
appartiene ........................................................................................
77–84
Valore recuperabile e valore contabile di un’
unità generatrice di flussi finanziari .................................................
85–90
Perdita per riduzione di valore di un’unità generatrice di flussi finanziari 91–97
Ripristino di valore .................................................................................
98–111
Ripristino di valore di una singola attività .......................................
106–109
859
IPSAS 26
RIDUZIONE DI VALORE DELLE ATTIVITÀ GENERATRICI DI FLUSSI FINANZIARI
Ripristino di valore per un’unità generatrice di flussi finanziari .....
110–111
Ridesignazione delle attività ...................................................................
112–113
Informazioni integrative ..........................................................................
114–125
Indicazione delle stime utilizzate per valutare gli importi recuperabili delle
unità
generatrici di flussi finanziari che contengono attività immateriali dalla vita
utile
indefinita .........................................................................................
123–125
Data di entrata in vigore ...........................................................................
Appendice A: Guida operativa
Appendice B: Modifiche ad altri IPSAS
Motivazioni per le conclusioni
Albero decisionale illustrativo
Guida applicativa
Confronto con lo IAS 36
IPSAS 26
860
126–127
Il Principio contabile internazionale per il settore pubblico 26 Riduzione di valore
delle attività generatrici di flussi finanziari è illustrato nei paragrafi 1–127. Tutti i
paragrafi hanno pari autorità. L’IPSAS 26 deve essere letto nel contesto della sua
Finalità, delle Motivazioni per le conclusioni, nonché della Prefazione ai Principi
contabili internazionali per il settore pubblico. L’IPSAS 3 Principi contabili,
cambiamenti nelle stime contabili ed errori fornisce una base per la scelta e
l’applicazione di principi contabili in assenza di linee guida specifiche.
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IPSAS 26
SETTORE PUBBLICO
RIDUZIONE DI VALORE DELLE ATTIVITÀ GENERATRICI DI FLUSSI FINANZIARI
RIDUZIONE DI VALORE DELLE ATTIVITÀ GENERATRICI DI FLUSSI FINANZIARI
Finalità
1.
La finalità del presente Principio è quella di stabilire le procedure che
un’entità deve applicare per determinare se un'attività generatrice di flussi
finanziari ha subito una riduzione di valore e per assicurare la rilevazione
contabile delle perdite per riduzione di valore. Il Principio inoltre specifica
quando un’entità dovrebbe stornare una perdita per riduzione di valore e ne
prescrive l’informativa.
Ambito di applicazione
2.
Un’entità che redige e presenta il bilancio in base al principio della
competenza economica deve applicare il presente Principio nella
contabilizzazione della riduzione di valore delle attività generatrici di
flussi finanziari, fatta eccezione per:
a)
le rimanenze (vedere IPSAS 12 Rimanenze);
b)
le attività derivanti da lavori su ordinazione (vedere IPSAS 11
Lavori su ordinazione);
c)
le attività finanziarie che rientrano nell’ambito di applicazione
dell’IPSAS 29 Strumenti finanziari: rilevazione e valutazione;
d)
gli investimenti immobiliari valutati in base al modello del fair
value (vedere IPSAS 16 Investimenti immobiliari);
e)
gli immobili, impianti e macchinari che generano flussi finanziari e
sono valutati ai valori rideterminati (vedere IPSAS 17 Immobili,
impianti e macchinari);
f)
le attività fiscali differite (vedere i principi contabili nazionali e
internazionali di riferimento che trattano le attività fiscali
differite);
g)
le attività derivanti da benefici per i dipendenti (vedere IPSAS 25
Benefici per i dipendenti);
h)
le attività immateriali generatrici di flussi finanziari che sono
valutate in base ai valori rideterminati (vedere IPSAS 31 Attività
immateriali),
i)
l’avviamento;
j)
le attività biologiche connesse all’attività agricola che sono valutate
al fair value dedotti i costi di vendita (vedere IPSAS 27
Agricoltura);
IPSAS 26
862
k)
i costi di acquisizione differiti e le attività immateriali derivanti dai
diritti contrattuali dell’assicuratore in contratti assicurativi che
rientrano nell’ambito dei principi contabili nazionali o
internazionali di riferimento che trattano i contratti assicurativi;
l)
le attività non correnti (o i gruppi in dismissione) classificate come
possedute per la vendita che sono valutate al minore tra valore
contabile e fair value, dedotti i costi di vendita, in conformità ai
principi contabili nazionali e internazionali di riferimento che
trattano le attività non correnti possedute per la vendita e le
attività operative cessate, e
m)
le altre attività generatrici di flussi finanziari le cui disposizioni per
contabilizzare una riduzione di valore sono incluse in un altro
Principio.
3.
Il presente Principio si applica a tutte le entità del settore pubblico
diverse dalle Imprese a controllo pubblico.
4.
La Prefazione ai Principi contabili internazionali per il settore pubblico
pubblicata dall’IPSASB spiega che le imprese a controllo pubblico (ICP)
applicano gli IFRS pubblicati dallo IASB. La definizione di ICP è riportata
nell’IPSAS 1 Presentazione del bilancio.
5.
Le ICP applicano lo IAS 36 Riduzione di valore delle attività, e quindi non
sono soggette alle disposizioni del presente Principio. Le entità del settore
pubblico, diverse dalle ICP, che possiedono attività non generatrici di flussi
finanziari, secondo la definizione del paragrafo 13, applicano a tali attività
l'IPSAS 21 Riduzione di valore delle attività generatrici di flussi finanziari. Le
entità del settore pubblico, diverse dalle ICP, che possiedono attività
generatrici di flussi finanziari applicano le disposizioni del presente Principio.
6.
Il presente Principio esclude dal proprio ambito di applicazione le attività
immateriali generatrici di flussi finanziari che sono regolarmente
rideterminate al fair value. Esso include nel proprio ambito di applicazione
tutte le altre attività immateriali generatrici di flussi finanziari (per esempio,
quelle riportate al costo al netto dell’eventuale ammortamento accumulato).
7.
Il presente Principio esclude l'avviamento dal proprio ambito di applicazione.
Le entità devono applicare le disposizioni contenute nei principi contabili
nazionali e internazionali di riferimento che trattano la riduzione di valore
dell’avviamento, l’allocazione dell’avviamento alle unità generatrici di flussi
finanziari e la verifica per riduzione di valore delle unità generatrici di flussi
finanziari con avviamento.
8.
Il presente Principio non si applica alle rimanenze e alle attività generatrici di
flussi finanziari derivanti da lavori su ordinazione, poiché i Principi esistenti
applicabili a questi tipi di attività già contengono disposizioni specifiche per la
rilevazione e la valutazione di dette attività. Il presente Principio non si
863
IPSAS 26
SETTORE PUBBLICO
RIDUZIONE DI VALORE DELLE ATTIVITÀ GENERATRICI DI FLUSSI FINANZIARI
RIDUZIONE DI VALORE DELLE ATTIVITÀ GENERATRICI DI FLUSSI FINANZIARI
applica ad attività fiscali differite, ad attività relative a benefici per i
dipendenti, né a costi di acquisizione differiti e attività immateriali derivanti
dai diritti contrattuali dell’assicuratore in contratti assicurativi. La riduzione di
valore di tali attività è trattata nei principi contabili nazionali o internazionali
di riferimento. Inoltre, il presente Principio non si applica a) alle attività
biologiche connesse all’attività agricola che sono valutate al fair value dedotti
i costi di vendita, né b) alle attività non correnti (o gruppi in dismissione)
classificate come possedute per la vendita che sono valutate al minore tra il
valore contabile e il fair value dedotti i costi di vendita. L’IPSAS 27 sulle
attività biologiche connesse all’attività agricola, e il principio contabile
nazionale o internazionale di riferimento che tratta le attività non correnti (o i
gruppi in dismissione) classificate come possedute per la vendita contengono
disposizioni sulla valutazione.
9.
Il presente Principio non si applica alle attività finanziarie che rientrano
nell’ambito di applicazione dell’IPSAS 28 Strumenti finanziari: esposizione
nel bilancio. La riduzione di valore di tali attività è trattata nell’IPSAS 29.
10.
Il presente Principio non richiede l’applicazione di una verifica per riduzione
di valore a un investimento immobiliare iscritto al fair value, in conformità a
quanto disposto dall’IPSAS 16. Secondo il modello del fair value riportato
nell’IPSAS 16, un investimento immobiliare è iscritto al fair value alla data di
riferimento del bilancio e pertanto qualsiasi riduzione di valore sarà presa in
considerazione all’atto della valutazione.
11.
Il presente Principio non richiede l’applicazione di una verifica per riduzione
di valore alle attività generatrici di flussi finanziari che sono rilevate ai valori
rideterminati secondo il modello della rideterminazione del valore consentito
dall'IPSAS 17. Secondo il modello della rideterminazione del valore di cui
all’IPSAS 17, le attività saranno rideterminate con regolarità sufficiente ad
assicurare che siano rilevate a un valore non sostanzialmente diverso dal
proprio fair value alla data di riferimento del bilancio, e che tutte le riduzioni
di valore saranno prese in considerazione all’atto della valutazione.
12.
Le partecipazioni in:
a)
entità controllate, secondo la definizione dell’IPSAS 6 Bilancio
consolidato e separato;
b)
società collegate, secondo la definizione dell'IPSAS 7 Partecipazioni in
società collegate; e
c)
joint venture, secondo la definizione dell’IPSAS 8 Partecipazioni in
joint venture,
sono attività finanziarie escluse dall’ambito di applicazione dell’IPSAS 29.
Qualora la natura di tali partecipazioni sia quella di attività generatrici di flussi
finanziari, esse sono trattate come indicato dal presente Principio. Qualora tali
IPSAS 26
864
attività abbiano la natura di attività non generatrici di flussi finanziari, esse
sono trattate in conformità all’IPSAS 21.
Definizioni
13.
I termini seguenti vengono usati nel presente Principio con i significati
indicati:
Unità generatrice di flussi finanziari (Cash-generating unit) - Il più
piccolo gruppo identificabile di attività detenute con l’obiettivo primario
di generare un rendimento che genera flussi finanziari in entrata
derivanti da un uso continuativo e che sono ampiamente indipendenti dai
flussi finanziari in entrata generati da altre attività o gruppi di attività.
Valore recuperabile (Recoverable amount) - Il maggiore tra il fair value di
un’attività o di un’unità generatrice di flussi finanziari dedotti i costi di
vendita e il suo valore d’uso.
Valore d’uso di un’attività generatrice di flussi finanziari (Value in use) Il valore attuale dei flussi finanziari futuri stimati che ci si attende
deriveranno dall’uso continuativo di un’attività e dalla dismissione alla
fine della sua vita utile.
I termini definiti in altri IPSAS sono utilizzati nel presente Principio con
lo stesso significato loro attribuito negli altri Principi, e sono riportati nel
Glossario pubblicato separatamente.
Attività generatrici di flussi finanziari
14.
Le attività generatrici di flussi finanziari sono attività detenute con l’obiettivo
primario di generare un rendimento. Un’attività genera un rendimento quando
è impiegata con le stesse modalità di un'entità con fini di lucro. Detenere
un’attività al fine di generare un “rendimento” indica che l’entità intende a)
generare flussi finanziari in entrata positivi da tale attività (o dall'unità
generatrice di flussi finanziari di cui l'attività è parte) e b) ottenere un
rendimento che rifletta il rischio connesso alla detenzione dell’attività.
Un’attività può essere detenuta con l’obiettivo primario di generare un
rendimento, anche se essa non raggiunge tale obiettivo in un determinato
esercizio. Al contrario, un’attività può non essere generatrice di flussi
finanziari anche se raggiunge il livello di pareggio o genera un rendimento in
un determinato esercizio. A meno che non sia specificato altrimenti, i
riferimenti a “un’attività” o a “delle attività” nei paragrafi seguenti del
presente Principio riguardano attività generatrici di flussi finanziari.
15.
In determinate circostanze le entità del settore pubblico possono detenere
alcune attività con l’obiettivo primario di generare un rendimento, nonostante
la maggioranza delle attività non sia detenuta a tale scopo. Per esempio, un
ospedale può riservare una parte della propria struttura ai pazienti paganti. Le
865
IPSAS 26
SETTORE PUBBLICO
RIDUZIONE DI VALORE DELLE ATTIVITÀ GENERATRICI DI FLUSSI FINANZIARI
RIDUZIONE DI VALORE DELLE ATTIVITÀ GENERATRICI DI FLUSSI FINANZIARI
attività generatrici di flussi finanziari di un’entità del settore pubblico possono
operare indipendentemente dalle attività non generatrici di flussi finanziari
dell’entità. Per esempio, l’ufficio atti pubblici può percepire le spese di
iscrizione nel registro fondiario indipendentemente dal ministero
dell’agricoltura.
16.
In alcune circostanze, un’attività può generare flussi finanziari nonostante
essa sia posseduta principalmente per fini legati all'erogazione di servizi. Per
esempio, un impianto di smaltimento rifiuti viene gestito per garantire lo
smaltimento in sicurezza dei rifiuti sanitari prodotti da ospedali pubblici, ma
smaltisce su base commerciale anche una piccola quantità di rifiuti sanitari
prodotti da altri ospedali privati. Lo smaltimento dei rifiuti sanitari provenienti
dagli ospedali privati è connesso alle attività dell’impianto e le attività che
generano flussi finanziari non possono essere distinte dalle attività non
generatrici di flussi finanziari.
17.
In altre circostanze, un’attività può generare flussi finanziari ed essere
utilizzata anche per finalità non legate alla generazione di flussi finanziari. Per
esempio, un ospedale pubblico ha dieci reparti, nove dei quali sono su base
commerciale per i pazienti paganti, mentre un reparto è usato per i pazienti
non paganti. I pazienti di entrambe le tipologie di reparto utilizzano altre
strutture ospedaliere (per esempio, le strutture chirurgiche). Per stabilire se
l'entità debba applicare le disposizioni del presente Principio o quelle
dell’IPSAS 21, occorre considerare in quale misura l'attività è posseduta con
l'obiettivo di generare un rendimento. Se, come nell’esempio, la componente
non generatrice di flussi finanziari è una componente non significativa
dell’organizzazione nel suo complesso, l’entità applica il presente Principio
piuttosto che l’IPSAS 21.
18.
In alcuni casi, può non essere chiaro se l’obiettivo principale del possesso di
un'attività sia la generazione di un rendimento. In tali casi, è necessario
valutare la significatività dei flussi finanziari. Può risultare complicato
stabilire se la misura in cui l’attività genera flussi finanziari è talmente
significativa da richiedere l’applicazione del presente Principio piuttosto che
dell’IPSAS 21. Per stabilire quale Principio applicare, è necessaria una
valutazione soggettiva. L’entità elabora dei criteri propri così da poter
formulare tale valutazione in modo uniforme e rispettando la definizione di
attività generatrici di flussi finanziari e attività non generatrici di flussi
finanziari, nonché le relative linee guida indicate nei paragrafi 14-17. Il
paragrafo 114 richiede che l’entità indichi i criteri utilizzati nel formulare tale
valutazione. Tuttavia, dati gli obiettivi generali della maggior parte delle
entità del settore pubblico diverse dalle ICP, si presume che, in tali
circostanze, le attività non siano generatrici di flussi finanziari e, pertanto, si
applicherà l’IPSAS 21.
IPSAS 26
866
Ammortamento
19.
L’ammortamento è la ripartizione sistematica del valore ammortizzabile di un
bene lungo il corso della sua vita utile. Nel caso di un’attività immateriale, il
termine “amortization” (“ammortamento”) è generalmente usato al posto di
“depreciation”. I due termini vengono considerati sinonimi.
Riduzione di valore
20.
Il presente Principio definisce la “riduzione di valore” come una perdita nei
benefici economici futuri o potenziale di servizio di un’attività eccedente la
rilevazione sistematica della perdita nei benefici economici futuri o nel
potenziale di servizio di un’attività dovuta all’ammortamento. La riduzione di
valore di un'attività generatrice di flussi finanziari riflette pertanto una
flessione nei benefici economici futuri o nel potenziale di servizio, incorporati
in un’attività, per l'entità che la controlla. Per esempio, un’entità può avere un
garage comunale che viene utilizzato al 25 per cento della sua capacità. Tale
garage è posseduto per fini commerciali e la direzione ha stimato che esso
genererà un utile con un utilizzo pari almeno al 75 per cento della sua
capacità. La flessione nell’utilizzo non è stata accompagnata da un aumento
significativo delle tariffe. Si ritiene che l’attività abbia subito una riduzione di
valore quando il suo valore contabile supera il suo valore recuperabile.
Identificazione di un’attività che può aver subito una riduzione di
valore
21.
22.
23.
Un’attività ha subito una riduzione di valore quando il suo valore contabile
supera il suo valore recuperabile. I paragrafi 25–27 descrivono alcune
situazioni indicative del fatto che può essersi verificata una perdita per
riduzione di valore. Se si riscontra qualcuna di queste indicazioni, l’entità
deve effettuare una stima formale del valore di servizio recuperabile. Eccetto
quanto indicato nel paragrafo 23, il presente Principio non richiede all’entità
di effettuare una stima formale del valore recuperabile se non vi sono
indicazioni di una perdita per riduzione di valore.
L’entità deve valutare a ogni data di riferimento del bilancio se esiste una
indicazione di una potenziale riduzione di valore dell’attività. Se esiste
una qualsiasi indicazione di ciò, l’entità deve stimare il valore
recuperabile dell’attività.
Indipendentemente dal fatto che vi sia una qualunque indicazione di
riduzione di valore, un’entità deve inoltre verificare annualmente per
riduzione di valore un’attività immateriale con una vita utile indefinita o
un’attività immateriale che non è ancora disponibile all’uso,
confrontando il suo valore contabile con il suo valore recuperabile.
Questa verifica per riduzione di valore può essere effettuata in qualsiasi
momento durante l’esercizio di riferimento, purché avvenga nello stesso
periodo di ogni anno. Attività immateriali differenti possono essere
867
IPSAS 26
SETTORE PUBBLICO
RIDUZIONE DI VALORE DELLE ATTIVITÀ GENERATRICI DI FLUSSI FINANZIARI
RIDUZIONE DI VALORE DELLE ATTIVITÀ GENERATRICI DI FLUSSI FINANZIARI
sottoposte ad una verifica per riduzione di valore in momenti diversi.
Tuttavia, se tale attività immateriale è stata inizialmente rilevata
nell’esercizio in corso, deve essere sottoposta a una verifica per riduzione
di valore prima della fine dell’esercizio in corso.
24.
La capacità di un’attività immateriale di generare benefici economici futuri o
potenziale di servizio sufficienti a recuperare il valore contabile è solitamente
soggetta a maggiore incertezza prima che l’attività sia disponibile all’uso
piuttosto che dopo. Perciò, il presente Principio richiede che l’entità verifichi
almeno annualmente se il valore contabile di un’attività immateriale, che non
è ancora disponibile per l’uso, abbia subito una riduzione di valore.
25.
Nel valutare se esiste un'indicazione che un'attività possa aver subito una
riduzione di valore, l'entità deve considerare, come minimo, le seguenti
indicazioni:
Fonti di informazione esterne
a)
il valore di mercato di un’attività è diminuito significativamente
durante l’esercizio, più di quanto si prevedeva sarebbe accaduto
con il passare del tempo o con il normale uso dell’attività in
oggetto;
b)
significativi cambiamenti con effetto negativo sull’entità si sono
verificati nel corso dell’esercizio, o si verificheranno nel prossimo
futuro, nell’ambiente tecnologico, di mercato, economico o
normativo nel quale l’entità opera o nel mercato al quale
un’attività è rivolta;
c)
i tassi di interesse di mercato o altri tassi di rendimento degli
investimenti sono aumentati nel corso dell’esercizio, ed è probabile
che tali incrementi condizionino il tasso di attualizzazione utilizzato
nel calcolo del valore d’uso di un’attività e riducano in maniera
significativa il valore recuperabile dell’attività;
Fonti di informazione interne
d)
esistono evidenze sull’obsolescenza o sul deterioramento fisico di
un’attività;
e)
significativi cambiamenti a lungo termine con effetto negativo
sull’entità si sono verificati nel corso dell’esercizio, o si
verificheranno nel prossimo futuro, riguardo la misura o il modo in
cui un’attività viene utilizzata o ci si attende sarà utilizzata. Tali
cambiamenti includono casi quali l’attività che diventa inutilizzata,
piani di dismissione o di ristrutturazione del settore operativo al
quale l’attività appartiene, o piani di dismissione dell’attività
prima della data precedentemente prevista, e il ristabilire se la vita
utile di un’attività sia definita o indefinita;
IPSAS 26
868
eA)
la decisione di interrompere la costruzione dell’attività prima che
essa sia completata o in condizioni tali da poter essere utilizzata, e
f)
risulta evidente dall’informativa interna che l’andamento
economico di un’attività è, o sarà, peggiore di quanto previsto.
26.
L’elenco del paragrafo 25 non è esaustivo. L’entità può individuare altre
indicazioni secondo le quali un’attività può avere subito una riduzione di
valore e anche queste richiederebbero che l’entità determini il valore
recuperabile dell’attività.
27.
Indicazioni derivanti dall’informativa interna in grado di rivelare che
un’attività può aver subito una riduzione di valore comprendono:
a)
flussi finanziari connessi all’acquisto di un’attività, o disponibilità
liquide che in seguito si rendono necessarie per rendere operativa o
conservare l’attività, significativamente superiori a quelli
originariamente preventivati;
b)
i dati consuntivi relativi ai flussi finanziari netti oppure all’avanzo o al
disavanzo di gestione conseguenti all'utilizzo dell'attività che si
rivelano significativamente peggiori di quelli originariamente
preventivati;
c)
un significativo peggioramento dei flussi finanziari netti o dell’avanzo
di gestione preventivati, o un significativo aumento della perdita
preventivata relativa all’utilizzo dell’attività, o
d)
perdite o flussi finanziari netti in uscita connessi all’attività, quando gli
importi del periodo in corso vengono aggregati a quelli preventivati per
il futuro.
28.
Come indicato nel paragrafo 23, il presente Principio richiede che un’attività
immateriale con una vita utile indefinita o un’attività immateriale non ancora
disponibile all’uso siano sottoposte a una verifica per riduzione di valore
almeno annualmente. Eccetto quando si applicano le disposizioni del
paragrafo 23, si applica il concetto di rilevanza per stabilire se debba essere
stimato l’importo recuperabile di un’attività. Per esempio, se precedenti
calcoli mostrano che il valore recuperabile di un’attività è significativamente
maggiore rispetto al valore contabile, non occorre che l’entità valuti
nuovamente il valore recuperabile dell’attività, se non si è verificato alcun
evento che abbia eliminato tale differenza. In maniera analoga, analisi
precedenti possono mostrare che il valore recuperabile di un’attività non è
condizionato da una (o alcune) delle indicazioni elencate nel paragrafo 25.
29.
Come spiegazione del paragrafo 28, se i tassi di interesse presenti nel mercato
o altri tassi di rendimento sugli investimenti sono aumentati nel corso
dell’esercizio, l’entità non è obbligata a effettuare una stima formale del
valore recuperabile di un’attività nei seguenti casi:
869
IPSAS 26
SETTORE PUBBLICO
RIDUZIONE DI VALORE DELLE ATTIVITÀ GENERATRICI DI FLUSSI FINANZIARI
RIDUZIONE DI VALORE DELLE ATTIVITÀ GENERATRICI DI FLUSSI FINANZIARI
30.
a)
se non è probabile che l’aumento dei tassi di mercato incida sul tasso di
attualizzazione usato nel calcolo del valore d’uso. Per esempio,
incrementi nei tassi di interesse a breve termine possono non avere un
effetto rilevante sui tassi di attualizzazione usati per un’attività che ha
una lunga vita utile rimanente.
b)
se è probabile che l’aumento dei tassi di mercato incida sul tasso di
attualizzazione usato nel calcolo del valore d’uso ma una precedente
analisi di sensitività del valore recuperabile mostra che:
i)
è improbabile che ci sarà una diminuzione significativa del
valore recuperabile poiché è anche probabile che i flussi
finanziari futuri aumentino (per esempio, in alcuni casi, un’entità
può anche essere in grado di dimostrare di poter modificare i
propri proventi, derivanti in prevalenza da scambi, per
compensare eventuali aumenti dei tassi di mercato); o
ii)
è improbabile che la diminuzione del valore recuperabile
comporti una rilevante perdita per riduzione di valore.
Se esiste un’indicazione che un’attività può aver subito una riduzione di
valore, questo può indicare che la vita utile residua, il criterio di
ammortamentoo il valore residuo dell’attività necessitano di essere
riconsiderati e rettificati secondo le disposizioni contenute nel Principio
applicabile a tale attività, anche se non è rilevata alcuna perdita per riduzione
di valore della stessa.
Determinazione del valore recuperabile
31.
Il presente Principio definisce il “valore recuperabile” come il maggiore tra il
fair value di un'attività dedotti i costi di vendita e il suo valore d'uso. I
paragrafi 32–70 contengono le disposizioni per la determinazione del valore
recuperabile. Queste disposizioni fanno uso del termine “un’attività” ma si
applicano egualmente sia a una singola attività, sia a un’unità generatrice di
flussi finanziari.
32.
Non è sempre necessario determinare sia il fair value dedotti i costi di vendita
sia il suo valore d’uso. Se uno dei due valori risulta superiore al valore
contabile, l’attività non ha subito una riduzione di valore e non è necessario
stimare l’altro importo.
33.
Può essere possibile determinare il fair value dedotti i costi di vendita, anche
se un’attività non è negoziata in un mercato attivo. Tuttavia, alcune volte non
sarà possibile determinare il fair value dedotti i costi di vendita poiché non
esiste alcun criterio per effettuare una stima attendibile dell’importo ottenibile
dalla vendita dell’attività in una libera transazione tra parti consapevoli e
IPSAS 26
870
disponibili. In questo caso, l’entità può utilizzare il valore d’uso dell’attività
come valore recuperabile.
34.
Se non vi è ragione di credere che il valore d’uso di un’attività superi
significativamente il suo fair value dedotti i costi di vendita, il fair value
dell’attività dedotti i costi di vendita può essere utilizzato come valore
recuperabile. Questo si verifica spesso quando un’attività è destinata alla
dismissione, in quanto il suo valore d’uso consisterà prevalentemente nelle
entrate nette derivanti dalla dismissione, considerato che è probabile che i
flussi finanziari futuri derivanti dall’uso continuativo dell’attività sino alla
dismissione siano irrilevanti.
35.
Il valore recuperabile viene calcolato con riferimento a una singola attività,
salvo che essa non sia in grado di generare flussi finanziari in entrata che sono
ampiamente indipendenti da quelli derivanti da altre attività o gruppi di
attività. In tal caso, il valore recuperabile viene riferito all’unità generatrice di
flussi finanziari alla quale l’attività appartiene (vedere paragrafi compresi tra
85 e 90), a meno che:
il fair value dell’attività dedotti i costi di vendita sia superiore al valore
contabile, o
b)
l’attività fa parte di un’unità generatrice di flussi finanziari ma è in
grado individualmente di generare flussi finanziari, nel qual caso il valore
d’uso dell’attività può essere stimato prossimo al suo fair value dedotti i costi
di vendita ed è possibile determinare il fair value dedotti i costi di vendita.
a)
36.
In alcune circostanze, stime, medie e sistemi semplificati di calcolo possono
fornire approssimazioni ragionevoli dei calcoli dettagliati, per determinare il
fair value dedotti i costi di vendita o il valore d’uso.
Determinazione del valore recuperabile di un’attività immateriale con una vita
utile indefinita
37.
Il paragrafo 23 dispone che una attività immateriale con vita utile indefinita
sia sottoposta annualmente a verifica per riduzione di valore confrontando il
valore contabile con il valore recuperabile, a prescindere dal fatto che esistano
o meno indicazioni che possa aver subito una riduzione di valore. Tuttavia, il
calcolo dettagliato più recente del valore recuperabile di tale attività fatto in
un periodo precedente può essere utilizzato nella verifica per riduzione di
valore per quell’attività nell’esercizio in corso, a condizione che tutti i
seguenti criteri siano soddisfatti:
a)
qualora l’attività immateriale non generi flussi finanziari in entrata
derivanti dall’uso continuativo che sono largamente indipendenti da
quelli di altre attività o gruppi di attività ed è quindi sottoposta a
verifica per riduzione di valore come parte di un’unità generatrice di
flussi finanziari cui appartiene, le attività e le passività che
871
IPSAS 26
SETTORE PUBBLICO
RIDUZIONE DI VALORE DELLE ATTIVITÀ GENERATRICI DI FLUSSI FINANZIARI
RIDUZIONE DI VALORE DELLE ATTIVITÀ GENERATRICI DI FLUSSI FINANZIARI
compongono quell’unità non sono variate significativamente dal più
recente calcolo del valore recuperabile;
b)
il più recente calcolo del valore recuperabile ha avuto come risultato un
valore che ha superato il valore contabile dell’attività per un
ammontare consistente, e
c)
sulla base di un’analisi dei fatti intervenuti e delle circostanze
modificatesi dal momento del più recente calcolo del valore
recuperabile, la probabilità che una nuova determinazione del valore
recuperabile sia inferiore al suo valore contabile è remota.
Fair value dedotti i costi di vendita
38.
La migliore evidenza del fair value dedotti i costi di vendita è il prezzo
pattuito in un accordo vincolante di vendita stabilito in una libera transazione,
rettificato dei costi incrementali che sarebbero direttamente attribuibili alla
dismissione dell’attività.
39.
Se non c’è alcun accordo vincolante di vendita, ma un’attività è negoziata in
un mercato attivo, il fair value dedotti i costi di vendita corrisponde al prezzo
di mercato dell’attività dedotti i costi di dismissione. Il prezzo di mercato
appropriato è solitamente il prezzo corrente d’offerta. Quando non sono
disponibili i prezzi correnti d’offerta, il prezzo dell’operazione più recente può
rappresentare un parametro per stimare il fair value dedotti i costi di vendita,
purché, tra la data dell’operazione e quella in cui è effettuata la stima, non
siano intervenuti cambiamenti significativi nel contesto economico. .
40.
Se per un’attività non esiste alcun accordo vincolante di vendita né alcun
mercato attivo, il fair value dedotti i costi di vendita è determinato sulla base
delle migliori informazioni disponibili in relazione all’ammontare che l’entità
potrebbe ottenere, alla data di riferimento del bilancio, dalla dismissione
dell’attività in una libera transazione tra parti consapevoli e disponibili, dopo
che siano stati dedotti i costi di dismissione. Nel determinare questo
ammontare, l’entità considera il risultato di recenti transazioni per attività
similari effettuate all’interno dello stesso settore. Il fair value dedotti i costi di
vendita non riflette una vendita forzosa.
41.
I costi di dismissione, diversi da quelli già rilevati come passività, sono
eliminati contabilmente ai fini della determinazione del fair value dedotti i
costi di vendita. Esempi di tali costi sono le spese legali, l’imposta di bollo ed
altre imposte simili connesse alla transazione, i costi di rimozione dell’attività,
ed i costi incrementali diretti necessari per rendere un’attività pronta alla
vendita. Tuttavia, i benefici dovuti ai dipendenti per la cessazione del rapporto
di lavoro e i costi associati alla riduzione o alla riorganizzazione dell’azienda
successivi alla dismissione di un’attività non sono costi incrementali diretti
per la dismissione della stessa.
IPSAS 26
872
42.
Talvolta, la dismissione di un’attività richiede che il compratore debba
assumersi contestualmente all’attività anche una passività ed è disponibile
solo un fair value dedotti i costi di vendita complessivo per l’attività e per la
passività. Il paragrafo 89 spiega come trattare tali casi.
Valore d’uso
43.
44.
45.
I seguenti elementi devono essere riflessi nel calcolo del valore d’uso di
un’attività:
a)
una stima dei flussi finanziari futuri che l’entità si aspetta di
ottenere dall’attività;
b)
le aspettative in merito a possibili variazioni del valore o nei tempi
di tali flussi finanziari futuri;
c)
il valore temporale del denaro, rappresentato dall’attuale tasso di
interesse di mercato privo di rischio;
d)
il prezzo di assumersi l’incertezza implicita nell’attività, e
e)
altri fattori, quali la mancanza di liquidità, che gli operatori di
mercato rifletterebbero nel determinare il prezzo dei flussi
finanziari futuri che l’entità si aspetta di ottenere dall’attività.
La stima del valore d’uso di un’attività comporta le seguenti operazioni:
a)
stimare i flussi finanziari futuri in entrata e in uscita che deriveranno
dall’uso continuativo dell’attività e dalla sua dismissione finale, e
b)
applicare il tasso di attualizzazione appropriato a tali flussi finanziari
futuri.
Gli elementi identificati nel paragrafo 43 b), d) ed e) possono essere riflessi
come rettifiche dei flussi finanziari futuri o come rettifiche al tasso di
attualizzazione. Qualunque sia l’approccio adottato da un’entità per riflettere
le aspettative sulle possibili variazioni del valore o nella tempistica dei flussi
finanziari futuri, il risultato deve riflettere il valore attuale atteso dei flussi
finanziari futuri, ossia la media ponderata di tutti i risultati possibili. La Guida
operativa fornisce una guida aggiuntiva sull’uso delle tecniche del valore
attuale nella determinazione del valore d’uso dell’attività.
Criteri di stima dei flussi finanziari futuri
46.
Nella valutazione del valore d’uso, un’entità deve:
a)
basare le proiezioni dei flussi finanziari su presupposti
ragionevoli e dimostrabili in grado di rappresentare la
migliore stima effettuabile da parte della direzione di una
serie di condizioni economiche che esisteranno lungo la
873
IPSAS 26
SETTORE PUBBLICO
RIDUZIONE DI VALORE DELLE ATTIVITÀ GENERATRICI DI FLUSSI FINANZIARI
RIDUZIONE DI VALORE DELLE ATTIVITÀ GENERATRICI DI FLUSSI FINANZIARI
restante vita utile dell’attività. Maggior peso deve essere
attribuito alle evidenze provenienti dall’esterno;
b)
basare le proiezioni dei flussi finanziari sul più recente bilancio
preventivo/le previsioni approvati dalla direzione, ma deve
escludere eventuali flussi finanziari in entrata o in uscita futuri
che si stima derivino da future ristrutturazioni o miglioramenti
o incrementi dell’andamento della resa dell’attività. Le
proiezioni fondate su questi bilanci preventivi/previsioni
devono coprire un periodo massimo di cinque anni, tranne
laddove sia giustificabile un arco temporale superiore, e
c)
stimare le proiezioni dei flussi finanziari per un periodo più
ampio rispetto a quello coperto dai più recenti bilanci
preventivi/previsioni tramite estrapolazione delle proiezioni
fondate su bilanci preventivi/previsioni facendo uso per gli anni
successivi di un tasso di crescita stabile o in diminuzione,
tranne laddove sia giustificabile l’uso di un tasso crescente.
Questo tasso di crescita non deve eccedere il tasso medio di
crescita a lungo termine della produzione, dei settori, del Paese
o dei Paesi in cui l’entità opera, o dei mercati nei quali l’attività
è utilizzata, tranne laddove sia giustificabile l’uso di un tasso
superiore.
47.
La direzione valuta la ragionevolezza delle ipotesi su cui si basano le attuali
proiezioni di flussi finanziari esaminando le cause delle differenze tra le
proiezioni dei flussi finanziari passati e i flussi finanziari attuali. La direzione
deve assicurare che le ipotesi su cui si basano le attuali proiezioni di flussi
finanziari siano coerenti con i risultati effettivi passati, a condizione che gli
effetti degli eventi successivi o di circostanze che non esistevano quando tali
flussi finanziari attuali sono stati generati lo rendano appropriato.
48.
Generalmente non sono disponibili bilanci preventivi/previsioni dettagliati,
espliciti e attendibili di flussi finanziari futuri per archi temporali superiori ai
cinque anni. Per questo motivo, le stime dei flussi finanziari futuri effettuate
dalla direzione sono fondate sui più recenti bilanci preventivi/previsioni per
un periodo massimo di cinque anni. La direzione può fare uso di proiezioni di
flussi finanziari fondate su bilanci preventivi/previsioni per un periodo
superiore ai cinque anni se ha motivo di ritenere che tali proiezioni siano
attendibili e può dimostrare la propria capacità, fondata sulle passate
esperienze, di prevedere accuratamente flussi finanziari per un periodo più
lungo.
49.
Le proiezioni dei flussi finanziari sino alla fine della vita utile di un’attività
sono stimate tramite l’estrapolazione di proiezioni di flussi finanziari basati su
bilanci preventivi/previsioni utilizzando un tasso di crescita per gli anni
successivi. Questo tasso è stabile o in diminuzione, a meno che un aumento
IPSAS 26
874
del tasso sia in linea con informazioni oggettive di crescita nell’ambito del
ciclo di vita di un prodotto o di un settore. Se appropriato, il tasso di crescita
può essere pari a zero o può anche essere negativo.
50.
Se le condizioni sono favorevoli, è probabile che altri concorrenti entrino nel
mercato e riducano i tassi di crescita. Perciò, le entità avranno difficoltà nel
lungo periodo (per esempio, venti anni) a superare il tasso medio di crescita
storico della produzione, dei settori, del Paese o dei Paesi in cui l’entità opera,
o del mercato nel quale l’attività è utilizzata.
51.
Nel fare uso di informazioni contenute in bilanci preventivi/previsioni
finanziari, l’entità valuta se l’informazione si basa su presupposti ragionevoli
e dimostrabili ed esprime la migliore stima effettuata dalla direzione
sull’insieme delle condizioni economiche che esisteranno per la restante vita
utile dell’attività.
Composizione delle stime dei flussi finanziari futuri
52.
Le stime dei flussi finanziari futuri devono includere:
a)
le proiezioni dei flussi finanziari in entrata generati dall’uso
continuativo dell’attività;
b)
le proiezioni dei flussi finanziari in uscita che si verificano
necessariamente per generare flussi finanziari in entrata dall’uso
continuativo dell’attività (inclusi i flussi finanziari in uscita per
rendere l’attività utilizzabile) e che possono essere direttamente
attribuiti o ripartiti all’attività in base a un criterio ragionevole e
uniforme, e
c)
i flussi finanziari netti, qualora esistano, che saranno ricevuti (o
pagati) per la dismissione dell’attività alla fine della sua vita utile.
53.
Le stime dei flussi finanziari futuri e il tasso di attualizzazione riflettono
presupposti coerenti in merito agli aumenti dei prezzi imputabili all’inflazione
generale. Perciò, se il tasso di attualizzazione include l’effetto degli aumenti
dei prezzi imputabili all’inflazione generale, i flussi finanziari futuri sono
stimati al loro valore nominale. Se il tasso di attualizzazione esclude l’effetto
degli aumenti dei prezzi imputabili all’inflazione generale, i flussi finanziari
futuri sono stimati al loro valore reale (ma includono specifici aumenti o
diminuzioni dei prezzi futuri).
54.
Le proiezioni di flussi finanziari in uscita includono quelli per la
manutenzione ordinaria dell’attività e per le spese generali future che possono
essere attribuibili direttamente, o ripartite secondo un criterio ragionevole e
uniforme, all’uso dell’attività.
55.
Quando il valore contabile dell’attività non include ancora tutti i flussi
finanziari in uscita che si manifesteranno prima che questa sia pronta per
875
IPSAS 26
SETTORE PUBBLICO
RIDUZIONE DI VALORE DELLE ATTIVITÀ GENERATRICI DI FLUSSI FINANZIARI
RIDUZIONE DI VALORE DELLE ATTIVITÀ GENERATRICI DI FLUSSI FINANZIARI
essere usata o venduta, la stima dei flussi finanziari futuri in uscita include una
stima di qualsiasi ulteriore flusso finanziario in uscita che si suppone si
verifichi prima che l’attività sia pronta per l’uso o per la vendita. Per esempio,
questo è il caso di un edificio in costruzione o di un progetto di sviluppo non
ancora completato.
56.
57.
58.
Al fine di evitare un doppio conteggio, le stime di flussi finanziari futuri non
includono:
a)
flussi finanziari in entrata derivanti da attività che generano flussi
finanziari in entrata che sono ampiamente indipendenti dai flussi
finanziari in entrata delle attività in oggetto (per esempio, attività
finanziarie quali crediti), e
b)
flussi finanziari in uscita connessi a obbligazioni rilevate tra le passività
(per esempio, debiti, pensioni o accantonamenti).
I flussi finanziari futuri delle attività devono essere stimati facendo
riferimento alle loro condizioni attuali. Le stime dei flussi finanziari
futuri non devono includere flussi finanziari futuri stimati in entrata o in
uscita che si suppone debbano derivare da:
a)
una ristrutturazione futura per la quale l’entità non si è ancora
impegnata, o
b)
il miglioramento o l’incremento della resa dell’attività.
Poiché i flussi finanziari futuri dell’attività sono stimati in funzione della sua
condizione attuale, il valore d’uso non riflette:
a)
i flussi finanziari futuri in uscita, o i connessi risparmi di costo (ad
esempio, le riduzioni sui costi del personale) o i benefici che si suppone
deriveranno da una futura ristrutturazione per la quale l’entità non si è
ancora impegnata, o
b)
i flussi finanziari in uscita che miglioreranno o incrementeranno la resa
dell’attività o i relativi flussi finanziari in entrata che ci si attende
deriveranno da tali flussi finanziari in uscita.
59.
Una ristrutturazione è un programma a) pianificato e controllato dalla
direzione che b) modifica in maniera rilevante l’oggetto dell’attività intrapresa
da un’entità o il modo in cui l’attività è condotta. L’IPSAS 19
Accantonamenti, passività e attività potenziali fornisce indicazioni che
aiutano a chiarire quando l’entità è impegnata in una ristrutturazione.
60.
Quando l’entità si impegna in una ristrutturazione, è probabile che alcune
attività siano interessate da questa ristrutturazione. Una volta che l’entità si è
impegnata nella ristrutturazione:
a)
IPSAS 26
le stime dei flussi finanziari futuri in entrata e in uscita al fine di
determinare il valore d’uso riflettono i risparmi di costo e gli altri
876
benefici derivanti dalla ristrutturazione (in funzione del più recente
bilancio preventivo/previsioni approvato dalla direzione), e
b)
le stime dei flussi finanziari in uscita per la ristrutturazione sono incluse
in un accantonamento per spese di ristrutturazione secondo quanto
previsto dall’IPSAS 19.
61.
Fino a che un’entità sostiene flussi finanziari in uscita che migliorano o
incrementano la resa dell’attività, le stime di flussi finanziari futuri non
includono le stime dei futuri flussi finanziari in entrata che si prevede derivino
dall’aumento dei benefici economici associati ai flussi finanziari in uscita.
62.
Le stime di flussi finanziari futuri includono i futuri flussi finanziari in uscita
necessari a mantenere il livello dei benefici economici che ci si attende
derivino dall’attività nella sua condizione attuale. Quando un’unità consiste di
attività con stimate vite utili differenti, le quali sono tutte essenziali per il
normale funzionamento dell’unità, la sostituzione delle attività con vite più
brevi è considerata essere parte della manutenzione ordinaria dell’unità nello
stimare i flussi finanziari futuri associati all’unità. Similarmente, quando
un’attività singola include componenti con stimate vite utili differenti, la
sostituzione dei componenti con vite utili più brevi è considerata essere parte
della manutenzione ordinaria dell’attività quando si stimano i futuri flussi
finanziari generati dall’attività.
63.
Le stime dei flussi finanziari futuri non devono includere:
a)
i flussi finanziari in entrata o in uscita derivanti da attività di
finanziamento, o
b)
pagamenti o rimborsi fiscali.
64.
I flussi finanziari futuri stimati riflettono presupposti che sono coerenti con il
criterio con cui è determinato il tasso di attualizzazione. Altrimenti, l’effetto
collegato ad alcuni presupposti sarebbe calcolato due volte oppure ignorato.
Poiché il valore temporale del denaro è considerato nell’attualizzazione dei
flussi finanziari futuri stimati, questi flussi finanziari escludono i flussi
finanziari in entrata o in uscita derivanti da attività di finanziamento.
Analogamente, considerato che il tasso di attualizzazione è determinato al
lordo delle imposte, anche i flussi finanziari futuri sono determinati al lordo
degli effetti fiscali.
65.
La stima dei flussi finanziari netti da ricevere (o da pagare) per la
dismissione di un’attività alla fine della sua vita utile deve essere pari
all’ammontare che l’entità si aspetta di ottenere dalla dismissione
dell’attività in una libera transazione tra parti consapevoli e disponibili,
dopo aver dedotto i costi stimati di dismissione.
66.
La stima dei flussi finanziari netti che saranno ricevuti (o pagati) per la
dismissione di un’attività alla fine della sua vita utile è determinata in modo
877
IPSAS 26
SETTORE PUBBLICO
RIDUZIONE DI VALORE DELLE ATTIVITÀ GENERATRICI DI FLUSSI FINANZIARI
RIDUZIONE DI VALORE DELLE ATTIVITÀ GENERATRICI DI FLUSSI FINANZIARI
similare al fair value dell’attività dedotti i costi di vendita, con la differenza
che, nella stima dei flussi finanziari netti:
a)
l’entità usa i prezzi in vigore alla data della stima per attività similari
che hanno completato il proprio ciclo di vita utile e che sono state
utilizzate in condizioni similari a quelle in cui l’attività sarà usata, e
b)
l’entità rettifica questi prezzi per effetto sia di aumenti futuri dei prezzi
dovuti all’inflazione generale che di specifici aumenti o diminuzioni
futuri dei prezzi. Tuttavia, se le stime di flussi finanziari futuri derivanti
dall’uso continuativo dell’attività e il tasso di attualizzazione escludono
l’effetto dell’inflazione generale, l’entità esclude anche questo effetto
dalla stima dei flussi finanziari netti relativi alla dismissione.
Flussi finanziari futuri in valuta estera
67.
I flussi finanziari futuri sono stimati nella valuta nella quale essi saranno
generati e, quindi, attualizzati facendo uso di un tasso appropriato a quella
stessa valuta. L’entità converte il valore attuale utilizzando il tasso di cambio
a pronti alla data del calcolo del valore d’uso.
Tasso di attualizzazione
68.
Il tasso di attualizzazione deve essere determinato al lordo delle imposte e
deve essere tale da riflettere le valutazioni correnti di mercato:
a)
del valore temporale del denaro, rappresentato dal tasso corrente
di interesse privo di rischio, e
b)
dei rischi specifici dell’attività per i quali le stime dei flussi
finanziari futuri non sono state rettificate.
69.
Un tasso che riflette le valutazioni correnti del mercato del valore temporale
del denaro e dei rischi specifici dell’attività corrisponde al rendimento che gli
investitori richiederebbero se si trovassero nella situazione di dover scegliere
un investimento che generi flussi finanziari di importi, tempistica e rischio
equivalenti a quelli che l’entità si aspetta derivino dall’attività in oggetto.
Questo tasso è stimato attraverso il tasso implicito utilizzato per attività
similari nelle contrattazioni correntemente presenti nel mercato. Tuttavia, il(i)
tasso(i) di sconto utilizzato(i) per valutare il valore d’uso di un’attività non
riflette(ono) i rischi per i quali le stime dei flussi finanziari futuri sono state
rettificate. Altrimenti, gli effetti connessi ad alcuni presupposti potrebbero
essere calcolati due volte.
70.
Se il tasso specifico di un’attività non è reperibile direttamente sul mercato,
l’entità usa altre tecniche per stimarne il tasso di attualizzazione. La Guida
operativa fornisce una guida aggiuntiva sulla stima del tasso di attualizzazione
in tali circostanze.
IPSAS 26
878
Rilevazione e determinazione di una perdita per riduzione di
valore di una singola attività
71.
I paragrafi 72–75 contengono le disposizioni per la rilevazione e
determinazione delle perdite per riduzione di valore di una singola attività. La
rilevazione e la determinazione delle perdite per riduzione di valore delle
unità generatrici di flussi finanziari sono trattate nei paragrafi 76–97.
72.
Se, e solo se, il valore recuperabile di un’attività è inferiore al valore
contabile, quest’ultimo deve essere ridotto al suo valore recuperabile.
Tale riduzione costituisce una perdita per riduzione di valore.
73.
Una perdita per riduzione di valore deve essere immediatamente rilevata
nell’avanzo o disavanzo di gestione.
74.
Quando la perdita per riduzione di valore è stimata per un importo
superiore al valore contabile dell’attività cui si riferisce, l’entità deve
rilevare una passività se, e solo se, ciò è richiesto da un altro Principio.
75.
Dopo che la perdita per riduzione di valore è stata rilevata, la quota di
ammortamento (svalutazione) dell’attività deve essere rettificata negli
esercizi futuri per poter ripartire il nuovo valore contabile dell’attività,
detratto il suo valore residuo (qualora esista), sistematicamente lungo la
sua restante vita utile.
Unità generatrici di flussi finanziari
76.
I paragrafi 77–97 contengono le disposizioni per identificare l’unità
generatrice di flussi finanziari cui un’attività appartiene, per determinare
il valore contabile e rilevare le perdite per riduzione di valore dell’unità
generatrice di flussi finanziari.
Identificazione dell’unità generatrice di flussi finanziari alla quale un’attività
appartiene
77.
Se esiste un’indicazione che un’attività può avere subito una riduzione di
valore, deve essere stimato il valore recuperabile della singola attività. Se
ciò non è possibile, l’entità deve determinare il valore recuperabile
dell’unità generatrice di flussi finanziari alla quale l’attività appartiene
(unità generatrice di flussi finanziari dell’attività).
78.
Il valore recuperabile di una singola attività non può essere determinato se:
a)
il valore d’uso dell’attività non è stimato essere prossimo al proprio fair
value dedotti i costi di vendita (ad esempio, quando non è possibile
stimare che i flussi finanziari futuri derivanti dall’uso permanente
dell’attività siano irrilevanti), e
879
IPSAS 26
SETTORE PUBBLICO
RIDUZIONE DI VALORE DELLE ATTIVITÀ GENERATRICI DI FLUSSI FINANZIARI
RIDUZIONE DI VALORE DELLE ATTIVITÀ GENERATRICI DI FLUSSI FINANZIARI
b)
l’attività non genera flussi finanziari in entrata ampiamente
indipendenti da quelli derivanti da altre attività e non è in grado di
generare flussi finanziari individualmente.
In tali circostanze, il valore d’uso e, perciò, il valore recuperabile, possono
essere determinati solo con riferimento all’unità generatrice di flussi finanziari
dell’attività.
79.
Come definito nel paragrafo 13, l’unità generatrice di flussi finanziari di
un’attività è il più piccolo gruppo di attività che a) comprende l’attività e b)
genera flussi finanziari in entrata che sono ampiamente indipendenti dai flussi
finanziari in entrata derivanti dalle altre attività o gruppi di attività.
L’identificazione di un’unità generatrice di flussi finanziari di un’attività
implica un giudizio soggettivo. Se il valore recuperabile di una singola attività
non può essere determinato, l’entità identifica la più piccola aggregazione di
attività che genera flussi finanziari in entrata ampiamente indipendenti.
80
I flussi finanziari in entrata sono flussi in entrata di disponibilità liquide e di
mezzi equivalenti ricevuti da parti esterne all’entità. Nell’identificare se i
flussi finanziari in entrata derivanti da un’attività (o da un gruppo di attività)
siano ampiamente indipendenti da quelli derivanti da altre attività (o gruppi di
attività), l’entità considera diversi fattori, fra i quali il modo in cui la direzione
controlla l’operatività dell’entità (per esempio, per linee di prodotto, per
settore, per collocazione geografica, per area distrettuale o regionale) o come
la direzione prende decisioni in merito al fatto di mantenere operativi o
dismettere i beni e le attività dell’entità. La Guida applicativa fornisce un
esempio dell’identificazione di un’unità generatrice di flussi finanziari.
81.
Se esiste un mercato attivo per il prodotto di un’attività o di un gruppo di
attività, tale attività o gruppo di attività deve essere identificato come
un’unità generatrice di flussi finanziari, anche se alcuni o tutti i prodotti
sono usati internamente. Se i flussi finanziari generati da una qualsiasi
delle attività o unità generatrice di flussi finanziari sono influenzati da
prezzi di trasferimento interno, un’entità deve utilizzare la miglior stima
della direzione per il/i prezzo/i futuro/i che potrebbe(ro) essere ottenuto(i)
in libere transazioni nello stimare:
82.
a)
i flussi finanziari futuri in entrata utilizzati per determinare il
valore d’uso dell’attività o dell’unità generatrice di flussi
finanziari, e
b)
i flussi finanziari futuri in uscita utilizzati per determinare il valore
d’uso di ogni altra attività o unità generatrice di flussi finanziari
che sono influenzati da prezzi di trasferimento interno.
Anche se parte o tutto il prodotto di un’attività o di un gruppo di attività è
usato da altre unità appartenenti all’entità che redige il bilancio (per esempio,
prodotti a uno stadio intermedio del processo di produzione), questa attività o
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880
gruppo di attività forma un’unità generatrice di flussi finanziari distinta se
l’entità può vendere questo prodotto in un mercato attivo. Questo perché
l’attività o il gruppo di attività può generare flussi finanziari in entrata che
sarebbero ampiamente indipendenti dai flussi finanziari in entrata derivanti da
altre attività o altri gruppi di attività. Nell’utilizzare le informazioni basate su
bilanci preventivi/previsioni che fanno riferimento a tale unità generatrice di
flussi finanziari, o a un’eventuale altra attività o unità generatrice di flussi
finanziari influenzata da prezzi di trasferimento interno, un’entità rettifica
questa informazione se i prezzi di trasferimento interno non riflettono la
miglior stima della direzione di prezzi futuri che potrebbero essere ottenuti in
libere transazioni.
83.
Le unità generatrici di flussi finanziari della stessa attività o delle stesse
tipologie di attività devono essere identificate con criteri uniformi da
esercizio a esercizio, tranne se il cambiamento possa essere giustificato.
84.
Se l’entità ritiene che un’attività appartiene a un’unità generatrice di flussi
finanziari diversa rispetto a quella dei precedenti esercizi, o che le tipologie di
attività aggregate dell’unità generatrice di flussi finanziari dell’attività sono
cambiate, il paragrafo 120 richiede che debbano essere fornite informazioni
integrative sulle unità generatrici di flussi finanziari, se una perdita per
riduzione di valore viene rilevata o stornata per l’unità generatrice di flussi
finanziari.
Valore recuperabile e valore contabile di un’unità generatrice di flussi
finanziari
85.
Il valore recuperabile di un’unità generatrice di flussi finanziari è il maggiore
tra il fair value dedotti i costi di vendita e il valore d’uso della stessa. Per la
determinazione del valore recuperabile di un’unità generatrice di flussi
finanziari, qualsiasi riferimento contenuto nei paragrafi 31-70 a un’attività
deve essere letto come riferimento a un’unità generatrice di flussi finanziari.
86.
Il valore contabile di un’unità generatrice di flussi finanziari deve essere
determinato in maniera coerente con il criterio con cui è determinato il
valore recuperabile dell’unità generatrice di flussi finanziari.
87.
Il valore contabile di un’unità generatrice di flussi finanziari:
a)
include il valore contabile delle sole attività che possono essere
attribuite direttamente, o ripartite secondo un criterio ragionevole e
uniforme, all’unità generatrice di flussi finanziari e che genereranno
flussi finanziari futuri in entrata utilizzati nel determinare il valore
d’uso dell’unità generatrice di flussi finanziari, e
b)
non include il valore contabile di nessuna passività rilevata, a meno che
il valore recuperabile dell’unità generatrice di flussi finanziari non
possa essere determinato senza tenere conto di questa passività.
881
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RIDUZIONE DI VALORE DELLE ATTIVITÀ GENERATRICI DI FLUSSI FINANZIARI
Ciò è dovuto al fatto che il fair value dedotti i costi di vendita e il valore d’uso
di un’unità generatrice di flussi finanziari sono determinati escludendo i flussi
finanziari relativi ad attività che non sono parte dell’unità generatrice di flussi
finanziari e a passività che sono state rilevate (vedere paragrafi 41 e 56).
88.
Quando le attività sono raggruppate per valutarne la recuperabilità, è
importante includere nell’unità generatrice di flussi finanziari tutte le attività
che generano, o sono usate per generare, flussi finanziari in entrata.
Altrimenti, l’unità generatrice di flussi finanziari può apparire totalmente
recuperabile mentre in realtà si è verificata una perdita per riduzione di valore.
L’albero delle decisioni illustrato fornisce un diagramma di flusso che illustra
il trattamento di attività individuali che appartengono alle unità generatrici di
flussi finanziari.
89.
Può essere necessario tener conto di alcune passività già rilevate al fine di
misurare il valore recuperabile di un’unità generatrice di flussi finanziari. Ciò
si può verificare se la dismissione di un’unità generatrice di flussi finanziari
richiede che il compratore si accolli una passività. In tale circostanza, il fair
value dedotti i costi di vendita (o il flusso finanziario stimato derivante dalla
dismissione finale) dell’unità generatrice di flussi finanziari equivale al prezzo
netto di vendita stimato delle attività dell’unità generatrice di flussi finanziari
e della passività nel loro insieme, detratti i costi di dismissione. Per effettuare
una comparazione che abbia senso tra valore contabile dell’unità generatrice
di flussi finanziari e valore recuperabile, il valore contabile della passività è
detratto sia nella determinazione del valore d’uso sia del valore contabile
dell’unità generatrice di flussi finanziari.
90.
Per motivi pratici, il valore recuperabile di un’unità generatrice di flussi
finanziari è talvolta determinato dopo aver tenuto conto anche di a) attività
che non fanno parte dell’unità generatrice di flussi finanziari (per esempio,
crediti o altre attività finanziarie) o b) passività che sono state rilevate (per
esempio, debiti, indennità e altri accantonamenti). In tali circostanze, il valore
contabile dell’unità generatrice di flussi finanziari è accresciuto dal valore
contabile di tali attività e passività.
Perdita per riduzione di valore di un’unità generatrice di flussi finanziari
91.
Una perdita per riduzione di valore deve essere rilevata per una unità
generatrice di flussi finanziari se, e soltanto se, il valore recuperabile
dell’unità è inferiore al valore contabile dell’unità. La perdita per
riduzione di valore deve essere imputata a riduzione del valore contabile
delle attività generatrici di flussi finanziari dell’unità, in maniera
proporzionale, in base al valore contabile di ciascuna attività nell’unità.
Tali riduzioni dei valori contabili devono essere trattate come perdite per
riduzione di valore delle singole attività e rilevate in conformità alle
disposizioni contenute nel paragrafo 73.
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882
92.
Nell’attribuire una perdita per riduzione di valore secondo quanto
previsto dal paragrafo 91, un’entità non deve ridurre il valore contabile
di un’attività al di sotto del maggior valore tra:
a)
il fair value dedotti i costi di vendita (se determinabile);
b)
il valore d’uso (se determinabile), e
c)
zero.
L’ammontare della perdita per riduzione di valore che sarebbe stata
altrimenti imputata all’attività deve essere allocata proporzionalmente
alle altre attività generatrici di flussi finanziari dell’unità.
93.
Qualora un’attività non generatrice di flussi finanziari contribuisca a
un’unità generatrice di flussi finanziari, una quota parte del valore
contabile di tale attività non generatrice di flussi finanziari dovrà essere
attribuita al valore contabile dell'unità generatrice di flussi finanziari
prima che venga stimato il valore recuperabile dell'unità generatrice di
flussi finanziari. Il valore contabile dell’attività non generatrice di flussi
finanziari dovrà riflettere tutte le perdite per riduzione di valore alla
data di riferimento del bilancio, determinate secondo le disposizioni
dell’IPSAS 21.
94.
Se il valore recuperabile di una singola attività non può essere determinato
(vedere paragrafo 78):
95.
a)
una perdita per riduzione di valore dell’attività è rilevata se il valore
contabile di tale attività è più elevato del maggiore tra il fair value
dedotti i costi di vendita e i risultati delle procedure di ripartizione
descritte nei paragrafi 91–93, e
b)
nessuna perdita di valore dell’attività è rilevata se la connessa unità
generatrice di flussi finanziari non ha subito una perdita di valore.
Questo si applica anche se il fair value dedotti i costi di vendita
dell’attività è inferiore al valore contabile.
In alcuni casi, le attività non generatrici di flussi finanziari contribuiscono alle
unità generatrici di flussi finanziari. Il presente Principio richiede che, qualora
un’unità generatrice di flussi finanziari sottoposta a una verifica per riduzione
di valore contenga un’attività non generatrice di flussi finanziari, tale attività
non generatrice di flussi finanziari venga sottoposta a verifica per riduzione di
valore in conformità alle disposizioni dell’IPSAS 21. A seguito di tale
verifica per riduzione di valore, una quota parte del valore contabile di tale
attività non generatrice di flussi finanziari è inclusa nel valore contabile
dell'unità generatrice di flussi finanziari. La quota parte riflette la misura in
cui il potenziale di servizio di un’attività non generatrice di flussi finanziari
contribuiscono all’unità generatrice di flussi finanziari. La ripartizione delle
perdite per riduzione di valore dell’unità generatrice di flussi finanziari viene
883
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RIDUZIONE DI VALORE DELLE ATTIVITÀ GENERATRICI DI FLUSSI FINANZIARI
effettuata in modo proporzionale per tutte le attività generatrici di flussi
finanziari presenti nell’unità generatrice di flussi finanziari, tenendo conto
delle limitazioni poste nel paragrafo 92. L’attività non generatrice di flussi
finanziari non è sottoposta a ulteriori perdite per riduzione di valore in
aggiunta a quella determinata in conformità all’IPSAS 21.
96.
Quando un’attività genera potenziale di servizio per una o più attività
generatrici di flussi finanziari, ma non per le attività non generatrici di flussi
finanziari, le entità fanno riferimento ai principi contabili nazionali e
internazionali di riferimento che trattano tali circostanze.
97.
Dopo aver applicato le disposizioni contenute nei paragrafi 91-93, deve
essere rilevata una passività per qualsiasi importo residuo di una perdita
per riduzione di valore dell’unità generatrice di flussi finanziari se, e
soltanto se, ciò è richiesto da un altro Principio.
Ripristino di valore
98.
I paragrafi 99-105 contengono le disposizioni relative al ripristino di valore di
un’attività o di un’unità generatrice di flussi finanziari che ha subito una
perdita per riduzione di valore rilevata in esercizi precedenti. Queste
disposizioni fanno uso del termine “un’attività” ma si applicano egualmente a
una singola attività come a un’unità generatrice di flussi finanziari.
Disposizioni aggiuntive sono previste per le singole attività indicate nei
paragrafi compresi tra 106 e 109 e, per un’unità generatrice di flussi
finanziari, nei paragrafi 110 e 111.
99.
Ad ogni data di riferimento del bilancio, l’entità deve valutare se vi è
indicazione che una perdita per riduzione di valore di un’attività rilevata
negli anni precedenti possa non esistere più o possa essersi ridotta. Se
esiste una qualsiasi indicazione di ciò, l’entità deve stimare il valore
recuperabile di tale attività.
100. Nel valutare se vi è una qualche indicazione che una perdita per riduzione
di valore di un’attività rilevata negli esercizi precedenti per un’attività
possa non esistere più o possa essersi ridotta, l’entità deve considerare,
come minimo, le seguenti indicazioni:
Fonti esterne di informazione
a)
b)
c)
IPSAS 26
Il valore di mercato dell’attività è aumentato in maniera
significativa nel corso dell’esercizio;
significativi cambiamenti con effetto favorevole per l’entità hanno
avuto luogo nel corso dell’esercizio, o avranno luogo nel futuro
prossimo, nell’ambiente tecnologico, di mercato, economico o legale
nel quale l’entità opera o nel mercato al quale l’attività è rivolta;
i tassi di interesse di mercato o altri tassi di rendimento degli
investimenti sono diminuiti nel corso dell’esercizio, e tali
884
diminuzioni probabilmente condizionano il tasso di attualizzazione
utilizzato nel calcolo del valore d’uso dell’attività e incrementano
in maniera rilevante il valore recuperabile dell’attività;
Fonti interne di informazione
d)
dA)
e)
cambiamenti significativi con effetto favorevole per l’entità hanno
avuto luogo durante l’esercizio, o si suppone che si verificheranno
nel futuro prossimo, riguardo la misura o il modo in cui l’attività è
usata o si suppone venga usata. Questi cambiamenti includono i
costi sostenuti durante il periodo per migliorare o incrementare la
resa dell’attività o ristrutturare l’assetto operativo in cui si colloca
l’attività;
la decisione di riprendere la costruzione del bene, interrotta prima
che questo fosse completato o in condizioni tali da poter essere
utilizzato, e
le evidenze fornite dal sistema informativo interno che la resa
dell’attività è, o sarà, migliore di quanto previsto.
101. Le indicazioni di una potenziale diminuzione di una perdita per riduzione di
valore fornite nel paragrafo 100 corrispondono sostanzialmente a quelle
previste per l’individuazione di una perdita per riduzione di valore contenute
nel paragrafo 25.
102. Se vi è una indicazione che una perdita per riduzione di valore rilevata per
un’attività possa non esistere più o possa essersi ridotta, ciò può essere
indicativo del fatto che è necessario riconsiderare o rettificare a) la restante
vita utile, b) il metodo di ammortamento (di svalutazione) o c) il valore
residuo in conformità al Principio applicabile a tale attività, persino se non vi
è stato alcun ripristino di valore dell’attività.
103. Una perdita per riduzione di valore di un’attività rilevata negli esercizi
precedenti deve essere stornata se, e solo se, vi è stato un cambiamento
nelle stime utilizzate per determinare il valore recuperabile dell’attività
da quando è stata rilevata l’ultima perdita per riduzione di valore. In tal
caso, il valore contabile dell’attività deve essere aumentato sino al valore
recuperabile. Tale incremento è un ripristino di valore.
104. Un ripristino di valore riflette un aumento nella stima del servizio
potenzialmente offerto da un’attività, sia dal suo utilizzo sia dalla sua vendita,
intercorso dalla data in cui l’entità ha rilevato per l’ultima volta una perdita
per riduzione di valore di quell’attività. Un’entità è tenuta ad identificare il
cambiamento nelle stime che è all'origine dell'aumento nella stima del servizio
potenzialmente offerto. Esempi di cambiamenti nelle stime includono:
a)
un cambiamento nel criterio utilizzato per calcolare il valore
recuperabile (ossia, se il valore di servizio recuperabile è basato sul fair
value dedotti i costi di vendita ovvero sul valore d’uso);
885
IPSAS 26
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RIDUZIONE DI VALORE DELLE ATTIVITÀ GENERATRICI DI FLUSSI FINANZIARI
b)
se il valore recuperabile si basava sul valore d’uso, un cambiamento nel
valore o nei tempi dei flussi finanziari futuri stimati o nel tasso di
attualizzazione, o
c)
se il valore recuperabile si basava sul fair value dedotti i costi di
vendita, un cambiamento nella stima dei componenti del fair value
dedotti i costi di vendita.
105. Il valore d’uso di un’attività può diventare maggiore del valore contabile
dell’attività semplicemente perché il valore attuale dei futuri flussi finanziari
in entrata aumenta allorché i flussi si avvicinano nel tempo. Tuttavia, il
servizio potenzialmente offerto dall’attività non è aumentato. Di conseguenza,
una perdita per riduzione di valore non viene ripristinata a seguito del passare
del tempo (alcune volte chiamato smontamento o unwinding
dell’attualizzazione), anche se il valore recuperabile dell’attività diviene
maggiore rispetto al valore contabile.
Ripristino di valore di una singola attività
106. L’accresciuto valore contabile di un’attività attribuibile a un ripristino di
valore non deve eccedere il valore contabile che sarebbe stato
determinato (al netto di svalutazione o ammortamento) se non si fosse
rilevata alcuna perdita per riduzione di valore dell’attività negli anni
precedenti.
107. Qualsiasi incremento nel valore contabile di un’attività che lo renda maggiore
di quanto sarebbe stato (al netto di svalutazione o ammortamento) nel caso in
cui non fosse stata rilevata alcuna perdita per riduzione di valore dell’attività
negli anni precedenti è una rivalutazione. Per contabilizzare tale rivalutazione,
l’entità utilizza il Principio applicabile a tale attività.
108. Un ripristino di valore per un’attività deve
immediatamente nell’avanzo o disavanzo di gestione.
essere
rilevato
109. Dopo aver rilevato un ripristino di valore, la quota di ammortamento
dell’attività deve essere rettificata nei periodi futuri per ripartire il valore
contabile modificato dell’attività, detratto il valore residuo (qualora
esista), sistematicamente lungo la restante vita utile.
Ripristino di valore per un’unità generatrice di flussi finanziari
110. Un ripristino di valore per un’unità generatrice di flussi finanziari deve
essere allocato alle attività dell’unità proporzionalmente ai valori
contabili di tali attività. Tali incrementi dei valori contabili devono essere
trattati come ripristini di valore di singole attività e rilevati in conformità
alle disposizioni del paragrafo 110. L’ammontare di tale ripristino di
valore non deve essere attribuito a un’attività non generatrice di flussi
finanziari che genera potenziale di servizio per un'unità generatrice di
flussi finanziari.
IPSAS 26
886
111. Nell’allocare l’importo derivante da un ripristino di valore di un’unità
generatrice di flussi finanziari, secondo quanto previsto dal paragrafo
110, il valore contabile di un’attività non può essere superiore al più
basso tra:
a)
il valore recuperabile (qualora determinabile), e
b)
il valore contabile che si sarebbe determinato (al netto
dell’ammortamento) se negli esercizi precedenti non fosse stata
rilevata alcuna perdita per riduzione di valore dell’attività.
L’ammontare del ripristino di valore che sarebbe stato altrimenti
imputato all’attività deve essere allocato in base ad un criterio
proporzionale alle altre attività dell’unità.
Ridesignazione delle attività
112. La ridesignazione di un’attività da attività generatrice di flussi finanziari
ad attività non generatrice di flussi finanziari o da attività non
generatrice di flussi finanziari ad attività generatrice di flussi finanziari è
possibile solo nel caso in cui risulta evidente che tale ridesignazione è
appropriata. La ridesignazione, di per sé, non comporta necessariamente
una verifica per riduzione di valore o un ripristino di valore. Alla data di
riferimento del bilancio successiva a una ridesignazione, l’entità deve
considerare, almeno, le indicazione riportate al paragrafo 25.
113. Vi sono delle circostanze in cui le entità del settore pubblico possono decidere
che sia appropriato ridesignare un’attività generatrice di flussi finanziari come
attività non generatrice di flussi finanziari. Per esempio, un impianto di
trattamento degli effluenti è stato costruito principalmente per trattare gli
effluenti industriali di un’unità di edilizia popolare, attività per la quale non
vengono addebitate spese. L’impianto industriale è stato chiuso di recente e,
in futuro, il sito sarà ristrutturato per scopi di edilizia popolare. Alla luce della
chiusura dell’impianto, l’entità del settore pubblico decide di ridesignare
l’impianto di trattamento degli effluenti come un’attività non generatrice di
flussi finanziari.
Informazioni integrative
114. Un’entità deve indicare i criteri che ha elaborato per distinguere le
attività generatrici di flussi finanziari dalle attività non generatrici di
flussi finanziari.
115. L’entità deve indicare per ciascuna classe di attività:
a)
l’ammontare delle perdite per riduzione di valore rilevate
nell’avanzo o disavanzo di gestione durante l’esercizio e la voce del
887
IPSAS 26
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RIDUZIONE DI VALORE DELLE ATTIVITÀ GENERATRICI DI FLUSSI FINANZIARI
prospetto del risultato economico nella quale sono incluse tali
perdite per riduzione di valore, e
b)
l’ammontare dei ripristini di valore rilevati nell’avanzo o
disavanzo di gestione durante l’esercizio e la voce/le voci del
prospetto del risultato economico in cui sono eliminate tali perdite
per riduzione di valore.
116. In alcuni casi, può non essere chiaro se l’obiettivo principale del possesso di
un'attività è la generazione di un rendimento. È necessaria una valutazione
soggettiva per determinare se applicare il presente Principio o l’IPSAS 21. Il
paragrafo 114 richiede l’indicazione dei criteri adottati per distinguere tra
attività generatrici di flussi finanziari e attività non generatrici di flussi
finanziari.
117. Una classe di attività è un gruppo di attività similari per natura e utilizzo
nell’attività operativa dell'entità che è mostrata come componente singola ai
fini dell’esposizione in bilancio.
118. L’informazione richiesta nel paragrafo 115 può essere esposta congiuntamente
ad altra informativa prevista per la classe di attività. Per esempio, questa
informazione può essere inclusa in una riconciliazione del valore contabile di
immobili, impianti e macchinari, all’inizio e alla fine dell’esercizio, come
disposto dall’IPSAS 17.
119. Un’entità che riporta l’informativa di settore in conformità all’IPSAS 18
Informativa di settore, deve indicare quanto segue per ciascun settore
oggetto di informativa, basandosi sullo schema di riferimento dell’entità:
a)
l’ammontare delle perdite per riduzione di valore rilevate
nell'avanzo o disavanzo di gestione durante l'esercizio, e
b)
l’ammontare dei ripristini di valore rilevati nell’avanzo o
disavanzo di gestione durante l’esercizio.
120. Un’entità deve indicare quanto segue per ogni perdita per riduzione di
valore significativa rilevata o eliminata durante l’esercizio per un’attività
generatrice di flussi finanziari o un’unità generatrice di flussi finanziari:
a)
i fatti e le circostanze che hanno portato alla rilevazione o alla
eliminazione della perdita per riduzione di valore;
b)
l’ammontare della perdita per riduzione di valore rilevata o
eliminata;
c)
Per un’attività generatrice di flussi finanziari:
IPSAS 26
i)
la natura dell’attività, e
ii)
se l’entità presenta l’informativa di settore secondo quanto
previsto dall’IPSAS 18, il settore oggetto di informativa a cui
888
appartiene l’attività, secondo lo schema di riferimento
dell’entità.
d)
Per un’unità generatrice di flussi finanziari:
i)
una descrizione dell’unità generatrice di flussi finanziari
(come, per esempio, se sia una linea di prodotto, un
impianto, un settore di attività, un settore geografico, o un
settore oggetto di informativa);
ii)
l’ammontare della perdita per riduzione di valore rilevata o
eliminata per classe di attività e, se l’entità presenta
l’informativa di settore secondo quanto previsto dall’IPSAS
18, per settore oggetto di informativa secondo lo schema di
riferimento dell’entità, e
iii)
se l’aggregazione di attività utilizzate per identificare l’unità
generatrice di flussi finanziari è cambiata dall’ultima stima del
valore recuperabile dell’unità generatrice di flussi finanziari
(qualora esista), una descrizione della metodologia corrente e
precedente di aggregazione delle attività e le ragioni per cui è
cambiato il criterio con cui l’unità generatrice di flussi finanziari è
stata identificata.
e)
se il valore recuperabile dell’attività è il fair value dedotti i costi di
vendita o il valore d’uso;
f)
se il valore recuperabile corrisponde al fair value dedotti i costi di
vendita, la base utilizzata per determinare il fair value dedotti i
costi di vendita (ovvero se il fair value era stato determinato
facendo riferimento a un mercato attivo), e
g)
se il valore recuperabile è il valore d’uso, il tasso (i tassi) di
attualizzazione utilizzato/i nella stima attuale del valore d’uso e in
quelle precedenti (qualora esistano).
121. L’entità deve presentare la seguente informativa per il valore complessivo
delle perdite per riduzione di valore e dei ripristini di valore rilevati
durante l’esercizio che non sono stati oggetto di informativa secondo
quanto previsto dal paragrafo 120:
122.
a)
le classi principali di attività interessate dalle perdite per riduzione
di valore (e le classi principali di attività interessate dai ripristini di
valore), e
b)
i fatti e le circostanze principali che hanno portato alla rilevazione
di tali perdite per riduzione di valore e dei ripristini di valore.
Si incoraggiano le entità a indicare i presupposti utilizzati per determinare il
valore recuperabile delle attività nel corso dell’esercizio. Tuttavia, il
889
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paragrafo 123 prevede che un’entità fornisca informativa sulle stime utilizzate
per valutare il valore recuperabile di un’unità generatrice di flussi finanziari
quando un’attività immateriale dalla vita utile indefinita è inclusa nel valore
contabile di tale unità.
Indicazione delle stime utilizzate per valutare gli importi recuperabili delle
unità generatrici di flussi finanziari che contengono attività immateriali dalla
vita utile indefinita.
123.
Un’entità deve fornire le informazioni richieste dalle lettere a) fino a e)
inclusa per ogni unità generatrice di flussi finanziari per la quale il valore
contabile delle attività immateriali con vita utile indefinita attribuito a
tali unità è significativo rispetto al valore contabile totale delle attività
immateriali con vita utile indefinita dell’entità:
a)
il valore contabile delle attività immateriali con vita utile indefinita
attribuito all’unità;
b)
il criterio utilizzato per determinare il valore recuperabile
dell’unità (ossia il valore d’uso o fair value dedotti i costi di
vendita);
c)
se il valore recuperabile dell’unità si basa sul valore d’uso:
IPSAS 26
i)
una descrizione di ciascun assunto di base su cui la direzione
ha fondato le proiezioni dei flussi finanziari per il periodo
oggetto di bilanci preventivi/previsioni più recenti. Gli
assunti di base sono quelli a cui il valore recuperabile
dell’unità è più sensibile;
ii)
una descrizione dell’approccio della direzione per
determinare i valori assegnati a ogni assunto di base, se tali
valori riflettono esperienze passate o, se appropriato, sono
coerenti con le fonti esterne di informazione, e, se no, come e
perché differiscono dalle esperienze passate o fonti esterne di
informazione;
iii)
l’esercizio su cui la direzione ha proiettato i flussi finanziari
basati sui più recenti bilanci preventivi/previsioni e, se è
utilizzato un periodo più lungo di cinque anni, per un’unità
generatrice di flussi finanziari, una spiegazione del perché è
giustificato tale più lungo periodo;
iv)
il tasso di crescita utilizzato per estrapolare le proiezioni di
flussi
finanziari
oltre
il
periodo
dei
bilanci
preventivi/previsioni più recenti, e la giustificazione per
l’utilizzo di un eventuale tasso di crescita superiore al tasso
medio di crescita a lungo termine della produzione, settori
890
industriali, Paese o Paesi in cui l’entità opera, o per il
mercato a cui l’unità è rivolta, e
v)
d)
il(i) tasso(i) di attualizzazione applicato(i) alle proiezioni di
flussi finanziari.
se il valore recuperabile dell’unità si basa sul fair value dedotti i
costi di vendita, la metodologia utilizzata per determinare il fair
value dedotti i costi di vendita. Qualora il fair value dedotti i costi
di vendita non sia determinato utilizzando un prezzo di mercato
osservabile per l’unità, devono inoltre essere indicate le seguenti
informazioni:
i)
una descrizione di ogni assunto di base su cui la direzione ha
fondato la sua determinazione del fair value dedotti i costi di
vendita. Gli assunti di base sono quelli a cui il valore
recuperabile dell’unità è più sensibile, e
ii)
una descrizione dell’approccio della direzione per
determinare i valori assegnati a ogni assunto di base, sono
coerenti con le fonti esterne di informazione, e, se no, come e
perché differiscono dalle esperienze passate o fonti esterne di
informazione.
Qualora il fair value dedotti i costi di vendita sia determinato
utilizzando proiezioni di flussi finanziari attualizzati, devono
inoltre essere indicate le seguenti informazioni:
e)
iii)
il periodo su cui la direzione ha proiettato i flussi finanziari;
iv)
il tasso di crescita utilizzato per estrapolare le proiezioni di
flussi finanziari, e
v)
il(i) tasso(i) di attualizzazione applicato(i) alle proiezioni di
flussi finanziari.
se un cambiamento ragionevolmente possibile in un assunto di base
su cui la direzione ha fondato la determinazione del valore
recuperabile dell’unità potrebbe far sì che il valore contabile
dell’unità superi il suo valore recuperabile:
i)
l’eccedenza del valore recuperabile dell’unità rispetto al
valore contabile;
ii)
il valore assegnato agli assunti di base, e
iii)
l’importo a cui il valore assegnato agli assunti di base deve
rettificarsi, dopo avere assorbito eventuali effetti conseguenti
a tale cambiamento sulle altre variabili utilizzate per
misurare il valore recuperabile, affinché il valore
recuperabile dell’unità sia pari al valore contabile.
891
IPSAS 26
SETTORE PUBBLICO
RIDUZIONE DI VALORE DELLE ATTIVITÀ GENERATRICI DI FLUSSI FINANZIARI
RIDUZIONE DI VALORE DELLE ATTIVITÀ GENERATRICI DI FLUSSI FINANZIARI
124. Se parte o tutto il valore contabile di attività immateriali dalla vita utile
indefinita è allocato a una molteplicità di unità generatrici di flussi
finanziari, e l’importo così attribuito a ogni unità non è significativo
rispetto al valore contabile totale delle attività immateriali dalla vita utile
indefinita dell’entità, tale fatto deve essere illustrato, insieme al valore
contabile complessivo delle attività immateriali dalla vita utile indefinita
attribuito a tali unità. Inoltre, se a) i valori recuperabili di tali unità si
basano sugli stessi assunti di base e b) il valore contabile complessivo
delle attività immateriali con vita utile indefinita loro attribuito è
rilevante rispetto al valore contabile totale delle attività immateriali dalla
vita utile indefinita dell’entità, questa deve indicare tale fatto unitamente
a:
125.
a)
il valore contabile complessivo delle attività immateriali con vita
utile indefinita attribuito a tali unità;
b)
una descrizione dell’assunto (o degli assunti) di base;
c)
una descrizione dell’approccio utilizzato dalla direzione per
determinare i valori assegnati agli assunti di base, se tali valori
riflettono esperienze passate o, se appropriato, sono coerenti con le
fonti esterne di informazione, e, se no, come e perché differiscono
dalle esperienze passate o fonti esterne di informazione;
d)
se un cambiamento ragionevolmente possibile negli assunti di base
potrebbe far sì che i valori contabili complessivi delle unità
superino il totale dei valori recuperabili:
i)
l’eccedenza del totale dei valori recuperabili delle unità
rispetto al totale dei valori contabili;
ii)
i valori assegnati agli assunti di base, e
iii)
l’importo a cui i valori assegnati agli assunti di base devono
rettificarsi, dopo avere assorbito eventuali effetti conseguenti
a tale cambiamento sulle altre variabili utilizzate per
misurare il valore recuperabile, affinché il valore
complessivo recuperabile delle unità sia pari al loro valore
contabile complessivo.
Secondo quanto previsto dal paragrafo 37, il calcolo dettagliato più recente
effettuato in un periodo precedente dell’importo recuperabile di un’unità
generatrice di flussi finanziari può essere rilevato e utilizzato nella verifica
per riduzione di valore per quell’unità nell’esercizio corrente, a condizione
che siano soddisfatti i criteri specificati. Quando ciò si verifica, le
informazioni per tale unità che sono incluse nelle indicazioni richieste dai
paragrafi 123 e 124 fanno riferimento al calcolo del valore recuperabile
portato a nuovo
IPSAS 26
892
Data di entrata in vigore
126. Un’entità deve applicare il presente Principio a partire dai bilanci degli
esercizi che hanno inizio dal 1° aprile 2009 o da data successiva. Si
consiglia un’applicazione anticipata. Se l’entità applica il presente
Principio per un esercizio che ha inizio prima del 1° aprile 2009, tale fatto
deve essere indicato.
126A. I paragrafi 25 e 100 sono stati modificati dai Miglioramenti agli IPSAS
pubblicati a gennaio 2010. Un’entità deve applicare tali modifiche
prospetticamente, per i bilanci degli esercizi che hanno inizio dal 1°
gennaio 2011 o da data successiva. Si consiglia un’applicazione anticipata
se un’entità applica anche contestualmente le modifiche ai paragrafi 12,
13, 29, 40, 57, 59, 62, 62A, 62B, 63, 66 e 101A dell’IPSAS 16. Se l’entità
applica tali modifiche per un esercizio che ha inizio prima del 1° gennaio
2011, tale fatto deve essere indicato.
126B. Il paragrafo 123 è stato modificato dai Miglioramenti agli IPSAS
pubblicati nel gennaio 2010. L’entità deve applicare tali modifiche a
partire dagli esercizi che hanno inizio dal 1° gennaio 2011 o da data
successiva. Si consiglia un’applicazione anticipata. Se l’entità applica tali
modifiche per un esercizio che ha inizio prima del 1° gennaio 2011, tale
fatto deve essere indicato.
126C. L’IPSAS 31 ha modificato il paragrafo 2(h). L'entità deve applicare le
modifiche a partire dagli esercizi che hanno inizio dal 1° aprile 2011 o da
data successiva. Se l’entità applica l’IPSAS 31 a partire da un esercizio
antecedente il 1° aprile 2011, le modifiche devono essere applicate anche
per quell’esercizio precedente.
127. Quando, ai fini del bilancio, un'entità adotta il principio della competenza
economica definito dagli IPSAS successivamente a tale data di entrata in
vigore, il presente Principio si applica ai bilanci degli esercizi che hanno
inizio dalla data di adozione o da data successiva.
893
IPSAS 26
SETTORE PUBBLICO
RIDUZIONE DI VALORE DELLE ATTIVITÀ GENERATRICI DI FLUSSI FINANZIARI
RIDUZIONE DI VALORE DELLE ATTIVITÀ GENERATRICI DI FLUSSI FINANZIARI
Appendice A
Guida operativa
La presente Appendice costituisce parte integrante dell’IPSAS 26.
Utilizzo delle tecniche di attualizzazione per la determinazione del valore d’uso
La guida utilizza il termine “attività” ma si applica ugualmente a un gruppo di
attività che formano un'unità generatrice di flussi finanziari.
Gli elementi di una determinazione del valore attuale
AG1.
AG2.
L’insieme dei seguenti elementi misura le differenze economiche tra le
attività:
a)
una stima dei flussi finanziari futuri, o in casi più complessi, della
serie di flussi finanziari futuri che l’entità prevede deriveranno
dall’attività;
b)
le aspettative di possibili variazioni dell’ammontare o della
tempistica di tali flussi finanziari;
c)
il valore temporale del denaro, rappresentato dal tasso corrente di
interesse privo di rischio di mercato;
d)
il prezzo di assumersi l’incertezza implicita nell’attività, e
e)
altri fattori, a volte non identificabili (quali la mancanza di liquidità),
che gli operatori di mercato rifletterebbero nella misurazione dei
flussi finanziari futuri che l’entità prevede di ottenere dall’attività.
Questa appendice contrappone due approcci di calcolo del valore attuale,
ciascuno dei quali può essere utilizzato per stimare il valore d’uso di
un’attività, a seconda delle circostanze. Secondo l’approccio tradizionale, le
rettifiche per i fattori da b) fino a e) descritti nel paragrafo A1 sono
implicite nel tasso di attualizzazione. Secondo l’approccio dei flussi
finanziari attesi, i fattori b), d) ed e) causano rettifiche nel calcolare i flussi
finanziari attesi rettificati per il rischio. Qualsiasi approccio adotti un’entità
per riflettere le aspettative di possibili variazioni dell’ammontare o della
tempistica dei flussi finanziari futuri, il risultato dovrebbe riflettere il valore
attuale atteso dei flussi finanziari futuri, ossia la media ponderata di tutti i
risultati possibili.
Principi generali
AG3.
Le tecniche utilizzate per stimare i futuri flussi finanziari e i tassi di
interesse varieranno da una situazione a un’altra a seconda delle circostanze
che riguardano l’attività in questione. Tuttavia, i seguenti principi generali
IPSAS 26 GUIDA OPERATIVA
894
disciplinano ogni applicazione delle tecniche attuariali nella valutazione
delle attività:
a)
i tassi di interesse utilizzati per attualizzare i flussi finanziari
dovrebbero riflettere assunti coerenti con quelle dei flussi finanziari
stimati. Altrimenti, gli effetti connessi ad alcuni presupposti
potrebbero essere calcolati due volte oppure ignorati. Per esempio,
un tasso di attualizzazione del 12 per cento potrebbe essere applicato
a flussi finanziari contrattuali di un finanziamento effettuato. Tale
tasso riflette le previsioni di inadempimenti futuri su finanziamenti
con caratteristiche particolari. Il medesimo tasso del 12 per cento non
dovrebbe essere utilizzato per attualizzare i flussi finanziari attesi
perché quei flussi finanziari riflettono già ipotesi di future
inadempimenti;
b)
i flussi finanziari stimati e i tassi di attualizzazione dovrebbero essere
privi di distorsioni e di fattori non correlati all’attività in questione.
Per esempio, sottostimare volutamente i flussi finanziari netti stimati,
per migliorare l’apparente redditività futura di un’attività, introduce
un effetto distorsivo nella valutazione;
c)
i flussi finanziari stimati o i tassi di attualizzazione dovrebbero
riflettere l’intervallo di risultati possibili piuttosto che un unico
valore probabile, minimo o massimo.
Approccio tradizionale e approccio dei flussi finanziari attesi nella attualizzazione
Approccio tradizionale
AG4.
Le applicazioni contabili dell’attualizzazione hanno tradizionalmente
utilizzato una singola serie di flussi finanziari stimati e un singolo tasso di
attualizzazione, spesso descritto come tasso commisurato al rischio. In
sostanza, l’approccio tradizionale assume che un singolo tasso di
attualizzazione convenzionale può raccogliere tutte le previsioni sui flussi
finanziari futuri e un premio appropriato per il rischio. Quindi, l’approccio
tradizionale si concentra sulla scelta del tasso di attualizzazione.
AG5.
In alcune circostanze, come quelle in cui sul mercato si possono osservare
attività comparabili, l’approccio tradizionale è relativamente facile da
applicare. Per le attività con flussi finanziari contrattuali, è coerente con le
modalità con cui gli operatori di mercato descrivono le attività, come ad
esempio obbligazione al 12 per cento.
AG6.
Tuttavia, l’approccio tradizionale può non affrontare adeguatamente alcuni
problemi di valutazione complessi, quali la valutazione di attività non
finanziarie per le quali non esiste un mercato per l’elemento in esame, né un
elemento paragonabile. Un’adeguata ricerca dell’attuale tasso commisurato
al rischio richiede l’analisi di almeno due elementi: un’attività presente sul
895
IPSAS 26 GUIDA OPERATIVA
SETTORE PUBBLICO
RIDUZIONE DI VALORE DELLE ATTIVITÀ GENERATRICI DI FLUSSI FINANZIARI
RIDUZIONE DI VALORE DELLE ATTIVITÀ GENERATRICI DI FLUSSI FINANZIARI
mercato che ha un tasso di interesse noto e l’attività da valutare. Il tasso di
attualizzazione appropriato per i flussi finanziari da valutare deve essere
desunto dal tasso di interesse osservabile in quest’altra attività. Per
consentire tale inferenza, le caratteristiche dei flussi finanziari dell’altra
attività devono essere similari a quelle dell’attività da valutare. Quindi, chi
effettua la valutazione deve:
a)
identificare la serie di flussi finanziari da attualizzare;
b)
identificare un’altra attività sul mercato che mostri caratteristiche
similari con riferimento ai flussi finanziari;
c)
confrontare le serie di flussi finanziari dei due elementi per accertare
che siano similari (per esempio, entrambe le serie sono relative a
flussi finanziari contrattuali, oppure uno è un flusso finanziario
contrattuale e l’altro è stimato?);
d)
valutare se una voce contenga un elemento non presente nell’altra
(per esempio, se una voce è meno liquida dell’altra), e
e)
valutare se è possibile che entrambe le serie di flussi finanziari
possano comportarsi (cioè variare) in modo similare al cambiare
delle condizioni economiche.
Approccio dei flussi finanziari attesi
AG7.
L’approccio dei flussi finanziari attesi, è, in alcune situazioni, uno
strumento di valutazione più efficiente rispetto all’approccio tradizionale.
Nell’elaborare la valutazione, l’approccio dei flussi finanziari attesi utilizza
tutte le previsioni sui possibili flussi finanziari invece di un flusso
finanziario singolo maggiormente probabile. Per esempio, un flusso
finanziario può essere UM100, 1 UM200 o UM300, con probabilità pari,
rispettivamente, al 10 per cento, 60 per cento e 30 per cento. Il flusso
finanziario atteso è UM220. L’approccio dei flussi finanziari attesi quindi
differisce dall’approccio tradizionale concentrandosi sull’analisi diretta dei
flussi finanziari in questione e su dichiarazioni più esplicite in merito agli
assunti utilizzati nella valutazione.
AG8.
L’approccio dei flussi finanziari attesi permette inoltre, di utilizzare le
tecniche di attualizzazione quando la tempistica dei flussi finanziari è
incerta. Per esempio, un flusso finanziario di UM1.000 può essere
monetizzato in un anno, due anni o tre anni con probabilità rispettivamente
del 10 per cento, 60 per cento e 30 per cento. L’esempio che segue mostra il
calcolo del valore attuale atteso in tale situazione.
Valore attuale di UM1.000 in 1 anno al 5%
1
UM952,38
In questo e altri esempi gli importi monetari sono denominati in unità di moneta (UM).
IPSAS 26 GUIDA OPERATIVA
896
Probabilità
10 %
Valore attuale di UM1.000 in 2 anni al 5,25%
Probabilità
Probabilità
UM541,64
UM851,61
30.%
UM255,48
UM892,36
Valore attuale atteso
AG9.
UM902,73
60 %
Valore attuale di UM1.000 in 3 anni al 5,50%
UM95,24
Il valore attuale atteso di UM892,36 differisce dalla nozione tradizionale
della miglior stima, pari a UM902,73 (la probabilità del 60 per cento). Un
calcolo tradizionale del valore attuale applicato a questo esempio richiede di
scegliere quali possibili tempistiche dei flussi finanziari utilizzare e, di
conseguenza, non riflette le probabilità delle altre tempistiche. Ciò perché il
tasso di attualizzazione in un calcolo tradizionale del valore attuale non può
riflettere incertezze nei tempi.
AG10. L’utilizzo delle probabilità è elemento essenziale dell’approccio dei flussi
finanziari attesi. Alcuni si chiedono se l’assegnazione di probabilità a stime
altamente soggettive suggerisca una precisione maggiore di quanto in realtà
sia. Tuttavia, la corretta applicazione dell’approccio tradizionale (come
descritto nel paragrafo A6) rende necessari le stesse stime e lo stesso grado
di soggettività senza fornire la trasparenza di calcolo dell’approccio dei
flussi finanziari attesi.
AG11. Molte stime elaborate nella prassi corrente contengono già informalmente
gli elementi dei flussi finanziari attesi. Inoltre, gli addetti alla contabilità
spesso debbono valutare un’attività utilizzando informazioni limitate sulle
probabilità di accadimento di possibili flussi finanziari. Per esempio, un
contabile può trovarsi di fronte alle seguenti situazioni:
a)
l’importo stimato è compreso tra UM50 e UM250, ma nessun
importo nell’intervallo di valori ha più probabilità di un altro. Sulla
base di tali informazioni limitate, il flusso finanziario atteso stimato è
UM150 [(50+250)/2];
b)
l’importo stimato è compreso tra UM50 e UM250, e l’importo più
probabile è UM100. Tuttavia, le probabilità di ogni importo sono
sconosciute. Sulla base di tali informazioni limitate, il flusso
finanziario atteso stimato è UM133,33 [(50+100+250)/3], o
c)
l’importo stimato sarà UM50 (probabilità del 10 per cento), UM250
(probabilità del 30 per cento), o UM100 (probabilità del 60 per
cento). Sulla base di tali informazioni limitate, il flusso finanziario
atteso stimato è UM140 [(50 × 0,10)+(250 × 0,30)+(100 × 0,60)].
897
IPSAS 26 GUIDA OPERATIVA
SETTORE PUBBLICO
RIDUZIONE DI VALORE DELLE ATTIVITÀ GENERATRICI DI FLUSSI FINANZIARI
RIDUZIONE DI VALORE DELLE ATTIVITÀ GENERATRICI DI FLUSSI FINANZIARI
In ogni caso, è probabile che il flusso finanziario atteso stimato fornisca una
stima migliore del valore d’uso rispetto al valore minimo più probabile, o a
quello massimo considerati individualmente.
AG12. L’applicazione dell’approccio dei flussi finanziari attesi ha un limite nel
rapporto costi/benefici. In alcuni casi, un’entità può disporre di una gran
quantità di dati ed essere in grado di sviluppare diversi scenari di flussi
finanziari. In altri casi, un’entità può essere in grado di sviluppare solo delle
indicazioni generali sulla variabilità dei flussi finanziari senza sostenere
costi rilevanti. L’entità deve poter bilanciare il costo sostenuto per ottenere
informazioni aggiuntive con la maggiore attendibilità che le informazioni
apporteranno alla valutazione.
AG13. Alcuni affermano che le tecniche dei flussi finanziari attesi sono inadeguate
per valutare una voce singola o una voce con un numero limitato di possibili
risultati. Citano ad esempio un’attività con due possibili risultati: una
probabilità del 90 per cento che il flusso finanziario sarà UM10 e un 10 per
cento di probabilità che il flusso finanziario sarà UM1.000. Osservano che il
flusso finanziario atteso in tale esempio è UM109 e criticano tale risultato
poiché non rappresenta nessuno degli importi che possono effettivamente
essere pagati.
AG14. Affermazioni come quella appena illustrata esprimono un disaccordo di
fondo con l’obiettivo della valutazione. Se l’obiettivo è l’accumulo dei costi
da sostenere, i flussi finanziari attesi possono non produrre una stima
fedelmente rappresentativa dei costi attesi. Tuttavia, il presente Principio
riguarda la valutazione del valore recuperabile di un’attività. In questo
esempio, è improbabile che il valore recuperabile dell’attività sia UM10,
anche se quello è il flusso finanziario più probabile. Ciò in quanto la
valutazione di UM10 non tiene conto dell’incertezza del flusso finanziario
nel valutare l’attività. Al contrario, il flusso finanziario incerto è presentato
come se fosse certo. Nessun soggetto razionale venderebbe un’attività con
queste caratteristiche per UM10.
Tasso di attualizzazione
AG15. A prescindere dall’approccio adottato da un’entità per determinare il valore
d’uso di un’attività, i tassi di interesse utilizzati per attualizzare i flussi
finanziari non dovrebbero riflettere i rischi per tener conto dei quali i flussi
finanziari stimati sono stati rettificati. Altrimenti, gli effetti connessi ad
alcuni assunti potrebbero essere duplicati.
AG16. Se il tasso specifico di un’attività non è reperibile direttamente sul mercato,
l’entità usa altri parametri per stimarne il tasso di attualizzazione. La finalità
è stimare, per quanto possibile, una valutazione di mercato:
a)
del valore temporale del denaro per gli esercizi che vanno sino alla
fine della vita utile dell’attività, e
IPSAS 26 GUIDA OPERATIVA
898
b)
dei fattori b), d) ed e) descritti nel paragrafo AG1, nella misura in cui
tali fattori non hanno causato rettifiche nel calcolare i flussi
finanziari stimati.
AG17. Come punto di partenza per tale stima, l’entità potrebbe prendere in
considerazione i seguenti tassi:
a)
il costo medio ponderato del capitale per l’entità determinato facendo
uso di tecniche valutative quale il Capital Asset Pricing Model;
b)
il tasso di finanziamento marginale dell’entità, e
c)
altri tassi di finanziamento reperibili sul mercato.
AG18. Tuttavia, questi tassi devono essere rettificati:
a)
per riflettere il modo in cui il mercato valuterebbe i rischi specifici
associati ai flussi finanziari stimati dell’attività, e
b)
per escludere rischi che non sono pertinenti ai flussi finanziari stimati
dell’attività o per tener conto dei quali i flussi finanziari stimati sono
stati rettificati. Si dovrebbero tenere in considerazione rischi quali
quelli legati al paese, alla valuta e al prezzo.
AG19. Il tasso di attualizzazione è indipendente dalla struttura del capitale di
un’entità e dal modo in cui l’entità ha finanziato l’acquisto dell’attività,
poiché i flussi finanziari futuri che ci si attende deriveranno da un’attività
non dipendono dal modo in cui l’entità ha finanziato l’acquisto dell’attività.
AG20. Il paragrafo 68 dispone che il tasso di attualizzazione utilizzato sia al lordo
delle imposte. Quindi, quando il criterio utilizzato per stimare il tasso di
attualizzazione è al netto degli effetti fiscali, esso è rettificato per riflettere
un tasso al lordo delle imposte.
AG21. L’entità usa generalmente un unico tasso di attualizzazione per la stima del
valore d’uso di un’attività. Tuttavia, l’entità usa tassi di attualizzazione
distinti per esercizi successivi differenti quando il valore d’uso riflette una
differenza di rischio per i diversi esercizi o condizioni differenti nella
struttura dei tassi di interesse.
899
IPSAS 26 GUIDA OPERATIVA
SETTORE PUBBLICO
RIDUZIONE DI VALORE DELLE ATTIVITÀ GENERATRICI DI FLUSSI FINANZIARI
RIDUZIONE DI VALORE DELLE ATTIVITÀ GENERATRICI DI FLUSSI FINANZIARI
Appendice B
Modifiche ad altri IPSAS
L’IPSAS 21 Riduzione di valore delle attività non generatrici di flussi finanziari è
modificato come segue (il testo eliminato è barrato e il testo nuovo è
sottolineato)
I paragrafi 5 e 6 sono modificati:
5.
Le entità del settore pubblico che possiedono attività generatrici di flussi
finanziari, secondo la definizione del paragrafo 14, devono applicare a tali
attività l’International Accounting Standard IAS 36 Riduzione di valore
delle attività IPSAS 26 Riduzione di valore delle attività generatrici di flussi
finanziari. Le entità del settore pubblico che possiedono attività non
generatrici di flussi finanziari devono applicare a tali attività le
disposizioni del presente Principio.
6.
Il presente Principio esclude dal proprio ambito di applicazione la riduzione di
valore delle attività trattate in un altro Principio contabile internazionale per il
settore pubblico. Le ICP applicano lo IAS 36 Riduzione di valore delle
attività, e quindi non sono soggette alle disposizioni del presente Principio. Le
entità del settore pubblico diverse dalle ICP applicano lo IAS 36 l’IPSAS 26
alle proprie attività generatrici di flussi finanziari e applicano il presente
Principio alle proprie attività non generatrici di flussi finanziari. I paragrafi da
6 a 13 spiegano più nel dettaglio l’ambito di applicazione del presente
Principio.
Il paragrafo 14 è modificato:
Le attività generatrici di flussi finanziari sono attività possedute per
generare con l’obiettivo principale di generare un rendimento.
Il paragrafo 16 è eliminato:
16.
Le attività generatrici di flussi finanziari sono quelle attività possedute per
generare un rendimento. Un’attività genera un rendimento quando è impiegata
con modalità simili a quelle di un'entità con fini di lucro. Il possesso di
un’attività finalizzato alla generazione di un “rendimento” indica che l’entità
intende generare flussi finanziari in entrata positivi da tale attività (o dall'unità
generatrice di flussi finanziari di cui l'attività è parte) e ottenere un rendimento
che rifletta il rischio connesso alla detenzione dell’attività.
Sono aggiunti i seguenti paragrafi:
16.
Le attività generatrici di flussi finanziari sono attività possedute con
l’obiettivo primario di generare un rendimento. Un’attività genera un
rendimento quando è impiegata con modalità simili a quelle di un'entità con
fini di lucro. Il possesso di un’attività finalizzato alla generazione di un
IPSAS 26 APPENDICE B
900
“rendimento” indica che l’entità intende generare flussi finanziari in entrata
positivi da tale attività (o dall'unità generatrice di flussi finanziari di cui
l'attività è parte) e ottenere un rendimento che rifletta il rischio connesso al
possesso dell’attività. Un’attività può essere posseduta con l’obiettivo
primario di generare un rendimento, anche se essa non raggiunge tale
obiettivo in un determinato esercizio. Al contrario, un’attività può non essere
generatrice di flussi finanziari anche se raggiunge il livello di pareggio o
genera un rendimento in un determinato esercizio. A meno che non sia
specificato altrimenti, i riferimenti a “un’attività” o a “delle attività” nei
paragrafi seguenti del presente Principio riguardano “attività non generatrici
di flussi finanziari”.
17.
In determinate circostanze le entità del settore pubblico possono detenere
alcune attività con l’obiettivo primario di generare un rendimento, nonostante
la maggioranza delle attività non sia posseduta a tale scopo. Per esempio, un
ospedale può destinare un edificio ad accogliere pazienti paganti. Le attività
generatrici di flussi finanziari di un’entità del settore pubblico possono
operare indipendentemente dalle attività non generatrici di flussi finanziari
dell’entità. Per esempio, l’ufficio atti pubblici può percepire le spese di
iscrizione nel registro fondiario indipendentemente dal ministero
dell’agricoltura.
18.
In alcune circostanze, un’attività può generare flussi finanziari nonostante
essa sia posseduta principalmente per fini legati all'erogazione di servizi. Per
esempio, un impianto di smaltimento rifiuti viene gestito per garantire lo
smaltimento in sicurezza dei rifiuti sanitari prodotti da ospedali pubblici, ma
smaltisce su base commerciale anche una piccola quantità di rifiuti sanitari
prodotti da altri ospedali privati. Lo smaltimento dei rifiuti sanitari provenienti
dagli ospedali privati è connesso alle attività dell’impianto e le attività che
generano flussi finanziari non possono essere distinte dalle attività non
generatrici di flussi finanziari.
19.
In altre circostanze, un’attività può generare flussi finanziari ed essere
utilizzata anche per finalità non legate alla generazione di flussi finanziari. Per
esempio, un ospedale pubblico ha dieci reparti, nove dei quali sono gestiti su
base commerciale per i pazienti paganti, mentre un reparto è usato per i
pazienti non paganti. I pazienti di entrambe le tipologie di reparto utilizzano
altre strutture ospedaliere (per esempio, le strutture chirurgiche). Per stabilire
se l'entità debba applicare le disposizioni del presente Principio o dell’IPSAS
26 Riduzione di valore delle attività generatrici di flussi finanziari, occorre
considerare in quale misura l'attività è posseduta con l'obiettivo di generare un
rendimento. Se, come nell’esempio, la componente non generatrice di flussi
finanziari è una componente non significativa dell’organizzazione nel suo
complesso, l’entità applica l’IPSAS 26 e non il presente Principio.
20.
In alcuni casi, può non essere chiaro se l’obiettivo principale del possesso di
un'attività è la generazione di un rendimento. In tali casi, è necessario valutare
901
IPSAS 26 APPENDICE B
SETTORE PUBBLICO
RIDUZIONE DI VALORE DELLE ATTIVITÀ GENERATRICI DI FLUSSI FINANZIARI
RIDUZIONE DI VALORE DELLE ATTIVITÀ GENERATRICI DI FLUSSI FINANZIARI
la significatività dei flussi finanziari. Può risultare difficile stabilire se la
misura in cui l’attività genera flussi finanziari sia talmente significativa da
richiedere l’applicazione del presente Principio invece dell’IPSAS 26. Per
stabilire quale Principio applicare è necessaria una valutazione soggettiva.
L’entità elabora dei criteri propri così da poter formulare tale valutazione in
modo uniforme con la definizione di attività generatrici di flussi finanziari e
attività non generatrici di flussi finanziari, nonché con le relative linee guida
indicate nei paragrafi 16A-16E.Il paragrafo 67B richiede che l’entità indichi i
criteri utilizzati nel formulare tale valutazione Tuttavia, dati gli obiettivi
generali della maggior parte delle entità del settore pubblico diverse dalle ICP,
si presume che le attività non siano generatrici di flussi finanziari e, pertanto,
si applicherà l’IPSAS 21.
IPSAS 26 APPENDICE B
902
Il paragrafo 71 è riformattato in grassetto:
71.
La ridesignazione delle attività da attività generatrici di flussi finanziari
ad attività non generatrici di flussi finanziari o viceversa è possibile solo
nel caso in cui risulta evidente che tale ridesignazione è appropriata. La
ridesignazione, di per sé, non comporta necessariamente una verifica per
riduzione di valore o un ripristino di valore. Al contrario, l’indicazione di
una verifica per riduzione di valore o di un ripristino di valore deriva,
quanto meno dalle indicazioni elencate applicabili all'attività dopo la
ridesignazione.
Sono aggiunti i seguenti paragrafi:
72.
Vi sono delle circostanze in cui le entità del settore pubblico possono decidere
che sia appropriato ridesignare un’attività non generatrice di flussi finanziari
come attività generatrice di flussi finanziari. Per esempio, un impianto per il
trattamento degli effluenti è stato costruito principalmente per trattare gli
effluenti industriali di un’unità di edilizia popolare, attività per la quale non
vengono addebitate spese. L’unità di edilizia popolare è stata demolita e il sito
sarà ristrutturato per scopi industriali e commerciali. Si conviene che, in
futuro, l’impianto sarà utilizzato per trattare gli effluenti industriali a tariffe di
mercato. Alla luce di questa decisione, l’entità del settore pubblico decide di
ridesignare l’impianto di trattamento degli effluenti come un’attività
generatrice di flussi finanziari.
72A. Un’entità deve indicare i criteri che ha elaborato per distinguere le
attività non generatrici di flussi finanziari dalle attività generatrici di
flussi finanziari.
Nelle Motivazioni per le conclusioni, sono stati modificati i seguenti paragrafi:
BC5. Lo IAS 36 richiede a un’entità di determinare il valore d’uso come il valore
attuale dei flussi finanziari futuri che si prevede di percepire a) dall’uso
continuativo dell’attività o dell’unità generatrice di flussi finanziari e b) dalla
sua dismissione al termine della sua vita utile. Il potenziale di servizio delle
attività generatrici di flussi finanziari si riflettono nella loro capacità di
generare flussi finanziari futuri. L’IPSAS 26 è basato sullo IAS 36. Le
disposizioni dello IAS 36 dell'IPSAS 26 possono essere applicate alle attività
generatrici di flussi finanziari possedute da entità del settore pubblico. Il
presente Principio richiede alle entità di applicare lo IAS 36 l’IPSAS 26 per
contabilizzare le riduzioni di valore delle attività generatrici di flussi finanziari
nel settore pubblico.
Nelle Motivazioni per le conclusioni, il seguente paragrafo è stato eliminato:
C20
Il presente Principio richiede che la riduzione di valore delle attività
generatrici di flussi finanziari venga trattata conformemente allo IAS 36. Lo
IAS 36 si applica a immobili, impianti e macchinari rilevati ai valori contabili
rideterminati. Quindi, il presente Principio non esenta da una verifica per
903
IPSAS 26 APPENDICE B
SETTORE PUBBLICO
RIDUZIONE DI VALORE DELLE ATTIVITÀ GENERATRICI DI FLUSSI FINANZIARI
RIDUZIONE DI VALORE DELLE ATTIVITÀ GENERATRICI DI FLUSSI FINANZIARI
riduzione di valore gli immobili, impianti e macchinari che generano flussi
finanziari e sono rilevati ai loro valori rideterminati.
IPSAS 26 APPENDICE B
904
Motivazioni per le conclusioni
Le presenti Motivazioni per le conclusioni sono allegate all’IPSAS 26, ma non ne
costituiscono parte integrante.
Elaborazione dell’IPSAS 26 sulla base della versione rivista nella sostanza dello
IAS 36 dello IASB, pubblicato nel 2004
Introduzione
BC1.
Il Programma di Convergenza con gli IFRS dell’IPSASB è un elemento
importante del programma di lavoro dell’IPSASB. La politica dell’IPSASB
mira a far convergere gli IPSAS redatti secondo il principio di competenza
economica con gli IFRS pubblicati dallo IASB, laddove se ne riscontri
l'appropriatezza, per le entità del settore pubblico.
BC2.
L’IPSASB ha pubblicato l’IPSAS 21 Riduzione di valore di attività non
generatrici di flussi finanziari nel dicembre 2004. L’IPSAS 21 stabilisce le
procedure che un'entità deve applicare per determinare se un'attività non
generatrice di flussi finanziari abbia subito una riduzione di valore, e indica
come rilevare e valutare la riduzione di valore. La maggioranza delle attività
del settore pubblico non genera flussi finanziari e le disposizioni per la
rilevazione e la valutazione elaborate hanno comportato una serie di
differenze tra l'IPSAS 21 e l’International Accounting Standard, IAS 36
Riduzione di valore delle attività.
La necessità del presente Principio
BC3.
L’IPSAS 21 invitava i lettori a fare riferimento allo IAS 36 a) per stabilire
se le attività generatrici di flussi finanziari hanno subito una riduzione di
valore e b) per contabilizzare la rilevazione e la valutazione di qualsiasi
riduzione di valore. L’inserimento di disposizioni e di indicazioni sulla
riduzione di valore delle attività generatrici di flussi finanziari nell’ambito
di un IPSAS, in modo che le entità del settore pubblico non debbano
necessariamente fare riferimento allo IAS 36 nel caso in cui un'entità abbia
attività generatrici di flussi finanziari, comporta dei vantaggi. Inoltre, la
riduzione di valore riguarda diverse questioni specifiche del settore
pubblico. Esse includono:
a)
se gli immobili, impianti e macchinari che generano flussi finanziari
rilevati in base al modello della rideterminazione del valore
consentito dall'IPSAS 17 Immobili, impianti e macchinari debbano
rientrare nell’ambito di applicazione;
b)
la distinzione tra attività generatrici di flussi finanziari e attività non
generatrici di flussi finanziari;
c)
la riclassificazione da attività generatrici di flussi finanziari ad
attività non generatrici di flussi finanziari e viceversa, e
905
IPSAS 26 MOTIVAZIONI PER LE CONCLUSIONI
SETTORE PUBBLICO
RIDUZIONE DI VALORE DELLE ATTIVITÀ GENERATRICI DI FLUSSI FINANZIARI
RIDUZIONE DI VALORE DELLE ATTIVITÀ GENERATRICI DI FLUSSI FINANZIARI
d)
il trattamento contabile delle attività non generatrici di flussi
finanziari presenti nelle unità generatrici di flussi finanziari ai fini
della riduzione di valore .
Esclusione dall’ambito di applicazione di immobili, impianti e macchinari rilevati al
loro valore rideterminato e di attività immateriali regolarmente rivalutate al fair
value
BC4.
L’ambito di applicazione dell’IPSAS 21 esclude gli immobili, impianti e
macchinari che non generano flussi finanziari e che sono rilevati ai loro
importi rivalutati in base al modello della rideterminazione del valore
consentito dall’IPSAS 17. Le Motivazioni per le conclusioni incluse
nell’IPSAS 21 affermano che l’IPSASB ritiene che le attività rilevate in
base ai loro importi rivalutati in conformità al modello della
rideterminazione del valore consentito dall’IPSAS 17, saranno rideterminati
con regolarità sufficiente ad assicurare a) che siano rilevati a un valore non
sostanzialmente diverso dal proprio fair value alla data di riferimento del
bilancio e b) che qualsiasi riduzione di valore sarà presa in considerazione
all’atto della valutazione. L’IPSASB ha quindi considerato se il presente
Principio dovesse prevedere tale esclusione dall’ambito di applicazione.
BC5.
L’IPSASB ha riconosciuto che gli immobili, impianti e macchinari
posseduti in base al modello della rideterminazione del valore rientrano
nell’ambito di applicazione dello IAS 36, e ha valutato l’opinione secondo
cui le indicazioni sulla determinazione delle perdite per riduzione di valore
di tali attività siano appropriate per le entità del settore pubblico che
possiedono attività rilevate in base al modello della rideterminazione del
valore. L’IPSASB ha osservato che nello IAS 36, nei casi in cui il fair value
di un elemento di immobili, impianti e macchinari è il suo valore di
mercato, l’importo massimo di una perdita per riduzione di valore è pari ai
costi di dismissione. Nelle Motivazioni per le conclusioni per l’IPSAS 21, si
afferma che “l'IPSASB ritiene che, nella maggioranza dei casi, tali costi non
saranno rilevanti e che, da un punto di vista pratico, non è necessario
valutare il valore di servizio recuperabile di un'attività e rilevare una perdita
per riduzione di valore per i costi di dismissione di un'attività non
generatrice di flussi finanziari”. L’IPSASB ha considerato che è probabile
che i costi di dismissione non siano rilevanti per le attività generatrici di
flussi finanziari.
BC6.
Per le attività generatrici di flussi finanziari specialistiche, il cui fair value
non deriva dal valore di mercato, lo IAS 36 richiede che la recuperabilità sia
stimata in base al valore d’uso. Poiché il valore d’uso è basato sulla
proiezione dei flussi finanziari, esso potrebbe essere significativamente
maggiore o minore del valore contabile. Quest’analisi è rilevante anche nel
settore pubblico. Tuttavia, è opinabile che le entità del settore pubblico
IPSAS 26 MOTIVAZIONI PER LE CONCLUSIONI
906
possiedono attività specialistiche che soddisfano la definizione di attività
generatrici di flussi finanziari esposta nel presente Principio.
BC7.
L’IPSASB rimane dell’opinione che sarebbe oneroso imporre un ulteriore
obbligo di verifica per riduzione di valore oltre a quello previsto da IPSAS
17; in altre parole, il valore delle attività sarà rideterminato con regolarità
tale da assicurare che esse siano rilevate per un importo non
significativamente diverso dal loro fair value alla data di riferimento del
bilancio. Pertanto, nel complesso, l'IPSASB ha concluso che la coerenza
con l’IPSAS 21 dovesse prevalere rispetto alla convergenza con lo IAS 36,
e che gli immobili, impianti e macchinari rilevati secondo il modello della
rideterminazione del valore dell'IPSAS 17 dovessero essere esclusi
dall’ambito di applicazione del presente Principio. In linea con l’approccio
previsto per immobili, impianti e macchinari, anche le attività immateriali
regolarmente rideterminate al fair value sono escluse dall’ambito di
applicazione.
Esclusione dell’avviamento dall’ambito di applicazione
BC8.
Lo IAS 36 contiene disposizioni e indicazioni complete a) sulla riduzione di
valore dell'avviamento, b) sull’imputazione dell’avviamento alle unità
generatrici di flussi finanziari, e c) sulla verifica per riduzione di valore
delle unità generatrici di flussi finanziari con avviamento. L’IPSASB ha
valutato se l’avviamento dovesse rientrare nell’ambito di applicazione del
presente Principio. L’IPSASB non ha ancora pubblicato un IPSAS che tratti
le aggregazioni tra entità e ritiene probabile che il verificarsi di
aggregazioni tra entità del settore pubblico darà luogo ad alcune
problematiche specifiche di tale settore. In particolare, se, nelle
aggregazioni tra entità del settore pubblico, sia sempre possibile identificare
l'acquirente.. L’IPSASB ha concluso che l’avviamento non debba rientrare
nell’ambito di applicazione del presente Principio. In conformità alla
gerarchia stabilita nell’IPSAS 3 Principi contabili, cambiamenti nelle stime
contabili ed errori, si invitano gli utilizzatori a fare riferimento alle
disposizioni dei principi contabili nazionali e internazionali di riferimento
che trattano la riduzione di valore dell’avviamento, l’imputazione
dell’avviamento alle unità generatrici di flussi finanziari e la verifica per
riduzione di valore delle unità generatrici di flussi finanziari con
avviamento.
Distinzione tra attività generatrici di flussi finanziari e attività non generatrici di
flussi finanziari
BC9.
L’IPSASB ha osservato che alcune attività hanno le caratteristiche di
entrambe le attività generatrici e non generatrici di flussi finanziari.
L’IPSASB ha valutato se adottare un approccio basato sulle componenti che
identificasse le componenti generatrici e non generatrici di flussi finanziari
delle attività, sottoponendole a trattamenti diversi. L’IPSASB ha respinto
907
IPSAS 26 MOTIVAZIONI PER LE CONCLUSIONI
SETTORE PUBBLICO
RIDUZIONE DI VALORE DELLE ATTIVITÀ GENERATRICI DI FLUSSI FINANZIARI
RIDUZIONE DI VALORE DELLE ATTIVITÀ GENERATRICI DI FLUSSI FINANZIARI
tale approccio per motivazioni relative al rapporto costi/benefici. L’IPSASB
ha concluso che, nel settore pubblico, generalmente le attività non sono
generatrici di flussi finanziari e che l’analisi del loro potenziale di servizio è
il criterio preferito per determinare la riduzione di valore. Il paragrafo 18
del presente Principio contiene pertanto una presunzione relativa secondo
cui le attività che sono sia generatrici, sia non generatrici di flussi finanziari,
debbano essere trattate come attività non generatrici di flussi finanziari.
Indicazioni di riduzione di valore: capitalizzazione di mercato
BC10.
L’IPSASB ha valutato se le indicazioni di riduzione di valore delle attività
generatrici di flussi finanziari possedute da entità del settore pubblico –
fonti di informazione esterne e interne – siano simili a quelle dello IAS 36.
Ha concluso che le indicazioni di cui allo IAS 36 sono pertinenti, a
eccezione di quella secondo cui il valore contabile delle attività nette delle
entità è superiore alla sua capitalizzazione di mercato. L’IPSASB ritiene
che saranno pochissime le entità del settore pubblico che emetteranno
strumenti rappresentativi di capitale negoziati su mercati liquidi e attivi e
che non sono ICP, e che tale indicazione sarà pertanto pertinente soltanto in
sede di consolidamento delle ICP.
Fair value dedotti i costi di vendita e vendite forzose
BC11.
Nei commenti alla definizione di “fair value dedotti i costi di vendita”, lo
IAS 36 sancisce che il “fair value dedotti i costi di vendita non riflette una
vendita forzosa”, ma contiene una condizione: “a meno che la direzione sia
costretta a vendere immediatamente”. L’IPSAS 26 non contiene questa
condizione nel paragrafo 40 perché sono estremamente rare le circostanze in
cui le entità del settore pubblico che non sono ICP sono costrette a vendere
immediatamente per poter continuare l’attività.
Ridesignazione delle attività
BC12.
Le attività generatrici di flussi finanziari possono diventare attività non
generatrici di flussi finanziari e viceversa. L’IPSASB ha considerato in
quali circostanze consentire la ridesignazione di un’attività da generatrice di
flussi finanziari come attività non generatrice di flussi finanziari e
viceversa. L’IPSASB ha concluso che una ridesignazione può verificarsi
soltanto se la sua appropriatezza risulta evidente. L’IPSASB ha inoltre
concluso che, di per sé, una ridesignazione non innesca una verifica per
riduzione di valore, né un ripristino di valore. Al contrario, alla successiva
data di riferimento del bilancio, un'entità deve valutare gli opportuni
indicatori successivamente alla ridesignazione per stabilire se è necessaria
una verifica. Tali requisiti sono stabiliti nel paragrafo 112.
IPSAS 26 MOTIVAZIONI PER LE CONCLUSIONI
908
Unità generatrici di flussi finanziari
BC13.
Come nello IAS 36, laddove non sia possibile determinare il valore
recuperabile di una singola attività, si determinerà il valore recuperabile
dell'unità generatrice di flussi finanziari (CGU) dell'attività. La CGU è il più
piccolo gruppo identificabile di attività che a) genera flussi finanziari in
entrata che derivano dall’uso continuativo e b) sono ampiamente
indipendenti dai flussi finanziari in entrata generati da altre attività o gruppi
di attività. L’IPSASB ha concluso che la nozione di CGU è appropriata per
le attività generatrici di flussi finanziari nel contesto del settore pubblico.
Beni destinati ad attività ausiliarie e comuni (corporate assets)
BC14.
Lo IAS 36 contiene disposizioni concernenti i beni destinati ad attività
ausiliarie e comuni (corporate assets). Nello IAS 36, i beni destinati ad
attività ausiliarie e comuni sono “tutte le attività, escluso l'avviamento, che
contribuiscono ai flussi finanziari futuri sia dell’unità generatrice di flussi
finanziari in oggetto sia delle altre unità generatrici di flussi finanziari” –
ovvero, un bene destinato ad attività ausiliarie e comuni contribuisce solo
alle CGU e non alle attività non generatrici di flussi finanziari. L’IPSASB
ha considerato se questo Principio dovesse contenere delle disposizioni per i
beni destinati ad attività ausiliarie e comuni definiti nello IAS 36.
BC15.
Lo scopo principale delle entità del settore pubblico diverse dalle ICP non
consiste nel generare un rendimento. Pertanto, l'IPSASB ritiene che vi
saranno ben poche occasioni in cui un’attività condivisa tra diverse attività
operative (come una sede amministrativa) apporti potenziale di servizio alle
CGU senza apportare potenziale di servizio anche alle attività operative non
generatrici di flussi finanziari. Si è quindi deciso che, nel presente Principio,
non è necessario fornire una definizione dei beni destinati ad attività
ausiliarie e comuni, né disposizioni a essi relative. Il paragrafo 96 rimanda
le entità ai principi contabili nazionali e internazionali di riferimento che
trattano le attività che non generano flussi finanziari indipendentemente da
altre attività e fanno parte di più unità generatrici di flussi finanziari, ma
non apportano potenziale di servizio alle attività operative non generatrici di
flussi finanziari.
Trattamento contabile di attività non generatrici di flussi finanziari appartenenti a
unità generatrici di flussi finanziari
BC16.
Probabilmente vi saranno dei casi in cui le entità del settore pubblico
possiedono attività non generatrici di flussi finanziari che apportano alla
GCU potenziale di servizio aggiuntivo rispetto alle attività non generatrici
di flussi finanziari. L’IPSASB ha valutato quale approccio adottare per il
trattamento di tali attività non generatrici di flussi finanziari nelle CGU. In
particolare, l’IPSASB ha valutato se, successivamente alle verifiche per
riduzione di valore contemplate dall’IPSAS 21, fosse opportuno includere
909
IPSAS 26 MOTIVAZIONI PER LE CONCLUSIONI
SETTORE PUBBLICO
RIDUZIONE DI VALORE DELLE ATTIVITÀ GENERATRICI DI FLUSSI FINANZIARI
RIDUZIONE DI VALORE DELLE ATTIVITÀ GENERATRICI DI FLUSSI FINANZIARI
una quota parte del valore contabile di un’attività non generatrice di flussi
finanziari nel valore contabile della CGU nel momento in cui si confronta il
valore contabile di tale CGU con il suo valore recuperabile.
BC17.
L’IPSASB ha concluso che nel valore contabile della CGU debba essere
inclusa una quota parte del valore contabile di tale attività non generatrice di
flussi finanziari. Tale quota parte dovrebbe essere determinata
proporzionalmente al potenziale di servizio che tale attività apporta alla
CGU. Se si ignora l’attività non generatrice di flussi finanziari, il valore
contabile della CGU potrebbe essere sottostimato e le perdite per riduzione
di valore potrebbero non essere rilevate. Tuttavia, poiché le riduzioni di
valore dell'attività non generatrice di flussi finanziari saranno state
determinate in conformità all'IPSAS 21, l'attività non generatrice di flussi
finanziari sarà stata svalutata fino a concorrenza del suo valore di servizio
recuperabile. Pertanto, all’attività non generatrice di flussi finanziari non
saranno imputate ulteriori perdite per riduzione di valore relative alla CGU.
Le perdite per riduzione di valore sono imputate proporzionalmente alle
attività generatrici di flussi finanziari della CGU, in base ai valori contabili,
tenendo conto delle limitazioni poste nel paragrafo 92. Tale approccio è
riportato nel paragrafo 95.
Revisione dell’IPSAS 26 sulla base dei Miglioramenti agli IFRS dello IASB
pubblicati nel 2008
BC18.
L’IPSASB ha esaminato le revisioni allo IAS 36 incluse nei Miglioramenti
agli IFRS pubblicati dallo IASB nel maggio 2008 e, in linea generale,
concorda con le ragioni dello IASB nel rivedere nella sostanza il Principio.
L’IPSASB ha concluso che non sussistevano ragioni specifiche del settore
pubblico per non adottare le modifiche.
IPSAS 26 MOTIVAZIONI PER LE CONCLUSIONI
910
Albero decisionale illustrativo
Il presente albero decisionale è allegato all’IPSAS 26, ma non ne costituisce parte
integrante.
Per semplicità e chiarezza, il seguente diagramma di flusso ipotizza che qualsiasi
attività appartenente a una CGU apporti anche potenziale di servizio alle attività
non generatrici di flussi finanziari. Quando un’attività apporta potenziale di servizio
soltanto a una o più CGU, ma non alle attività che non generano flussi finanziari, le
entità fanno riferimento ai principi contabili nazionali e internazionali di riferimento
che trattano tali circostanze in conformità al paragrafo 96.
È possibile stimare singolarmente il valore recuperabile
dell’attività o del servizio dell’attività?
No
Sì
Sì
L’attività è un’attività
generatrice di flussi finanziari?
Applicare il presente Principio e
modificare il valore contabile in caso
di perdita per riduzione di valore
No
Applicare l’IPSAS 21 e modificare
il valore contabile in caso di perdita
per riduzione di valore
L’attività è parte di un’unità generatrice di
flussi finanziari?
No
Sì
Includere il valore contabile o l’allocazione di una quota
parte del valore contabile dell’attività nella CGU
Non sono
necessarie ulteriori
azioni
Il valore recuperabile della CGU è maggiore o uguale al
suo valore contabile?
Sì
No
La perdita per riduzione di valore è imputata alle
attività generatrici di flussi finanziari nella CGU
proporzionalmente al valore contabile, con le
limitazioni di cui al paragrafo 92
911
Non vi sono perdite
per riduzione di valore
attribuibili alla CGU
IPSAS 26 GUIDA APPLICATIVA
SETTORE PUBBLICO
RIDUZIONE DI VALORE DELLE ATTIVITÀ GENERATRICI DI FLUSSI FINANZIARI
RIDUZIONE DI VALORE DELLE ATTIVITÀ GENERATRICI DI FLUSSI FINANZIARI
Guida applicativa
La presente Guida applicativa è allegata all'IPSAS 26, ma non ne costituisce parte
integrante.
La maggior parte delle attività possedute da entità del settore pubblico è costituita
da attività non generatrici di flussi finanziari e la contabilizzazione della loro
riduzione di valore deve essere conforme all'IPSAS 21.
Nei casi in cui un’attività posseduta da un’entità del settore pubblico è detenuta con
l’obiettivo di generare un rendimento, occorre rispettare le disposizioni del presente
Principio.
La maggior parte delle attività generatrici di flussi finanziari deriva da attività
imprenditoriali gestite da agenzie che non soddisfano la definizione di ICP. Un
esempio è un’unità produttrice di sementi gestita su base commerciale che
appartiene a un’entità di ricerca agricola.
Nel contesto degli esempi che seguono, entità del settore pubblico diverse dalle ICP
svolgono attività commerciali.
Identificazione di unità generatrici di flussi finanziari
Lo scopo di questo esempio è:
a)
fornire una indicazione di come le unità generatrici di flussi finanziari sono
identificate in circostanze differenti, e
mettere in evidenza alcuni fattori che un’entità può considerare
nell’identificazione dell’unità generatrice di flussi finanziari alla quale
un’attività appartiene.
A – Riduzione della domanda relativa a un’unità mono-prodotto
b)
Contesto
IG1.
L’azienda ha due generatori a turbina in un unico impianto elettrico.
Nell’esercizio corrente, un importante stabilimento di produzione presente nella zona
ha chiuso, determinando un significativo calo della domanda di energia elettrica. Di
conseguenza, l’amministrazione pubblica ha spento uno dei generatori.
Analisi
IG2. I singoli generatori a turbina non generano di per sé flussi finanziari.:
Pertanto, l’unità generatrice di flussi finanziari che deve essere utilizzata per
determinare una perdita per riduzione di valore è l’impianto elettrico nel suo
complesso.
B – Aeromobile noleggiato da un’unità di trasporto aereo pubblica
Contesto
IG3. M è l’unità di trasporto aereo di un’entità pubblica. Essa gestisce tre
aeromobili, una pista di atterraggio e una serie di hangar e altri edifici, tra cui
IPSAS 26 GUIDA APPLICATIVA
912
le strutture dove vengono effettuati la manutenzione e il rifornimento. A causa
della contrazione della domanda dei suoi servizi, M noleggia un aeromobile a
un’impresa privata per un periodo di cinque anni. Le condizioni del noleggio
prevedono che M debba consentire al conduttore di usare la pista di
atterraggio e sia responsabile della manutenzione dell’aeromobile.
Analisi
IG4. Viste le condizioni del noleggio, non si può ritenere che l'aeromobile
noleggiato generi flussi finanziari in entrata ampiamente indipendenti dai
flussi finanziari in entrata generati da M nel suo complesso. Quindi, è
probabile che l’unità generatrice di flussi finanziari a cui l’aeromobile
appartiene sia M nel suo complesso.
C – Impianto di frantumazione in un’entità di smaltimento rifiuti
Contesto
IG5. Un Comune gestisce un’entità di smaltimento rifiuti che possiede un impianto
di frantumazione per sostenere le sue attività di smaltimento. L’impianto di
frantumazione non genera flussi finanziari in entrata ampiamente indipendenti
dai flussi finanziari in entrata generati dalle altre attività di smaltimento rifiuti
dell'entità.
Analisi
IG6. Non è possibile stimare il valore recuperabile dell’impianto di frantumazione
perché il suo valore d’uso non può essere determinato ed è probabilmente
differente dal valore di rottame. Perciò, l’entità stima il valore recuperabile
dell’unità generatrice di flussi finanziari cui l’impianto di frantumazione
appartiene, ossia l’entità di smaltimento rifiuti nel suo complesso.
D – Percorsi offerti da una società di autobus
Contesto
IG7. Una società di autobus statale fornisce per contratto servizi a un Comune, il
quale richiede un servizio minimo su ciascuno di cinque distinti percorsi. Le
attività impiegate in ciascun percorso e i flussi finanziari derivanti da ciascun
percorso possono essere identificati separatamente. Uno di questi percorsi
opera in perdita, in modo significativo.
Analisi
IG8. Poiché l’entità non ha la facoltà di chiudere uno qualsiasi dei percorsi degli
autobus, il livello più basso di flussi finanziari in entrata identificabili, che
sono ampiamente indipendenti dai flussi finanziari in entrata derivanti dalle
altre attività o gruppi di attività, è il flusso finanziario in entrata generato dai
cinque percorsi insieme. L’unità generatrice di flussi finanziari è la società di
autobus nel suo complesso.
913
IPSAS 26 GUIDA APPLICATIVA
SETTORE PUBBLICO
RIDUZIONE DI VALORE DELLE ATTIVITÀ GENERATRICI DI FLUSSI FINANZIARI
RIDUZIONE DI VALORE DELLE ATTIVITÀ GENERATRICI DI FLUSSI FINANZIARI
Calcolo del valore d’uso e rilevamento di una perdita per riduzione di valore
Premessa e calcolo del valore d’uso
IG9. Agli inizi del 20X0, l’amministrazione pubblica R, attraverso il Dipartimento
dell'Energia, ha messo in servizio un impianto di produzione di energia che
aveva costruito al costo di UM 250 milioni.
IG10. Agli inizi del 20X4, vengono messi in servizio gli impianti di produzione di
energia costruiti dai concorrenti, determinando una riduzione dei proventi
prodotti dall’impianto dell’Amministrazione pubblica R. Le riduzioni dei
proventi si verificano perché il volume dell’elettricità generata è inferiore alle
aspettative, e anche perché i prezzi dell’elettricità e la capacità in stand-by
sono inferiori alle aspettative.
IG11. La riduzione dei proventi evidenzia che il rendimento dell’attività è peggiore
di quanto previsto. Di conseguenza, l’Amministrazione pubblica R deve
determinare il valore recuperabile dell’attività.
IG12. L’Amministrazione pubblica R adotta l’ammortamento a quote costanti per i
vent'anni di vita dell'impianto e non prevede alcun valore residuo.
IG13. Non è possibile determinare il fair value dedotti i costi di vendita
dell’impianto di produzione di energia. Pertanto, la recuperabilità può essere
determinata solo attraverso il calcolo del valore d’uso. Per determinare il
valore d’uso dell’impianto di produzione di energia (vedere Prospetto 1),
l’Amministrazione pubblica R:
a)
prepara le previsioni dei flussi finanziari estrapolate dai più recenti
bilanci preventivi/previsioni finanziarie per i prossimi cinque anni
(anni 20X5-20X9) approvati dalla direzione;
b)
stima i flussi finanziari successivi (anno 20Y0–20Y9) basandosi sui
tassi di crescita decrescenti compresi tra il -6 e il -3 per cento annuo, e
c)
sceglie un tasso di attualizzazione del 6 per cento, che rappresenta un
tasso che riflette valutazioni correnti del mercato in merito al valore
temporale del denaro e ai rischi specifici dell’impianto di produzione di
energia dell’Amministrazione pubblica R.
Rilevazione e determinazione della perdita per riduzione di valore
IG14. Il valore recuperabile dell’impianto di produzione
dell’Amministrazione pubblica R è di UM 121,1 milioni.
di
energia
IG15. L’Amministrazione pubblica R confronta il valore recuperabile dell'impianto
di produzione di energia con il suo valore contabile (vedere Prospetto 2).
IG16. Poiché il valore contabile è maggiore dell’importo recuperabile di UM78,9
milioni, si rileva immediatamente nell’avanzo o disavanzo di esercizio una
perdita per riduzione di valore di U78,9 milioni.
IPSAS 26 GUIDA APPLICATIVA
914
Prospetto 1―Calcolo del valore d’uso dell’impianto di produzione di energia
dell'amministrazione pubblica R alla fine del 20X4
Anno
Tassi di crescita
di lungo periodo
Flussi finanziari
futuri
Valore attuale
fattoriale ad un
tasso di
attualizzazione del
6%§
Flussi finanziari
futuri attualizzati
(milioni di UM)
20X5 (n=1)
16.8 *
0.94340
15.8
20X6
14.4 *
0.89000
12.8
20X7
14.2
*
0.83962
11.9
20X8
14.1 *
0.79209
11.2
20X9
13.9
*
0.74726
10.4
†
20Y0
(6%)
13.1
0.70496
9.2
20Y1
(6%)
12.3 †
0.66506
8.2
20Y2
(6%)
11.6
†
0.62741
7.3
20Y3
(5%)
11.0 †
0.59190
6.5
20Y4
(5%)
10.5 †
0.55839
5.9
(5%)
10.0
†
0.52679
5.3
†
20Y5
20Y6
(4%)
9.6
0.49697
4.8
20Y7
(4%)
9.2 †
0.46884
4.3
20Y8
(3%)
8.9
†
0.44230
3.9
20Y9
(3%)
8.6 †
0.41727
3.6
Valore d’uso
*
121.1
Basato sulla migliore stima dei flussi finanziari netti previsti effettuata dalla direzione.
†
Basato su una estrapolazione dai flussi finanziari dell’anno precedente utilizzando tassi di crescita
decrescenti.
§
Il fattore valore attuale è calcolato dalla formula k=1/1(+a)n, dove a = tasso di attualizzazione e n =
periodo di attualizzazione.
Prospetto 2―Calcolo della perdita per riduzione di valore dell'impianto di
produzione di energia dell'Amministrazione pubblica R all'inizio del 20X5
Totale UM(in
milioni)
Inizio del 20X5
Costo storico
250.0
Ammortamento accumulato (20X4)
(50.0)
Valore contabile
200.0
Valore contabile dopo la perdita per riduzione di valore
121.1
Perdita per riduzione di valore
(78.9)
915
IPSAS 26 GUIDA APPLICATIVA
SETTORE PUBBLICO
RIDUZIONE DI VALORE DELLE ATTIVITÀ GENERATRICI DI FLUSSI FINANZIARI
RIDUZIONE DI VALORE DELLE ATTIVITÀ GENERATRICI DI FLUSSI FINANZIARI
Ripristino di valore
Il presente esempio è basato sui dati per l'amministrazione pubblica R presentati
nell’esempio 2, cui sono state aggiunte le informazioni fornite in quest'esempio. In
questo esempio non vengono considerati gli effetti fiscali.
Contesto
IG17. Nel 20X6 alcuni concorrenti hanno chiuso gli impianti di produzione di
energia e, pertanto, l'impatto negativo sui proventi dell'Amministrazione
pubblica R è stato inferiore a quanto previsto a fine 2004. A seguito di questo
cambiamento favorevole, il governo deve stimare di nuovo il valore
recuperabile dell’impianto di produzione di energia.
IG18. Calcoli analoghi a quelli riportati nell’esempio 2 indicano che adesso il valore
recuperabile dell’impianto di produzione di energia è di UM157,7 milioni.
Ripristino di valore
IG19. L’Amministrazione pubblica R confronta il valore recuperabile e il valore
contabile netto dell'impianto di produzione di energia e storna una parte della
perdita per riduzione di valore precedentemente rilevata nell'esempio 2.
Attività non generatrice di flussi finanziari che contribuisce a un’unità
generatrice di flussi finanziari
Contesto
IG20. Un ospedale pubblico possiede e gestisce uno scanner per l’imaging a
risonanza magnetica (MRI) utilizzato essenzialmente dai reparti per i pazienti
non paganti. Tuttavia, il 20% del suo utilizzo è destinato al trattamento di
pazienti paganti. I pazienti paganti sono alloggiati e trattati in un edificio
separato comprendente i reparti, una sala operatoria e numerosi beni
strumentali usati unicamente per i pazienti paganti. Al 31 dicembre 20X6, il
valore contabile dell’edificio e dei beni strumentali è di CU30.000. Non è
possibile stimare separatamente il valore recuperabile dell’edificio e dei beni
strumentali. Pertanto, l’edificio e i beni strumentali sono considerati un’unità
generatrice di flussi finanziari (CGU). Al 1° gennaio 20X6 lo scanner MRI
aveva un valore contabile di UM 3.000. Al 31 dicembre 20X6, per lo scanner
MRI viene rilevato un ammortamento di UM 600. Considerato che il settore è
stato interessato da importanti progressi tecnologici, lo scanner MRI è stato
sottoposto a verifica per riduzione di valore il 31 dicembre 20X6,
determinando una perdita per riduzione di valore di UM400. Pertanto, al 31
dicembre 20X6, il valore contabile dello scanner MRI è UM2.000.
Determinazione del valore recuperabile di un'unità generatrice di flussi finanziari
IG21. Durante l’anno, l’ospedale aveva subito una significativa riduzione del
numero di pazienti paganti. La CGU viene quindi sottoposta a verifica per
IPSAS 26 GUIDA APPLICATIVA
916
riduzione di valore. Il valore recuperabile della CGU, basato sul suo valore
d’uso, è stimato pari a UM 27.400. Il 20% del valore contabile rivisto dello
scanner MRI (UM4.000) è attribuito al valore contabile della CGU prima di
determinare la perdita per riduzione di valore (UM3.000). La perdita per
riduzione di valore è ripartita proporzionalmente tra l’edificio e i beni
strumentali, in base ai rispettivi valori contabili. Allo scanner MRI non sono
attribuite ulteriori perdite per riduzione di valore, in quanto è già stata
determinata una perdita per riduzione di valore ai sensi dell'IPSAS 21
Riduzione di valore di attività non generatrici di flussi finanziari.
Inclusione delle attività rilevate nel calcolo del valore recuperabile di un’unità
generatrice di flussi finanziari
Contesto
IG22. Un Comune gestisce un sito di smaltimento rifiuti e deve ripristinare il sito al
termine delle operazioni. Il costo di ripristino comprende la sostituzione dello
strato superficiale, che deve essere rimosso prima che abbiano inizio le
operazioni di smaltimento rifiuti. All’atto della rimozione dello strato
superficiale è stato rilevato un accantonamento pari al costo di sostituzione.
L’importo fornito è stato rilevato come parte del costo del sito e viene
ammortizzato per tutta la vita utile del sito. Il valore contabile del fondo per i
costi di ripristino è di UM500, pari al valore attuale dei costi di ripristino.
Verifica per riduzione di valore
IG23. Il Comune sta verificando se il sito ha subito una riduzione di valore. L’unità
generatrice di flussi finanziari è rappresentata dal sito nel suo insieme.
L’amministrazione pubblica ha ricevuto diverse offerte di acquisto del sito al
prezzo di circa UM800. Questo prezzo riflette il fatto che l’acquirente si
accollerà l’obbligo di ripristinare lo strato superficiale. I costi di dismissione
del sito sono irrilevanti. Il valore d’uso del sito è valutato
approssimativamente in UM1.200, esclusi i costi di ripristino. Il valore
contabile del sito di smaltimento rifiuti è UM1.000.
IG24. Il fair value dell’unità generatrice di flussi finanziari meno i costi di vendita è
pari a UM800. Tale importo è comprensivo dei costi di ripristino già
accantonati. Di conseguenza, il valore d’uso dell’unità generatrice di flussi
finanziari è calcolato dopo la valutazione dei costi di ripristino ed è stimato
pari a UM700 (UM1.200 meno UM500). Il valore contabile dell’unità
generatrice di flussi finanziari è UM500, che è il risultato del valore contabile
del sito (UM1.000) meno il valore contabile dell’accantonamento per i costi di
ripristino (UM500). Quindi l’importo recuperabile dell’unità generatrice di
flussi finanziari supera il suo valore contabile.
917
IPSAS 26 GUIDA APPLICATIVA
SETTORE PUBBLICO
RIDUZIONE DI VALORE DELLE ATTIVITÀ GENERATRICI DI FLUSSI FINANZIARI
RIDUZIONE DI VALORE DELLE ATTIVITÀ GENERATRICI DI FLUSSI FINANZIARI
Trattamento contabile di una singola attività in un’unità generatrice di flussi
finanziari dipendente dalla possibilità di determinare il valore recuperabile
Contesto
IG25. Un serbatoio ha subito un danno ma è ancora funzionante, sebbene non come
prima che si danneggiasse. Il fair value del serbatoio dedotti i costi di vendita
è inferiore al valore contabile. Il serbatoio non genera flussi finanziari
indipendenti in entrata. Il più piccolo gruppo identificabile di attività che
comprende il serbatoio e che genera flussi finanziari in entrata ampiamente
indipendenti dai flussi finanziari in entrata derivanti da altre attività è
l’impianto al quale il serbatoio appartiene. Il valore recuperabile dell’impianto
indica che quest’ultimo, considerato nel suo complesso, non ha subito alcuna
riduzione di valore.
Non è possibile determinare il valore recuperabile del serbatoio
IG26. Assunto 1: i bilanci preventivi/le previsioni approvati dalla direzione non
riflettono alcun impegno preso dalla direzione stessa per rimpiazzare il
serbatoio.
IG27. Il valore recuperabile del solo serbatoio non può essere stimato perché il
valore d’uso del serbatoio:
a)
può differire dal suo fair value dedotti i costi di vendita, e
b)
può essere determinato solamente con riferimento all’unità generatrice
di flussi finanziari alla quale il serbatoio appartiene (l’impianto di
depurazione dell’acqua).
L’impianto non subisce una riduzione di valore. Quindi, non viene rilevata
alcuna perdita per riduzione di valore per il serbatoio. Tuttavia, l’entità può
aver bisogno di rivedere il periodo o il criterio di ammortamento del serbatoio.
Forse, può essere necessario un periodo di ammortamento più corto o un
metodo di ammortamento più rapido per riflettere la restante vita utile attesa
del serbatoio o il consumo atteso dei benefici economici da parte dell’entità.
È possibile determinare il valore recuperabile del serbatoio
IG28. Assunto 2: i bilanci preventivi/le previsioni approvati dalla direzione
riflettono un impegno assunto da parte della stessa per rimpiazzare il serbatoio
di raccolta e venderlo nel futuro prossimo. I flussi finanziari derivanti dall’uso
continuativo del serbatoio di raccolta sino alla sua dismissione sono ritenuti
irrilevanti.
IG29. Il valore d’uso del serbatoio può essere stimato pressoché equivalente al suo
fair value dedotti i costi di vendita. Perciò, è possibile stimare il valore
recuperabile del serbatoio mentre non viene presa in considerazione l’unità
generatrice di flussi finanziari alla quale il serbatoio appartiene (ossia la linea
di produzione). In considerazione del fatto che il fair value dedotti i costi di
IPSAS 26 GUIDA APPLICATIVA
918
vendita del serbatoio è inferiore al suo valore contabile, viene rilevata una
perdita per riduzione di valore del serbatoio.
919
IPSAS 26 GUIDA APPLICATIVA
SETTORE PUBBLICO
RIDUZIONE DI VALORE DELLE ATTIVITÀ GENERATRICI DI FLUSSI FINANZIARI
RIDUZIONE DI VALORE DELLE ATTIVITÀ GENERATRICI DI FLUSSI FINANZIARI
Confronto con lo IAS 36
L’IPSAS 26 Riduzione di valore di attività generatrici di flussi finanziari riguarda
la riduzione di valore di attività generatrici di flussi finanziari del settore pubblico,
e contiene una modifica apportata allo IAS 36 (2004) Riduzione di valore delle
attività nell’ambito dei Miglioramenti agli IFRS pubblicati a maggio 2008, Le
principali differenze tra l'IPSAS 26 e lo IAS 36 sono le seguenti:

l’IPSAS 26 non si applica alle attività generatrici di flussi finanziari iscritte
a valori rideterminati, alla data di riferimento del bilancio, sulla base del
modello della rideterminazione del valore contenuto nell’IPSAS 17
Immobili, impianti e macchinari. Lo IAS 36 non esclude dal proprio ambito
di applicazione gli immobili, impianti e macchinari generatori di flussi
finanziari e iscritti a valori rideterminati alla data di riferimento del bilancio;

l’IPSAS 26 non si applica alle attività immateriali che sono regolarmente
rideterminate al fair value. Lo IAS 36 non esclude dal proprio ambito di
applicazione le attività immateriali che sono regolarmente rideterminate al
fair value;

l’avviamento non rientra nell’ambito di applicazione dell’IPSAS 26. Lo IAS
36 contiene disposizioni e indicazioni complete sulla riduzione di valore
dell’avviamento, la ripartizione dell’avviamento tra le unità generatrici di
flussi finanziari e la verifica per riduzione di valore delle unità generatrici di
flussi finanziari con avviamento;

l’IPSAS 26 definisce le attività generatrici di flussi finanziari e contiene dei
commenti aggiuntivi per distinguere tra attività generatrici di flussi
finanziari e attività non generatrici di flussi finanziari;

La definizione di unità generatrice di flussi finanziari contenuta nell’IPSAS
26 è stata modificata rispetto a quella dello IAS 36;

l’IPSAS 26 non contiene una definizione di beni destinati ad attività ausiliari
e comuni, né disposizioni relative a tali beni. Lo IAS 36 contiene una
definizione dei beni destinati ad attività ausiliarie e comuni e disposizioni,
nonché indicazioni sul loro trattamento contabile;

l’IPSAS 26 non considera la circostanza in cui il valore contabile delle
attività nette di un’entità sia maggiore della capitalizzazione di mercato
dell’entità come fatto che indica una riduzione di valore. Il fatto che il
valore contabile delle attività nette sia superiore alla capitalizzazione di
mercato dell’entità è trattato dallo IAS 36 come parte della serie minima di
indicazioni di una riduzione di valore;

nell’IPSAS 26, una vendita forzata non riflette il fair value dedotti i costi di
vendita. Nello IAS 36, una vendita forzata riflette il fair value dedotti i costi
di vendita se la direzione è obbligata a vendere immediatamente;
IPSAS 26 CONFRONTO CON LO IAS 36
920

l’IPSAS 26 contiene disposizioni e indicazioni sul trattamento delle attività
non generatrici di flussi finanziari che contribuiscono alle unità generatrici
di flussi finanziari e anche alle attività non generatrici di flussi finanziari. Lo
IAS 36 non tratta le attività non generatrici di flussi finanziari che
contribuiscono a unità generatrici di flussi finanziari e ad attività non
generatrici di flussi finanziari;

l’IPSAS 26 include disposizioni e indicazioni inerenti alla ridesignazione
delle attività da generatrici di flussi finanziari a non generatrici di flussi
finanziari e viceversa, L’IPSAS 26 richiede inoltre alle entità di indicare i
criteri elaborati per distinguere tra attività generatrici di flussi finanziari e
attività non generatrici di flussi finanziari. Lo IAS 36 non contiene
disposizioni equivalenti;

l'IPSAS 26 utilizza, in certe occasioni, una terminologia diversa rispetto allo
IAS 36. Gli esempi più significativi riguardano l'uso dei termini “provento”
(“revenue”) e “prospetto del risultato economico” (“statement of financial
performance”). Nello IAS 36, i termini equivalenti sono “ricavo,” “conto
economico”(income statement).
921
IPSAS 26 COMPARISON WITH IAS 36
SETTORE PUBBLICO
RIDUZIONE DI VALORE DELLE ATTIVITÀ GENERATRICI DI FLUSSI FINANZIARI
RIDUZIONE DI VALORE DELLE ATTIVITÀ GENERATRICI DI FLUSSI FINANZIARI
IPSAS 26 CONFRONTO CON LO IAS 36
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