Arte per creare e tecnica per riprodurre

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Arte per creare e tecnica per riprodurre
Arte per creare e
tecnica per riprodurre
di Antonio Maccari
Arte, gusto, estetica ed esperienza
sono elementi che concorrono alla
realizzazione del processo creativo
che ha consentito e tuttora consente all’industria ceramica italiana di ri-
manere un passo avanti rispetto alla
concorrenza internazionale. Accanto
alla creatività serve tuttavia anche la
tecnica, per passare in modo rapido
dal prototipo al modello industriale e
successivamente alla produzione.
Questa relazione tratta quindi di
arte e di tecnica nelle diverse fasi del
ciclo di vita di un prodotto, dalla sua
ideazione alla sua produzione.
ARTE PER CREARE
CREARE PER INNOVARE E PER PRODURRE
Pietre naturali, legni, metalli, forme
geometriche … tutto può essere
utilizzato per creare nuove soluzioni
estetiche. Servono gusto, fantasia, spirito creativo per distinguersi
dalla concorrenza a basso costo e
mantenere un elevato valore aggiunto.
La creatività deve tuttavia fare i
conti con il processo produttivo ed
è quindi necessario che, in modo
efficace e affidabile, le varie ipotesi
progettuali siano misurate e verificate.
Il concetto di misurazione è importante perché la misura di un fenomeno è la condizione base per il suo
controllo.
Senza voler fornire soluzioni per il
processo creativo, Macs Tech mette
a disposizione del laboratorio ceramico strumenti semplici ed efficaci che
hanno un solo obiettivo: misurare il
processo produttivo e consentire la
verifica della producibilità e la valutazione del costo prima di produrre
un solo pezzo fisico.
TECNICA PER RIPRODURRE
RIPRODURRE: UN PROBLEMA COMUNE
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. I quaderni di Acimac - Edizione 2016
La problematica della riproduzione
- a distanza di tempo, su differenti
piattaforme di stampa o in caso di
variazione delle condizioni operative è comune a molti settori industriali:
editoria, stampa artistica, tessuti,
packaging di prodotti consumer…
Nell’ormai lontano 1993 un gruppo di aziende del settore grafica e
stampa costituì l’International Color Consortium (ICC) con l’obiettivo
di creare, promuovere e incoraggiare
la standardizzazione di un sistema
di gestione del colore indipendentemente dalla specifica implementazione dei dispositivi di acquisizione,
visualizzazione e stampa.
Il primo risultato fu la definizione di
profilo (oggi ISO 15076) e, nel tempo, una serie di Standard Internazionali e “de facto” che consentono, ad
esempio, di cercare di ottenere lo
stesso aspetto di un documento originale e di una sua copia dopo averlo
acquisito con uno scanner RGB e riprodotto su una stampante CMYK.
Gli standard riguardano i substrati
di stampa, gli illuminanti, la posizione dell’osservatore, gli inchiostri
CMYK, i target colore. Su quegli
standard sono stati sviluppati gli
strumenti hardware e software che,
unitamente a un controllo in tempo
reale sulla produzione, consentono di
mantenere la necessaria stabilità o
modificare rapidamente i parametri
operativi per poterla ripristinare.
colorati per integrare il gamut
degli inchiostri disponibili.
• Utilizzando più di 4 tinte e quindi più di 4 piani colore, non si ha
una visualizzazione corretta su
monitor e quindi non si possono
effettuare correzioni visivamente
verificabili.
Riprodurre in ceramica
Termini come ICC, profili, CMYK, intenti ecc, da qualche anno sono divenuti familiari anche nell’industria
ceramica, sebbene spesso mal utilizzati poiché i principi su cui si basa la
standardizzazione ICC mal si adattano al processo ceramico. Facciamo
qualche esempio.
• Non esistono inchiostri ceramici
CMYK. I più importanti colorifici
offrono infatti da 8 a 10, 12 differenti tinte per poter ottenere un
gamut ragionevole pur se lontano
da quello CMYK su carta.
•I costruttori di stampanti, partiti con 4 barre colore pensando
di poter utilizzare le sole tinte
CMYK, ne offrono ormai 8 e oltre.
• Non ci sono substrati standardizzati, anzi spesso si usano smalti
A questo si aggiungono le limitazioni degli strumenti di acquisizione dei
target, manuali o motorizzati, questi ultimi più affidabili e più veloci,
che riescono però ad acquisire campioni con spessore inferiore a 10
mm e larghezza minore di 300 mm.
La soluzione è stata trovata con il
pragmatismo e la capacità di adattamento che contraddistingue il
settore, ma con difficoltà, tempi e
costi elevati.
Possiamo dire che il metodo più
utilizzato è quello del “prova & riprova”: al ritorno in produzione si
procede con una serie di staffette,
verifiche visive, modifiche ai file grafici dettate dall’esperienza del grafico e nuove staffette che portano a
risultati spesso soltanto vicini all’obiettivo. Se poi la linea produttiva,
la stampante, gli inchiostri, i formati,
i parametri nominali di cottura sono
cambiati, il lavoro è ancora più complesso e il risultato finale potrebbe
addirittura risultare non raggiungibile.
RIPRODURRE: OGGI DISPONIBILE UNA TECNOLOGIA ADEGUATA
La consapevolezza che gli standard
e gli strumenti utilizzati in altri settori industriali non sono applicabili
in ceramica ha portato Macs Tech a
sviluppare un insieme di strumenti
specifici per questo settore: tavolozze colore ad alta densità, scanner
spettrali per l’acquisizione di originali
e tavolozze, strumenti per l’acquisizione delle tavolozze, software di modellazione dei processi produttivi, di
staffetta virtuale e per l’adeguamento automatico delle attrezzature di
stampa. Questi sistemi si prestano
sia a supportare le attività di ricerca nella verifica della producibilità dei
prototipi, sia le attività del reparto
produttivo volte alla rimessa in pro-
duzione dei prodotti.
Riprodurre: il KeraOne®
KeraOne® nasce per adeguare i sistemi di acquisizione spettrale alle
specificità della ceramica e per automatizzare e rendere controllabile il
processo di lettura dei target colore.
KeraOne® è basato su uno dei moduli di lettura spettrale più utilizzati
al mondo (i1iO con spettrofotometro i1Pro 2), integrato con soluzioni
meccaniche, di visione e di elaborazione proprietarie. Come si può vedere in figura 1, KeraOne® si appoggia
direttamente sulla piastrella senza
necessità di tagliarla e senza limiti di
spessore. Il posizionamento è guidato dal sistema di visione che individua
i punti di riferimento e guida l’operatore nel posizionamento ottimale. KeraOne® può leggere target standard,
ECI 2002 e tavolozze proprietarie
ad alta densità, grazie a nuovi driver
software sviluppati da Macs Tech. In
questo caso le tavolozze includono la
gestione di informazioni di controllo
(con bar code) per analizzare e memorizzare automaticamente i dati
colorimetrici delle tavolozze.
KeraOne® è inoltre portatile, alloggiato in un contenitore le cui dimensioni sono compatibili con i limiti di bagaglio a mano come specificati dalle
compagnie aeree.
1 - KeraOne®
2 - Tavolozze
1
Riprodurre:
la preparazione dei dati
La fase di preparazione dei dati è
quella iniziale del processo che porterà ad adeguare automaticamente
le grafiche.
Consiste nella creazione dei dati di
conversione. È a sua volta suddivisa
in tre fasi:
FASE 1: Si effettua nel momento
2
in cui un determinato prodotto (A)
viene realizzato su una specifica linea produttiva con la corretta tonalizzazione (fig. 3).
I file delle attrezzature (B) vengono
letti e analizzati per produrre una
particolare tavolozza, chiamata
DiPS (C).
L’immagine della DiPS viene sovraimposta su una delle facce del
prodotto, a scelta dall’operatore,
aggiungendosi a quelle analizzate, e
viene stampata e cotta sulla linea
durante la normale produzione.
La DiPS rappresenta così la “firma
digitale” del lotto produttivo.
FASE 2: la DiPS viene letta e misurata con KeraOne®.
FASE 3: la DiPS misurata permette
di convertire le attrezzature originali in una rappresentazione standard del prodotto stesso.
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Lo standard è per sua natura indipendente dalla linea produttiva e verrà utilizzato al momento del ritorno
in linea per adeguare automaticamente le attrezzature di stampa alle
mutate condizioni operative.
Fig. 3 - Preparazione dati: la fase 1
A
B
Riprodurre: l’utilizzo dei dati
Lo standard, generato nella fase 3
di preparazione dei dati, è utilizzato
al momento del ritorno in produzione
per l’adeguamento automatico dei file
di stampa. Il modello matematico del
processo corrente concorre all’adeguamento insieme con lo standard.
Le aziende che adottano il sistema
Macs Tech producono e misurano
su ogni linea produttiva a frequenza
stabilita (ad esempio ogni 4 ore), una
tavolozza colore.
La tavolozza ha i seguenti scopi:
• misurare i dati colorimetrici;
• creare un database di misurazioni
che aiutino a definire l’andamento
del processo;
• mantenere un modello matematico delle linee di produzione sempre
aggiornato.
Quando il piano produttivo richiede un
nuovo lotto di un codice esistente, le
NOTE
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. I quaderni di Acimac - Edizione 2016
C
operazioni sono estremamente semplici e rapide:
1.Si carica il modello matematico
della linea candidata a produrre;
2.Si carica lo standard del prodotto;
3.Si esegue l’adeguamento.
L’intera procedura è eseguita con
una semplicissima interfaccia utente e procede fino alla creazione e al
salvataggio delle nuove attrezzature.
I risultati di questa fase sono di tre
tipi.
1.Informativi: il sistema nel corso
dell’elaborazione propone per ogni
faccia la valutazione in termini di
somiglianza espressa come percentuale dell’immagine che può
venire riprodotta esattamente
dal processo di destinazione, e
di copertura espressa come percentuale di utilizzo degli inchiostri.
Il giudizio è espresso sia in modo
“analogico”, ovvero con un’icona la
cui colorazione (verde=ok, rossa=
non producibile, gialla=da verificare) esprime la valutazione del software, sia digitale, con indicazione
delle percentuali di somiglianza e
copertura. I parametri di accettabilità che determinano le soglie
e quindi la colorazione delle icone,
sono pre-impostati e modificabili
dall’operatore.
2.Operativi, ovvero i file binari con
il numero di piani colore corretto,
nella dimensione che tiene conto
del ritiro e nella corretta risoluzione.
3.Di controllo: con una faccia aggiuntiva per la DiPS, che funziona
quindi come firma digitale del risultato dell’adeguamento.
I file generati sono in formato TIF o
PSD in funzione del numero di piani
colore e possono essere successivamente manipolati con i pacchetti
grafici più diffusi.
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