Antonio Rosmini, orgoglio delle due province

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Antonio Rosmini, orgoglio delle due province
11 luglio 2007
Verbania – p. 11
L’evento È stato fissato per il 18 novembre a Novara, intanto sindaci e autorità di VCO
e Novarese si esprimono sulle virtù del filosofo
Antonio Rosmini, orgoglio delle due province
Aspettando la cerimonia di beatificazione
VERBANIA - Esiste un legame profondo tra il venerabile Antonio Rosmini e il territorio del VCO. Esattamente nel luglio del 1827 per la prima volta il roveretano toccò il suolo della provincia del VCO: «Fatta
la domenica il giorno 30 luglio partii per il Lago Maggiore col solo Antonio (il servitore Bisoffi) … usai il
velocifero fino a Sesto (Calende), di là fino all’isola … Dormii a Pallanza nella casa di donna Teresa Dugnani che mi aveva dato lettera commendatizia pel dottore Viani … Il giorno appresso m’avviai alla volta di
Domodossola con un carrettino d’un solo cavallo … Visitai il Sacro Monte», questa è la descrizione fatta
dallo stesso Rosmini di quei giorni. Da allora i frutti nati dalla semina di Rosmini sono stati sterminati da
Domodossola a Borgomanero (nel 1832 inizio del ramo femminile, le suore della Provvidenza) fino a raggiungere gli estremi confini del mondo. Oggi siamo testimoni di un evento quale la beatificazione (è prevista
nella basilica di Novara il prossimo 18 novembre) di un nostro illustre “amico” che meraviglierà i popoli delle nazioni tutte, ripartendo proprio dalle nostre rive, e valli del Verbano Cusio Ossola.
Roberto Cutaia
Luigi Minchella – Un concerto per Rosmini
«Il vero miracolo in questi anni l’ha compiuto Giovanni Paolo II quando coraggiosamente tolse definitivamente il velo che offuscava la santità di Rosmini. Il
mio primo “incontro” con Antonio Rosmini risale agli anni di studi universitari,
attualmente vivendo da qualche anno sul Lago Maggiore ho avuto modo di avvicinarmi maggiormente alla figura del roveretano, grazie ai padri rosminiani e in
particolare a padre Umberto Muratore. A novembre Rosmini sarà beatificato e a
proposito dell’evento, sabato scorso a Stresa la polizia di Stato ha dato inizio alle
celebrazioni con un concerto dedicato al fondatore dell’Istituto della Carità. Segno tangibile che la polizia
vuole essere compartecipe di importantissimi eventi».
Domenico Cuttaia – Un testimone oltre i confini
«Quando la Santa sede ha stabilito che la celebrazione del rito di beatificazione di Antonio Rosmini avrà luogo domenica 18 novembre, non faccio mistero di
essere rimasto piacevolmente coinvolto per due motivi. Al riconoscimento del
miracolo per la guarigione di suor Ludovica Noè si aggiunge quello della scelta,
felicemente caduta sulla diocesi di Novara, per la proclamazione del beato. È
proprio nel territorio di questa diocesi, e precisamente a Stresa, che Rosmini ha
trovato ospitalità fino alla sua morte. L’evento della beatificazione è un'occasione
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propizia per il VCO, al di là del credo religioso. Un testimone come Rosmini attraversa i tempi e i confini
ideologici».
Claudio Zanotti – Orgoglio per l’intera città
«La beatificazione di Antonio Rosmini costituisce motivo di orgoglio e di
soddisfazione per quanti vivono con consapevolezza il loro radicamento storico,
culturale e religioso nelle terre comprese tra il Lago Maggiore e l’Ossola. Da
quando – ed era sul finire dell’inverno del 1828 – Rosmini elesse il Monte Calvario a luogo di solitaria meditazione da cui scaturiranno le Costituzioni del suo Istituto, queste terre hanno sempre beneficiato della presenza e della testimonianza
del magistero spirituale e pastorale ispirato dal roveretano. E chi scrive, insegnante di lettere, ritorna spesso con grata memoria sulle pagine poetiche di Clemente Rebora, che a Stresa visse la
sua piena adesione – anche letteraria – alla famiglia rosminiana».
Canio Di Milia – Città cresciuta con il filosofo
«Quando Antonio Rosmini arrivò a Stresa nei primi decenni dell’800, il paese
era ancora prevalentemente dedito alla pesca. Da allora, grazie alla sua presenza,
la città ha avuto un notevole sviluppo culturale ma anche turistico, se pensiamo
agli illustri personaggi che venivano ad incontrarlo qui, a Stresa, presso la Villa
Bolongaro. La città è dunque riconoscente a Rosmini per tre ordini di motivi: primo, per l’assistenza educativo-scolastico; secondo per l’assistenza materiale e terzo per l’assistenza spirituale, dove, a seguito della beatificazione, Stresa si farà
portatrice del luminoso faro qual è da lungo tempo la figura santa di Rosmini»
Michele Mannello – Ogni domese è orgoglioso
«La beatificazione di Antonio Rosmini è una festa della nostra città ed un momento che deve rendere orgoglioso ogni domese. Poter vantare fra i personaggi
che hanno caratterizzato la nostra storia un uomo di così alto spessore non può che
rendere l’intera comunità partecipe ed entusiasta per l’imminente ed eccezionale
appuntamento. Il compito di noi amministratori sarà quello di contribuire a far conoscere, soprattutto ai giovani, la storia di un “santo” che ha fatto della carità, in
tutta la sua universale e totale accezione, una missione. Speriamo di essere
all’altezza e di riuscire nell’intento di festeggiare l’evento nel migliore dei modi».
Anna Tinivella – Il pensatore dolce ricordo
«Il nome di Antonio Rosmini, come prima cosa, mi fa tornare con la memoria
all’infanzia. Otto anni, tra scuole elementari e medie, ti lasciano dentro un ricordo
dolcissimo che non è possibile cancellare. Spostandomi un po’ più in là con gli
anni, al liceo, penso ad una figura complessa, un filosofo e un teologo rigoroso
che nel nostro territorio ha dato vita alle sue opere forse più importanti, se pensiamo che preparò le “Costituzioni” del suo istituto religioso a Domodossola e che
nel ritiro di Stresa scrisse la Teosofia. Un evento, dunque, quello fissato per il 18
novembre per la beatificazione a cui si sta preparando tutta la comunità del borgomanese.
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11 luglio 2007
Borgomanero e circondario – p. 33
Intervista Suor Alba Maria Grugni ci racconta la sua straordinaria storia di “grazia ricevuta”
Salvata dal venerabile Rosmini
Nonostante un intervento, era in pericolo di vita
BORGOMANERO – Cresce l’attesa per l’imminente cerimonia di beatificazione del venerabile Antonio Rosmini in
programma il 18 novembre nella diocesi novarese.
Il miracolo che determina la beatificazione del roveretano è
la guarigione di suor Lodovica Noè, avvenuto il 6 gennaio
1927. Da allora si sono verificati però altri casi di “grazia ricevuta” per intercessione di Antonio Rosmini.
Uno di questi episodi miracolosi riguarda una suora rosminiana, suor Alba Maria Grugni (al secolo Angela), ed è avvenuto il 5 marzo 1998. Noi di Eco Risveglio siamo andati a trovarla nel convento delle suore rosminiane a Borgomanero, per
raccogliere la sua diretta testimonianza. Veniamo accolti proprio da lei, suor Alba, oggi 85enne, sorriso dolce e sereno come di colei che ha vissuto e vive un’esperienza straordinaria.
Torniamo indietro a nove anni fa, dove si trovava?
«Ho sempre pregato il nostro padre fondatore, il venerabile
Antonio Rosmini. Quel giorno, entrando nella sala operatoria
del reparto di Otorinolaringoiatria dell’ospedale di Novara,
vedevo l’immagine di Rosmini, ed ero serena e contenta, per
nulla preoccupata nonostante la situazione».
Suor Alba Maria Grugni del convento rosminiano di
Borgomanero. Nel 1998 le fu diagnosticata una
grave malattia. Dopo l'intervento chirurgico, erano
poche le speranze di ripresa
Cosa era accaduto?
«Non riuscivo più a deglutire neppure una goccia d’acqua, dopo un mal di gola causato da gastroscopia.
Gli esami evidenziarono una massa che comprimeva l’esofago che mi impediva di deglutire. La diagnosi fu:
stenosi serrata dell’esofago. Si capì subito che la situazione era piuttosto grave. Continuai ha pregare Rosmini perché mi aiutasse a superare questa prova con serenità. Dopo il ricovero all’ospedale di Novara nei primi
giorni di marzo del 1998, l’équipe del professor Francesco Pia composta da Pisani, Aluffi, Rossitto e Buscaglia decise di intervenire d’urgenza, praticando tracheotomia, cervicotomia latero cervicale, con aspirazione
di 100 cc di pus, esofoscopia, posizionamento di sondino naso-gastrico. Ho saputo, dopo l’operazione, che i
medici erano preoccupati perché le probabilità di salvarsi dopo un intervento di questo tipo erano scarse. Ma
un giorno, durante la visita, il professor Pia mi disse: “Suora, lei ha una mano dall’Alto che la protegge. Non
si pensava a questa ripresa”. In quel momento non potevo rispondere con parole ma, sorridendo fra me, sapevo chi ringraziare, il nostro padre fondatore Antonio Rosmini».
Roberto Cutaia
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